17 August, 2024
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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha espresso un giudizio assai critico sul governo dell’acqua in Sardegna. Nella nota inviata a Regione Sardegna, Egas S.p.A. ed Abbanoa S.p.A., il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Giovanni Pitruzzella evidenzia «le criticità concorrenziali derivanti da possibili problemi di legittimità dell’affidamento in house da parte di EGAS (Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale della Sardegna, in precedenza Autorità d’Ambito della Sardegna – AATO) alla società ABBANOA S.p.A., attuale gestore del Servizio Idrico Integrato nell’ambito territoriale unico comprendente l’intera Regione Sardegna».

«Un elemento di criticità emerge con riguardo alla titolarità pubblica del capitale sociale – scrive tra l’altro il presidente l’Autorità Giovanni Pitruzzella -. Infatti, attualmente la maggioranza del capitale sociale di Abbanoa (oltre il 68%) è nelle mani della Regione Sardegna che non è né l’ente concedente, né il soggetto cui il servizio idrico viene fornito, né detiene competenze in materia di affidamento e/o gestione di tale servizio.» 
«Profili di criticità si riscontrano, poi, sempre in ragione della partecipazione di maggioranza della Regione Sardegna al capitale sociale di Abbanoa, anche con riguardo alla sussistenza del terzo requisito necessario per la legittimità dell’affidamento diretto in modalità in house providing: la sussistenza del “controllo analogo” – sottolinea il presidente dell’Autorità -. Sul punto, si ricorda che, da ultimo, il Decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 cit., all’art. 2, comma 1, lettera c), definisce il “controllo analogo” quale una: “situazione in cui l’amministrazione esercita su una società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi, esercitando un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società controllata. Tale controllo può anche essere esercitato da una persona  giuridica diversa, a sua volta controllata allo stesso modo dall’amministrazione partecipante.»
Il presidente dell’Autorità ritiene che, «al fine di garantire la legittimità dell’affidamento del servizio idrico secondo la modalità di in house providing ad Abbanoa per l’ATO unico della Sardegna, sia necessario modificare l’art. 15 della legge regionale n. 4/2015 cit. nel senso di prevedere la cessione agli enti locali concedenti (i Comuni della Sardegna, rappresentati in EGAS) della totalità delle quote di partecipazione azionaria della Regione Sardegna nel capitale sociale di Abbanoa, e dotare, comunque, fin da subito, l’ente affidante (EGAS) di strumenti di controllo effettivo nei confronti della società di gestione, tra cui la possibilità di nominare i vertici direttivi e di controllo, in mancanza dei quali appare dubbia la sussistenza del requisito del “controllo analogo”. Entrambi tali interventi costituiscono presupposti indefettibili di regolarità della scelta di affidamento diretto, secondo il modello dell’in house providing, piuttosto che secondo quello dell’affidamento con gara.»

Durissimo il giudizio del deputato di Unidos Mauro Pili. «Il governo dell’acqua in Sardegna è fuori legge. La Regione ha 45 giorni per cedere le sue quote ai comuni e revocare le nomine gestionali e di controllo, dopodiché scatteranno le sanzioni e saranno pesantissime. La decisione dell’autorità della concorrenza rappresenta la conferma di una gestione scandalosa dell’acqua in Sardegna con Abbanoa che ha trasformato, con la regia della regione, la società idrica in un vero e proprio carrozzone politico. La sonora bocciatura di questa gestione emerge in tutta la sua gravità nel dispositivo appena pubblicato nella Gazzetta dell’autorità che mette nero su bianco un’indagine durata mesi e la relativa decisione. Secondo la decisione dell’autorità la partecipazione di maggioranza della Regione Sardegna con il 68% al capitale sociale di Abbanoa è fuori legge e “determina una situazione in cui l’ente affidante (EGAS), pur avendo astrattamente i poteri per effettuare un controllo pervasivo sull’attività svolta da Abbanoa, non dispone, di fatto, della possibilità di nominare persone di propria fiducia che gli garantiscano l’effettività di tale controllo.»

Federico Ibba, coordinatore regionale dei Centristi per la Sardegna e consigliere comunale di Cagliari, in una nota scrive che «la Regione Sardegna non poteva creare un mostro amministrativo in schiaffo alle amministrazioni locali detenendo il 68 % di una società unica affidataria della gestione del servizio idrico della Sardegna. Troppe disfunzioni, troppi errori marchiani a danno degli utenti di cui si è macchiata la società di Abbanoa nel corso di questi anni. La regione ora affidi subito ai comuni il controllo della totalità delle quote di partecipazione di Abbanoa».

 

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E’ durissimo il commento del deputato di Unidos Mauro Pili, al comunicato stampa dell’assessorato regionale dell’Industria sulla vertenza Keller.

«Comunicato stampa della Regione sulla Keller: abbiamo agito in silenzio con il Consorzio industriale per salvare la fabbrica! – scrive in un post pubblicato sul suo profilo Facebook alle 17.19 il deputato di Iglesias -. Insomma: se continuavano ad agire in silenzio, di quella fabbrica non sarebbero rimasti nemmeno i pilastri!»

«Erano talmente attenti – aggiunge Mauro Pili – che non si erano nemmeno accorti che la stavano svendendo con un’asta on line! Erano talmente sul pezzo che i curatori fallimentari, ancor prima della scadenza dell’ultimatum della vendita spezzatino fissato per il 15 marzo, avevano frazionato la fabbrica in 700 lotti. E loro, Regione e Consorzio, non avevano mosso un dito! Unica comunicazione l’8 marzo.»

«Se non avessi denunciato il tutto, forse la Keller adesso avrebbe preso un’altra strada! Quella della distruzione! – conclude Mauro Pili -. E questi ancora in piena catalessi!»

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I sindaci del Sulcis si sono riuniti nel municipio di Sant’Anna Arresi per affrontare le problematiche legate ai licenziamenti e trasferimenti in atto alla Polar di Piscinas ed hanno inviato una nota alla Regione nella quale chiedono un intervento immediato ed urgente.

«Dopo le ultime allarmanti notizie apprese sulla fabbrica di bentonite di Piscinas, ove si parla di nuovi licenziamenti per i lavoratori reintegrati dal giudice del lavoro e/o del loro trasferimento, oltre a quello della sede dell’azienda a Genova, già attuato – si legge nella nota firmata da Gianfranco Trullu, presidente dell’Unione dei comuni del Sulcis, inviata al presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, ai deputati Francesco Sanna, Emanuele Cani e Mauro Pili e, infine, al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta -, si chiede con la dovuta urgenza l’intervento del Presidente della Regione e dell’assessore all’Industria, dei Consiglieri Regionali, e dei parlamentari eletti nel Sulcis, affinché convochino con urgenza i responsabili di tale azienda, per scongiurare i danni ancora maggiori rispetto a quelli già creati all’epoca del licenziamento.»

«L’atteggiamento dell’azienda ed i provvedimenti dalla stessa adottati – prosegue la nota -, sono irrispettosi ed arroganti sia nei confronti dei lavoratori che di tutto il territorio e delle istituzioni, le quali non possono rimanere silenti e dell’intero territorio già martoriato da altre grave problematiche occupazionali. Il presidente Pigliaru, l’assessore dell’Industria, i parlamentari del territorio ed i capi gruppo in Consiglio regionale, si facciano immediatamente parte attiva ed esaminino con attenzione tutti gli obblighi derivanti dalla concessione mineraria in capo alla Polar e la legittimità di quanto è stato posto in essere dai rappresentanti dell’Azienda.»

«Si chiedono chiarimenti, a questo punto, su quali siano i fini che intendono perseguire nella gestione della fabbrica, in quanto le istituzioni non possono assistere inermi ad atti di tal genere: né il territorio può veder morire un’altra realtà produttiva che, invece, aveva, per parola data dalla stessa azienda, tutte le carte in regola per continuare ad operare. Si chiede al presidente Pigliaru ed a tutti i soggetti indicati – conclude la nota dei sindaci del Sulcis -, un immediato incontro atto a risolvere la grave situazione che si è venuta a creare nella vertenza Polar.»

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Si moltiplicano le prese di posizione delle forze politiche sugli sviluppi negativi degli ultimi giorni della vertenza dello stabilimento Alcoa di Portovesme.

Oggi ad intervenire è Roberto Frongia, presidente dei Riformatori sardi, già assessore regionale del Turismo dal 1999 al 2004 nelle Giunte guidate da Mario Floris, Mauro Pili e Italo Masala.

«Disoccupazione e un carico di veleni insostenibile: è questo il regalo di Alcoa, con la penosa partecipazione di Glencore e Regione – scrive Roberto Frongia in una nota -. Adesso vogliamo sapere che fine faranno i lavoratori, chi ci restituirà un territorio bonificato per procedere finalmente nell’unica strada possibile per lo sviluppo del Sulcis Iglesiente: un master plan turistico che porti vera ricchezza e non finti posti di lavoro.»

«Il 10 novembre 2014 – ricorda Roberto Frongia – è stato sottoscritto il Memorandum tra il ministero dello Sviluppo economico, la Regione autonoma della Sardegna e la Glencore International AG. Fin dall’inizio avevamo espresso perplessità e dubbi, nonostante le dichiarazioni entusiastiche del Presidente Pigliaru e del PD. Tra possibili interventi del governo italiano in materia di energia elettrica, interrompibilità, contratti di sviluppo possibili per sostenere finanziariamente gli investimenti finalizzati allo sviluppo industriale e/o alla tutela ambientale, innovazione e ricerca, il Governo italiano ha consumato anni senza ottenere alcun risultato. Senza dimenticare la Regione Sardegna che alle promesse del Governo nazionale sommava le proprie, impegnandosi a realizzare in tempi brevi opere portuali e stradali indispensabili, a loro dire, per l’ottimizzazione della logistica al servizio degli impianti industriali dell’area. Non solo. La Regione, su richiesta della Glencore, si impegnava ad adottare tutte le risoluzioni che avrebbero consentito in tempi rapidi la semplificazione e la velocizzazione degli iter procedurali necessari per l’ottenimento delle autorizzazioni di carattere ambientale e/o amministrativo necessarie per la riattivazione degli impianti.» 

«Su questa semplificazione – sottolinea ancora Roberto Frongia – è meglio stendere un velo pietoso considerato il dramma ambientale che vivono le popolazioni del Sulcis Iglesiente. Insomma una vergogna assoluta. Nel frattempo vi è da chiedersi che fine faranno i lavoratori e chi pagherà il danno ambientale. Nel Sulcis-Iglesiente (già dichiarata area ad elevato rischio di crisi ambientale) per molti anni venivano prodotti circa il 65% di rifiuti speciali dell’isola. Un carico di veleni insostenibile. A questo punto siamo pronti a sostituirci all’inerzia degli Enti locali. Ad ogni buon conto le bonifiche potranno creare migliaia di posti di lavoro e dare una risposta immediata alle emergenze di Iglesias, Portoscuso, Gonnesa, Carbonia ed il territorio. Le bonifiche ed il recupero del patrimonio immobiliare (proseguendo nell’azione di riqualificazione a fini turistici delle aree minerarie dismesse e nelle aree di archeologia industriale iniziata nell’ormai anno 2000), unitamente ad un progetto di gestione di quelle aree, saranno le fondamenta su cui potrà reggersi un Piano di sviluppo turistico. Poi – conclude Roberto Frongia – agricoltura, pesca, cultura e ricerca, sono queste le nostre proposte per creare posti di lavoro e per garantire una vita dignitosa alle migliaia di disoccupati.» 

Roberto Frongia copia

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E’ durissimo il giudizio del deputato di Unidos Mauro Pili sugli sviluppi negativi della vertenza Alcoa, con l’annuncio dell’avvio dello smantellamento degli impianti e della riqualificazione del sito fatto oggi da Rob Bear, vice presidente delle attività di Transformation di Alcoa.

«Alcoa cala vergognosamente la maschera – ha detto questa sera Mauro Pili -. La decisione di smantellare gli impianti è l’ultimo risultato di una farsa durata 4 anni che ha
visto Governo e Regione responsabili e protagonisti di un imbroglio senza precedenti ai danni dei lavoratori e di un intero territorio. Si tratta di una mazzata finale costruita in ogni singola mossa dal governo di Matteo Renzi e Claudio De Vincenti, il governo delle promesse, dei rinvii, delle procedure europee inventate. Un governo che ha trovato una regione complice, inutile e incapace che ha avvallato questa ciclopica presa in giro.»

«Si tratta di un piano drammatico per il Sulcis – ha aggiunto Mauro Pili -. Occorre reagire con forza e determinazione senza accettare una  sconfitta grave e letale per l’intero territorio. Questa conclusione sarebbe una pietra tombale sul futuro economico e produttivo del  Sulcis. Per questa ragione – ha concluso Pili – serve un decreto Sulcis alla pari di quello dell’Ilva per reagire e non morire di stenti dinanzi alla negligenza di Stato e Regione.»

Mauro Pili copia

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Inizia lunedì pomeriggio, alle 18.00, il dibattito sulle linee programmatiche esposte mercoledì scorso in Aula dal nuovo sindaco di Carbonia, Paola Massidda. Si prevede un confronto animato, tra maggioranza ed opposizione, in particolare sul passaggio che ha scatenato le critiche ironiche sui social network, relativo alla pubblicizzazione al massimo della «destinazione del 5 per mille al proprio Comune per fini sociali. I soggetti beneficiari dovranno comunque svolgere delle attività di pubblica utilità. Le prestazioni di pubblica utilità consistono sostanzialmente nella custodia e nella manutenzione di aree verdi, giardini pubblici, impianti sportivi, custodia e pulizia di spiagge, piccola manutenzione di strutture pubbliche, di edifici pubblici e delle scuole». Il riferimento alla custodia e alla pulizia delle spiagge è parso subito fuori luogo, perché Carbonia non ha spiagge nel suo territorio, ed il passaggio è risultato la copia integrale di un passaggio del programma amministrativo presentato un anno fa dal nuovo sindaco di Porto Torres (comune costiero che ha le spiagge nel suo territorio), Sean Wheeler, del Movimento 5 Stelle.

L’“incidente” in cui è incorsa Paola Massidda, ha riportato alla mente un caso analogo, clamoroso, che si verificò 17 anni fa, protagonista Mauro Pili, candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione. L’ex sindaco di Iglesias stravinse le elezioni regionali del 1999, con 151.000 voti, ma riuscì ad arrivare alla presidenza solo due anni dopo, soprattutto per il caso del programma copiato parzialmente da quello dell’allora presidente della Giunta regionale della Lombardia Roberto Formigoni, compreso il riferimento alle 11 province della Sardegna (11, evidentemente, erano le province lombarde, 4 quelle sarde). Apparve allora evidente un errore dettato dalla scarsa attenzione riservata alla stesura del programma, preparato in fretta e furia all’ultimo momento, attingendo da lavori analoghi già esistenti in internet; e anche oggi, nel caso del programma della nuova maggioranza scaturita dalle elezioni a Carbonia, sembra proprio di trovarsi di fronte ad una situazione analoga, scarsa attenzione nella stesura del programma, messo insieme con ampio riferimento a linee programmatiche del Movimento 5 Stelle nazionale e a quelle degli altri comuni in cui lo stesso ha responsabilità di governo.

Il caso di Carbonia, a mio parere, va visto proprio nell’ottica della scarsa attenzione rivolta alla stesura delle linee programmatiche, perché è evidente che, diversamente, un errore simile non sarebbe stato commesso. Il problema non è il ricorso a idee e progetti già attuati da altri Comuni, soprattutto se della stessa parte politica, quanto la necessità di adattare il tutto alla propria realtà, possibilmente dedicando tutto il tempo necessario a verificare il testo prima della sua divulgazione e, in questo caso, dell’esposizione in Consiglio comunale. Tutte le verifiche non danno garanzia di perfezione assoluta del testo, perché l’errore o refuso resta sempre possibile, ma non di portata tale da provocare battute e commenti ironici tipo quelli che hanno seguito il riferimento fatto da Paola Massidda alla «custodia e pulizia di spiagge».

Domani, in Consiglio comunale, il caso sarà sicuramente al centro di tanti interventi dei consiglieri d’opposizione. E’ inevitabile, è il gioco delle parti. L’auspicio è che, superato questo passaggio, si metta mano ai veri problemi della città e ciascuno, sia dalla maggioranza sia dall’opposizione, faccia la sua parte, perché anche se siamo in piena estate, la situazione socio-economica della città e del territorio è grave, ai limiti del dramma.

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Casti-Massidda

Ultime ore di campagna elettorale, a Carbonia, per il ballottaggio tra il sindaco uscente Giuseppe Casti, sindaco della coalizione di centrosinistra, e Paola Massidda, candidata del Movimento 5 Stelle; a mezzanotte si chiude e domenica si vota per scegliere il nuovo sindaco.

Domenica 5 giugno, al primo turno, hanno votato 17.341 elettori, il 61,72% degli aventi diritto. I dati storici sui ballottaggi, dal 1993, anno in cui entrò in vigore la legge sull’elezione diretta del sindaco e del Consiglio comunale, documentano un consistente (fisiologico) calo di affluenza tra il primo e il secondo turno e la percentuale di votanti potrebbe rappresentare uno degli elementi decisivi per l’esito finale, unitamente alla capacità dei due sindaci e dei rispettivi schieramenti, di confermare i consensi ottenuti al primo turno e, infine, alla capacità attrattiva che gli stessi riusciranno ad esercitare sui candidati esclusi dal ballottaggio e, soprattutto, sui loro elettori del primo turno.

Il vantaggio acquisito il 5 giugno dal sindaco uscente è sensibile, 2.386 voti, il 14,20%, ma quella del ballottaggio è una nuova partita, completamente differente rispetto alla prima e sul risultato finale nessuno può avere certezze. La storia dei ballottaggi riporta molti casi di rimonte clamorose ed una di queste maturò a Iglesias il 23 novembre 1993, proprio l’anno in cui entrò in vigore la legge sull’elezione diretta del sindaco e del Consiglio comunale. Mauro Pili, allora 27enne, affrontò il ballottaggio con il 22%, opposto a Nico Grillo, candidato della coalizione di centrosinistra, che sfiorò la vittoria al primo turno, fermandosi al 48%! Il ballottaggio determinò la clamorosa rimonta e l’elezione a sindaco di Mauro Pili.

Quella che si conclude oggi è stata una campagna elettorale durissima che spesso ha superato i limiti. Lo scontro non si è fermato ai confini della politica ed è andato ben oltre. Quello cui si è assistito non è stato certamente uno spettacolo decoroso che allontana sempre più molti cittadini dalla politica, alimentando il fenomeno dell’astensionismo.

Ricordiamo quelli che sono stati i risultati del primo turno che hanno portato al ballottaggio tra Giuseppe Casti e Paola Massidda.

Giuseppe Casti, sostenuto da 5 liste, il 5 giugno ha ottenuto 6.074 voti, il 36,15%; Paola Massidda, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto 3.688 voti, il 21,95%.

Le liste della coalizione che sostiene Giuseppe Casti hanno ottenuto 6.737 voti, il 40,10%; la lista del Movimento 5 Stelle ha ottenuto 3.009 voti, il 17,91%.

Le liste degli altri candidati a sindaco concorreranno all’assegnazione dei 24 seggi in misura variabile a seconda dell’esito del ballottaggio di domenica 19 giugno.

Questa la composizione del nuovo Consiglio comunale, nelle due ipotesi che a vincere sia Giuseppe Casti o Paola Massidda.

Ipotesi n° 1: Viene eletto sindaco Giuseppe Casti

La coalizione di cinque liste collegata alla sua candidatura ottiene, con il premio di maggioranza del 60% (arrotondato all’unità superiore), 15 seggi, così distribuiti:

Partito Democratico 7 consiglieri: Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376; Ivonne Fraternale 313; Cinzia Grussu 311; Antonio Caggiari 270, Roberto Cotza 205, Fulvio Cabiddu 185.

Partito dei Sardi 3 consiglieri: Fabio Usai 867 preferenze; Nino Spanu 193; Giampaolo Puddu 137.

Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Matteo Sestu 264 preferenze; Moreno Pilloni 174.

Cittadini per Carbonia 2 consiglieri: Pierangelo Porcu 193 preferenze; Claudia Di Marco 162.

Unione cittadina 1 consigliere: Roberto Concas 243 preferenze.

I 9 seggi (40% arrotondato all’unità inferiore) della minoranza sono così distribuiti:

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Carbonia Rinasce 1 consigliere: Maria Luisa Poggi 219 preferenze.

Movimento 5 Stelle 3 consiglieri: Paola Massidda (candidata sindaco non eletto); Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

Unidos 1 consigliere: Andrea Corda (candidato sindaco non eletto).

Ipotesi n° 2: Viene eletta sindaco Paola Massidda

La lista del Movimento 5 Stelle collegata alla sua candidatura ottiene, con il premio di maggioranza del 60% (arrotondato all’unità superiore), 15 seggi, così distribuiti:

Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 227; Gian Luca Lai 217; Paola Argiolas 185; Daniela Marras 168;Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 126; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94; Elio Loi 84; Massimiliano Zonza 82.

I 9 seggi (40% arrotondato all’unità inferiore) della minoranza sono così distribuiti:

Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.

Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 867 preferenze.

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

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Mauro Pili 22 copia

Il piano di dismissione di una parte del patrimonio immobiliare, attualmente inutilizzato, di proprietà dell’Igea, avviato dalla Regione Sardegna, è criticata duramente dal deputato di Unidos Mauro Pili.

«Sostengono che si tratta di patrimonio di scarso pregio, ma nel bando hanno scritto terreni panorami unici ed esclusivi – scrive il deputato di Iglesias nel suo profilo facebook -. Leggo con stupore la dichiarazione anonima della Regione sulla vendita del patrimonio immobiliare. Prendo atto che dopo la mia denuncia sono stati costretti a pubblicare il bando che stavano tenendo nascosto con un malcostume che emerge ancora una volta nel governo della cosa pubblica. Affermare come fanno Pigliaru e compagni che si tratta di beni insignificanti e di scarso pregio significa confermare che abbiamo a che fare con un governo squallido e ignorante.»

«Sono talmente ignoranti che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando e cercano di nascondere ancora una volta la realtà dei fatti -aggiunge Mauro Pili -. Sostenere che i terreni davanti al Pan di Zucchero sono di scarso pregio, significa ammettere di essere dei trogloditi, proprio perché dimostrano di ignorare anche i beni che stanno svendendo. Stiamo parlando di siti di importanza comunitaria, di un livello paesaggistico e naturalistico unici nel suo genere. Definirli di nessun pregio significa affermare che starebbero vendendo patacche e che nessuno li comprerà proprio perché di scarso pregio. Per quale motivo uno dovrebbe comprare un bene di scarso pregio?»

«Sono loro che hanno scritto nel bando che si tratta di beni unici, in posizioni spettacolari ed esclusive, con grandi panorami – sottolinea ancora Mauro Pili -. Definire di scarso pregio il villaggio Norman é roba da ignoranti e cialtroni da quattro soldi, pensare che Villa Pistis sia un bene insignificante conferma che abbiamo a che fare con gente senza scrupoli, insensibili e privi di qualsiasi onestà intellettuale.

Ed ora, solo perché colti con le mani nel sacco, arrivano a dire che la refurtiva che stavano vendendo non aveva nessun valore.

Peccato che se non avessi denunciato il misfatto tutto sarebbe rimasto segreto, così come appare singolare che alcuni altri beni previsti nella delibera della Regione siano fuori dal bando. Siccome esistono esempi noti di dirigenti politici della loro area politica che hanno acquistato quei beni sottobanco a quattro lire per poi farne ville a cinque stelle occorre vigilare e non solo.»

«Per quanto mi riguarda farebbero bene a bloccare il bando per manifesta illogicità e per un chiaro tentativo di fare cassa per coprire debiti svendendo il patrimonio minerario. È ovvio – conclude Mauro Pili – che metterò in campo ogni azione per smascherare questa ennesima truffa ai danni della storia mineraria.»

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Quando mancano ormai solo 7 giorni al termine ultimo per la presentazione delle liste per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale, a Carbonia sono in campo ormai da tempo sei candidati alla carica di sindaco e… non c’è traccia del centrodestra.

Dalla vecchia maggioranza di centrosinistra che stravinse le elezioni al primo turno cinque anni fa, eleggendo a sindaco Giuseppe Casti, con il 62,36% dei voti, sono scaturite tre diverse proposte, con la ricandidatura del sindaco uscente e quelle dell’ex sindaco Ugo Bruno Piano e del consigliere uscente Francesco Cicilloni.

Si propongono per la prima volta il Movimento 5 Stelle, con la candidata a sindaco Paola Massidda e il movimento Unidos, fondato dal parlamentare Mauro Pili, che candida a sindaco il giornalista Andrea Corda; scendono in campo tre liste civiche che candidano a sindaco l’avvocato Daniela Garau.

In questo scenario, non c’è traccia della vecchia coalizione di centrodestra, con qualche presenza nelle diverse coalizioni, con candidati inseriti in liste civiche e, in qualche caso, in liste schierate con il centrosinistra.

Non c’è traccia, soprattutto, di Forza Italia. Il 14 marzo, il coordinatore di Forza Italia Giovani per il Sulcis, Roberto Demurtas, lanciò l’idea delle “Gazebarie” anche a Carbonia per scegliere il candidato sindaco della coalizione di centrodestra.

«Il centrodestra non ha ancora trovato il suo candidato unitario – scrisse Roberto Demurtas in una nota stampa -. Attualmente pare sia in corso una riflessione volta all’identificazione di un soggetto politico in grado di identificarsi come alternativa al dualismo venutosi a creare nel centrosinistra.»

«Così come accaduto a Roma, dove il presidente Silvio Berlusconi è sceso in campo recandosi presso i vari gazebo allestiti nella Capitale – aggiunse Roberto Demurtas -, anche per la città di Carbonia chiedo che qualsiasi persona, prima di tutto, venga scelta dai cittadini, diventando così non solo il candidato del centrodestra, ma il candidato di tutti. La voglia di partecipazione dei cittadini di Carbonia nella scelta del futuro candidato sindaco deve essere al primo posto nell’agenda politica del partito o della coalizione che si candida alla guida della città… L’attività politica dei cittadini non può risolversi in un consenso ai candidati scelti dai partiti.»

A distanza di un paio d’ore, a Roberto Demurtas, rispose il consigliere regionale Ignazio Locci, coordinatore di Forza Italia per il Sulcis Iglesiente.

«Ottimo e lodevole richiamo quello del coordinatore dei giovani di Forza Italia del Sulcis, Roberto Demurtas, il quale chiede che, in vista dell’elezione del sindaco e del rinnovo del Consiglio comunale di Carbonia, il candidato a primo cittadino per il centrodestra venga scelto passando per le “gazebarie”, così come accaduto per Roma – disse Ignazio Locci -. Ebbene, faremo esattamente come hanno indicato il presidente Silvio Berlusconi e il coordinatore della Sardegna Ugo Cappellacci: sceglieremo il miglior candidato possibile da presentare al nostro elettorato (se donna, anche meglio), affinché rappresenti non soltanto il centrodestra, ma tutti i cittadini. E naturalmente lo faremo coinvolgendo la popolazione di Carbonia attraverso le “gazebarie”.»

Sono trascorsi 46 giorni, ne mancano solo 7, come già sottolineato, alla presentazione delle liste, ma delle “gazebarie” nessuno ha più parlato e, soprattutto, di liste di Forza Italia e degli altri partiti del centrodestra, non c’è traccia. Ancora una volta, dunque, il centrodestra a Carbonia fa un grande regalo ad un centrosinistra lacerato dalle divisioni interne, nelle quali, viceversa, cercherà di infilarsi il Movimento 5 Stelle, per “espugnare” quella che molti definiscono una delle ultime “roccaforti” rosse, da sempre amministrata dalla Sinistra.

Municipio e via Manno 0

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Questo pomeriggio, la Piazza Anfiteatro, a Carbonia, ha ospitato una manifestazione «contro le lobby che stanno chiudendo il Sulcis», organizzata dal gruppo Unidos che ha il suo leader nel parlamentare Mauro Pili. Nel corso della manifestazione è stata avviata la class action contro le bollette Enel.

Alle 17.30 Luciano La Mantia, leader locale del gruppo Unidos fondato da Mauro Pili, presenta al pubblico di Carbonia presente, il candidato a sindaco Andrea Corda.

Poche parole e lascia il microfono al giovane che con entusiasmo inizia a parlare raccogliendo da subito numerosi consensi.

Uno stralcio del suo discorso…

«Carbonia è una città che perde giovani, il 25% della popolazione è sopra i 60… Carbonia è una città che presenta criticità…

Noi vogliamo dare un segnale di speranza… io non voglio essere un sindaco che sta dentro l’ufficio, voglio stare in mezzo a voi, voglio stare tra la gente!

Forse non lo sapete ma da quest’anno il sindaco di Carbonia sarà anche il presidente della rete urbana e si ritroverà a coordinare 20 comuni… dovrà avere un’ottica sovracomunale…

Io per terminare il mio programma aspetto i vostri suggerimenti…

Io voglio essere un sindaco che salvaguarda questi posti di lavoro… Alcoa, ex Ila, Eurallumina, ma allo stesso tempo voglioproporre qualcosa in alternativa. La città muore, al centro ci sono almeno 27 serrande abbassate…e lo sono perchè tanti lavoratori hanno perso il posto…

Occorre diversificare il settore… Sapete che di tutti i turisti che vengono in Sardegna solo il 2% arriva nel Sulcis Iglesiente…

Dobbiamo imparare a salvaguardare il turismo… non solo quello balneare, ma anche quello architettonico e archeologico…senza parlare poi delle tante terre che qui intorno potrebbero essere coltivate e dar così il via alla filiera corta con un abbattimento dei prezzi dei prodotti che guadagnerebbero anche in qualità…»

Il candidato poi prosegue parlando del centro intermodale, “cattedrale del deserto”, inadeguato e poco attrezzato, senza servizi igienici o box informazioni turistiche e ancora di come si potrebbero proporre al centro parcheggi con disco orario per un ricambio più equo delle automobili.

Quindi conclude il suo discorso ribadendo che il suo programma deve essere concordato e compartecipato con i cittadini «Non vi prometto posti di lavoro ma… ci metterò il cuore!»

Numerosi applausi che lo accompagnano nel lasciar il posto al deputato Mauro Pili.

Anche l’ex sindaco di Iglesias, nato a Carbonia 49 anni fa, precisa che vuole assolutamente che si salvino i posti di lavoro nel polo industriale di Portoscuso… chiede un applauso per gli operai di Ottana, perché «la lotta non è solo per loro ma per tutti. La solidarietà sta nel non chiudere iniziando a costruire qualcosa di nuovo, continuiamo a vivere di indennizzi… ma noi vogliamo essere liberi, senza ricatti e senza condizionamenti. Vogliamo una città che da grigia diventi a colori!»

Affronta poi il problema bollette Enel che hanno sforato e per cui la classe politica non ha fatto niente e passa quindi a rimarcare l’importanza di andare a votare per “le trivelle”.

Facciamo vedere una Sardegna che non china il capo, cerchiamo di reagire… noi andremo in giro a testa alta, con la schiena dritta, a viso aperto per dare un segnale chiaro e per ridare ai cittadini di Carbonia il ruolo da protagonisti… ormai perso da tempo.

La serata si conclude con i saluti e i ringraziamenti di Luciano La Mantia mentre il pubblico si avvicina al banchetto predisposto per raccogliere le adesioni per la “class action”.

Di seguito alcuni scatti della serata…

Nadia Pische

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