22 December, 2024
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Ospedale Santa BarbaraCTO Iglesias copia

Alcune migliaia di persone sono scese in piazza questa mattina a Iglesias, per difendere gli ospedali cittadini e, nello specifico, per contrastare l’accorpamento dei reparti di ostetricia e chirurgia al Sirai di Carbonia, inserito nel piano di riorganizzazione deciso dall’Azienda sanitaria locale n° 7. La mobilitazione popolare è stata massiccia fin dalla partenza, poco prima delle 10.00, davanti al Centro Traumatologico. Il corteo, con tanti giovani, grazie anche a condizioni meteo finalmente favorevoli, si è sviluppato ordinatamente per le strade del centro con bandiere e striscioni.

Alla manifestazione, con i rappresentanti di numerose associazioni ed esponenti locali di diverse forze politiche, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, il parlamentare di Unidos Mauro Pili, il consigliere regionale dell’UDC Gianluigi Rubiu, il leader locale dei Riformatori sardi Roberto Frongia.

Il segnale inviato alla nuova dirigenza della Asl 7 è stato indubbiamente forte, ora sarà interessante verificare come lo accoglierà il commissario straordinario Antonio Onnis, con i suoi più stretti collaboratori, il direttore amministrativo Maria Fannì Pittau e il direttore sanitario Silvio Maggetti.

Il deputato di Unidos Mauro Pili ha presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, a Iglesias, un piano di bonifiche produttive per le quali ha ipotizzato almeno vent’anni di attività. Mauro Pili, ex sindaco della città di Iglesias ed ex presidente della Regione Sardegna, ha detto che bisogna fermare le speculazioni sul patrimonio delle miniere e va avviato un piano pubblico per il rilancio del territorio.

Il piano gestionale dei siti minerari archeologici – secondo Mauro Pili – va realizzato in collaborazione con compagnie aeree low cost e la concessione di una deroga urbanistica per consentire la riconversione e rifunzionalizzazione delle volumetrie minerarie in chiave turistica ed artigianale.

Mauro Pili si è soffermato sull’emergenza Igea, che vede l’occupazione della Galleria Villamarina da parte delle lavoratrici Igea che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati e l’avvio del piano di bonifiche, ed ha detto che una Giunta regionale seria e credibile non avrebbe mai dovuto far sollevare il problema degli stipendi. Il deputato di Unidos ha detto inoltre che, attraverso una modifica della ragione sociale di Igea, sarebbe possibile consentire la gestione del progetto da parte della società regionale. Alle bonifiche andrebbe affiancata una grande campagna di promozione e co-marketing, con uno stanziamento iniziale regionale ed un bando pubblico per una compagnia aerea low cost.

Mauro Pili 06 copia

Mauro Pili copia

«La maggioranza di governo vota contro le risorse per l’alluvione. Dopo 330 giorni il governo non sblocca nemmeno un euro per il disastro che il 18 novembre dello scorso anno ha distrutto mezza Sardegna, provocando 18 vittime e 2700 sfollati. Con un voto palese i rappresentanti della maggioranza, compresi i sardi, componenti della commissione referente del decreto “sblocca affari” hanno votato contro l’emendamento che avevo presentato per svincolare le risorse per l’alluvione dal patto di stabilità. Emendamento sottoscritto prima del voto dal capogruppo dei 5 stelle e da quello di Sel. Si tratta di un comportamento davvero vergognoso, perché continua a manifestare un menefreghismo senza precedenti verso una regione discriminata anche nelle tragedie. La richiesta di svincolare per il 2014 le risorse finanziarie necessarie dal patto di stabilità era quanto di più ragionevole si potesse proporre proprio per utilizzare le risorse che i comuni hanno a disposizione e che invece non possono utilizzare per via del nefasto patto di stabilità.»

Lo scrive Mauro Pili, deputato di Unidos, sul suo profilo facebook.

«Nell’emendamento – aggiunge Mauro Pili – venivano escluse dall’obiettivo 2014 le spese per tutti gli interventi legati all’evento alluvionale del 18 novembre 2013 sia di pertinenza regionale che degli enti locali inseriti nell’apposito elenco dei comuni colpiti. Con un atteggiamento irresponsabile i rappresentanti del Pd, compresa la componente sarda, hanno votato contro. Laconico il parere espresso dalla relatrice e dal governo: “non siamo in condizione di mutare il parere sull’emendamento Pili 42.31, ma di comprendere il problema che si intende sollevare”. Comprendono il problema ma non fanno niente per risolverlo. Non si può certo accampare la scusante della copertura o dell’equilibrio di bilancio visto che scandalosamente il patto di stabilità con il parere favorevole di governo e maggioranza è stato derogato per le royalties provenienti dai petrolieri. Deroga per i soldi del petrolio niente per l’alluvione sarda.»

«Il voto in commissione referente potrebbe essere irrimediabile – sottolinea ancora Mauro Pili -. Se il governo metterà la fiducia sul provvedimento quella discriminazione non sarà modificabile in aula. Ma qualora il governo accettasse il dibattito parlamentare dovrà essere l’intero parlamento a pronunciarsi su una discriminazione così grave verso la Sardegna considerato che in tutta Italia per questo tipo di calamità naturali sono state previste le deroghe al patto di stabilità. E’ semplicemente inaudito che i rappresentanti sardi non solo non abbiano speso una parola a sostegno dell’emendamento ma abbiano persino votato contro. Tutto questo è inaccettabile. I comuni colpiti dall’alluvione sono allo stremo e i cittadini colpiti gravemente non hanno ricevuto ad oggi un solo euro di risarcimento per i devastanti danni subiti. Questo nonostante le passeggiate di ministri e quant’altri che pensavano di lavarsi le mani con qualche promessa a buon mercato. Ad un anno da quella catastrofe le strade sono tutte bloccate così come allora e nessun cantiere appare in previsione. Per questo motivo – conclude Mauro Pili – sin dai prossimi giorni avvieremo una mobilitazione in tutti i comuni colpiti dall’alluvione per denunciare lo stato dei luoghi e le responsabilità di tutto questo.»

Si è conclusa domenica a Cagliari, nella suggestiva location del Ghetto degli Ebrei, la terza edizione di “Dies de Festa”. Due giornate ricche di appuntamenti politici, culturali e musicali. Due giornate di confronto tra gli attivisti di ProgReS e gli ospiti che hanno voluto discutere dei temi più disparati all’insegna della concretezza e della volontà di costruire una reale alternativa di governo per la nazione sarda. Dalle filiere produttive all’innovazione, dall’importanza della storia e della lingua nazionale al ruolo delle mobilitazioni contro le speculazioni e le servitù, dall’opposizione alle scelte del governo Pigliaru al futuro di Sardegna Possibile, tanti sono stati i temi e tanti i contributi scientifici, tecnici e politici che hanno visto la partecipazione di centinaia di persone nel corso dei due giorni della manifestazione.

La festa si è aperta sabato mattina con un confronto sul ruolo del referendum scozzese e di quello catalano nei processi di cambiamento all’interno del contesto europeo. A discuterne sono intervenuti il Politologo Carlo Pala e l’esperta di comunicazione politica Paola Bonesu. Il dibattito di grande interesse è stato rivolto ad analizzare le possibili implicazioni dei processi referendari in corso e ha visto come momento principale l’intervento inviato dal principale partito indipendentista catalano ERC che tramite il suo viceportavoce nel parlamento – Oriol Amoròs- ha portato i saluti alla festa e ha tratteggiato i contorni e le tensioni presenti attualmente in Catalogna per il rifiuto del governo spagnolo di concedere il diritto allo svolgimento del referendum consultivo previsto per novembre. Al dibattito sono intervenuti con dei contributi anche gli attivisti di ProgReS Disterru, con Roberto Carta che ha presentato una sintesi di quanto emerso al convegno organizzato dal partito qualche giorno dopo lo svolgimento del referendum scozzese proprio ad Edimburgo, e il referente di Scida, Andria Pili, che ha presentato la loro positiva esperienza nelle relazioni internazionali con Corsi, Baschi e Irlandesi. Il dibattito, moderato dal responsabile nazionale della formazione di Progres Frantziscu Sanna Carta, si è concluso con un dibattito che ha reso evidente quanto siano importanti le relazioni internazionali e la conoscenza delle situazioni delle altre nazioni senza stato per lavorare ad un progetto comune di Europa dei popoli.

Nel pomeriggio del sabato si sono svolti i dibattiti sulla storia e sulla lingua sarda. Il messaggio emerso dai due dibattiti è stato all’insegna del “fare le cose”.

La prima giornata di dibattiti si è conclusa con l’incontro di politica nazionale, con la moderazione del giornalista dell’Unione Sarda, Giuseppe Meloni. Il tema del confronto aveva come oggetto le prospettive che possono aprirsi tra quei soggetti politici che strategicamente hanno fatto la scelta di non fare alleanze coi blocchi del potere italiano di centrodestra e centrosinistra, ma che una legge elettorale indegna ha tenuto fuori dal consiglio regionale sardo pur essendo stati capaci di raccogliere alle ultime elezioni sarde decine di migliaia di voti. All’incontro si sono confrontati Gianluca Collu Cecchini (segretario Nazionale di ProgReS), Mauro Pili (Unidos), Gianfranco Sollai (Gentes), Cristiano Sabino (Fronte unidu indipendentista) e Bustianu Cumpostu (Sardigna Natziones). È stata ribadita la volontà di dare vita ad una alternativa nazionale di governo in grado di porsi in maniera costruttiva nel panorama politico sardo. Cominciando a lavorare su delle piattaforme dinamiche, aperte alla società sarda, con dei temi comuni al centro del dibattito e già condivisi, come le servitù ad esempio, così da poter cominciare a disegnare scenari futuri possibili.

La serata di festa si è chiusa con il concerto del CarguS Jazz Trio che con la loro musica hanno allietato i presenti e reso ancor più piacevole l’atmosfera di una calda serata d’autunno.

La giornata di domenica ha preso avvio con un dibattito sull’importante tema “Fare impresa in Sardegna”. Si è discusso delle attuali condizioni in cui operano i nostri attori produttivi, sull’innovazione e le start-up e sul ruolo della finanza e del credito nei processi di trasformazione sociale in Sardegna. Gli ospiti del dibattito sono stati Giuseppe Melis, dell’Università di Cagliari, Laura Fois esperta di comunicazione e di innovazione e Giovanni Acquati esperto di finanza etica. Dal dibattito è emersa una forte necessità di politiche serie per l’impresa in grado di supportare nuovo tessuto produttivo e non di soffocare la creatività collettiva. Il partito al termine del dibattito si è impegnato ad attivare un laboratorio che sviluppi contenuti e proposte su questo tema di grande rilevanza per il futuro della nostra nazione.

Prima del pranzo, l’emozionante performance teatrale di Gianluca Medas, Andrea Congia e Carolina Casula.

Nel pomeriggio si è parlato di Ambiente e Territorio e della Marcia della Terra che, partendo da ProgReS ad Arborea nel marzo 2013, ha visto il coinvolgimento di migliaia di sardi e diversi comitati locali. Gli attivisti di ProgReS, Paolo Piras per il comitato “No al Progetto Eleonora” di Arborea, Daniela Concas per “No Trivelle in Sardegna” del Medio Campidano e Tore Tedde per “Non bruciamoci il futuro” di Macomer hanno esposto la situazione attuale dei diversi progetti di servitù energetiche e industriali, delle coseguenze negative in termini economici e di salute per i cittadini e delle prospettive future. È emersa la necessità di una coscienza collettiva sull’utilizzo delle proprie risorse e una politica che faccia gli interessi del territorio. Antonio Meloni, rappresentante del Lab Energia del partito, ha esposto il progetto di ProgReS per una diversa gestione dell’Energia in Sardegna.

A conclusione della festa, prima del saluto finale del segretario nazionale Gianluca Collu Cecchini, si è svolto il dibattito sul “Presente e futuro della comunità politica di Sardegna Possibile”. In rappresentanza di Gentes è intervenuto Fabrizio Palazzari, per Comunidades Valentina Sanna, per il Circolo Chavez Fidelicu Giuntini, mentre a presentare le posizioni di ProgReS era presente Frantziscu Sanna Carta.

E’ stato presentato quanto fatto fino ad oggi e quanto si sta dibattendo all’interno de “sa mesa de SP” tavolo che vede la partecipazione di tutte le componenti e che ha il compito di definire delle proposte per il futuro di questo spazio politico.

E’ emersa chiara la volontà di costrutire uno comunità politica fatta di organizzazioni che mantenendo le loro individualità riescano a dare forma ad uno spazio democratico, innovativo e orizzontale capace di allargarsi per divenire un reale blocco politico alternativo ai partiti italiani, un vero e proprio Blocco Nazionale Sardo.

La festa si è chiusa a tarda notte con il concerto in versione acustica di Ale Diablo, cantante dei sikitikis.

Soddisfatti gli attivisti del partito per la buona riuscita dell’evento e per le positive relazioni emerse dai dibattiti e dai confronti politici. Una festa sobria all’insegna dei contenuti, del buon cibo e della musica e degli spettacoli di qualità. Una festa a partire dalla quale si può guardare al futuro con una consapevolezza nuova: quella di essere sulla buona strada per dare forma in Sardegna ad un’alternativa di governo per le nostre comunità e per la nostra Nazione.

A atros annos e fintzas a sa Repùblica.

Foto dal post di Mauro Pili II di facebook

Foto dal post di Mauro Pili II di facebook - 2

Mauro Pili 06 copia

Nuova denuncia del deputato Mauro Pili (Unidos) sul suo profilo facebook Mauro Pili II: «In gran segreto a Teulada si costruisce la pista per i droni. Sono stati avviati nelle ultime ore i lavori per costruire la mega pista. Nessuna autorizzazione e silenzio assoluto sulle procedure». «Sperimentateli nelle colline toscane di Renzi e compagnia», aggiunge Mauro Pili, che ha annunciato un’interrogazione urgente alla Camera e ieri ha pubblicato sul suo profilo Facebook le foto (che pubblichiamo) di enormi cumuli di inerti dentro la base militare di Teulada e lo schema grafico del progetto che si sta realizzando..

«A bombardare Teulada – ha scritto Mauro Pili sul suo profilo Facebook – non saranno più solo i carri armati, le navi e gli elicotteri. Tra non molto nel poligono decolleranno i droni militari. Aerei sperimentali sofisticatissimi, senza pilota, capaci di guerre aeree efferate senza l’ausilio di piloti ma tutto attraverso lo schermo di un video game. Il ministero della Difesa mostra l’arroganza di chi non ha più nessun argine e non solo non chiude le basi militari ma raddoppia senza pudore. In queste ore dentro il poligono di Teulada è iniziata la costruzione di un vero e proprio aeroporto per il decollo dei droni militari di ultima generazione. Decine di camion da 72 ore scaricano dentro la base migliaia di metri cubi di sterile, accumulati in prossimità dell’area individuata per realizzare una rampa per il decollo e l’atterraggio dei velivoli senza pilota, i droni. Vere e proprie montagne di sterili, non si conosce la provenienza, sono ormai dentro la base e da qualche ora è iniziata la movimentazione del materiale che dovrà servire per realizzare la struttura portante della rampa. La quantità così rilevante di materiale lascia comprendere che i vertici militari abbiano optato per l’utilizzo dell’area di atterraggio degli elicotteri per realizzare una grande rampa di lancio, cioè un sistema cosiddetto “a catapulta” per questi velivoli ormai sempre più utilizzati per le attività militari. Una pista con oltre un ettaro di nuova superficie destinata a base operativa per i droni. Si tratta di un progetto senza alcuna autorizzazione edilizia, urbanistica, paesaggistica, di sicurezza e soprattutto in totale dispregio di quanto sta avvenendo in Sardegna sulle basi militari. Un ministero della Difesa che considera la Regione un suppellettile da ignorare sotto ogni punto di vista. Sia il Ministro della Difesa che i vertici militari hanno detto più volte che avrebbero voluto trattare una nuova intesa. Tutto falso e comunque smentito dai fatti. E’ di una gravità inaudita che nonostante la mancata firma dell’accordo la Difesa decisa di realizzare a Teulada una struttura invasiva non solo l’impatto sull’area ma anche e soprattutto per il tipo di velivolo che si intende sperimentare proprio in Sardegna. Per quale motivo non lo sperimentano nelle colline toscane? O nella val padana? E’ evidente che si vuole ancora una volta pensare alla Sardegna in termini di terra di nessuno dove poter fare di tutto e di più senza alcun tipo di controllo. Tutto questo deve essere impedito.»

«Accettare ulteriori pesantissimi aggravi nel territorio di Teulada – ha aggiunto Mauro Pili – significa mortificare ulteriormente quel territorio ignorando la grande mobilitazione dei sardi e il parere del CoMiPa che aveva più volte negato l’autorizzazione a nuovi insediamenti militari. Un uso sempre più indiscriminato del territorio a questo punto alla mercè anche di mezzi senza ausilio di uomini. Non è dato sapersi quali saranno le nazioni che utilizzeranno quella rampa ma sono diverse quelle che hanno messo a punto i micidiali droni a partire dal prototipo top-secret del drone inglese da guerra senza pilota “Taranis”, che ha recentemente completato la seconda serie di prove di volo in una località segreta. Un progetto anglo-francese noto come Future Combat Air System(FCAS) che potrebbe essere destinato a sperimentazioni in ambito Nato con l’obiettivo di sviluppare un nuovo drone da combattimento. Il drone ha dimostrato la sua capacità di rullare autonomamente verso la pista per il decollo, decollare e volare sino alla zona di destinazione, individuare un bersaglio e ritornare alla base. Tutto questo sulla testa dei sardi e della Sardegna senza che nessuno dica niente e con una regione inesistente che lascia fare il Ministero della Difesa.Una regione succube e incapace di qualsiasi reazione.»

Sabato 11 e domenica 12 ottobre tornano per la terza edizione le #Dies de Festa di #ProgReS Progetu Repùblica, che quest’anno si svolgeranno al Ghetto (via Santa Croce 18) a Cagliari. Il titolo dell’edizione 2014 “Contos de indipendèntzias” raccoglie il senso della manifestazione, che a fianco ai dibattiti culturali, politici e storici sul percorso indipendentista in Sardegna avrà uno sguardo attento alle altre nazioni europee, come Catalogna e Scozia, e al loro percorso di autodeterminazione.

I temi trattati quest’anno spaziano dai nuovi modelli economici per le comunità della Sardegna all’analisi dei referendum indipendentisti in Scozia ed in Catalogna (ci sarà spazio anche per un saluto di un rappresentate di ERC, partito indipendentista catalano impegnato in prima persona nel percorso referendario), dall’introduzione della storia e lingua nazionale nelle scuole e nella pubblica amministrazione alle battaglie in difesa dei nostri territori dalle speculazioni energetiche, militari ed ambientali.
I momenti politici clou saranno sabato 11, alle ore 18.30, con un incontro dedicato alle strategie ed agli scenari per la costruzione di un’alternativa all’attuale governo di dipendenza, con gli interventi del segretario nazionale di #ProgReS Gianluca Collu, Bastianu Cumpostu, Mauro Pili, Cristiano Sabino e Gianfranco Sollai.

L’incontro finale di domenica 12, a partire dalle 19:00,  presenterà il lavoro portato avanti da Sardegna Possibile, coalizione che con Michela Murgia candidata alla presidenza aveva raccolto più del 10% alle ultime elezioni nazionali. Saranno presenti i rappresentanti delle forze che compongono Sardegna Possibile e verranno esplicitati i temi e le strategie presenti e future della comunità politica.

Oltre ai dibattiti ed alle conferenze, ci saranno momenti artistici con concerti in acustico (il sabato il cargus jazz trio e la domenica il cantante dei #Sikitikis Diablo in versione acustica) e rappresentazioni teatrali (a cura di Gianluca Medas), momenti conviviali e di relax accompagnati da cibo e bevande a km 0.
Sarà possibile aderire al partito e acquistare il merchandising mentre gli eventi più significativi verranno trasmessi in diretta streaming su #ProgresTV.

 sabatodomenica

Nuove polemiche sulle servitù militari, dopo l’incendio scatenatosi ieri all’interno della base militare di #Teulada, nel corso di un’esercitazione.
Il deputato di #Unidos Mauro Pili ha pubblicato un’ampia documentazione fotografica dell’incendio nel suo profilo facebook (dal quale è tratta la fotografia allegata).
«A fuoco la penisola interdetta – denuncia Mauro Pili – cancellate tutte le prove del disastro. Incendio ancora in corso di dimensioni imponenti nella stessa area dove avevano dichiarato di aver avviato le bonifiche. Tutto falso. Oggi l’area è stata bombardata e le fiamme hanno fatto il resto. Uno scandalo senza precedenti. Alla faccia della Magistratura, dei sardi, dell’opinione pubblica. E alla faccia di quegli incapaci della Regione che consentono tutto questo.»
«Durante un’esercitazione militare con l’uso di elicotteri nel poligono di Capo Teulada, intorno alle 18,30 è divampato un incendio – conferma la Giunta regionale in un comunicato stampa -. Le fiamme sarebbero state circoscritte nell’area interdetta soggetta a raccolta di campioni per la predisposizione delle bonifiche o in una delle aree contigue. Il Corpo forestale della Regione non è potuto intervenire a causa della pericolosità di un’eventuale operazione a terra nella zona e, soprattutto, per l’impossibilità di levarsi in volo degli elicotteri antincendio nelle ore successive al tramonto. Secondo quanto si apprende dai vertici del poligono, il rogo sarebbe stato spento in seguito all’intervento di un elicottero dell’Esercito attrezzato per il volo notturno.»
«Inutile aggiungere un commento – dice l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano – la posizione della Giunta sulle servitù militari e in particolare su questo tipo di incidenti è chiara e nota a tutti.»
Incendio nel poligono militare

 

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Il generale Manlio Scopigno abbraccia il colonnello Corrado Carlini.

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Il generale Manlio Scopigno.

Il colonnello Corrado Carlini.

Le recenti polemiche sulla presenza militare in Sardegna, con le rivendicazioni avanzate da una parte, dal presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, che nel corso della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari ha sostenuto che «in un mondo in cui tutto cambia e si trasforma, solo la dimensione delle servitù militari della Sardegna rimane immutata. Ora è tempo di cambiare», dall’altra dai movimenti che storicamente si battono per la riduzione del peso delle servitù e, da qualche tempo, dal deputato di Unidos Mauro Pili, ex presidente della Regione, che sta portando avanti una durissima battaglia contro le servitù militari, sono state al centro dell’intervento del comandante della “Brigata Sassari”, generale Manlio Scopigno, stamane a Teulada, nel corso della cerimonia del cambio del comandante del #3° Reggimento Bersaglieri della “Brigata Sassari”.

Sottolineando il ruolo della “Brigata Sassari”, il generale Scopigno s’è detto preoccupato per il clima pesante che si vive da qualche tempo in Sardegna, creato soprattutto da certi politici che non sono mossi nella loro azione dalla volontà di fare il bene dei sardi e della Sardegna, ma da secondi fini. Il comandante della “Brigata Sassari” ha aggiunto che, qualora si arrivasse ad un ridimensionamento della presenza militare, si correrebbe il rischio di pregiudicare l’addestramento del #3° Reggimento Bersaglieri, sottolineando ancora di non voler neppure pensare a cosa accadrebbe nel caso si giungesse addirittura alla chiusura del poligono, rimarcando che il trasferimento del 3° Reggimento in altre sedi, che secondo alcuni sarebbe possibile, comporterebbe disagi enormi, difficilmente superabili sia per i militari sia per i loro familiari. Il generale Scopigno ha invitato tutti a difendere il patrimonio rappresentato dal poligono di Teulada e dal #3° Reggimento Bersaglieri, che con il 1° Reggimento Corazzato, rappresentano un’importantissima realtà economica per il territorio.

Il colonnello Corrado Carlini, al termine della cerimonia, ha detto di condividere le parole del generale Scopigno, sottolineando anche lui l’importanza del poligono per l’addestramento dei militari. A precisa domanda, sulla reale necessità di tutti gli oltre 7.000 ettari per lo svolgimento delle esercitazioni, Corrado Carlini, ha risposto di sì e che anzi ne servirebbero anche di più. I problemi – ha aggiunto – vanno affrontati con il dialogo, probabilmente si potrebbe modificare qualcosa, ma per arrivare a dei risultati non è la strada dello scontro quella giusta. Si è in forte ritardo, se si fosse iniziato a dialogare tempo fa, oggi si sarebbe già arrivati a conclusioni soddisfacenti per tutti. Ora bisogna cercare di recuperare il tempo perduto. Non bisogna mai dimenticare – ha concluso Corrado Carlini – che il poligono è fonte di sostegno economico per oltre 1.500 famiglie.

 

Bonifiche a Teulada 1 Bonifiche a Teulada 2Le dune 2Porto Zafferano 2 copia

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Le #Forze Armate, dallo scorso 25 agosto, hanno avviato nel poligono di #Capo Teulada, su richiesta dalla Procura di Cagliari, che sul poligono ha aperto un’inchiesta per sospetto inquinamento ambientale, un Piano d’intervento, condiviso con gli organi di supporto della  magistratura e, in particolare, con #ARPAS, #ISPRA, #ASL e #NOE.
Il Piano, alla cui attuazione lavorano 80 militari, ha previsto dapprima l’apertura di corridoi nella zona attualmente interdetta del poligono, allo scopo di consentire il campionamento del terreno; successivamente, sono iniziate le vere e proprie attività di bonifica degli ordigni inesplosi e la rimozione dei residuati metallici. Per tale compito è stata predisposta una “Task Force” sulla base del #5° Reggimento Genio di Macomer (NU), che dispone dei mezzi specialistici necessari allo scopo, con il concorso di una squadra di tecnici del #7° Reggimento di Difesa NBC di Civitavecchia, cui spetta il prelevamento dei campioni di terreno ed il loro trasporto presso gli Enti deputati all’esame.

Ieri l’Esercito ha illustrato alla stampa gli interventi svolti fino a oggi dagli uomini del quinto Reggimento guastatori di Macomer, dalla pianificazione dell’attività alla prima parte della bonifica. La penisola interessata è divisa in 7 zone e 45 aree più piccole, dei quadrati tracciati per far muovere prima i guastatori, poi artificieri e militari del Nucleo Nbc che si occupano di rilevare la presenza di agenti inquinanti. Una volta concluso il primo step, verranno effettuati i campionamenti del terreno da analizzare su richiesta della Procura di Cagliari. Fino ad oggi i guastatori hanno “rastrellato” 350 metri quadrati di terreno nella prima zona, nel lembo di terra iniziale che conduce alla penisola di Capo Teulada dove si trova l’area interdetta, in cui sono state utilizzate munizioni dotate di materiale esplodente, dove è possibile la presenza di ordigni inesplosi ma, come ha confermato il colonnello Sandro Branca, fino ad alcuni giorni fa comandante del poligono, non è stato utilizzato munizionamento contenente uranio impoverito. Il colonnello Branca ha inoltre assicurato che i nuraghi non sono inseriti nella campana di sgombero, l’area nella quale vengono effettuate le esercitazioni con munizionamento e sparati i colpi, rispondendo in questo modo alla polemica sollevata dal deputato di Unidos Mauro Pili, con la pubblicazione di fotografie e video dei siti archeologici che sarebbero stati “bombardati”.

Il dibattito sulle servitù militari si fa ogni giorno più acceso. Il #ministro della Difesa, Roberta Pinotti, due giorni fa, nel corso del #question time, rispondendo ad un’interrogazione del parlamentare del Movimento Cinque Roberto Cotti, ha aperto alla possibilità di una riduzione dell’impatto delle servitù militari in alcune aree, tra le quali Teulada, ma ha ribadito che lo svolgimento delle esercitazioni è indispensabile ed ha rimarcato il fatto che lo Stato spende 20 milioni di euro per il pagamento degli indennizzi, destinati soprattutto ai pastori e ai pescatori sardi. E proprio i pescatori non perdono occasione per ribadire che loro non vogliono assolutamente la dismissione del poligono di Teulada e sottolineano che il giorno in cui dovesse venire a mancare il sostegno finanziario assicurato dall’Esercito, un’importante fetta di economia andrebbe in crisi, senza alcuna possibilità di riconversione.

Nelle fotografie, l’avvio delle bonifiche, il colonnello Sandro Branca, le dune, Cala Alegusta, Porto Cogorosu e Porto Zafferano.

Mauro Pili 06 copia

Nuova denuncia del deputato di Unidos Mauro Pili, sulla situazione esistente all’interno della base militare di Teulada. Nel corso di una conferenza stampa, l’ex presidente della Regione ha presentato la “devastazione ambientale ed archeologica” con fotografie e video.

«Non pensavo che la situazione a Teulada fosse così grave – ha denunciato Mauro Pili –  così diametralmente opposta a come è stata descritta dall’azione di propaganda del ministero della Difesa. Non pensavo assolutamente che ci fosse una devastazione a tal punto da non poter consentire a nessuno di accedere a determinate aree. Nelle immagini che abbiamo presentato qualche mese fa di Punta Tonnara – ha aggiunto Mauro Pili – dei missili incastonati che allora mostrai, aprendo il varco e facendo cadere l’omertà su quell’area, in realtà su quella penisola è vietato da decenni l’accesso a chiunque, perché non c’è stato nessun tipo di bonifica, in cinquant’anni non è stato tolto un missile.»

«Nel nuraghe Maxinas, che ha dimensioni pari a quello di Barumini – ha sottolineato ancora il deputato di Unidos – le ruspe hanno totalmente spianato la parte circostante al primo corpo, devastato. Su un villaggio nuragico come quello di Barumini, a Teulada, è stato fatto un parcheggio.»

«Non esistono bonifiche, è un falso di Stato aver detto che sono iniziate le bonifiche – ha concluso Mauro Pili -. L’unico punto bonificato, delle dimensioni di un metro per un metro e mezzo, opera del Reggimento difesa Nucleare Biologica e Chimica (NBC), è l’accesso all’area interdetta dove ci sono migliaia di missili, moltissimi dei quali non esplosi.»