14 November, 2024
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Si svolgerà domani, sabato 16 novembre, dalle ore 8.30, a Cagliari, presso l’Auditorium Antigori del Palazzo CIS in viale Bonaria, il convegno dal titolo “Il ritmo del pensiero percettivo: “Musicoterapia” nell’approccio medico riabilitativo”.

La giornata di studio è organizzata dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER), l’Istituto Europeo per la Ricerca la Formazione e l’Orientamento Professionale di Eccellenza per disabili ed emarginati (IERFOP), la Comunità Mondiale della Longevità (CmdL) con la collaborazione della Fondazione di Sardegna.

Il programma prevede la partecipazione di esperti e ricercatori a livello internazionale e sarà inaugurato dal presidente SIMFER, Mauro Piria e dal presidente IERFOP Onlus e CMdL Roberto Pili. Al convegno interverrà anche il presidente nazionale dell’Unione Ciechi d’Europa, Bachisio Zolo.

Alla conclusione dei lavori è prevista una performance musicale eseguita da strumentisti non vendenti e l’orchestra degli allievi della Scuola Secondaria 1° grado “Leonardo Alagon” di Oristano.

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La disabilità non può essere omologata: si deve mettere al centro il paziente e non il risparmio economico. Ne sono convinti i rappresentanti della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa) e della Fioto (Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche), sentiti stasera in audizione dalla commissione Attività produttive, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) e la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc), riunite in seduta congiunta. Nel corso dell’incontro Giovanni Moi, tecnico ortopedico e presidente regionale della Fioto, ha spiegato ai commissari che nel 2016 è stata fatta dall’Ats una gara d’appalto per l’acquisto di ausili ortopedici, che ha privilegiato il risparmio e ha creato grossi problemi ai pazienti. Non solo, questa decisione dell’Ats ha portato alla chiusura di tante piccole officine ortopediche sarde, che creavano una rete capillare sul territorio e che sono passate da 48 nel 2016 a 17 nel 2019.

I medici del Simfer, Raffaella Gaeta e Mauro Piria, assieme a Giovanni Moi hanno chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico permanente che definisca le modalità di erogazione dei dispositivi medici ed elabori un Nomenclatore tariffario regionale «secondo un “Accordo quadro”, previsto dal codice degli appalti, all’art 54 del 50/2016 e successive modifiche, tra gli operatori economici regionali accreditati secondo le disposizioni concordate per l’accreditamento tra gli stessi operatori economici regionali».

Un tavolo tecnico che consenta di dare nuova vita alle officine ortopediche della Sardegna e che metta al centro il paziente, senza cercare di omologare le disabilità. Ogni malattia, ogni disagio, ogni paziente è diverso dagli altri e necessita di un’attenzione e una presa in carico che sia in grado di migliorare la sua qualità di vita.

«Il rapporto che si instaura tra tecnico ortopedico e paziente – ha spiegato il presidente Gallus – è un rapporto speciale e personale. Ritengo quindi che non si possa procedere con un appalto unico, ma che sia importante privilegiare il rapporto che si crea tra portatore di disabilità e tecnico.»

Domenico Gallus, parlando a nome della commissione Sanità, ha garantito la massima attenzione alle richieste portate davanti ai parlamentini, sottolineando che «l’obiettivo è di arrivare a una sanità che dia priorità alla qualità delle prestazioni e alla qualità di vita da garantire ai pazienti. Non è giustificabile – ha concluso – sacrificare sull’altare di un presunto risparmio la qualità di vita di persone già di per sé svantaggiate».

D’accordo anche il presidente Piero Maieli, il quale ha garantito la massima attenzione da parte della commissione Attività produttive e ha chiesto agli auditi la loro collaborazione per trovare insieme azioni e provvedimenti legislativi capaci di rendere di nuovo capillare la presenza delle officine ortopediche nelle diverse aree della Sardegna.

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Che rapporto c’è tra una sempre più efficace ricerca tecnologica ed il mondo della disabilità? E ancora che importanza rivestono come elementi di inclusione e di promozione alla partecipazione sociale dei disabili le più moderne psico-tecnologie di assistenza e gli ausili?

Questi importanti interrogativi sono stati al centro dell’incontro di studio dal titolo “Psico-Tecnologie Assistive e supportive per le persone con disabilità sensoriali” che si è svolto lunedì 15 luglio a Cagliari presso la sede centrale dell’Istituto Europeo di Ricerca, Formazione ed Orientamento Professionale (IERFOP).

L’incontro che segna di fatto l’avvio del polo di ricerca denominato “Psycho-Tecno” è stato organizzato in collaborazione con Alessandro Spano, professore Associato di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Cagliari, con il gruppo di ricerca della Comunità Mondiale della Longevità, con Mauro Piria segretario della SIMFER Sardegna, Donatella Petretto esperta ricercatrice nel campo della psicologia della disabilita e numerosi docenti e ricercatori dell’ateneo cagliaritano.

«IERFOP si pone come fulcro e stimolo di un importante polo di ricerca finalizzato alla realizzazione di strumenti che impattino le disabilità sensoriali in tutte le età – dichiara il presidente Roberto Pili – inoltre ci proponiamo di affinare ed umanizzare la tecnologia che continuamente viene sviluppata dalla ricerca e proposta dall’industria. E’ di primaria importanza promuovere lo sviluppo di conoscenze nel campo delle tecnologie assistive, secondo un approccio che metta al centro la persona con disabilità, i suoi obiettivi e che ne garantisca la reale fruibilità e l’efficacia nel promuovere l’autonomia, la partecipazione e l’inclusione. Riteniamo che coniugare le istanze psicologiche, mediche con la moderna tecnologia possa contribuire a definire personalità adattative in grado di avvalersi dei presidi riabilitanti sempre più perfezionati.»

Un primo step, la nascita di questo nuovo polo di ricerca multidisciplinare, che possa consentire di porre sempre più i ritrovati della tecnica al servizio delle persone.

«Le moderne tecnologie oggi disponibili rappresentano una grande opportunità – dichiara Alessandro Spano – Grazie ad esse sarà possibile aumentare il livello di autonomia dei disabili sia nella loro vita quotidiana, sia per un loro più proficuo inserimento nel mondo del lavoro. Queste infatti, consentono di far emergere le abilità di ogni individuo. In senso lato, possiamo ipotizzare che le tecnologie modificheranno profondamente il concetto stesso di disabilità. Le nuove tecnologie, inoltre, sono caratterizzate da cambiamenti repentini e profondi che rendono, oggi, quasi inimmaginabili le loro potenzialità.»

La tavola rotonda coordinata dal presidente di IERFOP Onlus, Roberto Pili, ha segnato il primo passo di una nuova linea di ricerca di  psicologia applicata e sancisce a tutti gli effetti l’entrata nel vivo dell’agenda di ricerca dell’ente.

«Attraverso questa iniziativa – specifica Bachisio Zolo, Direttore dell’attività didattica e formativa – si completa la mission di IERFOP che fa della ricerca delle tecnologie assistive ed inclusive a favore dei disabili in tutte le fasi della vita uno dei suoi scopi più importanti.»

Alla tavola rotonda a cui hanno partecipato tra gli altri Ignazio Argiolas, Giancarlo Pusceddu, Alessandro Melillo, Federica Caria, Anna Di Martino è stata annunciata l’istituzione da parte di  IERFOP e CmdL di una serie di borse di studio per ricercatori ipovedenti e/o con ipoacusia.

«La società scientifica SIMFER Sardegna dei medici specialisti in fisiatria – annuncia il Mauro Piria – collaborerà in pieno al progetto portando tutta la competenza e l’esperienza di coloro che quotidianamente si confrontano con la disabilita e certificano l’appropriatezza degli ausili tecnologici.»

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Dopo essere stato presentato in più occasioni nel corso dello scorso anno, ora il libro dal titolo “Casa Campidanese – Luogo elettivo per l’invecchiamento attivo in Sardegna” approda davanti al grande pubblico televisivo del programma culturale di Rai 3 Geo & Geo.

Per l’occasione della puntata in onda lunedì 15 gennaio 2018, i conduttori del programma televisivo Sveva Sagramola e Emanuele Biggi hanno invitato presso gli studi Rai di Roma Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità.

Nel corso del programma Roberto Pili illustrerà il contenuto del libro scritto a sei mani con Ignazio Argiolas (docente del Centro Federale di Firenze Coverciano) e Mauro Piria (segretario regionale e consigliere nazionale della Società Scientifica Italiana di Medicina e Fisica Riabilitativa SIMFER).

Nel volume, dedicato al sardo Valerio Piroddi scomparso nel 2017 all’età di 112 anni, gli autori sintetizzano alcune loro esperienze professionali e di ricerca sul tema del rapporto tra benessere, invecchiamento e attività fisica. Nel testo si riassume un vero e proprio progetto di salute che rientra tra gli impegni della Comunità Mondiale della Longevità. Si tratta, a tutti gli effetti, di un cambiamento concreto dello stile di vita di un gruppo di anziani sardi, altrimenti votati all’iposedentarismo.

«Il percorso salutistico praticato nella Casa Campidanese, la Domus Sarda per eccellenza dove è andata maturando nei secoli l’originale Arte di Vivere  a Lungo e in Salute che ha fatto dei Sardi uno dei popoli più longevi al mondo – sottolinea Roberto Pili – ha  l’ambizione di indicare un modello di estetica della vita attiva capace di contrastare l’invecchiamento patologico e presentare l’anziano come risorsa.»

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Come prepararsi ad affrontare l’emergenza sanitaria del futuro? A questo e altri quesiti cercherà di dare risposte il convegno organizzato da Simfer Sardegna, Comunità Mondiale della Longevità e l’equipe medica delle Antiche Terme di Sardara. in programma sabato 18 novembre a Sardara, a partire dalle 8,40, nella sala conferenze Antiche Terme.

Il focus é sull’invecchiamento, con un’integrazione tra le possibili problematiche di salute e la promozione del benessere. Sono tre le sessioni: Senilità, cronicità, complessità; un incontro – laboratorio per la gestione della disabilità’; invecchiamento attivo come sfida della transizione demografica mondiale. Esperti di riconosciuta fama  confronteranno  conoscenze e esperienze italiane e sarde in particolar modo e quelle bielorusse.

Sarà ospite, infatti, una delegazione bielorussa guidata dal ricercatore Siarghei Gromada. Di particolare rilevanza la tavola rotonda “Politiche attive e buone prassi istituzionali: confronto Italia-Bielorussia”, prevista nel pomeriggio, con la presenza tra gli altri Luigi Arru, assessore regionale alla Sanità. Roberto Pili, presidente della Comunità mondiale della longevità Roberto Pili, Giuseppe Carboni, console onorario in Sardegna della Repubblica di Bielorussia, Mauro Piria, presidente della Simfer Sardegna, Antonello Loi, direttore sanitario delle Terme di Sardara, Siarghei Gromada vice direttore per i servizi sanitari dell’Istituto statale «Yunost» della Repubblica di Belarus.Il convegno di Sardara sarà occasione per fare il punto sullo stato dell’arte sulla medicina anti-aging,sulla riabilitazione termale  con un focus sulla centralità della persona e su concetti come benessere, salute e qualità di vita. «L’aumento della durata della vita è una delle conquiste più importanti della nostra epoca, ma è allo stesso tempo una delle maggiori sfide per i sistemi socio-sanitari che sta interessando via via tutti i paesi del mondo – sottolinea Roberto Pili – ci confronteremo con l’esperienza di un paese, come la Bielorussia, che sta scoprendo le problematiche dell’invecchiamento e che può vantare un’organizzazione di 316 strutture sanitarie, dove i percorsi di promozione della salute riescono ad attrarre un rilevante turismo sanitario».

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Dalle Case Campidanesi alle Masserie Lombarde, eletti luoghi ideali per un invecchiamento sano. Approda nei territori del Lago Maggiore il progetto “Casa Campidanese”, un vero e proprio percorso salutistico capace di indicare un modello di estetica della vita sana ideato dal team scientifico della Comunità Mondiale della Longevità guidata da Roberto Pili.

Il metodo rivoluzionario, nato e sperimentato con successo in Sardegna, terra di centenari che strizza l’occhio a tradizione e sostenibilità si ripropone di realizzare all’interno di questi edifici rurali trasformati in “case-laboratorio” un programma capace di abbinare alle attività motorie i momenti legati alla tradizionale vita nei campi e persino alla quotidianità delle faccende domestiche.

L’ abitazione dunque come luogo idoneo a mettere in pratica uno stile di vita salutare in grado di mantenere ben distanti malattie e disabilità e dove sviluppare relazioni e socialità. Il tutto in perfetta sintonia con la filosofia dell’ invecchiamento ‘Dinamico Evolutivo’ promosso dalla Comunità della Longevità.

«E’ nostra intenzione – dichiara il presidente della Comunità Mondiale della Longevità, Roberto Pili – realizzare una parte dello studio pilota del progetto “Born to move Nati per muoversi’ nel Comune di Ranco, (Varese) ridente centro sul Lago Maggiore, del Comprensorio dei Sette Laghi.»

Nel piccolo comune lombardo che può contare di 270 ultrasettantenni su una popolazione di 1.700 abitanti, infatti, a fine ottobre nel corso della conferenza “Casa Campidanese – I luoghi elettivi per l’invecchiamento attivo”, organizzata dalla “Comunità Mondiale della Longevità”, in collaborazione con Medicina Sociale, la Fondazione di Sardegna, Etramovimento e con il patrocinio del Municipio di Ranco, è stato presentato in tutti i particolari il progetto.

La conferenza è stata la prima di una serie di iniziative che vedranno impegnato il gruppo di lavoro della Comunità Mondiale della Longevità anche nel Comprensorio dei Sette Laghi.

«Abbiamo aperto una sessione di studio della popolazione di Ranco e di altri 13 comuni del comprensorio – afferma Roberto Pili – e se dovessero essere confermati i dati demografici che vedono la straordinaria quota di anziani in buona salute favorita da una eccellente qualità della vita questi centri avrebbero le carte in regola per essere ammessi nella “Cintura dei Comuni della Longevità”, partenariato nato nel 2015 allo scopo di riunire realtà amministrative sensibili e impegnate sul fronte della promozione dell’invecchiamento sano ed attivo.»

Durante la conferenza, Roberto Pili ha presentato il modello di approccio biopsicosociale in tema della promozione dell’invecchiamento sano ed attivo denominato Dinamico Evolutivo e il progetto “Casa Campidanese” che si delinea come un vero e proprio percorso salutistico capace di indicare un modello di estetica della vita sana utile a contrastare l’invecchiamento patologico e presentare l’anziano come risorsa.

«Questo progetto salutistico che rientra tra gli impegni della Comunità Mondiale della Longevità – sottolinea il presidente del centro di ricerca sardo – è una modificazione concreta dello stile di vita di un gruppo di anziani sardi, altrimenti votati all’obesità e all’iposedentarismo, che rappresentano i fattori che più contribuiscono allo sviluppo dell’invecchiamento patologico,di malattie croniche e tumori che rappresenteranno la vera piaga sociale delle popolazioni del III millennio.»

La conferenza è stata anche l’occasione per presentare, il libro “Casa Campidanese – Luogo elettivo per l’invecchiamento attivo in Sardegna” scritto da Roberto Pili, Ignazio Argiolas e Mauro Piria in cui sono riassunte le ricerche e esperienze professionali sul tema del rapporto tra benessere, invecchiamento ed attività fisica.