27 December, 2024
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Questa mattina, nell’aula magna “Alberto Boscolo” – Cittadella universitaria, Monserrato – si è aperto Unistem Day 2016. La giornata, coordinata dalle professoresse dell’ateneo di Cagliari, Micaela Morelli (prorettore per la Ricerca), Roberta Vanni e Iole Tomassini Barbarossa, ha avuto per cornice “Il lungo e affascinante viaggio della ricerca sulle cellule staminali”. Un percorso promosso dalla senatrice e scienziata Elena Cattaneo.

Brian Sacchetti, Joe Alexander, Giacomo Devecchi, Lorenzo D’Ercole, Matteo Formenti e Jarvis Varnado, il preparatore atletico Matteo Boccolini, accompagnati dal presidente Stefano Sardara («Il contatto con i giovani è sempre proficuo, la nostra mission è legata al territorio e alle future generazioni») sono stati accolti con un lungo applauso dai 500 studenti dei licei e degli istituti Brotzu, Motzo e Levi di Quartu Sant’Elena, Tommaseo, Euclide, Michelangelo, Buccari-Marconi e Da Vinci-Besta di Cagliari, Pitagora di Selargius, Piga di Villacidro, Giua di Assemini e Bacaredda di Capoterra. A seguire, domande su campionato e classifica («ci attendono otto finali, stiamo lavorando duro» rassicura capitan Devecchi), selfie, autografi e merenda collettiva. All’ottava edizione dell’Unistem Day 2016 hanno preso parte 30 città, 35 atenei italiani e 28 europei, 400 relatori e 27mila studenti. Per la prima volta Serbia, Polonia, Germania e Danimarca con Italia, Spagna, Regno Unito e Svezia. L’evento ha avuto il supporto della Fondazione Banco di Sardegna ed è stato trasmesso in streaming (www.unica.it).

Un filmato con un messaggio chiave («Forti nel ponderare, fermi nel criticare, indisponibili a mentire, sempre») sulle note di “Imagine” di John Lennon, ha aperto la Giornata. Il videocollegamento e i saluti con le scolaresche riunite nelle università di Bonn e Udine per aperitivo di una mattinata ricca di spunti e riflessioni, non solo scientifiche e accademiche. «La cultura apre la mente, studiate o sarete schiavi. La scienza aiuta a capire il mondo, solo studidando si è liberi di valutare e scegliere. Da cinque anni partecipiamo a Unistem, con un precetto: le informazioni scientifiche corrette sono utili per giudicare, crescere, migliorarsi» l’incipit di Micaela Morelli. «Sapete che lo studio rallenta la demenza. Sapete che studiare è rivoluzionario. Sapete che circolano tante dicerie sull’inutilità della laurea: ebbene, vi dico che se vi laureate avrete più possibilità di cullare i vostri sogni, di trovare un lavoro, di scegliere quel che volete fare. In Sardegna, diceva il mio maestro Gian Luigi Gessa, non abbiamo materie prime, ma abbiamo il cervello: usiamolo ed esercitiamolo» ha precisato Maria Del Zompo. Il rettore ha accelerato: «Dove non si vuole o non c’è la libertà, bruciano i libri, bloccano la ricerca, chiudono le scuole. Applicatevi e troverete la vostra strada. Iscriversi all’Università è vincente. Vi aspetto». Alla Giornata Unistem, su ricerca, cellule staminali e vaccini, sono intervenuti gli specialisti e docenti Valeria Sogos, Carlo Carcassi, Alessandra Pani, Aldo Manzin, Giuseppe Masnata, Erminia Stocchino, Alessandra Pani e Maria Elena Marongiu. In chiusura, quiz e premi per gli studenti.

Stefano Sardara 33 copia

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Scudetto Dinamo 6

Venerdì 11 marzo, dalle 9.00 alle 13.00, l’aula magna “Alberto Boscolo” – Cittadella universitaria, Monserrato – ospita Unistem Day 2016. La Giornata, coordinata dalle professoresse dell’ateneo di Cagliari, Micaela Morelli (prorettore per la Ricerca), Roberta Vanni e Iole Tomassini Barbarossa, ha per cornice “Il lungo e affascinante viaggio della ricerca sulle cellule staminali”. Un percorso promosso dalla senatrice e scienziata Elena Cattaneo.

I campioni d’Italia della Dinamo Sassari incontrano dalle 10.45 circa in poi gli studenti dei licei e degli istituti Brotzu, Motzo e Levi di Quartu Sant’Elena, Tommaseo, Euclide, Michelangelo, Buccari-Marconi e Da Vinci-Besta di Cagliari, Pitagora di Selargius, Piga di Villacidro, Giua di Assemini e Bacaredda di Capoterra. All’evento partecipano 349 studenti. Una grande famiglia made in Sardinia che coniuga voglia di conoscere, ricerca, competenze e attenzione per le dinamiche scientifiche di ambito internazionale. La Giornata della scienza delle staminali dedicata agli studenti delle scuole superiori è un evento utile per apprendere, scoprire e confrontarsi sui vasti e suggestivi scenari della ricerca sulle cellule staminali. Il tutto con riferimenti alle esperienze di laboratorio, le aspettative culturali legate alla ricerca, all’essere scienziato giorno dopo giorno e ai meccanismi di formazione e consolidamento della conoscenza.

All’ottava edizione dell’Unistem Day 2016 partecipano 30 città e 35 atenei italiani, 28 università europee, 400 relatori e 27mila studenti. Per la prima volta Serbia, Polonia, Germania e Danimarca si aggiungono a Italia, Spagna, Regno Unito e Svezia. La giornata di apre con un collegamento video che ha per cornice il messaggio “FORTI NEL PONDERARE”.

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Venerdì 11 marzo, dalle 9.00 alle 13.00, l’aula magna “Alberto Boscolo” della Cittadella universitaria di Monserrato, ospita Unistem Day 2016. La Giornata, coordinata dalle professoresse dell’ateneo di Cagliari, Micaela Morelli (prorettore per la Ricerca), Roberta Vanni e Iole Tomassini Barbarossa, ha per cornice “Il lungo e affascinante viaggio della ricerca sulle cellule staminali”. Un percorso di qualità e prospettiva che ha tra le promotrici la scienziata,  senatore e cofondatore di Unistem, Elena Cattaneo.

Il Brotzu, il Motzo e il Levi di Quartu Sant’Elena, il Tommaseo, l’Euclide, il Michelangelo, il Buccari-Marconi e il Da Vinci-Besta di Cagliari, il Pitagora di Selargius, il Piga di Villacidro, il  Giua di Assemini e il Bacaredda di Capoterra prendono parte all’evento con 349 studenti. È questa la rappresentanza della grande famiglia made in Sardinia che coniuga voglia di conoscere, ricerca, competenze e attenzione per le dinamiche scientifiche di ambito internazionale. La Giornata della scienza delle staminali dedicata agli studenti delle scuole superiori è un evento utile per apprendere, scoprire e confrontarsi sui vasti e suggestivi scenari della ricerca sulle cellule staminali. Il tutto con riferimenti alle esperienze di laboratorio, le aspettative culturali legate alla ricerca, all’essere scienziato giorno dopo giorno e ai meccanismi di formazione e consolidamento della conoscenza.

All’ottava edizione dell’Unistem Day 2016 partecipano con l’Italia altri sette Paesi, oltre settanta atenei e centri di ricerca, sessanta città europee e decine di migliaia di studenti dei licei e degli istituti superiori. Previsto un collegamento con altri atenei e, nella pausa di metà mattina, la presenza di ospiti di caratura mondiale.

Alla Giornata Unistem prendono parte Maria Del Zompo (rettore Università Cagliari), Francesco Feliziani (Ufficio scolastico regionale) e gli specialisti e docenti Valeria Sogos, Carlo Carcassi, Alessandra Pani, Aldo Manzin, Giuseppe Masnata, Arianna Deidda  e Maria Elena Marongiu.

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Domani, martedì 23 febbraio, alle 11.30 circa, l’Università di Cagliari ricorda Domenico Lovisato. Lo scienziato – istriano  del 1842, scomparso a Cagliari il 23 febbraio del 1916 dopo 32 anni di insegnamento da professore ordinario di geologia e mineralogia – viene commemorato durante la seduta del Senato accademico. A seguire una delegazione guidata dal pro rettore alla Ricerca, Micaela Morelli, da Giancarlo Nonnoi (dipartimento Storia, beni culturali e territorio) e Gian Luigi Pillola (dipartimento Scienze chimiche e geologiche), depone una corona di fiori sulla tomba dello scienziato al cimitero monumentale di Bonaria. Alla cerimonia prende parte anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda.

Domenico Lovisato, fin da giovane fu attivo irredentista costretto all’esilio dalle autorità austriache. Partecipa alla Terza guerra di indipendenza con i volontari garibaldini. Combatte in Trentino, diventa amico e consigliere di Giuseppe Garibaldi. Insegna poi in vari licei e approda a Sassari nel 1874. Nel 1879 torna nel capoluogo turritano come docente di geologia dell’ateneo. Tra il 1881/82 è responsabile scientifico della missione esplorativa in Patagonia e Terra del fuoco. Nel 1984 giunge all’ateneo di Cagliari: ha la cattedra di Geologia e mineralogia, primo professore ordinario stabile che insegna Scienze della terra. Personalità di spicco della vita cittadina e isolana, si batte anche in ambito politico e civile. Diventa un’eccellenza della geologia in Italia e in Europa. I suoi studi vengono pubblicati dall’Accademia dei Lincei, ha relazioni scientifiche con i principali esperti dell’epoca. Prosegue le ricerche pioneristiche di Alberto Lamarmora di cui diventa l’erede accademico e scientifico. Muore nel 1916 dopo 32 anni di insegnamento. A Domenico Lovisato, sepolto a Bonaria, è dedicata una via di Cagliari e il Museo sardo di geologia e paleontologia dell’Università di Cagliari.

I professori Giancarlo Nonnoi e Gian Luigi Pillola, responsabili scientifici dell’Anno Lovisatiano, hanno calendarizzato vari eventi da tenersi tra Cagliari, La Maddalena e Sassari. In scaletta i convegni dal tema “Domenico Lovisato: un geologo garibaldino”, “Domenico Lovisato. Dalla Nurra alla Terra del fuoco” e “Domenico Lovisato: geologia, paleontologia e passione civile” e la presentazione del volume “Cenni geologici sulla Sardegna” contenente il discorso di Domenico Lovisato all’inaugurazione degli studi nella Università di Cagliari, tenutasi il 3 novembre 1887.

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Francesco Pigliaru 3064

Francesco Pigliaru alla Notte dei ricercatori in Rettorato. Il presidente della Giunta regionale tra energie rinnovabili, divario Nord-Sud, aspettative degli studenti, innovazione e metodologie al passo coi tempi

di Mario Frongia

«Sono qui per interesse genuino alla Notte dei ricercatori. Credo che l’evento racchiuda molti aspetti che servono per il territorio. Noi, come amministrazione regionale siamo molto interessati al futuro energetico. In Sardegna non abbiamo il metano, abbiamo molte energie rinnovabili e il carbone. E anche tanto disordine. Dobbiamo capire in che direzione andare».

Francesco Pigliaru si accomoda tra il pubblico in aula magna. Il Rettorato è un brulicare di iniziative legate alla Notte dei ricercatori. Nella corte interna si dibatte di musica e tradizioni, suonano i Sikitikis e il Canto a tenore di Orgosolo. Il confronto dell’accademia con le imprese, il territorio e le famiglie prosegue. Temi e argomenti hanno toni divulgativi, adatti alle nuove generazioni. Si parla anche di energia sostenibile e riscaldamento globale, del segnale radio di Guglielmo Marconi che 120 anni fa ha cambiato il mondo, di innovazione e low carbon society. Partono le slide di una bella storia: un ricercatore, Marco Franceschelli, racconta del finanziamento del suo progetto di ricerca. Il presidente della Giunta regionale applaude, commenta positivamente le iniziative con il rettore Maria del Zompo e il pro rettore per la ricerca, Micaela Morelli. C’è tanto da fare. Ma l’ateneo e l’amministrazione pubblica si ritrovano in sintonia e investono anche su questo fronte.

Presidente Pigliaru, come valuta il contributo dell’Università di Cagliari sui temi trattati nella Notte dei ricercatori?

«L’ateneo sta dando una mano importantissima nell’aiutarci a scrivere il Piano energetico, il che significa capire e sapere in che direzione andiamo. Innanzi tutto, dobbiamo mettere ordine alle rinnovabili per produrre l’energia che serve localmente. Questo è il primo step. Ma per compierlo serve un’enorme tecnologia, le produzioni dalle rinnovabili sono legate al sole e al vento. Dunque, servono grandi accumulatori che conservino queste energie e ce le restituiscano quando ci occorrono, al di là delle condizioni meteo.»

Qual è il disegno globale?

«Andiamo verso un mondo nel quale la produzione dell’energia deve diventare molto più vicina ai cittadini. Un caseggiato produce l’energia, la conserva negli accumulatori e poi la distribuisce. Uno scenario in cui produzione, conservazione e distribuzione dell’energia rappresenta la vera sfida.»

Assieme al minore inquinamento.

«Sì, il Cop21 deve mettere d’accordo tutti i Paesi per cercare di scrivere il grande accordo di Kyoto che combatte il cambiamento climatico. Attraversiamo un momento delicato e interessante. E l’ateneo di Cagliari ci aiuta a stare sulla frontiera.»

La professoressa Del Zompo accelera sulla filiera ricerca-innovazione-competenze-giovani-imprese-territorio. Qual è il suo punto di vista?

«Siamo in sintonia e il caso dell’energia è perfetto: la filiera richiede molto capitale umano, tanta tecnologia, comportamenti virtuosi degli utenti pronti a recepire la novità e accettare che in un condominio ci si debba mettere d’accordo per produrre energia. Certo, ci sono vecchie abitudini da combattere ma dobbiamo farcela.»

Qual è il ruolo delle imprese?

«Devono cercare di essere innovative. Per dirne una, possiamo parlare di un futuro con una produzione energetica che sarà intelligente, non alimenta il cambiamento climatico, non ha eccessi né sprechi. Insomma, tutto quel che si vuole. Ma se poi troviamo imprese che faticano ad assumere un laureato, magari in ingegneria, non andiamo da nessuna parte.»

Da docente, prima ancora che da presidente della Giunta, come valuta l’evolversi e l’impatto nella comunità locale degli atenei sardi?

«Vedo una tendenza preoccupante di cui abbiamo parlato anche con il Governo nazionale: il solito divario nord-sud sta diventando ancora più pericoloso. In passato c’erano meccanismi, e tanti soldi pubblici, che lo tenevano sotto controllo. Ora, il divario prende tante forme. Una delle quali è quella di tanti nostri studenti che cercano di andare a studiare nelle università del Nord anche quando non c’è nessuna evidenza che siamo migliori. Passa l’idea che è meglio andare via, e questo non va assolutamente bene. Prima di lamentarci occorre rimboccarci le maniche ed essere seri.»

Lei è stato anche pro rettore alla Ricerca. Qual è il messaggio per l’ateneo?

«L’università di Cagliari lavora e ha una buona ricerca. Ma ancora prima va rafforzata la buona accoglienza e i servizi, va abbattuta la burocrazia, e sostenute le borse di studio, aspetto su cui abbiamo fatto un grande sforzo. Ma non basta. Serve anche una didattica che sia in linea con i tempi. Spesso, insegniamo come nell’Ottocento. Il mondo cammina sul digitale e la didattica ne deve tener conto. Su questo fronte, vorrei vedere le università sarde correre in avanti. Dimostrare che si può avere una didattica molto migliore, più inclusiva, capace di aiutare gli studenti a capire se stanno perdendo colpi e come possono rimediare.»

Da dove si parte?

«L’Università di Cagliari ha enormi potenzialità. Negli anni scorsi abbiamo fatto grandi sforzi per i laboratori didattici: devono essere alla base di una forte e immediata sperimentazione di una didattica di qualità. Con linguaggi e codici adeguati agli studenti. Ricordo che negli ultimi mesi della mia attività universitaria, ho sperimentato grazie al professor Usai, un ricercatore della facoltà di Ingegneria, un metodo che consente agli studenti, durante la lezione, di rispondere a domande multiple in modo anonimo e di vedere il risultato. Il tutto in un minuto. Un processo rapido per testare se stanno capendo o meno quel che viene spiegato. Di questi esempi ce ne sono tanti. Vorrei vedere l’università lanciarsi in questa direzione. In quell’occasione i miei studenti erano entusiasti, si sentivano trattati bene.»

Qual è il messaggio ai neo diplomati, ai maturandi e alle famiglie?

«Corrano all’università. E spero che ci arrivino con le idee già chiare. In Italia succede che alla fine delle scuole secondarie non si ha idea di quel che si vuol fare dopo. E se ce l’hanno non si sono preparati. È una follia. Se uno vuole andare in fisica o ingegneria, al liceo dovrebbe fare mediamente un po’ più di matematica. Chi ha interessi per il design dovrebbe fare un po’ più di disegno tecnico. Da noi, non succede niente di questo. E tutti arrivano un pochino uguali E alla soglia dell’iscrizione all’università non si hanno le idee chiare e chi le ha non ha accumulato le competenze per procedere veloci. Anche da qui, nasce una dispersione molto alta.»

Qual è la risposta della Giunta regionale?

«Noi abbiamo il dovere di cercare di migliorare le cose. Nel frattempo, raccomando tenacia, determinazione, mai scoraggiarsi e andare avanti. Senza la laurea è dura.»

Presidente Pigliaru, le manca la cattedra?

«È ancora presto, sono da un mese e mezzo in Giunta, troppo preso da tante cose. Sono certo che in seguito mi mancherà.»

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Domani, venerdì 18 settembre, alle 10.30, nella sala Consiglio dell’Università di Cagliari – Rettorato, in via Università 40, si terrà la conferenza stampa di presentazione della “Notte dei ricercatori 2015”. Sulla filiera “Cultura-Ricerca-Innovazione” l’ateneo promuove eventi scientifico-divulgativi nei poli di Sa Duchessa, viale Fra Ignazio, Cittadella di Monserrato e Rettorato. Scienza e ricerca ma anche musica, degustazioni, visite guidate, conferenze e sport con una rappresentanza del Cagliari calcio.

L’Università di Cagliari si apre alla città per la “Notte dei Ricercatori”. Appuntamenti pensati per presentare a famiglie, scuole e imprese il prezioso contributo che i ricercatori dell’ateneo offrono allo sviluppo della società e al miglioramento della qualità delle nostre vite. La ricerca scientifica si nutre degli stimoli che arrivano dal territorio e con esso dialoga costantemente, promuove progetti ad alto contenuto innovativo e gettando le basi per opportunità sempre nuove di crescita e sviluppo economico che nascono dal trasferimento delle conoscenze sviluppate nei laboratori. In un contesto informale si può conoscere il lavoro dei ricercatori e gettare le basi per nuove collaborazioni tra gruppi di ricerca e interpreti dell’economia.

Promossa dalla Commissione Europea sin dal 2005, quest’anno la “Notte dei ricercatori” coinvolge undici città e altrettanti atenei in Italia e circa 300 città in Europa e nei paesi vicini. Nel 2015, il tema quanto mai attuale, verte sulla sostenibilità sociale ed economica. Dal 22 al 25 settembre nelle strutture accademiche si apre al pubblico un viaggio denso di sorprese. Si scoprono i modi in cui l’Università sa essere innovativa e al passo con la ricerca internazionale. Nei quattro giorni si tratta con toni divulgativi su biodiversità, neuroscienze, chimica ecosostenibile, “low carbon society”, problemi dell’immigrazione, matematica finanziaria, scienze alimentari, astronomia.

Alla conferenza di presentazione del convegno alle testate giornalistiche prendono parte il rettore Maria del Zompo e il pro rettore per la ricerca, Micaela Morelli.

Non farsi vincere dalla malattia, ma combattere giorno dopo giorno per sentirsi sempre vivo. E’ questo e molto altro ancora il messaggio del libro di Cesare Corda “Benvenuto Mister Parkinson: reportage di quattro anni di battaglie dal fronte della malattia. Così ho zittito il mostro”, che sarà presentato venerdì 20 febbraio (alle 16.00) nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina, nella Cittadella universitaria di Monserrato.

Parteciperanno all’evento, oltre all’autore, Giorgio Sorrentino commissario dell’Azienda Ospedaliero universitaria di Cagliari; Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Affari Sociali della Camera; Francesco Marrosu direttore della Clinica Neurologica dell’azienda mista; Anthony Muroni direttore dell’Unione Sarda; Paolo Contu preside della Facoltà di Medicina; Maria Del Zompo direttore del Dipartimento Scienze Biomediche; Filippo Peretti presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna; Antonino Cannas responsabile del Centro per la Diagnosi e Cura del Morbo di Parkinson; Paolo Solla, neurologo; Micaela Morelli, neurofarmacologa; il regista Mario Faticoni.

Modererà il dibattito il giornalista Francesco Birocchi.

Cesare Corda copia

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La docente universitaria Giannarita Mele, ex segretaria della Cgil Scuola, è la nuova presidente del Partito Democratico della Sardegna. E’ stata eletta oggi dall’assemblea regionale scaturita dalle primarie che il 26 ottobre hanno portato all’elezione a segretario dell’europarlamentare Renato Soru, riunitasi per la prima volta al Teatro Parco degli Scolopi, a Sanluri, alla presenza del nuovo segretario.

L’elezione di Giannarita Mele, espressa dalla componente del senatore Ignazio Angioni, 47 anni, secondo classificato alle spalle di Soru alle primarie, è scaturita da un accordo che ha riportato unità nel partito anche con la componente del terzo candidato alle primarie, l’ingegner Thomas Castangia, 39 anni, che ha espresso una delle due vicepresidenti, Sara Marrocu, capolista nel Sulcis. L’altra è Micaela Morelli, espressa dalla maggioranza.

Lunedì 16 giugno, dalle 16.00, l’aula 3 del Palazzo delle scienze, a Cagliari, ospiterà la presentazione di una serie di ricerche scientifiche ad alto valore aggiunto su tematiche inerenti lo studio di patologie del Sistema nervoso centrale. Tra queste, Parkinson, depressione, dipendenza da sostanze d’abuso affrontate dal punto di vista biochimico, comportamentale e neurofisiologico.

Confronto internazionale, innovazione, scienza applicata: viaggia anche su questi canali l’attività dei giovani ricercatori giunti in città a inizio mese. Percorsi propedeutici a settori in continuo divenire, quali, ad esempio, quelli delle neuroscienze. Ricerca biomedica avanzata. Ma anche il ruolo leader che su queste tematiche ha sempre avuto la scuola dell’ateneo cagliaritano. Attori principali dell’evento sono nove studenti di Neuroscienze provenienti da vari Paesi. Il pool di ricercatori gode di una borsa di studio mensile e opera nei laboratori dell’ateneo nell’ambito del programma stilato dalla Federazione europea di Neuroscienze e dalla Società italiana di Neuroscienze. Alla base del percorso che coinvolge circa 60 dottorandi e PhD, trenta giorni di ricerca da tenersi in diversi laboratori italiani di Neuroscienze. A seguire, gli allievi partecipano al 9th FENS Forum of Neuroscience, che si tiene a Milano dal 5 al 9 luglio. In città, sette ricercatori operano nel dipartimento di Scienze biomediche e sono coordinati da Micaela Morelli, Gaetano Di Chiara, Ezio Carboni, Marco Pistis, Valentina Valentini, Daniele Lecca, Nicola Simola, Sandro Fenu e Annalisa Pinna.

Nove ricercatori giovani e motivati. La new generation della ricerca. Discutono, spiegano ed approfondiscono argomenti chiave del mondo delle neuroscienze: corticosteroidi, corteccia pre frontale, diabete e Parkinson, disordini neuropsichiatrici, approcci genetici e farmacologici, proteine e sinapsi. In otto fanno capo a laboratori e docenti dell’università di Cagliari. La nona opera all’ateneo di Sassari. Provengono da Stati Uniti (Rachel Daut, 26 anni), Argentina (Carolina Gonzalez, 29), Spagna (Ràul López Arnau, 28 ed Ingrid Reverte, 30), Canada (Justine Renaud, 25), Brasile (Larissa Torres, 33) e Argentina (Pablo Andrés Varani, 31). Proviene dalla Serbia, Iva Simic (31), coordinata da Giovanni Biggio al laboratorio del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente. È polacca Karolina Plucinska (34), seguita da Marco Diana, dipartimento di Chimica e farmacia, università di Sassari.