30 December, 2024
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Battute finali per la nona edizione di Time in Sassari, il consueto proseguimento del festival Time in Jazz che domenica a Berchidda ha chiuso i battenti della sua edizione numero ventotto.

Oggi la seconda e ultima giornata si è aperta a mezzogiorno a Sassari, in Piazza del Comune (ingresso gratuito), col progetto Bassi Alati dei contrabbassisti Paolino Dalla Porta e Salvatore Maltana, al debutto come duo, impreziosito dalla partecipazione in alcuni brani di Paolo Fresu alla tromba e al flicorno

In serata, alle 21,30 (ingresso libero e gratuito), la musica si trasferisce a Sorso, in Piazza San Pantaleo, dove Time in Sassari si affida per il suo ultimo atto ai The Rad Trads, già protagonisti della festa finale di Time in Jazz, la sera di Ferragosto a Berchidda. E c’è da immaginare che anche in questa occasione, il gruppo newyorkese (Jared LaCasce e Michael Fatum alle trombe, Patrick Sargent al sax tenore, “Tall” Sam Crittenden al trombone, Alden Harris McCoy alla chitarra, Michael “Big Red” Harlen al basso e Johnny Fatum alla batteria) saprà trascinare il pubblico con le sue sonorità che spaziano dal primo jazz delle brass band di New Orleans al Rythm & Blues, al blues di Chicago e al Delta blues, spingendosi fino al Rock & Roll.

The Rad Trads suonano regolarmente in alcuni dei più celebri locali di New York, come Brooklyn Bowl, Webster Hall, The Blue Note, BB King’s and Radegast Hall, quando non sono in tour negli Stati Uniti e in Europa, dove si sono esibiti in importanti festival. Attivi anche con altre formazioni, come Lee Fields & The Expressions, Lady, Jason Robert Brown, i membri di The Rad Trads hanno suonato o registrato con Deer Tick, Jonathan Batiste & Stay Human, Antibalas, St. Paul & The Broken Bones, Ikebe Shakedown, Lenny Pickett e Joe Lovano, tra gli altri.

The Rad Trads (4) The Rad Trads (3)

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Rettilineo finale per Time in Jazz, il festival diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda e in altri quattordici centri del nord Sardegna, che fra domani (sabato 15) e domenica (16 agosto) sfoglia le pagine conclusive della sua ventottesima edizione. Tiene banco la musica, ma sono diversi gli appuntamenti collaterali ai concerti.

Come da tradizione, la giornata di Ferragosto si apre nelle campagne intorno a Berchidda all’insegna de “Sas Chejas foranas”, una serie di eventi ospitati nelle suggestive chiese campestri dei dintorni del paese con il patrocinio del ministero dell’Ambiente. Si comincia alle 11.00 alla chiesetta di San Michele con la consueta conferenza sui temi dell’ambiente, momento immancabile tra le iniziative di Green Jazz, il settore del festival dedicato alla sensibilizzazione ambientale e alla riduzione dell’impatto del festival sul territorio. Interviene, quest’anno, il dottor Vincenzo Migaleddu, presidente dell’ISDE Sardegna (Associazione internazionale dei Medici per l’Ambiente) con una conferenza in linea con questa edizione del festival dedicata alle ali. Titolo, “Cosa ci vuole per volare?”. La conversazione affronterà, dunque, i temi del movimento nell’aria, delle soluzioni artistiche e tecnologiche che l’uomo ha messo in atto per superare l’imposizione fisica del solo movimento sul terreno, e del rapporto tra respiro e salute.

Al termine, spazio alla musica con uno degli ospiti più attesi quest’anno a Time in Jazz, Stefano Bollani. Reduce dal concerto della sera prima con il Danish Trio, il quarantaduenne pianista e compositore milanese (ma anche conduttore radiofonico e televisivo su Rai3) si presenta stavolta in solo. E sarà una bella occasione per apprezzare da vicino uno dei jazzisti italiani più popolari, ottimo musicista ma anche grande intrattenitore, capace di giocare col pubblico come gioca con le sue note. Pluripremiato nel corso della sua carriera, Stefano Bollani ha chiuso il 2014 con il disco d’oro per il suo album/progetto “Carioca” e ha aperto il 2015 vincendo il referendum della rivista Musica Jazz per il miglior disco dell’anno con “Joy in Spite of Everything”, registrato proprio con il Danish Trio.

Al termine del concerto, dopo un breve spostamento nella vicina chiesetta di Santa Caterina, si rinnova un altro momento tipico del Ferragosto a Time in Jazz: il pranzo campestre a base dei piatti della cucina tradizionale di Berchidda. Realizzato in collaborazione con Granarolo, Formaggi Podda e il Comitato Santa Caterina, prevede l’uso di stoviglie biodegradabili ed un’attenta raccolta differenziata dei rifiuti.

Sempre a Santa Caterina, alle 18.00, ritorna anche questo Ferragosto l’appuntamento con una delle forme più note della tradizione musicale sarda, il Canto a Chitarra, una competizione musicale in cui due cantadores si affrontano in un lungo ciclo di forme che metteranno a dura prova le loro abilità: tecnica, fiato, capacità di improvvisare e smuovere i sentimenti. Protagonisti della gara, a cura dell’etnomusicologo Fabio Calzia, i cantadores Carlo Crisponi e Gianmichele Lai, due interpreti tra i più noti e apprezzati sulla scena odierna del Canto a Chitarra, con l’accompagnamento eccezionale dell’organettista Carlo Boeddu.

Al rientro a Berchidda, alle 21.30, si accendono per l’ultima volta i riflettori sul palco centrale di Piazza del Popolo. Per consuetudine la serata di Ferragosto, a Time in Jazz, è divisa in due parti distinte: la prima, con ingresso a pagamento (biglietto intero in platea a 15 euro, ridotto a 13; in tribuna a 13 e 11 euro) propone “Liberetto II”, il progetto del contrabbassista e violoncellista svedese Lars Danielsson, in scena con il suo nuovo quartetto formato dal chitarrista inglese John Parricelli, dal pianista Gregory Privat e dal batterista Magnus Öström (ex Esbjorn Svensson Trio). Riconosciuto e apprezzato in tutta la scena jazzistica internazionale per il suono lirico e potente allo stesso tempo, Danielsson è un musicista eclettico, che sa spaziare dalla classica al jazz con grande naturalezza: con l’album “Liberetto II” (uscito giusto un anno fa in agosto e registrato con lo stesso organico di scena a Berchidda, eccezion fatta per il pianista, che nel disco è Tigran) prosegue il percorso intrapreso dall’acclamatissimo disco del 2012, “Liberetto”, per esplorare nuove dimensioni musicali ai confini tra musica da camera, jazz, e musica popolare europea.

Altre atmosfere caratterizzeranno la seconda parte della serata in Piazza del Popolo quando, sgomberata la platea da tutte le sedie e aperti i cancelli con ingresso gratuito, entreranno in scena The Rad Trads, la coinvolgente formazione newyorkese che nelle serate precedenti ha animato le vie del paese con le sue sortite musicali. Con quattro potenti fiati (Jared LaCasce e Michael Fatum alle trombe, Patrick Sargent al sax tenore, “Tall” Sam Crittenden al trombone) e una trascinante sezione ritmica (Alden Harris McCoy alla chitarra, Michael “Big Red” Harlen al basso e Johnny Fatum alla batteria), The Rad Trads cattureranno il pubblico per portarlo nel cuore della festa finale con le loro sonorità che spaziano dal primo jazz delle brass band di New Orleans al Rythm & Blues, al blues di Chicago e al Delta blues, spingendosi fino al Rock & Roll.

Poi, la festa continua al jazz club del Centro Laber, con la terza proposta selezionata attraverso il concorso Time Out, Tempi di Cris, ovvero Cristian Orsini aka dj Cris (consolle e elettronica), Matteo Cara (synth e tastiere), Raffaele Mele (chitarra), Mauro Dore (basso) e Paolo Succu (batteria e percussioni): cinque musicisti sardi uniti dalla passione per il funk e la black music delle origini, al debutto con l’album autoprodotto “Event Horizon”, uscito lo scorso anno. I quattro strumenti tradizionali, uniti alle sonorità elettroniche di un DJ, sono la cifra distintiva di questa formazione, che così disseziona e rimescola idee, temi e improvvisazioni, invertendo i ruoli tradizionali dei vari strumentisti e creando dinamiche inaspettate.

River of Gennargentu (s)The Rad Trads (3) Tempi di Cris -media Stefano Bollani - ValentinaCenni (2s)  Lars_Danielsson (s)