22 November, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

E’ durata meno di due mesi l’esperienza in Consiglio regionale di Gianni Lampis, rappresentante di Fratelli d’Italia, che aveva prestato giuramento il 9 settembre insieme a Gianfranco Congiu, Antonio Gaia e Pierfranco Zanchetta, in sostituzione dei quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti dal Consiglio di Stato, Efisio Arbau, Michele Azara, Gavino Sale e Modesto Fenu.

Il Tribunale Amministrativo della Sardegna ha accolto oggi il ricorso presentato dall’ex sindaco di Buddusò, Giovanni Satta, candidato dell’Uds nella circoscrizione Olbia Tempio alle regionali del 2014. Non è stato ancora deciso chi dovrà rilevare il posto rimasto vacante.

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Niente da fare anche davanti al collegio giudicante del Tar della Sardegna, dopo il pronunciamento negativo del presidente del tribunale amministrativo, per la richiesta di sospensiva presentata dai quattro ex consiglieri regionali dichiarati decaduti dal Consiglio di Stato, Efisio Arbau e Michele Azara de La Base, Modesto Fenu di Zona Francae Gavino Sale dell’Irs. In questo modo vengono confermati in Consiglio regionale Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia dell’Upc, Gianfranco Congiu del Partito dei sardi e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia.
I quattro consiglieri dichiarati decaduti sono anche stati condannati a pagare le spese processuali nella misura di mille euro per ognuno degli attuali consiglieri convenuti in giudizio e nei confronti del Consiglio regionale.
Non è stata ancora fissata l’udienza di merito del ricorso.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Hanno prestato giuramento questo pomeriggio i quattro nuovi consiglieri regionali Pier Franco Zanchetta, Antonio Gaia, Gianfranco Congiu e Gianni Lampis.

Il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il provvedimento relativo alla sostituzione dei quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti dal Consiglio di Ststo. Il presidente Gianfranco Ganau ha letto l’ordinanza cautelare della quinta sezione del Consiglio di Stato, con cui sono state respinte le istanze dei consiglieri esclusi Efisio Arbau, Michele Azara, Gavino Sale e Modesto Fenu ed ha invitato i subentranti Gianfranco Congiu, Antonio Gaia e Pier Franco Zanchetta ad entrare in Aula e prestare giuramento ai sensi della legge. Dopo aver comunicato l’elezione del consigliere Paolo Truzzu alla carica di vice presidente della Giunta per le elezioni ha informato l’Aula di una nota della stessa Giunta che, prendendo atto della citata sentenza Consiglio di Stato, si propone la sostituzione del consigliere escluso Modesto Fenu con il signor Gianni Lampis.
Successivamente, il presidente Ganau ha informato il Consiglio che, in base alla decisione della conferenza dei capigruppo, i consiglieri potranno intervenire per un tempo massimo di 5 minuti e, subito dopo, ha dato la parola al relatore del provvedimento Anna Maria Busia (Sdl).
Il consigliere Mario Floris, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha affermato che si sta affrontando «un problema con impatto mediatico straordinario che continuerà ancora; non era perciò opportuno contingentare i tempi dato che sono in gioco composizione e prerogative del Consiglio regionale, per questo è sbagliato chiudere tutto con una “sveltina”, mentre occorre chiarezza sui riflessi voto per i singoli consiglieri».
Il presidente ha risposto che quella dei capigruppo è una proposta rivolta all’Aula e l’ha sottoposta al voto del Consiglio, da cui è stata approvata.
La consigliera Busia, aprendo la sua relazione, ha dichiarato che «le sentenze vanno rispettate anche quando non sono gradite le motivazioni e la vicenda imponeva un percorso molto dettagliato senza margini di discrezionalità, altrimenti si sarebbe posta in dubbio la facoltà del giudice di intervenire sulla procedura elettorale; serviva in altri termini una attuazione concreta della decisione perché questo era il mandato della Giunta delle elezione nel rispetto di tutte le persone coinvolte a vario titolo, compresi gli elettori». «Sul punto – ha proseguito – c’è peraltro una decisione delle sezioni unite civili della Cassazione del 2004 che esclude la possibilità di porre un problema di esecutività della pronuncia giudiziale, che come tale non richiede alcuna forma di ottemperanza ma solo la presa d’atto; inoltre non ha rilevanza l’omissione relativa al quarto consigliere subentrante perché si affermavano comunque la decadenza degli altri esclusi ed il criterio per la loro sostituzione». «ll Consiglio – ha detto ancora la Busia – doveva prendere atto delle determinazioni della sentenza, anche per ciò che concerne la composizione dell’Assemblea nella sus articoloazione di maggioranza ed opposizione; su questo la Giunta per le elezioni ha indicato Vanni Lampis come da verbale della Corte d’Appello e tale decisione viene ora proposta all’Aula».
Il consigliere Mario Floris (Misto), ha ribadito che a suo avviso «la vicenda mette in gioco non solo diritti ed interessi di persone ma la stessa credibilità dell’istituzione regionale; si è verificato un fenomeno che ha trasformato i consiglieri regionali in operatori del diritto incartando di fatto il Consiglio e delineando ipotesi di grande incertezza anche per il futuro». «D’altra parte – ha aggiunto – la giurisprudenza della Corte dei conti indica precise responsabilità per gli atti compiuti dagli organi politici». Floris ha concluso annunciando il suo voto contrario, «perché l’argomento non compete all’Aula e gli errori dei giudici devono essere corretti dai giudici».
Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, ha espresso alcuni dubbi sulla relazione della consigliera Busia e pur non volendo entrare entro nel merito, ha sostenuto che «il Consiglio non può decidere chi ne fa parte», annunciando che non parteciperà allo scrutinio.
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha osservato che «per fugare ogni dubbio, è importante ribadire che il Consiglio non è un’aula di tribunale e non decide le sorti di nessuno ma deve essere rispettoso delle decisioni degli organi giurisdizionali, come ha chiaramente spiegato la collega Busia». «Non stiamo interpretando nulla – ha detto ancora il consigliere – ma solo prendendo atto di quando deciso a suo tempo dalla Corte d’Appello di Cagliari in relazione alla situazione del signor Gianni Lampis; non ci sono quindi situazioni di illegittimità».
Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha premesso che non si vuole mettere in discussione la decisioni dell’autorità giudiziaria, ma a suo giudizio si è creata una situazione strana, in cui «da una parte il Consiglio ha piena autonomia legislativa in materia elettorale al punto che può escludere oltre 100.000 elettori dalla rappresentanza mentre, dall’altra, deve subire decisioni dello Stato che stravolgono la legge elettorale; allora non si capisce in cosa consista l’esercizio della competenza legislativa esclusiva». «Stiamo per prendere una decisione – ha proseguito – che sicuramente darà spazio ad altri momenti di confusione istituzionale; la sentenza va rispettata ma essa stessa non appare rispettosa della volontà degli elettori».
Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha assicurato la partecipazione del suo gruppo al voto, il cui significato è quello di «affermare la correttezza dell’operato della Giunta per le elezioni; noi, a suo tempo, non abbiamo votato la legge elettorale e ne abbiamo denunciato le carenze, ma ora bisogna affermare la dignità delle istituzioni e su questo non sono ammesse speculazioni».
Il consigliere Mario Floris (Misto) ha manifestato critiche sul provvedimento in discussione: «Non siamo giudici né giuristi e mi chiedo perché la Giunta abbia deciso da sola a luglio senza un passaggio in Assemblea mentre ora vuole trasferire il problema al Consiglio». «Da allora ad oggi – ha concluso – non è successo nulla, anzi tutti i giuristi consultati hanno detto che la Giunta non ha nessun potere».
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, ha affermato la necessità di rispettare la sentenza come ha dimostrato la collega Busia, osservando che «prima non si è arrivati in Aula a causa della sospensiva del Consiglio di Stato; poi tutti possono tutelare i loro diritti nelle sedi opportune come potrebbe fare anche il mio partito ma il voto cui siamo chiamati non riguarda queste situazioni».
Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha annunciato il voto favorevole, definendo la relazione della consigliera Busia «chiara ed esaustiva; nessuno si può sostituire agli organi giurisdizionali e del resto il verbale della Corte d’Appello con cui veniva indicato Lampis come 24esimo consigliere dell’opposizione, non lasciava spazio ad interpretazioni diverse».
Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha precisato che il Consiglio è chiamato a prendere atto sentenza del Consiglio di Stato ma, ha specificato, «la questione riguarda le istituzioni ed il Consiglio non può fare una cosa diversa da quella che si accinge a fare; non si può mettere in discussione la presa d’atto una sentenza, poi la vicenda proseguirà in altre sedi ma ciò non riguarda il Consiglio regionale che, a questo punto, deve riprendere a lavorare al servizio della Sardegna».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione il provvedimento, che il Consiglio ha approvato con 40 voti favorevoli ed uno contrario.
Al termine dello scrutinio ha prestato giuramento il nuovo consigliere regionale Gianni Lampis.
L’Aula è passata poi all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: il disegno di legge presentato dalla Giunta regionale per l’approvazione del Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2014.
Il presidente Ganau ha dato la parola al relatore del documento, il presidente della Terza commissione “Bilancio” Franco Sabatini.
Il relatore  ha ricordato che il rendiconto «è stato elaborato per l’ultimo anno ai sensi della legge regionale di contabilità n. 11 del 2006. A decorrere dal 2015, infatti, il consuntivo sarà redatto secondo le disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011, provvedimento che  consente di rinviare all’esercizio 2016 l’adozione da parte della Regione dei principi applicati riguardanti la contabilità economico-patrimoniale e l’attuazione del bilancio consolidato con i propri enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate».
Il presidente della Terza Commissione ha poi elencato nei dettagli i risultati di bilancio del 2014: «Si evidenzia un disavanzo al 31 dicembre 2014 di quasi 505 milioni di euro determinato dall’accantonamento di una quota del risultato di amministrazione di euro 530 milioni per la copertura della reiscrizione dei residui perenti in conto capitale in applicazione del decreto legislativo n. 118 del 2011. Disavanzo che, dopo l’accertamento straordinario dei residui attivi e passivi, è stato rideterminato al 1°gennaio 2015 in oltre un miliardo di euro (1.005.625.656,65), al netto del debito autorizzato e non contratto di 504.971.572,63».
Sabatini ha concluso il suo intervento sollecitando una rapida approvazione del provvedimento.
Il presidente Ganau ha quindi dato la parola alla Giunta. L’assessore al Bilancio Raffaele Paci, dopo aver annunciato il parere favorevole dell’esecutivo, ha sottolineato che «il fondo di accantonamento consentirà nel corso degli anni un graduale riassorbimento del disavanzo con chiaro sollievo degli enti locali che hanno il problema delle somme perenti».
Non essendoci dichiarazioni di voto, l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli che sono stati approvati in rapida successione. Prima del voto finale, il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno della minoranza contro la legge n. 107 sulla riforma della scuola e del sistema dell’istruzione.
Alessandra Zedda (Forza Italia) ha illustrato il documento chiarendo la ratio dell’iniziativa: «La scuola attraversa un momento di grave difficoltà – ha detto Zedda – insegnanti, alunni e genitori sono davanti a uno dei periodi più difficili. La riforma è lesiva delle leggi e della Costituzione. Ciò che appare ancora più grave è che viene disatteso l’articolo 5 dello Statuto che afferma l’autonomia e la specificità della scuola sarda».
Alessandra Zedda ha quindi sollecitato l’impugnazione da parte della Regione della legge 107 davanti alla Corte Costituzionale offrendo la disponibilità della minoranza a un accordo per una battaglia unitaria nei confronti del Governo.
Sull’argomento è intervenuta Anna Maria Busia (Cd) che ha chiesto una sospensione di cinque minuti accordata dal presidente Ganau.
Alla ripresa dei lavori, ha preso la parola il presidente della Giunta Francesco Pigliaru. «La scuola è uno degli argomenti fondamentali attorno a cui ruotano le speranze della Sardegna – ha detto il presidente – il Progetto “Iscola” è stato finanziato con 190 milioni di euro. E’ un argomento che va affrontato con serietà. Questo ordine del giorno crea qualche difficoltà perché non consente una riflessione approfondita». Francesco Pigliaru ha poi affermato di condividere alcuni punti del documento, in particolare il riferimento al dramma dei docenti sardi costretti a migrare in altre regioni: «Il tema è serio – ha sottolineato Pigliaru – così come è urgente rivedere i parametri con i quali lo Stato calcola gli organici della scuola sarda. Un ragazzo del Sud perde due anni di competenze rispetto a uno del Nord. Noi abbiamo il dovere di fare proposte allo Stato italiano. Siamo disposti a un confronto e ad accogliere suggerimenti che possano migliorare la situazione. Serve però una riflessione più ampia». Il presidente ha quindi chiesto il ritiro dell’odg e proposto una giornata di dibattito sul tema della scuola e dell’istruzione in generale.
A Frqncesco Pigliaru ha risposto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente e delle interlocuzioni che ci sono in atto con il Governo. Avremmo voluto però una presa di posizione netta e decisa per quelle parti della legge che sacrificano diritti e interessi dei docenti sardi. Su questo aspetto insistiamo e vorremmo che ci fosse una maggiore attenzione da parte della Giunta». Pietro Pittalis ha quindi chiesto una breve sospensione per verificare la disponibilità al ritiro del documento da parte degli altri gruppi di minoranza.
La richiesta è stata accolta dal presidente Ganau che ha sospeso la seduta per alcuni minuti.
Alla ripresa dei lavori è intervenuto il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni. «Cogliamo con favore la disponibilità del presidente Pigliaru a discutere di scuola, il problema è serio e va dibattuto attentamente – ha detto Dedoni – la questione è complessa e non riguarda solo la “buona scuola”, non è corretto però che si discuta fuori da quest’aula». Attilio Dedoni ha quindi proposto di convocare una seduta straordinaria del Consiglio per la prossima settimana.
Sulla proposta di Dedoni è intervenuto il capogruppo del Pd Pietro Cocco che ha invitato l’opposizione al ritiro dell’ordine del giorno e offerto la disponibilità della maggioranza a dedicare  un’intera giornata all’argomento, proponendo la data del 22 settembre.
Ha quindi preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «L’ordine del giorno chiedeva alla Giunta di impugnare la legge. Abbiamo capito che non c’è la volontà politica ad accogliere la nostra proposta. La subordinata è parlare di scuola – ha affermato l’esponente della minoranza – è una magra consolazione, mi fido della capacità del presidente Pigliaru di stupirci con soluzioni alternative rispetto a quelle proposte da noi. Se questo dibattito servirà a fare chiarezza ben venga. Si vada pure a martedì 22».
Gianfranco Ganau ha quindi preso atto del ritiro dell’ordine del giorno da parte dell’opposizione e annunciato la convocazione del consiglio per martedì 22 settembre che dovrà essere ratificata dalla conferenza dei Capigruppo.
L’aula è quindi passata alla votazione finale del Rendiconto della Regione per l’esercizio finanziario 2014 che è stato approvato con 30 voti favorevoli.
Il presidente del Consiglio Ganau ha quindi aperto la discussione sulla Pl 239 ed ha concesso la parola al primo firmatario e relatore del provvedimento, Gianmario Tendas (Pd). L’esponente della maggioranza ha, in apertura del suo intervento rivolto un ringraziamento ai componenti la Quinta commissione consiliare ed in particolare ai rappresentanti le forze dell’opposizione per la “collaborazione e la disponibilità” mostrata nel confronto sulla proposta di legge (approvata in commissione all’unanimità) che in sostanza aggiorna le disposizioni contenute nella legge regionale n. 39 del 1956, in particolare per quanto attiene le acque interne e lagunari con «l’obiettivo di definire un quadro normativo più chiaro ed efficace che riafferma la legittima titolarità sui beni oggetto di concessione e l’esclusività delle attività di pesca ma che definisca e uniformi su tutto il territorio regionale le misure di tutela dei compendi e la repressione delle pratiche illecite».
Per quanto attiene quest’ultimo aspetto, il consigliere Tendas ha più volte ribadito l’opportunità di una normativa più stringente, tale da scongiurare le diverse situazioni di tensione che si registrano tra gli addetti alla vigilanza e i trasgressori delle norme che regolano le attività di pesca in laguna e nelle acque interne.
Il consigliere del Pd, Antonio Solinas ha denunciato il perdurare di situazioni “illegalità” nei compendi ittici di proprietà della Regione che sono stati dati in concessione alle cooperative o ai consorzi di cooperative e che «oggi non possono contare su efficaci strumenti legislativi per far cessare il fenomeno delle ruberie».
Antonio Solinas ha quindi auspicato una rivisitazione delle gestioni e una rivalutazione dei compendi ittici dal punto di vista ambientale. «Il settore pesca – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – può dare molto di più alla Sardegna, sia in in termini di occupazione che di reddito». Antonio Solinas ha concluso con l’invito a scongiurare il rischio che «in pochi siano chiamati a gestire un bene pubblico mentre è opportuno che chi rispetta le regole per l’utilizzo degli stagni deve poterci lavorare».
L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, nell’esprimere il parere favorevole della Giunta alla Pl 239 ha sottolineato i numerosi problemi che derivano dal perdurare delle attività illegali. L’assessore Falchi ha inoltre ribadito che i «compendi ittici sono un bene dei territori e che come tali devono essere utilizzati per generare maggiori posti di lavoro». «Con questa norma mettiamo ordine nel settore – ha concluso Elisabetta Falchi – e lavoreremo per garantire un migliore sfruttamento della risorsa pesca e garantire la tutela degli equilibri delle lagune».
L’Aula ha quindi approvato il passaggio agli articoli e il presidente del Consiglio Ganau ha annunciato la presentazione di un emendamento (Tendas e più) che sostituisce l’intero articolo 1 (Vigilanza e sanzioni) e sul quale hanno espresso parere favorevole sia la Giunta che il relatore.
Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha fatto osservare che al comma 3 dell’emendamento si prevede di reimmettere in acqua all’interno dello specchio acqueo dal quale è stato prelevato, il pescato prelevato senza il consenso del concessionario. «Tale disposizione – ha dichiarato Michele Cossa – rischia di essere di difficile applicazione e c’è il rischio di far morire il pescato». Michele Cossa ha quindi proposto con un emendamento orale, di abrogare le parti del comma 3 evidenziate.
Dopo il parere favorevole del relatore Tendas, all’osservazione formulata dal consigliere Cossa, il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento che stabilisce, in sintesi, le sanzioni per chiunque peschi nelle cosiddette acque concesse senza il consenso del concessionario e rapporta le sanzioni amministrative alla quantità di pescato prelevato illegalmente.
L’emendamento che sostituisce l’articolo 1 è stato quindi approvato dall’Aula con 45 voti a favore e con il medesimo scrutinio è stato approvato l’articolo 2 che stabilisce l’entrata in vigore della legge nel giorno della sua pubblicazione sul Buras.
Il testo finale della legge è stato approvato, invece, con 44 voti.
A conclusione della votazione il presidente del Consiglio ha quindi annunciato la discussione del disegno di legge n. 253 presentato dalla Giunta regionale “Modifiche all’articolo 16 della legge regionale 14 novembre 2000, n. 21 (Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell’agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura)”.
Il relatore Luigi Lotto (Pd) ha spiegato che la Giunta ha presentato il disegno di legge  per modificare la scadenza (dicembre 2015) della legge 40, approvata nel 2013, per consentire la notifica del regime di aiuti alla commissione europea in tempi utili per disporre delle risorse a partire dal 2016 ed ha fissato la nuova scadenza nel 2021, così da assicurare l’operatività dell’agenzia regionale allevatori.
L’esponente della maggioranza ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento (Lotto e più) che sopprime il comma 1 dell’articolo 1 «per rendere la legge più “asciutta” ed evitare possibili disguidi politico-burocratici in sede comunitaria».
Aperta la discussione generale, la giunta ha espresso il parere favorevole con l’intervento dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi che ha ringraziato la commissione consiliare per il lavoro svolto e l’intero consiglio per la rapida discussione in Aula. «La notifica del regime di aiuti alla commissione europea – ha concluso Falchi – avverrà nei tempi utili per dare continuità alle attività ed evitare così gli inconvenienti sorti nel 2014».
Approvato il passaggio agli articoli, il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha lamentato il protrarsi di interventi a favore dell’associazione regionale allevatori che – a suo giudizio – svolge compiti e funzioni che potrebbero essere garantite dall’agenzia regionale Laore. Quindi, l’assemblea ha dato il via libera all’emendamento che sopprime il comma 1 dell’articolo articolo 1 (39 sì e 3 no) ed ha approvato l’articolo 1 (modifiche all’articolo 16 della legge n. 21/2000 “Aiuti alle associazioni degli allevatori e proroga applicazione”) con 40 sì e 4 no.
Aperta la discussione sull’articolo 2 (norma finanziaria) non essendoci iscritti a parlare, l’Aula ha proceduto con la sua approvazione (39 si e 4 no) e sempre con 39 voti a favore e 4 contrari è stato approvato il testo finale.
Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato “tolta” la seduta ed ha annunciato che il Consiglio sarà convocato al domicilio.

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Martedì prossimo, 1 settembre, si riunisce la Giunta delle elezioni che si occuperà del nuovo ribaltone in Consiglio regionale decretato dalla sentenza Consiglio di Stato che ha confermato l’esclusione dei consiglieri Efisio Arbau, Michele Azara, Modesto Fenu e Gavino Sale dall’Assemblea sarda, ai quali subentreranno Antonio Gaia, Pier Franco Zanchetta, Gianfranco Congiu e Gianni Lampis.

L’organismo consiliare è stato convocato dal presidente Eugenio Lai per le ore 11.00.

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Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dai consiglieri regionali Efisio Arbau, Modesto Fenu, Michele Azara e Gavino Sale che erano stati dichiarati decaduti a seguito dell’accoglimento del ricorso presentato da Antonio Gaia, Pier Franco Zanchetta e Gianfranco Congiu, che avevano così conquistato il seggio in Consiglio regionale. E la Giunta delle elezioni del Consiglio regionale aveva preso atto che il sostituto del consigliere Modesto Fenu sarebbe stato Gianni Lampis, neo consigliere della lista Fratelli d’Italia.

Successivamente, lo stesso Consiglio di Stato aveva accolto la richiesta di sospensiva presentata dagli avvocati Benedetto e Francesco Ballero per conto di due dei quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti Efisio Arbau e Modesto Fenu, riammettendo nella loro carica di consiglieri sia i ricorrenti sia gli altri due consiglieri dichiarati decaduti, Michele Azara e Gavino Sale, sino all’udienza di merito, svoltasi stamane, che si è conclusa con una bocciatura del ricorso.

Efisio Arbau e Modesto Fenu non si arrendono ed hanno deciso di ricorrere in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato.

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Il consigliere regionale Michele Azara ha presentato un’interrogazione urgente, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione venutasi a creare nell’Ispettorato Forestale Ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati.

Il consigliere Azara chiede di interrogare l’assessore del Personale e l’assessore dell’Ambiente per sapere:

  1. se siano a conoscenza della grave situazione suesposta, segnalata in vari casi alle autorità competenti e in alcuni casi denunciata agli organi giudiziari;

  2. se non ritengano opportuno avviare con urgenza tutti gli accertamenti e le azioni di verifica di competenza dell’amministrazione regionale sull’operato dei responsabili delle situazioni venutesi a creare nell’Ispettorato Forestale Ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati;

  3. se non ritengano altresì opportuno espressamente garantire in tutte le fasi dei procedimenti suddetti, parità di diritto di ascolto e di contraddittorio alle parti in causa, al fine di tutelare la posizione delle parti in condizione di maggior debolezza.

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Il Consiglio regionale si è riunito stamane al completo, dopo la sospensiva della sentenza del Consiglio di Stato che dichiarava decaduti i consiglieri Efisio Arbau, Michele Azara, Modesto Fenu e Gavino Sale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato la presa d’atto del Consiglio regionale del decreto della quinta sezione del Consiglio di Stato che ha sospeso l’efficacia della sentenza del 21 luglio scorso con cui lo stesso Consiglio di Stato aveva dichiarato la decadenza dei consiglieri regionali Efisio Arbau, Michele Azara, Modesto Fenu e Gavino Sale, fissando per il prossimo 26 agosto l’udienza per la decisione di merito. Il presidente ha quindi invitato i consiglieri a formalizzare la propria appartenenza ad un gruppo consiliare, nel caso fosse diversa da quella fornita in precedenza. Il presidente ha comunicato inoltre che il gruppo di Sardegna Vera ha confermato la sua precedente composizione e che, prima della seduta odierna, la Giunta per le elezioni ha presto atto a sua volta del decreto di sospensiva del Consiglio di Stato.

Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha sollecitato la predisposizione di un apposito regolamento sull’attività della Giunta per le elezioni «dove è emersa a mio giudizio molta confusione». Anche a futura memoria, ha proseguito Arbau, «è necessario evitare che nel Consiglio regionale subentrino portoghesi, garantendo in ogni situazione il rispetto della legge senza il quale il parlamento sardo non serve a niente».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, sempre sull’ordine dei lavori, ha affermato che sarebbe stata necessaria una precisazione del presidente o del presidente delle Giunta per le elezioni ed ha espresso compiacimento per il ritorno dei colleghi “decaduti” sui banchi del Consiglio. La Giunta per le elezioni, ha però osservato, «non è assolutamente andata oltre le sue competenze, limitandosi a prendere atto della sentenza del Consiglio di Stato senza entrare nel merito di quella decisione e senza emanare alcun atto al fuori delle disposizioni vigenti, decidendo all’unanimità nel quadro di un rapporto più che corretto fra componenti di maggioranza ed opposizione». Se poi si ravvisa la necessità di nuove norme «siamo disponibili, ma è bene evitare interpretazioni eccessive, ricercando responsabilità che forse sono della legge elettorale e forse dello stesso Consiglio di Stato, responsabilità che comunque non possono essere scaricate sulla Giunta che ha lavorato con equilibrio e serietà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, intervenendo anch’egli sull’ordine del lavori, ha condiviso le argomentazioni del consigliere Pittalis. La Giunta, ha precisato, «non ha fatto altro che prendere atto di una sentenza, al solo fine di consentire la piena funzionalità del Consiglio regionale; se poi c’è bisogno di modificare il regolamento non abbiamo nessuna preclusione, ma diciamo no ad interpretazioni eccessive ed ingenerose».

La consigliera Anna Maria Busia (Sdl), ha ricordato che la vicenda della decadenza dei consiglieri regionali «è stata dolorosissima dal punto di vista umano ma, detto questo, niente può essere contestato alla Giunta per le elezioni, come hanno spiegato con argomenti condivisibili i consiglieri Pittalis e Cocco». «La Giunta – ha detto ancora Anna Maria Busia – ha fatto un lavoro molto delicato in una materia assai complessa come quella dei rapporti fra istituzioni dello Stato e, sul punto, non c’è regolamento che possa modificare la necessità di prendere atto della sentenza di un tribunale della Repubblica».

Il consigliere Mario Floris, premettendo di non voler entrare nel merito delle procedure seguite, ha voluto prendere le distanze «da un comportamento caratterizzato prima dal fare alcune cose e poi disconoscerne la paternità», ricordando fra l’altro che «la legge elettorale regionale ha superato il vaglio del Tar». Il Consiglio regionale, secondo Floris, «avrebbe comunque dovuto occuparsi della materia in un dibattito pubblico per assumersi le responsabilità degli atti che poi si compiono; è un passaggio necessario che va affrontato, perché è vero che le sentenze si applicano ma prima si studiano ed abbiamo visto la profonda disparità di vedute che esiste nello stesso mondo del diritto».

Il presidente Ganau, ritenendo che in Aula si stia sviluppando una sorta di dibattito su questioni non all’ordine del giorno, ha tenuto a ribadire che «il Consiglio non ha compiuto omissioni ed ha seguito sempre le procedure indicate dalla legge, acquisendo anche un parere legale, investendo del problema la Giunta per le elezioni per la parte di competenza e tutelando il Consiglio nelle sedi opportune attraverso l’ufficio legale». «In altre parole – ha aggiunto – è stato fatto tutto quello che si doveva fare in una situazione di grandissima difficoltà, tenendo conto anche che la vicenda coinvolgeva consiglieri regionali; al momento della decisione di merito fissate per il prossimo 26 agosto, dovremo comunque prendere atto anche di quella decisione senza rinunciare a sostenere le ragioni del Consiglio regionale nelle sedi appropriate».

Il consigliere Floris ha osservato che il Consiglio deve affrontare il problema in termini diversi, nel senso che «c’è bisogno di chiarire il modus operandi del Consiglio regionale e dei suoi organi di fronte a situazioni come quelle che si sono verificate, anche con riferimento all’acquisizione di pareri legali esterni ed all’attività della Giunta per le elezioni».

Il presidente ha risposto ricordando che il parere legale acquisito dal Consiglio era articolato in quattro punti e solo su uno la Giunta per le elezioni ha ritenuto di adottare una decisione diversa. Quanto alla discussione su una nuova legge elettorale, per il presidente Ganau è senz’altro «opportuna».

Successivamente, l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 202 (Trasformazione in agenzia del Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese “Sardegna ricerche”, istituito con la legge regionale 23 agosto 1985, n. 21 “Istituzione di un fondo per l’assistenza alle piccole e medie imprese, in attuazione dell’articolo 12 della legge 24 giugno 1974, n. 268”), che nella precedente seduta era stato interrotto al momento della discussione dell’art.6. Il Consiglio ha approvato la legge con 30 voti favorevoli e 20 contrari, introducendo alcune modifiche solo all’art. 8 (Ordinamento del personale) attraverso specifici emendamenti presentati dalla Giunta e dai consiglieri Desini-Busia, del gruppo Sdl. Con l’emendamento della Giunta viene stabilito che il personale di ruolo non sarà inquadrato nell’ambito del contratto collettivo dei dipendenti della Regione ma manterrà l’inquadramento attuale del comparto bancario, con l’anzianità di servizio maturata. Nell’emendamento Desini-Busia, invece, è stato chiarito il riferimento normativo al Decreto legislativo 165/2001.

L’Aula è quindi passata all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: “Documento n.6/XV/A.  Programma attività Corecom per il 2015”.

Il presidente della Seconda Commissione “Lavoro e Cultura”, Gavino Manca (Pd),  ha illustrato il programma del Comitato regionale per le comunicazioni annunciando per il 2015 la conferma della dotazione finanziaria del 2014: 185mila euro.

«Rispetto alle richieste presentate dal Corecom c’è un taglio di 80mila euro spalmato tra le diverse voci di spesa presunta – ha detto Manca – tuttavia sarà garantita la funzionalità dell’organismo e il suo fondamentale ruolo nell’ambito dell’informazione locale.»

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la presentazione di un ordine del giorno sulla proposta della Commissione che prende atto dell’istruttoria effettuata dall’organismo consiliare e ne condivide le modifiche e la riduzione del preventivo di spesa. L’ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio con 36 voti a favore e nessuno contrario, 16 gli astenuti.

Al termine della votazione, il presidente Gianfranco Ganau ha convocato la Conferenza dei capigruppo per decidere sulla prosecuzione dei lavori e, alla ripresa, ha comunicato la decisione della Conferenza di sospendere la seduta del Consiglio per consentire alle Commissioni Prima e Seconda di dare il parere di competenza sulle norme di attuazione dello Statuto speciale della Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua sarda e alle Commissioni Terza e Quinta sulla proposta di legge n. 237 “Realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna”.

I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 16.00.

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Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dagli avvocati Benedetto e Francesco Ballero per conto di due dei quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti Efisio Arbau e Modesto Fenu, riammettendo nella loro carica di consiglieri sia i ricorrenti sia gli altri due consiglieri dichiarati decaduti, Michele Azara e Gavino Sale, almeno sino al 26 agosto, quando si svolgerà l’udienza di merito.

Efisio Arbau, Modesto Fenu, Michele Azara e Gavino Sale erano stati dichiarati decaduti a seguito dell’accoglimento da parte del Consiglio di Stato del ricorso presentato da Antonio Gaia, Pier Franco Zanchetta e Gianfranco Congiu, che avevano così conquistato il seggio in Consiglio regionale. E la Giunta delle elezioni del Consiglio regionale due giorni fa aveva sciolto gli ultimi dubbi, prendendo atto che il sostituto del consigliere Modesto Fenu sarebbe stato Gianni Lampis, neo consigliere della lista Fratelli d’Italia.

La Giunta delle elezioni, riunita per compiere le valutazioni di competenza, aveva preso atto della sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato decaduti i quattro consiglieri regionali e confermato la surroga dei tre consiglieri indicati in sentenza ed aveva deciso di individuare il quarto consigliere avente diritto, ritenendo prevalente l’esigenza di una completa composizione dell’Assemblea regionale. In base al verbale del Collegio regionale elettorale, la Giunta aveva preso atto che il candidato della lista Fratelli d’Italia (Medio Campidano), Gianni Lampis, 27 anni, era il sostituto del consigliere Modesto Fenu, 60° consigliere dell’Assemblea di via Roma.

La Giunta aveva inoltre dato mandato al presidente del Consiglio regionale, di individuare le più opportune azioni giurisdizionali al fine di verificare se i consiglieri indicati in sentenza fossero effettivamente gli aventi diritto.

Martedì i quattro consiglieri subentranti avrebbero dovuto prestare giuramento in Consiglio regionale, convocato per le ore 10.30 dal presidente Gianfranco Ganau.

Ora, a distanza di 48 ore, tutto torna in discussione. I quattro consiglieri che avevano perso il seggio lo ritrovano, almeno provvisoriamente, in attesa dell’udienza di merito del 26 agosto.

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Il Consiglio regionale è stato convocato per martedì 4 agosto, alle 10.30, e proseguirà i lavori anche per l’intera giornata di mercoledì 5 e giovedì 6 agosto.

In apertura di seduta è previsto il giuramento dei quattro nuovi consiglieri, Antonio Gaia, Pier Franco Zanchetta, Gianfranco Congiu e Gianni Lampis, subentrati ai quattro consiglieri dichiarati decaduti dalla sentenza del Consiglio di Stato: Efisio Arbau, Michele Azara, Gavino Sale e Modesto Fenu.

Gli altri punti all’ordine del giorno sono i seguenti: il disegno di legge n. 202 (Trasformazione in agenzia del Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese “Sardegna ricerche“, istituito con la legge regionale 23 agosto 1985, n. 21 “Istituzione di un fondo per l’assistenza alle piccole e medie imprese, in attuazione dell’articolo 12 della legge 24 giugno 1974, n. 268”); la proposta di legge n. 237 (Realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna) e la proposta di legge concernente variazioni urgenti al bilancio della Regione 2015.

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La sentenza del Consiglio di Stato (n. 3612/2015) che ha dichiarato decaduti i consiglieri regionali Gavino Sale, Efisio Arbau, Michele Azara e Modesto Fenu, ai sensi dell’articolo 20 del regolamento interno del Consiglio regionale, a partire dal 23 luglio scorso ha fatto venire meno i gruppi consiliari “Sardegna” e “Sardegna Vera”.

I consiglieri regionali Gaetano Ledda e Raimondo Perra (già “Sardegna Vera”) hanno comunicato l’adesione al gruppo consiliare “Misto”. I consiglieri regionali Mario Floris, Edoardo Tocco e Paolo Truzzu (già gruppo “Sardegna”) sono confluiti al gruppo “Misto” ai sensi dell’articolo 20 comma 5 del regolamento interno mentre il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha comunicato l’adesione al gruppo consiliare “Soberania e Indipendentzia”.

Alla luce delle modifiche, dal 23 luglio scorso, la nuova composizione del gruppo “Misto” è la seguente: Fabrizio Anedda (presidente), Mario Floris, Gaetano Ledda, Raimondo Perra, Edoardo Tocco e Paolo Truzzu. Il gruppo “Soberania e Indipendentzia” è invece formato da Emilio Usula (presidente), Paolo Flavio Zedda, Eugenio Lai e Alessandro Collu.

Resta grande l’incertezza, intanto, sulla nomina del quarto nuovo consigliere che dovrà il posto lasciato vacante dalla decadenza di Modesto Fenu, dopo che la sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che i seggi di Gavino Sale, Efisio Arbau, Michele Azara verranno occupati dai tre consiglieri che avevano presentato il ricorso, Antonio Gaia, Pier Franco Zanchetta e Gianfranco Congiu.

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