3 December, 2024
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Al termine dell’udienza preliminare tenutasi oggi in Tribunale, a Cagliari, davanti il Gup dott. Roberto Cau, ha patteggiato la pena di sette mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, il 58enne di Fluminimaggiore accusato e ora anche condannato per aver investito Antonio Congiu, 85 anni di Iglesias, mentre attraversava a piedi la strada sulle strisce pedonali, causandone la morte. All’imputato il giudice, nella sua sentenza, ha comminato anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno.

Il tragico incidente si verificò il 19 febbraio 2021, alle 7.35, a Iglesias, lungo corso Cristoforo Colombo, subito dopo la rotatoria con via Melissa, ed è stato ricostruito dal dottor Paolo Marcialis, il consulente tecnico cui il Pubblico Ministero titolare del relativo procedimento penale per il reato di omicidio stradale in capo al conducente della vettura, la dott.ssa Rossana Allieri, ha affidato l’incarico di redigere una perizia cinematica per accertarne dinamica, cause e responsabilità: alle operazioni peritali ha partecipato e fornito un prezioso contributo quale consulente tecnico di parte anche l’ing. Stefano Ferrigno messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso il responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono rivolti i congiunti della vittima per essere assistiti nell’iter risarcitorio, unitamente per la parte penale all’avv. Marcello Serra, del foro di Cagliari.

Sono stati tutti rinviati a giudizio i tre indagati, ora formalmente imputati, per l’ennesimo dramma sul lavoro costato la vita, un anno fa, a Claudio Milia, operaio 45enne di Iglesias, come richiesto dal Pubblico Ministero della Procura di Cagliari, dott. Enrico Lussu, a conclusione dell’udienza preliminare tenutasi lo scorso 19 novembre 2021, avanti il Gup del Tribunale cagliaritano dott. Giuseppe Pintori.

Il committente dell’intervento finito in tragedia, il datore di lavoro della vittima ed un addetto dell’altra ditta che operava nel cantiere dove si è verificato l’incidente dovranno comparire in aula il 6 maggio 2022, in cui è stata fissata la prima udienza di un processo dal quale i familiari del lavoratore, che sono assistiti da Studio3A, si aspettano risposte, anche alla luce delle gravi e fatali violazioni delle più elementari norme di sicurezza, e a tutti i livelli, emerse durante l’inchiesta e alla base di una morte del tutto evitabile.
L’incidente è accaduto alle 8.15 del mattino del 13 novembre 2020, nella zona industriale Sa Stoia di Iglesias.
Claudio Milia, carpentiere, che lavorava per la CQ NOL Srl, impresa del posto che effettua pulizie industriali, noleggio di mezzi industriali e di cantiere, produzione, installazione e manutenzione di lavori di carpenteria metallica e manutenzione di impianti in genere, era salito sul capannone della ditta LO.CI Traporti Srl per verificarne la copertura in vista di alcuni lavori di ristrutturazione della campata sinistra dell’edificio che erano stati appunto affidati all’impresa di cui era dipendente. All’improvviso, il tetto ha ceduto sotto il suo peso ed il lavoratore è precipitato giù da un’altezza di 4,20 metri; una caduta che, purtroppo, gli ha causato politraumi troppo gravi e gli è stata fatale, inutili i soccorsi dei sanitari del 118: sul posto sono intervenuti per i rilievi anche i carabinieri di Iglesias e i tecnici dello Spresal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro dell’Asl di Cagliari.

La Procura di Cagliari ha chiesto tre rinvii a giudizio per il tragico infortunio sul lavoro costato la vita, a Iglesias, al 45enne Claudio Milia. La richiesta riguarda il committente, il datore di lavoro e l’addetto di un’altra ditta: l’operaio era caduto dal tetto di un capannone a Iglesias da oltre 4 metri.
L’ennesima morte bianca frutto di gravi e fatali violazioni delle più elementari norme di sicurezza e a tutti i livelli. A chiusura delle celeri indagini preliminari il Pubblico Ministero della Procura di Cagliari, dott. Enrico Lussu, titolare del procedimento penale per l’infortunio sul lavoro costato la vita a Claudio Milia, ha chiesto il rinvio a giudizio per il committente dell’intervento finito in tragedia, per il datore di lavoro della vittima e per un addetto dell’altra ditta che operava nel cantiere. Riscontrando la richiesta, il Gip del Tribunale, dott. Giuseppe Pintori, ha fissato per il 29 ottobre 2021, alle 9.45, l’udienza preliminare di un processo dal quale i familiari dell’appena quarantacinquenne operaio di Iglesias, e Studio3A che li assiste, si aspettano delle risposte.
L’incidente è accaduto alle 8.15 del mattino del 13 novembre 2020, nella zona industriale Sa Stoia di Iglesias. Claudio Milia, carpentiere, che lavorava per conto della CQ NOL Srl, impresa del posto che effettua pulizie industriali, noleggio di mezzi industriali e di cantiere, produzione, installazione e manutenzione di lavori di carpenteria metallica e manutenzione di impianti in genere, era salito sul capannone della ditta LO.CI Traporti Srl per verificarne la copertura in vista di alcuni lavori di ristrutturazione della campata sinistra dell’edificio che erano stati appunto affidati all’impresa di
cui era dipendente. All’improvviso, però, il tetto ha ceduto sotto il suo peso e il lavoratore è precipitato giù da un’altezza di 4,20 metri; una caduta che, purtroppo, gli ha causato politraumi troppo gravi e che gli è stata fatale, inutili i soccorsi dei sanitari del 118: sul posto sono intervenuti per i rilievi anche i carabinieri di Iglesias e i tecnici dello Spresal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro dell’Assl di Cagliari.

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Non ce l’ha fatta Antonio Congiu, l’ottantacinquenne di Iglesias investito da un’auto la mattina di venerdì 19 febbraio in Corso Colombo: il pensionato è spirato dopo alcune ore di agonia all’ospedale di Brotzu, a Cagliari.

L’incolpevole anziano, poco dopo le 7.30, stava attraversando la strada a piedi presso l’ingresso di via Aldo Moro, servendosi regolarmente delle strisce pedonali, quando è stato travolto da un’Alfa Romeo Giulietta condotta da un cinquantasettenne che non avrebbe visto il pedone in quanto abbagliato dal sole: saranno comunque i carabinieri della locale stazione, intervenuti per i rilievi, a fare piena luce sulla dinamica e sulle cause del tragico sinistro. L’investitore si è subito fermato ed ha chiamato i soccorsi, ma ciò non gli eviterà di dover rispondere del reato di omicidio stradale.

I tre figli, Maria Laura, Roberto e Maurizio, per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A.

 

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Ha patteggiato la pena di tre anni il giovane che l’11 marzo 2018 causò il tragico incidente che alle porte di Gonnesa costò la vita al 20enne Alberto Riccaboni. Nulla e nessuno potranno mai restituire al papà Enrico Riccaboni, luogotenente dei carabinieri, e a mamma Rosanna il loro unico figlio Alberto, strappato loro quasi tre anni fa da un tragico incidente stradale, a soli vent’anni, ma ora si è arrivati a una condanna. Oggi, venerdì 20 novembre 2020, in Tribunale, a Cagliari, davanti il giudice per le indagini preliminari, dott. Giorgio Altieri, Alessandro Zedda, 24 anni, di Iglesias, colui il quale ha causato quel “maledetto” sinistro, con l’aggravante di essersi posto alla guida sotto l’effetto di stupefacenti, oltre alle altre sanzioni amministrative del caso, ha patteggiato tre anni, pena per la quale non è prevista la sospensione condizionale: in fase esecutiva chiederà comunque misure alternative alla detenzione in carcere

Lo schianto fatale si è verificato l’11 marzo 2018, una domenica, in pieno giorno, alle 11.30. Alberto, che risiedeva anche lui con la sua famiglia a Iglesias, assieme ad altri tre compagni di squadra stava rientrando a casa da una partita di calcetto su una Nissan Note condotta, appunto, da Zedda, che procedeva lungo la Statale 126 in direzione Iglesias quando all’improvviso il conducente, al km 30+200, nel territorio comunale di Gonnesa, in prossimità di una curva a visuale libera, ha invaso la corsia opposta scontrandosi frontalmente, a una velocità di circa 80 km/h, con una Citroen Xsara che sopraggiungeva nella direzione contraria di marcia, condotta da un quarantaseienne di Gonnesa e con a bordo la figlioletta che all’epoca aveva dieci anni. Purtroppo, il violento impatto è costato la vita ad Alberto Riccaboni, che si trovava sul sedile posteriore della Nissan e che ha riportato un trauma cranico con frattura esposta fronto-parietale destra: il giovane è stato trasportato in condizioni disperate all’ospedale Brotzu dove però l’indomani, 12 marzo, il suo cuore ha cessato di battere. Anche tutte le altre persone coinvolte hanno riportato seri traumi e fratture, in particolare i due occupanti della Xsara, con prognosi anche pesanti, ma loro, almeno, si sono salvati.

Ad aggravare la posizione dell’imputato, gli esami tossicologici a cui è stato sottoposto che hanno dato esito positivo: dunque, il Pubblico Ministero titolare del procedimento, il dott. Marco Cocco, lo ha indagato per omicidio stradale con l’aggravante di aver causato la morte di una persona mettendosi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il suo legale già nell’aprile 2018 aveva già chiesto di patteggiare due anni ma la pena non era stata ritenuta congrua dall’allora Gup che aveva invitato a rivalutarne il calcolo. Successivamente, l’avvocato dello Zedda aveva chiesto di rinunciare alla richiesta di patteggiamento, il giudice aveva rigettato l’istanza e ritrasmesso il fascicolo al Sostituto Procuratore il quale, con atto del 27 maggio 2019, ha quindi chiesto il rinvio a giudizio del ventiquattrenne per i reati di cui all’art. 589-bis commi 1 e 2 c.p. “perché, conducendo con imprudenza e imperizia il suo autoveicolo, che recava il battistrada degli pneumatici anteriori gravemente usurato e trovandosi in stato di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti ai sensi dell’art. 187 D. Lgs. 282/1992, cagionava per colpa la morte di Alberto Riccaboni, trasportato nello sesso veicolo”, nonché il ferimento di altre quattro persone. In relazione alla richiesta il Gup aveva fissato l’udienza preliminare del processo che però è stata rinviata più volte, praticamente quasi per un anno, causa Covid.

I familiari della vittima, per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e nel frattempo sono stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione della Nissan. Oggi si è definitivamente chiuso anche il capitolo penale con la nuova richiesta di patteggiamento. La mamma ed il papà di Alberto, nel loro immenso dolore, dopo la sentenza si sono astenuti da qualsiasi commento.