19 July, 2024
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«La schizofrenica riforma della sanità sarda che si vorrebbe approvare nei prossimi giorni rischia di creare tragici disastri nel sistema dell’assistenza ai nefropatici e ai dializzati sardi!» Lo sostiene in un’interrogazione urgente il consigliere regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che segnala il possibile smantellamento della struttura di dialisi territoriale, che oggi assiste i nefropatici di Cagliari, Isili, Muravera e Monastir. 

«Nel nuovo atto aziendale dell’ATS non vi è traccia di tale struttura – aggiunge Michele Cossa – nonostante essa garantisca oggi quasi 20.000 prestazioni di dialisi l’anno e rappresenti un’eccellenza sarda e nazionale per l’integrazione dei servizi di dialisi con quelli di terapia nutrizionale e di gestione del paziente in telemedicina, associati a capacità gestionali e manageriali che hanno consentito importanti risparmi economici abbinati al miglioramento della qualità delle prestazioni:»

«E’ per questo che i Riformatori sardi chiedono un’immediata marcia indietro della Regione, che reintegri immediatamente la previsione della struttura ed eviti di aggiungere ulteriori disastri al disastro già annunciato, ricordando che l’unico modo per non intasare gli ospedali sardi di prestazioni inappropriate – conclude Michele Cossa – è proprio quello di rafforzare la risposta territoriale alla cronicità, non certo quello di farne uno spezzatino, cancellandola di fatto e negando il diritto alla salute dei pazienti nefropatici sardi!»

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«Il centrosinistra ha fatto un errore tragico a lasciare aperta la porta dei finanziamenti destinati alle imprese turistiche anche a soggetti che si occupano di tutt’altre cose, di fatto sottraendo risorse a quel  miglioramento dell’offerta turistica di cui la Sardegna ha urgente bisogno e che era l’obiettivo prioritario della legge». Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei riformatori Michele Cossa nel motivare il proprio voto contrario alla modifica approvata stamane dall’aula di via Roma. «La maggioranza ha usato toni e argomenti del tutto fuori luogo per motivare questa scelta: la Sardegna ha dimostrato ampiamente di essere una terra accogliente e solidale con chi è costretto a fuggire per cercare migliori opportunità di vita. Ma una cosa è l’accoglienza – ha concluso Michele Cossa – altra cosa è cercare di incrementare la quota di PIL derivante dal turismo, che paradossalmente in Sardegna è inferiore alla media nazionale. Disperdere le poche risorse a disposizione è l’ultima delle cose da fare».

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 446/A (Modifiche alla legge regionale n. 16/2017 “Norme in materia di turismo”).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau che, dopo le formalità di rito, ha ricordato l’ex consigliere Salvatore Ladu, scomparso recentemente a Cagliari dopo una non breve malattia.

Al termine del minuto di silenzio in ricordo dell’ex esponente di Dc, Ppi e Pd, il capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, ha contestato la nomina dei componenti il Cda dell’Ersu di Sassari e le modalità adottate da parte del presidente del Consiglio: «Con i poteri sostitutivi contestiamo l’abuso fiduciario del rapporto politico tra le forze della maggioranza e per tale ragione annunciamo l’abbandono dei lavori dell’Aula».

Il presidente Ganau ha ribadito la correttezza delle procedure e l’opportunità della scelta ed ha quindi sospeso i lavori per qualche minuto. Alla ripresa il Consiglio ha proseguito l’esame della proposta di legge n.446/A (Modifiche alla legge n.16/2017 “Norme in materia di turismo”) interrotto ieri per mancanza di numero legale. Sono stati approvati, con distinte e successive votazioni, l’articolo 1 (abrogazioni), con 27 voti a favore su 28 votanti; l’emendamento aggiuntivo n. 10 (Crisponi e più) che introduce, dopo il comma 4 dell’articolo 10 della legge 16/2017, le campagne di sensibilizzazione  regionali per contrastare l’asportazione di sabbia, ciottoli, sassi  o conchiglie dal litorale o dal mare; gli emendamenti aggiuntivi a firma Lotto e Pietro Cocco, n. 2, n. 3,  n. 4 e n. 9 che specificano e introducono precisazioni tecniche singole parti del provvedimento approvato lo scorso luglio.

Aperta la discussione sull’articolo 2 (Entrata in vigore) il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha rivolto un appello ai consiglieri della maggioranza per il ritiro della proposta di legge in discussione («volete abrogare una norma di buon senso e non tenete conto delle indegne speculazioni in atto proprio sul tema dell’accoglienza»). «Faccio appello alla resipiscenza da parte dei colleghi – ha concluso l’esponente della minoranza –  ritirate questa proposta e concentriamoci sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti».

Il consigliere di Fi, Antonello Peru, ha insistito sulla bontà della norma approvata per il tramite del suo emendamento alla legge 16 e che, come noto, imponeva, a chi beneficiava dei contributi regionali per il miglioramento delle strutture e dei servizi turistici, l’utilizzo di tali strutture soltanto ai fini della ricettività turistica per almeno cinque anni. «Non si comprende – ha affermato l’esponente della minoranza – perché il centrosinistra si accanisca a cancellare un provvedimento di buon senso che ha raccolto il favore di tanti, ad incominciare da quello degli albergatori». Antonello Peru ha quindi concluso con l’invito al centrosinistra a ritirare la proposta di legge in discussione.

Posto in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 27 a favore e 12 contrari. Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri, Luigi Crisponi (Riformatori) che ha ribadito il voto contrario («l’emendamento Peru faceva una giusta distinzione tra operatori del turismo e dell’accoglienza») e Attilio Dedoni (Riformatori), anch’egli contrario («chi usa la carità pelosa per fare proselitismo politico, chi fa il terzomondista in maniera indegna, è fuori della realtà») e Giuseppe Fasolino (Fi), contrario, («non entro nel merito dell’accoglienza perché abbiamo approvato la legge sul turismo: o questa maggioranza pensa che l’accoglienza possa rientrare in una qualche strategia turistica oppure state sottraendo risorse al turismo»). 

Il consigliere Marco Tedde, vice capogruppo di Forza Italia, ha condiviso le affermazioni del collega Fasolino perché, ha sostenuto, «la maggioranza si sta accollando un brutto rischio quello di far partecipare a bandi per il turismo strutture che fanno altro, dovendole per giunta finanziare; è un gravissimo errore politico e culturale, una cosa incomprensibile per gli imprenditori turistici e per tutti i sardi». L’accoglienza ha sostenuto, infine, «ha bisogno di provvedimenti ad hoc e non della solita carità pelosa della sinistra radicale».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «anche all’interno della maggioranza si sta facendo strada la consapevolezza dell’errore, che però non si ha il coraggio di portare all’esterno». «Sui migranti peraltro – ha osservato – avremo molto da dire, per esempio su un recente bando da 11 milioni per 800 ospiti, segno inequivocabile che le risorse ci sono, a proposito, domani sarà qui il Capo della Polizia e noi domani non ci saremo proprio per protestare contro la gestione del problema dei migranti in Sardegna da parte del Governo». «Noi non facciamo lo scendiletto di nessuno – ha concluso Pittalis – e non dobbiamo sempre chinare il capo a qualcuno che viene da Roma, dobbiamo anzi alzare l’asticella nei confronti dello Stato per dire ad alta voce che la Sardegna, anche in riferimento alla vicenda delle scorie nucleari, non può diventare la pattumiera del continente».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha condiviso buona parte del ragionamento del collega Crisponi, ricordando che «la commissione ha profuso un grande impegno per una legge in grado di rilanciare il turismo sardo». «Dispiace perciò – ha lamentato – di aver impiegato molto tempo a discutere di un argomento estraneo alla legge; ragioneremo in seguito di accoglienza e soprattutto di integrazione per ospitare i migranti presso le nostre comunità in maniera umana, e resta il rammarico per un emendamento che ha trascinato la legge su un altro terreno rendendo necessaria e giusta la modifica di quella parte».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la legge, che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 12 contrari.

L’Assemblea ha quindi proseguito i sui lavori con l’esame del documento relativo all’attività 2017 del Corecom (Comitato regionale delle comunicazioni).

La relatrice Daniela Forma (Pd) ha ricordato in apertura che il 2017 è stato un anno record per le conciliazioni con un dato tendenziale vicino alle 1.500 istanze nella materia dei contratti fra privati e gestori della telefonia mobile e della pay-tv. «Per quanto riguarda quelle già definite – ha proseguito la Forma – sono state oltre 700 di cui più di 400 a favore dei cittadini nella sedi di Cagliari e Sassari, a testimonianza di una attività incisiva ed efficiente del Comitato e del gradimento da parte dell’utenza di decentrate l’esame delle pratiche anche a Sassari, scelta che sta incontrando l’interesse di altri Comuni». «Per quanto riguarda le risorse disponibile – ha aggiunto la consigliera – la commissione ha deciso una riduzione rispetto alla richiesta confermando lo stanziamento dell’anno precedente di oltre 200.000 euro». «Da sottolineare – ha concluso Daniela Forma – l’attività svolta dal Comitato nel monitoraggio delle stazioni televisive che utilizzano contributi regionali in collaborazione con l’Università di Cagliari attraverso due borse di studio».

Successivamente è stato presentato un ordine del giorno di condivisione dell’attività del Corecom che il Consiglio ha approvato.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta aggiornandola a domattina alle 9.30 per la cerimonia cui parteciperà il Capo della Polizia Franco Gabrielli ed ha convocato la conferenza dei capi gruppo.

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La riforma della rete ospedaliera, contestata duramente questa mattina nella manifestazione svoltasi da piazza del Carmine al Palazzo del Consiglio regionale in via Roma, continua a ricevere forti attacchi dai consiglieri regionali di opposizione.

«La manifestazione contro il riordino della rete ospedaliera, che si è snodata da piazza del Carmine, è stato il riflesso del malcontento per l’approvazione del disegno – attacca Edoardo Tocco (Forza Italia), vicepresidente della commissione Salute del Consiglio regionale -. E’ stato un passo falso ignorare le istanze dei territori, che hanno palesato le criticità per le diverse sforbiciate ai servizi sanitari. Lle incognite riguardano anche il personale sanitario e la mobilità degli operatori, in seguito al trasferimento operativo dell’Ats al Brotzu. E’ necessario garantire regole certe e trasparenti per i dipendenti del settore, al fine di assicurare processi che non incidano negativamente sulla qualità di vita dei lavoratori che rischiano di essere trattati come l’ultimo anello del disegno di riordino.»

Edoardo Tocco auspica «un immediato intervento per fronteggiare la carenza di personale sanitario nei reparti degli ospedali, visto che gli operatori sono costretti a turni massacranti e carichi di lavoro gravosi» e sulla questione legata alla chiusura dei punti nascita in diversi angoli della Sardegna, aggiunge che «sono state disattese le promesse per il reinserimento delle operatrici licenziate a seguito dell’interruzione dell’attività in diversi presidi. E’ la punta dell’iceberg degli effetti negativi di un riordino destinato a produrre disastri della sanità in Sardegna».

Netta contrarietà e ferma opposizione arriva anche dai Rossomori. «Siamo in presenza di una proposta di riordino che in sintonia e sincronia con l’Atto aziendale, di fatto determinerà un arretramento di servizi e di prestazioni sanitarie adeguati a rispondere al reale fabbisogno – dice Emilio Usula -. A pagare il dazio saranno in particolare i territori già in sofferenza per il progressivo indebolimento delle strutture ospedaliere periferiche».

Rossomori denuncia «l’inganno che sta dietro questa “proposta” di riforma il cui vero obiettivo è quello di esibire presunti conti in ordine anche a costo di un drastico taglio dei servizi. Ci si riempie la bocca della necessità di contrastare la “cultura ospedalocentrica” senza però far nulla per tutelare i territori di dotazioni di servizi alternativi all’ospedale e senza che ancora sia resa operativa una efficiente rete di emergenza-urgenza. Non si tiene in debito conto il dato incontestabile che la sanità ha costi difficilmente comprimibili e che la Sardegna ha, comunque, un rapporto di spesa pubblica nel settore inferiore alla media nazionale. Mentre aumenta la povertà, sempre più cittadini sono costretti a spese aggiuntive per curarsi e molti rinunciano ormai alle cure per i costi proibitivi.

Con prepotenza e arroganza la Giunta e la maggioranza di governo mostrano indifferenza al forte e chiaro dissenso e contrarietà manifestati a più livelli. Rimane insascoltato l’appello di forze sociali e sindacali, quello delle amministrazioni comunali e di ciò che resta delle amministrazioni provinciali, delle unioni di comuni,  con Anci e CAL in testa che con documenti ufficiali hanno espresso netta contrarietà a questa proposta di riordino e al combinato disposto dell’atto aziendale.»

Da consigliere del Nuorese, Emilio Usula denuncia con forza, infine, «il declassamento e il depotenziamento dell’ospedale San Francesco di cui si dice si vogliano mantenere le funzioni ma senza il riconoscimento della qualifica di DEA di 2° livello come anche richiesto nel documento ufficiale del CAL. Un inquadramento nel 1° livello, secondo i parametri imposti e accettati da questa Giunta regionale, solo per finta autonomista e incapace di una visione propria, non potrà non avere in futuro effetti devastanti di indebolimento dell’opedale nuorese e di tutta la sanità delle aree interne».

Secondo Michele Cossa (Riformatori sardi) «la rete ospedaliera disegnata dalla maggioranza di centro sinistra è profondamente sbagliata, prescinde dalla situazione orografica della Sardegna e dai dati del Piano nazionale esiti ed è fortemente condizionata dalla guerra per bande all’interno del PD. Faremo barricate in aula per emendarla e riportarla a razionalità, giacché ci sono scelte del tutto incomprensibili se non nella logica di proteggere alcuni amici. Questo non solo non garantisce il tanto proclamato risparmio (anzi!), ma penalizza pesantemente alcuni territori a vantaggio di altri. In particolare – conclude Michele Cossa – vogliamo garanzie che non vengano toccati i servizi a La Maddalena e che venga arrestato l’inesorabile declino del più importante ospedale della Sardegna, il Brotzu, unico argine possibile per fermare l’emorragia dei sardi che vanno a curarsi negli ospedali della penisola, che costa alle casse della Regione oltre 60 milioni di euro l’anno.»

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«La maggioranza continua a trattare con sufficienza il disagio manifestato dai sindaci e dal mondo della sanità: un errore gravissimo, che non farà che aggravare una situazione già difficilissima. Ho proposto di congelare la discussione per cercare con le amministrazioni e gli operatori sanitari un confronto costruttivo che elimini perlomeno le maggiori criticità, ma la maggioranza ha deciso di andare avanti per la sua strada, assumendosi una enorme responsabilità». Così si è espresso oggi Michele Cossa, componente dei Riformatori sardi nella commissione Sanità del Consiglio regionale.

«La rete ospedaliera, a dispetto di quanto afferma l’assessore Arru, non trova alcun conforto né nel Piano nazionale esiti (che in genere dice il contrario di quanto sostenuto da Arru: per esempio sulla questione dei punti nascita) né in ragioni di carattere economico, considerato che i risparmi sono tutti da verificare – aggiunge Michele  Cossa -, mentre sono evidenti le scelte dettate dalle aree politicamente ‘forti’, soprattutto dentro il PD. E che siano, soprattutto, questioni di parrocchia politica a dominare le scelte lo dimostra molto bene l’intollerabile ritardo nella nomina del direttore dell’Areus, oggetto di un feroce scontro interno al PD. Quanto alla questione de La Maddalena – conclude Michele Cossa – il ministro ha detto chiaramente che la Regione non ha mai chiesto la deroga, né si è preoccupata di creare le condizioni per poterla chiedere.»

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Nuova dura critica del consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa contro la Giunta regionale sulla gestione della continuità territoriale.

«L’assessore dei Trasporti Carlo Careddu oggi ci da tre certezze – dice Michele Cossa -: 1) a 48 giorni dalla scadenza della continuità su Cagliari non c’è ancora nessun bando e nemmeno l’idea di come farlo; 2) sarà molto difficile che ci sia la proroga. Non si può dire che sia colpa di Careddu ma è evidente che il 22 ottobre avrà fine la continuità territoriale, e i voli da Cagliari torneranno tutti a libero mercato, che significa che le compagnie potranno volare quanto vorranno e ai prezzi che vorranno. Insomma, un disastro per tutto il meridione della Sardegna, quello che ha subito le conseguenze peggiori dalle politiche di questa giunta regionale.» 

«La terza certezza – aggiunge Michele Cossa – è che con la CT2 – quella verso gli aeroporti minori, fondamentale per decongestionare Roma e Milano – siamo all’anno zero, cioè alle “interlocuzioni” con la Commissione europea; ma nei tre anni e mezzo che sono passati cosa è stato prodotto su questo fronte, a parte idee che definire fantasiose sembra oggi un triste eufemismo? Il danno che si profila per la Sardegna e per i sardi è di entità spaventosa: studenti, persone che si spostano per motivi sanitari, per lavoro, per turismo, per questioni familiari saranno costretti a pagare somme molto elevate per i loro spostamenti, e tutto a causa unicamente dell’insipienza con cui la Regione ha gestito questa partita della Regione. Che in questo modo ha perso la credibilità che servirebbe al cospetto del Governo e dell’Unione europea – conclude Michele Cossa – per chiedere quei provvedimenti emergenziali che sarebbero necessari quando si tratta di questioni vitali per l’unica era isola d’Italia.»

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«La soddisfazione ostentata dalla Giunta per il dato sulla raccolta differenziata è sconcertante. Si accontenta della statistica ma ignora la sostanza, che è ben diversa: le campagne sono sommerse di materassi e discariche di plastica e ingombranti a causa del blocco del ritiro del Tecnocasic che si protrarrà – se va bene – fino al 30 settembre. Una vera e propria bomba ecologica innescata in tutto il territorio del Sud Sardegna.»

La denuncia arriva dal consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa.

«I comuni da inizio anno si trovano in grave difficoltà: il Tecnocasic per alcuni mesi ha effettuato un ritiro a singhiozzo, e dal mese di maggio non accoglie più del tutto quel tipo di rifiuti. Stiamo parlando di quantità spaventose, tra le 4.000 e le 4.500 tonnellate annue complessive, che fino al 31 agosto (se verranno rispettati i termini) non si saprà né come né dove smaltire. I cittadini più attenti li tengono in casa. Ma molti rifiuti si trovano oggi dispersi nel territorio. Le campagne e perfino le montagne sono invasi da rifiuti che la natura impiegherà centinaia di anni ad assorbire: una vera e propria emergenza di cui nessuno parla. Dappertutto ci sono discariche incontrollate, di cui gli amministratori comunali rischiano di rispondere di questo in prima persona; inoltre, serviranno risorse ingenti per bonificare il territorio. Quali interventi conta di mettere in campo la giunta regionale? Non si tratta, infatti, solo di affrontare la contingenza – conclude Michele Cossa -, ma vista la situazione anche di varare un piano straordinario di risanamento del territorio.»

 

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«La lacerazione che si è creata col territorio in occasione del dibattito sulla rete e ospedaliera deve essere assolutamente ricucita.»

Lo afferma il consigliere regionale dei Riformatori e componente della commissione regionale sanità Michele Cossa.

«Siamo certamente alla vigilia di una svolta importante nella sanità sarda con la imminente approvazione della nuova programmazione della rete – aggiunge Michele Cossa -. L’assessore ha un atteggiamento altalenante: a volte sembra ingigantirne gli effetti in termini di risparmi, ma quando viene attaccato dai sindaci diventa tranquillizzante e ne minimizza l’impatto. La verità è che gli assetti della sanità sarda saranno profondamente modificati e ad esserne interessare saranno soprattutto le zone meno popolate, dove si trovano i cosiddetti piccoli ospedali che verranno ridimensionati. Servizi saranno tagliati quasi dappertutto mentre le aggiunte si contano sulle dita di una mano e certo non riguardano le zone interne.»

«In parte si tratta di qualcosa di ineluttabile, sia per ragioni puramente sanitarie che di sostenibilità economica, problemi che non si possono più ignorare. Tuttavia si ha l’impressione di un approccio superficiale, che ha finisce per favorire alcune realtà a scapito di altre – sottolinea ancora Michele Cossa -. Ecco perché resta nell’immaginario collettivo l’idea di una cesura netta tra centri politicamente più forti che sono stati ben protetti, e il resto della isola, in cui il sentimento più forte è quello dell’abbandono.»

«Da qui la necessità di un’opera paziente quanto difficile di ricucitura di questa lacerazione, che rischia di rendere anche problematica l’attuazione della riforma sanitaria. Pigliaru e Arru promuovano una grande conferenza sanitaria aperta all’ascolto del mondo sanitario – conclude Michele Cossa -, degli amministratori locali e di tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce.»

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«La Giunta regionale non può rimanere inerte di fronte a questo ulteriore colpo assestato ai territori, soprattutto quelli a maggior rischio di spopolamento, com’è il caso di Olzai.» Lo dichiara il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa a seguito dell’annunciata chiusura da parte del Banco di Sardegna di dodici sedi nel territorio regionale. «Quella che era la banca dei sardi, che per decenni ha sfruttato egregiamente la posizione di tesoriere di un gran numero di comuni della Sardegna per incrementare il proprio portafoglio clienti, oggi decide di abbandonare quegli stessi comuni, piantando un altro tassello nel processo di abbandono del territorio in termini di servizi pubblici e privati», aggiunge Michele Cossa, che si aspetta «una presa di posizione netta nei confronti del Banco da parte del presidente della Regione Pigliaru e dell’assessore della programmazione Paci».

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Il consigliere regionale dei Riformatori Sardi Michele Cossa chiede un intervento immediato dell’assessorato regionale dei Trasporti su quanto sta accadendo nei collegamenti con Carloforte e La Maddalena.

«Turisti e residenti denunciano che le tariffe non sono mai state così elevate: chi le ha decise? – denuncia Michele Cossa -. Sulla base di quali criteri? È vero che il concessionario decide a suo arbitrio l’attivazione e la sospensione di tariffe agevolate, come una “tariffa weekend” applicata in tutte le stagioni fuorché d’estate? Chi e in che modo esercita il controllo? Sono cose su cui occorre un chiarimento immediato. Tutti gli aspetti della gestione devono essere regolamentati nel Contratto di servizio che disciplina i rapporti – regolamentandone l’attività – tra la Regione e la compagnia concessionaria. Da anni lo stiamo chiedendo, così come stiamo chiedendo di acquisire le relazioni sul servizio che certamente la società concessionaria è obbligata a trasmettere e le risultanze delle verifiche periodiche che certamente la Regione effettua. Ma apparentemente nessuno ne sa nulla.

«La cosa più grave è che la Delcomar opera in una situazione di monopolio, e questo impone alla Regione un supplemento di attenzione sulle politiche tariffarie (che certo non possono essere lasciate all’arbitrio del concessionario) e sul servizio erogato, che deve essere garantito e articolato in modo preciso durante l’arco della giornata, durante la settimana e nei diversi periodi dell’anno – aggiunge Michele Cossa che annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore regionale dei trasporti Carlo Careddu -. Quanto sta accadendo è assolutamente anomalo, arreca un danno enorme all’immagine e all’economia non soltanto delle isole minori ma dell’intera Sardegna. I sardi pretendono risposte immediate dalla Regione – conclude Michele Cossa – e sarà necessaria un’indagine dell’autorità Antitrust, ultimamente piuttosto sensibile alle tematiche relative al trasporto pubblico locale.»