23 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha rinviato la mozione “sulla grave situazione di incertezza per i lavoratori precari all’interno dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha sollecitato un intervento urgente del presidente del Consiglio per ottenere il rispetto delle procedure nei rapporti tra Giunta e Aula. «Mi si comunica una risposta alla nostra interrogazione n. 61 sulla nomina dei direttori generali esterni all’amministrazione regionale – ha detto Francesco Agus – in realtà si tratta di una comunicazione elusiva, irrispettosa, scorretta e contraria al Regolamento. La risposta arriva, infatti, dal Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione che in sostanza dice di non poter dare risposte. Chiedo al presidente Michele Pais di verificare il rispetto delle procedure in modo che l’interrogazione possa avere una risposta corretta».

Il presidente Michele Pais ha assicurato il suo intervento: «Sarà mia cura fare le verifiche opportune. Spero in giornata di poter dare una risposta in merito».

Si è quindi passati al primo punto all’ordine del giorno, la mozione n. 68 sulla grave situazione dei lavoratori precari dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna a rischio licenziamento per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Il presidente Michele Pais ha comunicato  l’impossibilità di mettere in discussione la mozione per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu.

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco, capogruppo di Liberi e Uguali e primo firmatario della mozione: «Mi dispiace molto non poter discutere questa mozione per il suo carattere d’urgenza. Nell’incontro con i gruppi avevamo stabilito di vederci oggi per verificare la possibilità di approvare un dispositivo con carattere d’urgenza. L’assenza dell’assessore fa cadere tutti i buoni propositi. Sarebbe opportuno che il responsabile della Sanità riferisse in Aula sia sulla questione dell’Istituto Zooprofilattico che sulle graduatorie degli Organizzazioni Sindacali. Noi tutti abbiamo l’esigenza indifferibile di interloquire con lui per capire lo stato dell’arte».

Il presidente Pais si è detto d’accordo con le osservazione del capogruppo di Liberi e Uguali: «Era stato lo stesso assessore a sollevare il problema. Confido che  possa riferire quanto prima sull’argomento».

Rammarico per il rinvio della mozione è stato espresso anche da Piero Maieli (Psd’Az)  che ha sollecitato tempi rapidi per una nuova calendarizzazione del documento: «Oggi scade il contratto dei lavoratori dell’Istituto Zooprofilattico. E’ urgente concludere il processo di stabilizzazione e avviare i concorsi».

Successivamente ha preso la parola Laura Caddeo (Progressisti) che, come in precedenza il suo capogruppo Francesco Agus, ha stigmatizzato il metodo utilizzato dalla Giunta sulle interrogazioni a risposta scritta: «Anche sull’interrogazione n. 124 (qualifiche per Operatori sociosanitari rilasciate da istituti privati) rivolta in prima battuta agli assessori al Lavoro e alla Sanità ci è arrivata una risposta dall’assessorato alla Pubblica Istruzione. Arriveranno le risposte di Zedda e Nieddu?».

Eugenio Lai (Liberi e Uguali) si è detto amareggiato per la decisione della Giunta di non partecipare alla seduta statutaria: «L’assenza di quasi tutti gli assessori in Aula in una seduta solenne è un fatto nuovo – ha detto Eugenio Lai – capiamo che i punti all’ordine del giorno non essendo stati dettati da Pontida siano considerati meno urgenti dalla maggioranza ma non è così per noi. Nella scorsa seduta si è deciso di rinviare una mozione al giorno dopo. Chiediamo la stessa cosa vista l’urgenza: la mozione n.68 si discuta entro questa settimana».

La consigliera del M5S Carla Cuccu ha invece segnalato all’Aula un presunto sgarbo istituzionale subito dalla Commissione Sanità durante un sopralluogo all’ospedale San Marcellino di Muravera: «Non siamo stati accolti dagli organi rappresentativi dell’Ats e dai direttori generali – ha affermato Carla Cuccu – come commissari ci siamo trovati a vagare nei meandri del nosocomio senza sapere dove andare». Carla Cuccu ha quindi espresso rammarico per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità: «Ci sono interrogazioni presentate da tempo che non hanno ancora avuto risposta. A tutt’oggi l’assessorato non ha fornito nessun tipo di documentazione scritta. Vorrei che questo Consiglio potesse esercitare appieno la sua funzione di controllo e ispezione».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi chiesto una sospensione di 5 minuti per parlare con i capigruppo di maggioranza e la vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha messo in discussione la mozione n. 51 “sulla necessità di modificare il comma 23 dell’articolo 6 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48, e di destinare specifiche risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti relativi all’Azione Bosco”.

Il documento è stato illustrato da Franco Mula, capogruppo del Psd’Az e primo firmatario della mozione: «La nostra iniziativa ha due obiettivi: assicurare i finanziamenti ai progetti di Azione Bosco e rivedere le procedure che hanno stravolto il programma originario di tutela e valorizzazione del territorio». Mula ha ricordato che il piano Azione Bosco, voluto dalla Giunta Soru e sostenuto anche da Ugo Cappellacci è stato modificato nella scorsa legislatura: «La procedura prevedeva che il progetto venisse presentato da un’azienda agricola o da cooperativa e venisse successivamente approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore al Lavoro. L’assessorato all’Ambiente aveva il compito di vigilare. Oggi la procedura descritta è stata modificata e le relative risorse finanziare, circa 2 milioni di euro, trasferite nel programma Lavoras. Anche la procedura di affidamento è totalmente cambiata. Prevale il programma Lavoras sui progetti di Azione Bosco. Questo va contro la volontà del Consiglio regionale»

Secondo Franco Mula, le attuali modalità di individuazione dei soggetti beneficiari e le conseguenti procedura di affidamento sono farraginose e complesse: «Prima si prevedeva un soggetto esecutore (azienda o cooperativa) e un soggetto attuatore (Assessorato ambiente) adesso ci sono aspetti poco chiari – ha detto Mula – i soldi sono stati spostati su Lavoras ma la cosa più grave è che ci sono dirigenti regionali che non fanno gli amministratori ma fanno politica».

Mula ha quindi concluso il suo intervento presentando le richieste all’esecutivo: «I soldi affidati a Lavoras devono tornare al piano Azione Bosco – ha rimarcato il capogruppo sardista – in alternativa si trovino risorse aggiuntive per finanziare quel capitolo di spesa. Una cosa è Lavoras, un’altra Azione Bosco, intervento previsto da una legge specifica approvata da questo Consiglio. Si rispetti la volontà dell’Aula».

Dopo l’on. Franco Mula ha preso la parola l’on. Giuseppe Talanas (FI), che ha precisato: “Questi bandi esistono da anni e tendono a migliorare le aree boschive della Sardegna ma limitano l’attività delle aziende agropastorali. Chiedo pertanto alla Giunta che nell’attuazione dei progetti si trovi un punto di equilibrio tra le due opposte esigenze”.

Sempre dalla maggioranza l’on. Giovanni Antonio Satta (Riformatori)  ha ricordato la genesi di questa misura e gli effetti ottenuti, “importanti ricadute sui territori e risposte positive sotto il profilo occupazionale che hanno consentito di prevenire e limitare i danni derivanti dagli incendi e dalle calamità naturali. Purtroppo, questi progetti sono stati interrotti dall’assessore Paci, con una decisione inopportuna e pregiudizievole: quella di inserire le risorse nel calderone dei fondi di Lavoras”. L’oratore ha proseguito ricordando l’iniziativa del 2017 di quattordici sindaci sardi, interessati dai progetti boschivi per i loro territori e ha segnalato la necessità di cambiare “la procedura di affidamento di Azione Bosco introdotta dalla passata Giunta regionale tornando alla gestione passata per la programmazione della spesa”.

L’on. Eugenio Lai (Leu) si è detto “in linea generale favorevole allo spirito della mozione, perché i boschi sono elemento di sviluppo delle nostre comunità. Ma non sono d’accordo sul fatto che si modifichi la legge con una mozione e mi aspetto che i problemi denunciati sulla procedura si risolvano con una variazione di bilancio. Dunque, sarebbe opportuno non levare due milioni di euro dal programma Lavoras ma impegnare gli assessori competenti a reperire altri due milioni di euro per Azione Bosco”.

Per l’esecutivo regionale ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (assessore della Programmazione), che si è rimesso alla volontà dell’Aula e ha aggiunto: “Sono d’accordo sul fatto che sia il caso di inserire direttamente in Finanziaria il contributo per l’Azione bosco, ampliando i progetti e premiando i migliori”.

In replica il presentatore della mozione, l’on. Franco Mula, ha detto rivolto all’on. Eugenio Lai: “Non ci sono leggi da modificare, non è necessario, perché la somma è stata spostata da un capitolo a un altro.   Se poi si riescono a recuperare altri due milioni di euro, tanto di guadagnato”.

Per dichiarazione di voto, l’on. Lai è tornato sul punto e a seguire anche l’on. Massimo Zedda: “In questo modo state sottraendo risorse ai Comuni e ai cantieri Lavoras. E noi non siamo favorevoli a procedere in questo modo”. Contrario anche l’on. Daniele Cocco (Leu), che ha ribadito la necessità della modifica legislativa.

Per l’on. Franco Mula “qui si stanno invertendo e mischiando i piani del discorso. Ma sia chiaro che noi non stiamo togliendo manco un euro ai Comuni”.

L’assessore Fasolino ha ribadito il concetto: “Noi stiamo applicando la legge di stabilità del 2018, che ha votato la precedente maggioranza con un emendamento della commissione Bilancio approvato all’unanimità. Quindi, non stiamo modificando nulla rispetto a quanto è previsto dalla legge”.

La Lega e Fratelli d’Italia hanno annunciato il voto a favore della mozione  mentre il voto contrario dei Progressisti è stato comunicato dal capogruppo, on. Francesco Agus. “Non è corretto levare risorse al bando Lavoras. Si possono trovare altrove due milioni, anche risparmiandoli o attingendoli altrove”.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto notizie all’assessore del Lavoro, on. Alessandra Zedda, “sulla mancanza di cinque milioni del bando Lavoras, a favore dei Comuni. Vorrei sapere se questa notizia è confermata o se possiamo tranquillizzarci tutti”. Per il Pd l’on. Comandini ha spiegato che “non basta una mozione a risolvere i problemi di cui si è parlato. Sarà comunque necessaria una legge con una variazione di bilancio per poter spendere davvero questi denari”.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la mozione 68, che l’Aula ha approvato con 32 favorevoli, 7 contrari e 11 astenuti.

L’on. Carla Cuccu (Cinque stelle) ha illustrato la mozione 5 sul reddito energetico, “con lo scopo di prendere ad esempio il caso virtuoso di Porto Torres per arrivare coinvolgere tutti i Comuni sardi. Da luglio 2017 Porto Torres ha investito 500 mila euro per il fondo rotativo fotovoltaico di proprietà comunale e a favore di utenze domestiche e condomini. Si tratta di autoconsumo gratuito per i cittadini selezionati mediante una procedura di evidenza pubblica. E i crediti maturati verso il Gestore del servizio energetico vengono ceduti dai cittadini al Comune. Un sistema virtuoso, come detto, che in Puglia è diventato poi legge e anche a Milano si va in questa direzione. Chiediamo che altrettanto si faccia in Sardegna, con un fondo rotativo che finanzi impianti fotovoltaici a favore delle famiglie con il reddito più basso e con il contributo a favore della Regione. In questo modo si produrrà energia elettrica attraverso fonti rinnovabili  e ci sarà un’altra ricaduta positiva: nasceranno filiere locali per l’installazione e la manutenzione degli impianti”.

Il consigliere Ignazio Manca (Lega), anche nella sua veste di rappresentante del nord ovest ha osservato che il progetto ha aspetti molto positivi sul piano economico e sociale, consente un risparmio annuo di circa 200 euro annui a nuclei familiari non abbienti ed attiva un sistema virtuoso di auto alimentazione energetica attraverso le energie rinnovabili. Nello specifico, ha aggiunto, Porto Torres riveste un ruolo importante come sito nel quale sperimentare buone pratiche e politiche energetiche innovative dopo un passato di inquinamento molto elevato che richiede un intervento incisivo dello Stato.

Il consigliere Annalisa Mele, anch’essa della Lega, ha affermato che il progetto è positivo perché prevede un intervento significativo a favore delle categorie svantaggiate, sulla scorta di altri provvedimenti che vanno nella stessa direzione: il bonus energetico introdotto alcuni anni fa, il reddito (e pensione) di cittadinanza che incrementa le agevolazioni in materia energetica e idrica anche in deroga alle soglie Isee, altre norme che aiutano i cittadini con alcune problematiche sanitarie e, non ultimo, il bando dell’assessorato regionale degli Enti locali che ha stanziato 23 milioni per la riqualificazione del patrimonio edilizio privato, all’interno del quale è prevista una parte dedicata all’efficienza energetica degli immobili. La Mele ha proposto infine di estendere questi interventi agli edifici pubblici, come già stabilito dal recente decreto nazionale crescita, con particolare riferimento all’Agenzia regionale Area.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta in considerazione dell’importanza dell’argomento e della possibilità di arrivare ad un ordine del giorno condiviso

Il presidente, nell’accogliere la richiesta, ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che è stato predisposto un ordine del giorno condiviso di tutto il Consiglio.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha dichiarato che, ad avviso del suo gruppo, alcuni punti non sono condivisibili, soprattutto per quanto riguarda il mancato riferimento alle bonifiche del sito di Porto Torres.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, concordando in parte con la tesi di Giagoni, ha però lamentato l’eccessiva lunghezza delle sospensioni delle sedute e la scarsa produttività delle stesse.

Il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula, condividendo le osservazioni precedenti, ha detto nel merito che le differenze di posizioni sono piuttosto marginali ed ha suggerito un dispositivo che auspichi l’intervento complessivo della Giunta in materia energetica.

Il consigliere Eugenio Lai ha suggerito che, in assenza di posizioni condivise, è giusto votare la mozione.

Per la Giunta il vice presidente, on. Alessandra Zedda, sottolineando la grande complessità dell’argomento, ha proposto l’eliminazione della parte che riguarda la Regione Puglia, completando la parte dedicata al reddito energetico regionale con un riferimento alla verifica sullo stato di attuazione delle bonifiche nel sito di Porto Torres.

Il consigliere Cuccu (M5S), prima firmataria della mozione, ha espresso parere favorevole sulle modifiche proposte.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha precisato che il problema delle bonifiche, che ha un suo percorso legislativo ed amministrativo, non c’entra nulla col credito energetico

Il consigliere Ignazio Manca (Lega) ha contraddetto il collega Ganau, sostetendo che il problema ambientale complessivo di Porto Torres non può mai essere sottovalutato.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione della minoranza.

Accogliendo la richiesta, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta e aggiornato il Consiglio, in prosecuzione dei lavori, per le 16.00.

Alle 16.40 sono ripresi i lavori dell’Aula, sotto la presidenza del vice presidente Piero Comandini (Pd) che ha concesso la parola al consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, per proseguire nella discussione generale sulla mozione n. 5 (Cuccu e più). Il consigliere Piu ha espresso il suo favore per la mozione nella sua versione originaria e senza alcuna modifica al dispositivo ed ha definito la città di Porto Torres (citata nel documento del M5S) “un esempio virtuoso in materia di reddito energetico”.

La vice presidente della Giunta, Alessandra Zedda (Fi), intervenendo a nome dell’esecutivo ha escluso una posizione contraria da parte del governo regionale ed ha però suggerito l’eliminazione dal testo dei riferimenti alla regione Puglia.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi preannunciato la presentazione di un ordine del giorno ed ha chiesto alcuni minuti di sospensione per completare la raccolta delle firme dei sottoscrittori. Sospensione che è stata accordata dal vice presidente Piero Comandini.

Alla ripresa dei lavori la prima firmataria, Carla Cuccu, ha dichiarato che l’ordine del giorno è sostituvo della mozione e dopo la lettura del testo la Giunta ha espresso parere favorevole ribadendo l’invito alla eliminazione dal testo ai riferimenti alle Regioni Puglia e Lazio. Il consigliere della Lega, Michele Ennas, ha rivolto l’invito alla presidenza affinché sia fornito un testo più chiaro del documento mentre l’onorevole Cuccu (M5S) ha confermato la cancellazione dei riferimenti alla Puglia e al Lazio.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha dichiarato il voto favorevole dei sardisti, seguito dal consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, dal capogruppo Leu, Daniele Cocco, mentre la consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha preannunciato l’astensione del gruppo lamentando il mancato riferimento all’edilizia pubblica e alla produzione del mini eolico. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato il voto favorevole del gruppo e l’ordine del giorno n. 1 è stato approvato con 41 sì e 7 astensioni.

Il vicepresidente del Consiglio, Piero Comandini (Pd), ha quindi concesso la parola al consigliere della Lega, Andrea Piras, che ha illustrato la mozione  Mozione n. 57 (Piras e più) per garantire la piena operatività dell’istituto regionale per la fauna selvatica (Irfs). Il consigliere Lai (Leu), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto la presenza in Aula dell’assessore dell’Ambiente ma il primo firmatario Andrea Piras non ha dato seguito alla richiesta ed ha proceduto con l’illustrazione del documento che impegna la Giunta a potenziare il personale dell’istituto, a garantire adeguate risorse e, con il coinvolgimento del Corpo forestale e di Forestas assicurare rilevanza scientifica all’attività dell’istituto. Nel corso del suo intervento, il consigliere della maggioranza, ha evidenziato la mancata applicazione di quanto stabilito dalla legge 23 del 1998 proprio con riguardo al mancato funzionamento dell’Irfs per l’adozione dei provvedimenti per la valorizzazione del territorio e delle specie di fauna selvatica presenti in Sardegna ed ha lamentato i disagi che ne derivano per la corretta programmazione dell’attività venatoria nell’Isola, nonché il ruolo preponderante dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Ambiente) con riferimento ai pareri a supporto dei provvedimenti regionali.

A supporto delle argomentazioni illustrate da Andrea Piras è intervenuto il suo compagno di gruppo e di partito Michele Ennas che ha ribadito la necessità di un potenziamento dell’organico al fine di rilanciare il ruolo dell’Irfs. «Confermiamo – ha concluso l’esponente della Lega – attenzione e sostegno all’attività venatoria in Sardegna ed ai cacciatori sardi».

A sostegno della mozione anche l’intervento di Emanuele Cera (Fi) che ha stigmatizzato la mancata applicazione delle norme regionali (art. 9 della legge 23/98) ed ha denunciato il superamento delle stesse auspicandone una tempestiva ed efficace revisione con il pieno coinvolgimento delle associazioni della caccia e degli agricoltori.

Il consigliere Eugenio Lai (LeU) ha lamentato in apertura del suo intervento l’assenza dai banchi della Giunta dell’assessore competente ed ha affermato: «Voterò a favore della mozione ma la sua approvazione non risolleverà le sorti della caccia o del mondo venatorio in Sardegna». L’esponete della minoranza ha auspicato la modifica della legge nazionale (n. 157/92) ed ha ricordato come la Regione deliberi “l’apertura della caccia soltanto per effetto di una deroga”. «Non serve mettere una pezza – ha affermato Lai – ma è necessario un intervento strutturale che modifichi la legge 157 e abolisca, ad esempio, l’obbligatorietà dell’applicazione degli ambiti territoriali di caccia ed avere così un calendario a tutela dei cacciatori e delle specie faunistiche».

L’on. Gian Franco Satta (Progressisti) ha ringraziato l‘Aula per l’attenzione verso la mozione e, annunciando il voto favorevole, ha aggiunto: «Siamo favorevoli a un maggiore impegno verso l’istituto regionale della fauna selvatica in quanto tale, perché l’attività venatoria non è prioritaria rispetto ai lavori di quest’Aula o delle commissioni».

Per il sardista Piero Maieli «l’obiettivo della mozione non è soltanto la caccia ma avere contezza della nostra fauna selvatica, attraverso il monitoraggio».

Per il parere della Giunta è intervenuta la vicepresidente, Alessandra Zedda: «La caccia è solo uno degli aspetti della mozione mentre la valorizzazione del territorio, anche sotto il profilo scientifico in collaborazione con l’Università, è il focus principale. Probabilmente abbiamo anche bisogno di attualizzare alcune leggi vigenti nel campo dell’attività venatoria. Dunque, la Giunta è assolutamente a favore della mozione».

L’on. Andrea Piras (Lega) ha espresso soddisfazione per il consenso ricevuto dalla mozione di cui è primo firmatario. Favorevole anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha detto a nome del gruppo: «Grazie a questo istituto avremo finalmente un piano faunistico regionale di anno in anno e un osservatorio puntuale sulla nostra fauna».

Anche Fratelli d’Italia con l’on. Francesco Mura ha annunciato il voto a favore e così il consigliere regionale Eugenio Lai, anche a nome del gruppo Leu.

L’on. Pierluigi Saiu per la Lega ha annunciato il sì e ha ringraziato «il collega Piras per l’impegno profuso per la mozione e tutta l’Aula, che ha saputo affrontare con responsabilità il tema, al di là delle posizioni politiche di ciascuno».

Per l’Udc l’on. Domenico Gallus ha dichiarato il voto favorevole e così l’on. Michele Cossa per il gruppo dei Riformatori. Michele Cossa ha detto: «E’ un tema importante, anche per consentire, se e quando dovesse servire, la caccia selettiva ai cervi di Pula o ai cormorani dell’Oristanese». Favorevole anche il gruppo Psd’Az con il capogruppo Franco Mula. Via libera anche dal gruppo di Forza Italia con l’intervento dell’on. Emanuele Cera. Favorevole anche il gruppo dei Progressisti, per il quale si è espresso l’on. Satta.

L’Aula ha approvato la mozione 57 (Piras e più) sull’istituto regionale della fauna selvatica.

Dopo una breve sospensione, il presidente Comandini ha dato la parola all’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) per illustrare invece la mozione 58, che «mira a mettere in evidenza la necessità che la Sardegna colmi prima possibile il divario digitale. Non si tratta di una infrastruttura qualsiasi: internet è fondamentale e rappresenta una azione di riforma economico sociale che riguarda la vita di tutti i cittadini, la partecipazione democratica e lo sviluppo economico. La Sardegna ha due velocità: una è sulle fasce costiere e dispone di servizi e turisti. L’altra è quella delle zone interne, spopolata, con scarsi servizi digitali, dove i gestori non arrivano perché per loro non c’è un mercato sufficiente. Oltre 300 Comuni sardi si trovano in questa sfavorevole condizione». L’oratore ha proseguito: «La passata giunta ha fatto uno sforzo economico non indifferente per dotare di fibra le zone interne e questa azione meritoria deve proseguire in modo che la banda ultralarga sia presente in tutto il territorio sardo. Sarebbe riduttivo parlare della banda larga come di un servizio qualunque perché siamo in realtà davanti a un diritto della persona e delle comunità: siamo di fronte alla insularità digitale, che necessità di adeguati provvedimenti. La verità è che il ruolo della Regione sulla grande partita della fibra è troppo debole e su 160 comuni interessati Telecom dice che il servizio è attivo e collaudato soltanto in 31 municipi. Ma non è del tutto vero:  ho verificato che nemmeno in quei 31 Comuni il sistema funziona perfettamente. In concreto la Regione paga ma è Telecom che decide se, dove e quando la rete deve funzionare davvero. Telecom è un privato, ricordiamolo, di alto profilo speculativo e cerca di spendere il meno possibile per far partire la rete in aree non remunerative. Mi rendo conto che questa vicenda sembra assurda ma è reale e non è soprattutto accettabile che centinaia di migliaia di sardi debbano avere cittadinanza digitale se e quando lo decide un privato? Io dico di no. E’ necessario che la Regione istituisca un cabina di regia sulla banda larga, per arrivare a dare a tutti, soprattutto a chi ha meno, il diritto di accedere a internet in tutta la Sardegna».

Per la discussione generale ha preso la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az, che ha ringraziato «i Riformatori sardi per aver posto l’accento su un problema enorme della Sardegna, l’Isola che ha la più bassa infrastrutturazione digitale d’Italia e soltanto il 53 per della popolazione può beneficiare di una rete ad alta velocità.  Non è accettabile per noi che la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese rimangano indietro: perché Telecom ha posato la fibra in oltre 200 comuni ma non l’ha accesa? Siamo nelle mani dell’arbitrio di Telecom e non è accettabile. Chiediamo un intervento deciso del presidente della Regione presso il governo nazionale: siamo davanti all’ennesima riprova del fatto che non ci sono governi amici e che ci spetta riprenderci la nostra autonomia. Persino il quarto polo industriale della Sardegna, quello estrattivo di Orosei, che pure conta 700 addetti, non ha banda larga: è inaccettabile, ripeto».

Per l’on. Massimo Zedda (Progressisti) «avere la banda larga nella nostra Isola significa anche frenare almeno in parte lo spopolamento dei piccoli Comuni della Sardegna consentendo il telelavoro. Ritengo sia necessario un bando pubblico per dare la connessione veloce a quelle realtà periferiche sarde che non sono appetibili altrimenti peri gestori delle telecomunicazioni».

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha messo l’accento sull’importanza delle nuove tecnologie per i piccoli Comuni, molto spesso esclusi dalle grandi reti di comunicazione o alle prese con un servizio inefficiente e non concorrenziale. Prima non avevamo niente, ha ricordato, mentre ora la fibra è dappertutto, perfino nel sottosuolo della rete del gas, ma molte comunità restano al fuori del nuovo sistema. Secondo Piga, infine, la proposta della cabina di regia regionale va incoraggiata e sostenuta.

Per i Progressisti il consigliere Gian Franco Satta ha ricordato che nel 2018 a Cagliari si viaggiava a 92 mega di velocità ed il Comune, Tergu, ad uno “zero virgola”. Quello sulla rete tecnologia, ha continuato, è stato uno degli investimenti più importanti della precedente legislatura guidata dal centro sinistra e non vorrei che qualcuno se ne prendesse ora il merito come accaduto per esempio nelle assunzioni della sanità, anche perché le infrastrutture sono state realizzate in tutti i Comuni. Il problema, a suo avviso, è solo quello di intervenire su Telecom ed Open Fiber per adeguare le sue centrali a ricevere il nuovo segnale, per cui il progetto è alla fase conclusiva.

Il consigliere Francesco Mura (Fdi) ha lamentato che, fino al 2014, a Nughedu Santa Vittoria non c’era nemmeno un buon segnale telefonico, fatto molto penalizzante per tutta la comunità, accentuando la percezione dei cittadini di essere isolati. Questo è il problema dei problemi – ha proseguito Mura – ed occorre moltiplicare gli sforzi della Regione per colmare il divario tecnologico fra i diversi territori, senza perdere di vista l’ulteriore evoluzione della tecnologia perché, alle porte, c’è già una rete di nuova generazione.

Francesco Agus, consigliere dei Progressisti, ha criticato in apertura le larghe assenze dell’esecutivo alla seduta statutaria, con un ordine del giorno che ancora una volta è privo di testi legislativi, costringendo la stessa conferenza dei capigruppo ad allungare il brodo. Nel merito della mozione Francesco Agus la definito serio il tema affrontato che mette fra l’altro in luce la mancanza di strumenti concreti di intervento da parte della Regione per correggere l’ampio divario che attualmente separa molti territori e molti Comuni, oltre che penalizzare le imprese sarde. Sotto questo profilo, ha concluso, limitarsi a chiedere una azione del governo rischia di essere troppo poco.

Ancora per i Progressisti il consigliere Antonio Piu ha sottolineato l’importanza dell’intervento avviato nel 2015 per infrastrutturare tutta la Sardegna dal punto di vista tecnologico, un grande progetto che però non ha ancora la copertura territoriale auspicata. In questo contesto, a suo giudizio, la Regione deve lavorare affianco ai Comuni per semplificare i processi burocratici attraverso apposite conferenze di servizi.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha affermato che l’accesso ai servizi tecnologici è diventato sostanzialmente un diritto fondamentale del cittadino, di cui soprattutto in Sardegna ed in certe aree del territorio si avverte ancora la mancanza. La Sardegna, ha aggiunto, è stata in passato la “culla” di grandi innovazioni tecnologiche ed ancora oggi presenta significative eccellenze nel campo pubblico e privato e quindi non possiamo mancare a questo appuntamento con l’innovazione. Noi proponiamo, ha concluso, un emendamento orale per inserire un passaggio relativo all’avvio di una interlocuzione col Governo centrale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sostenuto che quello tecnologico è certamente uno dei grandi divari dell’insularità, un divario purtroppo ancora molto presente nei territori più marginali dell’Isola e nelle zone rurali. Lo stato di avanzamento del progetto, ha detto ancora, non è soddisfacente e presenta molti ritardi che devono essere al più presto recuperati; un compito della Regione che dovrà esercitare un forte ruolo di impulso nei confronti del Governo nazionale e delle aziende impegnate nei lavori. Non meno urgente, ha concluso, la soluzione dei problemi collegati ai segnali telefonici e televisivi.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha annunciato che il suo gruppo resterà in aula per votare la mozione, sollecitando però la maggioranza ad assumersi le sue responsabilità, garantendo il rispetto del numero legale.

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha espresso parere favorevole.

In sede di replica, il primo firmatario Michele Cossa ha ringraziato il Consiglio per la qualità del dibattito su un tema molto sentito dalla comunità regionale anche se, ha precisato, la Regione non fatto tutto quello che poteva dopo aver assicurato il 97% della copertura finanziaria del progetto. E’ importante, ha concluso, che le grandi aziende che stanno operando nel settore sappiano che la politica sarda non è assente; piuttosto, mi aspettavo dalla Giunta nel suo complesso (a parte alcuni assessori) un atteggiamento più concreto, al di là del parere favorevole.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, a proposito dei rilievi del collega Cocco sul numero legale, ha suggerito di ripristinare un sistema di controllo delle presenze, invitando tutti ad una maggiore assiduità.

Il vice presidente Piero Comandini ha replicato che basta modificare il regolamento.

Per dichiarazione di voto, il consigliere di Leu Eugenio Lai ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo, esprimendosi anche a favore della modifica del regolamento in materia di numero legale.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S ha annunciato il voto positivo del gruppo.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda, favorevole, ha però sollevato il problema della presenza del premier Giuseppe Conte domani a Cagliari, una occasione che poteva essere utile per far sentire al capo del Governo la voce unitaria della Sardegna.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha ringraziato il collega Michele Cossa per la sua proposta, richiamando però i consiglieri alla responsabilità di onorare il proprio mandato, invito che a maggior ragione vale per chi riveste ruoli di governo.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, favorevole, ha condiviso alcune delle argomentazione del collega Pierluigi Saiu, osservando però che molti dei suoi auspici non si sono concretizzati, come ha dimostrato l’assenza dell’assessore della sanità ad un dibattito che riguardava da vicino la sorte di molti lavoratori.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, all’unanimità.

Subito dopo il consigliere di Fdi, Francesco Mura, ha chiesto il rinvio della sua mozione sul centro di addestramento della Polizia di Stato ad Abbasanta.

Il vice presidente Piero Comandini, dopo aver accolto la richiesta, ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio a domicilio.

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La Sardegna ha depositato questa mattina a Roma in Corte di Cassazione il quesito referendario che chiede di abrogare la quota proporzionale del sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato. Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ed il capogruppo della Lega Dario Giagoni, delegati dall’Assemblea, hanno effettuato il deposito con altre sette Regioni: il Veneto, la Lombardia, il Friuli, il Piemonte l’Abruzzo, la Liguria e la Basilicata.

«Sarà l’elettorato a decidere con quale sistema elettorale andare a votare – ha detto il presidente del Consiglio regionale Michele Pais all’uscita dal Palazzo della Corte di Cassazione – lo strumento referendario rappresenta il livello più alto di democrazia diretta e partecipata. I cittadini potranno scegliere se confermare l’attuale legge elettorale, che non garantisce la stabilità e governabilità, o se preferire una semplificazione del sistema maggioritario con i rappresentati del popolo eletti direttamente nei collegi uninominali.»

Per il presidente Michele Pais, oggi anche per la Sardegna, è una giornata storica: «Con un sistema puro di maggioritario e di collegi uninominali  gli eletti saranno diretti rappresentanti dei territori di appartenenza, e ci sarà un legame maggiore tra cittadini e parlamentari. Deputati e senatori, secondo la nostra Costituzione, rappresentano la Nazione, ma è  importante un meccanismo elettorale che garantisca una forte rappresentanza territoriale. Ora attendiamo fiduciosi il responso da parte della Corte Costituzionale, che si pronuncerà in merito all’ammissibilità del quesito referendario. La sovranità appartiene al popolo italiano, e siamo lieti che anche grazie alla Sardegna venga garantito questo principio sacrosanto ed inalienabile».

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Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza assoluta la mozione che chiede l’indizione del Referendum diretto ad abrogare la quota proporzionale del sistema elettorale della Camera dei Deputati e del Senato. Il testo prevede che tutti i seggi saranno attribuiti nei collegi uninominali, in ciascuno dei quali risulterà eletto il candidato che avrà conseguito il maggior numero di voti.

«È un voto storico per la Sardegna – dichiara con soddisfazione il presidente del Consiglio regionale Michele Pais – perché saremo protagonisti, unitamente ad altre 4 Regioni, nel presentare lunedì prossimo in Cassazione il testo referendario, per chiedere ai cittadini di esprimersi sulla riforma della legge elettorale.»

«Al di là di come ognuno possa valutare la proposta di riforma – sottolinea Michele Pais – ritengo altamente democratico lo strumento referendario perché, come sancito dalla nostra Costituzione, la sovranità appartiene al Popolo. Ed il referendum è la più alta rappresentazione di democrazia diretta.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sulla richiesta di referendum per l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento.

La seduta si è aperta sotto la presidenza de presidente del Consiglio Michele Pais e concluse  le formalità di rito, compresa la comunicazione della nomina del capogruppo Udc, Gian Filippo Sechi in sostituzione del suo collega di gruppo Domenico Gallus quale componente della giunta per le elezioni, è stata concessa la parola al capogruppo della Lega, Dario Giagoni, per l’illustrazione della mozione n. 67 “sulla richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, di articoli del testo unico per l’elezione della Camera (decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361), del testo unico per l’elezione del Senato (decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533), della legge 27 maggio 2019, n. 51, di disposizioni di delega contenute nell’articolo 3 della legge 3 novembre 2017, n. 165”.

L’onorevole Dario Giagoni ha ricordato gli articoli e leggi interessate dal referendum che si propone di fatto l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento. L’esponete del Carroccio ha evidenziato in senso positivo il protagonismo dei Consigli regionali per l’indizione del referendum abrogativo ed ha ricordato i precedenti referendum che in materia elettorale hanno provocato – a suo giudizio –  un cambiamento nei rapporti tra le istituzioni e nel corpo elettorale. «Con l’approvazione del quesito referendario – ha spiegato il consigliere della maggioranza – tutti i seggi del Parlamento saranno assegnati attraverso collegi uninominali a chi prenderà un voto in più e non ci saranno più dubbi sul risultato elettorale né spazio a meccanismi che determinano approssimazione nella trasformazione dei voti in seggi».

A favore della mozione si è dichiarato il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni che nel ’92 segnò il passaggio dalla Prima alle Seconda repubblica. «I Riformatori sardi – ha spiegato il consigliere della maggioranza – sono nati con quei referendum che hanno messo fine agli effetti deleteri della stagione del proporzionale che obbligava i partiti a compromessi improbabili tra i partiti e al continuo cambio di maggioranze senza mai rendere chiare le responsabilità dei governanti».

Michele Cossa ha evidenziato i positivi risultati ottenuti nella legislazione per gli Enti Locali e ha parlato però di “pasticci nella legislazione nazionale” riferendosi alle norme nazionali che hanno consentito cambi di maggioranza.

Gianfranco Satta (Progressisti) ha criticato duramente il metodo e la sostanza della mozione e si è detto in “imbarazzo” nel constatare che “è stato attribuito carattere d’urgenza al referendum voluto da Matteo Salvini piuttosto che ai temi che interessano i sardi e le emergenze della Sardegna”. come cittadino sardo premetto che la discussione genera imbarazzo. L’esponente della minoranza ha attaccato la Lega e il centrodestra “per l’iniziativa che viene discussa perché il Consiglio regionale sardo è stato indicato tra quelli fedelissimi a Salvini”. «Questa mozione – ha affermato Gianfranco Satta – è dettata dall’esterno ed al rientro da Pontida vi siete precipitati a dare seguito ai desideri del vostro leader».«Così l’Autonomia è a rischio – ha concluso il consigliere del centrosinistra – e la maggioranza non si accorge del livello di subordinazione che dimostrate nel farsi dettare l’agenda politica dal partito del presidente del Consiglio, per questo spero in un sussulto di autonomia e dignità e dunque che questa proposta sia rigettata».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere Antonio Piu (Progressisti) che ha definito “assurda” l’urgenza della richiesta di indizione del referendum abrogativo. «Chiedete il referendum – ha dichiarato il consigliere della minoranza – solo perché il leader della Lega ha perso il posto al governo del Paese e chiedendo in questo modo il cambio delle regole del gioco date l’idea che siete dei soldatini all’interno di questo Parlamento». Antonio Piu si è quindi rivolto ai partiti del centrodestra («quelli che non vantano o non hanno sempre vantato percentuali bulgari») perché scongiurino l’introduzione del maggioritario “rispondendo sempre alla coscienza e non al capo politico di turno”.

Michele Ciusa (M5S) ha ripreso un passaggio delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas, domandando agli esponenti della maggioranza “quale beneficio per i sardi e quale profitto per la Sardegna dalla discussione di questa mozione?”. L’esponente della minoranza ha invitato il centrodestra a far cessare “la propaganda” ed incominciare a dare seguito alle promesse elettorali e a dare risoluzione ai problemi della nostra Isola. Ciusa ha ricordato i dati della crisi e i settori economici in sofferenza per poi concludere con alcune domande provocatorie («Che benefici avranno da questa mozione?»; «Prima i sardi o prima il capitano?»). «Le leggi elettorali – ha concluso Michele Ciusa – non si fanno con il consenso presunto ma con la maggiore condivisione possibile».

Critico anche l’intervento del consigliere Pd, Roberto Deriu, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni evidenziandone “la portata popolare e culturale”. «La vostra azione – ha affermato l’esponente della minoranza – è invece un’iniziativa estemporanea per approfittare di un’occasione propizia per provare ad avere una vittoria elettorale che dia una maggioranza assoluta senza una minoranza». Deriu ha dunque criticato aspramente la scelta politica di chiedere il referendum attraverso la richiesta di cinque Consiglieri regionali: «Perché non siete rimasti tra la gente? Perché non domandate le firme per i referendum alla gente come fanno i movimenti di popolo. Voi invece agite nei palazzetti dei Consigli regionali per scodellare all’opinione pubblica uno strumento che possa scassinare un sistema solo perché vi ha escluso dal potere».

Voto contrario alla mozione è stato annunciato anche da Piero Comandini (Pd) che ha affermato: «Ricordate che i referendum producono molte volte leggi elettorali distorte». Il consigliere della minoranza ha quindi puntato il dito contro la Lega e contro il senatore Roberto Calderoli («è famoso per le leggi elettorali porcata perché lui è il maestro delle porcate». «Il testo che si discute in Aula -ha attaccato Piero Comandini – non è stato scritto all’ombra del Nuraghe Losa ma sul prato di Pontida e consegnato ai prodi leghisti perché fosse votato nei cinque consigli regionali amici in Italia».

Il consigliere democratico ha dunque preannunciato una dura opposizione in Aula e tra i cittadini e, citando un recente intervento dell’ex segretario nazionale del Psd’Az, Giacomo Sanna, si è rivolto a Udc e Riformatori sardi: «Non iscrivetevi al sindacato dei tacchini che difendono la festa del Ringraziamento e non siate polli».

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, dopo aver lamentato l’assenza del presidente della Regione al dibattito sul riconoscimento dell’insularità e ad altri appuntamenti importanti per la vita della Sardegna, ha criticato radicalmente la mozione della Lega, presentata dopo il raduno del partito a Pontida. E in materia di legge elettorale, ha definito prioritaria, semmai, la discussione sulla riforma della legge elettorale per il parlamento europeo che esclude la Regione Sarda. Il problema, a suo giudizio, resta quello della qualità delle proposte delle amministrazioni di ogni livello. La scarsa partecipazione al voto, ha aggiunto, dimostra che non sono le leggi elettorali che avvicinano i cittadini alla politica, e nello specifico la scelta del maggioritario spinto contiene molti rischi a cominciare dal sistema Usa nel quale il presidente eletto governa pur avendo ricevuto meno voti del suo avversario in termini assoluti. Più che di leggi elettorali, ha detto infine, la politica dovrebbe occuparsi di cose che interessano i cittadini.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega), in apertura, ha puntualizzato che il contenuto della mozione, in realtà, è consentire ai cittadini di esercitare il loro diritto di voto, ben altro rispetto agli interventi di altri che hanno ignorato questo aspetto fondamentale. Noi, ha continuato, in questi giorni abbiamo ascoltato molto i cittadini che chiedono di potersi esprimere e di scegliere da chi essere governati, cosa completamente diversa dalla storia di questi giorni che vede uniti partiti antagonisti fino all’altro ieri. Gli stessi partiti che proprio oggi, ha ricordato, sono stati loro per primi a parlare di legge elettorale col solo scopo per impedire di governare a chi vince le elezioni. attraverso l’interdizione di partitini dell’ultima ora, come dimostra la stessa recente scelta di Matteo Renzi.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha affermato che la mozione fa parte del pacchetto “pieni poteri” proposto dal capo della Lega in pieno agosto, ma occorre stare molto attenti ai contenuti perché, ad esempio, il quesito referendario è incomprensibile ed ambiguo, come quello delle Province sarde. A giudizio di Giuseppe Meloni, se davvero si vuol far decidere i cittadini, occorrerebbe poter scegliere i parlamentari che nello schema ipotizzato sono indicati dalle segreterie dei partiti, e si davvero si volesse incidere sulla governabilità sarebbe necessario allineare le leggi elettorali di Camera e Senato, che ora sono diverse. Il maggioritario, a suo avviso, funziona in quadro di bipolarismo che ora non c’è ed ogni caso presuppone il doppio turno che il centro destra ha sempre rifiutato.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha definito gli interventi precedenti dei consiglieri di centro sinistra caratterizzati da un solo filo conduttore, segno che ha ancora bisogno di identificare un nemico qualificando come “male assoluto”. Stefano Tunis ha poi criticato la scelta dei partiti adesso al governo di sottrarsi al confronto con gli elettori spacciando un calcolo di basso profilo come grande svolta politica. Molti interventi, inoltre, hanno mostrato una grande confusione, per esempio confondendo i collegi uninominali con il maggioritario che sono cose diversissime. Il vero tema, invece è, secondo Tunis, è quello che il maggioritario ha consentito non solo maggiore stabilità ma anche, nello specifico, di avere un collegamento fra eletti ed elettori in Sardegna. Spiegheremo queste cose fuori di qui, ha assicurato in conclusione Tunis.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha respinto l’interpretazione di Tunis secondo la quale la sinistra voglia salvare “la sua pellaccia politica”. Anche perché, ha ricordato, all’interno della stessa maggioranza si fa largo l’idea che la mozione della Lega sia una violazione dell’autonomia regionale. Una autonomia, ha continuato, che più volte è comparsa negli interventi del governatore, salvo mettere da parte questi buoni sentimenti in presenza della richiesta dei suoi referenti politici. Molte riflessioni dello stesso presidente sulla legge elettorale sarda, poi, mostravano di avere a cuore la rappresentanza delle piccole realtà ma, anche in questo caso, rimangiandosi poi tutto con una proposta “all’americana” che va in direzione esattamente contraria.  Così non riconquistano gli elettori, ha concluso, si conquistano dando risposte ai problemi concreti delle persone e dei sardi in particolare.

Il consigliere dei Progressisti Diego Loi ha messo l’accento sul carattere di urgenza della mozione, a suo avviso insostenibile, ed in secondo luogo incomprensibile sul piano della scelta delle priorità per il popolo sardo che con è certamente quella della modifica della legge elettorale. Al di là dei tecnicismi, Diego Loi ha detto che occorre riflettere sul concetto di democrazia che vuole esprimere il Consiglio regionale, un concetto nel quale bisogna evitare la demagogia, assegnando al popolo in modo subdolo il compito di esprimersi su problematiche complesse riguardanti la scelta delle rappresentanze parlamentari. In concreto, ha detto infine Diego Loi, il maggioritario non rappresenta la totalità dell’elettorato e in particolare le forze politiche minori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha dichiarato che il Consiglio regionale sta “scrivendo la storia” partecipando ad un processo di rinnovamento dei rapporti fra parlamento e governo, senza accordi e ribaltoni. Penso, ha dichiarato, che gli elettori premieranno questa scelta e voteranno sì al referendum. Quello italiano, ha ricordato, è un lungo percorso di leggi elettorali molto spesso cariche di distorsioni che hanno determinato l’allontanamento degli elettori dalla politica. Noi della Lega, ha aggiunto Ennas, non accettiamo lezioni da partiti che fino a qualche giorno fa si insultavano ogni giorno, e preferiamo rivolgerci ai cittadini in modo chiaro per metterli al centro delle scelte democratiche.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha aperto il suo intervento dicendo che i sardi non sono né pollitacchinipecore. I sardi, ha detto, si aspettavano dal governo e dal Consiglio regionale cose molto diverse da una proposta di riforma della legge elettorale e mi stupisce la posizione del Psd’Az che da sempre sostiene di voler tutelare la rappresentanza delle minoranze. Io credo che questa mozione non passerà, ha previsto Daniele Cocco, e comunque i polli siamo stati a noi a farla passare in conferenza di capigruppo dato che c’erano all’ordine del giorno questioni più urgenti, o forse no perché con la scelta di discuterla abbiamo smascherato il trucco della maggioranza. Rivolto al presidente Christian Solinas, Daniele Cocco ha auspicato che ponga sui grandi problemi della Sardegna (accantonamenti, pastori, sanità) lo stesso impegno manifestato sulla riforma della legge elettorale.

Il consigliere di Fdi Francesco Mura, premettendo che l’azione politica è importante tanto quanto quella amministrativa, ha criticato con forza la manovra di palazzo che ha portato alla formazione del governo attuale e la volontà di cancellare anni di conquiste dei cittadini che hanno portato all’elezione diretta nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, perché la vocazione maggioritaria deve diventare il segno distintivo delle istituzioni fino all’elezione diretta del presidente della Repubblica. Non si può guardare al proprio orticello, ha concluso, ma occorre guardare oltre per il bene dell’Italia.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha ricordato che il 4 marzo 2018 il Movimento ha vinto le elezioni col 32% ma, a causa di una pessima legge elettorale, è stato costretto a stipulare un contratto di governo, mettendo gli argomenti concreti prima delle convenienze politiche e nonostante alcune vicende che hanno riguardato esponenti della Lega. Poi abbiamo parlato solo di migranti, ha lamentato, fino a quando il leader della Lega è stato travolto da un moto di onnipotenza violando il contratto che aveva firmato e pensando di poter andare subito ad elezioni, ma il Movimento non fa accordi con forze politiche che non hanno obiettivi e, di fronte alla stessa sbagliatissima legge elettorale, è stato raggiunto un nuovo accordo con altre forze. La nostra attenzione, ha concluso, era e resta sui contenuti che interessano la gente: scuola, sanità, economia, altro che legge elettorale nazionale dimenticandosi perfino di quella regionale.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto meravigliato del fatto che mentre le commissioni del Consiglio non hanno leggi da esaminare noi discutiamo di legge elettorale. La nostra cultura, ha ricordato, è assemblearistica e parlamentare quindi profondamente diversa dal maggioritario come dimostra la storia; quella cultura che ha assicurato la rinascita della Sardegna dopo la seconda guerra mondiale sotto la guida di uomini di grande valore in Italia come nella nostra Regione. Oggi, ha sostenuto, il sistema del parlamento è antidemocratico perché basato sulla figura di un leader mentre noi vogliamo rappresentare il baluardo di quello che fu il primato del ragionamento, della mediazione e dell’apertura alle forze minori, una situazione compatibile con il presente dove, in base ai numeri non vince nessuno e si determina una situazione aperta, anch’essa compatibile con l’attenzione per il proporzionale che noi riaffermiamo.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha confessato il suo imbarazzo per una mozione che arriva dall’esterno, dall’indicazione di un leader politico al quale la maggioranza si è piegato. Gianfranco Ganau ha poi ricordato di essere da sempre contrario al maggioritario che da sempre mortifica la rappresentatività degli elettori da sempre baluardo forte della democrazia e, quanto alle leggi elettorali, non possono essere stravolti dal volere di questo o quel partito che peraltro può decidere anche le liste dei candisti. Nel merito, ha osservato, il sistema proposto accentua queste distorsioni in linea con la richiesta di pieni poteri con precedenti storici non certo edificanti, andando contro una democrazia basata proprio sull’equilibrio dei poteri, ed in definitiva appare profondamente sbagliato far governare chi prende un voto in più perché così il 30% potrebbe governare contro il 70%. Meglio dedicarsi alla riforma della legge elettorale regionale, ha suggerito, perché la Sardegna esprime un forte bisogno di rappresentatività e per questo rivolgo un appello a forze politiche che hanno a cuore questi problemi ed anche all’Udc, a Forza Italia, al Psd’Az.

Ha assunto la presidenza dell’Aula il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha apprezzato tutti gli interventi precedenti, che contengono aspetti positivi a cominciare da quelli riferiti alla revisione legge elettorale ed all’abolizione del voto disgiunto, tutte cose sulle noi abbiamo molte proposte. Tuttavia, ha aggiunto, su altri commenti è necessario un chiarimento perché non accettiamo l’accusa di aver sventolato le bandiere sardiste a Pontida: non c’è niente di anormale perché noi abbiamo la nostra identità e casomai altri sono impresentabili. Io, ha ricordato, sono stato un riformatore e non rinnego il mio passato di quando raccoglievo le firme per il maggioritario e posso assicurare a tutti che nessuno mi telefona per dirmi cosa devo fare e non lo fa nemmeno il presidente. Siamo polli? Credo, ha detto ancora Franco Mula, che lo siano altri e non vedo perché non dovremmo cambiare la legge elettorale che è sbagliata ed il problema è che quando non c’è condivisione, come non c’è con l’attuale governo innaturale, sono gli italiani che si dovrebbero esprimere e non i partiti ad architettare non giochi di palazzo, e ricordo anche che i 5 stelle non hanno vinto le elezioni ma le ha vinte il centro destra come coalizione. Noi qui oggi, ha detto infine, stiamo votando a favore di un esercizio di democrazia, siamo a favore e senza vergognarcene.

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha stigmatizzato la fretta mostrata dalla maggioranza nel presentare la mozione in aula: Non è un argomento di nostra competenza, non ha il carattere d’urgenza e non è stato discusso in Commissione – ha affermato Francesco Agus – eppure ha bruciato i tempi entrando in Aula dopo appena 7 giorni. Oggi ci onora della sua presenza anche il Presidente Solinas, spesso assente in questo consesso. Ciò dimostra come questa Regione abbia assunto il ruolo di vassallo nei confronti di chi vuole utilizzare strumentalmente un argomento contro l’attuale maggioranza di Governo». Un riferimento chiaro al segretario della Lega Matteo Salvini: «Dopo aver perso la poltrona di ministro ha bisogno adesso di 5 Consigli regionali da utilizzare come arma contro la nuova maggioranza. Voi accettate supinamente un’indicazione e vi accingete a votare una mozione che non avete nemmeno letto. Mi ricorda ciò che accadeva nelle sezioni del Partito comunista quando si dibatteva sul capitale di Karl Marx ma in pochi lo avevano letto».

Francesco Agus si è detto poi dispiaciuto per l’assenza di un dibattito vero: « Il tema è interessante e meriterebbe una discussione approfondita. Ogni sistema elettorale ha bisogno di trovare un equilibrio tra  rappresentanza e governabilità. I problemi non nascono dai piccoli partiti, che in questo Consiglio esprimono più della metà dei consiglieri di maggioranza,  ma nei cosiddetti partitoni».

Il capogruppo dei Progressisti ha infine espresso forti dubbi sulla legittimità della mozione: «Tiene in campo un riferimento al sistema proporzionale. Si parla di collegi uninominali con più candidati sapendo che è una contraddizione in termini. La Corte Costituzionale ammette ormai solo quesiti che propongono scenari chiari e compiuti. Questa è una proposta illegittima, nessuno potrà dire di non essere stato avvisato».

Il presidente Michele Pais ha quindi chiesto il parere della Giunta. Il presidente della Regione Christian Solinas ha difeso la decisione di portare in Aula la mozione: «Oggi si è parlato un po’ di tutto. In passato i vostri rappresentanti hanno sostenuto provvedimenti che minavano dalle fondamenta il principio di rappresentanza come il referendum di Matteo Renzi e votato in Parlamento contro il collegio unico per la Sardegna alle Europee, oggi paventate rischi per la democrazia. E’ necessario riportare un po’ di ordine. L’iniziativa non è nata nel backstage di Pontida ma da una riunione di tutti i governatori del centrodestra. Non è nulla di antidemocratico, si propone di utilizzare bene uno strumento previsto dalla Costituzione: dov’è lo scandalo se cinque Consigli regionali propongono un referendum? Oggi non si decide se ci sarà un maggioritario o un proporzionale ma si chiede al popolo italiano di esprimersi»

Solinas ha quindi ringraziato le forze politiche che hanno appoggiato l’iniziativa accusando l’opposizione di utilizzare argomenti strumentali:«Volete dare lezioni dopo aver introdotto le soglie di sbarramento che non  consentono di avere una rappresentanza reale». Rivolto al consigliere Roberto Deriu (Pd) ha aggiunto: «Non sia l’epigono di un’estetica decadente che ha sempre bisogno di un riferimento al passato. Oggi la sfida è tra vecchio e nuovo, voi vi state iscrivendo al partito della conservazione. Citate ex segretari ed ex leader che difendono il vecchio. Noi non siamo il vecchio, io sono anche segretario del Partito Sardo d’Azione, partito di cui spesso si parla senza conoscerne la storia, i sardisti hanno sempre rivendicato il sistema elettorale di altre regioni autonome come il Trentino dove si vota in collegi uninominali. In Scozia c’è un sistema simile che consente allo Scottish National Party di eleggere i suoi deputati. In Sardegna ci sarebbero 17 collegi uninominali con pochi elettori che darebbero anche ai partiti più piccoli la possibilità di eleggere qualcuno».

Subito dopo, il presidente Pais ha dato la parola per la replica al presentatore della mozione, il capogruppo della Lega Dario Giagoni: «Ringrazio tutti i consiglieri e il presidente Solinas che è rimasto nel tema. Ho sentito di tutto – ha detto Giagoni – il centrodestra è compatto. Il tema è stato condiviso con altre 4 regioni italiane, nel rispetto di un articolo della Costituzione. Si è parlato di democrazia, ma è il popolo sovrano che la detiene. Voi del centrosinistra siete perennemente divisi ma appena vedete lo spiraglio di una poltrona improvvisamente vi unite. Siete voi che per cinque anni vi siate calati le braghe davanti al governo nazionale. Il centrosinistra ha creato il disastro. Chiedo rispetto per Roberto Calderoli, se si parla di porcate parliamo di Ats o di continuità territoriale. Quanto ai 5 Stelle ci parlino di Raggi o della situazione di Roma. Vi auguro buon lavoro a livello nazionale qui ci pensiamo noi con un grande condottiero come Christian Solinas».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione gli emendamenti e il testo della mozione per i quali il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto il voto segreto.

Sulle modalità di voto e sull’interpretazione del regolamento si è acceso un piccolo dibattito risolto subito dopo una breve sospensione dell’Aula.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione, a scrutinio segreto, l’emendamento n. 1 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera a) del n.1, è soppresso il punto dell’elenco contenente il riferimento all’articolo 81, secondo e terzo comma”, che è stato approvato con 36 voti a favore e 21 contrari. L’Aula ha poi approvato, con 37 voti a favore e 21 contrari, anche l’emendamento 3 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera d) del n. 1, è inserito come primo punto dell’elenco il seguente. “- nel titolo, le parole “e plurinominali”,”.

Il presidente Pais ha poi aperto la votazione finale della mozione, che è stata approvata con 37 voti favorevoli e 21 contrari. Successivamente l’Aula ha approvato anche l’ordine del giorno (Giagoni, Mula, Cocciu, Sechi, Cossa, Mura, De Giorgi) “sulla nomina dei delegati del Consiglio regionale ai fini del referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352 (Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”. Il testo delibera di designare quali delegati effettivo e supplente, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, e il consigliere regionale Dario Giagoni. L’ordine del giorno prevede inoltre “di dare mandato al presidente del Consiglio regionale di inviare la deliberazione contente la mozione n. 67 e il relativo allegato agli altri Consigli regionali con l’invito ad adottare analoga deliberazione”.

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio regionale è stato convocato per il primo ottobre per la Seduta statutaria.

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Mercoledì prossimo 2 ottobre, alle 11.00, nella sala Transatlantico del Consiglio regionale, sarà presentato il libro “Dalla prima radio libera alla scoperta del web”, una sorta di “racconto di viaggio “dell’informazione in Sardegna attraverso articoli, retroscena, testimonianze, aneddoti e ricostruzioni di quanto accaduto nell’Isola in circa 70 anni, illustrati da foto di repertorio e soprattutto di archivio provenienti da aziende editoriali e singoli professionisti del settore.

Il volume, scritto a più mani dai più importanti giornalisti del panorama regionale che hanno lavorato a titolo gratuito, conclude un lavoro (anche questo a più mani) durato circa 2 anni, che ha visto impegnati due ricercatori della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Cagliari per la raccolta e selezione del materiale ed il giornalista Alessandro Zorco per la revisione editoriale conclusiva.

«E’ stato un bel lavoro di squadra – dice il presidente del Corecom Sardegna Mario Cabasino, promotore dell’iniziativa – un po’ simile a quello delle redazioni che ogni giorno propongono al pubblico il loro prodotto sperando di aver centrato le notizie più importanti della giornata.»

«Certo – ammette – non ha la pretesa di rappresentare un’opera dal taglio e soprattutto dal rigore scientifico ma, nello stile del buon giornalismo, vuole essere un libro che si fa leggere e sfogliare riuscendo a soddisfare anche, perché no, un bel po’ di curiosità.»

«Vista da questa particolare angolazione – spiega ancora Mario Cabasino – la Sardegna viene fuori per certi aspetti come una terra che è stata capace di essere sempre un passo avanti; penso alle reti televisive regionali e locali private, al mondo di internet ed allo stesso cambio generazionale dei giornali, dalla stampa a caldo alla fotocomposizione, tutto è partito da qui. E poi – conclude il presidente del Corecom Sardegna – anche nell’informazione la Sardegna ha riflesso la sua specificità e la sua voglia di pluralismo, anche nei momenti difficili quando certi editori facevano sentire tutto il peso dei loro interessi economici.»

Il libro sarà presentato dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais al quale seguiranno gli interventi di un ricco parterre: l’assessore dell’Informazione Andrea Biancareddu; il presidente della commissione, Alfonso Marras; il vice presidente nazionale dei Corecom, Alessandro De Cillis; l’ex direttore dell’Unione Sarda, Gianni Filippini; il presidente di Confindustria Radio-Tv, Franco Siddi; il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi; e, infine, il presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, Celestino Tabasso. Al termine un dibattito, moderato dal presidente del Corecom Sardegna, Mario Cabasino.

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Questo pomeriggio il Consiglio regionale ha approvato la richiesta di istituzione di una Commissione speciale inerente al riconoscimento del principio di insularità, da parte dei rispettivi Stati e dell’Unione europea, per le regioni appartenenti a Stati sovrani, aderenti all’Ue, il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel Mar Mediterraneo .

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha aperto la discussione sulla richiesta di istituzione, per la durata di un anno, di una Commissione speciale sul tema dell’insularità presentata da 13 consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Un’iniziativa trasversale con un obiettivo dichiarato: ottenere il riconoscimento del principio di insularità da parte dei rispettivi Stati e dell’Unione Europea, per le regioni appartenenti a Stati sovrani, aderenti all’UE, il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel mar Mediterraneo: Sicilia, Sardegna, Corsica, Isole Baleari, Creta, isole dell’Egeo e isole Ionie.

La richiesta è stata illustrata dal primo firmatario, il consigliere del Pd Roberto Deriu: «Questa iniziativa consiliare è il frutto di un lungo e duro lavoro incentrato sulla necessità di un riconoscimento in Costituzione del principio di insularità – ha detto Roberto Deriu – per questo chiediamo oggi un pronunciamento unanime del Consiglio, l’obiettivo è ambizioso: riunire in un fronte comune tutte le regioni insulari del Mediterraneo nella contrattazione con l’Unione europea. Solo così si potrà ottenere uno status speciale che ci permetta di superare lo svantaggio dell’insularità».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Michele Cossa ha sottolineato l’importanza del passaggio consiliare inserito in un’iniziativa più ampia che ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche presenti in Sardegna ma anche di molti sindaci e amministratori locali. «La battaglia per l’insularità si è chiusa con il deposito di una proposta di legge di iniziativa popolare firmata da oltre 100mila cittadini. Quella proposta è oggi all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Chi ha dimestichezza con i meccanismi parlamentari conosce le difficoltà e la debolezza contrattuale della Sardegna. Per questo occorre utilizzare la leva degli argomenti soprattutto nel momento in cui le regioni ricche del Nord hanno aperto un altro fronte sull’autonomia differenziata».

Michele Cossa ha quindi ricordato i rischi che questa nuova rivendicazione delle regioni forti del settentrione comporta per la Sardegna e la necessità di far valere le nostre ragioni: «C’è un elemento incontrovertibile a nostro favore: la Sardegna, in quanto isola, ha difficoltà che non ha nessun’altra regione italiana, nemmeno al Sicilia che può godere di collegamenti migliori. Se noi facciamo parte della comunità nazionale, lo Stato deve darci le medesime opportunità delle altre regioni italiane. E’ finito il tempo dell’elemosina, tutti siamo consapevoli che ogni regione deve raggiungere un livello di efficienza che gli consenta di sbrigarsela da sola. Ci sono da noi gap infrastrutturali, difficoltà enormi nei collegamenti. E’ una battaglia che deve coinvolgere tutte le forze politiche perché l’obiettivo è davvero grande».

Anche Ignazio Manca (Lega) si è pronunciato a favore dell’istituzione di una Commissione speciale: «E’ un tema mai risolto. La Sardegna è in grande difficoltà economico e sociale che i giovani pagano più di altri. Siamo da sempre visti come una colonia – ha aggiunto Ignazio Manca – non ci è mai stata riconosciuta sovranità ma solo assistenzialismo. Poco importa che ogni anno 7-8.000 giovani lascino la Sardegna. La soluzione indicata è il ripopolamento della Sardegna con i migranti, nuovi schiavi di un sistema che non funziona». Ignazio Manca ha quindi ricordato il deficit infrastrutturale che penalizza la Sardegna e gli alti costi per la mobilità aerea e marittima: «In questo contesto sono danneggiati non solo i sardi ma tutta l’economia isolana a partire dal turismo. C’è bisogno di un nuovo piano di crescita. Serve un fronte unitario, la battaglia per l’insularità è un’opportunità importante. L’auspicio è che la proposta di legge nazionale venga approvata al più presto dal Parlamento».

Per il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau c’è la necessità di un passo in avanti nella battaglia per il riconoscimento del principio di insularità: «Questa condizione è riconosciuta come svantaggio dai trattati europei. La Ue riconosce anche l’esigenza di politiche mirate. E’ però quello che oggi manca alla nostra Isola – ha detto Gianfranco Ganau – la Sardegna ha pochi abitanti, non gode di una vera continuità territoriale, il costo aggiuntivo per il solo trasporto marittimo è di 660 milioni all’anno. Non ci sono autostrade e ferrovie ad alta velocità. Per non parlare del gap infrastrutturale: siamo l’unica regione priva di energia a basso costo».

Gianfranco Ganau ha quindi citato i dati sull’indice di competitività delle regioni europee che vede la Sardegna al 128° posto su 263: «L’insularità si traduce in arretratezza, per questo molti nostri ragazzi lasciano la Sardegna. Solo compensando gli svantaggi si può essere concorrenti. In attesa di sistemi solidaristici, i divari sono destinati ad aumentare come testimonia l’aumento dei tassi di disoccupazione e l’abbassamento  del livello di istruzione universitaria. La battaglia sull’insularità è decisiva, sbaglia chi la sottovaluta. Un primo risultato è stato raggiunto con l’istituzione di una commissione paritetica nel 2017 che però non ha poi avuto seguito. Il referendum consultivo ha avuto il 90% di adesioni e la proposta di legge nazionale è stata firmata da oltre 100mila persone. Oggi finalmente l’argomento entra a pieno diritto in quest’aula con la richiesta di istituzione di una Commissione Speciale.  I risultati dipenderanno dalla nostra capacità di coordinare e dirigere il lavoro con le altre regioni insulari d’Europa».

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha rivendicato il lavoro portato avanti dal Comitato per l’insularità: «L’obiettivo era ottenere un provvedimento non calato dall’alto ma raggiunto attraverso il coinvolgimento di tutte le forze sociali. La presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare è percepita come un’azione di popolo. Purtroppo in Parlamento nulla si muove. Nel frattempo altre regioni più ricche di noi chiedono spazi finanziari più ampi. Il Comitato ha evidenziato la necessità di far rispettare l’articolo 3 della Costituzione. Ecco perché l’azione non mira a maggiori interventi assistenzialistici ma si indirizza verso una prospettiva costituzionale per il raggiungimento di diritti più compiuti».

Franco Mula ha poi sottolineato le ragioni del divario tra la Sardegna e le altre regioni italiane: «Il gap deriva dal mancato riconoscimento dell’insularità che si traduce in un vero e proprio divario democratico. E’ necessario mandare un segnale chiaro al Parlamento, l’istituzione di una Commissione speciale va in questa direzione. Lo Stato deve riconoscere lo svantaggio e predisporre gli strumenti per il suo superamento. Sarebbe opportuno prevedere nel documento anche il coinvolgimento della Giunta. L’esecutivo regionale vuole portare queste istanze nel confronto con il Governo».

Roberto Deriu si è detto favorevole alla proposta del capogruppo sardista: «Accogliamo l’invito del consigliere Franco Mula. Vogliamo lavorare in stretto contatto con la Giunta, anzi proponiamo un incarico a un assessore che segua da vicino la vicenda».

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta per consentire la presentazione di un emendamento ad hoc.

Alla ripresa dei lavori Franco Mula ha presentato un emendamento orale nel quale si sottolinea la comunità di intenti tra Giunta e Consiglio sul fronte dell’insularità. L’emendamento è stato accolto dall’Aula.

E’ poi intervenuto il capogruppo della Lega Dario Giagoni per chiedere un’ulteriore sospensione dei lavori. Richiesta accolta dal presidente Michele Pais.

Alla ripresa dei lavori il presidente, dopo l’acquisizione del parere favorevole della Giunta, ha messo in votazione l’ordine del giorno relativo alla proposta di costituzione della commissione: il Consiglio ha approvato all’unanimità con 52 voti. Successivamente il presidente ha riconvocato il Consiglio per domani alle 11.00.

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«La vittoria della Supercoppa non è solo una conquista sportiva ma è un grande segnale di rivincita, una prova di carattere ed un motivo di orgoglio per la Sardegna intera.»

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, esulta per il risultato positivo della Dinamo che ieri notte, al PalaFlorio di Bar, ha battuto l’Umana Reyer Venezia, conquistando l’ambito trofeo.

«La nostra squadra di basket – ha detto il presidente del Consiglio regionale – ha il carattere e l’orgoglio del popolo sardo che non si arrende davanti alle difficoltà. Bravi ragazzi, vi aspettiamo in Consiglio, siamo fieri di voi.»

Riparte il treno da e per Alghero e il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, saluta la fine dell’isolamento ferroviario della città catalana salendo a bordo del primo convoglio che, dopo un anno di assenza forzata, ha riportato in città gli studenti di Olmedo. Alle 6.55 di questa mattina, dunque, è ripartito il locomotore dell’Arst che ancora per un mese circa si fermerà soltanto nella stazione di Olmedo ma che per la fine di ottobre è atteso fino a Sassari. Sono, infatti, ormai praticamente ultimati i lavori di messa in sicurezza dell’intera rete che hanno causato lo stop al servizio su binari e costretto pendolari e turisti ai viaggi sostitutivi col bus. «Manteniamo gli impegni e si rispettano i tempi della consegna dei lavori – ha dichiarato il presidente Michele Pais – e saluto, dunque, con soddisfazione la ripresa dei collegamenti ferroviari e la riapertura dei binari tra Alghero e Olmedo, in attesa di arrivare, a breve, fino a Sassari». La linea attivata dall’Arst questa mattina copre in quindici minuti i 9 chilometri e 800 metri che separano Alghero da Olmedo e per la fine di ottobre, con la conclusione degli interventi previsti sulla Olmedo-Sassari servirà l’intero tracciato (30 chilometri e 100 metri complessivi).

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«I dati parlano chiaro: gli amministratori sono sotto tiro. Non si tratta più di fenomeni sporadici ma di vera emergenza democratica.»

Esprime preoccupazione il presidente del Consiglio regionale Michele Pais dopo l’ennesimo attentato contro il sindaco di Siniscola Gian Luigi Farris.

«La Sardegna – dice Michele Pais – è una delle Regioni dove il fenomeno degli attentati contro gli  amministratori locali è in continua crescita. Atti scellerati che vogliono minare le Istituzioni a qualunque livello e che richiedono risposte forti e tempestive.»

Il presidente Michele Pais ha espresso al sindaco Gian Luigi Farris la piena solidarietà dell’Assemblea: «Il Consiglio regionale è vicino al primo cittadino, alla sua famiglia e alla comunità di Siniscola. Atti come questi – scrive Michele Pais – sono l’espressione di un dissenso incivile che deve essere censurato ad ogni livello».

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Il Consiglio regionale ha approvato la seconda variazione di bilancio, contenente disposizioni in materia sanitaria.

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Michele Pais, che prima della discussione del primo punto all’ordine del giorno ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, che prevede dunque la discussione della mozione 27. La consigliera Laura Orrù (Progressisti) l’ha illustrata, ringraziando “tutto il centrosinistra, le associazioni e gli enti locali” per l’adesione all’atto parlamentare a sua prima firma. “Il problema della plastica colpisce tutti noi e l’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica, che finisce poi riversata in mare come ben sappiamo. L’Italia è uno dei principale produttori di stoviglie monouso e d’acqua in bottiglia di plastica, otto miliardi di pezzi ogni anno. Non possiamo più chiudere gli occhi ma dobbiamo adoperarci contro questo inquinamento. Soprattutto perché la nostra regione basa il turismo sul suo ecosistema”. L’on. Laura Orrù ha proseguito: “Noi vogliamo concretamente sollecitare tutti voi perché il mondo della produzione e dell’industria viri una volta per tutte verso un’economia di tipo circolare. Deve essere chiaro che l’economia verde può essere considerata la terza rivoluzione industriale e spero che anche la maggioranza e la Giunta concordino su questo e siano conseguenti. Dobbiamo coinvolgere tutti i Comuni e tutti i portatori di interesse per andare nella direzione plastic free, minimizzando l’uso di materiale monouso non biodegradabile a cominciare dal nostro Consiglio regionale”.

A seguire l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha aggiunto: “E’ indubbio che occorra legiferare ma vanno cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi per ridurre il consumo di plastica non biodegradabile. La chance di salvare il nostro pianeta passa dall’educazione e dalla scuola, da una massiccia campagna di alfabetizzazione ecologica. La Sardegna è terrai ideale per avviare un non più procrastinabile  cambiamento”.

L’on. Francesco Mura (Fdi) ha detto di condividere questa iniziativa e ha aggiunto che “l’educazione ambientale è il passaggio necessario per andare nella direzione di preservare l’ambiente. Per questo propongo all’opposizione un ordine del giorno congiunto che vada proprio in quella direzione”.

Per l’on. Gigi Piano (Pd) “se filtrassimo tutte le acque salate del mondo scopriremmo che sono ricche di plastica in sospensione  e la catena alimentare del mare sta subendo danni forse ormai irreparabili. Purtroppo il nostro sistema produttivo è condizionato dall’uso massiccio della plastica ma la nostra generazione ha l’obbligo morale e politico di far fronte a questa enorme emergenza, che non risparmia nemmeno la nostra isola. Sono convinto che la Giunta e in particolare l’assessore all’Ambiente condividano questi ragionamenti e queste ambizioni”.

Il Pd ha preso la parola anche con l’on. Corrias, che ha detto: “Non possiamo però lasciare i Comuni alle prese con le loro ordinanze sindacali perché non basta. Bisogna intanto vietare l’uso della plastica negli arenili e deve essere la Regione a imporre questo divieto”.

L’on. Diego Loi (Progressisti) ha esordito dicendo che “questo governo regionale non può non prendere in considerazione il tema, anche perché dal 2021 l’Ue ha previsto che la plastica non rinnovabile sia bandita. Ma in realtà questo tema rappresenta in pieno il futuro della Sardegna: non bastano gli strumenti amministrativi che un Comune ha a disposizione, se vogliamo che l’effetto sia forte. E’ più importante sensibilizzare invece che pensare di affidarci soltanto alla repressione delle condotte irresponsabili”.

A seguire l’on. Antonio Piu (Progressisti), secondo cui “bisogna essere chiari e, ad esempio, se vogliamo evitare di produrre otto miliardi di bottiglie di plastica è necessario che si consumi l’acqua della rete e che l’acqua delle case sarde non abbia un cattivo sapore. Mi auguro che la green economy e le ordinanze comunali sono il primo passo verso una necessaria sensibilizzazione ma non bastano i divieti se non si registra al tempo stesso un profondo cambio culturale”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola per dire che “il tema ambientale è ormai nel dibattito pubblico e nell’agenda delle istituzioni, visto che si tratta del tema più importante della nostra epoca e l’unico vero lasciato verso i nostri figli. Ormai è chiaro che la Regione Sardegna debba svolgere la sua parte e affiancare l’azione che già i Comuni sardi hanno già avviato, preferendo il vetro e il materiale biodegradabile. Altrettanto dovremmo fare in questo Consiglio regionale, nella nostra vita di tutti i giorni in questo palazzo”.

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dopo aver ringraziato la collega Orrù per aver sollevato un tema molto sensibile, ha auspicato il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici in un nuovo impegno sull’argomento, colmando i gravi ritardi di tante istituzioni a cominciare dalla stessa Unione europea, che lo ha inserito solo recentemente in uno specifico piano strategico. Occorre un quadro normativo adeguato nel quale la Regione possa svolgere un ruolo più incisivo e, come Riformatori, ha aggiunto, depositeremo a breve una proposta di legge che, pur essendo per certi aspetti emergenziale, inizi ad “aggredire” il problema. Con i nostri 1841 km di coste circondate dal mare, ha detto infine, sentiamo l’inquinamento in modo particolare e dobbiamo fare qualcosa subito.

Il consigliere Roberto Deriu, del Pd, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha osservato in considerazione della volontà unanime del Consiglio, ha sollecitato la Giunta ad esprimere la sua posizione.

Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula ha sollecitato una breve sospensione dei lavori per definire un ordine del giorno condiviso al quale alcuni gruppi stanno già lavorando.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ha sottolineato che il dibattito in Consiglio ha fatto emergere la passione dell’Assemblea sarda ma anche la preoccupazione per il problema ambientale. Successivamente ha ricordato che, a pochi giorni dal suo insediamento, furono rinvenuti nella pancia di un capodoglio piaggiato ben 22 kg di plastica e, in quella circostanza, ha precisato, tutti si sono resi conto di trovarsi davanti ad una grande sfida culturale. L’assessorato parte da una buona base, da detto ancora citando l’attività dei centri di educazione ambientale che diffondono sui territori informazioni e buone pratiche con il coinvolgimento dei Comuni, e quella della rete dei parchi e delle aree marine protette sempre più capaci di mettere in campo progetti di qualità. In sede di commissione Ambiente all’interno della conferenza delle Regioni è già emersa, ha affermato Gianni Lampis, la necessità di maggiori risorse da parte dello Stato e di revisione della normativa che classifica come speciali i rifiuti recuperati in mare, con alti costi di smaltimento e tempi eccessivamente lunghi per l’eliminazione di questi materiali. Nel nuovo Piano dei rifiuti, ha poi sostenuto, sarà importante agire sulla differenziata per arrivare ad una vera e propria filiera di settore con impianti adeguati ed efficienti che ancora mancano. L’assessore ha infine annunciato una delibera riguardante le tante sagre che si svolgono in Sardegna, alle quali sarà assegnata una premialità collegata proprio all’uso di materiali bio-degradabili. Gianni Lampis ha espresso in conclusione parere favorevole sull’ordine del giorno unitario proposto dal Consiglio.

In sede di replica, la prima firmataria della mozione Laura Orrù (Progressisti), ha manifestato soddisfazione per la qualità del dibattito, le dichiarazioni dell’assessore e la proposta di legge annunciata dai Riformatori. E’una risposta alla domanda di tanti cittadini, ha concluso, e le istituzioni regionali hanno il dovere di fare nel più breve tempo possibile qualcosa di concreto.

Subito dopo il presidente ha sospeso brevemente la seduta per consentire ai gruppi di preparare l’ordine del giorno.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’arrivo dell’ordine del giorno sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha osservato di non aver potuto leggere il documento ed il presidente ha quindi deciso di darne lettura attraverso il segretario Carla Cuccu.

Per dichiarazione di voto, il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha messo l’accento sull’alto valore del documento che ribadisce il principio della conservazione dell’ambiente naturale, come compito etico e civile assegnato alla generazione attuale nei confronti di quelle successive.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sottolineato che ambiente e salute sono le grandi priorità del nostro tempo, da sempre al centro dei programmi della Lega.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso il parere favorevole del suo gruppo.

Successivamente l’ordine del giorno, che auspica fra l’altro un intervento legislativo urgente della Regione sulla materia accompagnato da una campagna si sensibilizzazione rivolta ai residenti ed ai visitatori, è stato messo ai voti ed il Consiglio lo ha approvato con 53 voti favorevoli.

Il presidente ha quindi sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 15.30.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Michele Pais. Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 37 (Mula e più) sul potenziamento e la salvaguardia degli uffici della Motorizzazione civile di Cagliari, Sassari, Oristano e soprattutto Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’ordine del giorno con particolare riferimento al Dl n. 36 che richiederà sicuramente una discussione approfondita.

Il presidente ha assicurato la discussione del provvedimento con una tempistica adeguata comunicando però la decisione di inserire prima il dibattito sulla mozione n.37 perché l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde non potrà essere presente all’intera seduta per impegni istituzionali.

Il primo firmatario della mozione n. 37 Francesco Mula (Psd’Az), illustrando all’Aula il documento ha ricordato in apertura il progressivo ridimensionamento degli organici degli uffici regionali della motorizzazione, a causa del blocco dei concorsi pubblici, con conseguenze negative sull’utenza e le imprese di settore. Il consigliere ha poi fornito alcuni dati sulla dotazioni organiche: l’ufficio di Cagliari è passato da 36 a 27 unità, quello di Sassari, da 40 a 15, in quello di Oristano sono presenti 13 unità ed appena 8 in quello di Nuoro. Nel frattempo, ha aggiunto Franco Mula, sono state trasferite agli uffici regionali le funzioni relative agli albi provinciali degli autotrasportatori ma la scarsità di personale ha determinato il sostanziale blocco delle revisioni dei mezzi pesanti, con prenotazioni che vanno dai 9 ai 16 mesi, disagi ed aggravi di costi per le imprese del comparto e per l’indotto. Insomma, ha sintetizzato, siamo di fronte ad un contesto grave di inefficienze pubbliche sul quale lo Stato non interviene determinando forte peggioramento del servizio, per cui è necessario ed urgente trasferire alla Regione le funzioni dello Stato in modo da garantire rinnovamento degli organici, stabilità degli orari, qualità del servizio e risorse aggiuntive per circa 10 milioni all’anno. E’una decisione indispensabile, ha concluso Mula, anche perché la Sardegna è l’unica Regione dove le competenze degli uffici della motorizzazione sono ancora collocate al livello statale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha dato la parola all’assessore Giorgio Todde per esprimere il parere della Giunta.

L’assessore ha riferito di assicurazioni fornite dal ministero che non si sono concretizzate  e quindi la realtà della Sardegna non è cambiata, con giovani che devono sostenere l’esame della patente e autotrasportatori che lavorano con i loro mezzi che non possono accedere ad importanti servizi di pubblica utilità. L’assessore, in conclusione, ha ribadito l’impegno della Regione nei confronti del Ministero per il trasferimento di competenze e di risorse che, fra l’altro, consentiranno il reclutamento del personale a livello regionale.

Presiede l’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

In sede di replica il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è dichiarato soddisfatto delle dichiarazioni dell’assessore, soprattutto per il trasferimento in sede locale sia delle competenze che delle risorse finanziarie che consentiranno alla Regione di potenziare gli uffici.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha auspicato la sollecita soluzione di un problema che si trascina da anni e crea un grave danno economico all’economia della Sardegna. Già nel 2014, ha ricordato, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno unitario che non ha avuto seguito, pertanto è opportuno intervenire in sede di commissione paritetica per perfezionare il trasferimento di competenze attraverso una norma di attuazione.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 46 voti a favore.

Successivamente è stata chiamata la discussione della mozione n. 25 (Comandini e più) della quale il primo firmatario ha però chiesto il rinvio in attesa dell’acquisizione di ulteriori elementi.

Subito dopo il Consiglio ha discusso l’interpellanza n. 34 (Salaris e più) sul sistema di raccolta del sangue in Sardegna.

Illustrando l’iniziativa il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato che il sistema sardo richiede 108.000 unità di sangue all’anno, delle quali 82.000 sono fornite dall’Avis (42.000) e da altre associazioni. E’un deficit da colmare, ha sollecitato Aldo Salaris, sia perché determina costi aggiuntivi per la Regione nella misura di 5 milioni annui, sia perché occorre assicurare sia all’Avis che alle altre associazioni le regolarità dei rimborsi peraltro prevista da un recente accordo Stato-Regioni.

Nella risposta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha affermato che, a fronte dei dati citati nell’interpellanza, la Sardegna ha un indice di consumo di sangue fra i più alti d’Italia a causa della talassemia e in particolare vengono utilizzate 67 unità di sangue per 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale di 42. Per quanto riguarda i rimborsi l’assessore ha spiegato che il riferimento era in passato ad una delibera di Giunta e non all’accordo Stato Regioni, che però verrà recepito a breve, consentendo anche al tavolo tecnico attivo già dal mese di maggio di pagare l’annualità 2018 esaminando inoltre la possibilità di incrementi dietro presentazione di adeguata documentazione.

In replica, il consigliere Salaris ha presto atto delle informazioni fornite dall’assessore, auspicando la positiva soluzione del problema.

Successivamente è stata chiamata la discussione della Mozione n.5 (Cuccu e più) sul reddito energetico.

Prima di passare all’esame del documento, il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nella seduta di stamattina i capigruppo avevano deciso l’inversione dell’ordine del giorno perché il presidente della Regione Solinas voleva presenziare alla discussione del Dl 36 ma, ha osservato, il presidente ancora non c’è e vogliamo capire cosa succede.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito la discussione del Dl entro la serata, dopo la mozione della collega Cuccu.

Il consigliere di Leu Eugenio La ha affermato che l’opposizione sta facendo la maggioranza sul Dl 36 che, per noi, va approvato ma a condizione che la maggioranza faccia la sua parte.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto che è facile sapere se il presidente della Regione c’è o non c’è, perché le riunioni della conferenza dei presidenti di Regione vengono convocate con larghissimo anticipo con ordine del giorno ben definito.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha parlato di situazione imbarazzante, perché ci è stato chiesto di rinviare per problemi interni alla maggioranza e perché il presidente voleva partecipare e tuttavia la proposta di inserire nel Dl un emendamento evidentemente inammissibile in materia di spostamento di elezione delle Province non è accettabile, anche perché abbiamo proposto soluzioni alternative e corrette per arrivare allo stesso risultato delle quali la maggioranza non ha tenuto conto.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha condiviso i precedenti interventi della minoranza, precisando che gli accordi raggiunti in sede di conferenza dei capigruppo vanno rispettati, per cui occorre sapere a che ora sarà discusso l’argomento più importante dell’ordine del giorno del Consiglio.

Subito dopo il presidente Pais ha sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha chiamato il presidente Domenico Gallus (Sanità) ad illustrare all’Aula il disegno di legge 36A. “Questo testo ha avuto un via libera immediato”, ha detto il relatore, “grazie all’impegno di tutti i consiglieri e in particolare di quelli dell’opposizione, che hanno mostrato grande disponibilità. Il testo contiene manovre non eccessive ma è significativo l’aumento per i disabili extra Lea e per le facoltà di medicina delle università di Cagliari e Sassari. Ancora, la dotazione triennale di 5 milioni di euro aggiuntivi per le organizzazioni del 118, attraverso l’Areus, oltre a un milione di euro per le cure termali in Sardegna”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti sardi) ha detto: “Ci divideremo prossimamente su altri temi sanitari ma non potevamo non sostenere politiche tecniche e positive come quelle contenute in questo testo, migliorato grazie al lavoro di tutti noi in commissione. Abbiamo evitato errori, come quelli che si stavano per fare sul 118: ora con la nuova norma non solo confermiamo il finanziamento di 5 milioni di euro ma lo confermiamo anche per i successivi due anni, sino al 2021. Questo perché riconosciamo l’importanza del lavoro di chi opera nell’emergenza urgenza sarda”. L’oratore ha aggiunto: “Vedo però all’orizzonte il rischio che lo sforzo che stiamo facendo per avere specialisti medici in tutte le specializzazioni necessarie ai sardi rischia di essere vanificato dal mancato coordinamento delle due facoltà sarde di Medicina”.

A seguire il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau, ha parlato di “miglioramento complessivo del sistema sanitario grazie a questo provvedimento. Si tratta di risorse aggiuntive che serviranno anche a ridurre le liste d’attesa oltre a formare nuovi medici specialisti. Ma si tratta soprattutto di riconoscere sotto il profilo economico il lavoro delle associazioni e coop che prestano servizio nel 118: su questo abbiamo lavorato molto in commissione e ci siamo riusciti, scongiurando il rischio di un taglio che non sarebbe stato accettabile. Con questi denari potremmo rivedere gli importi della convenzione che lega Areus alle organizzazioni”.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto alla giunta di “accompagnare per il futuro le variazioni di bilancio a una relazione che ci possa far capire per quale ragione si propone quella variazione”.

Per la Giunta l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha spiegato il provvedimento: “L’obiettivo di questo disegno di legge è migliorare la qualità dell’assistenza erogata, a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa e anche sul fronte dell’assistenza domiciliare e dell’emergenza”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu)  “è un disegno di legge importante, vale 30 milioni di euro e in pochi giorni arriviamo a questo risultato grazie alla disponibilità dei commissari e degli assessori. C’è davvero poco da aggiungere”.

Il vicecapogruppo  Pd, on. Roberto Deriu, ha ricordato che “nella scorsa legislatura erano stati analizzati i bilanci di queste coop e associazioni, si tratta di rendiconti con una perdita strutturale. Queste risorse che oggi stiamo prevedendo per il triennio servono dunque a pareggiare i bilanci, in linea con una politica di salvaguardia del 118 sardo, che è quasi tutto svolto da privati sardi. Peraltro, questi fondi devono essere erogati immediatamente perché sarebbe beffardo il contrario, se questo non avvenisse. L’assessore Mario Nieddu deve prendere un impegno con speciale attenzione”.

Approvato l’articolo 1 e così il 2; il 3 con l’allegato 1 e l’allegato 2.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato voto favorevole «perché la giunta si impegna a dare corso al risultato del referendum e a predisporre un provvedimento che riporti le Province all’elezione diretta».  Francesco Agus (Progressisti) ha detto di non votare a favore ed ha contestato la presentazione di un ordine del giorno in materia di Enti locali collegato ad un disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio per dotazioni alla sanità . Massimo Zedda (Progressisti) ha argomentato il suo dissenso in linea con quanto affermato dal capogruppo Francesco Agus ed ha affermato: «Un conto è parlare dello slittamento delle elezioni di secondo grado per le Province ed un altro è introdurre l’argomento dell’elezione diretta, anche perché a mio giudizio prima deve esserci una profonda riforma della Regione».

Eugenio Lai (LeU) ha precisato che la discussione dell’ordine del giorno è stata resa possibile dalla deroga accordata in sede di capigruppo dai rappresentanti della minoranza ed ha annunciato voto favorevole. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo LeU, Daniele Cocco: «Siamo a favore della proroga e suggerisco di protrarla almeno fino alla fine dell’anno».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato le sollecitazioni alla Giunta per l’approvazione di un’apposita norma da sottoporre all’esame del Consiglio ed ha evidenziato insieme con il ritardo anche la mancanza di accordo in maggioranza sul numero delle province.

Il capogruppo Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato la decisione unanime della capigruppo sull’ammissibilità dell’ordine del giorno ed ha invitato i consiglieri ad essere conseguenti, seguito dal presidente Pais il cui intervento è stato contestato dal consigliere Antonio Piu (Progressisti) che annunciando il voto di astensione ha precisato che il suo gruppo ha dato parere favorevole alla discussione dell’ordine del giorno riservandosi di esprimersi nel merito nel corso della discussione. Massimo Zedda e Agus hanno ribadito, intervenendo per fatto personale il concetto espresso dal consigliere Piu mentre l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta ha confermato l’impegno dell’esecutivo a presentare entro la prossima settimana un disegno di legge sul ripristino delle elezioni dirette nelle province.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno Dario Giagoni e più che impegna il presidente della Giunta a procedere al rinvio della data fissata per l’elezione dei presidenti delle province (5 ottobre 2019) ed è stato approvato con 36 favorevoli e 15 astensioni. Successivamente ha posto in votazione il testo finale del disegno di legge n. 36 che è stato approvato con 49 voti a favore su 49 votanti.

Dopo uno scambio polemico con il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.