23 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale n. 4 sulla costituzione del pegno sui prodotti vitivinicoli Dop e Igp.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge nazionale n. 4 (Maieli e più) sull’estensione del pegno rotativo ai prodotti vitivinicoli.

Aprendo la discussione generale, il relatore Piero Maieli (Psd’Az) ha ribadito che il provvedimento apre spazi enormi ai prodotti sardi sul mercato nazionale ed internazionale ed inoltre, costituendo come garanzia del credito i vini destinati alla cantina, assegna ai prodotti un valore che altrimenti non verrebbe finanziato e contribuisce a costruire un sistema molto conveniente per le aziende.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha assicurato il sostegno del suo gruppo  alla legge, che estende i vantaggi della normativa ad un settore fondamentale per il buon andamento del comparto agro alimentare e in definitiva dell’economia sarda, e risponde positivamente alle esigenze di liquidità del mondo produttivo.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver chiesto di sottoscrivere la proposta a nome del gruppo, ha parlato di un passo avanti nel potenziamento di un settore vitale sia dell’agricoltura che dell’economia sarda sempre più capace di produrre eccellenze ormai riconosciute al di fuori dell’Isola, garantendo nello stesso tempo più facile accesso al credito per le imprese.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver espresso parere favorevole, ha brevemente sintetizzato i passaggi normativi che disciplinano la materia, sottolineando inoltre che l’esigenza recepita dalla legge era stata manifestata più volte sia dal mondo produttivo che da quello del credito.

Successivamente nelle dichiarazioni di voto (per tutti favorevole) hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ciusa (M5S), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gianfranco Ganau (Pd), Domenico Gallus (Udc), Gian Franco Satta (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Leu).

Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha informato il Consiglio del breve ritardo del presidente della Regione Christian Solinas proponendo comunque, in attesa del suo arrivo, di procedere con l’ordine del giorno discutendo la mozione 34 (Giagoni e più) sulle concessioni balneari, per poi sospendere.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sollecitato il rispetto della decisioni assunta in sede di conferenza dei capigruppo, cioè quella di procedere con la discussione della risoluzione sulle entrate.

Il presidente Pais ha chiarito che la decisione dei capigruppo non è in dubbio, ma nel frattempo si è ritenuto di continuare a lavorare, in assenza di proposte di sospensione.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, illustrando la mozione n. 34, ha ricordato in apertura che il turismo balneare costituisce uno dei fattori principali di attrazione turistica della Sardegna, dove però molte aziende sono costrette ad operare senza un quadro di certezze. Da parte nostra, ha sottolineato, c’è un dialogo aperto col sistema di piccole e medie imprese attive in campo regionale coerente con la proroga delle concessioni per 15 anni, coerente inoltre col programma di centro destra per le politiche del 2018 ed in particolare contro la direttiva Bolkestein, inserito infine nel contratto di governo con 5 stelle. La proroga, ha sostenuto, è considerata di fondamentale importanza per gli investimenti ed il consolidamento delle imprese che, invece, si vedono chiudere la porta in faccia dalle banche proprio con la motivazione sulla mancata proroga, trascurando poi che nelle realtà i concessionari forniscono anche servizi gratuiti di pubblica utilità. La proroga, ha concluso, è stata già recepita da molte Regioni, e quindi anche la Sardegna deve utilizzare ogni strumento per deliberare la proroga.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha espresso una valutazione positiva sulla mozione Dario Giagoni su un tema, ha affermato, che ha visto il comune di Loiri percorrere nel 2012 diverse sedi di giustizia fino alla corte europea. Il Tar, ha proseguito il consigliere, ha disposto la cessazione della materia del contendere per effetto della legge di stabilità 2019 approvata nel 2018 con cui è stata introdotta la proroga, in base alla quale si chiede alla Giunta regionale di recepire questa normativa. Cosa che però, ha osservato, non avviene come ad Olbia che non riconosce la proroga del Governo nazionale, un problema al quale si unisce anche un certo atteggiamento degli uffici comunali. In definitiva, ha concluso, su questo argomento in campagna elettorale il centro destra ha fatto tante promesse che non sono state mantenute, anche se bisogna agire con un indirizzo unico rivolto ai Comuni.

Il consigliere della Lega Andrea Piras ha dichiarato che la proroga fino al 2034 è indispensabile anche per la Sardegna e per le aziende che si trovano esposte alle banche e a grave incertezza giuridica, fattori negativi che si aggiungono all’andamento non positivo della stagione turistica, fin qui condizionata anche dal maltempo. Andrea Piras ha auspicato infine che il governo regionale emani quanto prima una direttiva di adeguamento alla proroga nazionale.

Per il movimento 5 Stelle il consigliere Roberto Li Gioi ha ribadito che l’incertezza del diritto è un problema grave e, nel merito, ha detto che il suo gruppo sostiene l’adeguamento della Regione alla legge 145, a favore di una categoria che contribuisce in maniera molto elevata al pil turistico della nostra Regione, nonostante molti problemi e molte difficoltà di accesso al credito. «Abbiamo l’occasione per rendere un buon servizio alla Sardegna e nello specifico il nostro movimento si è speso per la proroga di 15 anni coerentemente con un impianto normativo già recepito da tante altre Regioni, per cui la Sardegna non può aspettare».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’az) «è fortissima l’esigenza degli imprenditori della Gallura di avere stabilità di investimento rispetto alle concessioni. Però non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché in realtà il governo italiano dovrebbe trattare con l’Ue per il superamento delle direttive Bolkestein. Dovrebbe essere noto a tutti che le direttive europee hanno un rango superiore rispetto alla legge ordinaria. Ben venga la mozione del collega Dario Giagoni, per dare risposte agli imprenditori balneari. Ma dobbiamo essere sicuri delle risposte che diamo loro: le false promesse non sono accettabili e il rischio di una censura di illegittimità costituzionale è altissimo, identica a quella che potrebbe colpire le regioni che hanno legiferato su questo».

Per i Progressisti l’on. Massimo Zedda «il tema è conosciuto a tutti coloro che hanno amministrato una città che abbia anche solo un fazzoletto di terra sul mare. Non mi pare intelligente semplificare cose complesse perché il rischio è mettere in pericolo posti di lavoro e aziende. Il 19 luglio scorso una concessione demaniale statale sulla costa ligure è stata censurata dai giudici come “occupazione abusiva di suolo demaniale” e non dobbiamo dimenticare mai che accanto a chi ha concessioni in proroga ci sono migliaia di imprenditori che vorrebbero partecipare a una gara per l’assegnazione di quelle aree». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «E’ giusto considerare l’affidamento diretto rispettoso del principio di concorrenza? Questa è la domanda che si pone la direttiva Bolkestein  e noi non possiamo ignorarla. E se la concessione non è mai in discussione viene meno anche lo stimolo dell’imprenditore concessionario a migliorarsi e a investire ancora. E’ anche certo che le concessioni di brevissima durata non servono a nulla perché nessuno investe se non ha in partenza la possibilità di rientra dell’investimento».

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az. «E’ forte la preoccupazione degli imprenditori e ho predisposto un ordine del giorno che non ci porta a forzare la mano visto che lo scoglio della Bolkestein non è superabile così, come qualcuno ha pensato. Sappiamo che lo stesso ministro Centinaio ci sta lavorando e ha promesso di emanare un Dpcm. Dunque, un ordine del giorno in attesa del decreto del governo italiano che sembra raccolga anche la volontà dell’Ue: lo rimetto alla valutazione dell’Aula».

Il presidente Michele Pais ha ricevuto l’ordine del giorno e ha rimesso ogni  valutazione ai lavori dell’Aula di domani, sospendendo così la discussione.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto però la discussione immediata «approfittando della presenza del presidente Christian Solinas». Dello stesso parere anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus: «Ormai siamo al novanta per cento della discussione e c’è un dibattito costruttivo. Chiedo di concluderlo».

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto l’intervento dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, ma il presidente Michele Pais ha disposto una breve sospensione dei lavori per deciderne le modalità di prosecuzione insieme ai capigruppo.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore Quirico Sanna: «Da due mesi stiamo esaminando la materia con serietà e rispetteremo gli impegni presi e le aspettative degli operatori balneari. Nella prossima seduta del Consiglio porteremo la proposta della giunta, che in queste ore stiamo definendo in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri, proprio sulla base del Dpcm in emanazione».

Il presidente Pais ha sospeso ancora la seduta su richiesta della maggioranza.

Al rientro in aula la capogruppo del M5S Desiré Manca ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha chiesto una sospensione di cinque minuti per consentire una riunione dei capigruppo di minoranza. Il presidente Pais ha sospeso la seduta. Al rientro in aula il presidente è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: la Risoluzione n. 1 «sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’articolo 1, comma 851, della legge n. 205 del 2017 e dell’articolo 1, comma 875, della legge n. 145 del 2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019».

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere una variazione dell’Ordine del giorno, ossia di consentire al presidente della Regione, Christian Solinas, di illustrare lo stato dell’arte dei rapporti con lo Stato e rinviare la discussione sulla Risoluzione n. 1 alla prima seduta del Consiglio regionale dopo il rientro dalle ferie estive. L’Aula ha accolto positivamente la proposta ed il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas. Il Capo dell’Esecutivo regionale ha fatto un excursus della cosiddetta Vertenza entrate, che ha origine dall’accordo del 2005 e che ha attraversato altre due legislature per arrivare a quella in corso, tra accordi, ricorsi e sentenze della Corte Costituzionale.

Una volta ripercorse le tappe fondamentali della Vertenza il presidente ha illustrato all’Aula la situazione attuale dei rapporti tra la Regione e il Governo. Christian Solinas ha informato il Consiglio regionale che il 25 febbraio e il 3 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici e delle parti legali regionali e del Ministero dell’Economia e Finanze. «Il 9 maggio presso la sede del Ministero degli Affari regionali ho incontrato personalmente – ha affermato Christian Solinas – insieme all’assessore del Bilancio della Regione Sardegna, il ministro per gli Affari regionali, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Il 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del Mef». Christian Solinas ha spiegato che, nel corso di queste interlocuzione, la Regione ha formulato le seguenti richieste, già formalizzate con una serie di atti successivi: «Un riequilibrio degli accantonamenti che tenga conto dell’incidenza sul Pil regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione e, secondo questo criterio, l’avvicinamento al rapporto di contributo di finanza pubblica e Pil regionale che è stato impiegato di recente nell’accordo di finanza pubblica stipulato tra il Mef e la Regione Sicilia. Secondo quanto risulta l’incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul Pil regionale è pari all’1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all’1,14 – ha affermato -. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui, abbiamo chiesto l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 e n. 77 del 2015 e, conseguentemente, la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni illegittimamente imposto con l’illegittima applicazione dell’articolo 16, comma 3 del Decreto legge 95 del 2012». Un’altra richiesta fatta al Governo è stata «la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposto alle autonomie locali come stabilito dalle sentenze della Corte», ma anche «la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento delle entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti». Christian Solinas ha poi aggiunto che «a fronte di tali circostanze e specifiche richieste lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti». Christian Solinas ha poi spiegato ulteriori pronunce dei giudici amministrativi e della Corte hanno ritenute illegittime ulteriori somme di accantonamento imposte dallo Stato alla Sardegna: in particolare i 7 milioni di euro per la tassa sulle emissioni di autoveicoli per le annualità 2012-2013, il riconoscimento dei  7/10 delle entrate erariali dalla Sardegna dal 2010 e non dal 2017. «Abbiamo richiesto allo Stato di dare esecuzione a tutte le sentenze e anche in questo caso il Governo non ha dedotto alcuna osservazione contraria». Christian Solinas ha quindi letto la tabella che sintetizza i ragionamenti fatti con lo Stato sulla base degli accordi e delle sentenze: la riduzione del concorso alla finanza pubblica 2019-2021 per 153 milioni annui, la richiesta degli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione dal gettito da reddito da capitale per 78,631 milioni, richiesto riserve erariali 2010-2013 per tasse automobilistiche per 12,869 milioni, trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali per enti di Area vasta per 121,079 milioni e il trasferimento per funzioni di Area vasta non fondamentali per 33,458 milioni e per funzioni non fondamentali per 30,03 milioni, la richiesta, inoltre, in base ai ricorsi pendenti della cancellazione dell’accantonamento di 285,308 milioni relativo alle annualità pregresse.

«Allo stato attuale il Governo ha assunto l’impegno di modificare nel primo provvedimento utile la data di scadenza per il raggiungimento dell’accordo con la Regione Sardegna, prevista per il 10 agosto e spostandola al 31 dicembre. A settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell’accordo – ha affermato Christian Solinas – con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in Legge di Bilancio una serie di provvedimenti, che rendano strutturale l’intervento anche con contributi in conto investimenti sia per il settore sanitario, sia per la viabilità ed i trasporti. Abbiamo anche richiesto che nell’ambito dell’accordo si tratti il passaggio di competenze del Demanio regionale e delle Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia che a settembre ci possa essere la chiusura della prima parte dell’accordo e con la Legge di Bilancio 2020 la chiusura definitiva degli accordi.»

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ricordato che il Consiglio regionale è convocato per domani alle 16.00 e per giovedì alle 10,30.

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«La nostra azienda, l’Aou di Sassari così come la conosciamo oggi, è nata nel 2016 con la funzione di Hub ma che è tale soltanto di nome e grazie alle professionalità dei tanti operatori che lavorano al suo interno». Così, questa mattina, il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Nicolò Orrù, ha iniziato il suo intervento davanti alla sesta commissione Sanità del Consiglio regionale. Al settimo piano dell’ospedale civile, nella sala riunioni affollata dai direttori delle strutture complesse e semplici dell’azienda di viale San Pietro, si è svolto l’incontro convocato dal presidente dell’organismo consiliare regionale Domenico Gallus. Accanto a lui, il vicepresidente della sesta commissione Daniele Cocco ed il presidente del Consiglio regionale Michele Pais. Con il direttore generale erano presenti il direttore sanitario Bruno Contu e il direttore amministrativo Chiara Seazzu. In apertura, il sindaco di Sassari Nanni Campus, ha portato i saluti di buon lavoro.

«Per poter esercitare appieno il ruolo di Hub – ha detto ancora – ed essere polo universitario di attrazione questa Aou deve essere adeguatamente finanziata, dal punto di vista delle strutture, delle tecnologie e del personale.»

Il direttore generale Orrù ha subito proposto una fotografia dell’azienda ospedaliera con 866 posti letto destinati a diventare 770 con la riforma della rete ospedaliera, e che al 31 dicembre scorso ha fatto registrare 34.081 ricoveri, con valori della produzione in aumento, una spesa farmaceutica costante, e non in aumento, quindi i bilanci 2017 e 2018 in sostanziale pareggio.

«Prima di poter procedere con la riduzione dei posti letto – ha proseguito – così come previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, è necessario che i presidi ospedalieri di primo livello operino in sinergia con l’Hub per il rientro dei pazienti. stabilizzati, afferenti al territorio di competenza, fino alla dimissione. I presidi ospedalieri, inoltre, si devono far carico delle patologie a medio-bassa complessità clinica medica e chirurgica. La rete territoriale – ha detto Nicolò Orrù – si deve fare carico dei pazienti in dimissione che a oggi continuano spesso a stazionare nei reparti per acuti, creando inappropriatezza, inefficienza economica e rischioso sovraffollamento».

A titolo di esempio, il direttore generale ha ricordato che l’Aou ha iniziato a fatturare all’Ats Sardegna le «degenze inutili, questo in attesa che i pazienti in dimissione – i quali aspettano anche 90 giorni – possano essere ricoverati in strutture adeguate come le Rsa».

Dal punto di vista dei risultati, Nicolò Orrù ha ricordato che «dal piano nazionale esiti 2018 risulta che abbiamo una situazione di appropriatezza e di garanzia di efficacia delle prestazioni – ha detto – e l’unico elemento rosso sono le colicistectomie una situazione data dal fatto che qui vengono svolti gli interventi complicati e non quelli programmati. Non più rossa ma arancione è segnalata, invece, la questione relativa ai primi parti cesarei perché siamo riusciti a ridurre l’inappropriatezza dal 40 al 30 per cento».

Per il direttore generale è vitale il potenziamento del personale, con l’azienda che dispone di un piano triennale del fabbisogno che ne prevede oltre tremila e una dotazione organica di circa 2500. «Sarebbero necessari quindi 600 unità in più nell’arco di un triennio – ha proseguito – perché questo consentirebbe di accreditare anche le strutture».

Intanto una boccata di ossigeno è arrivata a luglio, con il finanziamento da parte della Regione di 3 milioni di euro per l’assunzione del personale che ha permesso il prosieguo delle attività. Resta ancora, per Orrù, la necessità di superare il vincolo del 7 per cento sulle assunzioni destinate al personale amministrativo.

Il direttore generale quindi ha parlato delle risorse finanziarie a disposizione. Tra queste i 93 milioni di euro per il nuovo materno infantile che, dopo l’abbattimento, avrà necessità di circa 8 mesi per le procedure del Via. Ancora, a disposizione 85 milioni per il secondo ampliamento dell’ospedale per il quale si sta predisponendo la gara per l’individuazione dei progettisti.Si aggiungono i 10 milioni per l’adeguamento antincendio, i 4 milioni di finanziamento Uniss per la nuova Rianimazione, Neurologia ed Ematologia, lavori al momento fermi per fallimento delle imprese. E ancora, 3 milioni per le sale parto del Materno infantile.

Nicolò Orrù ha poi ricordato i 15 milioni che la direzione generale, in attesa che si possano avviare i lavori per il nuovo ospedale, ha destinato alle ristrutturazioni dell’esistente e al fabbisogno delle tecnologie.

Non ha dimenticato di ricordare gli sforzi fatti per la sigla dell’Addendum, per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività di acquisizioni beni e servizi, per l’indizione delle procedure di affidamento in urgenza nel rispetto del nuovo codice dei contratti pubblici e per l’avvio del progetto aziendale Debiti Incagliati per i contratti che risultavano «formalmente non in regola». Un’operazione quest’ultima che ha consentito di adottare 82 provvedimenti, di liquidare 16 milioni di euro e di risparmiare 2,1 milioni di euro.

Si sono quindi susseguiti numerosi interventi, dal presidente dell’ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis al presidente di Facoltà Andrea Montella, dal professor Alberto Porcu direttore della clinica Chirurgica a Franco Bandiera direttore della Medicina, da Andrea Tirotto che ha parlato della situazione degli infermieri ad altri medici e professori che hanno rappresentato le loro esigenze e la situazione delle loro strutture (professor Salvatore Dessole, dottor Mario Pala, dottor Franco Cudoni, dottor Luigi Cugia, professor Sechi, dottoressa Patrizia Tilocca, dottor Gildo Motroni, dottor Stefano Profili, dottoressa Maria Cossu, dottoressa Monica Derosas, dottoressa Alma Posadinu, professoressa Angela Spanu, professor Roberto Antonucci, professor Angelo Scuteri, dottoressa Elisabetta Pitzorno, dottor Luigi Podda e dottor Giorgio Olzai). Breve intervento anche della portavoce del movimento Donne in lotta per la sanità Luana Farina che si è concentrata sulla Smac.

A conclusione della riunione è seguita la visita dei commissari regionali nei reparti di Pronto soccorso, Ematologia e day hospital oncologico.

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«I sopralluoghi della Commissione Sanità del Consiglio regionale negli ospedali della Sardegna sono il presupposto per creare quella riforma del settore tanto attesa dai sardi che, per essere efficace, deve essere improntata sulle reali esigenze dei pazienti.»

Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Michele Pais che, questa mattina  ha partecipato, insieme alla Sesta commissione, alla visita nel Presidio ospedaliero Santissima Annunziata di Sassari.

Michele Pais ha ringraziato il presidente della commissione Domenico Gallus ed i componenti della stessa per il grande lavoro di monitoraggio della situazione dei nosocomi isolani e ha confermato  il pieno e totale sostegno da parte della Presidenza del Consiglio nei confronti di questa iniziativa.

«L’attenzione del Consiglio regionale – ha aggiunto il presidente Michele Pais – è massima. In Sardegna vogliamo una sanità che superi le attuali criticità e che offra al paziente cure all’avanguardia. Quindi, grande attenzione dell’Assemblea, di concerto con l’assessore Mario Nieddu, alle necessità  dei singoli territori.»

Sulla situazione specifica della sanità sassarese il presidente Pais è stato chiaro: 1Sono necessarie più risorse economiche e l’acquisizione di nuovo personale medico e paramedico. E’ necessario incrementare le scuole di specializzazione di 6 o 7 unità perché Sassari sia a livello degli altri Atenei d’Italia, potenziando anche gli Hospice e le strutture di lungodegenza post acuzie. E’ urgente inoltre prevedere  posti letto di riabilitazione e neuro-riabilitazione  fino ad ora assolutamente insufficienti».

«Quella di oggi è stata una visita importante, abbiamo incontrato le eccellenze della sanità della città di Sassari – ha detto Domenico Gallus (Udc), presidente della commissione Sanità -. Abbiamo ascoltato le problematiche e le criticità anche della sanità di Sassari, dopo quelle riscontrate nel Medio Campidano, nel Sulcis Iglesiente, nell’Oristanese e nei presidi ospedalieri del Sassarese. Abbiamo raccolto informazioni importanti che utilizzeremo per la riscrittura del Piano sanitario regionale che non può fare a meno della complementarietà tra il territorio e gli ospedali. Questi sopralluoghi e questi incontri – ha concluso il presidente Gallus – sono stati importanti per ricordare a tutti noi l’importanza che riveste la medicina territoriale.»

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Cresce l’emergenza nell’Isola dopo il nuovo atto intimidatorio ai danni del sindaco di Girasole Gianluca Congiu.
«Il gesto intimidatorio contro il sindaco di Girasole è l’ennesimo atto contro un amministratore locale sardo che richiede un’azione immediata da parte dello Stato e di tutte le Istituzioni perché questi atti antidemocratici non possono essere più tollerati – ha detto stamane il presidente del Consiglio regionale Michele Pais -. Si tratta dell’ennesimo atto criminale contro chi quotidianamente lavora per il bene della popolazione. Le istituzioni sono vicine agli amministratori locali. Esprimo il più assoluto sostegno – ha concluso Michele Pais – anche a nome dell’intero Consiglio regionale al sindaco, alla sua famiglia e a tutta la cittadinanza di Girasole.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il rendiconto per il 2018 ed il disegno di legge sulle agevolazioni tariffarie finalizzate a favorire la mobilità sostenibile e contrastare la dispersione scolastica.

Il presidente Michele Pais ha informato il Consiglio che la conferenza dei capigruppo ha concordato il testo di una mozione con cui l’intera Assemblea esprime ferma condanna nei confronti degli atti intimidatori accaduti nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorso a Cardedu e a Dorgali. Successivamente lo stesso presidente ha dato lettura del testo della mozione n. 46 nella quale “si impegna la Giunta ad assumere tutte le iniziative idonee a prevenire i fenomeni segnalati ed a sensibilizzare il Governo nazionale per avviare tutte le azioni possibili per tutelare concretamente chi svolge il delicato ruolo di amministratore locale”.

Aprendo la discussione il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha definito la mozione “il minimo si potesse fare dopo gli ultimi avvenimenti criminosi che sono avvenuti a danno del sindaco di Cardedu Matteo Piras e a danno della sede del Partito Democratico di Dorgali e aggiungerei anche le minacce subite dal vice sindaco di San Teodoro. Credo che questo problema atavico, ha sostenuto, abbia davvero necessità di essere finalmente affrontato in maniera seria e determinata in modo che la Giunta si faccia interprete col Governo nazionale affinché si adottino tutti gli atti e gli strumenti possibili e immaginabili per porre freno a questo fenomeno che sta diventando quasi un processo ineludibile. Lo Stato, secondo Daniele Cocco, deve rispondere mettendo a disposizione i presidi dello Stato mentre alcune caserme dei centri più piccoli dell’interno della Sardegna sono state chiuse. E non è possibile, ha poi lamentato, che chi sta a capo del Ministero dell’interno o chi per lui chieda ai Comuni di farsi carico di mettere a disposizione delle strutture per poter riaprire quelle caserme. Io credo che se la risposta è questo ben poco si potrà fare; quindi è lo Stato che noi vogliamo e lo Stato ci deve essere. Quindi, ha concluso, chiedo che la risposta dello Stato sia concreta e concretezza vuol dire non chiudere quelle caserme che ci sono, non togliere quei servizi che ci sono, ma oltre che potenziarle quelle caserme che sono stati chiuse io chiedo ad alta voce che vengano immediatamente ripristinate.

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha annunciato la posizione favorevole del suo gruppo sulla mozione. In questa legislatura, ha ricordato, registriamo probabilmente per la prima volta il maggior numero di Consiglieri primi cittadini ed anche amministratori locali. Fare il sindaco del paese in cui vivi, ha spiegato, è quanto di più bello, credo, possa capitare; un ruolo prestigioso di responsabilità, un ruolo che non si fa per soldi, soprattutto nelle piccole comunità, ma con tanta passione e con tanto entusiasmo, con lo spirito di essere utili al prossimo. Di fronte agli ultimi atti intimidatori, ha proseguito, deve essere forte la posizione di quest’Aula nell’appellarsi al Governo centrale, perché effettivamente si prenda carico di questa problematica, che non riguarda soltanto gli amministratori locali ma anche associazioni, partiti, di autorità di pubblica sicurezza; e credo perciò che, al di là delle frasi di circostanza, bisogna essere chiari, non vogliamo passerelle del politico di turno, non vogliamo solidarietà, pacche sulle spalle o strette di mano, ma fatti concreti come il potenziamento dei presidi di pubblica sicurezza in tutti i Comuni, soprattutto i più piccoli. Ma, soprattutto, ha continuato, dobbiamo avere risposte verso il trovare i colpevoli di questi atti, perché purtroppo quasi sempre rimangono impuniti.

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha assicurato il sostegno del gruppo al documento che, come tale, non può avere effetti pratici immediati ma almeno quello di manifestare la vicinanza e la solidarietà del Consiglio regionale a tutti gli amministratori che vivono in trincea la loro esperienza amministrativa e diventano terminali di tensioni di cui spesso non sono responsabili o di scelte che fanno nell’interesse della comunità che magari scontentano qualcuno e questo qualcuno si vendica nel modo più facile nei loro confronti; atti inaccettabili e criminali che purtroppo sono spesso accompagnati da un sentimento anche di impunità, ecco perché è importante che ci sia non soltanto il presidio ma anche un’azione efficace delle forze dell’ordine nel contrastare questi fenomeni, nell’individuare i responsabili e nel colpirli il più pesantemente possibile. Abbiamo poi la novità, ha proseguito, dell’aggressione alla sede di un partito politico, nello specifico il PD; spero che non sia così, ma all’apparenza sembra un atto di terrorismo politico, cosa preoccupante che penso vada stigmatizzata al pari degli attentati nei confronti degli amministratori locali, perché sono gesti che minano alla radice le dinamiche della nostra democrazia. Quindi, ha concluso, credo che sia necessaria un’azione di tipo preventivo e repressivo, ma anche di tipo educativo e tipo pedagogico nei confronti della cittadinanza perché si comprenda che questi atti hanno un effetto devastante che va al di là degli atti in se stessi.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha ricordato che ogni tanto ci ritroviamo di fronte ad attentati e ad atti che non sono sicuramente l’espressione della democrazia in Sardegna. Attentati ed atti che, a suo avviso, vanno tutti fermamente condannati, da quelli contro il sindaco di Cardedu, all’attentato contro la sezione comunale del PD di Dorgali. Nell’esprimere la mia solidarietà, ha aggiunto, lo esorto a tenere duro e a continuare a rappresentare la propria comunità con spirito di servizio, nella massima espressione della democrazia.

Si deve assolutamente impedire, ha auspicato, che il territorio venga abbandonato alle scorrerie di chi invece non vuole regole e vuole agire liberamente nella gestione del bene comune.  Credo poi, ha detto ancora Cera, che la riapertura dei presidi su tutto il territorio regionale sardo sia un atto dovuto da parte dello Stato centrale e ritengo doveroso difendere i sindaci e difendere la democrazia della nostra isola, con una vera e concreta azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità; mettiamo i sindaci nelle condizioni di poter rappresentare le proprie comunità, di garantire la democrazia, e offrire alle comunità amministrate i servizi utili e necessari di cui hanno bisogno.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ricordato che agli amministratori locali, sempre in prima linea, sono sempre più esposti ad attentati che in Sardegna registra dimensioni tali da collocarla ai primi posti a livello nazionale come incidenza sulla base della popolazione, oltre alla novità per la Sardegna di un attentato alla una sede di un partito. In questi anni, ha detto ancora, ho visto sfilare numerosi ministri dell’interno che hanno preso impegni che poi non si sono dimostrati utili lasciando gli amministratori locali ad atti delinquenziali puro, dovuti semplicemente al ruolo che svolgono i sindaci, che è quello di garantire la legittimità degli atti pubblici. Rispetto a queste cose noi dobbiamo reagire e prendere posizione nell’interesse della nostra democrazia. In Sardegna, ha proseguito, è stato attivato un sistema di videosorveglianza indubbiamente utile, ma abbiamo necessità di un’attenzione vera da parte dello Stato e del potenziamento della rappresentanza delle forze dell’ordine sul territorio, nella speranza che sia davvero l’inizio di un percorso che punta ad un controllo maggiore del territorio e ad una prevenzione di questi attentati.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha affermato che, oltre all’attentato subito dal Sindaco di Cardedu, merita una riflessione particolare quello nella sezione del Pd di Dorgali per alcune caratteristiche purtroppo nuove in Sardegna al quale si sono aggiunte poi le scritte intimidatorie qualche giorno fa al sindaco di Cuglieri e l’intimidazione al vicesindaco di San Teodoro. Rispetto a questo, ha osservato, non so se possa essere utile da sola la presenza sul territorio delle forze dell’ordine, i cui organici in Sardegna complessivamente sono in realtà molto consistenti o se invece non sia indispensabile avere presidi di cultura, istruzione, scuola ed educazione alla vita e al rispetto della vita altrui.

Il consigliere Gian Franco Satta (Psd’Az) si è soffermato sulla complessità della figura dei Sindaci, che non hanno la bacchetta magica e non possono risolvere tutti i problemi di ogni giorno, ma questa complessità bisognerebbe avere la forza di iniziare a spiegarlo soprattutto dalle scuole, respingendo la logica del buco non tappato che è colpa del Sindaco, come il buco nella strada, l’albero che sta cadendo o la mancanza di lavoro. Non solo, ha continuato, sappiamo benissimo che oggi il Sindaco è anche terrorizzato a fare una delibera, perché sente gli occhi puntati anche dalla magistratura che spesso, anziché occuparsi proprio di chi ha commesso questo tipo di attentati, si occupa invece di puntualizzare gli errori degli amministratori.

Chiedo quindi, ha concluso, che il Consiglio regionale, magari anche nella persona del Presidente del Consiglio, si impegni per il futuro ad intervenire per attivare i servizi di videosorveglianza dove non ci sono, vero deterrente contro questo tipo di atti che non hanno mai una giustificazione e non ce l’hanno neanche quando viene colpito un partito, come a Dorgali, dove forse potrebbero esserci secondo me anche dei risvolti non politici.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega) ha definito il dibattito in Consiglio un atto dovuto, nei confronti dei Sindaci e degli amministratori locali che proprio in questi giorni hanno subito attentati, intimidazioni, e sono stati oggetto di violenza, come le loro famiglie, ed i loro cari. A nome della Lega, Pierluigi Saiu ha poi espresso solidarietà nei loro confronti, ferma massima condanna dei gesti criminali che li hanno colpiti e l’auspicio che i colpevoli vengano individuati e puniti. Ma questo dibattito, ha affermato, ha la funzione di dire ai Sindaci della Sardegna che non resteranno soli; i Sindaci oggi e gli amministratori locali in generale sono bersagli perché hanno molte responsabilità, sono la rappresentanza politica più vicina ai cittadini, la prima frontiera del malessere delle persone e allora non saremmo del tutto onesti se non riconoscessimo che la funzione di questo dibattito è soprattutto quella di richiamare alle sue responsabilità il Governo nazionale senza per questo sottrarci alle nostre, come Consiglio regionale della Sardegna. In prima Commissione, ha ricordato, è iniziato il dibattito sulla riforma degli enti locali, e quella sarà la sede in cui affrontare anche il tema della solitudine degli amministratori locali, chiamati ad affrontare tutti i giorni il malessere delle persone, dei cittadini, amministratori ai quali dobbiamo dare  strumenti, poteri e risorse per affrontare efficacemente i problemi che i cittadini delle nostre comunità tutti i giorni fanno presenti.

Pierluigi Saiu ha, infine, rivolto al Consiglio un appello per evitare che il dibattito superi i livelli di guardia, diventi eccessivo, si trasformi come è successo anche all’inizio di questa legislatura in azioni di autentico linciaggio contro l’avversario politico che diventa nemico, un appello che ha auspicato sia condiviso da tutte le forze politiche.

Dopo l’on. Pierluigi Saiu anche l’on. Gallus ha espresso la solidarietà agli amministratori locali a nome dell’Udc e ha invitato “i giovani a non mollare e a impegnarsi per i loro Comuni nonostante le minacce e gli attentati alle istituzioni”.

Ha preso poi la parola il presidente Pais che  ha messo ai voti la mozione, approvata dall’Aula all’unanimità con 49 voti.

A seguire, l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha riferito che i segretari comunali di Olbia e Tempio hanno ricevuto una comunicazione dall’ufficio elettorale per richiedere l’elenco dei consiglieri comunali e sindaci in carico in vista delle elezioni provinciali del 5 ottobre. “Mi chiedo dunque, alla luce dell’imminente chiusura del Consiglio, che fine abbia fatto la mia proposta di legge 6 e quali siano le reali intenzioni della maggioranza sotto il profilo della riforma degli enti locali”.

Sempre dal Pd l’on. Piero Comandini ha parlato “dell’ennesima fumata nera della Giunta sulla nomina del commissario dell’Ats. Ci sono rischi enormi in tutto questo: la più importante azienda pubblica sarda è senza rappresentante legale e nessuno può firmare le procedure per costituirsi in giudizio. Non esiste nemmeno il responsabile della sicurezza e qualunque danno accada non si sa bene in capo a chi debba essere posto. Ci sono evidenti profili che riguardano la Corte dei conti e i diritti dei cittadini”.

Per la Sinistra l’on. Daniele Cocco si è rivolto all’Aula sul tema dei trasporti e delle Motorizzazioni civili della Sardegna, in gravissime difficoltà per mancanza di personale come segnalato anche in un recente atto parlamentare dal Gruppo Psd’Az in Consiglio regionale. L’on. Daniele Cocco ha segnalato la necessità di aprire una interlocuzione con la Direzione delle Motorizzazioni civili al ministero dei Trasporti, “anche in considerazione della presenza in Sardegna in questi giorni dei massimi dirigenti che hanno dato disponibilità per un incontro istituzionale”.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha replicato all’on. Giuseppe Meloni ed ha annunciato i prossimi impegni della commissione Autonomia, garantendo che “per la Gallura la nuova maggioranza si comporterà di certo meglio di come si è comportata la precedente”.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) “le istanze di un territorio così vasto e importante saranno ascoltate”.

Sullo stop del trenino verde l’on. Lai (Sinistra) ha sollecitato un impegno perché “oggi Arst ha certificato che 130 lavoratori rischiano di rimanere a casa se non viene firmato prima possibile il contratto di servizio tra l’assessorato ai Trasporti e l’Arst”.

La capogruppo Cinque Stelle, on. Desirè Manca, è intervenuta per dire: “Perdiamo ore in questa aula per parlare del nulla. Iniziamo a parlare di temi perché la gente fuori aspetta i nostri fatti”. Il presidente Michele Pais ha spiegato che l’ordine del giorno prevede temi concreti e proposte di legge.

L’Aula ha iniziato ad affrontare il rendiconto di gestione dell’esercizio 2018 del Consiglio regionale. L’on. Antonio Piu a nome del collegio dei questori lo ha illustrato. L’on. Antonello Peru (FI) ha toccato il tema del personale, che nei prossimi anni passeranno per effetto dei pensionamenti dal 176 a circa la metà e ha aggiunto: “Non possiamo reclutare attraverso la mobilità della pubblica amministrazione le funzioni apicali perché si tratta di sostenere l’azione legislativa. Dunque, ritengo sia necessario dare nuovi strumenti di lavoro ai consiglieri al di là della appartenenza politica di ciascuno di noi”.

A nome dei Riformatori l’on. Michele Cossa ha detto: “L’on. Antonello Peru ha messo il dito nella piaga rispetto al problema del personale, che è un problema davvero per tutti dentro il Consiglio regionale. Siamo a volte nella condizione di rischiare di produrre leggi che sono contrarie alla stessa intenzione del legislatore”.

Dello stesso avviso l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha detto: “Per i quattro anni precedenti ho votato contro il bilancio del Consiglio regionale e l’ho fatto per tante ragioni, non ultimo la perdita di dignità del Consiglio regionale. Oggi per la prima volta voterò a favore ma certo preoccupa il fatto che nel giro di un anno e mezzo una quarantina di dipendenti andranno in pensione. Servono strutture necessarie e moderne: siccome la volontà c’è, ripeto, voterò a favore, ma è necessario fare in fretta tutte le gare perché il Consiglio regionale abbia la sua centralità e il suo ruolo”.

Il presidente Pais ha annunciato che all’inizio di settembre verrà redatto un piano di riordino generale del Consiglio regionale e ha aggiunto: “Verranno date tutte le risposte necessarie”.

L’Aula ha approvato il rendiconto e gli allegati.

Il presidente dell’assemblea sarda ha quindi dichiarata aperta la discussione sul disegno di legge n. 37 ed ha concesso la parola al capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha proposto l’inversione dell’ordine del giorno, chiedendo l’immediata discussione del disegno di legge n. 25 (Giunta regionale) che ridefinisce i confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes.

Preso atto del favore unanime alla proposta avanzata dal capogruppo Michele Cossa, il presidente Michele Pais ha concesso la parola al consigliere del gruppo Progressisti, Diego Loi, per l’illustrazione del provvedimento. Il consigliere della minoranza ha quindi dato lettura della relazione allegata al testo di legge e ne ha auspicato l’approvazione da parte dell’Aula.

Alfonso Marras (Riformatori) ha espresso soddisfazione per “la definizione di una vicenda che si protrae da tempo” e per la dimostrazione della vicinanza della Regione alle popolazioni interessate e ai territori. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera, che ha ringraziato Giunta e commissione per l’attenzione dimostrata ed ha però ricordato che “restano altri casi simili da risolvere”. Giuseppe Meloni (Pd) si è detto contento per l’imminente approvazione del provvedimento ed ha evidenziato che nella Prima commissione è presente una proposta di legge che prevede il ricorso al referendum per la ridefinizione dei confini delle province.

L’assessore degli Enti Locali, Quirico Sanna, ha dunque dichiarato il favore della Giunta e il Consiglio ha proceduto con distinte votazioni ad approvare il passaggio all’esame degli articoli, quindi l’articolo 1 (Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes); poi l’articolo 2 (Regolamento dei rapporti patrimoniali e finanziari) sul quale ha annunciato voto favorevole a nome del gruppo la consigliera della Lega, Annalisa Mele; l’allegato a) e il testo finale, che ha avuto il via libera con 53 favorevoli e un astenuto.

Aperta la discussione sul Disegno di legge n. 37 (Giunta regionale) “Agevolazioni tariffarie finalizzate a favorire la mobilità sostenibile e contrastare la dispersione scolastica. Modifiche al comma 33 dell’articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità 2019)” il relatore Michele Cossa (Riformatori sardi) ha illustrato i principali contenuti del provvedimento che stanzia 14 milioni di euro per l’abbattimento dei costi dei titoli di viaggio per gli studenti.

L’esponente della maggioranza ha salutato con favore l’incremento degli stanziamenti ma ha posto l’accento sulle problematicità che caratterizzano il trasporto pubblico locale, ad incominciare dalla vetustà dei mezzi e dalla inadeguatezza dei collegamenti stradali e ferroviari («E’ inutile fare gli sconti sugli abbonamenti se non possiamo offrire mezzi di trasporto adeguati»). Serve affrontare il tema del trasporto pubblico – ha concluso il capogruppo Michele ossa – ed auspico che già in finanziaria si stanzino le risorse necessarie per migliorare qualitativamente e quantitativamente i servizi del trasporto».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha lamentato con toni polemici l’assenza dall’Aula dell’assessore regionale dei Trasporti ed ha chiesto un rinvio della discussione del disegno di legge, reclamando chiarimenti da parte dell’assessore Giorgio Todde.

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi replicato informando il Consiglio degli impegni dell’assessore Giorgio Todde a Roma per siglare il contratto che consente la riattivazione in Sardegna del Trenino Verde, in conseguenza anche delle intervenute modifiche legislative.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto nel merito del provvedimento ed ha criticato l’approccio alla discussione proposto dal relatore Cossa, sottolineando invece l’importanza delle misure proposte nel disegno di legge in favore degli studenti e più in generale per sostenere l’istruzione in Sardegna. «Non sono i trasporti al centro della discussione – ha spiegato l’esponente della minoranza – ma le politiche verso i giovani e gli studenti, considerato che il futuro ci riserva una Sardegna sempre più povera ignorante  e vecchia». Deriu ha quindi ribadito la necessità di investimenti nell’istruzione ed ha ricordato come l’iniziativa sia stata varata nella precedente legislatura («Plaudo all’iniziativa e auspico che si approvi il prima possibile perché più che gli assessori presenti mi interessano gli atti, soprattutto quando chi li ha proposti non ha aiutato granché a redigerli»).

Antonio Piu (Progressisti) ha invece dichiarato di apprezzare l’impostazione al dibattito offerta dal relatore Michele Cossa e si è rammaricato per l’assenza dell’assessore Todde. «Quando si stanzino 14 milioni di euro per il trasporto degli studenti – ha spiegato l’esponente della minoranza – è importante sapere se potranno viaggiare su mezzi e strade adeguati». Antonio Piu ha definito l’imminente via libera alla proposta legislativa come “una vittoria del buonsenso” ricordandone la prima approvazione nella precedente legislatura.

Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola al consigliere Fausto Piga (FdI), il quale si è detto favorevole al disegno di legge e ha evidenziato l’importanza di ridare dignità al trasporto pubblico locale e di invogliarne l’utilizzo. Per Fausto Piga da troppo tempo si interviene poco in questa direzione. Il consigliere ha quindi evidenziato i problemi  degli autobus e del parco treni, ormai vecchi, sottolineando che questa maggioranza ha ereditato una situazione complicata, “ma abbiamo cinque anni per fare meglio e bisogna iniziare subito”. Fausto Piga ha poi chiesto attenzione per “assuntori” della linea a scartamento ridotto, che  vorrebbero capire quale indirizzo si intende prendere per la loro stabilizzazione. Eugenio Lai (Leu) ha condiviso l’intervento del collega del Pd, Roberto Deriu, ricordando che l’obiettivo è quello di fare un  grande investimento sui nostri ragazzi, partendo dai trasporti e la mobilità, continuando con la cultura e l’istruzione. Lai ha ricordato che sono stati tanti gli interventi messi in campo dalla precedente Giunta, tra cui il progetto Iscol@, e che bisogna proseguire in questa direzione garantendo ai ragazzi il diritto all’istruzione e a una mobilità sostenibile. Sul tema degli autobus da sostituire, il consigliere di opposizione ha anche ricordato all’Aula che stanno arrivando i mezzi della prima parte degli acquisti fatti dalla precedente Giunta. Poi rivolgendosi al capogruppo della Lega, Dario Giagoni e alla risoluzione del problema del Trenino verde, ha affermato che sarebbe auspicabile prevenire le polemiche in politica con una migliore programmazione e che pur facendo piacere che i problemi siano stati risolti, lasciano l’amaro in bocca visto che siamo a stagione turistica inoltrata.  Sugli assuntori ha auspicato infine una risoluzione positiva.

Massimo Zedda (Progressisti) ha affermato di volersi concentrare sull’argomento in discussione: ossia  il fatto che i giovani abbiamo gravi disagi e difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici, con forti limitazioni soprattutto nelle aree periferiche. Disagi che contribuiscono allo spopolamento di molte aree della Sardegna, costringono gli studenti ad affrontare ore di viaggio per poter frequentare scuole e università e, non essendo presenti mezzi che viaggiano di notte, costringono i giovani a utilizzare mezzi propri con un elevato rischio di incidenti. Massimo Zedda ha affermato che, per combattere lo spopolamento, la dispersione scolastica, gli incidenti stradali, bisogna avere un trasporto pubblico efficiente e trasporti alternativi come il  car sharing. Per il consigliere di minoranza serva anche un monitoraggio degli orari che consenta a chi usa i mezzi pubblici di programmare gli spostamenti.

Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna) ha affermato di avere grande rispetto per i consiglieri dell’opposizione, quando si partecipa a un confronto sui temi e sul merito delle questioni, “mentre non mi appassiono in nessun modo a una polemica sulla presenza di un assessore ai banchi”,  ricordando che l’assessore Giorgio Todde si è molto impegnato perché la variazione di bilancio in esame venisse presentata e venisse autorizzata la rideterminazione della spesa sulla scontistica  per gli studenti.  Ha poi risposto al consigliere Eugenio Lai: “La priorità per noi non è prevenire le polemiche, per noi la priorità è risolvere i problemi”. Pierluigi Saiu ha poi affermato che è importante che l’Aula voti questo provvedimento che garantirà agli studenti uno sconto sulle tariffe pari all’80%. Il consigliere di maggioranza ha poi ricordato che la dotazione inizialmente prevista dalla passata Giunta, 10.5 milioni di euro, si è dimostrata inadeguata e insufficiente. Con questo disegno di legge verrà rideterminato lo stanziamento aggiungendo 3,5 milioni di euro ai 10,5 milioni di euro per consentire agli studenti sardi di poter contare su un provvedimento importante. E ha affermato che “la discussione sul trasporto pubblico locale vada rimandata alla sede deputata a questo confronto e cioè alla riforma del trasporto pubblico locale a cui dobbiamo iniziare a lavorare”.

Il presidente Pais ha quindi dato la parola all’assessore del Lavoro, e vice presidente della Giunta regionale, Alessandra Zedda, la quale in apertura ha confermato che l’assessore Giorgio Todde era impegnato per la firma del contratto sul Trenino verde e che, diversamente, sarebbe stato in aula. “La tematica dei trasporti interni ed esterni riveste per la nostra Regione certamente un’importanza strategica e di ampio respiro”. Alessandra Zedda, rappresentando la visione dell’assessore Giorgio Todde e del presidente Solinas, ha affermato “stiamo parlando di uno degli adempimenti fondamentali che non solo ha questa Giunta, ma ha certamente anche questo Consiglio” Alessandra Zedda si è detta d’accordo sulla necessità di portare in Aula un’ampia discussione sulla tematica dei trasporti, e non solo sul trasporto pubblico locale, e dei provvedimenti conseguenti”. L’assessora ha ricordato l’importanza della mobilità interna anche nell’ottica di combattere la dispersione scolastica, ma anche lo spopolamento. E ha aggiunto: “La prossima sfida del Fondo Sociale Europeo, in particolare per gli Assi che riguardano l’istruzione, la formazione e l’inclusione, sono fortemente legati al tema del trasporto perché non si può abbattere uno spopolamento se non abbiamo un’infrastrutturazione regionale, e qui inserisco anche i temi dell’infrastrutturazione ferroviaria e del gommato”, ha proseguito, “dobbiamo avere una visione complessiva”. Alessandra Zedda ha annunciato che “l’obbligo formativo sarà fortemente sostenuto dal vitto, alloggio e trasporto e riguarderà gli studenti più bisognosi e non solo, perché attraverso l’obbligo formativo probabilmente avremo modo di combattere di più e meglio la dispersione scolastica”. Alessandra Zedda ha ricordato che in discussione c’è una variazione di bilancio con un’integrazione di 3,5 milioni, risultati necessari “in base a calcoli più rispettosi delle esigenze da qui ai prossimi mesi” e ha affermato l’urgenza di approvare il disegno di legge in modo da poterlo rendere operativo nei tempi utili per gli studenti.  Poi parlando del rientro della Sardegna nell’Obiettivo 1 ha affermato che “la prossima sfida dei fondi comunitari credo che ci veda tutti i protagonisti affinché davvero da un lato l’essere rientrati nell’Obiettivo 1 ci porta magari ad avere due minuti di riflessione negativa, ma dall’altra ci deve far capire da subito che la sfida del raddoppio dei fondi comunitari ci deve veramente far capire che è iniziata una nuova era”, e ha auspicato che “si possa utilizzare la programmazione 2021-2027 insieme per intervenire davvero in maniera determinante sui principali problemi che viviamo tutti i giorni, ma soprattutto che affliggono la nostra Sardegna e impediscono lo sviluppo”.

Il presidente ha quindi chiuso la discussione generale e ha messo in votazione il passaggio all’esame degli articoli, che è stato approvato.  L’Aula ha approvato poi in rapida sequenza gli articoli 1 (votanti 51, sì 51), 2 (votanti 50, sì 50), 3 (votanti 50, sì 50), e gli allegati 1 (votanti 49, sì 49) e 2 (votanti 51, sì 51). Prima della votazione finale il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, per  dichiarazione di voto. Il consigliere ha annunciato il voto favorevole suo e del suo gruppo, ricordando che oltre all’approvazione degli sconti è necessario anche rinnovare il parco mezzi. Michele Cossa ha aggiunto: “Raccolgo la proposta dell’onorevole Zedda di dedicare una seduta su questo argomento, ma vorrei parlarne di fronte a un disegno di legge”.

Voto favorevole del gruppo del Pd è stato annunciato dal capogruppo Gianfranco Ganau. “Esprimo apprezzamento per la proposta che è arrivata in Aula e che integra con 3,5 milioni di euro lo stanziamento precedentemente impostato per 10,5 milioni e che sta a testimoniare che non è inutile questo provvedimento che ha una valenza importante. Una valenza che è finalizzata appunto all’abbattimento dei costi per gli studenti pendolari e che va a favorire la partecipazione scolastica contro la dispersione e anche contro lo spopolamento, com’è stato giustamente sottolineato dalla vicepresidente, l’onorevole Alessandra Zedda, e si inserisce in una serie di azioni a sostegno della scolarità e della formazione che sono state messe in campo lo scorso anno”. Gianfranco Ganau ha ricordato i progetti per la ristrutturazione delle scuole e la costruzione di nuove strutture di edilizia scolastica conformi alle nuove esigenze didattiche con il progetto Iscol@, gli interventi contro la dispersione scolastica contenuti all’interno del progetto “Tutti a Iscol@”,  il sostegno alle Università sostenuto da questo Consiglio regionale, agli interventi a sostegno delle borse di studio che hanno raggiunto il 100 per cento degli aventi diritto”.

Voto favorevole anche da parte del gruppo del Pd’Az è stato espresso dal capogruppo Franco Mula, il quale si è detto dispiaciuto per l’assenza dell’assessore Giorgio Todde perché quando un disegno di legge viene votato all’unanimità è un grande risultato. “Quando si parla di diritto allo studio, di dispersione scolastica, e dei nostri giovani noi siamo tutti sensibili”. Mula ha aggiunto, infine, che la nomina per l’Ats arriverà “a brevissimo”. Voto favorevole è stato annunciato anche da Roberto Deriu (Pd), il quale ha detto di voler portare l’attenzione della maggioranza “sulla parola “giovane”, la parola “studente”, la parola “borsa di studio”, la parola “studio”, la parola “Università”, la parola “scuola”, perché sono le parole decisive del nostro futuro”. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo di Leu, Daniele Cocco, a nome del suo gruppo.  “Siamo disponibilissimi e contenti di poter votare questo provvedimento e lo saremo ancora quando arriveranno in Aula questo tipo di provvedimenti, perché dobbiamo lavorare per il nostro futuro. Dopo che la previdenza è diventata provvidenza credo che dobbiamo fare molto di più per i nostri giovani”.

Voto favorevole è stato annunciato da Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, il quale ha espresso “soddisfazione riguardo al fatto che un problema sollevato poche settimane fa abbia trovato una soluzione unanimemente condivisa dall’Aula”, ricordando che uno dei più grandi problemi dell’Isola è l’abbandono scolastico. Francesco Agus ha sottolineato che “l’anno scorso oltre 5 mila studenti in più l’anno scorso hanno potuto beneficiare di borse di studio, tra questi più di mille avevano già deciso di non iscriversi all’università” e ha concluso “sarebbe criminale se in questa legislatura appunto si portasse queste mille persone, più di mille sardi, a interrompere i loro studi”.

Voto favorevole annunciato anche da Massimo Zedda (Progressisti) il quale ha ricordato i costi elevati degli abbonamenti dell’Arst e che questo provvedimento è molto importante. Massimo Zedda ha poi ricordato che, dopo una serie di interventi “il Ctm oggi è un’azienda che, insieme all’Atm di Milano è il fiore all’occhiello del trasporto pubblico a livello europeo”.

Voto favorevole del gruppo della Lega Salvini Sardegna è stato espresso dal consigliere Michele Ennas e ha voluto chiarire che “anche oggi ne ho sentito un sacco, come ne ho sentito in Commissione, nessuno ha messo in discussione questo provvedimento, ma era necessario trovare le risorse perché non erano state previste dalla Giunta precedente”. Michele Ennas ha sottolineato che c’è la massima attenzione verso i giovani e gli studenti e che ci saranno anche nuove iniziative. Il consigliere ha poi ricordato che l’Assessore “in questo preciso momento sta firmando un atto importantissimo, che è quello del Trenino Verde, che vedremo ripartire”, ribadendo l’impegno costante dell’assessore Giorgio Todde “al lavoro per il futuro della Sardegna e per quello che serve nel settore dei trasporti”.

Voto favorevole anche da parte del gruppo FdI è stato espresso dal capogruppo Francesco Mura. “Riteniamo questo provvedimento un atto di giustizia nei confronti di chi, in maniera quasi eroica sceglie di vivere nelle comunità della Sardegna che non può e non dovrà essere penalizzato dal costo del trasporto pubblico, soprattutto quando si tratta di studenti e della loro formazione”.

Favorevole anche Laura Caddeo (Progressisti), la quale ha esortato l’Aula a tenere in considerazione l’opinione dei giovani studenti e di sentire cosa hanno da dire. Voto favorevole anche da parte del gruppo del M5S. Alessandro Solinas (M5S) ha ringraziato la Giunta e i colleghi che “votando all’unanimità questo provvedimento stanno compiendo quello che è sicuramente un passo avanti nei confronti della tutela di quella che dovrebbe essere una categoria protetta, come lo studente pendolare, come lo dovrebbe essere anche allo studente fuori sede, senza nulla voler togliere a chi vive nei luoghi di studio”. E ha aggiunto:  “È stata veramente una cosa buona che si sia riusciti ad approvare questo provvedimento in maniera così celere”.

Il presidente ha messo in votazione il testo che è stato approvato all’unanimità con 49 voti favorevoli.

Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto di aprire la discussione della Mozione n. 6 al posto della proposta di legge 4. Il presidente Pais ha ricordato che in sede di conferenza di capigruppo era stato indicato il termine della seduta alle 15.30 per consentire ai consiglieri di partecipare ai funerali del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha sollecitato il rispetto dell’ordine del giorno, proponendo di proseguire limitatamente alla relazione della legge n. 4.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è associato alla proposta, aggiungendo il suggerimento di rinviare a martedì prossimo la discussione del provvedimento

Il presidente, intendendo rispettare l’intesa raggiunta fra i capigruppo, ha proposto al relatore una breve esposizione

Il relatore Piero Maieli (Psd’Az), primo firmatario della legge e presidente della commissione Attività produttive ha affermato che il provvedimento riprende alcuni contenuti di una legge dello Stato introdotto a suo tempo per i formaggi di alta qualità e recentemente estesa al pecorino romano. La sua ulteriore estensione ai vini sardi soggetti ad invecchiamento (che in Sardegna rappresentano un volume di affari di circa 70 milioni di euro), ha aggiunto Piero Maieli, permetterebbe alle aziende una maggiore facilità di accesso al credito. In conclusione, il consigliere ha ricordato che in commissione la legge è stata approvata all’unanimità, per cui ha auspicato lo stesso largo consenso da parte del Consiglio.

Il presidente ha sottoposto al Consiglio la possibilità di passare alla votazione o di rinviare la discussione della legge ed ha constatato che l’Aula si è espressa a favore della seconda ipotesi. Subito dopo ha tolto la seduta, riconvocando il Consiglio per martedì 6 e mercoledì 7 agosto, alle 10.30.

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Più risorse per agevolare le tariffe per gli studenti che utilizzano il trasporto pubblico e per fronteggiare il problema della dispersione scolastica. Nel disegno di legge, approvato questa mattina dal Consiglio regionale, è previsto anche  un ulteriore stanziamento di 3,5 milioni di euro, incrementando così la spesa annua di 14 milioni di euro a carico della Regione.

«Sono così garantiti i diritti degli studenti sardi – spiega il presidente Michele Pais – perché le situazioni di disagio dei numerosi studenti fuori sede che utilizzano il trasporto pubblico, non possono rappresentare un freno al diritto allo studio. Questa importante misura va incontro anche all’esigenza di contrastare la dispersione scolastica, fenomeno che tutte le istituzioni sarde, ed il Consiglio Regionale in primis, si impegnano a contrastare per garantire dignità e futuro ai nostri figli.»

Sempre in materia di Trasporti il Presidente Pais interviene sulla tratta ferroviaria del nordovest Sardegna.

«A fine ottobre 2019 la tratta ferroviaria che collega Sassari con Alghero riaprirà e l’assessore regionale ai Trasporti Giorgio Todde sta seguendo con attenzione l’andamento dei lavori. L’adeguamento ai nuovi sistemi di controllo, per i quali il ministero dei Trasporti ha stanziato 31,6 milioni di euro per le tratte ferroviarie Sassari-Alghero e Sassari-Sorso, stanno comportando lunghi lavori che però proseguono a tappe forzate. La tratta Olmedo-Alghero – precisa Michele Pais – potrebbe riaprire il 15 settembre in occasione dell’inizio dell’anno scolastico.»

«Le infrastrutture della nostra isola sono una priorità – conclude il presidente Michele Pais – ed i disagi che oggi sono costretti ad affrontare i cittadini sardi, saranno ripagati con opere che garantiranno sicurezza e sistemi di controllo moderni e che ci consentiranno di non intervenire per i prossimi decenni.»

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«L’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale della mozione sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali è la dimostrazione che questa Assemblea respinge con fermezza ogni forma di violenza e si impegna a mettere in campo tutte le azioni a tutela del delicato e complesso ruolo degli amministratori locali che ogni giorno svolgono un lavoro fondamentale a servizio della cittadinanza.»

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ricordando che la Sardegna è una delle regioni d’Italia, in relazione alla densità degli abitanti, con il più alto  numero di attentati contro gli amministratori locali, ribadisce la ferma condanna verso qualunque atto di carattere intimidatorio e la massima solidarietà nei confronti delle vittime e delle loro famiglie.

«Ringrazio – afferma il presidente del Consiglio regionale – la sensibilità di tutti i consiglieri regionali e la Conferenza dei capigruppo che hanno capito la necessità di inserire al primo punto dell’ordine del giorno della seduta di oggi questa mozione. Discuterla, e poi approvarla all’unanimità, era un atto dovuto e un segnale preciso: il Consiglio regionale è contro ogni intimidazione e solidarizza totalmente con le vittime degli attentati, con le loro famiglie e con le Forze dell’ordine sempre in piena linea.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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Il presidente della Giunta Christian Solinas ed il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, esprimono solidarietà al sindaco di Cardedu, Matteo Piras, vittima di un attentato.

«Esprimo a nome mio e di tutta la Giunta la totale solidarietà e la più sentita vicinanza al sindaco di Cardedu, Matteo Piras, per il vile attentato subìto la scorsa notte. Questo gesto criminale è ancor più deprecabile poiché messo in atto nei confronti di un amministratore pubblico che con coraggio, quotidianamente, è impegnato per la sua comunità», ha detto il presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha espresso la “dura condanna del Consiglio regionale” per gli attentati messi a segno questa notte a Cardedu, contro il sindaco Matteo Piras, e a Dorgali, contro la sede del PD, «atti non degni di una società civile».

«Sono preoccupato – ha detto il presidente del Consiglio regionale – per questi eventi criminali che, ancora una volta, generano allarme nella popolazione e in chi crede nel confronto democratico.»

Il presidente Michele Pais ha espresso solidarietà in particolare al sindaco di Cardedu Matteo Piras, la cui auto è stata data alle fiamme: «Ancora una volta un amministratore è nel mirino degli attentatori. Il Consiglio regionale respinge con forza ogni forma di violenza e ha piena fiducia nelle forze dell’ordine che stanno lavorando per fare luce sulla vicenda».

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«La svolta positiva nella vertenza Forestas è solo il primo atto di una lunga serie di azioni che in questa legislatura vogliamo portare avanti in materia di lavoro.»
Esprime soddisfazione il presidente del Consiglio regionale Michele Pais sull’intervento della Giunta che assicura ai dipendenti di Forestas certezze ed un reale riconoscimento del loro preziosissimo lavoro al servizio della Sardegna.

«L’occupazione e il mantenimento dei posti di lavoro – conclude il presidente Michele Pais – sono nostre priorità.»