26 December, 2024
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Anche il Consiglio regionale della Sardegna domani, alle 18.00, in occasione del 28° anniversario della strage di Capaci, parteciperà alla manifestazione simbolica contro la criminalità e a favore della legalità. Il Palazzo di via Roma si illuminerà di bianco accogliendo la proposta nata nell’ambito della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

«In questo momento in cui non sono permesse manifestazioni e assembramentiha detto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Paisvogliamo anche solo con questo gesto simbolico, nella giornata in cui ricorre l’anniversario della strage di Capaci, ricordare chi ha sacrificato la vita per il Paese. Un “drappo bianco” di luce illuminerà la facciata dell’Assemblea  per ricordare il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la sua scorta uccisi in un attentato di stampo mafioso nel 1992. Un momento di riflessione per ricordare tutte le persone che hanno perso eroicamente la loro vita nell’adempimento del proprio dovere e per riaffermare l’importanza del principio di legalità, uno dei caratteri essenziali dello Stato di diritto.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge per il rinvio delle elezioni amministrative in 160 comuni sardi.

Il presidente Michele Pais ha aperto la seduta e dopo le comunicazioni di rito sulle proposte di legge e sulle interrogazioni presentate ha sospeso i lavori per consentire ai capigruppo una breve riunione.

Alla ripresa il presidente del Consiglio regionale ha aperto la discussione generale ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento sulla proposta di legge 139 del 30 aprile 2020 intitolata: “Rinvio del termine per lo svolgimento delle elezioni comunali previste per il 2020”, firmata da tutti i capigruppo.

Prima, però, ha preso la parola sull’ordine dei lavori l’onorevole Daniele Cocco (Leu), che ha sollecitato il presidente della Regione a dare risposte alle richieste delle famiglie che chiedono di poter incassare l’indennità previste dalla legge 12 approvata durante l’inizio dell’emergenza Covid dal Consiglio  regionale. «I sindaci ci stanno sollecitando e non  hanno più risposte da dare ai cittadini».

L’on. Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che «a nulla è servito chiedere l’accesso agli atti venti giorni fa ma credo che attendere trenta giorni per un consigliere regionale per avere documenti sia davvero troppo». L’oratore è tornato sul tema della legge 12 introdotto dal collega Cocco e ha chiesto che l’interpretazione normativa sia «fornita con legge e non con atti di rango inferiore come quelli che stiamo notando in queste settimane».

Anche l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha sollecitato un intervento sulla legge 12 mentre l’on. Massimo Zedda, dello stesso gruppo, ha detto: «Sarebbe stato più opportuno che il presidente Conte fosse passato in Parlamento sin da principio, questo penso. Ma lamentarsi del fatto che il presidente Conte non lo abbia fatto e poi emanare ordinanze regionali senza coinvolgere in nessun modo il Consiglio regionale sembra solo a me una cosa strana? Tutto questo contrasto tra le norme sta generando una grande confusione e questa mattina a Cagliari, a Marina Piccola, la Capitaneria di porto si è trovata in difficoltà con l’applicazione delle norme. Sarebbe giusto, per rispetto dei sardi, non attivare confusione a danno delle persone. Probabilmente è necessario che da subito si mettano al lavoro per correggere provvedimento che sono capaci di mettere in difficoltà migliaia e migliaia di sardi».

Della stessa opinione l’on. Desirè Manca, capogruppo del Movimento Cinque Stelle: «Dove sono finite le proposte di legge a sostegno delle imprese sarde? Sono passati 48 giorni dalla promessa fatta dalla Giunta e ancora nulla. Avete capito o no che molte imprese ormai non riapriranno?». Per l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, «gli assessori competenti stanno valutando la possibilità di aumentare le risorse e la platea di beneficiari della legge di aiuto alle famiglie. Ma a chi oggi si lamenta vorrei dire che l’atto di coraggio del presidente Christian Solinas, che inaugura la fase Covid 2, è stato sollecitato anche da voi sui media. Certo che ci sono cose da chiarire, come il diritto di andare a pesca anche a favore di chi non è residente nei comuni costieri. Serve un po’ di coraggio e ci abbiamo messo un po’ di coraggio».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha preso la parola e «a nome dei migliaia di cassintegrati in deroga che ancora attendono quanto loro dovuto» ha chiesto al presidente del Consiglio regionale «se si può occupare del pagamento del contributo negli sportelli del Banco di Sardegna». Il presidente Michele Pais ha promesso il suo impegno.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di legge di rinvio delle elezioni amministrative in 160 comuni sardi all’autunno 2020 (in una domenica ricadente nel periodo compreso tra il 24 ottobre e il 29 novembre) a causa dell’emergenza Covid-19 in deroga alla disciplina ordinaria contenuta nell’articolo 2 della legge regionale 17 gennaio 2005, n. 2 (Indizione delle elezioni comunali e provinciali).

Il presidente Michele Pais ha chiarito che la legge non ha relatore perché è arrivata in Aula in base all’art.102 del regolamento con l’accordo di tutti i capigruppo, ed ha invitato la Giunta ad esprimere il suo parere. A nome dell’esecutivo, l’assessore degli Enti locali Quirico Sanna ha espresso parere favorevole.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

Il presidente ha aperto quindi la discussione sull’art. 1 e gli emendamenti collegati.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che in occasione dell’approvazione della legge sugli amministratori straordinari delle Province, poi impugnata dal Governo, era stato fissata la loro scadenza per il primo luglio per cui sarebbe necessaria la correzione del testo in esame.

Il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha chiesto se la proposta di Agus deve intendersi come emendamento orale.

Francesco Agus ha replicato chiarendo di aver voluto intervenire nella discussione sull’art.1 segnalando una incongruenza che a suo avviso dovrebbe essere corretta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha presentato un emendamento orale per una correzione di dettaglio del testo.

Il presidente ha messo dunque in votazione l’art. 1 con gli emendamenti collegati, che sono stati approvati, e a seguire gli articoli 2 e 3 della legge. In sede finale, la legge è stata approvata all’unanimità con 50 voti.

Dopo lo scrutinio, la seduta è stata sospesa per una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato l’intervento del Consiglio per chiarire i problemi di applicabilità della legge sul sostegno alle famiglie approvata l’8 aprile scorso. Sappiamo, ha ricordato Giorgio Oppi, di una serie di incontri fra gli assessori Mario Nieddu e Giuseppe Fasolino, i sindacati ed i Comuni ma occorre fare piena luce sulle procedure e spianare la strada all’applicazione della legge. In particolare, ha aggiunto Giorgio Oppi, è necessaria una risposta chiara sia sulla compatibilità dell’intervento della Regione con quello del Governo, sia sulle risorse necessarie perché rispetto allo stanziamento di 90milioni i Comuni sostengono che ne servirebbero 135, però sta di fatto che i cittadini sono senza risposte e, se occorre, il Consiglio deve provvedere ad una interpretazione autentica.

Il presidente, nel condividere l’intervento del consigliere Giorgio Oppi, ha sostenuto la necessità di una interpretazione univoca della norma che ne garantisca la piena applicazione. Sono problemi, ha detto, dei quali si stanno occupando gli assessorati, anche con una circolare ma, se non dovesse essere sufficiente, il Consiglio è pronto a fornire una interpretazione autentica.

Il consigliere Eugenio Lai, di Leu, ha detto che Giorgio Oppi ha ragione e che l’annunciata circolare sarebbe del tutto inefficace. Occorre invece, a suo giudizio, l’interpretazione autentica della norma del Consiglio, per cui si può troviamo subito una data utile per approvarla, dicendo basta una volta per tutte al blocco degli assessorati ed alle faq che non chiariscono: lavoriamoci come capigruppo per dare ai sardi i benefici di cui hanno diritto e non perdiamo altro tempo.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni si è occupato invece della vertenza dei lavoratori Air Italy di fatto oscurata dall’emergenza sanitaria, col rischio che la Regione arrivi troppo tardi e a cose fatte, nonostante gli impegni assunti dal Consiglio e dal presidente della Regione. Giuseppe Meloni ha parlato di una lettera dei liquidatori della compagnia ai sindacati per un incontro in calendario per il 7 maggio prossimo al quale le due Regioni interessate, Lombardia e Sardegna, non sono state nemmeno invitate. La richiesta, ha concluso, è che Governatore ed assessore dei Trasporti riferiscano quanto prima al Consiglio.

Il consigliere Stefano Tunis, riprendendo il problema della legge a sostegno delle famiglie sarde, ha detto di condividere la necessità di una precisazione in modo che le norme perché producano effetto nel modo più efficace possibile anche perché la nostra Regione è la prima in Italia per l’investimento di risorse proprie e la prima per la cifra pro capite. Tuttavia, ha osservato, dobbiamo fare una interpretazione generale ed astratta e andare avanti caso per caso che sarebbe lo stesso di fare una nuova norma. Lavoriamo sui principi, ha suggerito, e seguiamo le buone pratiche del passato, quando si è intervenuti sulla struttura amministrativa.

Il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha auspicato una verifica puntuale sull’entità del fabbisogno senza però restringere le maglie del provvedimento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, ha tolto la seduta del Consiglio annunciando la riconvocazione a domicilio e convocando una nuova conferenza dei capigruppo.

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La seduta solenne del Consiglio in occasione della ricorrenza de “Sa Die de sa Sardigna” è stata aperta dal presidente Michele Pais che ha comunicato l’ordine dei lavori. Dopo lo stesso presidente, hanno preso la parola l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi, ed i capigruppo. Sono seguiti una rappresentazione scenica del Comitato “Sa Die de sa Sardigna” e, in chiusura, l’intervento del presidente della Regione Christian Solinas.
Di seguito il testo integrale del discorso pronunciato dal presidente del Consiglio.

«Oggi celebriamo Sa Die de sa Sardigna, un grande momento di riflessione per noi sardi. Dal 1993, anno della sua istituzione, è questo il giorno in cui il comune sentire del popolo sardo celebra i valori più alti della sua cultura e della sua storia millenaria.
Sa Die de sa Sardigna è nata per essere luogo di incontro e di confronto, di fiducia e di speranza, una giornata in cui la normale dialettica politica, spesso caratterizzata da forti contrapposizioni, lascia spazio al dialogo costruttivo. Così è stato in tutti questi anni e così deve essere oggi.
I tempi difficili che stiamo vivendo richiedono a tutti noi uno sforzo unitario, ispirato alla memoria storica e all’insegnamento dei nostri padri, nella convinzione che solo la conoscenza e la consapevolezza del proprio passato possono essere il fondamento di scelte meditate per il futuro.
In questa giornata solenne celebriamo i Vespri Sardi dell’aprile del 1794 che portarono a maturare un condiviso spirito di ribellione nei confronti, allora, dei dominatori piemontesi.
È la giornata in cui ricordiamo i nostri eroi: Giommaria Angioy, Michele Obino, Francesco Cilloco. Ma è soprattutto la giornata in cui si esalta lo spirito identitario del popolo sardo che in questo evento si rinnova e si rafforza.
È l’occasione per mostrare la determinazione della nostra terra che, pur segnata da sofferenze e secoli di dominazioni, è riuscita a mantenere immutati i suoi caratteri originali con una propria lingua e una cultura di radici antichissime.
Su queste solide basi si fonda il nostro agire quotidiano, questo patrimonio di conoscenze ci dà la forza di affrontare senza paura le difficoltà del presente.
Oggi il nemico è più subdolo, non ha più le uniformi dei soldati sabaudi e le parrucche dei funzionari regi. Oggi il nemico non si vede, colpisce indistintamente uomini e donne, si insinua nei luoghi di cura, di lavoro e di svago. E, per questo, è un avversario ancora più difficile da combattere.
Subiamo in queste settimane una situazione mai vissuta. Uno scenario inimmaginabile fino a pochi mesi fa con centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo, uccisi da una pandemia virale devastante.
Un’emergenza sanitaria a livello globale con conseguenze economiche e sociali pesantissime per tutti, nazioni ricche ed evolute, paesi poveri e sottosviluppati.
La Sardegna, purtroppo, non è stata risparmiata. Anche noi piangiamo i nostri morti e lottiamo quotidianamente per arginare la diffusione dei contagi. Lo facciamo da settimane grazie al sacrificio di tutti: uomini e donne, vecchi e bambini costretti a rivoluzionare il loro modo di vivere, confinati nelle proprie abitazioni dalle rigide e inevitabili misure di distanziamento sociale.
Ma consentitemi, in questa occasione solenne, di rivolgere un ringraziamento particolare a chi, in questi giorni, opera nella prima linea del fronte: medici, infermieri, operatori sanitari e personale che, a vario titolo, garantisce la sicurezza dei nostri ospedali e di tutti i presidi della salute pubblica.
Ogni giorno, senza sosta e con spirito di abnegazione, assicurano cure ed assistenza ai pazienti colpiti dal Covid-19 pagando spesso a caro prezzo la loro esposizione all’aggressione virale.
La Sardegna sta pagando un tributo pesantissimo. Fino ad oggi ben 109 persone sono scomparse a causa del coronavirus. Morti solitarie e nel silenzio. Tra le vittime anche due medici di altissimo valore umano e professionale: Nabeel Khair, medico di base a Tonara e Marco Spissu chirurgo stimatissimo del policlinico sassarese.
Un grazie va anche a tutti i volontari della Protezione civile. Agli uomini e alle donne delle nostre forze dell’ordine, del Corpo Forestale, dei Vigili del fuoco e delle compagnie barracellari impegnati nelle operazioni di controllo del territorio per il rispetto delle misure di contenimento imposte dal Governo nazionale e dalla Giunta regionale. Se la Sardegna è riuscita a limitare la diffusione del virus lo si deve a loro, oltre che al grande senso di responsabilità mostrato dai cittadini sardi.
Un grazie va inoltre a tutti i lavoratori che, nei vari ambiti, assicurano alle famiglie i beni primari.
Ma il mio pensiero va soprattutto alle famiglie colpite nei loro affetti più cari, a coloro che hanno visto morire i loro congiunti: si tratta soprattutto di anziani, dei custodi della nostra memoria, dei depositari dei nostri saperi. Una perdita, per questo, ancora più dura da sopportare.
Questo virus, però, non colpisce solo gli uomini. Rischia di uccidere anche centinaia di attività produttive costrette alla chiusura dalle misure di contenimento adottate a livello nazionale e regionale.
E, insieme alle imprese, rischiano di scomparire centinaia di posti di lavoro nei settori trainanti della nostra economia: turismo, artigianato e commercio. A loro va tutta la nostra attenzione, alle aziende e ai lavoratori deve essere riservato il massimo sostegno da parte delle istituzioni regionali.
In questa direzione vanno le misure adottate dal Consiglio e dalla Presidenza della Regione nelle scorse settimane. A questo proposito voglio rimarcare il grande spirito di collaborazione tra maggioranza e opposizione che ha caratterizzato i lavori dell’Assemblea in questi giorni difficili.
Tutte le forze politiche hanno dismesso le casacche di appartenenza per perseguire il bene comune. Ciò ha consentito di approvare in tempi rapidissimi la manovra finanziaria che ha liberato risorse immediatamente spendibili per contrastare l’emergenza sanitaria, economica e sociale che ha colpito la nostra Isola.
Il Consiglio ha approvato le prime misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie e dei lavoratori.
Nell’imminente saranno approvate importanti misure a favore delle imprese e dei lavoratori stagionali. È uno sforzo economico senza precedenti che la Regione ha deciso di attuare senza tentennamenti. Il momento impone decisioni rapide e mirate, solo così potremo evitare la catastrofe.
Una battaglia nella quale è coinvolto tutto il sistema degli enti locali. Province e comuni svolgono un ruolo fondamentale per consentire alle misure adottate dal Consiglio e dalla Presidenza della Regione di avere immediata efficacia. I sindaci e tutti gli amministratori locali, grazie alla conoscenza diretta dei luoghi e delle singole situazioni personali e aziendali, hanno un quadro chiaro dei bisogni e delle difficoltà. Il loro contributo e i loro suggerimenti ci consentono di prendere decisioni ponderate e allo stesso tempo rapide.
Tutti gli eventi inaspettati e sconvolgenti, lo dice la storia, portano a inevitabili trasformazioni offrendo opportunità che, se sapute cogliere, ci consentiranno di costruire un futuro migliore. Questo virus, con il suo carico di lutti e di sofferenze, ha risvegliato il nostro spirito comunitario, sopito pulsioni individualistiche e innescato una spontanea catena di solidarietà.
Come nel 1794, la Sardegna fa fronte comune. Il nemico da scacciare sembra oggi più resistente e determinato ma sono sicuro che oggi, come allora, il popolo sardo unito riuscirà a vincere la sua battaglia.»

Successivamente ha preso la parola l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi che in apertura si è soffermato sulla vastità dei cambiamenti che l’epidemia ha imposto alla nostra società. Cambiamenti, ha affermato, che interrogano nel profondo l’uomo con domande sul senso più autentico della sua esistenza e ci consegnano una lezione di convivenza, di consapevolezza del legame fra scelte individuali e bene comune, sulla centralità della cura della vita, della necessità di superare l’indifferenza nei confronti del mondo che ci circonda. «La sofferenza degli ammalati e dei poveri ci ha toccato nell’animoha detto ancora monsignor Giuseppe Baturi -, richiamando alla nostra attenzione i valori della persona e della comunità. Adesso, ha concluso il vescovo di Cagliari, avvertiamo i primi segnali di una crisi economica che rischia di mettere a dura prova la popolazione e la sua parte più debole; per questo servono un nuovo inizio ed una nuova energia spirituale e morale aperta al futuro, che dovrà essere attraversata da un grande amore per la vita, da veri sentimenti di amicizia sociale e di creatività comunitaria. L’augurio quindi, ha detto infine Baturi, è che questa nostra celebrazione a cavallo fra memoria e speranza sia ricordata come l’inizio di nuova epoca di amicizia sociale e solidale del popolo della Sardegna.»
Ha quindi preso la parola Salvatore Cubeddu in rappresentanza del Comitato pro sa Die de sa Sardigna che ha svolto il suo intervento in forma bilingue (sardo-italiano).
«I Sardi celebrano oggi la propria festa e la ripropongono in condizioni del tutto straordinarie, ma lo fanno con convinzione, con impegno e persino con gioia ha esordito Salvatore Cubeddu anche se l’Isola è chiusa da quasi due mesi per la pandemia, anche se da noi i deceduti sono a decine, i malati a centinaia e le restrizioni continuano a permanere anche per il futuro.»
Salvatore Cubeddu si è quindi soffermato sul profondo significato che assume Sa Die de sa Sardigna: «Il 28 aprile del 1974 segna una data fondamentale per l’Isola. Non bastavano più le richieste ai regnanti piemontesi. Come nel resto dell’Europa i sardi rivendicavano libertà, eguaglianza e fraternità. Dopo essersi difesi in armi contro le armate conquistatrici francesi il popolo sardo cacciò i piemontesi dall’Isola. La Sardegna ha avuto i suoi eroi e i suoi martiri che oggi vogliamo ricordare, facendo parte di una Repubblica democratica. Oggi i sardi hanno una loro identità nazionale che postula ulteriori spazi istituzionali, idonei a consentire di rispondere in maniera più rappresentativa, efficace ed adeguata agli attuali problemi epocali»
Salvatore Cubeddu, nell’ultima parte del suo intervento, ha indicato nell’Assemblea Costituente lo strumento più adatto per costruire il riscatto del popolo sardo: «Se ne parla da oltre 20 anni ha ricordato Salvatore Cubeddu -, ci sono atti ufficiali approvati da questo Consiglio, proposte di legge presentate in Parlamento. E’ tempo di riscrivere le regole del nostro vivere comune. I 60 consiglieri regionali possono farlo presentando una proposta di nuovo Statuto da sottoporre a referendum. L’Assemblea Costituente sarebbe utile per rinnovare le nostre istituzioni, ricostruire un’economia secondo le vere risorse della nostra terra, valorizzare quel patrimonio di lingua, economia e cultura che esiste e resiste nonostante tutto e tutti nelle campagne, nei paesi e nelle moderne città».
Al termine dell’intervento del rappresentante del Comitato pro sa Die è andato in scena una drammatizzazione teatrale, tra storia e poesia, dei fatti del 28 aprile del 1794. In scena la poetessa Anna Cristina Serra e gli attori Gisella Vacca, Rita Atzeri, Elio Turno Arthemalle e Franco Siddi accompagnati dai suoni ancestrali del gruppo Cuncordia a Launeddas.
Chiusa la rappresentazione teatrale, il presidente Michele Pais ha dato la parola ai capigruppo.
Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha ricordato che «oggi è la festa del polo sardo anche se c’è poco da festeggiare perché viviamo una situazione drammatica, una giornata che ha suscita in noi tante riflessioni sul nostro futuro e deve spingerci a lavorare per la ripartenza della Sardegna con uno sforzo straordinario, con la forza e l’orgoglio che ci hanno lasciato i nostri padri. L’emergenzaha aggiunto Daniele Cocco non è passata e non sappiamo quando passerà; questo perciò non è il momento della polemiche ma della responsabilità perché siamo poveri e siamo colpiti da ulteriore gravi povertà, abbiamo problemi enormi e dobbiamo essere capaci di rispondere con atti straordinari, proponendo soluzioni e risposte forti e nuove. Dobbiamo essere realisti ma anche ottimisti, ha poi auspicato il capogruppo di Leu, per cui al presidente Christian Solinas dico che dobbiamo fare di più, innanzitutto per mettere in sicurezza operatori del sistema sanitario e di quel mondo formato dalla protezione civile, dai volontari e dalle associazioni, dai Sindaci anche loro impegnati quotidianamente. In particolare per quanto riguarda la prevenzione in campo sanitario occorre che i protocolli stabiliti siano estesi ed attuati in tutta la Regione perché, ad esempio, mi risulta che tamponi e protezioni individuali ci siano dappertutto a differenza di quanto accade ora, quando queste buone pratiche vengono seguite a Cagliari e non come Nuoro, perché in definitiva il nostro compito politico e morale è combattere con ogni mezzo il virus».
Francesco Mura, capogruppo di Fdi, ha auspicato che «la comunità regionale sappia andare oltre eventi storici di 226 anni fa ed impegnarsi a fondo in uno sforzo importante per pensare agli sardi di oggi, con stessa reazione decisa e coraggiosa di allora, per essere all’altezza della grande di questo momento epocale di cambiamento; lo dobbiamo alle vittime alle quali dovrebbe essere dedicata questa giornata. Abbiamo il dovere ha sostenuto Francesco Mura di mettere in campo una reazione adeguata alla crisi e di costruire tutti assieme un percorso di risalita, un percorso politico nuovo con i parlamentari sardi di tutte le forze politiche ed il sistema produttivo, per arrivare ad una Sardegna libera da ogni oppressione. L’ assistenza pubblica oggi è un dovere ma è necessario preparare la ripartenza per lavorare con dignità, per tenere viva la nostra tradizione di grandi lavoratori, per il nostro riscatto. Il vero cambiamento, ha proseguito, sta in questa nostra rivoluzione culturale: ripartire dai nostri valori antichi riprendendo in mano con coraggio il nostro destino, consapevoli del fatto che abbiamo tante emergenze da affrontare e dobbiamo batterci con nostri concittadini per dare prospettiva al nostro popolo e soprattutto ai giovani.»
Per Forza Italia, Angelo Cocciu ha messo l’accento sull’importanza della giornata e per una data storica che quest’anno ricordiamo con tanto dolore in più, anche se in misura minore rispetto ad altre parti d’Italia. Il presidente Solinas finora ha fatto tanto e lo ringraziamo, ha detto ancora Cocciu, esprimendo poi speranza che è anche un po’ il sogno per i sardi, di poter avere un controllo sanitario capillare, per consentire alla nostra Regione di ricominciare davvero a lavorare e ad accogliere quanti vorranno visitare la nostra terra in sicurezza.
Roberto Caredda (Misto) ha ricordato che «i sardi di allora difesero grandi valori come dignità e diritti conquistando la loro autonomia con spontanea rivolta patriottica, elementi che oggi devono essere attualizzati trasformandosi in un sentimento di speranza e di riflessione per i sardi, per tramandare nel modo più nobile le tradizioni e la storia della Sardegna. Una riflessione che – ha continuato Roberto Caredda -, dovrà concretizzarsi in un forte impegno a difendere nostra identità, combattendo oggi una battaglia difficile che sta colpendo tutto il mondo. Ma non siamo soli, ha osservato il consigliere, perché abbiamo vicino tanti eroi, molti con camice e divisa, capaci di tanti esempi che contribuiscono a creare un nuovo senso di comunità di cui far tesoro. Servirà un comportamento responsabile per vincere tante sfide, ha concluso Caredda, chiamando ognuno a fare la sua parte per uscire da questa crisi più forti di prima».
Aldo Salaris (Riformatori sardi) ha parlato di «una festa del popolo sardo in tono minore ma non certo per intensità e passione». «Oggi come allora ha dichiarato il capogruppo di maggioranzasiamo davanti a una rivoluzione e il 28 aprile ci fa sentire un popolo nei valori della lingua, dei costumi e dei riti». Salaris ha insistito sul concetto di sardità e, nel corso del suo intervento, ha rilanciato con forza la battaglia politica per l’inserimento in Costituzione del principio di insularità».
Molto critico, invece, nei confronti dell’operato del presidente della Giunta, l’intervento della capogruppo Cinque Stelle, Desirè Manca, che ha ricordato quelle che, a suo giudizio, sono state le promesse tradite dal governatore nel suo primo anno e mezzo alla guida della Regione. «Ricordoha incalzato l’esponente della minoranzale promesse elettorali e quelle fatte nelle dichiarazioni programmatiche, ricordo i buoni propositi di allora e le parole appassionate sulla identità». La consigliera M5S ha quindi parlato «di fatti che vanno nel senso contrario rispetto alle riforme enunciate” ed ha lamentato il ricorso all’esercizio provvisorio, le leggi impugnate dal Governo centrale e gli “otto mesi impegnati nella nomine” nonché “la presa in giro del latte a un euro fatta ai pastori sardi”.
«Le auguro un’inversione di rotta – ha concluso Desirè Manca – mentre riaffermo con fierezza il mio essere sarda con la promessa di lavorare nell’esclusivo interesse dei sardi e della Sardegna».
Il capogruppo Udc-Cambiamo, Gianfilippo Sechi, ha ripercorso l’iter politico e istituzionale della legge per Sa Die, ricordandone il profondo significato storico e i valori legati alla sardità, all’orgoglio e al coraggio dei popolo sardo. «Il popolo che smarrisce la memoria ha affermato l’esponente della maggioranzaperde l’identità e fare memoria storica significa schiodarsi dalla passività e farsi forza col ricordo di eventi che dimostrino la nostra capacità di autogoverno se non addirittura di indipendenza».
Gianfranco Ganau (capogruppo Pd) ha ricordato in apertura del suo intervento il significato delle celebrazioni della festa del popolo sardo ed ha citato Giovanni Lilliu «La rivolta di una Sardegna asservita al feudalesimo per una Sardegna libera e una nazione protagonista».
A giudizio dell’esponente della minoranza a trent’anni dalla proclamazione della legge istituiva di Sa Die «è necessaria una riflessione sul significato e sui valori più profondi della festa del popolo sardo ma l’obiettivo a cui tendere ha spiegato Gianfranco Ganauè quello di proseguire insieme nel verso dell’esercizio dell’autonomia. Sa Die ci invita a compiere ogni giorno una rivoluzione e la moderna sarda rivoluzione di oggi, dopo i tempi difficili della pandemia – è costruire un’Isola che sia un modello si sviluppo sostenibile e attrattivo».
Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha invece replicato con un certo disappunto alle critiche dei 5 Stelle ed ha parlato di “occasione perduta” riferendosi alla dimostrazione di scarsa unità offerta dal Consiglio regionale «in una giornata così importante per la Sardegna».
L’esponente della maggioranza ha più volte invocato una vera “unità” tra i sardi per superare il difficile momento ed ha chiesto scusa per «l’ennesimo teatrino della politica andato in scena in Aula anche nella giornata celebrativa di Sa Die». «Da questa Aula ha concluso Franco Mula – deve partire un segnale di unità e di speranza e il tutto, in giornate come quella odierna è più importate dell’ego di ciascuno di noi».
Accorato e appassionato l’intervento del capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha fatto più volte riferimento ai sacrifici dei sardi nei mesi dell’emergenza Covid. «Il virusha dichiarato l’esponente della maggioranzaha posto in evidenza le nostre fragilità e messo alla prova anche gli spiriti più temerari».
«La giornata odierna – ha proseguito Giagoni – deve essere un momento di riflessione per le azioni concrete da condurre con coraggio per il riconoscimento del principio di insularità e per rivendicare maggiore autonomia decisionale.»
Il capogruppo della Lega ha concluso il suo intervento rivolgendo un pensiero «a quei sardi che in questi tempi difficili non hanno potuto neppure dare l’ultimo saluto ai propri cari».
La consigliera dei Progressisti, Maria Laura Orrù, ha ricordato il significato della cacciata dei piemontesi ma ha anche evidenziato come «quel periodo durò troppo poco e quanto i Savoia, una volta ritornati nell’isola la fecero pagare ai sardi». «La resilienza – ha aggiunto l’esponente della minoranzasi rilevò la nostra condanna e la storia ci insegna che oggi dobbiamo ritrovare la forza per rovesciare i tavoli».
Riferendosi all’emergenza Covid, ha aggiunto: «La ripartenza della Sardegna deve essere diversa e avviata in modo giusto, serve ripartire dalla terra e incanalare la speranza per trasformare la crisi in una grande opportunità per la nostra Isola».
Il presidente Pais ha quindi dato la parola al presidente della Regione Christian Solinas che ha svolto l’intero intervento in lingua sarda: «La storia ha riservato alla Sardegna prove difficili – ha detto Christian Solinasdisastri naturali, carestie, invasioni, saccheggi, dominazioni, siccità e malattie. Sofferenze e solitudini profonde che hanno lasciato segni indelebili nelle nostre comunità e nel modo di costruire le nostre relazioni, il nostro linguaggio e le nostre tradizioni. L’identità collettiva è il risultato di una tradizione che si rinnova, nella mentalità e nella comunicazione ma sempre con il passo che arriva da un modo di vivere senza fretta e che rappresenta la lente con la quale guardiamo il mondo e noi stessi».
L’identità, secondo Christian Solinas, è oggi ancora più importante per affrontare le difficoltà del presente: «Ci troviamo a combattere una pandemia che colpisce il nostro vivere quotidiano. L’affrontiamo senza paura, con misure importanti per cercare di contenerla. Da alcune settimane siamo chiamati a duri sacrifici che stanno mettendo i difficoltà le nostre imprese, i lavoratori e tutto il sistema economico e produttivo. Sa Die de sa Sardigna assume quindi una dimensione simbolica che mette alla prova la nostra capacità di reagire e fa leva nella potenza della nostra identità per darci la forza di superare quest’altra tragedia. Noi teniamo duro, tutti insieme ce la faremo».
Christian Solinas ha quindi rivendicato la bontà delle misure adottate dalla Regione per contrastare la pandemia: «Era dalla fine della seconda guerra mondiale che non si conosceva un’emergenza di queste dimensioni ha affermato il presidente della Regione – oggi lottiamo contro un nemico invisibile, un virus che si diffonde seminando lutti e sofferenze. Eppure siamo riusciti a mantenerne il controllo e a limitarne la diffusione. Ora è arrivato il momento di pensare a ripartire e, con le dovute cautele, a ritornare alla normalità. Per questo il 28 aprile assume un significato nuovo: nel 1794 con la cacciata del vicerè e dei funzionari piemontesi si cacciarono i soprusi di un sistema di governo che affogava città e campagne, oggi facciamo appello all’unità del nostro popolo per sconfiggere l’epidemia, per fermare la catena dei contagi e per ricominciare tutti insieme».
Ma non tutti i mali vengono per nuocere: per Christian Solinas, pur nelle difficoltà, questa esperienza servirà a disegnare una nuova identità collettiva, adeguandola alla nuova realtà globale, al continuo confronto tra culture e bisogni messi in luce dallo sviluppo delle nuove tecnologie. La lezione di questo tempo conferma il bisogno di mettere a confronto il grande patrimonio delle diversità, prendendo coscienza della nostra identità. L’omologazione non conviene a nessuno. La convivenza globale, nel rispetto reciproco delle differenti esperienze è invece l’orizzonte migliore al quale i sardi devono guardare. L’identità che nasce dall’autocoscienza è il risultato di un confronto che riconosce le diversità e ne rispetta il valore».
Il presidente della Regione ha quindi elencato i valori su cui fondare il riscatto del popolo sardo: «La sardità è la nostra coscienza collettiva che declina i nostri valori storici, tradizionali, culturali, paesaggistici e linguistici. E’ questo che rende viva e vera la nostra identità. Per questo dobbiamo chiederci cosa vogliamo per noi e per la nostra terra – ha detto Christian Solinas – credo che dobbiamo avere il coraggio e la forza di restare noi stessi salvaguardando il primo elemento della nostra esistenza: la parola. Ciò vuol dire che occorre restituire ai sardi la loro lingua materna. Il nostro modo di comunicare è fatto di silenzi e di espressioni chiare. Ciò non vuol dire non comunicare ma esprimere con poche parole il senso profondo del nostro sentire senza rimangiarsi le cose dette. La lingua sarda ha voce e suono, canta, e il suono ha lo stesso valore del significato della parola. Parlare in sardo significa scegliere un modello alternativo di sviluppo, una crescita a vantaggio di chi vive nella nostra terra. Oggi possiamo parlare in modo diverso rispetto al passato e raccontare un nuovo mondo di libertà. Oggi che stiamo per tornare liberi dopo settimane di quarantena lo dobbiamo fare con fede e speranza. Solo così si potrà ricostruire ciò che è stato distrutto dall’emergenza virus. Dobbiamo indicare una via per la rinascita del popolo sardo. Lo dobbiamo fare ripartendo da qui, da Sa Die de sa Sardigna che ci porta valori comuni di unità e di condivisione».
Christian Solinas ha quindi concluso il suo intervento citando alcuni versi dell’inno sardo di Francesco Ignazio Mannu: Como ch’est su filu ordidu/A bois toccat a tèssere/Mizzi chi poi det essere/Tardu s ‘arrepentimentu/Cando si tenet su bentu/Est prezisu bentulare.
Il presidente del Consiglio Michele Pais ha quindi chiuso la seduta ringraziando gli ospiti e i rappresentanti delle forze politiche: «Quasi tutti hanno compreso il senso di questa giornata in cui si lasciano da parte le normali contrapposizioni politiche in uno spirito di solidarietà e unità che si fonda sui valori della sarda rivoluzione di Giommaria Angioy».

(INTERVENTO INTEGRALE DEL PRESIDENTE SOLINAS IN LINGUA SARDA)
Sennore Presidente, Onorèvoles collegas, Cumponentes de su Comitadu pro Sa Die,
òmines e fèminas de Sardigna.
S’Istòria at parau in antis a sa terra nostra e a su Pòpulu nostru maicantas proas: disacatos naturales, carestias, invasiones, assàchios, dominatziones, sicagna e epidemias. Patimentos e soledades profundas, males pedrales chi ant lassadu su sinnu in sas intrannas de cadaunu de nois, de sas comunidades nostras; sa manera de fraigare sas relatas nostras, su limbàgiu e sas traditziones nostras. Est a nàrrere, s’identidade culletiva nostra a dies de oe est su frutu de una traditzione chi s’annoat, semper bia, die cun die, chi si fràigat faghende, in sos pensos e in sa comunicatzione ma semper cun su passu chi arribat dae unu vìvere bene pasadu, chi rapresentat sa lente cun sa cale, comente sardos, abbaidamus su mundu e nois matessi.
E no est de badas chi professor Lilliu istimadu apat, cun abbistesa, naradu chi “sos sardos pensant in tundu”. Ca, abbaidende bene, sa nostra est una cultura tzirculare, dae semper. No amus sa sìntesi dimensionale chi si bidet in su cùcuru de sas piràmides o de su fronte de sos tèmpios grecos.Tundos sunt sos nuraghes e su chircu distinghet sas planimetrias issoro, che a sos putzos sacros, gasi comente pro sos printzipales trastos de s’artesania artìstica – còrbulas, cannacas – e pro sos cuiles. Tundu est su ballu e in chircu si cantat a tenore. Pro leare detzisiones de importu sa comunidade si sedet in tundu, totu parìviles mancari cun ruolos diferentes.
Custa die dat s’oportunidade de nche barigare s’alabantzia e su ritu, chi sunt importantes, eja, in sas cosas de s’òmine: est sa die de nois sardos, de sa Sardigna! Una data nòdida, gasi comente ant ammentadu in medas, de unu fatu istòricu, de cussèntzia natzionale, de fràigu de unu esperimentu autonomìsticu acumpridu a pustis de sèculos dae s’edade giuigale e in armonia cun sas ideas rivolutzionària e illuminìsticas, resumidas in sos printzìpios universales de sa libertade, de s’uguagliàntzia e de s’ amistade.
Ma s’atualidade de sos valores identitàrios de Sa Die si medit oe cun unu tempus particulare, chi ponet domandas noas e nos presentat trintzeras noas pro gherrare contra a una pandemia traitora e mortale, cun unu virus chi est corfinde a manera ferotze sa bida fitiana nostra, sos antzianos nostros, e non custos ebbia. Una Epidemia chi semus cuntrastende a petorra parada, cun misuras poderosas pro li pònnere làcana chi ant custrintu pro chidas meda totu sos Sardos a sacrfìtzios mannos meda, chi sunt ponende in pelea sas impresas nostras, sos traballadores, su setore econòmicu e produtivu.
In custu tempus, su meledu nostru pro sa Die si prenat de capias noas e leat una dimensione simbòlica chi porrogat sa capatzidade nostra de poderare, de èssere fortes e invocat, in s’identidade de su Pòpulu nostru sa capatzidade de si nche torrare a pesare e torrare a cumentzare, lassendsi a palas cust’atera tragedia de s’Istòria. L’amus iscritu: Sa Sardigna est prus forte. Nois poderamus. Sa fortza nostra, Totu paris pro torrare a cumentzare.
Fiat dae s’ùrtima gherra mondiale de su sèculu passadu chi su mundu non connoschiat una emergèntzia de custa mannària. E custa est comente chi siat, cun piessinnos noos e diferentes, sa de tres gherra mondiale chi s’umanidade totu pìnniga gherrat contra a unu nèmigu invisìbile, de unu virus chi si ispàrghiat e intrat a totue messende vìtimas e lassende in caminu dolore e timòria.
Fiat dae s’ùrtima gherra mondiale de su sèculu passadu chi sa mundu non connoschiat una emergèntzia de custa mannària. E custa est comente chi siat, cun piessinnos noos e diferentes, sa de tres gherra mondiale chi s’umanidade totu pìnniga gherrat contra a unu nèmigu invisìbile, de unu virus chi si ispàrghiat e intrat a totue messende vìtimas e lassende in caminu dolore e timòria.
In s’ìsula nostra amus mantesu suta controllu s’isparghinamentu de sos contàgios, ponende làcana a sos dannos sanitarios. Ma como, comente càpitat a pustis de cada gherra, mancari cun sa prudèntzia netzessària, osservende unu printzìpiu de cautela màssima leende misuras adeguadas de preventzione e amparu, depimus torrare a cumintzare, abèrrere s’àndala a una normalidade noa chi permitat a sos sardos de nche essire a pagu a pagu dae s’isulamentu e torrare a fraigare valore e traballu.
Su 28 de abrile, duncas, leat unu significadu simbòlicu nou: comente in su 1794, boghendenche su Visurè e sos funtzionàrios piemontesos si che catzaiant a manera ideale sos abusos de unu poderiu allupadore chi sas tzidades e sas campagnas, sos istamentos e sa casta noa de sa burghesia cummerciale non podiant prus bajulare, oe faghimus apellu a s’unidade de su Pòpulu nostru pro che bogare s’epidemia, pro firmare sa cadena de sos contagios e pro torrare a cumentzare totu paris.
Custa esperientzia metzana puru at a servire a sestare s’identidade culletiva nostra.
Mescamente in s’urgentzia chi no si podet trantzire de isòrvere su chertu semper prus craru de sa relata cun una dimensione globale de sa realtade, de s’intretzire sighidu de sas culturas e de sos bisòngios chi su progressu e sa lestresa de sos istrumentos modernos at acurtziadu, moende dae sa tecnologia.
Pro comente la bido deo. sa letzione de custu tempus cunfirmat su bisòngiu de afrontare su cunfrontu chin sa richesa manna de sas diversidades, leende una cussèntzia acumprida de s’identidade sarda, chi no est unu ammiru lunàdigu de unu bìvere a tesu, eredidade materiale o immateriale de esperientzias anzenas, ma apartenèntzia resonada a una cultura e a una traditzione chi intrant oe in su fràigu de cada pessamentu e atzione nostros, leendenos a lèghere sas cosas de su mundu chi bivimus cunforma a unu paradigna antropològicu chi orientat sas reatziones cara a istìmulos esternos de su sìngulu e de sa comunidade.
S’omologatzione non cumbenit a nemos, sa summa est pari a nudda. Sa convivèntzia globale, in su rispetu pari-pari, de identidades diferentes rapresentat imbetzes s’orizonte culturale prus ricu e de bonucoro, a su cale sos sardos – e pro mene de prus puru, che sadista – podimus petzi abbaidare cun pressiu mannu.
S’identidade chi naschet dae sa cussèntzia de sesi est su resurtadu de unu cunfrontu chi reconnoschet sas diversidades, cumprendet e rispetat su valore.
Sa sardidade duncas est sa cussèntzia culletiva de su Pòpulu nostru chi declinat in su tempus presente sos valores istòricos, traditzionales, culturales, artìsticos, paesagìsticos e linguìsticos suos. Custu protzessu de atualizatzione fitiana rendet galu oe bia e bera s’identidade nostra, dende unu sensu craru a custa die e a s’alabantzia sua.
Pro cussu chi afirmamus cumbintos sa volontade nostra de non medire comente sardos cun su presente e comente sardos desinnare su benidore nostru, rispondende pro cada faina nostra a sas duas domandas fundamentales chi apo propostu a cumintzare dae sas decrarassiones prorammaticas in printzìpiu de custa legisladura: cale profetu pro s’ìsula nostra? cale profitu pro sos Sardos?.
Si custu est su percursu sestadu, depimus àere su coràgiu e sa fortza de abarrare semper nois fintzas chin s’elementu creatore de s’esistèntzia, sa paràula. Custu cheret nàrrere torrare a sos sardos sa limba issoro, sa limba de sa mama, torrare in fines a a acurtziare a su significadu de cada descritzione, fatuale o emotiva, su signifcante cosa sua.
Est a beru, su limbazu fundamentale de sos sardos est su mudore, fatu a s’ispissu de espressadas firmas. E non cheret nàrrere a non comunicare, o pejus puru a no àere nudda ite nàrrere: nono, sas paràulas sunt pagas, ca sa paràula est unu arriscu in su bìvere istòricu e no est fàtzile, in sa cultura nostra, a torrare a coa cando una cosa est narada.
Pro su restu, s’impreu de sas paràulas est risparmiosu: pagas, ma cada frase est belle una sententzia, mescamente in cussa riserva perenne de valores e traditziones rapresentada dae su mundu agropastorale.
FInas sas mòvidas sunt fraigadas, punnant a non dare a bìdere su sentidu. Mancari, in pagos tratos, arribet a una potentzia espressiva ispantosa, comente cando si ghetat una mirada simpre.
Finas s’avesu est cumpostu, non lassat bìere perunu sentidu. Mancari chi a bias tenet una fortza de espressada ispantosa, comente in una ograda ebbia.
Epuru, s’arrastu prus craru de s’identidade est in sa limba etotu. A faeddare prus limbas est una prenda cunfirmada dae totu sos istùdios. Onni limba retratat su mundu in manera diferente, cae in su sinnu gràficu o fonèticude una allega crobat s’ammentu de una comunidade. A chistionare sa limba nostra nos ponet in su mundu cunforma a s’identidade nostra e nos lassat bìvere esperièntzias a sa sola, pro nde buscare su sentidu de cada meledu.
Sa limba sarda at boghe e sonu, cantat, e su sonu tenet su matessi importu de su significadu de sa paràula. Sa limba faeddat a manera diferente su tempus de oe.
A faeddare in sardu cheret nàrrere a seberare unu modu distintu de isvilupu, una crèschida a torracontu de sa zente de su logu.
Oe podimus nàrrere in limba cosas chi no amus pòdidu nàrrere in tempos colados, e gasi faeddare unu tempus nou de libertade. Una limba sarda aberta a su cambiamentu e a s’arrichimentu. Una manera de faeddare est una manera de fàghere. Sa limba no est petzi unu mèdiu pro comunicare, est finzas una testimonia de sentidos, de afetos e de pensamentos.
Semus acante de liberare sos sardos dae chidas de barantena, cajonada dae s’emergèntzia epidemiològica. Non podimus mantènnere sa limba inserrada in domo, acorrada. Depimus liberare finas a issa, ca si potzat chistionare in sardu in cale si siat logu o faina de sa vida fitiana: in iscola, in ufìtziu, in sas istitutziones o in crèsia.
Oe galu de prus tenimus a in antis su bisòngiu de ammaniare progetos e programmas, cun una fide e una ispera noa, pro torrare a fraigare su chi est derrutu pro s’ùrtima emergèntzia e custu tempus istentosu de crisi. Depimus inditare una caminera pro sa crèschida e s’isvilupu pro totu su Pòpulu Sardu. Lu depimus fàghere como, moende dae inoghe, dae sa Die de sa Sardigna chi nos giughet a valores a cumone de unidade e cumpartzida.
Amus cosas de contare e de produire: b’at meda de nàrrere e meda prus de fàghere.
Bivimus torra su tempus firmadu dae Frantziscu Innàtziu Mannu in sas ùrtimas allegas de su cumponimentu suo chi est como s’Innu ufitziale de sa Sardigna. Nos tocat a totus sa matessi responsabilidade e nos tocat de traballare totus pro nche pesare s’ìsula nostra dae custos tempos malos siat dae su ghetu sotziale chi econòmicu:
Como ch’est su filu ordidu
A bois toccat a tèssere,
Mizzi chi poi det essere
Tardu s ‘arrepentimentu;
Cando si tenet su bentu
Est prezisu bentulare.
Sardos istimados,
Augùrios sìncheros de bona Die de sa Sardigna. Augùrios mannos pro sa Festa de su Populu nostru.

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«Il 25 aprile 2020 ha un significato particolare. Oggi, festa della Liberazione, si rende omaggio alla “libertà” come valore fondante della nostra democrazia. Rinnoviamo quindi quei principi di democrazia, tolleranza e lotta a qualsiasi forma di odio e di violenza. Rendiamo omaggio a chi ha lottato per quei valori  consegnandoci una democrazia che dobbiamo sempre difendere. Oggi più che mai la Liberazione è una festa di unità di un popolo che non si arrende mai. Quest’anno però è anche una giornata  di riflessione per tutti i sardi che, con il loro comportamento responsabile, hanno saputo reagire in  questa difficile situazione di emergenza sanitaria.»

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, nel giorno della festa della Liberazione 2020, vuole mandare  un messaggio di speranza: «Mai arrendersi, noi sardi siamo abituati a combattere contro ogni avversità. In Sardegna, la pandemia che sta sconvolgendo il mondo,  si sta attenuando anche grazie al comportamento consapevole d tutti i sardi che da subito hanno capito che solo con un agire responsabile si può contribuire a limitare i contagi e a liberare la nostra isola da questa terribile malattia».

Il presidente Michele Pais ringrazia, ancora una volta, tutte le persone che, anche in questo giorno di festa, lavorano in prima linea: «Un pensiero particolare a tutti coloro che lavorano negli ospedali, nelle case di riposo e alle famiglie degli scomparsi. Ma anche un ringraziamento a tutti coloro che, con grande sacrificio, hanno consentito l’erogazione dei servizi essenziali».

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Solidarietà al presidente della Protezione civile di Villanovafranca, vittima di intimidazioni e minacce di morte, arriva anche dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais e dall’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis.

«Esprimo,  anche a nome dell’intero Consiglio regionale,  piena solidarietà al presidente della Protezione civile di Villanovafranca destinatario di minacce di morte da parte di anonimi scellerati che saranno presto assicurati alla giustizia. Gli autori  di questo messaggio di morte devono  essere isolati  dalla comunità che unanimamente è grata a questi uomini e donne che, con abnegazione, stanno cercando di aiutare la popolazione anche in questo periodo di emergenza sanitaria.»
Esprime indignazione il presidente del Consiglio regionale Michele Pais avuta la notizia della intimidazione a Gianni Follesa.
«Un gesto ancora più vigliaccoaggiunge Michele Paisperché messo a segno in un periodo di grande sofferenza da parte di tutta la popolazione. In attesa che la magistratura faccia piena luce sugli autori di questo atto scellerato esprimo  a Gianni Follesa e a tutti gli uomini e le donne della Protezione civile la vicinanza del Consiglio regionale e la gratitudine per il grande lavoro che stanno portando avanti.»

«E’ inaudito che proprio in questi giorni, che vedono gli uomini e le donne della Protezione civile impegnati in prima fila per l’emergenza Covid-19, qualche mente disturbata possa pensare di minacciare pesantemente chi sacrifica le proprie giornate a disposizione dei cittadini in difficoltà. La mia solidarietà e vicinanza a Follesa ed una forte condanna per la mano vigliacca che ha scritto quel grave messaggio.»

Con queste parole, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, ha commentato le minacce di morte ricevute dal presidente del gruppo di Protezione civile di Villanovafranca, Gianni Follesa.

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«É una Pasqua dedicata ai medici, agli operatori sanitari, ai volontari, ai farmacisti, a chi lavora nei supermercati e a tutte le persone che ogni giorno, in prima linea, combattono il Coronavirus, questa terribile pandemia che sta sconvolgendo la Sardegna e il mondo. Il mio augurio per la nostra terra è quello di riuscire prima possibile a debellare il Coronavirus ed arginare così la crisi economica che inevitabilmente è aggravata dal blocco delle attività dovuta all’emergenza sanitaria.»

Per il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, la Pasqua quest’anno assume un significato particolare: «E’ un momento di dolore, di vicinanza alle famiglie in lutto, ma anche di fratellanza e di speranza».
«Il Consiglio regionaleha sottolineato Michele Paissta facendo tutto quanto possibile per fronteggiare questa grave situazione che non ha mai avuto precedenti. L’Assemblea regionale, qualche giorno fa, ha approvato a tempo di record un provvedimento della Giunta che prevede lo stanziamento immediato di 120 milioni di euro a favore delle famiglie sarde, e nei prossimi giorni ne approverà, con la stessa celerità, un altro che riguarda alcuni settori economici in difficoltàha aggiunto il presidente del Consiglio regionale -. Sono giorni di intenso lavoro per cercare di aiutare i più deboli e coloro che si trovano in difficoltà a causa di questa epidemia. Colgo l’occasione per ringraziare il presidente della Regione e l’intera giunta per l’impegno instancabile nel potenziare tutte le misure utili a favore dei sardi, e tutta l’Assemblea, maggioranza e opposizione, che davanti ai gravi problemi dimostra unità, concretezza e grande responsabilità. Sono sicuro che insieme sapremo creare nuove opportunità e diventare protagonisti del cambiamento per essere più forti puntando sempre più sulle nostre capacità, credendo nelle peculiarità della nostra terra, promuovendo in tutti i modi e preferendo i nostri prodotti che sono unici e inimitabili. La Sardegna riaprirà al più presto: ma lo potrà fare solo con l’aiuto di tutti noi. Rispettiamo le regole, restiamo a casa, osserviamo le misure di sicurezza ha concluso Michele Pais -. Perché la Pasqua 2020 sia la Pasqua della rinascita: è questo Il mio augurio per la nostra terra.»

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«La scomparsa del dottor Nabeel Khair ci addolora. Esprimo alla sua famiglia, anche da parte dell’intera Assemblea, il cordoglio ed il ringraziamento per la dedizione con cui fino alla fine ha portato avanti la sua professione.»
Per il presidente del Consiglio regionale Michele Pais questo lutto colpisce l’intera comunità sarda.
«La prima vittima del Coronavirus tra i medici di famiglia della Sardegna deve essere un monito per tutti: non abbassiamo la guardia e seguiamo le regole. Ricordiamoci dei medici e degli operatori sanitari che in ogni parte del mondo combattono ogni giorno in prima linea, spesso a costo della propria vitaconclude Michele Paisper sconfiggere questo terribile virus.»

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane il disegno di legge che stanzia 120 milioni per aiuti alle famiglie in difficoltà.

Il presidente Michele Pais ha aperto la seduta per la discussione dell’unico punto all’ordine del giorno: il disegno di legge della Giunta “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-CoV-2”.
Il documento, illustrato dal vicepresidente della commissione Sanità Daniele Cocco (Leu), stanzia 120 milioni di euro a favore di nuclei familiari che hanno subito un calo del reddito a causa del blocco delle attività economiche deciso dal Governo.
«Con questa legge consentiremo alle famiglie sarde in difficoltà di aver un reddito di almeno 800 euro al mese – ha sottolineato Daniele Cocco – era il minimo che potessimo fare in questo momento di grave difficoltà per tutti. Sono contento che lo si sia fatto con spirito unitario, tutti insieme abbiamo condiviso un percorso per dare ai sardi la possibilità di beneficiare di un reddito di emergenza sociale. Questo non basterà per risolvere tutti i problemi, ne siamo consapevoli, ma è un primo passo importante. Mi auguro che la Giunta, insieme alla Conferenza degli Enti Locali, riesca a trasferire immediatamente le risorse ai Comuni per essere poi distribuite ai beneficiari.»
L’assessore alla programmazione Giuseppe Fasolino ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione Sanità e dalla Conferenza dei capigruppo: «E’ un risultato condiviso, frutto dell’impegno di tutti. Il Consiglio ha dimostrato che in queste emergenze non possono esserci divisioni politiche. Con questo provvedimento mettiamo in campo 120 milioni di euroha detto Giuseppe Fasolinose facessimo una proporzione con quanto messo in campo dal Governo capiremmo meglio quale sforzo stia facendo la Regione per sostenere le famiglie sarde. Come Giunta ci impegniamo a definire quanto prima i criteri per fare in modo che gli aiuti arrivino a tutti e nessuno sia escluso. Occorre dare un sostentamento dignitoso alle famiglie in questa fase emergenziale, poi bisognerà lavorare per il futuro e per capire come fare ripartire la nostra Regione».
Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato.
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, che ha ricordato la scomparsa dell’ex assessore del comune di Cabras e ha rivolto un pensiero verso tutti gli altri deceduti a causa della pandemia Covid-19, soffermandosi in particolare sulla figura di Nabeel Khair, medico condotto a Tonara e storica guardia medica di Aritzo, di origine palestinese e già rappresentante della sua comunità in Europa.
Annalisa Mele (Lega) si è associata alle parole dell’on. Massimo Zedda e , a sua volta, ha voluto ricordare il sacrificio degli operatori della sanità, medici, infermieri e oss impegnati quotidianamente negli ospedali. «Un pensiero – ha aggiunto Mele – lo voglio rivolgere anche alla prima vittima del Coronavirus del paese di Cabras».
Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto, in termini perentori, lo sblocco immediato dei pagamenti delle 90mila pratiche in arretrato di Argea, ponendo esplicitamente una questione di “fiducia” nei confronti dell’operato di alcuni esponenti della Giunta.
Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Talanas, si è associato alla richiesta del consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, e nonostante l’invito rivolto ai consiglieri dal presidente Michele Pais, affinché gli interventi fossero incentrati soltanto sul disegno di legge iscritto all’ordine del giorno, il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, è intervenuto a sostegno della richiesta di Giovanni Satta ed ha affermato: «La fiducia del gruppo Lega nei confronti dell’operato dell’assessora dell’Agricoltura sta venendo meno».
Il consigliere di Leu, Eugenio Lai, ha quindi ricordato come le richieste formulate dai gruppi di maggioranza a proposito dei pagamenti per l’agricoltura siano le medesime che da tempo vengono esplicitate dalle forze dell’opposizione: «Su 90 milioni disponibili ne sono stati pagati soltanto 9 milioni».
Il presidente del Consiglio ha, dunque, comunicato all’Aula l’avvenuta consegna del testo finale del disegno di legge in discussione ed ha concesso la parola al capogruppo Psd’Az, Franco Mula, che ha domandato lumi sulla programmazione dei lavori consiliari nell’immediato futuro.
Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, intervenendo sempre sull’ordine dei lavori, ha invece criticato le dichiarazioni e l’atteggiamento dell’assessore della Sanità riguardo le «mancate risposte rese nel corso dell’audizione in commissione». Francesco Agus ha quindi chiesto l’intervento del presidente Michele Pais «affinché siano garantite le prerogative dei consiglieri regionali, soprattutto, per ciò che attiene gli atti del sindacato ispettivo»
Il presidente Michele Pais ha annunciato un emendamento all’art. 1. Il testo prevede che per il 2020, ai nuclei familiari i cui componenti siano lavoratori dipendenti o autonomi collegati ad aziende che abbiamo subito restrizioni a seguito dell’emergenza Covid-19 e non abbiano beneficiato di forme di integrazione salariale sia riconosciuta una indennità di 800 euro mensili. Con l’emendamento viene soppressa la parte della norma che escludeva dal beneficio i titolari di conti bancari con depositi superiori ai 10mila euro. Il relatore Daniele Cocco ha espresso parere favorevole.
A seguito di interlocuzioni fra i gruppi il presidente ha chiarito che il testo di riferimento è quello licenziato dalla commissione.
Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha proposto, con un emendamento orale, che la parte del testo riguardante l’ammontare dell’indennità sia corretta specificando che non si tratta di 800 euro ma di un importo “fino” ad 800 euro.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, dopo un confronto tecnico con gli uffici, ha fatto rilevare la necessità di inserire un altro “non”, legato in questo caso all’attività del beneficiario, che deve rientrare fra quelli impiegati in aziende “non” esclude dai provvedimenti di restrizione.
Il Consiglio ha approvato prima l’emendamento n.1 comprensivo dell’emendamento Ganau e subito dopo il testo definitivo dell’art. 1 che recepisce l’emendamento Mula.
A seguire sono stati approvati gli articoli 2 “Norma finanziaria” e 3 “Entrata in vigore” e le tabelle allegate.
La consigliera Elena Fancello ha proposto un emendamento orale per inserire fra i beneficiare anche i soci facenti parte di società di capitali.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, sull’ordine dei lavori, ha affermato che la modifica può essere inserita in sede di coordinamento tecnico del testo e può essere introdotta dalla Giunta.
Il Presidente ha precisato che la proposta va comunque formalizzata con un testo.
Il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta sempre sull’ordine dei lavori, ha osservato la contraddittorietà di un provvedimento dedicato alle famiglie che poi assegna 800 euro al componente di una società di capitali differente dal socio lavoratore, che ha un suo inquadramento.
Il presidente ha chiarito che il significato del testo va inteso in riferimento alle società senza ulteriori specificazioni.
Il Consiglio ha quindi approvato il testo definitivo della legge all’unanimità con 48 voti.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, ancora sull’ordine dei lavori, ha annunciato la presentazione di un testo mirato sulle imprese, sollecitando il presidente a convocare la commissione competente la settimana prossima per esaminarlo e sottoporlo all’Aula in tempi brevi.
Il presidente ha recepito la proposta ed ha chiuso la seduta, riconvocando il Consiglio a domicilio.

Il Consiglio regionale si riunirà mercoledì 8 aprile, alle ore 11.00. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo, presieduta dal presidente Michele Pais, riunita questo pomeriggio nell’aula consiliare per rispettare le distanze dovute all’emergenza Coronavirus. Alla seduta ha partecipato in videoconferenza il presidente della Regione Christian Solinas e in aula era presente l’assessore regionale del Bilancio Giuseppe Fasolino.
All’ordine del giorno dell’Aula sarà iscritto il provvedimento della Giunta che prevede uno stanziamento di 120 milioni di euro di fondi regionali, quindi immediatamente spendibili, a favore delle famiglie in difficoltà. Un provvedimento su cui maggioranza ed opposizioni hanno assicurato la massima disponibilità ad approvarlo nel più breve tempo possibile. “Ringrazio maggioranza e opposizione – ha detto il presidente Michele Pais – per la grande disponibilità dimostrata. La situazione in cui si trovano le famiglie sarde, a causa dell’emergenza Coronavirus, non consente di perdere neanche un minuto. Non è tempo di contrapposizioni, procediamo insieme per approvare al più presto questo disegno di legge che porterà un po’ di sollievo ai nostri concittadini”. La Conferenza ha, quindi, deciso, per domani alle 12.00, di convocare l’ANCI per dare un parere sul provvedimento in Commissione Sanità, che è riunita dalle 10.00 per fare il punto sull’emergenza Covid-19 in Sardegna con l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu ed il Commissario straordinario dell’Ats Sardegna Giorgio Steri. Alle 13,30, si riuniranno ancora i Capigruppo per un nuovo esame del testo. Alle 18.00 è convocata la commissione Bilancio che dovrà esprimere il parere sul provvedimento. Su specifiche domande dei capigruppo il presidente Christian Solinas e l’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino hanno specificato che i 120 milioni di euro non sono dovuti a tagli, ma i fondi sono stati presi da “manutenzione” dei capitoli di bilancio. Quindi, si è trattato di una rimodulazione su interventi che non si sarebbero potuti attuare entro il 2020. Il presidente Christian Solinas ha annunciato che la Giunta sta predisponendo un altro provvedimento a favore delle imprese che sarà presentato al Consiglio nelle prossime ore.

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Il presidente della Regione Christian Solinas parteciperà domani alla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio regionale che si riunirà alle 17,30.
L’incontro – che sarà presieduto dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais – è stato fissato per decidere la programmazione dei lavori del Consiglio e delle Commissioni nei prossimi mesi. Il presidente della Regione ha chiesto espressamente di poter intervenire in videoconferenza alla riunione per illustrare direttamente la situazione sanitaria e le azioni relative all’emergenza e per programmare con l’Assemblea le azioni più immediate da intraprendere nel futuro.