30 June, 2024
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Il tema dell’utilizzo del territorio per la produzione industriale delle così denominate “energie rinnovabili”, si affaccia prepotentemente nel dibattito politico ed impatta in modo diretto con la connotazione identitaria e culturale nonché con gli interessi economici delle comunità sarde. Considerata l’entità della produzione programmata di energia, possiamo già oggi affermare che non vi sarà in Sardegna alcuna comunità che possa dirsi disinteressata dalla realizzazione di giganteschi impianti eolici e fotovoltaici industriali né alcuna parte del territorio sarà risparmiata. Inoltre, non pare superfluo sottolineare che le procedure poste in essere fino ad oggi da parte dei governi nazionali che si sono succeduti non hanno visto il coinvolgimento delle Amministrazioni comunali né tanto meno delle Comunità locali. Questo è ancor più grave se si consideri che si dispone del territorio dell’isola trasformandone il paesaggio da rurale ad industriale, pregiudicandone dunque le sue bellezze naturali, la sua cultura e l’identità storica, le attività produttive quali l’agricoltura, l’allevamento del bestiame ed il turismo.

Il vulnus democratico così determinatosi pregiudica diritti costituzionalmente garantiti e sbeffeggia l’autonomia regionale che appare oggi insufficiente persino alla difesa della nostra identità e dignità di popolo. Or dunque appare assolutamente necessario che ai Sardi sia almeno consentito di esprimersi in maniera unitaria ed istituzionale sul futuro prossimo della loro terra con un referendum regionale consultivo. Per questa ragione abbiamo costituito il Comitato Regionale Sardo per il No, anche detto Comitato per il No del quale fanno parte personalità in rappresentanza di tutti i territori dell’isola ed abbiamo avviato la raccolta delle 10.000 firme necessarie per indire il referendum regionale consultivo con il seguente quesito: «Volete voi che il paesaggio sardo terrestre e marino sia modificato con l’installazione sul terreno ed in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?»

Per la buona riuscita della sottoscrizione del quesito referendario prevediamo l’organizzazione di incontri sul territorio e la costituzione di comitati locali, il coinvolgimento dei mass media e della carta stampata e ogni altra iniziativa per l’informazione e il doveroso coinvolgimento della popolazione. Il Comitato Regionale Sardo per il NO può essere contattato all’indirizzo mail sardegnaperilno@libero.it . Naturalmente ci attendiamo che il governo nazionale, in attesa del pronunciamento referendario, provveda per la sospensione immediata di tutte le procedure autorizzative in corso e sospenda le attività degli impianti già installati.

Michele Pala

Promotore Responsabile

Comitato Regionale Sardo per il NO

sardegnaperilno@libero.it

Nei giorni scorsi si è riunita a Oristano l’assemblea dell’associazione “Noi Sardi” (associazione nata tre anni fa) che raggruppa aderenti in tutta la Sardegna ed è presente in tutte le provincie dell’Isola. “Noi sardi” nasce come associazione di analisi, idee e proposte sulle problematiche Sarde, in modo particolare per sostenere e valorizzare la cultura e l’identità sarda, gli usi e le tradizione sarde. Durante l’assemblea, è stata discussa in particolare la problematica legata allo spopolamento delle zone interne, le problematiche degli emigrati sardi, sia verso altre regioni sia fuori dall’Italia, delle difficoltà dei collegamenti marittimi e aerei per i sardi, della situazione disastrosa in cui versa la sanità oggi in Sardegna, a seguito di una riforma incompiuta e considerata disastrosa. Ed è proprio da questa analisi, che l’assemblea ha deciso di organizzare entro il mese di dicembre a Oristano una riunione aperta a tutti, sullo stato della sanità in Sardegna, analizzando le situazioni critiche esistenti e le possibili soluzioni. A guidare l’associazione come presidente è stato chiamato il sorsense Nino Marginesu, mentre alla carica di vice presidente è stato eletto l’oristanese Sergio Locci, tesoriere il nuorese Michele Pala e segretario l’iglesiente Pier Paolo Boi. ell’associazione “Noi Sardi” fanno parte inoltre il sassarese Tore Piana, l’olbiese Mirco Varchetta, l’Iglesiente Patrich Pinna.

L’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna avrà a Olbia una nuova sede territoriale. L’apertura sarà possibile grazie all’accordo raggiunto nei giorni scorsi ad Olbia, tra l’ente di via Duca degli Abruzzi e l’Asl 2 che metterà a disposizione dell’Istituto sassarese alcuni locali della struttura sanitaria di via Aldo Moro. Saliranno così a cinque il numero delle sedi distaccate dell’Izs. Nei prossimi giorni i due enti sigleranno la convenzione per l’utilizzo dei locali.

L’apertura della sede gallurese rappresenta una vera e propria novità e costituisce allo stesso tempo una scelta quasi obbligata per l’attività svolta dall’Istituto zooprofilattico.

La città di Olbia, infatti, è una tra le più importanti porte d’ingresso e di uscita dall’Isola per quanto riguarda le merci e, in particolare, i prodotti alimentari. Nelle acque olbiesi, inoltre, operano aziende nei settori dell’itticoltura e della mitilicoltura. Si tratta di attività che rendono strategica la presenza dei veterinari dell’Istituto zooprofilattico, competenti in materia di controlli specifici e esclusivi sugli alimenti di origine animale. Il loro lavoro si affiancherà a quello svolto dai colleghi veterinari dell’Asl di Olbia.

«Il porto di Olbia – afferma il direttore generale dell’Izs, Antonello Usai – rappresenta di fatto il punto di riferimento per l’80 % dei prodotti alimentari che entrano in Sardegna. É, inoltre, l’unico accesso per gli animali vivi nel nostro territorio regionale. Ecco, allora – prosegue Usai – che dotare il mondo economico, quello commerciale e le strutture veterinarie galluresi di servizi così importanti, e di laboratori per il controllo degli alimenti di origine animale, determina un evidente beneficio per le attività legate al settore agro-zootecnico. Da ultimo – conclude Antonello Usai – i laboratori che verranno inseriti nelle strutture avranno come principale attività la verifica e il controllo dei prodotti ittici e dei mitili che sono, ormai da anni, un punto di riferimento economico e sostanziale per la Gallura».

I locali che ospiteranno la sede olbiese dell’Istituto Zooprofilattico sono stati individuati nella struttura sanitaria “San Giovanni di Dio” di viale Aldo Moro, giudicati idonei dagli staff tecnici dei due enti che, nelle scorse settimane, hanno effettuato i sopralluoghi nella struttura.

L’accordo raggiunto con la Asl di Olbia, che ha visto impegnate le direzioni strategiche dell’Izs, con il direttore generale Antonello Usai, e la direzione aziendale dell’Asl 2 di Olbia, con il direttore generale Giovanni Antonio Fadda, è il frutto di una sinergia tra gli enti e apre a una collaborazione proficua tra i veterinari dei due istituti in materia di sicurezza alimentare.

«La Gallura – spiega il manager della Asl di Olbia, Giovanni Antonio Fadda – è un dei motori trainanti dell’economia del Nord Sardegna in diversi settori, dal turismo all’economia: sono dislocati in questo territorio uno dei porti e degli aeroporti più importati dell’Isola; inoltre insistono in queste zone diverse realtà economiche, sia in campo agropastorale che marittimo. Siamo certi pertanto che la presenza di un importante presidio sanitario, come l’Istituto zooprofilattico, non possa che arricchire ulteriormente questo territorio- »

L’accordo è stato fortemente voluto dal consiglio d’amministrazione dell’Izs Sardegna che, con il presidente Giovanni Maria Carboni e il consigliere Michele Pala, ha così consentito il raggiungimento di un importante obiettivo di crescita territoriale dell’ente nel settore della sicurezza alimentare.

La direzione strategica dell’ente di via Duca degli Abruzzi, adesso, sta predisponendo i provvedimenti per gli arredi e le attrezzature, quindi per il personale che dovrà operare nella nuova sede.

L’Istituto è presente sul territorio regionale con una sede centrale a Sassari (via Duca degli Abruzzi e via Vienna) e tre sedi provinciali: a Cagliari (una in via XX Settembre e l’altra a Elmas in via dell’Acquedotto Romano), Nuoro e Oristano. È presente anche un centro territoriale a Tortolì che dipende dalla sede di Nuoro dal punto di vista tecnico e funzionale.