22 August, 2025
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Il parco di Villa Sulcis, a Carbonia, ospiterà da giovedì 17 a domenica 20 settembre, la Festa annuale di SEL, organizzata dal Circolo Zorba il Gatto e intitolata “Articolo 3. Superando quegli ostacoli”.

Dopo le ultime due edizioni, dedicate agli articoli 1 e 2, si continuerà a parlare dei diritti e dei doveri dettati dalla nostra Costituzione.

«Le varie tragedie successe nell’anno in corso – si legge nella presentazione della Festa – ci hanno segnato e fatto capire che mai, come in questo momento, c’è bisogno di trovare delle soluzioni ai problemi che ci affliggono in quanto società. Mai come oggi è il momento di capire cosa fare per migliorarci, come comunità e come cittadini. Il nostro circolo rifiuta il fatto che forme di fascismo e razzismo segnino una linea risolutiva ai cambiamenti del nostro tempo, e avendo visto, proprio quest’anno, Carbonia come una città dell’accoglienza e della solidarietà, ha deciso di focalizzare la festa su confini e limiti, e di fare una riflessione su come sia possibile, appunto, superarli.»

Il programma della Festa è molto vario. Sono previsti una mostra, dibattiti, proiezioni, concerti e laboratori per bambini, il tutto con la partecipazione di tanti ospiti. Il 17 settembre, primo giorno della Festa, saranno presenti tra gli altri, alle ore 17,00, a parlare di immigrazione e accoglienza, dopo il saluto del sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, Filippo Miraglia (vicepresidente nazionale ARCI), don Marco Lai (presidente Caritas Sardegna), Michele Piras (deputato SEL). Verrà inoltre inaugurata la mostra fotografica “Kurdistan, un popolo che resiste”, realizzata da Roberto Mulas e resoconto del viaggio istituzionale di rappresentanti della Regione Sardegna nelle regioni Kurdistan turco. Si terrà, inoltre, l’incontro con Ezel Alcu del Movimento delle Donne del Kurdistan. La serata proseguirà con una cena e un concerto curdi, che serviranno a raccogliere fondi per la costruzione della scuola Antonio Gramsci a Kobane. Il giorno successivo, 18 settembre, si parlerà di diritti civili, un tema importante per SEL Sardegna, che ha presentato proprio quest’anno in Consiglio Regionale, una proposta di legge sulle unioni civili. Tra gli altri, saranno nostri ospiti il presidente della Regione Francesco Pigliaru, Barbara Tetti presidentessa del MOS, Riccardo Deiana presidente di ARC Cagliari e Anna Maria Busia (consigliera regionale CD). Nella serata ci sarà lo spettacolo delle Dragqueen Le Bolognesi. Sabato 19 ci sarà il concerto di Giorgio Canali (ex CCCP CSI) e il dibattito delle 17,00 avrà come tema la Sinistra, saranno ospiti Luciana Castellina, Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale SEL, Claudio Grassi (Sinistra e Lavoro), Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e Luciano Uras (senatore SEL). Il giorno successivo, domenica 20 settembre, parleremo di Europa e regionalismi, nostri ospiti saranno Renato Soru, europarlamentare e segretario regionale del Partito Democratico, Franco Uda (Segretario Arci Sardegna, coordinatore nazionale Pace, Solidarietà e Cooperazione Internazionale ARCI), Gavino Sale (IRS), Gesuino Muledda (Rossomori) e Luca Pizzuto (consigliere regionale e coordinatore regionale SEL Sardegna). La Festa verrà chiusa con la proiezione del film Jimmy’s Hall di Ken Loach.

Ci sarà inoltre un’esposizione permanente di hobbisti e artigiani del territorio e ogni giorno, a partire da venerdì 18, alle ore 20,00 sarà possibile cenare al ristorane Festa Articolo 3, dove si potranno degustare i migliori prodotti locali, rigorosamente a km 0. Per i piccoli sono stati riservati spazi particolari, un laboratorio di burattini che, a partire dalle 17,00 di venerd,ì intratterrà i bambini per le tre giornate; con la cooperativa Mediterranea ci sarà un laboratorio sull’epoca romana il primo giorno della festa e, naturalmente, saranno presenti i giochi gonfiabili. Ogni attività culturale e di animazione sarà gratuita e aperta a tutti.

La festa è possibile grazie alla collaborazione col circolo ARCI La Gabbianella Fortunata di Carbonia e il Pitosforo ArtMusicBar.

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Sinistra Ecologia Libertà chiama tutte le forze del centrosinistra alla mobilitazione per un programma di lotta a tutte le povertà e ad una serie di iniziative, prima tra tutte la discussione di un’apposita mozione in Consiglio, per garantire pieno sostegno al Kurdistan. Le proposte di Sel comprendono anche l’introduzione del reddito di cittadinanza nell’Isola e una lettera appello al presidente della Repubblica perché si faccia garante del diritto all’acqua pubblica.

Le iniziative (promosse a conclusione della conferenza programmatica “Porca miseria!”) sono state illustrate nel dettaglio, questa mattina, in una conferenza stampa dal segretario regionale di “Sinistra Ecologia e Libertà”, Luca Pizzuto, alla presenza del presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, e dei parlamentari, Michele Piras e Luciano Uras. All’incontro con gli operatori dell’informazione ha partecipato anche il vice presidente della commissione Esteri del Senato, Peppe De Cristofaro che prenderà parte, in qualità di responsabile organizzativo del partito, ai lavori dell’assemblea regionale di Sel-Sardegna in programma questa sera a Oristano.

Unitamente alla mozione a sostegno del Kurdistan, Luca Pizzuto ha preannunciato, dal 10 al 20 settembre prossimo, una serie di eventi per una raccolta fondi destinata alla ricostruzione della città di Kobane ed in particolare, alla realizzazione della scuola Antonio Gramsci.

Un’ulteriore iniziativa di respiro internazionale riguarderà la presentazione di una mozione consiliare con la richiesta di scarcerazione di Biram Dah Abeid, il leader del movimento abolizionista della schiavitù in Iran Mauritania.

“L’iniziativa politica di Sel a 360 gradi” (così l’ha definita il senatore De Cristofaro) riguarderà anche la scuola ed in particolare le disposizioni contenute nel pacchetto “buona scuola” varato dal Governo Renzi, e per il quale Sel non esclude il sostegno al referendum che punta alla sua cancellazione.

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Promuovere il superamento delle situazioni di discriminazione e l’istituzione del registro regionale delle Unioni civili con l’eliminazione degli ostacoli che si frappongono all’accesso, a parità di condizioni, agli interventi e ai servizi della Regione: sono questi i punti cardine della proposta di legge illustrata questa mattina in Consiglio regionale dai rappresentanti di Sel, con in testa il segretario regionale, Luca Pizzuto e il capogruppo, Daniele Cocco, insieme al vice presidente del Consiglio, Eugenio Lai, al presidente della Prima commissione, Francesco Agus, con i parlamentari Michele Piras e Luciano Uras.

«La legge – hanno spiegato i consiglieri della maggioranza – non ha come obiettivo solo quello di disciplinare il rapporto delle coppie di fatto (siano esse tra soggetti dello stesso genere o di diverso genere) ma vuole creare le condizioni per un mutamento culturale nei confronti delle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere». «Vogliamo affermare il diritto ad amare ed il diritto ad essere», ha sottolineato Luca Pizzuto, che ha preannunciato opportune iniziative per garantire, sul tema, il pieno coinvolgimento delle forze politiche della maggioranza al fine di ricercare una larga condivisione per garantire una convinta e celere approvazione del testo di legge.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha auspicato tempi rapidi in commissione e in Consiglio per il varo del provvedimento che ha definito “atteso dai cittadini sardi”.

Pieno sostegno all’iniziativa hanno dichiarato il senatore di Sel, Luciano Uras («è in linea con la politica di Sel, orientata a combattere contro tutte le discriminazioni») e il deputato Michele Piras («la proposta ci dà l’occasione per rilanciare la nostra grande battaglia per i diritti civili e per i diritti delle persone») che hanno inoltre ricordato come il tema sia ormai da tempo al centro del dibattito nazionale, insieme con l’altra battaglia politica di Sel inerente l’introduzione del reddito di cittadinanza.

«Sulle coppie di fatto e sui diritti delle famiglie cosiddette non tradizionali, la società sarda dimostra di essere più avanti della politica», ha dichiarato Francesco Agus, che ha ribadito l’impegno del partito contro tutte le discriminazioni ed ha auspicato un’integrazione delle norme regionali in materia di unioni civili con quelle ipotizzate in ambito nazionale.

Sulla necessità di ricercare piena condivisione tra le forze del centrosinistra in Regione per l’istituzione del registro delle Unioni civili ha insistito il vice presidente del Consiglio, Eugenio Lai, perché – così ha dichiarato – «la proposta avanzata da Sel non potrà cadere nel dimenticatoio». 

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I deputati sardi hanno consegnato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, nella quale chiedono un intervento istituzionale per affrontare a portare a compimento la vertenza che riguarda il futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme e quello dei lavoratori.

Questo il testo integrale.

«Gentile Presidente,

con la presente vogliamo portare alla Sua attenzione il contenuto e le determinazioni assunte in occasione dell’incontro presso la Camera dei Deputati che ha visto intorno allo stesso tavolo deputati della Sardegna, sindacalisti e lavoratori dello stabilimento ALCOA di Portovesme, l’unico – se riattivato – nelle condizioni di mantenere in Italia la produzione di alluminio primario, attualmente sospesa.Con l’occasione ci pare opportuno ricordare le fasi salienti che hanno caratterizzato la difficile vertenza “Alcoa”.

Nel gennaio 2012 Alcoa annunciò di voler arrestare la produzione dello stabilimento a causa degli elevati costi di produzione;

il 27 marzo 2012, presso il ministero dello Sviluppo economico, è stato raggiunto un accordo tra Alcoa, sindacati, Regione Sardegna e Governo per la gestione della crisi. L’azienda, in seguito all’intesa raggiunta, ha acconsentito a mantenere attivo lo stabilimento fino al 31 dicembre 2012 e ad assicurare, per almeno un anno, adeguate condizioni di efficienza, così da garantire – nel caso di subentro di nuovi azionisti – una pronta ripresa della produzione. L’accordo prevedeva inoltre un impegno straordinario del Governo per trovare una soluzione al problema del costo dell’energia elettrica e, da parte delle istituzioni regionali e locali, l’impegno a migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio;

il processo di fermata dell’impianto di Portovesme si è concluso alla fine del 2012 e i dipendenti (circa 1.000, 500 dei quali direttamente dipendenti e gli altri 500 occupati nell’indotto), hanno avuto accesso alla Cassa integrazione straordinaria dal 1° gennaio 2013;

Alcoa si è occupata della manutenzione dello smelter di alluminio primario fino a fine luglio 2014, ma il 25 agosto dello stesso anno ha comunicato la decisione di chiusura definitiva dello stabilimento; lo scorso 10 novembre è stato fatto un rilevante passo in avanti nella vertenza. Il Governo, la Regione Sardegna e la società Glencore hanno sottoscritto un protocollo d’intesa concernente le condizioni fondamentali perché Glencore avvii un confronto con Alcoa circa la possibile acquisizione e riattivazione dello smelter di Portovesme; l’obiettivo della ripresa della produzione di alluminio primario è perseguito anche attraverso l’impegno di Alcoa a favorire, in assoluta buona fede, il riutilizzo produttivo dell’impianto;

il Governo e la Regione hanno invitato Glencore, proprietaria nella stessa area di Portovesme di un importante stabilimento di produzione di metalli non ferrosi, a discutere quali condizioni fondamentali debbano sussistere per considerare la possibilità di riavviare l’impianto: Glencore è apparsa pronta a verificare, attraverso ulteriori approfondimenti questa opportunità;

il confronto fra Governo, Regione e Glencore si è quindi sviluppato prevalentemente sulle condizioni economiche e di fornitura dell’energia, sulle possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari e sul miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale. L’esito dell’operazione è tuttavia subordinato al completamento da parte di Glencore di una esaustiva due dilegence in relazione all’impianto e alle condizioni della sostenibilità della gestione delle attività nel lungo termine;

dagli esiti dell’ultima riunione della Task Force sullo stato del confronto Alcoa-Glencore che si è tenuta al Mise lo scorso 6 febbraio, si apprende che la trattativa tra le due multinazionali prosegue nel rispetto di quanto previsto nel citato protocollo d’intesa. Risultano inoltre in corso di definizione gli strumenti di carattere nazionale che, soprattutto in tema di contenimento del costo dell’energia, possano favorire la competitività delle produzioni strategiche.

Ora, se è vero che in questi anni il corso del prezzo dell’alluminio nelle borse internazionali non ha brillato, gli analisti convergono nel definire prospettive future di mercato senza dubbio positive. Vi sono, dunque, condizioni economiche e industriali per la riattivazione degli impianti.

E’, dunque, assolutamente indispensabile portare a conclusione il lungo percorso istituzionale di sopra riassunto, percorrendo “l’ultimo miglio” consistente nel verificare in sede di Unione Europea che le previste condizioni normative e regolatorie sull’approvvigionamento di elettricità non confliggano in alcun modo con i trattati istitutivi, a garanzia dei futuri investimenti pubblici e privati.

Per questo motivo, signor Presidente, Le chiediamo che la cura del dossier presso gli uffici della Commissione abbia non solo la priorità temporale necessaria ad una conclusione rapida e positiva dei procedimenti autorizzativi, ma sia trattata al giusto livello di interlocuzione politica e non solo amministrativa, e sia considerata uno degli obiettivi del Suo Governo nelle relazioni con le istituzioni comunitarie.

Lo chiediamo, tutto questo, non solo rappresentandoLe l’urgenza di un caso di crisi industriale che può trovare soluzione e la preoccupazione per il lavoro di migliaia di famiglie, ma anche l’opportunità che l’Italia si confermi un Paese che – al pari degli altri più importanti stati membri dell’Unione – mantenga una presenza nel settore, quale quello dell’alluminio, capace di esaltare il nostro “saper fare”, le nuove opportunità tecnologiche e gli spazi di lavoro che si aprono in vari settori, non ultimo quello della ricerca.

Gradisca, Presidente, i sensi della massima considerazione.

I deputati della Sardegna

Emanuele Cani

Francesco Sanna

Giovanna Sanna

Giampiero Scanu

Romina Mura

Siro Marrocu

Marco Meloni

Michele Piras

Caterina Pes

Paola Pinna

Pierpaolo Vargiu

Roberto Capelli

Settimo Nizzi».

«C’è da compiere, alla luce del percorso già fatto – commenta Emanuele Cani -, l’ultimo sforzo per il quale è necessaria un’interlocuzione politica di alto livello. Un passaggio importante verso cui già da tempo la presidenza del Consiglio dei ministri aveva mostrato attenzione e interesse. In ballo c’è il futuro, non solo dello smelter e dei suoi lavoratori, ma un comparto produttivo importante per l’intero paese.»

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Importante passo avanti per il nuovo Piano Casa (disegno di legge n. 130 – “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”), ieri sera sono il Consiglio regionale ha approvato 8 articoli. Il Consiglio tornerà a riunirsi lunedì 30 marzo alle 16.00.

Ieri pomeriggio il Consiglio ha ripreso l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti all’art. 6 (“Opere soggette a segnalazione certificata di inizio attività-Scia”).

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha affermato che «il testo ricorda una carta nautica del ‘500 perché i riferimenti di dettaglio metterebbero in difficoltà qualunque esperto della materia, dato che i continui rimaneggiamenti del testo rimettono tutto in discussione».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha ricordato che «più volte abbiamo evocato fantasmi e adesso ce ne troviamo uno di fronte; è un nulla assoluto, una norma che fa a pugni con l’esercizio della competenza esclusiva della Regione in materia urbanistica, i maestri del pensiero liberale si stanno rivoltano nella tomba davanti a tale dirigismo statalista».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha detto che «se uno ha una concessione e poi chiede una variante vuol dire, secondo logica, che vuole cambiare qualcosa; ma se tutto è vietato cosa si può fare in concreto? E’ una norma completamente inutile, un voto favorevole è esercizio di intelligenza».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento che il Consiglio ha respinto con 18 voti favorevoli e 30 contrari.

Successivamente, l’Aula ha iniziato la discussione dell’emendamento n. 91. Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha ricordato di aver chiesto la cancellazione del punto “i” sulle demolizioni «lasciandole libere anziché sottoporle alla procedura di Scia».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha annunciato il ritiro dell’emendamento, che però viene fatto proprio dalla minoranza.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha definito l’articolo «una delle chiavi di volta delle semplificazioni; qui potevamo davvero una buona norma se avessimo avuto una chiara cognizione dei procedimenti amministrativi, dando termini certi agli uffici dei comuni e non solo ai cittadini, anche attraverso il silenzio-assenso».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha espresso dispiacere «per la marcia indietro dei consiglieri di Sel su un emendamento corretto e di buon senso; chiedere la Scia per le demolizioni è una cosa che non sta in piedi».

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di «buon emendamento che i presentatori si sono purtroppo rimangiati facendo torto alla loro stessa intelligenza, il contenuto è condivisibile perché va incontro alle esigenze dei cittadini e se sarà respinto produrrà conseguenze catastrofiche».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha manifestato sostegno all’emendamento «perché semplifica e rende più leggibile il testo, una buona legge regionale deve anche dettare norme chiare agli uffici tecnici dei comuni che dovranno applicarla».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha spiegato che «il sistema delle demolizioni, anche nella giurisprudenza, prevede la Scia; in effetti sarebbe più liberale lasciarle all’edilizia libera con una comunicazione di inizio lavori, con Scia la procedura è più garantista perché i lavori iniziano subito senza ritardi ma con un progetto, perché alcune demolizioni sono oggettivamente complesse». «Su questo – ha concluso – il Consiglio può esprimersi».

Non essendosi altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 91, che il Consiglio ha respinto con 20 voti favorevoli e 28 contrari.

Al termine dello scrutinio l’Aula ha approvato l’emendamento n. 165 (“Opere di demolizione”) e, a seguire, sono stati respinti gli emendamenti 168, 167, 166 e 169.

Il presidente ha poi messo in votazione l’emendamento n. 161 invitando i consiglieri interessati ad esprimersi con dichiarazioni di voto.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha detto che si tratta di un «ennesimo gravame ingiustificato sul procedimento; mettendo in fila i termini si arriva a 120 giorni e forse non bastano neppure, in queste condizioni la Scia viene del tutto vanificata».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha sostenuto che il consigliere Locci ha centrato il punto di un passaggio normativo «confuso come le scie luminose avvistate dalle signore in pensione, siamo all’oscurantismo normativo».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha auspicato «alcuni chiarimenti perché se si rilascia una autorizzazione è ovvio che servono i documenti necessari, il problema è semplificare l’iter degli uffici pubblici anche attraverso un aggiornamento professionale degli operatori che devono acquisire una mentalità diversa».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha definito il comma «pazzesco, scritto da chi forse non conosce i rapporti fra il tecnico e lo sportello unico, con elenchi di documenti che a volte cambiamo molte volte durante il procedimento, è come dire “ti rilascio al concessione purché non costruisca”».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.161, che il Consiglio ha respinto con 20 voti favorevoli e 30 contrari.

Al termine del voto, è iniziata la discussione sull’emendamento n. 172.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha osservato che «troppo spesso la pubblica amministrazione ha volontà non si risolvere problemi ma di crearne di nuovi, noi invece abbiamo il dovere di semplificare per riconquistare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni andando oltre le dichiarazioni di principio».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto che «forse comincia ad aleggiare la possibilità di dare corpo alla volontà concreta di migliorare la legge, con alcuni emendamenti orali fra i quali l’indicazione minima di 25 metri quadri sul manufatto che si intende realizzare; siamo pronti al dialogo subito dopo l’art. 6»

Non essendoci altri iscritti a parlare, il prsidente ha messo in votazione l’emendamento n. 172 con 20 voti favorevoli e 30 contrari.

Il consiglio ha iniziato successivamente l’esame dell’emendamento n. 173.

Il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha osservato che «introdurre la Scia prima della fine dei lavori è una grande semplificazione superando i problemi delle varianti in corso d’opera, ma resta il problema delle varianti non essenziali».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha convenuto che «effettivamente occorre estendere la procedura semplificata anche agli interventi sottoposti a Scia e non solo al permesso di costruire».

Non essendoci altri iscritti a parlare è stato messo in votazione l’emendamento n. 173 che il Consiglio ha respinto con 21 voti favorevoli e 30 contrari.

Successivamente è stato comunicato il ritiro dell’emendamento n. 158 e, da parte del consigliere Christian Solinas (Psd’Az) del n. 513, per il quale si sta lavorando ad una sintesi anche con la Giunta e la maggioranza.

E’stato comunicato il ritiro dell’emendamento n. 491 e, a seguire, l’Aula ha respinto l’emendamento n. 434 con 21 voti favorevoli e 30 contrari.

Successivamente, è stato approvato un emendamento orale all’art.6 proposto dal presidente della commissione Antonio Solinas con 29 voti favorevoli e 20 contrari. A seguire, il Consiglio ha respinto gli emendamenti nn. 435, 48 e 52.

L’Assemblea ha poi iniziato l’esame dell’emendamento n. 490.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha auspicato il ritiro «perché o è provocatorio o è un errore; per le pinnetas non ci vogliono autorizzazioni, mentre se in muratura ci vuole permesso di costruire».

Il consigliere Anna Maria Busia (Cd) ha precisato che a Mamoiada si dice pinnette e si cambia a seconda delle aree, si tratta di una capanna con basamento in pietra e tetto di ginepro con un forno all’interno, comunicando poi la decisionea di ritirare l’emendamento.

La proposta, a norma di regolamento, viene fatta propria dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis.

Pittalis ha precisato che «la collega Busia viene dai salotti urbani; non esiste nel vocabolario il termine pinnette e neppure in letteratura, tantomeno con altezze minime dove non ci sta nemmeno il consigliere Daniele Cocco; è una proposta che va contro i nostri pastori che invece vanno rispettati».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha dato lettura della definizione del manufatto in dorgalese: «pinnette non esiste, si dice cuile».

Il presidente ha invitato i consiglieri a restare “nelle righe”.

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha definito curioso l’atteggiamento della maggioranza che «non ha trovato il tempo di discutere questioni di grande portata e rifiuta il dialogo e poi trova il tempo di parlare di queste cose, che peraltro testimonialo l’esistenza di una storia architettonica della Sardegna che non va trascurata».

Il consigliere Giorgio Oppi, Area popolare sarda, ha ricordato che «ad Olzai ho pranzato in una pinnetta ma non so come si declini il plurale, la costruzione in effetti è alta 5 o 6 metri».

Il consigliere Daniele Cocco (Sel), per fatto personale, ha assicurato che proverà ad entrare in una pinnetta.

Il consigliere Gavino Sale (Irs) ha evidenziato che «nell’architettura sarda, come dice Federico Zeri condiviso da Costantino Nivola, c’è la caratteristica di costruire in cerchio in antitesi politica alla piramide che esprimeva una gerarchia; cerchio voleva dire ad immagine della terra e del sole, come visione inclusiva della vita».

Il consigliere di Forza Italia Pietro Pittalis ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Successivamente, il Consiglio ha approvato l’emendamento n. 489 (“Sanzione a carico del direttore dei lavori per il mancato invio della dichiarazione di fine lavori”) mentre sono stati ritirati il n. 25 ed il n. 50.

Il capogruppo di Forza Italia, Piatro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori ha dato notizia di aver appreso dalle agenzie di stampa della convocazione di una conferenza stampa del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sul tema dell’inceneritore di Tossilo. Pittalis ha ricordato di aver chiesto la presenza in Aula del presidente Pigliaru per riferire proprio sul tema ed ha definito un “insulto” al Consiglio la scelta del capo dell’esecutivo di non informare l’assemblea sarda sulle decisioni adottate. Il capogruppo della minoranza ha quindi invitato il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau a richiamare formalmente il presidente della Giunta: «Il Consiglio regionale non può restare inerme dinanzi a scelte di così grande importanza ed interesse».

Il presidente del Consiglio ha riferito sull’esito delle interlocuzioni intercorse durante la mattinata con il presidente della Giunta e sulla impossibilità di riferire in Consiglio perché la giunta non aveva ancora assunto alcuna decisione in merito all’inceneritore di Tossilo. Il presidente del Consiglio ha quindi invitato il vice presidente dell’assemblea Eugenio Lai (Sel) ad assumere la conduzione dei lavori in Aula ed ha comunicato la volontà di assumere direttamente dal presidente Francesco Pigliaru le necessarie informazioni. Nel frattempo il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha ricordato di aver presentato una mozione sul tema dell’inceneritore di Tossilo lamentandone la mancata discussione in Aula.

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha sottolineato l’esigenza anche delle forze della maggioranza di conoscere le decisioni assunte dall’esecutivo in ordine all’inceneritore di Tossilo ed ha ribadito la contrarietà del suo gruppo all’ipotesi di ampliamento.

Il consigliere del gruppo Sardegna, Mario Floris, ha ribadito l’invito al presidente del Consiglio perché si assicuri la presenza del presidente della Giunta in Aula, per riferire sull’inceneritore di Tossilo. Il presidente Ganau, prima di lasciare la conduzione dei lavori al vice presidente Lai ha ricordato le richieste rimaste inevase nelle precedenti legislature ed ha dichiarata aperta la discussione sull’articolo 7 (Mutamenti di destinazione d’uso) e sugli emendamenti presentati.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha sottolineato che anche l’articolo 7 del Dl 130 rappresenta un ulteriore recepimento di norme nazionali e non tiene in alcuna considerazione delle specialità statutarie. L’esponente della minoranza ha ricordato che le norme statali stabiliscono che per il cambio di destinazione d’uso, solo nelle “zone A”,  è richiesto il permesso di costruire, mentre  per le richieste che insistono nelle altre zone urbanistiche è sufficiente la Scia. Oscar Cherchi ha invitato la maggioranza a considerare l’opportunità di prevedere la Scia anche per le richieste che insistono nelle “zone A”.

La consigliere Alessandra Zedda (Fi) si è soffermata sul comma 3 dell’articolo 7 perché, a suo giudizio, pone condizioni di eccessiva discrezionalità con la scelta di lasciare ai consigli comunali la decisione sul cambio di destinazione d’uso. «Servono regole certe da applicare in maniera uniforme», ha concluso l’esponente della minoranza.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha sottolineato come nei fatti il Consiglio discuta dell’emendamento n.116, presentato dalla Giunta, che riscrive l’articolo 7 del Dl 130. L’esponente della minoranza ha espresso perplessità sulle disposizioni in esso contenuto: si creano ulteriori problemi nei centro storici che affermino di voler rivitalizzare, perché si rende ancor più impervio  il procedimento di cambio destinazione d’uso ancorché non siano previsti interventi edilizi. Christian Solinas ha quindi ricordato la presentazione di un proprio emendamento, n. 514, che propone di consentire “sempre” nelle “zone A” il mutamento destinazione d’uso da residenziale a turistico, artigianale, direzionale o commerciale. Il consigliere del Psd’Az ha poi chiesto al vicepresidente Lai di sospendere i lavori per qualche minuto a causa del persistere di un fastidioso brusio in Aula.

Il vicepresidente Lai ha richiamato i consiglieri a mantenere comportamenti consoni e a consentire il regolare svolgimento del dibattito ma nonostante le raccomandazioni del vice presidente il consigliere Ignazio Locci (Fi) ha rinunciato all’intervento perché – così ha dichiarato – impossibilitato a parlare per il brusio in Aula.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ripresa la conduzione dei lavori dell’Assemblea, ha sospeso i lavori e convocato una riunione dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che il presidente della Regione Francesco Pigliaru, con una iniziativa “fuori protocollo” di cui ha voluto ringraziarlo, riferirà al Consiglio sul provvedimento assunto dalla Giunta relativamente all’inceneritore di Tossilo.

Il presidente Pigliaru ha ribadito in apertura la validità e l’importanza del principio di leale collaborazione fra istituzioni, «nel rispetto di ruoli reciproci e nell’ambito dell’equilibrio fra i poteri». «Il Consiglio – ha ricordato – ha approvato a suo tempo il Piano regionale dei rifiuti e non il nostro governo; poi spetta all’esecutivo dare esecuzione a quel Piano, fermo restando l’Aula ha inoltre il diritto-dovere di esercitare la sua funzione di controllo sull’operato dell’Esecutivo».

«La mia presenza – ha proseguito Pigliaru – è dovuta ad una cortesia istituzionale scritta nella tabella del controllo; poi sul provvedimento adottato ci sarà un ampio dibattito, sarebbe stato irrituale oltre che sbagliato discutere di una delibera che non è stata ancora presa, che poi si riferisce ad percorso amministrativo iniziato da tempo e non dal nostro governo ma coerente con Piano rifiuti». «Il passaggio attuale – ha spiegato ancora il presidente della Regione – riguarda la valutazione di impatto ambientale effettuata da parte del Savi, passaggio che in alcune Regioni non viene nemmeno esaminato dalla Giunta, in Sardegna sì e ci siamo presi il tempo necessario per riflettere su un tema sensibile e ragionare su dati di fatto del problema dei rifiuti». «Sostanzialmente – ha detto inoltre Pigliaru – è stato espresso un giudizio positivo sulla compatibilità ambientale; si tratta di un passaggio fatto con la massima attenzione e consapevolezza e ci siamo altri passaggi che seguiranno, la delibera a disposizione per essere discussa e criticata». «E’ ovvio – ha concluso – che si facciano ragionamenti più generali sulla politica e la gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori pratiche italiane europee e mondiali, lo facciamo ogni giorno e siamo disponibilissimi a discutere sulle buone pratiche per poter avere riferimenti importanti sui ragionamenti strategici riguardanti la politica di settore».

Al termine dell’intervento del presidente della Regione, il Consiglio ha ripreso la discussione sul Dl n. 130 con l’esame dell’emendamento n. 244.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha espresso parere favorevole all’emendamento e, approfittando della presenza del presidente Pigliaru, ha detto che «nessuno chiede che il Consiglio entri nel merito delle determinazioni amministrative, non è intenzione di opposizione, abbiamo chiesto una informativa come all’assessore Erriu abbiamo chiesto i dati sull’abusivismo in Sardegna, dati che servono per conoscere la realtà su cui è chiamato a deliberare prima di apprendere le notizie dalla stampa». «Ci fa piacere che sia venuto per chiarire lo stato dell’arte – ha concluso – era doveroso».

Non essendoci altri iscritti a parlare, è stato messo in votazione l’emendamento n. 244, che il Consiglio ha respinto con 20 favorevoli e 31 contrari.

Successivamente è iniziato l’esame dell’emendamento n. 116 emendato dal n. 568 (“suddivisione delle tipologie di destinazioni d’uso in categorie funzionali”) con parere favorevole della Giunta e della commissione.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha constatato con piacere che «anche la Giunta ha deciso alcune modifiche, sia pure parziali; sono però contrario sul n. 568 perché si differenzia la procedura fra Scia e permesso di costruire senza spiegare perché, essendo sempre in presenza di un cambio di destinazione d’uso».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha detto che «anche la nuova stesura richiede il permesso di costruire anche in assenza di opere edilizie, occorre una riflessione con lo scopo, fra gli altri, di favorire la rivitalizzazione dei centri storici».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) si è detto contrario: «E’ necessario fare chiarezza perché la norma nazionale non prevede formalità, mentre la Regione in alcuni casi le prevede per non meglio precisati interessi meritevoli di tutela, definizione che darà adito a molti equivoci perché consentirà l’esercizio di una elevatissima discrezionalità».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu, ha espresso una posizione contraria, «è l’ennesima conferma della confusione totale in cui si interviene ripetutamente per cercare di mettere rimedio ad errori, nelle zone industriali ad esempio non c’è competenza della Regione perché in quelle aree vige un piano regolatore approvato dai consorzi».

Il presidente Ganau ha chiarito che l’emendamento n. 568 è aggiuntivo, nel senso che modifica un emendamento cui ne sono agganciati altri due. E’ opportuno, quindi, «votare prima il soppressivo n. 515 e poi i due aggiuntivi, riprendendo ora la discussione sul n. 515».

Il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha annunciato il ritiro del n. 515 precisando che invece, sul n. 514 «è possibile una condivisione per le aperture turistico ricettive assorbite nei servizi connessi alla residenza».

Sul n. 514 (“Cambio di destinazione d’uso consentito da residenziale a turistico-ricettivo”)  il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha espresso parere favorevole. Nella successiva votazione, l’emendamento è stato approvato con 50 voti a favore.

L’Aula ha quindi iniziato la discussione dell’emendamento n. 568.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori), contrario, ha criticato un testo «passa incredibilmente da 3 ad 8 articoli e 11 commi, un guazzabuglio amministrativo in cui complicazioni si sommano a criticità con l’intento di fondo di complicare la vita dei cittadini, in una materia peraltro chiarita definitivamente dalle norme nazionali, da ultimo nello sblocca Italia del 2014».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) si è detto perplesso, «perché si sta lavorando in modo orribile, è difficile perfino seguire l’iter degli emendamenti peraltro proposto dallo stesso soggetto, la Giunta, che aveva scritto il testo; che ci si fermi un attimo a riflettere come noi avevamo suggerito».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), anch’egli contrario, ha parlato di «un modo di procedere un po’ particolare, segno che la Giunta si rende conto che occorre tornare sui propri passi, meglio ragionare sulle aree funzionali come fa la norma nazionale mentre la Regione porta la questione nei consigli comunali: l’esatto contrario della liberalizzazione».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha preso atto dell’emendamento cambiato ma, ha affermato, «si confonde ancora la destinazione d’uso e la ristrutturazione, attività regolate da norme diverse».

Non essendoci altri iscritti a parlare, l’emendamento n. 568 è stato approvato con 32 favorevoli e 18 contrari.

Al termine del voto, il Consiglio ha affrontato l’esame dell’emendamento n. 116.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha osservato che «c’è una dimenticanza, se ci sono riferimenti chiari ad attività commerciali realizzate con fondi regionali che escludono il cambio di destinazione d’uso, quindi con questa norma non si può autorizzare il cambio».

L’emendamento è stato approvato con 31 favorevoli e 20 contrari.

L’approvazione dell’emendamento provoca la decadenza degli altri.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la discussione sull’articolo 8 (opere eseguite in assenza di Scia) e sugli emendamenti presentati. Il presidente della IV commissione, Antonio Solinas (Pd) ha espresso il parere contrario della commissione per tutti gli emendamenti presentati e l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha espresso il parere della Giunta conforme a quello della commissione.

Il consigliere di Autonomia popolare sarda, Giorgio Oppi, ha ringraziato il presidente Ganau per la decisione di proseguire con i lavori dell’Aula nella giornata di venerdì ed ha auspicato che possa trovare accoglimento la sua richiesta di calendarizzare le riunioni del Consiglio anche il lunedì. Oppi ha quindi insistito sulla necessità di istituire un badge anche per certificare le presenze dei consiglieri in Consiglio regionale. L’esponente della minoranza ha quindi fatto riferimento all’intervento del presidente della Regione in Aula per lamentare che la richiesta di riferire in Consiglio sulla questione dell’ospedale di Olbia e del Qatar non ha trovato seguito ad un anno dalal sua formulazione. Oppi ha concluso sollecitando il presidente Ganau a procedere con la nomina dei componenti la commissione d’inchiesta sulla Sanità precisando di non essere interessato a farne parte.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, intervenendo sull’ordine dei lavori ha ricordato la convocazione per domani di una importante convocazione del Consiglio nazionale del Partito sardo d’Azione ed ha domandato lumi sui tempi di convocazione della conferenza dei capigruppo per l’organizzazione dei lavori dell’Aula.

Il presidente del Consiglio ha confermato la convocazione della capigruppo da tenersi alla conclusione dei lavori.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha affermato che “è importante la qualità del lavoro piuttosto che il numero delle ore trascorse in Aula” ed ha poi ricordato che l’articolo 8 riguarda in via esclusiva le sanzioni previste per la realizzazione di opere in assenza di Scia. Il consigliere della minoranza ha quindi dichiarato il ritiro degli emendamenti 234, 177, 178, 179, 180, 181, 182, e 436.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il testo dell’articolo 8  che è stato approvato.

Quindi il presidente del Consiglio ha dichiarato aperta la discussione sull’articolo 9 (interventi di edilizia libera) e sugli emendamenti presentati.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha espresso il parere contrario della commissione per gli emendamenti 236, 183, 184 185 186 187, 252, 20 uguale al 253, 254, 255, 256, 69, e parere favorevole 95 (Cherchi Augusto e più) e 105 (Piermario Manca e più).

La Giunta ha espresso parere conforme a quello della commissione.

Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha ricordato che l’articolo 9 definisce le attività che non necessitano di autorizzazioni per la realizzazione ed ha invitato la maggioranza ad inserire nel testo di legge una dicitura che spieghi che le opere non espressamente indicate nell’articolo siano considerate opere di minore importanza e dunque ricomprese tra quelle di edilizia libera.

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, si è detto perplesso delle disposizioni contenute nell’articolo 9 ed in particolare di quelle riferite alla movimentazione terra per le attività della zootecnia poiché non si tiene conto delle possibili implicazioni per il rischio idrogeologico.

Crisponi ha quindi rimarcato sospetti sul dettato della lettera c) sulle opere temporanee nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico.

Il presidente del Consiglio ha quindi specificato che sugli emendamenti 55 e 56 il parere della commissione è favorevole.

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha criticato il contenuto del comma 3 che a suo giudizio non va nel verso della semplificazione delle procedure prevedendo che «l’avvio dei lavori per l’esecuzione degli interventi di cui ai commi 1 e 2 è condizionato all’ottenimento di tutti gli atti di assenso, comunque denominati, necessari per l’intervento edilizio, da acquisire, ove costituito, per il tramite dello sportello unico per l’edilizia».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento 236 che non è stato approvato, così come non è stato approvato l’emendamento 423.

Approvato (29 favorevoli e 11 contrari) l’emendamento n. 95 (Oscar Cherchi e più) che sopprime la parola “stagionali” alla lettera c) comma 1 dell’articolo 9.

Non sono stato approvati con successive e distinte votazioni gli emendamenti 423, 184 e 185. Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi. Il presidente Ganau dopo le necessarie verifiche ha comunicato che è rimasto in votazione l’emendamento n. 20 a firma Cossa e più. Il primo firmatario ne ha comunicato il ritiro e il presidente Ganau ha posto in votazione l’emendamento n. 69 che non è stato approvato.

Il presidente ha posto in votazione l’emendamento n. 105 (Piermario Manca e più) che alla lettera a) comma 2 dell’articolo 9 propone la sostituzione della parola “novanta” con la parola “centonovanta”.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato voto contrario e il primo firmatario Piermario Manca (Soberania e Indipentzia) ha denunciato un errore materiale nella formulazione del testo e ha chiesto all’Aula di accettare la sostituzione del termine di centonovanta giorni con “centottanta giorni”.

Il presidente Ganau constatata l’assenza di osservazioni ha dichiarata accettate la correzione dell’errore materiale ed il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha dichiarato voto contrario all’emendamento 105 che è stato però approvato dall’Aula con 21 sì e 13 contrari.

L’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha proposto un emendamento orale che aggiunge alla lettera a) del comma 1) dell’articolo 9 disposizioni che chiariscono il riferimento tra le opere di edilizia libera quelle relative agli impianti, ad incominciare da caldaie, pompe di calore e simili. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha evidenziato che la proposta dell’assessore testimonia che serve analizzare senza fretta il testo del provvedimento in discussione per recuperare le mancanze più volte denunciate dalla minoranza nel corso del dibattito.

Il presidente Ganau non essendoci osservazioni ha dichiarato accolto l’emendamento orale proposte dall’assessore Erriu ed ha ricordato che dopo la lettera f) dell’articolo 9 è inserito l’emendamento orale del presidente della IV commissione, Antonio Solinas, che sposta la lettera d) del comma 1 dell’articolo 6 all’articolo 9 e ricomprende così muri di cinta e cancellate tra le opere di edilizia libera.

Il presidente del Consiglio accolti gli emendamenti orali ha posto in votazione il testo dell’articolo 9 che è stato approvato dall’Aula.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 18.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha sottolineato che «la previsione esplicita delle opere interne contrasta con la semplificazione: queste opere invece devono essere libere, ed è auspicabile un ripensamento della commissione»

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha definito la proposta «di buon senso, riguarda tanti cittadini che intervengono anche per mutamenti della composizione familiare».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha ribadito il parere contrario, «perché possono anche essere interventi strutturali che richiedono accertamenti sulla staticità dei fabbricati».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che «non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, incredibile».

L’emendamento n.18 è stato poi respinto con 19 voti favorevoli e 27 contrari. A seguire, è stato approvato con 43 voti favorevoli ed 1 contrario l’emendamento n.56, primo firmatario Rubiu (“Equiparazione delle zone agricole a quelle artigianali e industriali”) mentre l’emendamento n. 492 è stato ritirato; respinto, inoltre, l’emendamento n. 19, con 19 voti favorevoli e 28 contrari.

Il consiglio ha successivamente affrontato la discussione dell’emendamento n. 287 (Tocco e più).  Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha osservato che «risponde all’esigenza di agevolare l’edilizia libera nelle opere interne, perché si precisa che non devono pregiudicare la staticità dell’edificio, è una risposta all’osservazione del presidente della commissione».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha lamentato che «la Sardegna rischia una posizione di retroguardia rispetto a quanto prescritto dal governo ai comuni con cui si consentono interventi comprendenti l’apertura di porte e lo spostamento di pareti interne; è auspicabile una riflessione».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto che la proposta «va nel senso di quanto indicato dal presidente della commissione, specifica con chiarezza quanto consentito e, per completezza, si può chiarire quale soggetto debba effettuare la certificazione, comunque è professionista abilitato».

L’assessore dell’urbanistica Cristiano Erriu ha affermato che «la classificazione delle opere minori è pacifica, se fossero interventi di altra natura si segue la procedura Scia».

Gli emendamenti n. 287 e n.26 sono stati ritirati.

L’Assemblea ha quindi iniziato la discussione generale sull’art. 10 (“Sportello unico per l’edilizia”).

Commissione e Giunta hanno espresso parere negativo su tutti gli emendamenti, fatta eccezione per il n. 493 (“Utilizzo della Pec nelle comunicazioni fra enti e professionisti”).

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha dichiarato: ci saremmo aspettati una condivisione degli orientamenti comuni a giunte precedenti; nei piccoli comuni il Sue non c’è, forse potrebbe operare nelle unione dei comuni attribuendo ad essi funzioni di singoli comuni, si è fatta una sperimentazione dal 2013 di cui non si conoscono risultati ma anche nei comuni grandi è stato rilevato lo sportello è di ostacolo ed intralcio al lavoro degli uffici tecnici.

Ha assunto la presidenza il vice presidente Eugenio Lai.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto che «sullo sportello unico non si capisce perché dopo anni di difficoltà i comuni si sono riorganizzati e adesso dovrebbero ricominciare daccapo inseguendo una semplificazione che non c’è; peraltro la sperimentazione non è finita e comunque non se ne conosce l’esito».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha espresso la preoccupazione che «si ripeta la stessa vicenda dello sportello unico per le imprese, rivelatosi un collo di bottiglia; c’è grande incertezza sui tempi di chiusura dei procedimenti e noi, con aluni nostri emendamenti diciamo fra l’altro che non si possono chiedere documenti più di una volta, inoltre occorre introdurre il silenzio assenso o il silenzio diniego perché qualcosa al cittadino bisogna dirla».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha ipotizzato che «lo sportello rischi di fare la fine descritta dal consigliere Cossa; bisognava indicare nella legge entro quali tempi si devono chiudere i procedimenti, invece possono anche raddoppiare senza motivazioni plausibili, insomma si sta cambiando il nome ma non la realtà a danno dei cittadini».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha affermato che «lo sportello unico dell’edilizia comporta interventi normativi ed amministrativi; ormai ci sono i computer anche nei piccoli comuni e la sperimentazione ha consentito un netto passo in avanti in comuni importanti (Olbia, Alghero, Nuoro) dando concreta attuazione ai nuovi strumenti cui la Giunta ha voluto dare un fortissimo impulso». Il nuovo sistema diventerà di fondamentale importanza, ha proseguito, «anche con riforma degli enti locali e l’obbligatorietà di gestione associata delle pratiche fra i comuni». Su alcuni emendamenti, come il n.40 e il n.493 «che vanno nella direzione giusta, sarebbe utile la riforma del parere contrario della commissione, mentre sul problema del silenzio assenso e diniego c’è il pericolo di un conflitto fra diritti dei cittadini a tempi certi e rischi risarcitori per i comuni, dovuti magari a problemi generali del sistema delle autonomie, meglio rinviare questa parte alla legge urbanistica».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) sull’emendamento n.40 (Cossa e più) ha sostenuto che «accoglibile solo in parte, «perché le norme generali già vietano la richiesta di documenti per più di una volta».

Il consigliere Cossa si è dichiarato d’accordo con la modifica proposta.

Successivamente è stato respinto l’emendamento 237 mentre sono stati ritirati il n. 257 e 258.

Il Consiglio ha poi approvato il testo dell’art. 10 con 31 voti favorevoli e 16 contrari.

Successivamente, con 47 voti a favore, è stato approvato l’emendamento n. 40 con la modifica proposta in aula dal presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ed anche, con 35 voti favorevoli ed 1 contrario, l’emendamento n. 493 sull’uso della Pec. Respinti, invece, gli emendamenti n. 21 e 22.

E poi iniziata la discussione generale sull’art. 11 (“Procedura di rilascio, efficacia e durata dei titoli abitativi”).

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato che l’articolo ripropone il tema dei termini, «perché va bene mettere al riparo le amministrazioni ma bisogna mettere al riparo anche i cittadini; le risposte possono anche essere negative ma ci devono essere, invece dopo il diniego c’è una seconda istanza presso la Regione dai tempi biblici come dimostra anche la presenza di emendamenti della maggioranza».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha dato ragione al consigliere Cossa, aggiungendo che «i ritardi sono il problema più grave nel rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione, il testo poi è in contrasto con le norme nazionali e con i principi indicati dalla legge regionale».

Il consiglio ha poi respinto gli emendamenti nn. 238, 23 e 259 ed ha approvato il testo dell’art. 11 con 29 voti favorevoli e 16 contrari. L’emendamento n. 27 è stato ritirato.

L’assemblea ha poi iniziato l’esame dell’emendamento n. 117 presentato dalla Giunta regionale (“Riserva ad aree destinate a parcheggi di una superficie di 1 metro quadro ogni metro cubo di costruzione”).

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha osservato che «probabilmente leggendo alcune agenzie di stampa ci chiediamo se il nostro fair play è giusto: in una nota il deputato di Sel Michele Piras dice che il via libera della Giunta all’inceneritore di  Tossilo è un atto di prepotenza».

Il capogruppo di “Sardegna Vera” Efisio Arbau ha manifestato «soddisfazione per la soluzione individuata a proposito dei parcheggi nelle zone A, superando i problemi creati dalla monetizzazione che poi è una tassa; è una iniziativa di qualità che risolve una questione seria».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, anch’egli favorevole, ha condiviso le argomentazioni del consigliere Arbau e sul piano politico ha dichiarato che «la posizione di Sel su Tossilo è nota ma il sostegno alla Giunta Pigliaru non è in discussione».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha evidenziato perplessità sull’emendamento «perché si introduce il concetto di riattamento di fabbricati in disuso, definizione che vuol dire molte cose diverse mentre bisogna specificare, e prestare attenzione su restauri in zona A che di fatto è impedita da vincoli e da problemi per i parcheggi».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha ribadito che, a suo avviso «non c’è nessun dubbio interpretativo, il passaggio relativo a edifici in disuso da più di 10 anni è chiaro».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha obiettato che «la risposta dell’assessore non fa chiarezza, c’è troppa genericità, si impone una riflessione sui parcheggi».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che «rivitalizzare i centri storici è giusto però non si può introdurre un nuovo gravame per chi vi si vuole insediare».

L’emendamento n. 117 è stato approvato con 31 favore e 17 contrari.

Subito dopo l’Aula ha iniziato l’esame dell’emendamento 139 (Tunis e più) sul rilascio del certificato di agibilità. Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha espresso parere positivo suggerendo però il rinvio ad articoli successivi. La proposta è stata accolta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’art. 12 (“Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia”). Non essendoci iscritti a parlare e dopo aver acquisito i pareri della commissione e della Giunta, l’Aula è passata agli emendamenti, respingendo i nn. 239, 260 e 261; approvati invece il n. 262, Oscar Cherchi e più (“Soppressione della sospensione o della cancellazione dall’elenco degli operatori economici”), con 44 voti a favore e 3 contrari, ed il n. 487 , Cocco Pietro e più (“Accertamenti effettuati dalla Regione e dal Corpo Forestale in collaborazione con le amministrazioni comunali”), con 30 voti favorevoli e 16 contrari. Via libera anche al testo dell’articolo, con 31 voti favorevoli e 17 contrari. Voto positivo, inoltre, per l’emendamento aggiuntivo n. 41, Cossa e più (“Pubblicazioni on line sul sito del comune”), con 45 voti favorevoli e 2 contrari, e per il n.119 presentato dalla Giunta regionale (“Annullamento del permesso di costruire da parte della Regione”), con 32 voti favorevoli e 16 contrari.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’art. 13 (“Opere escluse dalla sanatoria”), approvando subito il testo con 30 voti favorevoli e 17 contrari. L’emendamento n.488 è stato ritirato.

Subito dopo, il presidente Ganau ha avviato l’esame dell’art. 14 (“Deposito e visione del Puc”)

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha chiesto una sospensione della seduta per poter tenere una breve conferenza dei capigruppo. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa il presidente ha comunicato che le decisioni della conferenza dei capigruppo ed ha dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato in Aula la riunione del Consiglio per lunedì 30 marzo, alle 16.00.

«La gravissima situazione sociale ed occupazionale nella quale versa il Sulcis Iglesiente rende assolutamente odiosi i ritardi nell’applicazione del Piano Sulcis, l’intesa istituzionale realizzata al tempo del Governo Monti che tante speranze aveva suscitato fra le migliaia di disoccupati di quel territorio.»

La denuncia è di Michele Piras, deputato di Sinistra Ecologia Libertà.

«L’idea di fondo di una serie organica di azioni volte a contrastare la crisi e ad indicare una prospettiva nuova di sviluppo era sembrata una linea vincente – aggiunge Piras -. Ma oggi, sia per la distanza dei centri gestionali del Piano (si pensi che Invitalia, chiamata a gestire il bando 99 IDEAS, da oltre due anni ormai non ha più una sede in Sardegna) che per una ormai acclarata incoerenza fra parole e fatti che caratterizza la politica nazionale, ciò che colpisce ed offende è il ritardo nella realizzazione delle misure previste.»

«Per questa ragione – conclude Michele Piras – ho presentato una interrogazione al Ministro dello sviluppo economico, nella quale non solamente si chiede una accelerazione sul Piano Sulcis ma anche che venga trasferita in Sardegna la sede gestionale e rapidamente attivato il gruppo di lavoro che era stato promesso e che avrebbe dovuto collocare gli Enti locali del territorio in un ruolo da protagonista che, finora, è stato negato nei fatti.»

brochure programma brochure ospiti

Questa mattina, il circolo di Sinistra Ecologia Libertà di Carbonia Zorba il Gatto ha presnetato, al parco di Villa Sulcis, a Carbonia, la Festa annuale del partito, quest’anno intitolata “Articolo 2. Se stiamo insieme ci sarà un perché”. Sarà il parco di Villa Sulcis ad ospitarla e comincerà giovedì 25 settembre p.v. e finirà la domenica successiva, 28 settembre.

Dopo quella dell’anno scorso, dedicata all’articolo 1, quest’anno si parlerà ancora di diritti e dei doveri dettati dalla nostra Costituzione.

«L’articolo 2 dice che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” – si legge in una nota degli organizzatori – abbiamo accostato questo articolo al noto verso della canzone di Cocciante “Se stiamo insieme ci sarà un perché”, perché (appunto) il fatto di ritrovarci ancora tutti qui ha un senso: l’Italia è un Paese accogliente, un Paese che dovrebbe tutelare i diritti di ogni individuo, è un Paese in cui noi ci impegnamo a stare e a rendere migliore. Per questa ragione dedichiamo la nostra Festa, come l’anno scorso, ad un articolo della nostra Costituzione, anche per ricordare a noi stessi che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri, come individui e come comunità.»

Il programma della Festa è molto vario: sono previsti dibattiti, workshop, proiezioni, concerti, presentazioni di libri e laboratori per bambini, il tutto con la partecipazione di tanti ospiti.

Il primo giorno della Festa, sarà presente al dibattito sull’impresa giovanile e innovativa, Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. Il giorno successivo, 26 settembre, sarà ospite il presidente della regione, Francesco Pigliaru. Parteciperanno ai dibattiti anche Michele Carrus, segretario regionale della CGIL, Luciano Uras, senatore della Repubblica per #Sinistra Ecologia Libertà, Michele Piras, deputato del Parlamento per Sinistra Ecologia Libertà e giovani provenienti da realtà universitarie, come Unica 2.0 o da esperienze di nuova imprenditorialità come Le Ragazze Terribili o l’Open Campus di Tiscali. Sabato 27 ci sarà il concerto di Appino (The Zen Circus). Il giorno successivo, per la chiusura della Festa, si terrà la presentazione del libro “Non si archivia un omicidio” di Giuliano Giuliani, alla presenza dell’autore. Giuliano Giuliani si tratterrà per la proiezione di “Ottopunti”, documentario che narra la vicenda di Timothy Ormezzano. Timothy è una delle tante vittime del G8 di Genova 2001. E’ la storia di un ragazzo che vuole cambiare il mondo e per questo viene massacrato di botte. Insieme al regista Danilo Monte, ed alla produttrice Laura Beatrice D’Amore, che abbiamo conosciuto per il film di Stefano Obino dedicato alla figura di Pietro Cocco “La Terra Dentro”, discuteremo di Genova 2001 e di quello che è successo con la globalizzazione e la scomparsa del movimento no-global.

Inoltre ci sarà un’esposizione permanente di hobbisti e artigiani della nostra zona, e ogni giorno a partire dalle ore 20,00 sarà possibile cenare al nostro punto di ristoro Sotto le Stelle, dove si potranno degustare i migliori prodotti della nostra terra, rigorosamente a KM 0. Per i piccoli abbiamo riservato degli spazi particolari, un laboratorio sull’archeologia curato dal Museo di Villa Sulcis, giochi e animazioni con LaSalvia Animazioni e un laboratorio di aquiloni tenuto dall’artista Alessia Marroccu. Ogni attività culturale e di animazione sarà gratuita e aperta a tutti.

Palazzo Regio Cagliari 1

E’ stato costituito lo scorso 7 luglio, a Cagliari, l’#Osservatorio Sardo Riforme Istituzionali.

Alla costituzione dell’organismo si è pervenuti a seguito dell’iniziativa delle associazioni culturali #Fondazione Sardinia, #Carta di Zuri e #Sardegna Soprattutto, che hanno promosso a Cagliari, palazzo viceregio, il recente seminario-convegno “Est ora, move(m)us”, nelle due giornate del 9 e del 23 giugno u.s.

All’Osservatorio aderiscono liberamente singoli cittadini, tra i quali parlamentari sardi, consiglieri regionali, operatori politici, sociali e culturali di diverse associazioni e gruppi.

L’Osservatorio si propone di monitorare costantemente quanto accade nel Parlamento italiano in materia di riforme istituzionali, paventando e contrastando il pericolo della perdita della nostra specialità sarda e dello svuotamento del nostro statuto autonomistico.

I partecipanti opereranno informandosi e informando su quanto sta avvenendo, valutando le possibili conseguenze e decidendo le eventuali iniziative di contrasto.

Il lavoro dell’Osservatorio, senza preclusioni di sorta, giacché riguarda tutti i sardi, corrisponde e dà seguito all’urgenza segnalata dalla commissione regionale Autonomia nel documento del 26 giugno 2014 e intende fornire uno strumento utile alle finalità da esso proposte.

Già nella prima riunione costitutiva sono state segnalate alcune iniziative possibili:

• riunione solenne dei parlamentari sardi tra loro e con il Consiglio regionale;

• riunione solenne dei parlamentari e consiglieri sardi coi parlamentari e coi consiglieri delle altre regioni a statuto speciale;

•creazione di una rete tra tutti i soggetti interessati, compresi i canali informatici;

• diffusione dell’informazione in materia sia attraverso la stampa e i media locali, come avviene in altre regioni a statuto speciale, e attraverso internet;

• riunioni periodiche dell’Osservatorio e promozione di incontri pubblici.

All’Osservatorio hanno aderito al momento i parlamentari Roberto Cotti, Michele Piras e Pierpaolo Vargiu, i consiglieri regionali Gavino Sale e Paolo Zedda, i sindaci Piersandro Scano (Villamar) e Guido Tendas (Oristano), insieme a operatori politici, sociali e culturali di diverse associazioni e gruppi come Gianluca Argiolas, Bachisio Bandinu, Vito Biolchini, don Pietro Borrotzu, Mario Carboni, Nello Cardenia, Salvatore Cubeddu, Bustianu Cumpostu, Federico Francioni, Enrico Lobina, Piero Marcialis, Pierluigi Marotto, Piero Marras, Monica Mascia, Valerio Medda, Mario Medde, Franco Meloni, Giacomo Meloni, Vincenzo Migaleddu, Nicolò Migheli, Luigi Mossa, Giancarlo Nonnis, Fabrizio Palazzari, Lorenzo Palermo, Oreste Pili, Vindice Ribichesu, Michele Schirru, Carlo Serra.

La #Prima Commissione permanente del Consiglio regionale ha sentito il senatore di Forza Italia Emilio Floris e il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Michele Piras.

Secondo Floris, la Prima Commissione del Consiglio ha, in questa fase storica, un grande carico di responsabilità. «La riforma dello Statuto sardo – ha detto il senatore – deve essere portata avanti pensando a ciò che sta accadendo a livello nazionale. Serve un percorso rapido e condiviso». Sarebbe però uno sbaglio, per l’esponente di Forza Italia, «avviare la riscrittura dello Statuto perché si temono effetti negativi dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Lo Statuto deve essere invece rivisto per adeguarlo alla realtà odierna tendendo conto anche dell’esigenza di un nuovo rapporto con l’Europa». Il parlamentare di Forza Italia ha parlato di «inversione di tendenza» della politica riguardo agli assetti istituzionali. «Si è passati, negli anni, da una visione federalista ad una centralista – ha detto Floris – per questo occorre rafforzare le ragioni dell’Autonomia. Uno dei punti da sviluppare è quello dell’insularità».

Secondo l’ex sindaco di Cagliari, la riforma deve essere largamente condivisa. «Sarete voi a decidere il metodo. Che si scelga lo strumento dell’assemblea Costituente o meno – ha concluso Floris – non si può pensare, comunque, di riscrivere lo Statuto dentro il Palazzo».

Michele Piras, dopo aver segnalato il clima ostile che si vive nel Paese nei confronti del sistema delle autonomie speciali, ha dichiarato il proprio sostegno al percorso di riforme avviato dalla Commissione Autonomia. «Per contrastare l’opinione diffusa che la specialità sia un privilegio occorre prima di tutto esercitare le prerogative dello Statuto – ha detto il deputato di Sel – la vertenza entrate è da questo punto di vista emblematica».

Piras ha poi espresso preoccupazione per i rischi che si potrebbero correre nel mettere mano allo Statuto. «Per non subire un arretramento della specialità è urgente rafforzare l’autonomia introducendo elementi di maggiore sovranità». E’ la storia, secondo il parlamentare, ha indicarci la via: «Nel dopoguerra la priorità era la rinascita economica della Sardegna, ora bisogna evidenziare gli svantaggi determinati dalla nostra condizione di insularità».

Sul metodo con cui avviare le riforme, Piras ha evidenziato la necessità di «un ampio coinvolgimento del popolo sardo. Vanno introdotte – ha concluso il deputato di Sel – forme di partecipazione profonde, altrimenti si rischia di confinare il dibattito negli spazi chiusi della politica».

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Sono state convocate tutte le commissioni per questa settimana. La #Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si è riunita questa mattina alle 10.00. All’ordine del giorno la questione riforme: stamattina era prevista la prosecuzione delle audizioni dei deputati e senatori sardi o eletti in Sardegna, in particolare Emilio Floris (FI) e Michele Piras (Sel). Per domani, 10 giugno, alle 11.00, è prevista l’audizione dei rettori delle Università di Cagliari e Sassari. Nel pomeriggio la commissione Autonomia e Riforme si riunirà, alle 16.00, per  sentire i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Rete imprese Italia, Lega cooperative, Confcooperative, Unicoop, Agci, Unci.

Nella giornata di domani, 10 giugno, si riuniranno anche le altre commissioni.

La #Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd), è stata convocata per le 17.00. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore degli affari generali sulla situazione del personale Csl/Cesil e del progetto Lavor@bile Sardegna.

La #Terza Commissione (Programmazione, bilancio e politiche europee), presieduta da Franco Sabatini (Pd), è stata convocata alle 16.00 per la programmazione dei lavori.

Sempre domani si riunirà, alle 16,30, anche la #Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno l’audizione del comitato dei sindaci (comune di Sardara capofila) sulla moratoria sull’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

La #Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si riunirà alle 16.30. All’ordine del giorno l’audizione dei rappresentanti del Centro sperimentale autosviluppo e più sulla biodiversità in Sardegna. I lavori proseguiranno con l’esame del Dl 40 (disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini della pesca e acquacoltura e modifiche alla legge regionale n. 19 del 2012) e del Pl 32 (disposizioni in materia di pesca nelle aree demaniali). Anche la #sottocommissione della Quinta si riunirà nel pomeriggio. All’ordine del giorno l’esame delle seguenti proposte di legge: Pl 13 (Istituzione, individuazione e disciplina dei distretti rurali, dei distretti agro-alimentari di qualità e dei bio distretti), Pl 14 (Tutela, conservazione e valorizzazione dell’agrobiodiversità della Sardegna), Pl 15 (Promozione e costituzione delle organizzazioni interprofessionali per prodotti agro-alimentari), Pl 16 (Istituzione del marchio collettivo della Regione Sardegna per la tracciabilità e la promozione dei prodotti agricoli ed agro-alimentari di qualità), Pl 22 (Conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro) e Pl di iniziativa popolare n. 3 (Legge regionale per la conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro).

La #Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà alle 18.00. All’ordine del giorno: il Testo unificato delle proposte di legge 20-28 (Norme per la prevenzione della fetopatia alcolica), per il quale è prevista l’approvazione finale. Di seguito sarà sentito in audizione il presidente della Commissione consiliare permanente politiche sociali del comune di Cagliari su proposte relative alle politiche sociali del comune di Cagliari