18 July, 2024
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Si va delineando la composizione della conferenza dei capigruppo del nuovo Consiglio comunale di Carbonia, presieduto da Massimiliano Zonza (Movimento 5 Stelle). Il Movimento 5 Stelle, grazie al trionfale successo al ballottaggio ha conquistato la maggioranza assoluta con il 60% dei consiglieri, il cui capogruppo è Manolo Cossu, il secondo più votato con 352 preferenze lo scorso 5 giugno. Il Partito Democratico, presente in Consiglio comunale con 4 consiglieri, avrà come capogruppo Pietro Morittu, il consigliere più votato della lista con 472 preferenze (il secondo in assoluto), già capogruppo nella precedente consiliatura; Carbonia Possibile avrà come capogruppo l’ex sindaco Ugo Piano, candidato sindaco non eletto. Restano tre consiglieri eletti in altrettante liste: Fabio Usai, del Partito dei Sardi, il consigliere più votato in assoluto con 867 preferenze; Michele Stivaletta, della lista Carbonia Unica; e, infine, Daniela Garau, candidata sindaco non eletta del Patto Civico. Questi tre consiglieri dovrebbero confluire in un gruppo misto, in quanto per la costituzione di un gruppo, per regolamento, è necessaria la presenza di almeno due consiglieri, ma potrebbero esserci novità, con la costituzione di un gruppo misto con due soli consiglieri, Michele Stivaletta e Daniela Garau, e la costituzione di un quinto gruppo consiliare, quello del Partito dei Sardi, che si avvarrebbe dell’apporto tecnico di un consigliere del Partito Democratico, Ivonne Fraternale, con capogruppo Fabio Usai.

Gli ultimi dubbi, legati all’eventuale adesione tecnica di Ivonne Fraternale al Partito dei Sardi, dovrebbero essere sciolti entro la prossima settimana, quando salvo rinvii verrà ufficializzata la composizione della nuova conferenza dei capigruppo.

Nuovo Consiglio comunale di Carbonia 1 copia

 

 

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Il presidente Massimiliano Zonza ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia, in seduta straordinaria, per mercoledì 20 e lunedì 25 luglio 2016, alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare (Centro Polifunzionale – ex Dopolavoro) in Piazza Roma.

Il 20 luglio saranno presentate le linee programmatiche di mandato del sindaco, Paola Massidda, mentre la discussione delle stesse linee programmatiche è prevista per il 25 luglio.

Il nuovo Consiglio comunale, eletto il 5 e 19 giugno, si è insediato lo scorso 5 luglio. In quella seduta sono stati stati eletti il presidente, Massimiliano Zonza e i due vicepresidenti, Elio Loi per la maggioranza e Michele Stivaletta per la minoranza, il sindaco Paola Massidda ha presentato la sua Giunta ed è stata eletta la commissione elettorale comunale.

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Nuovo Consiglio comunale di Carbonia 1 copia

Nuova Giunta Carbonia 1 copia

Si è insediato questo pomeriggio, nella sala polifunzionale di piazza Roma, il nuovo Consiglio comunale di Carbonia, eletto il 5 e 19 giugno. Questa mattina, a nove ore dalla prima riunione di Consiglio, il nuovo sindaco di Carbonia, Paola Massidda, aveva presentato la sua Giunta nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sala riunioni della Torre civica, in piazza Roma.

I lavori del Consiglio si sono aperti sotto la presidenza di Pietro Morittu, come cinque anni fa “consigliere anziano”, con la verifica delle condizioni di eleggibilità dei 24 consiglieri, alla quale è seguito il breve giuramento del sindaco, Paola Massidda.

Il Consiglio comunale ha quindi proceduto all’elezione del presidente, Massimiliano Zonza del Movimento 5 Stelle, con 17 voti e di due vicepresidenti, Elio Loi del Movimento 5 Stelle con 15 voti per la maggioranza, e Michele Stivaletta della lista Carbonia Unica con 7 voti per la minoranza.

Subito dopo Paola Massidda ha presentato la sua squadra di assessori, sette, quattro donne e tre uomini, tre consiglieri eletti, quattro esterni al Consiglio comunale.

Gli assessori sono:

Gian Luca Lai, 45 anni, nato a Carbonia, laureato in Geologia, vice sindaco ed assessore del Territorio, Ambiente, Servizi di Pubblica utilità, Manutenzione e Randagismo;

Mauro Manca, 40 anni, nato a Carbonia, laureato in Scienze politiche, assessore del Bilancio, Programmazione e Tributi;

Arianna Vinci, 44 anni, nata a Iglesias, psicologa, assessore delle Politiche sociali, Politiche della casa e Politiche del lavoro;

Riccardo Cireddu, 32 anni, nato a Carbonia, laureato in Architettura, iscritto all’Ordine degli ingegneri, assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Trasporti, Viabilità ed Arredo urbano;

Emanuela Rubiu, 42 anni, nata a Carbonia, laureata in Lingue, assessore della Cultura, Spettacolo, Turismo e Attività produttive;

Carla Mario, 52 anni, nata a Padova, da 30 anni insegnante della scuola dell’infanzia a Carbonia, assessore della Pubblica istruzione, Politiche giovanili e Sport;

Paola Argiolas, 68 anni, nata a Carbonia, laureata in Amministrazione e Governo locale, assessore del Personale, Affari generali, Formazione, Decentramento e Trasparenza amministrativa.

La Giunta Massidda, dunque, è composta da sette assessori, tre scelti tra i quindici consiglieri eletti con la vittoria del ballottaggio di domenica 19 giugno (Carla Mario, Gian Luca Lai e Paola Argiolas) e quattro scelti come tecnici esterni al Consiglio comunale (Mauro Manca, Arianna Vinci, Emanuela Rubiu e Riccardo Cireddu).

I tre consiglieri nominati assessori (Carla Mario, Gian Luca Lai e Paola Argiolas) si sono dimessi in Aula, in base a quanto previsto dall’art. 64, comma 1 e 2 del Testo Unico degli Enti locali: “1. La carica di assessore è incompatibile con la carica di consigliere comunale e provinciale. 2. Qualora un consigliere comunale o provinciale assuma la carica di assessore nella rispettiva giunta, cessa dalla carica di consigliere all’atto dell’accettazione della nomina, ed al suo posto subentra il primo dei non eletti”, e sono stati surrogati con i primi tre dei non eletti nella stessa lista del Movimento 5 Stelle: Adolfo Lebiu 77 preferenze, Sabrina Soru 75, Mauro Careddu 69.

Questa è la nuova composizione del nuovo Consiglio comunale dopo la nomina degli assessori e le relative surroghe:

Sindaco: Paola Massidda.

Maggioranza – 15 consiglieri.

Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 227; Daniela Marras 168; Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 126; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94; Elio Loi 84; Massimiliano Zonza 82; Adolfo Lebiu 77; Sabrina Soru 75; Mauro Careddu 69.

Minoranza – 9 consiglieri.

Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.

Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 867 preferenze.

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

L’ultimo punto all’ordine del giorno era l’elezione della commissione elettorale.

Sono stati eletti tre componenti effettivi, Matteo Piras ed Eleonora Cera per la maggioranza ovvero il Movimento 5 Stelle, Federico Fantinel del Partito Democratico per la minoranza; e tre componenti supplenti, Mauro Careddu e Silvia Pinna per la maggioranza, Daniela Garau del Patto Civico per la minoranza.

Il sindaco ha chiudo la seduta annunciando che il Consiglio verrà riconvocato entro 15 giorni per l’esposizione delle linee programmatiche ed il successivo dibattito.

 

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Nuova Giunta Carbonia 1 copia

Paola Massidda 8

Questa mattina il nuovo sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha presentato la sua Giunta nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sala riunioni della Torre civica, in piazza Roma, a nove ore dall’insediamento del Consiglio comunale, previsto questo pomeriggio, alle 17.30.

Gli assessori sono:

Gian Luca Lai, 45 anni, nato a Carbonia, laureato in Geologia, vice sindaco ed assessore del Territorio, Ambiente, Servizi di Pubblica utilità, Manutenzione e Randagismo;

Mauro Manca, 40 anni, nato a Carbonia, laureato in Scienze politiche, assessore del Bilancio, Programmazione e Tributi;

Arianna Vinci, 44 anni, nata a Iglesias, psicologa, assessore delle Politiche sociali, Politiche della casa e Politiche del lavoro;

Riccardo Cireddu, 32 anni, nato a Carbonia, laureato in Architettura, iscritto all’Ordine degli ingegneri, assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Trasporti, Viabilità ed Arredo urbano;

Emanuela Rubiu, 42 anni, nata a Carbonia, laureata in Lingue, assessore della Cultura, Spettacolo, Turismo e Attività produttive;

Carla Mario, 52 anni, nata a Padova, da 30 anni insegnante della scuola dell’infanzia a Carbonia, assessore della Pubblica istruzione, Politiche giovanili e Sport;

Paola Argiolas, 68 anni, nata a Carbonia, laureata in Amministrazione e Governo locale, assessore del Personale, Affari generali, Formazione, Decentramento e Trasparenza amministrativa.

La Giunta Massidda, dunque, è composta da sette assessori, tre scelti tra i quindici consiglieri eletti con la vittoria del ballottaggio di domenica 19 giugno (Carla Mario, Gian Luca Lai e Paola Argiolas) e quattro scelti come tecnici esterni al Consiglio comunale (Mauro Manca, Arianna Vinci, Emanuela Rubiu e Riccardo Cireddu).

I tre consiglieri nominati assessori si dimetteranno in Aula (art. 64, comma 1 e 2 del Testo Unico degli Enti locali: “1. La carica di assessore è incompatibile con la carica di consigliere comunale e provinciale. 2. Qualora un consigliere comunale o provinciale assuma la carica di assessore nella rispettiva giunta, cessa dalla carica di consigliere all’atto dell’accettazione della nomina, ed al suo posto subentra il primo dei non eletti”) e verranno surrogati con i primi tre dei non eletti nella stessa lista del Movimento 5 Stelle: Adolfo Lebiu 77 preferenze, Sabrina Soru 75, Mauro Careddu 69.

Questa è la nuova composizione del nuovo Consiglio comunale dopo la nomina degli assessori e le relative surroghe:

Sindaco: Paola Massidda.

Maggioranza – 15 consiglieri.

Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 227; Daniela Marras 168; Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 126; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94; Elio Loi 84; Massimiliano Zonza 82; Adolfo Lebiu 77; Sabrina Soru 75; Mauro Careddu 69.

Minoranza – 9 consiglieri.

Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.

Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 867 preferenze.

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

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Paola Massidda A

Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, presenterà domattina alle 9.30, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala riunioni al primo piano della Torre Civica di piazza Roma, la squadra di assessori con la quale amministrerà il comune nei prossimi cinque anni. Otto ore più tardi, alle 17.30, la Giunta verrà presentata nel corso della riunione d’insediamento del nuovo Consiglio comunale, nella sala polifunzionale.

La Giunta dovrebbe essere composta da tre consiglieri eletti e tre esterni al Consiglio comunale. I consiglieri che riceveranno deleghe assessoriali, dovranno dimettersi dal Consiglio comunale (art. 64, comma 1 e 2 del Testo Unico degli Enti locali: “1. La carica di assessore è incompatibile con la carica di consigliere comunale e provinciale. 2. Qualora un consigliere comunale o provinciale assuma la carica di assessore nella rispettiva giunta, cessa dalla carica di consigliere all’atto dell’accettazione della nomina, ed al suo posto subentra il primo dei non eletti”) per essere surrogati, qualora dovessero essere effettivamente tre, con i primi tre dei non eletti nella stessa lista del Movimento 5 Stelle: Adolfo Lebiu 77 preferenze, Sabrina Soru 75, Mauro Careddu 69.

Ricordiamo che, al momento, è questa la composizione del nuovo Consiglio comunale, scaturito dalle elezioni del 5 e 19 giugno 2016:

Sindaco: Paola Massidda.

Maggioranza – 15 consiglieri.

Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 227; Gian Luca Lai 217; Paola Argiolas 185; Daniela Marras 168;Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 126; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94; Elio Loi 84; Massimiliano Zonza 82.

Minoranza – 9 consiglieri.

Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.

Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 867 preferenze.

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

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Paola Massidda 10 giugno 2016 copiaPaola Massidda Movimento 5 Stelle 3 copia

A due settimane dal ballottaggio vinto da Paola Massidda (M5S) con uno straordinario consenso sul sindaco uscente Giuseppe Casti (Centrosinistra) (61,60% contro 38,40%), è iniziato il conto alla rovescia per l’insediamento del nuovo Consiglio comunale di Carbonia, convocato per martedì 5 luglio, alle ore 17.30.

E’ grande l’attesa per conoscere la Giunta che affiancherà Paola Massidda nell’amministrazione del Comune nei prossimi cinque anni. Finora non è trapelata nessuna notizia ufficiale ma le scelte dovrebbero essere ormai state fatte e verranno ufficializzate in Aula nella sala polifunzionale di piazza Roma, i cui spazi saranno sicuramente insufficienti ad accogliere tutti coloro che vorrebbero essere presenti ad un evento che rimarrà nella storia della città, perché per la prima volta Carbonia avrà una guida non targata sinistra e/o centrosinistra.

Come anticipato nei giorni scorsi, ciò che è assai probabile se non quasi certo, è che la Giunta avrà una composizione mista, tra assessori scelti tra i 15 consiglieri eletti della maggioranza monocolore del Movimento 5 Stelle, ed assessori scelti all’esterno del Consiglio comunale. Dovrebbero essere 3 interni e 3 esterni al Consiglio comunale. Qualora questa ipotesi venisse confermata, i tre consiglieri che faranno parte della prima Giunta Massidda, dovranno dimettersi dal Consiglio comunale (art. 64, comma 1 e 2 del Testo Unico degli Enti locali: “1. La carica di assessore è incompatibile con la carica di consigliere comunale e provinciale. 2. Qualora un consigliere comunale o provinciale assuma la carica di assessore nella rispettiva giunta, cessa dalla carica di consigliere all’atto dell’accettazione della nomina, ed al suo posto subentra il primo dei non eletti”) per essere surrogati con i primi tre dei non eletti nella stessa lista del Movimento 5 Stelle: Adolfo Lebiu 77 preferenze, Sabrina Soru 75, Mauro Careddu 69.

Al momento, è questa la composizione del nuovo Consiglio comunale:

Sindaco: Paola Massidda.

Maggioranza – 15 consiglieri.

Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 227; Gian Luca Lai 217; Paola Argiolas 185; Daniela Marras 168; Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 126; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94; Elio Loi 84; Massimiliano Zonza 82.

Minoranza – 9 consiglieri.

Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.

Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 867 preferenze.

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

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La straordinaria vittoria del Movimento 5 Stelle, piombata come un tornado sul comune di Carbonia, storicamente da sempre governato dalla sinistra e dal centrosinistra, segna anche una seconda “rivoluzione” nel Consiglio comunale del centro minerario: alla riunione d’insediamento saranno ben 17 i volti nuovi, sui 25 complessivi (sindaco + 24 consiglieri).

Faranno il loro debutto assoluto nella sala polifunzionale di Piazza Roma, il sindaco Paola Massidda, i 15 consiglieri di maggioranza del Movimento 5 Stelle (Carla Mario, Manolo Cossu, Marco Antonio Serafini, Eleonora Cera, Silvia Pinna, Gian Luca Lai, Paola Argiolas, Daniela Marras, Mauro Uccheddu, Maurizio Soddu, Matteo Piras, Angelo Rosas, Giorgio Santoru, Elio Loi, Massimiliano Zonza) e, infine, Daniela Garau, candidata sindaco non eletta del Patto Civico (formato da tre liste civiche).

Faranno parte della minoranza due ex sindaci, Giuseppe Casti e Ugo Piano, e sei consiglieri uscenti: Pietro Morittu, Federico Fantinel, Ivonne Fraternale, Massimo Usai, Michele Stivaletta e Fabio Usai.

 

Movimento 5 Stelle 1

 

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Giovedì 24 settembre il Consiglio comunale di Carbonia si occuperà della chiusura dell’ufficio postale di Cortoghiana. E’ stato convocato dal presidente dell’Assemblea, Ignazio Cuccu, in seduta straordinaria, nella sala polifunzionale di Piazza Roma.

Due settimane fa la convocazione del Consiglio comunale era stata chiesta da 12 consiglieri di minoranza: Arturo Troilo, Alberto Zonchello, Alessandra Tresalli, Roberto Concas, Mario Porcu, Annalisa Usala, Roberto Gibillini, Giuseppe Meletti, Antonello Mereu, Antonio Carta, Michele Stivaletta e Gianluca Arru, che hanno definito la chiusura dell’Ufficio «illogica e deleteria nei riguardi della frazione di Carbonia sia per posizione geografica dello stesso, sia per l’enorme bacino di utenza, sia perché non concertata», considerano «infruttuose e fallimentari le poche iniziative avviate nel corso di questi mesi» e visto «l’enorme danno arrecato alla comunità e ritenendo necessario che il Sindaco riferisca in aula circa le azioni intraprese», ed hanno chiesto «l’immediata convocazione di un Consiglio comunale per la chiusura dell’ufficio postale», proponendo, per opportunità, che tale assemblea si svolgesse presso i locali dell’ex circoscrizione di Cortoghiana.

Il Consiglio comunale, viceversa, affronterà il problema nella sala polifunzionale di Piazza Roma.

L’ufficio postale di Cortoghiana è stato chiuso da Poste Italiane il 7 settembre scorso, nell’ambito di un programma di ristrutturazione delle sedi e dei servizi, nonostante la fortissima opposizione della comunità locale, dell’Amministrazione e del Consiglio comunale di Carbonia.

Poste Cortoghiana 1Poste Cortoghiana AManifestazione Cotoghiana contro la chiusura delle Poste 2

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12 consiglieri di opposizione (Arturo Troilo, Alberto Zonchello, Alessandra Tresalli, Roberto Concas, Mario Porcu, Annalisa Usala, Roberto Gibillini, Giuseppe Meletti, Antonello Mereu, Antonio Carta, Michele Stivaletta, Gianluca Arru) hanno chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio comunale di Carbonia per affrontare l’emergenza dell’ufficio postale di Cortoghiana, chiuso da ieri.

I consiglieri definiscono tale iniziativa di chiusura dell’Ufficio «illogica e deleteria nei riguardi della frazione di Carbonia sia per posizione geografica dello stesso, sia per l’enorme bacino di utenza, sia perché non concertata», considerano «infruttuose e fallimentari le poche iniziative avviate nel corso di questi mesi» e visto «l’enorme danno arrecato alla comunità e ritenendo necessario che il Sindaco riferisca in aula circa le azioni intraprese», chiedono «l’immediata convocazione di un Consiglio comunale per la chiusura dell’ufficio postale» e ritengono opportuno che tale assemblea si svolga presso i locali dell’ex circoscrizione di Cortoghiana.

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Il gruppo UDC in Consiglio comunale a Carbonia, formato da Vincenzo Panio, Antonello Mereu, Francesco Fele, Michele Stivaletta ed Antonio Carta, ha presentato una mozione sulla gestione della ASL 7 con richiesta di revoca dell’attuale dirigenza.

«In questi ultimi giorni – si legge nella mozione – è tornato alla ribalta il tema della Sanità nel Sulcis Iglesiente con riferimento espresso alle assai scadenti perfomance dell’Azienda Sanitaria Locale n. 7 e delle tanto discutibili strategie poste in atto dal sua dirigenza, con la conseguenza che l’assistenza erogata risulta gravemente ridotta a livelli del tutto inadeguati rispetto ai bisogni reali del territorio.

Anche negli anni scorsi, a cadenze più o meno regolari, tale tema è stato più volte sollevato e posto anche all’attenzione di questo Consiglio Comunale che, dopo averlo ripetutamente esaminato, non ha saputo andare oltre generiche prese di pozione, peraltro spesso dopo aspri scontri tra le parti politiche in campo ove ha trovato profonda eco la difesa sia delle scelte adottate sia quella dell’azione delle lobby professionali e di potere che tali scelte hanno imposto e fatto attuare.

Nel frattempo, i problemi della quantità e, soprattutto, della qualità della salute garantita nel territorio, non solo non si sono risolti ma, con voluta e sistematica gradualità, sono andati a raggiungere livelli di vero allarme che, con crescente frequenza, si traducono in situazioni di vera e propria “sanità negata”!

E’ il risultato di una politica generale regionale già di per sé miope e caratterizzata sempre di più, soprattutto negli ultimi anni, da scelte settoriali non solo incapaci di interpretare le istanze dei territori ma, come nel caso della sanità, fortemente influenzate da pesanti interessi privatistici che finiscono per prevalere, a qualunque costo, su quelli generali.

Infatti, non è un caso che, almeno negli ultimi cinque anni, i “pezzi da novanta” della politica regionale in materia di salute – al di là di coloro che nominalmente hanno occupato formalmente le istituzioni delegate al settore – si siano identificati con esponenti di organizzazioni non sempre molto cristalline ma anche con soggetti che, contemporaneamente, hanno agito in base alla sedia nella quale poggiavano di volta in volta il proprio “fondo schiena”: da un lato  programmatori dell’intervento pubblico, dall’altro esponenti ufficiali e/o occulti di enti e organismi di rappresentanza  della sanità privata, cliniche e baronie varie!

Infatti, come è noto, nel frattempo è cresciuto a dismisura il business dell’area sanitasria privata e, in proporzione, sono state ridotte le risorse all’area pubblica mentre il livello complessivo di  qualità dell’assistenza sanitaria, tranne qualche rarissimo esempio, è andato via via scadendo a livelli mai conosciuti.

La prospettiva, del resto, non lascia intravedere mutamenti di rotta. Anzi, la stessa idea più volte affacciata di potenziare i due grandi poli sanitari accentrati su Cagliari e Sassari, al fine – si sostiene – di elevare al massimo l’eccellenza, se non accompagnata da un’organica riprogettazione della sanità locale in tutti i territori  e la conseguente riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza di base, finirà in un  ulteriore impoverimento delle “periferie” ove risulterà ancora più accentuato l’attuale già grave divario tra l’offerta in campo  e i reali bisogni di salute espressi e, dunque, non sarà garantito al cittadino il diritto a quella completa continuità assistenziale che è e deve rimanere il pilastro portante della sanità pubblica per tutti. 

Gioco forza, ne deriverà un ampio spazio di insoddisfazione che sarà colmato (guarda caso!) da una crescita  – voluta! – delle strutture private, attingendo così ingenti risorse dalle casse pubbliche senza assicurare un adeguato standard di sanità locale nella prevenzione e nella cura pre-ospedaliera. Tanto meno in quella ospedaliera, le cui strutture, come nel caso del Sulcis-Iglesiente, stanno subendo, e ancora  di più sarà in futuro, un pericoloso e dannoso depauperamento dei servizi, delle professionalità  e delle prestazioni.

Quanto sopra, specialmente nel nostro territorio, spesso avviene nel dispregio totale della stessa legge che impone un costante procedimento di consultazione da parte del vertice dell’azienda sanitaria con le istanze democratiche che rappresentano i cittadini: i Comuni. Infatti, le cosiddette “conferenze socio-sanitarie”, organismo di rappresentanza territoriale, spesso vengono ignorate e si procede con decisioni assunte in solitudine a pericolosi ridimensionamenti al ribasso  dei servizi, millantandole come “processi di razionalizzazione ed efficienza” rivolti ad un impiego più produttivo delle risorse, salvo poi verificare che ciò, quasi sempre, si traduce in tagli indiscriminati delle prestazioni sanitarie e che, al contrario, cresce il volume di risorse da destinare a un ristretto numero di privilegiati dirigenti della ASL in premi di risultato o altre prebende. Cioè, l’imperativo è tagliare i costi comunque,  anche se ciò riduce l’assistenza, non eliminare le improduttività.

In questo quadro, a Carbonia – ma attendibili notizie ci dicono che ad Iglesias la musica non cambia (basta vedere la recente mozione di censura approvata da quel Consiglio Comunale contro la dirigenza della ASL, accusata di gravi inadempienze) – da almeno quindici anni, con marcate accentuazioni negli ultimi cinque anni, si registra un sostanziale smantellamento dei servizi sanitari che, per esempio, nell’ospedale di Carbonia, determina una riduzione dei posti letto dai 384 dell’anno 2000 agli attuali poco più di 130, facendo registrare un taglio netto di circa 250 posti letto; ciò sebbene siano stati aperti nuovi servizi che, peraltro, alla prova dei fatti, si sono talvolta rivelati incapaci di funzionare.

Gli organici dell’intera ASL n. 7, per effetto dei tagli su tutti i servizi e delle cosiddette esternalizzazioni hanno fatto registrare un costante decremento che, dall’anno 2000 circa ad oggi, ha comportato una riduzione dell’occupazione da circa 2.350  unità  a  circa 1.850 del  2008 e a circa 1.300 unità del 2014, facendo mancare al territorio un’occupazione di ben un migliaio di posti di lavoro in totale, compensati molto parzialmente dagli occupati assorbiti dalle accennate esternalizzazioni, come lavaggio biancheria, catering,  ecc.; peraltro gran parte di questa occupazione è  andata a ricadere in altri territori. 

Per non parlare della fuga indotta di sanitari che, diventati termine di confronto scomodo, sono stati “costretti” ad andar via dal territorio, come nel caso di colui che unanimemente viene considerato il più autorevole chirurgo ginecologico in Sardegna.

Soprattutto negli ultimi anni è stata operata una drastica riduzione degli acquisti di attrezzature, dispositivi e presidi medici chirurgici, oltre che dei farmaci, non sulla base di un accertato e comprovato precedente eccesso di forniture ma semplicemente perché  l’obiettivo da raggiungere è comunque la riduzione della spesa, anche se ciò comporta di sovente il blocco di talune attività mediche o, quanto meno, la loro considerevole contrazione, come talvolta è avvenuto per la stessa attività chirurgia, spesso bloccata, anche parte di quella già programmata, per carenza di personale d’ausilio al chirurgo (vedasi anestesisti). I risparmi, a carico della qualità della prestazione, almeno una parte, sono destinati agli incentivi a taluni capiservizio.

Cresce in tal modo a dismisura il costo di quel calvario dei pazienti che viene definito come “mobilità passiva”. Infatti, la mancanza di risposte delle indebolite strutture  del territorio, ovvero le modeste quantità e qualità di risposta offerte ai pazienti, induce questi a spostarsi in altri territori, area di Cagliari in testa, per visite e prestazioni sanitarie – talvolta anche elementari – che qui non vengono garantite ovvero si possono avere dopo mesi di attesa. Ne consegue un costo per la collettività di circa 22 milioni di euro l’anno, frutto in larga misura del depotenziamento e dei tagli irrazionali dei servizi. Parte di quei denari, guarda caso, finisce nelle casse della sanità privata e crea occupazione altrove, mentre noi la perdiamo.

Il Pronto Soccorso: purtroppo è un esempio abbastanza noto a migliaia di cittadini, costretti, quando vi ricorrono, a interminabili code che fanno registrare, rispetto a dieci anni fa,  tempi di attesa quanto meno quintuplicati.

L’elenco del fallimento dell’attuale gestione della ASL sul versante di Carbonia, ma, si ripete, ad Iglesias non cambia molto, potrebbe continuare tanto da poter dimostrare che  questa malasanità riguarda tutti i comparti: ridimensionamento – forse  sarebbe meglio parlare di sostanziale chiusura – del reparto Pediatria, compreso il depotenziamento della chirurgia pediatrica ad Iglesias; le chiusure estive di taluni reparti assumendo a pretesto le ferie dei medici; il taglio dei fondi per le procedure di accertamento delle invalidità; la costante crescita dei tempi di attesa per visite specialistiche. E l’elenco potrebbe continuare!

Questa non è la sanità che vogliamo!

Tutto questo è l’effetto del tradimento del ruolo dell’azienda sanitaria locale, così come il suo impianto istitutivo  è definito  nella legislazione: programmazione e gestione delle risorse in maniera appropriata rispetto alla domanda socio-sanitaria del paziente-cittadino il cui soddisfacimento deve essere l’unico obiettivo, basando le strategie operative sul costante controllo e adeguamento delle attività che devono restare perfettamente coerenti allo stesso obiettivo rispetto al quale deve essere perseguito l’equilibrio economico-finanziario di bilancio.

Non i tagli indiscriminati ma, se tagli ci devono essere, essi devono verificarsi secondo un concetto di economicità dell’azienda sanitaria che deve, per l’alto valore e utilità sociale che interpreta, soddisfare non prioritariamente ma esclusivamente i propri fini istituzionali. Quindi, poco ha a che fare con un concetto di economicità che invece  prevale a Carbonia, eminentemente di tipo finanziario e ragionieristico così come di solito viene correlato a tale termine. Infatti, nel caso delle aziende sanitarie, l’economicità deve essere intesa come grado di capacità di produrre salute al minor costo possibile ma con la maggiore soddisfazione del cittadino-paziente. 

Ancora, è vero che anche nel caso dell’azione di un’azienda sanitaria  il concetto di economicità deve fondarsi su due imprescindibili criteri contemporanei: “il valore aggiunto” e “l’utilità”. Ma attenzione: con il primo si deve intendere che nell’utilizzo delle risorse per la produzione del bene salute è stato “aggiunto valore”, mentre con il secondo si deve intendere che il “prodotto” dell’azienda sanitaria è “utile” quando è in grado di soddisfare la domanda di salute che il territorio esprime.

Quindi, l’azienda sanitaria deve intendersi come un insieme ordinato di risorse umane, finanziarie, tecnologiche, ecc., organizzato in via esclusiva per raggiungere l’obiettivo di “salute”. Senza cadere, ovviamente, nel tecnicismo e nell’efficientismo fine a se stesso, ovvero per raggiungere i premi di risultato dei dirigenti, ricordando soprattutto che un’organizzazione sanitaria pubblica è fatta principalmente da persone  e non solo di procedure  ed è rivolta al benessere delle persone, indipendentemente, se necessario, dalle gerarchie da premiare e dai costi.

Dunque, la ASL n. 7 deve cambiare rotta e diventare la risposta alle attese insoddisfatte di un numero sempre crescente di cittadini-pazienti. Questo è possibile solo e soprattutto attraverso il responsabile e qualificato esercizio dei suoi compiti particolarmente impegnativi che derivano dal fatto, voluto dalla legge, di non avere come ultimo fine il profitto; neanche quello dei premi ai dirigenti che fanno risparmiare ad ogni costo, soprattutto a carico dei cittadini-pazienti.

Insomma, occorre che si capisca che l’unico modello culturale a cui ci si deve ispirare non è quello di un’azienda che ha come fine il profitto da perseguire mediante la produzione di beni che il cliente, più o meno convinto, compra, ma il fine molto più complesso ed alto che è la salute dei cittadini. Vanno  benissimo l’efficienza e l’efficacia raggiunte attraverso la razionalizzazione delle spese, salvo il fatto che la posta in gioco non è una generica e semplice produzione di servizi ma una sfida molto più alta, delicata ed importante: la salute! I dirigenti di un’azienda sanitaria pubblica più che manager, devono sentirsi, non esclusivamente per i soldi che portano a casa, fieri di appartenere ad un’organizzazione con finalità così importanti e nobili e, nel contempo, proprio per questo, devono strutturare la ASL come  un’organizzazione non solo al passo coi tempi, efficiente, razionalizzata nella produzione e nella spesa, ma soprattutto in grado di produrre risultati efficaci ed utili per i propri cittadini di riferimento. Questo deve essere, nella sanità pubblica, il concetto di “economicamente vantaggioso”. Ogni altra ipotesi deve essere respinta!

Non si può tuttavia non rilevare che i deprecabili fatti accaduti nella ASL n. 7, se da un lato appartengono alla responsabilità soggettiva di quella dirigenza, dall’altro, sul terreno squisitamente politico, i Comuni del territorio, compreso il nostro, che avrebbero dovuto costantemente vigilare e pretendere il puntuale e coerente assolvimento dei compiti affidati alla suddetta dirigenza, sono quanto meno oggettivamente e politicamente responsabili per non aver attivato gli strumenti politici e giuridici di controllo sui fatti sopra esposti e che, di volta in volta, imponevano una adeguata presa di posizione atta ad impedire, anche attraverso la chiamata in causa della Regione, lo smantellamento di settori significativi dei servizi sanitari.

Né possono bastare, al fine di far cessare la fallimentare gestione della ASL, le sole conclusioni cui è pervenuta la conferenza dei Sindaci del territorio svoltasi il 17 c.m. che, come riferiscono gli organi si informazione, si è limitata semplicemente a contestare l’unilateralità degli atti della dirigenza  di tale azienda e a domandare incontri regionali al fine di ottenere il semplice ripristino della concertazione.

Ciò non basta; occorre far cessare il disastro in atto e ricondurre la ASL alla sua funzione originaria attraverso una nuova dirigenza che  risponda alla legge, alla Regione e, soprattutto, ai Comuni del territorio in ordine al puntuale raggiungimento degli scopi istituzionali aziendali.»

La mozione si conclude sottolineando che «l’attuale dirigenza della ASL, per la volontà finora messa in campo, ha dimostrato di  non essere pienamente in grado di condurne la gestione coerentemente sia con gli obiettivi sia nel rispetto della legge, non ultimo l’obbligo della costante consultazione» e propone al Consiglio comunale di esprimere «la totale non condivisione dei metodi gestionali attuati dall’attuale dirigenza della ASL n. 7 e chiede urgenti interventi da parte del Presidente della Regione e dell’Assessore regionale competente affinché, unitamente al puntuale rispetto delle norme in materia di consultazione dei Comuni dell’area, si proceda alla revoca dell’attuale vertice aziendale e alla nomina di una nuova dirigenza rispettosa dei compiti ad essa affidati e disponibile al dialogo con il territorio quale unico mezzo per interpretarne pienamente le aspettative e la domanda di sanità che lo stesso territorio esprime.»