21 December, 2024
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«Noi pensiamo, e non da oggi, che il problema della famiglia, con strumenti adeguati di sostegno, debba essere al centro delle politiche pubbliche.»
Lo ha dichiarato il presidente di Fortza Paris Gianfranco Scalas illustrando la proposta del “Reddito di maternità”, sostenuta a livello nazionale dal Popolo della Famiglia che ha in corso la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare.

Ripercorrendo brevemente la sua lunga esperienza nelle missioni di pace all’estero, Gianfranco Scalas ha ricordato che la centralità della famiglia rappresenta l’elemento costitutivo di qualunque comunità a prescindere dalle cultura e dalle appartenenze religiose, «che si tratti di società organizzate per etnie, tribù o clan. Per questo riteniamo – ha concluso – che di fronte ad una preoccupante crollo della natalità che vede la Sardegna  all’ultimo posto in Italia, sia importante lanciare il segnale di una inversione di tendenza».

Quella del reddito di maternità, ha poi sottolineato il neo consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, «sarà una delle prime proposte che presenteremo non appena si sarà insediato il nuovo Consiglio regionale, assieme ad un provvedimento organico sulla famiglia che ha lo scopo di riunire e mettere a sistema una serie di interventi ora frammentati fra la sanità e l’assistenza sociale».

Il coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia Mirko De Carli, infine, si è soffermato su alcuni contenuti della proposta di legge di iniziativa popolare, che consiste «in un’indennità di 1.000 euro da corrispondere per 8 anni a tutte le donne che sceglieranno liberamente di fare le mamme a tempo pieno, per convinzione personale o magari per dedicare parte del loro tempo allo studio. Non si tratta – ha precisato Mirko De Carli – di auspicare il ritorno della donna ai fornelli quanto di affermare un principio di libertà che fra l’altro, assieme ad altre misure a favore delle lavoratrici e dei figli, contrasti l’attuale schiavitù del lavoro, fatta di precariato, bassi stipendi, dimissioni in bianco e turni di lavoro incompatibili con la famiglia».

«E’ la scelta di tutte le società che crescono in Europa e fuori dall’Europa – ha concluso Mirko De Carli -, e all’Italia costerebbe 1 miliardo, di gran lunga meno del reddito di cittadinanza, portando consistenti flussi finanziari all’interno ell’economia reale.»