21 November, 2024
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Era da tantissimi anni che Gonnesa non registrava un record di presenze come quello avuto giovedì 22 agosto, in occasione del concerto di Arisa. Migliaia di persone si sono radunate in Piazza del Minatore e lungo la via adiacente, per partecipare allo spettacolo musicale “Baciami stupido”.

Dal primo pomeriggio Arisa si è fermata con i suoi fan per fare selfie e rilasciare autografi, mostrando simpatia, umiltà e sensibilità fuori dal comune, nome del tour della cantante Rosalba Pippa, in arte Arisa.

Ed è proprio per la sua sensibilità che, prima di iniziare il concerto, l’artista ha incontrato alcuni rappresentanti dell’associazione “Le ali di Mattia”, un’organizzazione di volontariato che nasce il 6 dicembre 2023, dopo la tragica scelta di Mattia, che a soli 15 anni, ha deciso di interrompere il suo cammino. Un’associazione, senza scopo di lucro, che intende offrire sostegno e spazi di espressione agli adolescenti.

Arisa ha ricevuto in dono la maglietta con il logo e non ha perso tempo a portare sul palco un messaggio importante…l’ha indossata per tutto il concerto.

La fantastica performance dell’artista, a volte melodica e altre graffiante, ha travolto il pubblico sin dai primi pezzi, suonati da una band eccezionale.

Tra i brani cantati… “ Controvento”, la canzone dell’amore vero, quello che si dimostra evitando di cambiare le persone che si amano per accettarle così come sono; “La cosa più importante”, che narra di una donna in cerca di continue conferme per difendere la propria storia d’amore, ma che questa pretesa la fa apparire come la prima a nutrire dei dubbi. E poi “Sweet Dreams”, a seguire una dolcissima “Ave Maria” cantata nel silenzio più totale, e “Missiva d’amore”…” Vasame”, tutti pezzi particolarmente impegnati.

Ad un certo punto, tra la curiosità del pubblico, ha iniziato a leggere la lettera di un suo fan, ricca di tanti complimenti e anche degli auguri per il suo compleanno trascorso da pochi giorni.

Il caloroso pubblico ha colto subito l’occasione per intonare un “Buon Compleanno” sulle note della band.

L’artista ha poi accolto il suo fan sul palco per duettare insieme, Marco visibilmente emozionato, ha realizzato così il suo bellissimo sogno, cantare con Arisa, suggellato da un affettuoso abbraccio.

È stata poi la volta di due assoli del pianista ed arrangiatore Giuseppe Barbera, noto Gioni, appellativo regalatogli da Mogol suo maestro. Due pezzi di forte intensità, tale da suscitare importanti emozioni.

Una conclusione frizzante con “Malamore no”, “Sincerità”, “Baciami stupido” e “La notte”, tantissimi applausi ed ancora tanta voglia di sentirla cantare…ed ecco che la dolce Arisa è tornata sul palco per il bis, intonando “L’Arca di Noe”, un pezzo che riassume sinteticamente l’episodio biblico, sottolineandone il valore salvifico, quindi la possibilità di ottenere la salvezza dopo la morte.

Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, della Produzione Artistica Andrea Vadilonga e del comune di Gonnesa che ha patrocinato l’evento con il contributo della Regione Sardegna.

«C’è voluto tanto impegno, mesi di preparazione, di programmazione e pianificazioneha dichiarato il consigliere delegato per la Cultura, lo Spettacolo, e le Politiche giovanili del comune di Gonnesa, Pierdomenico Usaima siamo contenti dei risultati raggiunti, della risposta avuta da parte dei nostri cittadini e non solo, è stato un lavoro di squadra e per questo riuscito bene.»

Un augurio di “sole cose belle” per il pubblico, da parte dell’artista, ha chiuso l’evento, lasciando nell’aria ancora tanta dolcezza e voglia d’amore, cantata per tutta la durata del concerto… ed un bacio verso il cielo per Mattia.

Nadia Pische

                           

E’ veramente difficile raccontare l’incredibile magia che il “Grande” Giulio Rapetti, in arte Mogol, milanese classe 1936, ha portato sul palco del Teatro Massimo di Cagliari domenica 22 ottobre. Avrebbe potuto essere una serata di pioggia incessante, una serata uggiosa, una serata attraversata dal temporale ma…niente sarebbe cambiato! Un artista del suo calibro porta il sole che scalda i cuori, porta parole che fanno emozionare e una voce che ininterrottamente ti catapulta nel passato musicale di “noi ragazzi di ieri…”

E di queste sensazioni da “cardiopalma” ne sanno qualcosa, oltre alla maggior parte degli ospiti in sala, Donatella, Alessandra e Ornella, tre amiche di Cagliari che sin dalle prime note si sono letteralmente scatenate… facendo anche innervosire qualche signora che avrebbe preferito ascoltare i pezzi in religioso silenzio. Pezzi di Lucio Dalla, Gianni Morandi, Riccardo Cocciante, Adriano Celentano, Lucio Battisti e ancora Gianni Bella… per poi volare ancora più in alto con “Una lacrima sul viso… con “Riderà” e tanti altri pezzi da “90”!

A fianco di Mogol, Alessandro Preziosi, un artista dalla bellezza interiore ed esteriore straripante, una voce calda, ora narrante e poco dopo musicale. Un connubio, il loro, di un grande spessore, di straordinario impatto su un pubblico non più giovane e desideroso di tornare indietro nel passato, magari duettando e dimenticando così per qualche ora i problemi quotidiani.

Una serata di musica e storie, di spaccati di vita quotidiana dal titolo “Se stasera siamo qui…”, un grande spettacolo live con la Sardinia Rock Band. Direttore musicale ed artistico dell’evento Massimo Satta, musicista e braccio destro del più grande maestro della musica italiana, “Mogol”, nonché chitarrista della band sopracitata composta da: Gabriele Pancotto alla voce, Federico Valenti alla chitarra, Daniele Serpi al piano, hammond e tastiere, Fabio Useli al basso e Alex Muntoni alla Batteria.

Un evento unico nel suo genere…e se per caso lo avete perso…almeno queste righe ve lo hanno raccontato.

Nadia Pische

 

Un luogo magico, non a caso abitato da sempre. Un evento, in tre step, capace di coinvolgere e appassionare sia la comunità locale che i turisti. Un programma a carattere nazionale, pronto a suscitare emozioni intense. ‘Notti a Monte Sirai’ giunge quest’anno alla XIV edizione e vuole invecchiare come il buon vino, migliorando di anno in anno.
Già le civiltà neolitiche e nuragiche, che occuparono per prime l’area, e successivamente fenici e punici, che decisero di costruirvi anche una città, avevano capito le potenzialità del luogo. Oggi Monte Sirai è frequentato in quanto parco archeologico, che d’estate ben si presta come location d’autore per gli spettacoli della rassegna capace di coniugare teatro, musica e poesia. Una manifestazione ormai molto popolare, e anche per questo particolarmente attesa, che dà lustro alla città di Carbonia e a tutto il territorio sulcitano.
Notti a Monte Sirai è promossa dal comune di Carbonia, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla P.I.BB.CC. e con il coordinamento organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo. Anche quest’anno tre le date in cartellone, sempre con inizio dell’evento alle 21.30: il 30 luglio, il 12 ed il 21 agosto. Tre spettacoli diversi ma uniti dal filo conduttore della qualità.
La rassegna si aprirà con lo spettacolo ‘L’Asino d’oro – Mostri Magia e Metamorfosi’.
La rappresentazione di Orlando Forioso e TrisEtMas trasmette frammenti di illusioni teatrali e musicali, tra maschere, ombre, giochi di prestigio, Amore, Psiche e altre meraviglie ispirate all’omonimo romanzo latino di Lucio Apuleio. Il protagonista della storia si trasforma in asino ed è obbligato a vivere diverse avventure e disavventure, dolorose, burlesche e deliranti, e nella disperata ricerca delle rose ha anche l’opportunità di ascoltare la storia di Amore e Psiche. Un viaggio nel mistero e nei misteri, ma in forma grottesca. Uno spettacolo nuovo e
originale, non pedissequa messa in scena del romanzo ma creazione coerente con il teatro del tempo presente.

Il 12 agosto ecco Cesare Bocci, protagonista di un viaggio di musica e parole nella storia di uno dei più grandi cantautori italiani: Lucio Battisti, l’artista che ha saputo personalizzare e innovare in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica italiana, arrivando a vendere oltre 25 milioni di dischi. Grazie anche alla collaborazione con Mogol, autore dei suoi testi, rilanciò temi ritenuti esauriti o difficilmente rinnovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana, ma seppe anche esplorare argomenti nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura. Cesare Bocci racconta questa storia su testo di Michele Mirabella, affiancato dalle raffinate citazioni musicali del Duo Debernardis-Binetti.
Terzo ed ultimo appuntamento il 21 agosto con Sergio Múñiz & Tango Sonos, protagonisti di El tango: mitologia di musica e parola. Nell’occasione l’artista spagnolo è contemporaneamente attore, narratore, cantante e chitarrista, in uno spettacolo che celebra il tango nella sua forma più completa. Per raccontarlo nella sua pienezza espressiva si punta sull’incontro tra due miti della cultura argentina quali Astor Piazzolla e Jorge Luis Borges, approfondendo il disco fatto insieme nel 1965. E se da un lato Borges rievoca un tango delle origini, quasi primitivo, dall’altro riconosce nella rivoluzione di Astor Piazzolla nuova linfa vitale.
In un alternarsi di narrazione, musiche e testi poetici, l’evento propone un viaggio nell’anima profonda del tango, capace di trasmettere felicità, che è poi anche l’auspicio degli autori per lo spettacolo.
«Confermiamo con soddisfazione la partnership con l’associazione Enti localicommenta entusiasta il sindaco di Carbonia Pietro Morittu – che con il ciclo ‘Notti a Monte Sirai’ porta ogni anno un valore aggiunto a uno dei siti di maggiore bellezza e richiamo turistico della città quale è il nostro parco archeologico. Tre appuntamenti di rilievo – sottolinea ancora il Primo cittadino – il 30 luglio prossimo, e poi il 12 ed il 21 agosto, tra teatro e musica d’autore, che abbiamo inserito nel cartellone degli eventi estivi realizzato dal comune di Carbonia e reso possibile grazie a collaborazioni preziose come questa, con l’auspicio di continuare a lavorare insieme per offrire una proposta culturale di livello.»
I carboniesi potranno raggiungere il parco archeologico anche tramite il bus navetta, gratuitamente. La partenza del pullman con direzione Monte Sirai è prevista alle ore 21,00 da piazza Roma. Il servizio include anche il rientro a Carbonia, con stessa destinazione della partenza. Inoltre, grazie alla collaborazione con il sistema museale (www.carboniamusei.it) chi acquisterà il biglietto per il Festival avrà diritto ad accedere gratuitamente, entro il 31 agosto 2022, al Parco Archeologico.

Marco Belpoliti con il romanzo “Pianura” (Einaudi) ed Alessandro Rivali con la raccolta di poesie “La terra di Caino” (Mondadori) sono i “supervincitori” della trentaseiesima edizione del Premio “Giuseppe Dessì”. La proclamazione e la premiazione sono avvenuti questa sera (sabato 25 settembre) a Villacidro, nel corso della consueta cerimonia, affidata quest’anno alla conduzione di Neri Marcorè, con gli interventi musicali del duo Fantafolk di Vanni Masala all’organetto ed Andrea Pisu alle launeddas, e le letture di Emilia Agnesa e Giacomo Casti di pagine tratte dalle opere finaliste affidate.
Nel corso della serata sono stati consegnati anche i due premi speciali che affiancano il concorso letterario: il Premio Speciale della Giuria alla scrittrice, saggista e sceneggiatrice Dacia Maraini e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna al compositore e pianista Nicola Piovani.
Oltre all’onore degli allori, i vincitori delle sezioni letterarie – Narrativa e Poesia – si aggiudicano un premio in denaro del valore di cinquemila euro, mentre vanno in dote 1.500 euro agli altri quattro finalisti: Eugenio Baroncelli con “Libro di furti. 301 vite rubate alla mia” (Sellerio) e Antonio Franchini con “Il vecchio lottatore e altri racconti postemingueiani” (NN Editore) per la sezione Narrativa; Franca Mancinelli con “Tutti gli occhi che ho aperto” (Marcos Y Marcos), Francesca Mazzotta con “Gli eroi sono partiti” (Passigli) per la sezione Poesia.
«Marco Belpoliti è un saggista, giornalista, curatore tra i più acuti e incisivi del panorama italiano di oggi»: così è definito nelle motivazioni della Giuria del Premio Dessì lo scrittore, critico e professore all’Università di Bergamo, nato a Reggio Emilia nel 1954; «ma qui (nrd nel romanzo “Pianura) abbandona la sua cifra più tipica per lasciare briglia sciolta alla scrittura e incontrare, senza remore e paure, la letteratura tout court. Nel suo libro più intenso, commosso, stupefatto e meditato, Belpoliti ricorre all’ibridazione dei temi e della scrittura per ottenere un condensato che non risulta definitivo: la nebbia, che è presenza obbligata del paesaggio, invade alla fine anche la pagina: e lascia tutto in sospeso, in attesa di altre narrazioni. Non a caso, l’ultima parola del libro è una riapertura: “Eccetera”. (…) Belpoliti in “Pianura” è riuscito nel difficile compito di farci sentire tutti parte di un paesaggio, pur non cedendo mai alla propria identità e riconoscibile vicenda biografica. È quello che la letteratura sa fare, e al massimo livello: dichiararci in una appartenenza. Siamo un po’ tutti di “Pianura”, dopo avere letto il suo libro e la Pianura è una chiave di lettura anche delle nostre esistenze anche se, geograficamente, stiamo da altre parti. Proprio per averci ricordato che uno dei doni della scrittura e della letteratura è quella di costruire un “noi” credibile e sentito e per il fatto che davvero, con Pianura, Belpoliti attraversa per noi e con noi il paesaggio naturale e umano, che rivive in immaginazioni, storie, memorie, contorni, radici, orizzonti e insomma, coincide con la vita, il suo libro vince, con pieno merito e convinzione, il Premio Dessì Narrativa 2021».
«La terra di Caino è il libro della piena maturità poetica di Alessandro Rivali», spiega la Giuria nelle motivazioni del premio assegnato al poeta genovese, classe 1977. «Tenuto a lungo sul telaio (il precedente, La caduta di Bisanzio, risaliva infatti al 2010) (ndr. volume selezionato nella terna dei finalisti dieci anni fa, alla ventiseiesima edizione del Premio Dessì), esso rivela una profonda unità d’ispirazione e una straordinaria coerenza espressiva. L’opera ha il respiro delle grandi visioni che aleggiano sui tempi e sui luoghi della storia, riportando ogni accadimento all’archetipo stringente di una scena originaria, passibile di infinite repliche. E l’archetipo, nella fattispecie, è quello biblico di Caino che uccide il proprio fratello, dando l’avvio a una sequenza interminata di spargimenti di sangue, di morti cruente, di vittime innocenti, che vanno, per intenderci, da Ötzi, la mummia dell’età del rame restituita dal ghiacciaio del Similaun, alla bomba atomica sganciata su Hiroshima. In questo senso, La terra di Caino allude senz’ombra di dubbio al ruolo dominante che la violenza ha sempre avuto nella storia umana. (…) Ma se Caino è l’archetipo della storia, vuol dire che anche per la storia è possibile un riscatto. La terra di Caino è, alla fine, una meditazione cristiana sulla storia, sospesa tra l’iniquità e la salvezza. (…) Opera visionaria e insieme escatologica, epigrafica e simbolica, colta e accattivante in ogni passaggio, La terra di Caino è un grande libro di poesia, che sa tenere insieme le analogie, le ellissi e le scorciatoie proprie della lirica con la narratività leggendaria caratteristica dell’epica. Per questo la giuria lo proclama vincitore del premio Dessì 2021 per la poesia».
I due superfinalisti sono stati selezionati tra le 321 pubblicazioni iscritte quest’anno al premio (197 per la narrativa e 124 per la poesia) dalla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Luigi Mascheroni, Gino Ruozzi, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci. Oltre ad aggiudicarsi il premio di cinquemila euro (agli altri finalisti vanno in dote millecinquecento euro) Marco Belpoliti e Alessandro Rivali iscrivono i loro nomi nell’albo d’oro del Premio Dessì accanto a quelli delle trentacinque edizioni precedenti: un prestigioso elenco che comprende, tra gli altri, scrittori come Giulio Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, Giulio Angioni, Sandra Petrignani, Andrea Vitali, Francesco Permunian, Melania Mazzucco e, tra i poeti, Patrizia Valduga, Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone , Alberto Bertoni e Maurizio Cucchi.
Nel corso della cerimonia sono stati consegnati anche gli altri due riconoscimenti abituali dell’appuntamento villacidrese. Il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro) è andato alla scrittrice, saggista e sceneggiatrice Dacia Maraini che aggiunge così il suo nome nell’albo d’oro a quelli Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei, Ernesto Ferrero, Claudio Magris e Luciano Canfora.
«La singolarità del percorso di Dacia Maraini comincia da lontano, da una famiglia nella quale talento e originalità, cultura e scrittura sono sempre state dominanti» scrive la Giuria nelle motivazioni del Premio Speciale: «Basti ricordare la figura del padre, Fosco Maraini, grande antropologo, etnografo, orientalista. I suoi studi lo avrebbero portato in Giappone, dove Dacia trascorse l’infanzia, per passare poi in Sicilia, in una villa di Bagheria cui avrebbe dedicato uno dei suoi romanzi (mentre da un quadro ritrovato in quella casa nobiliare sarebbe nato uno de suoi libri più fortunati, non a caso vincitore del Supercampiello: La lunga vita di Marianna Ucrìa). La giovinezza l’avrebbe vista invece a Roma, dove avviò i contatti con un ambiente letterario nuovo e vivace che sarebbe sempre stato suo; con amici d’eccezione come Maria Bellonci, Elsa Morante, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini; con autrici “madri” più volte indicate da lei come modelli: oltre la Morante, la Romano, la Ortese, la Banti, la Ginzburg…. La collaborazione precoce a riviste di punta, l’ingresso nel mondo teatrale avrebbero rafforzato la sua passione civile, la sua capacità di leggere e condannare le storture della società (dalla mafia alla discriminazione, alla violenza). Davvero importante il suo impegno a favore della condizione femminile: figure indimenticabili di donna sono al centro di romanzi e racconti di grande successo, della poesia, dei testi teatrali, di libri inchiesta. Di notevole importanza anche la sua presenza sui mezzi di comunicazione di massa, le sue riflessioni sulla scrittura, il suo lucido ribadire che in ogni caso non esiste “uno stile femminile”, ma un inevitabile “punto di vista”, una “soggettività storica”, sovente fatta di sofferenza, che porta la donna che scrive ad avere un’acuita attenzione per un mondo troppo spesso dimenticato ove a campeggiare sono figure femminili capaci di ribellione, coraggio, tenacia. Riconoscendole all’unanimità il suo Premio Speciale 2021, la Giuria del Dessì ha voluto sottolineare il significato del suo percorso letterario, il valore del suo impegno nel mondo della cultura, la rilevanza della passione civile che l’ha guidata, facendone un sicuro punto di riferimento anche per le più giovani generazioni».
Il compositore e pianista Nicola Piovani ha ricevuto, invece, il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna che nelle passate edizioni è stato riconosciuto a Vinicio Capossela, Giacomo Mameli, i Tenores di Neoneli, Carlo Ossola, Massimo Bray, Vittorino Andreoli, Ferruccio de Bortoli, Lina Bolzoni, Tullio Pericoli, Renata Colorni ed Andrea Kerbaker. Le motivazioni: «Il premio viene assegnato a Nicola Piovani – un artista che ha saputo dare voce al nostro tempo guardando sempre al futuro ma sapendo ascoltare la lezione dei maestri del passato – per aver contribuito, con la sua vasta e varia produzione artistica, ad affermare la musica italiana nel mondo e a promuoverne la conoscenza tra le nuove generazioni, di cui ha colto sempre desideri, sogni, ansie e speranze. Il punto più alto nella illustre carriera del maestro – tra i nostri più bravi e prolifici compositori – è la stata conquista nel 1999 dell’Oscar per le musiche del film La vita è bella di Roberto Benigni. Per esperienza, stile ed eclettismo è tra i massimi compositori contemporanei, e non solo per il cinema: oltre a numerose colonne sonore di film di grande successo, ha composto per il teatro, per la televisione e per la musica pop: Piovani – anche se non sempre viene ricordato – ha infatti lavorato come arrangiatore per molti artisti ed è coautore di due album di Fabrizio De Andrè. L’esordio nel mondo del cinema avviene, nel periodo delle lotte studentesche, con lungometraggi sperimentali. Uno dei quali attira l’attenzione del regista Marco Bellocchio, che nel 1972 gli affida la colonna sonora del suo film Nel nome del padre: da lì comincia una lunga collaborazione. La profondità e la capacità evocativa dei suoi suoni attira l’attenzione dei registi più importanti di quegli anni: collabora con artisti come Federico Fellini, Mario Monicelli, i fratelli Taviani, Giuseppe Tornatore, Nanni Moretti. La sua invidiabile e colorita visione dei suoni e della musica gli permette di cambiare sovente pelle e di adeguarsi alle più svariate esigenze, dal film drammatico alla commedia al film d’azione. Compositore instancabile, Piovani lavora in teatro e firma spettacoli per Luca De Filippo, Vittorio Gassman, Maurizio Scaparro e commedie musicali come I sette re di Roma di Garinei con Gigi Proietti. Non solo. Forma un sodalizio con Vincenzo Cerami e crea una nuova forma di teatro musicale dove la musica acquista pari dignità rispetto alla parola e fonda così “La Compagnia della Luna”. Personaggio tra i più quotati della scena internazionale e popolarissimo presso il grande pubblico, nel 2013 Piovani, a conferma della sua versatilità e della sua popolarità, è stato Presidente della giuria di qualità del Festival di Sanremo. La cultura italiana gli è grata per i contributi che ha dato e continuerà a fornire».

Celebrato il suo evento più atteso con la cerimonia delle premiazioni, la settimana villacidrese del Premio Dessì si chiude domani – domenica 26 settembre – con gli ultimi impegni in agenda: la mattina, alle 10.30 al Mulino Cadoni ritorna l’immancabile appuntamento con Quelli che il Premio, ovvero l’incontro con gli autori finalisti ed i vincitori. La conversazione sarà coordinata da Anna Dolfi, presidente della Giuria, con la partecipazione dei suoi componenti. Poi, in serata, alle 21.30 nel cortile di Casa Dessì, cala il sipario sulle note di Gavino Murgia al sassofono e alla voce, e di Rita Marcotulli al pianoforte, nel concerto “Il vento fra le corde”. Un duo di spessore assoluto e dal forte impatto emotivo per un incontro tra jazz e musica mediterranea, dove il vento del sax e le corde del pianoforte vanno a creare un suono d’insieme emozionante e coinvolgente.

 

Eugenio Baroncelli con “Libro di furti. 301 vite rubate alla mia” (Sellerio), Marco Belpoliti con “Pianura” (Einaudi) ed Antonio Franchini con “Il vecchio lottatore e altri racconti postemingueiani”, (NN Editore) per la sezione Narrativa; Franca Mancinelli con “Tutti gli occhi che ho aperto” (Marcos Y Marcos), Francesca Mazzotta con “Gli eroi sono partiti” (Passigli) ed Alessandro Rivali con “La terra di Caino” (Mondadori) per la sezione Poesia: sono questi i finalisti del trentaseiesimo Premio “Giuseppe Dessì”, in programma nell’abituale scorcio di fine settembre, dal 20 al 26, a Villacidro, la cittadina che fu così importante nella vita e nell’opera dello scrittore (1909-1977) cui è intitolato il concorso letterario, e dove oggi ha sede la Fondazione Dessì che promuove l’iniziativa con l’Amministrazione comunale.
Sono state 321 le pubblicazioni presentate entro il termine del 15 giugno scorso, previsto dal regolamento di questa edizione: 197 per la narrativa e 124 per la poesia, con la consueta partecipazione delle principali case editrici nazionali. Vagliate le opere, la giuria presieduta da Anna Dolfi (e composta da Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Luigi Mascheroni, Gino Ruozzi, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci) ha selezionato i tre finalisti di ciascuna delle due sezioni. Tra queste terzine gli stessi giurati avranno il compito di proclamare i vincitori nella cerimonia conclusiva del trentaseiesimo Premio Dessì, in programma sabato 25 settembre alle 18.00 in piazza Municipio; in palio, anche quest’anno, cinquemila euro per i primi di ciascuna sezione e millecinquecento per gli altri finalisti.
Nella stessa serata verranno assegnati anche gli altri due riconoscimenti abituali dell’appuntamento villacidrese: il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro), che la commissione giudicatrice assegna a un autore o a un’opera di vario genere letterario, ed il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, che viene invece riconosciuto a un personaggio del panorama culturale, artistico o musicale per l’attività svolta nell’annualità di riferimento. Il primo, nel cui albo d’oro figurano personalità del calibro di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei, Ernesto Ferrero, Claudio Magris e Luciano Canfora, quest’anno verrà consegnato alla scrittrice, saggista e sceneggiatrice Dacia Maraini. Va invece al compositore e pianista Nicola Piovani il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, che nelle passate edizioni è stato riconosciuto a Vinicio Capossela, Giacomo Mameli, i Tenores di Neoneli, Carlo Ossola, Massimo Bray, Vittorino Andreoli, Ferruccio de Bortoli, Lina Bolzoni, Tullio Pericoli, Renata Colorni e Andrea Kerbaker.
Condotta da Neri Marcorè, con intermezzi musicali di Vanni Masala e Andrea Pisu, e letture affidate a Emilia Agnesa e Giacomo Casti, la cerimonia delle premiazioni – in sarà il momento culminante della consueta settimana culturale che da lunedì 20 a domenica 26 accompagnerà il Premio Dessì con un ricco e variegato cartellone di appuntamenti a Villacidro: presentazioni di libri, incontri con autori, spettacoli, concerti. Tra i protagonisti il giornalista Federico Rampini e la cantautrice Roberta Giallo con lo spettacolo “Morirete Cinesi”; Tullio Solenghi con il Nidi Ensemble nel recital musicale “Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene”; Marco Baliani con Cesare Chiacchiaretta alla fisarmonica e Giampaolo Bandini alla chitarra in “Rigoletto: la notte della maledizione”; Michele Mirabella che racconta Dante nello spettacolo “Ma misi me per l’alto mare” accompagnato dal Duo Mercadante; e, ancora, Gherardo Colombo intervistato sulla scorta dell’ultimo saggio dell’ex magistrato, “Anche per giocare servono le regole”; e poi il jazz del trombettista Fabrizio Bosso con il fisarmonicista Luciano Biondini, e per finire, il concerto fra jazz e musica mediterranea con la pianista Rita Marcotulli ed il sassofonista Gavino Murgia.

Quando si dice pensieri e parole, o poesia in musica, la mente richiama subito l’indissolubile duo Mogol-Battisti. Il poeta, il paroliere Mogol, e la dolce anima rock del musicista scomparso troppo presto, Lucio Battisti. La Sardinia Rock band si esibirà domani, 18 agosto, a Capoterra, in piazza Liori, alle 22.00 con lo spettacolo musicale Pensieri e parole, un omaggio al poeta italiano Mogol e al suo più grande e riuscito sodalizio con Lucio Battisti. I brani saranno riproposti in chiave Rock, valorizzando la vera anima musicale di uno dei cantanti italiani più amati di questi decenni. La manifestazione è promossa nell’ambito della rassegna Estate capoterrese 2019, dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo e del Comune.

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Al via le iscrizioni al Premio “Giuseppe Dessì”, il concorso letterario – quest’anno alla sua 34ª edizione – intitolato allo scrittore sardo (nato a Cagliari nel 1909 e scomparso a Roma nel 1977), in programma dal 23 settembre al 2 ottobre a Villacidro, la città dove l’autore di “Paese d’ombre” (Premio Strega nel 1972) aveva le sue radici.

Come sempre, il premio si articola in due sezioni, Narrativa e Poesia, ed è aperto alla partecipazione di opere in lingua italiana pubblicate dopo il 31 gennaio 2018. I volumi devono essere spediti (in undici copie) entro e non oltre il prossimo 15 giugno alla Fondazione “Giuseppe Dessì”, organizzatrice dell’iniziativa, in via Roma n. 65, a Villacidro. Spetterà alla giuria presieduta da Anna Dolfi (professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze e studiosa dell’opera di Dessì) il compito di valutare i romanzi e le raccolte di poesie che saranno pervenuti alla segreteria del premio e selezionare i finalisti, tre per la Narrativa e tre per la Poesia, tra i quali gli stessi giurati eleggeranno infine i vincitori, che saranno annunciati e premiati nella serata di sabato 28 settembre, a Villacidro, momento clou dell’immancabile settimana di appuntamenti culturali e di spettacolo che fa da cornice al concorso letterario.  

Cinquemila euro il premio che spetta al primo classificato di ciascuna delle due sezioni (millecinquecento euro vanno, invece, agli altri finalisti), oltre alla gratificazione di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Premio “Giuseppe Dessì” accanto a quello dei vincitori delle precedenti trentatré edizioni: Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino e Sandra Petrignani, tra gli scrittori; Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone ed Alberto Bertoni, tra i poeti.

Oltre ai giurati confermati anche per questa edizione Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Stefano Salis, Gigliola Sulis, il presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci, e la stessa Anna Dolfi – la commissione giudicatrice conta due nuovi ingressi: il giornalista Luigi Mascheroni ed il professor Gino Ruozzi (Università di Bologna).

Ai premi per le sezioni più propriamente letterarie si affiancano anche quest’anno altri due riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro) e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. Il primo, che «la Giuria si riserva di attribuire a un autore o a un’opera di vario genere letterario» (come riportato nel regolamento), negli anni passati è andato a personalità del calibro di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei ed Ernesto Ferrero. Il secondo viene invece assegnato dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Dessì con la Fondazione di Sardegna, partner dell’iniziativa, «a un personaggio del panorama culturale, artistico e/o musicale quale riconoscimento per l’attività svolta nell’annualità di riferimento». Vinicio Capossela, Giacomo Mameli, i Tenores di Neoneli, Carlo Ossola, Massimo Bray, Vittorino Andreoli e Ferruccio de Bortoli sono i premiati delle scorse edizioni.

 

 

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Domani, a Villacidro, la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori del trentatreesimo Premio Dessì: Maria Pia Ammirati, Giuseppe Marcenaro e Sandra Petrignani sono gli autori in lizza per la Narrativa; Alberto Bertoni, Paolo Fabrizio Iacuzzi e Vincenzo Mascolo quelli per la Poesia. Nel corso della cerimonia verranno assegnati anche il Premio speciale della Giuria ad Ernesto Ferrero ed il Premio Speciale Fondazione di Sardegna a Vittorino Andreoli e Ferruccio de Bortoli.

Arriva domani, sabato 29 settembre, a Villacidro (Sud Sardegna) la giornata più attesa, il momento clou, quello dei verdetti finali della trentatreesima edizione del Premio Dessì: la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori del concorso letterario, in programma a partire dalle 18.00 nella Palestra della Scuola Media n.2 in via Stazione (anziché in piazza del Municipio, per via delle avverse previsioni meteo).

Maria Pia Ammirati con “Due mogli. 2 agosto 1980” (Mondadori), Giuseppe Marcenaro con “Dissipazioni. Di carte, corpi e memorie” (Il Saggiatore) e Sandra Petrignani con “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” (Neri Pozza) sono gli autori in lizza per la Narrativa; Alberto Bertoni con “Poesie 1980-2014” (Nino Aragno), Paolo Fabrizio Iacuzzi con “Folla delle vene. Il museo che di me affiora” (Corsiero Editore) e Vincenzo Mascolo con “Q. e l’allodola” (Mursia) quelli per la Poesia. Alla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis con il presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci, spetterà il compito di scegliere e incoronare i vincitori.

In palio per il primo classificato di ciascuna delle due sezioni ci sono cinquemila euro (millecinquecento, invece, agli altri finalisti), insieme all’onore di imprimere il proprio nome nell’albo d’oro del concorso letterario, accanto a scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, e a poeti come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone.

Condotta dalla giornalista Roberta Floris, la serata sarà intercalata dalle letture di pagine dei libri finalisti affidate agli attori Emilia Agnesa e Giacomo Casti, e dagli intermezzi musicali di Nicola Agus, virtuoso delle launeddas e di altri strumenti con cui esplora un originale connubio tra sonorità e linguaggi musicali diversi, spaziando dal bacino mediterraneo alla Scozia, all’Oriente.

Nel corso della stessa cerimonia verranno consegnati anche gli altri due riconoscimenti che affiancano quelli più strettamente letterari. Come già reso noto, il Premio Speciale della Giuria quest’anno va allo scrittore e critico letterario Ernesto Ferrero: il suo nome si aggiunge così all’albo d’oro dove compaiono personalità come Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei.

Il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, alla sua terza edizione, viene invece assegnato allo psichiatra, e scrittore, Vittorino Andreoli e al giornalista e scrittore Ferruccio de Bortoli. E la giornata di domani (sabato 29) si aprirà la mattina proprio con l’incontro con i tre vincitori dei premi speciali: alle 10.00, al Mulino Cadoni, Ferrero, Andreoli e de Bortoli dialogheranno con i giornalisti Stefano Salis (membro della giuria del Dessì) e Giacomo Mameli (Premio Speciale Fondazione di Sardegna nel 2016).

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1986-2018: giunge all’edizione numero trentatré il Premio “Giuseppe Dessì”, il concorso letterario intitolato allo scrittore sardo (1909-1977), che dal 23 settembre al 3 ottobre si svolgerà nel suo tradizionale luogo deputato, a Villacidro, la cittadina del Sud Sardegna, alle pendici del Monte Linas, dove l’autore di “Paese d’ombre” (Premio Strega nel 1972) aveva le sue radici.

Promossa e organizzata dalla Fondazione “Giuseppe Dessì” e dal comune di Villacidro, con il contributo dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, della Fondazione di Sardegna, il patrocinio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del GAL Linas Campidano e la collaborazione dei festival letterari Tuttestorie e Marina Cafè Noir, l’edizione 2018 del Premio estende la sua durata: si snoderà, infatti, nell’arco di dieci giornate rispetto alla canonica settimana della cultura che ha caratterizzato le precedenti edizioni.

Il Premio ha registrato anche quest’anno un alto numero di adesioni, con 402 opere iscritte alle due sezioni in cui si articola: 263 per la Narrativa e 139 per la Poesia, con la consueta partecipazione delle principali case editrici nazionali. Maria Pia Ammirati con “Due mogli. 2 agosto 1980” (Mondadori), Giuseppe Marcenaro con “Dissipazioni. Di carte, corpi e memorie” (Il Saggiatore) e Sandra Petrignani con “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” (Neri Pozza) per la sezione Narrativa; Alberto Bertoni con “Poesie 1980-2014” (Nino Aragno), Paolo Fabrizio Iacuzzi con “Folla delle vene. Il museo che di me affiora” (Corsiero Editore) e Vincenzo Mascolo con “Q. e l’allodola” (Mursia) per la Poesia: sono i finalisti selezionati dalla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis ed il presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci. Agli stessi giurati spetterà il compito di proclamare e premiare i vincitori nella consueta cerimonia in programma sabato 29 settembre a partire dalle 18.00, nella piazza del Municipio di Villacidro.

Cinquemila euro il premio per il primo classificato di ciascuna delle due sezioni (millecinquecento, invece, agli altri finalisti), insieme all’onore di imprimere il proprio nome nell’albo d’oro del concorso letterario accanto a quello di poeti come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone e di scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, tra i vincitori delle precedenti trentadue edizioni del “Dessì”.

Nel corso della stessa cerimonia verranno conferiti anche gli altri due riconoscimenti che affiancano quelli più strettamente letterari: il Premio Speciale della Giuria e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. Il primo viene assegnato a una personalità di spicco della vita pubblica o culturale nazionale: nel palmares compaiono scrittori, intellettuali, giornalisti e personaggi dello spettacolo come Luigi Pintor, Giovanni Dettori, Maria Giacobbe, Antonio Romagnino, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Maria Lai, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis. Dopo il filosofo Remo Bodei, nel 2017, il Premio speciale della Giuria viene assegnato quest’anno a Ernesto Ferrero, scrittore e critico letterario (è stato il direttore del Salone internazionale del Libro di Torino fino al 2016).

Torna invece per il terzo anno consecutivo l’altro premio speciale, quello istituito dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Dessì con la Fondazione di Sardegna, che viene assegnato a una personalità del panorama culturale o artistico: dopo il Coro di Neoneli e Giacomo Mameli nel 2016, e Carlo Ossola e Massimo Bray nella scorsa edizione, il Premio Speciale Fondazione di Sardegna quest’anno va al noto psichiatra, e scrittore, Vittorino Andreoli, e all’altrettanto conosciuto giornalista e scrittore Ferruccio De Bortoli.

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Il periodo è sempre quello, tra l’estate che finisce e l’autunno ai primi passi. Consueto anche il luogo: Villacidro, dove Giuseppe Dessì sentiva le sue radici. Qui, da lunedì 24 a domenica 30 settembre, si rinnova per la trentatreesima volta l’appuntamento con il premio letterario intitolato allo scrittore sardo (1909 -977) promosso e organizzato dalla Fondazione “Giuseppe Dessì” e dal comune di Villacidro, con il patrocinio dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, della Fondazione di Sardegna, del ministero per i Beni e le Attività culturali e del GAL Linas Campidano.

Un’intensa settimana di eventi – spettacoli, musica, incontri con gli autori, presentazioni editoriali – farà come sempre da cornice e prologo alla serata dedicata alle premiazioni, sabato 29 settembre. Vi approderanno i tre finalisti di ciascuna delle due sezioni letterarie, Narrativa e Poesia, in cui si articola il premio. Il compito di individuarli fra tutte le 402 opere iscritte quest’anno al concorso letterario – 263 per la sezione Narrativa e 139 per la sezione Poesiaè affidato a una qualificata commissione giudicatrice presieduta da Anna Dolfi e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci. Agli stessi giurati spetterà il compito di proclamare e premiare i vincitori, che si aggiudicheranno i cinquemila euro in palio (agli altri finalisti andranno invece 1.5oo euro).

Insieme alle due sezioni propriamente letterarie (che nell’albo d’oro del premio annoverano tra i vincitori i poeti Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone e gli scrittori Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini e Carmen Pellegrino), anche quest’anno sono previsti altri due riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro) ed il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. Il primo, che la giuria si riserva di attribuire a un autore o a un’opera di vario genere letterario, in passato è andato ad esponenti della società o della cultura italiana come Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis e Remo Bodei. Torna invece per il terzo anno consecutivo l’altro premio speciale, quello istituito dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Dessì con la Fondazione di Sardegna, che viene assegnato a una personalità del panorama culturale o artistico: il Coro di Neoneli e Giacomo Mameli sono stati i vincitori nel 2016, Carlo Ossola e Massimo Bray nell’ultima edizione.