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Anche il Circolo del Partito democratico di Sant’Antioco “boccia senza appello” il progetto del nuovo ponte all’ingresso del paese. Le ragioni che hanno portato il Circolo a questa determinazione, sono spiegate in un lungo comunicato sul Piano Sulcis diffuso oggi dal segretario del Circolo, Monica Fois.
«Al fine di chiarire ogni dubbio sulle motivazioni che hanno spinto questo Circolo ad un’importante riflessione e rielaborazione riguardante le scelte strategiche del Piano Sulcis, è fondamentale fare una breve premessa – si legge nel comunicato stampa -. I rappresentanti della politica locale sono stati chiamati nel recente passato ad una scelta da parte degli organi regionali, in merito alle varie opzioni di collegamento tra l’isola di Sant’Antioco e l’isola madre. A tal proposito, gli studi riguardanti la situazione strutturale dell’attuale ponte, allora in fase preliminare, rilevavano forte precarietà della struttura e, di conseguenza, prospettavano un impegno economico ingente per un suo ripristino in piena efficienza e sicurezza. Questo scenario, con ogni probabilità, spinse t rappresentanti politici locali (considerato il fatto che l’opzione sottopasso, nonostante fosse stata la scelta principale, venne sconsigliata dai tecnici Martech) ad indirizzare la scelta.»
«Verso l’opzione del ponte alto, così come descritta dalla stessa Martech nello studio di fattibilità commissionato dalla RAS – prosegue il comunicato stampa del Circolo Pd di Sant’Antioco – piuttosto che verso l’opzione O (ripristino del ponte attuale), anche annoverata tra quelle possibili nello studio. Tali condizioni, ad oggi, terminata la fase di verifica sulla struttura del ponte commissionata dagli stessi organi politici, ha sancito ufficialmente l’effettivo stato di non pericolo dell’attuale ponte, ed un impegno economico per una manutenzione programmata di piccola entità. Pertanto, da allora, nonostante sia passato relativamente poco tempo, lo scenario è profondamente cambiato.
Per questo motivo e, dopo aver esaminato con attenzione lo studio di fattibilità redatto da Martech, anche attraverso un dibattito avvenuto con esponenti del partito ai diversi livelli istituzionali, dal quale sono emerse profonde contraddizioni ed analisi di carattere politico-economico discutibili e poco attendibili, il Circolo Pd di Sant’Antioco, alla luce della stretta attualità, ha ritenuto di dover avviare al suo interno una riflessione indispensabile in merito alla spendita delle somme destinate al Piano Sulcis, nell’auspicio che tali denari possano essere impiegati nel miglior modo possibile, al fine di massimizzare al meglio il risultato di tali investimenti ed ottenere un concreto e tangibile rilancio dell’economia del territorio sulcitano.»
«A questa premessa – aggiunge il Circolo Pd di Sant’Antioco – si sommano una serie di importanti considerazioni legate, da una parte alla gestione amministrativa poco chiara e per nulla condivisa con la cittadinanza principale fruitrice delle due opere in discussione “Ponte Alto con annessa circonvallazione” e dall’altra ad una serie di rilevanti criticità di seguito elencate:
- a fronte dell’ingente spendita di denaro pubblico, non esiste ad oggi nessuna analisi attendibile riguardo il rapporto costi-benefici delle opere da realizzarsi, sia per l’isola di Sant’Antioco che per tutto il territorio del Sulcis;
- il ponte e l’annesso viadotto dividerebbero in due parti le aree Sardamag con conseguente compromissione dell’utilizzo delle suddette aree, la cui bonifica e conseguente disponibilità per la collettività è attesa da quasi vent’anni;
- l’ingresso della città di Sant’Antioco verrebbe spostato nella zona industriale in via Rinascita, l’area più degradata del paese, cancellando e stravolgendo la memoria storica dei cittadini di Sant’Antioco e con essa tutto il tessuto economico radicato nell’area limitrofa fino al centro del paese;
- perché la circonvallazione per Calasetta è già stata prevista negli interventi di revisione del PUC con serie di rotatoie di snodo e adeguamento delle strade critiche nello studio redatto del Piano commissionato dall’Amministrazione di Sant’Antioco e consegnato recentemente dai tecnici nel maggio 2017. L’opera prevista invece nello studio Martech appare assolutamente sovradimensionata rispetto alle esigenze della viabilità (atteso che resta una priorità strategica importantissima il completamento della strada che permetta di decongestionare il traffico proveniente da e per Calasetta), in quanto il progetto prevede addirittura la realizzazione di due gallerie di circa 600 metri (per quanto è dato di sapere) con intuibili ripercussioni negative per l’ambiente, a fronte di un risparmio irrisorio sui tempi medi di percorrenza di circa 3 minuti («Tutte le suddette situazioni concorrono attendibilmente a stimare il risparmio di tempo nel percorrere la nuova alternativa sia non inferiore ai 3 minuti») pg 166 relazione generale;
- perché il ponte costituirebbe un’opera di enormi dimensioni che darebbe vita ad un’ampia area soggetta a degrado e dall’impatto visivo devastante (nettamente più alto dello skyline circostante) che cancellerebbe la vista dello storico ponte romano e comprometterebbe la splendida cartolina della laguna di Santa Caterina, importantissima area SIC, nonché fiore all’occhiello della città e del territorio;
- perché il progetto di sviluppo del porto di Sant’Antioco risulta decisamente insufficiente ed inadeguato rispetto alle aspettative di rilancio del territorio sulcitano in relazione allo scenario economico attuale.»
«Alla luce di quanto esposto, il Circolo non può che esprimere parere contrario alla realizzazione delle opere “Ponte Alto ed annessa circonvallazione” e invece auspica che le rilevanti somme del Piano Sulcis vengano rimesse in discussione a vantaggio di una infrastrutturazione del territorio che funga da reale volano per la ripresa economica del Sulcis che, nello specifico, vengono individuati e riassunti nei seguenti punti strategici:
• la riqualificazione del porto di Sant’Antioco (il cui progetto da Piano Sulcis risulta del tutto insufficiente e non adeguato alle aspettative di rilancio del territorio) a fini turistici, quale ad esempio un terminal per le navi da crociera che oggi costituisce uno straordinario veicolo di sviluppo economico (per il quale si potrebbero sfruttare i volumi dell’attuale stabile ex Baroid) la realizzazione di una stazione marittima, nuovi posti barca per la nautica da diporto e la cantieristica a suo supporto, volano imprescindibile per l’economia ed il completamento del waterfront, così come elencato nel piano ma, di fatto, non inserito nelle schede di intervento concretamente finanziate;
• dal punto di vista strategico, sarebbe indispensabile la riqualificazione della SS 126 nel tratto che va dal comune di Calasetta (la cui strada che porta a Sant’Antioco ha necessità di essere adeguata e messa in sicurezza) fino a Carbonia, anche pensando ad una nuova arteria che, dalla località Sirai, arrivi al bivio di Matzaccara nella SS 126 (così come previsto dalla programmazione dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e le cui stime di realizzo rappresentavano un costo ben minore di quanto costerebbe oggi un nuovo ponte, a fronte di un beneficio di cui godrebbe invece tutto il territorio;
• una serie di interventi concreti – conclude il comunicato stampa del Circolo Pd di Sant’Antioco – nella realizzazione di servizi di pubblico trasporto e collegamento (ferroviari e su gomma), tra Calasetta e Sant’Antioco e la stazione di Carbonia (potenziamento)/modernizzazione del materiale rotante che li congiunga all’aeroporto di Cagliari).»