22 November, 2024
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Il presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale, Gavino Manca (Pd), ha lamentato formalmente – con due distinte note, rispettivamente indirizzate al ministro, Luca Lotti, e alla presidente del Consiglio di amministrazione della Rai, Monica Maggioni –  l’esclusione della lingua sarda dallo schema di contratto di servizio tra il ministero dello Sviluppo economico e la Rai, nonostante l’inserimento del sardo nella convenzione con la quale sono disciplinate le condizioni e le modalità per l’affidamento in esclusiva del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.

Gavino Manca ha inoltre indirizzato al presidente della commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Roberto Fico, la richiesta di audizione di una delegazione della commissione Cultura, al fine di meglio illustrare le preoccupazioni del Consiglio regionale per l’evidente sperequazione cui è oggetto la più diffusa lingua delle minoranze storiche in Italia e per ricercare le opportune soluzioni, utili a garantire alla lingua sarda le adeguate tutele di legge, secondo quanto previsto anche nella convenzione Stato-Rai.

«Molta perplessità – ha scritto Manca – desta verificare che nello schema del contratto di servizio mentre si prevede l’assolvimento degli obblighi specifici demandati dalla convenzione alla concessionaria del servizio pubblico per le minoranze linguistiche delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta e per le province autonome di Trento e Bolzano, viene omesso il richiamo alla regione sarda e all’adozione di azioni atte a tutelare le minoranze linguistiche in essa presenti.»

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«La mia giornata comincia con un pensiero alla giunta Pigliaru e uno più speciale riservato all’assessore ai trasporti degli ultimi tre anni Massimo Deiana. Senza Ryanair da Ciampino sarei mancata all’ultimo saluto a un’amica che è morta. Così auguro ai vostri figli lontani quando di andarvene toccherà a voi.»

Questo post pubblicato questa mattina dalla scrittrice Michela Murgia sul suo profilo facebook, ha scatenato la reazione dei senatori sardi che hanno preso posizione molto duramente, con una lettera inviata alla Rai – sottolineando che «cyberbullismo e parole di violenza inaudita della Murgia sono incompatibili con il servizio pubblico».

«Non basta un profilo culturale, anche di valore, perché espressioni cariche di violenza e di incitazione all’odio siano compatibili con il servizio pubblico» hanno scritto Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Cucca, Luciano Uras a Monica Maggioni e Mario Orfeo, presidente e direttore della Rai, per stigmatizzare un post pubblicato questa mattina da Michela Murgia, scrittrice e giornalista e collaboratrice dell’Azienda di viale Mazzini.

«Non può passare inosservato – fanno rilevare i senatori Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Cucca, Luciano Uras  che una professionista come dovrebbe essere la signora Murgia, mentre svolge ruoli significativi e di grande visibilità all’interno del servizio pubblico radiotelevisivo, che per antonomasia assolve a compiti culturali di formazione e coesione sociale, possa augurare, pubblicamente, sofferenza e solitudine, se non addirittura la morte ad alcune persone, anche particolarmente esposte per le funzioni pubbliche che esercitano.»

«Oggi si svolgono gli esami di maturità per migliaia di ragazze e ragazzi del nostro Paese. Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni, disse Eleanor Roosevelt. Aver avuto difficoltà a muoversi dall’Isola anche se per un evento particolarmente triste non autorizza certamente un uso violento delle parole. Difficoltà vere di vita di una comunità come quella isolana non autorizzano mai l’uso violento delle parole. Troppi cattivi maestri insegnano questo linguaggio ai giovani. È questo il messaggio che va mandato alle ragazze e ai ragazzi che oggi voltano pagina e dovranno immergersi in una prospettiva di vita diversa, fatta di sacrifici ma anche di fiducia verso gli altri e verso il futuro? Crediamo proprio di no ed è per questo che siamo rammaricati per quelle parole così brutali. Confidiamo che insieme a noi – concludono i senatori sardi – anche i vertici della Rai intendano stigmatizzare tale comportamento richiamando la signora Michela Murgia a contenere le sue esternazioni se non per civiltà almeno in un quadro di compatibilità con il servizio pubblico.»

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Il giornalista Franco Siddi, nato a Samassi il 25 novembre 1953, ex presidente della FNSI, è uno dei sette componenti del nuovo Consiglio d’Amministrazione della RAI. Gli altri componenti sono: Rita Borioni, Guelfo Guelfi, Paolo Messa, Carlo Freccero, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca. Franco Siddi, indicato dal Partito Democratico e dal Centro, è stato eletto con 5 voti.

Gli altri due candidati della maggioranza del Partito Democratico, Guelfo Guelfi e Rita Borioni, sono stati eletti rispettivamente con 6 e 5 voti. Arturo Diaconale, candidato da Forza Italia, 5 voti; Carlo Freccero, candidato sostenuto da M5S e Sel, 6 voti; Paolo Messa, candidato di Area Popolare, 4 voti; Giancarlo Mazzuca, candidato del Centrodestra, 4 voti. Non è stato eletto il giornalista Ferruccio De Bortoli, candidato dalla minoranza del Partito Democratico, la cui bocciatura ha scatenato una nuova feroce polemica in seno al partito del Premier Matteo Renzi.

L’assemblea degli azionisti della Rai ha indicato per la presidenza Monica Maggioni, direttore di “RaiNews 24”. L’assemblea ha poi indicato Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison e consigliere economico del Governo, nono componente del Consiglio di Amministrazione, indicato dal Tesoro.

Il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato all’unanimità la delibera con cui Monica Maggioni è stata eletta presidente, sotto condizione di efficacia del positivo parere della commissione di Vigilanza.

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