4 November, 2024
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La Comunità integrata per anziani del comune di Guspini è chiusa, ne apprendiamo notizia dalla stampa constatando che i percorsi proposti dalla CGIL della Sardegna sud occidentale, con lo SPI e la FP territoriale, non sono stati presi in considerazione e ritenuti utili.
Per garantire i tempi e modi di riapertura del servizio e per non pregiudicare le tutele contrattuali delle lavoratrici coinvolte, Caterina Cocco per la Camera del Lavoro, Efisio Lasio per lo Spi e Monica Secci per la Funzione Pubblica territoriali, avevano richiesto al Comune di prorogare il servizio sino
alla concessione della struttura al nuovo soggetto gestore che dovrà realizzare i lavori e la messa a norma dei locali, l’ampliamento dei posti e la riapertura del servizio, garantendo la clausola sociale e la continuità occupazionale alle lavoratrici operanti nel servizio.
Percorsi che invece non hanno trovato ascolto.
Oggi si chiude la Comunità integrata per gli anziani di Guspini, un servizio storico a cui la cittadinanza tutta ha sempre collettivamente contribuito con le risorse del bilancio comunale a questo destinate.
Ora gli anziani sono ospitati in altre strutture fuori sede con i disagi che questo comporta per persone fragili che cambiano ambiente e riferimenti della loro quotidianità e per le famiglie che devono farsi carico di spostamenti fuori sede con costi e tempi personali.
Siamo fortemente preoccupati inoltre per il licenziamento delle lavoratrici e l’assegnazione loro della NASPI visto che il lavoro in cui erano occupate doveva ricevere garanzie di legge precise che con la chiusura del servizio vengono pregiudicate.
Saremo ancor più vigili e proseguirà la nostra iniziativa per verificare che il comune di Guspini metta in atto tutti i percorsi annunciati per garantire nel minor tempo possibile la riapertura del servizio e il rientro degli anziani nella Comunità integrata e le lavoratrici nel loro posto di lavoro.

La Segretaria Confederale
CGIL Sardegna Sud Occidentale
Caterina Cocco

La Segretaria Generale FP
CGIL Sardegna Sud Occidentale
Monica Secci

Il Segretario Generale SPI
CGIL Sardegna Sud Occidentale
Efisio Lasio

Nuovo appello della FP CGIL al presidente della Regione Cristian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria sulle gravissime criticità della Sanità nelle Asl Sulcis e Medio Capidano, con contestuale richiesta di intervento immediato per il ripristino dei livelli minimi essenziali, in una nota indirizzata anche al direttori delle due Asl e alle conferenze socio sanitarie territoriali.

Il testo integrale.

«La scrivente Organizzazione Sindacale denuncia alle istituzioni in oggetto e a tutta la popolazione della Sardegna Sud Occidentale l’Emergenza Sanitaria che i nostri territori stanno vivendo e che da circa tre anni, in concomitanza con la pandemia da Sars Covid -2, si è talmente aggravata che sembra aver preso una china irreversibile. L’emergenza pandemica sembra non aver insegnato niente a chi ha il potere organizzativo e decisionale, certamente, non è servita a migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro a danno dei lavoratori e di tutta la popolazione.

In questi ultimi anni abbiamo assistito allo sgretolamento della nostra Sanità Territoriale, in modo lento ma costante e efficace. Si è passati da due Asl autosufficienti dotate di unità operative e servizi di eccellenza ad una assenza completa di servizi e assistenza, declassando i propri Presidi ospedalieri di categoria non definibili.

Per la Asl Sulcis le unità operative e i servizi soppressi sono in ordine cronologico: Anatomia patologica, Medicina nucleare, Neurofisiopatologia; altri servizi depotenziati sono l’Oculistica, l’Otorino e la Radiologia. L’Emodinamica è passata da h 24 a h 7, il pronto soccorso del P.O. CTO è divenuto punto di primo intervento, ufficiosamente è chiusa la Rianimazione, la Chirurgia e la Traumatologia del CTO, ciclicamente vengono chiuse le unità operative di Neurologia e di Urologia sempre causati dalla grave contrazione organica del personale. Sia per la Asl Sulcis che per il Medio Campidano il servizio commissioni mediche per l’invalidità ha avuto una battuta d’arresto rendendo ancora più lunga la lista di attesa per i pazienti che necessitano di tutte le tutele per il sostentamento durante e dopo la fase acuta della malattia. Per la Asl del Medio Campidano da mesi oramai gli interventi chirurgici in urgenza vengono garantiti da altri Presidi Ospedalieri compreso quello della Asl Sulcis la quale non riesce a gestire la propria di Urgenza Sanitaria Territoriale . Si è chiuso, ma solo sulla carta, il reparto Covid inaugurato nel 2022 presso il presidio del Sirai ma si è allestita un area all’interno della medicina del medesimo presidio destinata ai soli pazienti Covid. In teoria l’assistenza dei pazienti affetti dal virus dovevano essere quelli classificati a bassa intensità invece non si è mai smesso di ricoverare pazienti la cui assistenza non poteva di certo definirsi bassa.

Siamo venuti a conoscenza della presenza di un nuovo focolaio, al di fuori dalla piccola area destinata ai pazienti Covid, presso il presidio del Sirai che ha portato conseguenze importanti e dannose per gli operatori/e e pazienti tutti. A dispetto di ciò che si racconta riguardo il virus la verità è che lo stesso continua ad essere altamente infettivo e in assenza di un’unità operativa dedicata, il rischio del contagio permane elevato.

Tenuto conto dell’urgenza, l’azienda sta provvedendo a concentrare i pazienti contagiati dal virus in un’unica area dedicata e trasferendo i restanti in altre unità operative. Questa operazione viene svolta dai pochi operatori che, considerato il periodo feriale operano in sofferenza, continuando a fare i salti mortali a causa della disorganizzazione aziendale e di tutto il Sistema Sanitario Regionale. La contrazione organica del personale persiste da tempo per cui non si accettano le solite scusanti: “Siamo in emergenza”! Altro autore di questo disastro è il Sistema regionale. La dismissione da parte della Regione delle strutture dedicate alla ricezione dei pazienti positivi preoccupa non poco tenuto conto del fatto che ad oggi permane un alta incidenza degli stessi.

Se da un lato l’Azienda tenta di aprire 4 posti letto Hospice presso il presidio del Santa Barbara, dall’altro si fanno scappare i professionisti verso terre non lontane ma ben definite dal punto di vista lavorativo. Altro tasto dolente è la contrattazione di secondo livello la quale va a rilento. Come Asl Sulcis ci si posiziona ultimi a livello regionale creando un divario fra lavoratori dipendenti dello stesso sistema. Si continuano a perdere pezzi importanti all’interno dei blocchi operatori, si continua in barba al CCNL e alle sue clausole di salvaguardia a tutela del lavoratore a fare un uso spropositato della pronta disponibilità sovraccaricando gli operatori di tutte le professionalità, dai tecnici agli operatori sanitari.

Lo stesso vale per la Asl del Medio Campidano, la contrazione organica del personale non permette il rispetto, oltre che dei CCNL anche della Sicurezza dei luoghi di lavoro, di conseguenza non garantisce la sicurezza degli stessi pazienti nonché della popolazione tutta. Già in passato la nostra organizzazione ha dovuto allertare il prefetto, la procura per la tutela della salute pubblica e gli stessi servizi di vigilanza per la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro

Come nel comunicato stampa precedente, da febbraio scorso, dove denunciavamo la nostra grande preoccupazione per la la chiusura della rianimazione, ad oggi le nostre paure si sono palesate.

Per l’ennesima volta chiediamo al presidente della Regione Cristian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali. Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che GRIDARE AL DISASTRO informando CITTADINI E ISTITUZIONI.»

Caterina Cocco –  Segretaria regionale FP CGIL

Monica Secci – Segretaria Sardegna Sud Occidentale FP CGIL

«La chiusura della rianimazione del CTO e del Sirai mette in pericolo l’assistenza sanitaria del nostro territorio.» I segretari della FP CGIL della Sardegna Sud Occidentale Monica Secci, della FP CISL Claudio Nuscis e della FP UIL Efisio Aresti, hanno chiesto al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali nella Asl Sulcis, dopo la decisione – definita nefasta – assunta dalla direttrice Giuliana Campus. «Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che gridare al disastro informando cittadini ed istituzioni», aggiungono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti.

«Nella giornata del 3 febbraio 2023 i quattro pazienti ricoverati nel Presidio Ospedaliero CTO sono stati trasferiti rispettivamente, uno alla RSA Rosa del Marganai e tre nel P.O. Sirai, uno dei quali nell’unità coronarica e gli altri due, in sovrannumero, nel reparto Rianimazionescrivono in una nota i tre segretari -. Dopo questo primo spostamento, terminato nelle prime ore del mattino seguente, è iniziato in modo scientifico lo svuotamento totale della rianimazione del Sirai che si prevede avrà termine nella giornata odierna. Tutto si svolge in un clima surreale vista l’estrema velocità con la quale si procede alla traslazione dei pazienti presso altre strutture ospedaliere localizzate in tutta la Regione, al termine della quale, sarà dichiarata la chiusura totale della rianimazione che, a dir loro, sarebbe temporanea. Si fa presente che taluni trasferimenti, sia in ambulanza che con l’elisoccorso, sono ad alto rischio sia per la criticità dei pazienti che per i rischi generici che un trasporto in urgenza comporta.»
«Questa operazione riporta indietro di decenni laSanità del Sulcis Iglesiente e se possibile chiudere un reparto di vitale importanza come la Rianimazione vuol dire che in futuro tutte le chiusure saranno possibili concludono Monica Secci, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti -. Da questa sera i circa 130.000 abitanti del Sulcis Iglesiente non avranno più un posto letto disponibile e saranno trasferiti in altri presidi ospedalieri della regione, occupando dei posti letto che risultano essere appena sufficienti.»

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I rappresentanti della RSU della CGIL della ASSL di Carbonia-Iglesias Gino Cadeddu, Alessandro Meloni, Monica Secci, Roberto Olla e Gianfranco Orrù hanno diffuso una nota nella quale denunciano, a nome di tutti i colleghi, la situazione di disagio venutasi a creare sul ciclo valutazioni 2018.

«Riscontriamo, soprattutto – si legge nella nota – che i criteri presenti nella scheda di valutazione, relativa agli obiettivi di struttura, non hanno alcuna attinenza in merito al giudizio della performance del dipendente, ci riferiamo, soprattutto, agli obiettivi che ogni singolo servizio deve raggiungere, ove il valutato, molto spesso, non può incidere minimamente perché totalmente avulsi dalla loro attività lavorativa.»

«Pertanto – aggiungono – sosterremo tutti i colleghi che in questa vicenda rischiano di ritrovarsi ancora una volta al palo e fuori dal riconoscimento di un passaggio di fascia, visto e considerato il sopruso perpetratosi in questi lunghi 12 anni. Chiediamo inoltre al dottor Fulvio Moirano un tavolo di discussione ove ricercare soluzioni che evitino disparità di trattamento, come accaduto nella recente e ultima progressione economica dove oltre 200 operatori di codesta area sono rimasti esclusi, non per la loro valutazione individuale ma perché il servizio dove operano non ha raggiunto gli obiettivi di struttura, penalizzando in maniera irreparabile la valutazione finale.»

I rappresentanti della RSU CGIL della ASSL di Carbonia presenteranno all’ATS una proposta che separi il giudizio personale da quello della struttura e limitino il forte potere discrezionale del Valutatore e si sono riservati di coinvolgere tutte le organizzazioni sindacali e le RSU del territorio, per fronteggiare questa delicata fase.