Nuovo appello della FP CGIL al presidente della Regione Cristian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria sulle gravissime criticità della Sanità nelle Asl Sulcis e Medio Capidano, con contestuale richiesta di intervento immediato per il ripristino dei livelli minimi essenziali, in una nota indirizzata anche al direttori delle due Asl e alle conferenze socio sanitarie territoriali.
Il testo integrale.
«La scrivente Organizzazione Sindacale denuncia alle istituzioni in oggetto e a tutta la popolazione della Sardegna Sud Occidentale l’Emergenza Sanitaria che i nostri territori stanno vivendo e che da circa tre anni, in concomitanza con la pandemia da Sars Covid -2, si è talmente aggravata che sembra aver preso una china irreversibile. L’emergenza pandemica sembra non aver insegnato niente a chi ha il potere organizzativo e decisionale, certamente, non è servita a migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro a danno dei lavoratori e di tutta la popolazione.
In questi ultimi anni abbiamo assistito allo sgretolamento della nostra Sanità Territoriale, in modo lento ma costante e efficace. Si è passati da due Asl autosufficienti dotate di unità operative e servizi di eccellenza ad una assenza completa di servizi e assistenza, declassando i propri Presidi ospedalieri di categoria non definibili.
Per la Asl Sulcis le unità operative e i servizi soppressi sono in ordine cronologico: Anatomia patologica, Medicina nucleare, Neurofisiopatologia; altri servizi depotenziati sono l’Oculistica, l’Otorino e la Radiologia. L’Emodinamica è passata da h 24 a h 7, il pronto soccorso del P.O. CTO è divenuto punto di primo intervento, ufficiosamente è chiusa la Rianimazione, la Chirurgia e la Traumatologia del CTO, ciclicamente vengono chiuse le unità operative di Neurologia e di Urologia sempre causati dalla grave contrazione organica del personale. Sia per la Asl Sulcis che per il Medio Campidano il servizio commissioni mediche per l’invalidità ha avuto una battuta d’arresto rendendo ancora più lunga la lista di attesa per i pazienti che necessitano di tutte le tutele per il sostentamento durante e dopo la fase acuta della malattia. Per la Asl del Medio Campidano da mesi oramai gli interventi chirurgici in urgenza vengono garantiti da altri Presidi Ospedalieri compreso quello della Asl Sulcis la quale non riesce a gestire la propria di Urgenza Sanitaria Territoriale . Si è chiuso, ma solo sulla carta, il reparto Covid inaugurato nel 2022 presso il presidio del Sirai ma si è allestita un area all’interno della medicina del medesimo presidio destinata ai soli pazienti Covid. In teoria l’assistenza dei pazienti affetti dal virus dovevano essere quelli classificati a bassa intensità invece non si è mai smesso di ricoverare pazienti la cui assistenza non poteva di certo definirsi bassa.
Siamo venuti a conoscenza della presenza di un nuovo focolaio, al di fuori dalla piccola area destinata ai pazienti Covid, presso il presidio del Sirai che ha portato conseguenze importanti e dannose per gli operatori/e e pazienti tutti. A dispetto di ciò che si racconta riguardo il virus la verità è che lo stesso continua ad essere altamente infettivo e in assenza di un’unità operativa dedicata, il rischio del contagio permane elevato.
Tenuto conto dell’urgenza, l’azienda sta provvedendo a concentrare i pazienti contagiati dal virus in un’unica area dedicata e trasferendo i restanti in altre unità operative. Questa operazione viene svolta dai pochi operatori che, considerato il periodo feriale operano in sofferenza, continuando a fare i salti mortali a causa della disorganizzazione aziendale e di tutto il Sistema Sanitario Regionale. La contrazione organica del personale persiste da tempo per cui non si accettano le solite scusanti: “Siamo in emergenza”! Altro autore di questo disastro è il Sistema regionale. La dismissione da parte della Regione delle strutture dedicate alla ricezione dei pazienti positivi preoccupa non poco tenuto conto del fatto che ad oggi permane un alta incidenza degli stessi.
Se da un lato l’Azienda tenta di aprire 4 posti letto Hospice presso il presidio del Santa Barbara, dall’altro si fanno scappare i professionisti verso terre non lontane ma ben definite dal punto di vista lavorativo. Altro tasto dolente è la contrattazione di secondo livello la quale va a rilento. Come Asl Sulcis ci si posiziona ultimi a livello regionale creando un divario fra lavoratori dipendenti dello stesso sistema. Si continuano a perdere pezzi importanti all’interno dei blocchi operatori, si continua in barba al CCNL e alle sue clausole di salvaguardia a tutela del lavoratore a fare un uso spropositato della pronta disponibilità sovraccaricando gli operatori di tutte le professionalità, dai tecnici agli operatori sanitari.
Lo stesso vale per la Asl del Medio Campidano, la contrazione organica del personale non permette il rispetto, oltre che dei CCNL anche della Sicurezza dei luoghi di lavoro, di conseguenza non garantisce la sicurezza degli stessi pazienti nonché della popolazione tutta. Già in passato la nostra organizzazione ha dovuto allertare il prefetto, la procura per la tutela della salute pubblica e gli stessi servizi di vigilanza per la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro
Come nel comunicato stampa precedente, da febbraio scorso, dove denunciavamo la nostra grande preoccupazione per la la chiusura della rianimazione, ad oggi le nostre paure si sono palesate.
Per l’ennesima volta chiediamo al presidente della Regione Cristian Solinas e all’assessore della Sanità Carlo Doria di intervenire immediatamente per il ripristino dei livelli minimi essenziali. Nella speranza di non essere costretti a trasferimenti fuori Regione non ci resta che GRIDARE AL DISASTRO informando CITTADINI E ISTITUZIONI.»
Caterina Cocco – Segretaria regionale FP CGIL
Monica Secci – Segretaria Sardegna Sud Occidentale FP CGIL