2 November, 2024
HomePosts Tagged "Monika Hohlmeier"

[bing_translator]

Sulla base dei lavori della commissione speciale, il Parlamento europeo ha approvato delle proposte per affrontare la radicalizzazione, migliorare l’interoperabilità dei dati e sostenere le vittime del terrorismo.

Dopo la votazione, la correlatrice Monika Hohlmeier (PPE, DE) ha dichiarato: «L’attacco di ieri al mercatino di Natale di Strasburgo ha rappresentato il peggior attacco possibile ai cittadini europei, ai valori comuni e ai principi dell’UE. Questo attentato ci ha dimostrato una volta di più che dobbiamo abbandonare gli slogan e le misure irreali e concentrare le nostre attività su quanto renda davvero sicura l’Europa. Nonostante tutti gli sforzi compiuti negli ultimi anni, sussistono ancora lacune e modi per rendere più efficace la lotta al terrorismo. Ciò significa una cooperazione e uno scambio di informazioni più ampi tra i servizi di intelligence e le autorità, più misure di prevenzione contro la radicalizzazione, strumenti giuridici più severi e una migliore protezione dei diritti delle vittime».

La correlatrice Helga Stevens (ECR, BE) ha dichiarato: «Gli attacchi terroristici nel centro di Strasburgo, ieri sera, evidenziano la minaccia imminente e l’assoluta urgenza di affrontare meglio questa triste realtà. Oggi la nostra relazione è stata votata nella stessa città, la sede del Parlamento europeo. Sono state proposte molte idee innovative, come la lista nera dell’UE per i predicatori di odio, la possibilità di fare controlli incrociati con le banche dati della polizia sulle persone che noleggiano auto e l’inclusione degli aerei privati nella direttiva PNR. Raccomandiamo le migliori pratiche, come le cellule locali anti-radicalizzazione introdotte in Belgio. Mettiamo le vittime al primo posto, chiedendo che le spese mediche siano prepagate in modo automatico dopo un attacco e procedure assicurative più semplici. Questi sono solo alcuni esempi tratti da una relazione esauriente e toccante».

[bing_translator]

Un importante provvedimento teso a fermare i combattenti alle frontiere dell’Unione europea è stato approvato stamane dal Parlamento europeo. Si tratta di un regolamento grazie al quale, tutti i cittadini dell’UE e di Paesi terzi che entrano o escono dall’UE saranno sistematicamente controllati tramite la consultazione di banche dati, ad esempio quella sui documenti persi oppure rubati.

Le nuove norme sono state già state informalmente concordate dai negoziatori del Parlamento e dal Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 2016.

La relatrice Monica Macovei (ECR, RO) ha detto: «Proteggere le nostre frontiere esterne significa costruire una forte scudo contro il terrorismo in Europa e preservare il diritto alla vita, che è il corollario di tutti i diritti. Ogni vita che salviamo, scoprendo un potenziale combattente straniero vale lo sforzo, e i controlli sistematici tramite banche dati sono un passaggio obbligatorio per questa protezione minima che abbiamo il dovere di garantire ai nostri cittadini».

Il nuovo regolamento, che modifica il Codice frontiere Schengen (SBC), è stato presentato dalla Commissione europea nel dicembre 2015 e impone agli Stati membri di effettuare controlli sistematici su tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’Unione europea tramite la consultazione di banche dati di documenti rubati o smarriti, del Sistema di informazione Schengen (SIS) e di altre banche dati europee. I controlli saranno obbligatori a tutte le frontiere sterne dell’UE, aeree, marittime e terrestri, sia in entrata sia in uscita.

Questa legislazione è una delle risposte alle minacce terroristiche in Europa, come i recenti attacchi a Bruxelles, Parigi e Berlino, per far fronte al fenomeno dei “combattenti stranieri”, ad esempio i cittadini dell’Unione europea che aderiscono a gruppi terroristici nelle zone di conflitto, come Daesh in Siria e in Iraq. 

La risoluzione è stata approvata con 469 voti a 120, con 42 astensioni.

Tuttavia, se tali controlli sistematici dovessero rallentare in maniera eccessiva il traffico frontaliero via terra o via mare, i Paesi dell’UE possono decidere di effettuare solo controlli “mirati”, a condizione che una valutazione del rischio abbia dimostrato che ciò non comporterebbe minacce per la sicurezza interna o per la pubblica politica.

Le persone che non sono sottoposte a un controllo “mirato” dovrebbero almeno essere sottoposte a un controllo ordinario per accertare che il loro documento di viaggio sia valido e per stabilirne l’identità.

Alle frontiere aeree, gli Stati membri possono utilizzare i controlli mirati per un periodo transitorio di sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo regolamento. Questo periodo può essere prolungato per un massimo di 18 mesi in casi eccezionali, ad esempio qualora gli aeroporti non fossero dotati di strutture per effettuare controlli sistematici tramite banche di dati e avessero bisogno di più tempo per adattarsi.

Il regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Le norme saranno quindi immediatamente esecutive e, nella maggior parte degli Stati membri, contemporaneamente. Danimarca, Regno Unito e l’Irlanda hanno scelto di non essere escluse dalle nuove regole.

Il Parlamento ha approvato, in via definitiva, anche nuove norme per contrastare le crescenti minacce dei “combattenti stranieri” in viaggio verso zone di conflitto a fini terroristici e dei “lupi solitari” che pianificano attacchi. 

La nuova direttiva sulla lotta contro il terrorismo aggiornerà le attuali norme “quadro” UE sui reati di terrorismo e amplierà il loro raggio d’azione, coprendo così anche le minacce emergenti. Le fattispecie incluse nella legislazione saranno ora puniti con almeno 15 anni di reclusione, nei casi in cui venga imposto il massimo possibile della pena, in tutta l’UE.

La relatrice del Parlamento Monika Hohlmeier (PPE, DE), nel dibattito che ha preceduto la votazione ha detto: «Dobbiamo fermare i trasgressori prima di commettere questi atti, piuttosto che rimpiangere il fatto che ci sono stati attacchi. Abbiamo raggiunto un buon equilibrio tra il miglioramento della sicurezza e il rispetto rigoroso dei diritti fondamentali, in quanto non ha alcun senso avere sicurezza senza diritti».

Il testo, concordato in via informale con il Consiglio nel novembre 2016, è stato approvato con 498 voti in favore, 114 voti contrari e 29 astensioni.

L’elenco degli “atti preparatori” che saranno criminalizzati comprende:

  • viaggi all’estero per aderire a un gruppo terroristico e/o ritorno nell’UE,
  • reclutamento per terrorismo,
  • formazione o fornire formazione per il terrorismo,
  • favoreggiamento, complicità o tentativo di attacco,
  • incitamento pubblico o inneggiare al terrorismo
  • finanziamento del terrorismo e dei gruppi terroristici

La nuova direttiva prevede anche disposizioni per garantire assistenza immediata alle vittime e ai loro parenti dopo un attacco. Ad esempio, gli Stati membri dovrebbero garantire che siano istituiti servizi di sostegno per aiutare le famiglie a scoprire presso quale ospedale sia stato ricoverato un loro parente e per aiutare le vittime a tornare nei loro Paesi d’origine, se coinvolti in un attacco durante la visita in un altro Paese dell’UE. L’assistenza dovrebbe includere anche il supporto medico e psicologico, la consulenza su questioni legali o finanziarie e sulle procedure legali da seguire per presentare un ricorso. 

Dal momento che la direttiva sarà formalmente approvata anche dal Consiglio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno 18 mesi per assicurarsi che le nuove norme siano applicate.

Il Regno Unito e l’Irlanda non saranno vincolati da tali norme ma potranno comunicare alla Commissione la loro intenzione di aderire, se lo desiderano. La Danimarca non sarà coperta dalla direttiva.

Giovedì, il Parlamento ha inoltre approvato nuove norme per rafforzare i controlli alle frontiere esterne per migliorare la sicurezza nell’UE.