14 November, 2024
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A Ferragosto sono ancora intrecci nei teatri di pietra con il NurArcheoFestival edizione numero dieci, la rassegna organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri.

Domani, mercoledì 15 agosto, è la volta di PERSEVERARE HUMANUM EST (Piccolo mosaico di storie bibliche e moderne) di e con Matteo Belli, grande affabulatore sulle orme di Dario Fo, e le musiche originali di Paolo Vivaldi. L’appuntamento, una prima regionale, è fissato alle 22.00, al Menhir Museum di Laconi. Lo spettacolo si presenta, secondo quanto recita il sottotitolo, come un insieme di storie legate dal filo rosso dell’eterno ritorno di alcuni aspetti del comportamento umano. Si inizia con una chiacchierata tra la mamma di Noè e quella di Mosè relativa ai problemi dei rispettivi figli, si arriva alla storia di una generazione nata intorno alla metà degli anni ’60, emblematizzata nella figura di un antieroe come Massimo Piloni, eterna riserva di Dino Zoff nella Juventus dei primi anni ’70, e si chiude con la più “antica di tutte le storie”: la divertita e malinconica rievocazione di un inedito paradiso terrestre.

Nell’arco di circa un’ora e mezza Matteo Belli, che prosegue la sua ricerca espressiva affabulatoria, interpreta una sessantina di personaggi e una ventina di parlate diverse tra lingue, dialetti e grammelot, utilizzando un repertorio di strumenti antichi e moderni, nel tentativo di ritrovare i principi di un linguaggio popolare che sempre e comunque sia in grado di premiare la sensibilità e l’intelligenza dello spettatore.

Il giorno successivo, giovedì 16, dopo la prima nazionale andata in scena nell’area archeologica di Tamuli a Macomer, viene riproposto DALLA LUNA AI MENHIR, sempre al Menhir Museum di Laconi, palcoscenico di queste giornate ferragostane del NAF. Il testo di Bepi Vigna vedrà ancora protagonista Rita Atzeri, che sarà accompagnata dall’arpa di Roul Moretti. Lo spettacolo sarà preceduto alle 21.30 dalla visita guidata al Museo.

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Prosegue l’intenso fine settimana proposto da Teatri di guerra, la stagione di Teatro d’autore de Il Crogiuolo. Dopo “Nulla succede per caso”, spettacolo, liberamente ispirato a un racconto di Sergio Atzeni, andato in scena ieri sera, spazio a una nuova produzione del Crogiuolo domani, sabato 16 dicembre, alle 21: sul palco del Fucina Teatro, alla Vetreria di Pirri, ko tecnico – Quando la vita è un teatro di guerra, con la regia di Rita Atzeri. Si tratta di un collage di pezzi originali scritti da non professionisti della scena (Emanuela Garau, Eleonora De Murtas, Nicoletta Lecca, Marco D’Amico), a cui è stato chiesto di sviluppare, in riferimento alla propria esperienza di vita e utilizzando la formula del racconto, il tema della stagione: teatri di guerra. “Ko tecnico” riprende uno dei titoli degli scritti, adattati e messi in scena dalla Atzeri, in cui gli autori hanno voluto raccontare esperienze di lavoro, salute, di condizione esistenziale. In scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, Marta Gessa e Fabrizio Zucca.

Il giorno dopo, domenica 17, sarà al Fucina Teatro, alle 18.00, Levitico – Pentateuco #3, spettacolo tratto da “The Mexican” di Jack London, firmato da Chiara Boscaro, Marco Di Stefano, Marco Pezza, con la regia di Marco Di Stefano, drammaturgia di Chiara Boscaro, con Marco Pezza, voce di Francesco Boscaro e musiche di Lorenzo Brufatto (un progetto La Confraternita del Chianti, una produzione Associazione K. – Teater Albatross/Gunnarp – Svezia, in collaborazione con Teatro Verdi – Teatro del Buratto).
La terza parte del progetto Pentateuco, simbolicamente ispirato ai primi cinque libri dell’Antico Testamento, affronta il tema delle regole. Il Levitico parla delle norme sociali e religiose che Mosè diede al popolo ebraico, in cammino verso la Terra Promessa, durante il soggiorno nel deserto del Sinai. «Il nostro Levitico – scrivono gli autori dello spettacolo – parte da un racconto di Jack London, “Il Messicano”, per raccontare di un Paese in cui gli immigrati sono fuorilegge e dove il Movimento Liberazione Immigrati porta avanti una Rivoluzione contro il Governo. In questo mondo distopico si muovono diversi personaggi. Poco o niente li accomuna, se non il passaggio nelle loro vite di un misterioso ragazzo di cui ignoriamo la storia, le origini, di cui ignoriamo tutto».
Marco Pezza attraversa sei diversi personaggi, alcuni grotteschi, altri volgari o glaciali, in questo giallo fatto di rivoluzionari, sadici, allenatori, organizzatori di incontri di boxe e divinità inaspettate. In scena un ring, che è simbolo della boxe ma anche metafora della condizione del protagonista del racconto, del quale tutti parlano, ma che si vedrà solo alla fine. Il Messicano. Orfano, straniero, costretto a combattere per sopravvivere.