24 December, 2024
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Un lungo e spettacolare cammino quello che, in Sardegna, con ben otto date solo ad agosto, intraprende con grande successo un gruppo tutto sardo che fa vibrare le corde del cuore, i Tazenda, con “Ammajos tour 2019”. Data di nascita 1988, membri storici Andrea Parodi, poi venuto a mancare nel 2006, Gigi Camedda e Gino Marielli, tutti e tre provenienti dal gruppo Coro degli Angeli. La loro è una musica tradizionale, propria della cultura isolana, cantata in italiano e nella variante logudorese, melodie che mescolano con eleganza e ricercatezza i suoni moderni delle tastiere e delle chitarre elettriche, con i suoni tipici della terra sarda propri delle launeddas e delle fisarmoniche diatoniche. Bastano poche note per infiammare le piazze, dove sono tantissimi i fan che accorrono per seguire i loro concerti ricchi di messaggi positivi di salvaguardia nei confronti del pianeta in cui viviamo…no alla guerra, no alla plastica, no all’abbandono dei rifiuti, no agli incendi, no al continuo trattar male una terra che tanto ci dà. La lista degli artisti che nel tempo collaborano con loro è ricchissima di nomi di spicco e le loro canzoni emozionano anche oltremare, sin negli Stati Uniti, Cuba, Australia, Canada…e non solo!

Sulla cresta dell’onda “i magnifici tre” galoppano il panorama musicale sino al 1997, anno in cui Andrea Parodi lascia il gruppo, sino al 2006 proseguono in due, quindi arriva Beppe Dettori che fa parte del gruppo sino al 2012 e, dopo un anno, ecco il nuovo cantante, Nicola Nite, che ancora oggi è la voce del gruppo.

Dopo oltre 30 anni di carriera, i Tazenda continuano ad esibirsi con la stessa passione, la stessa energia e lo stesso amore per la Sardegna ed i suoi abitanti con un’umiltà esemplare, con una naturalezza ed una semplicità tipiche di un’anima sarda come quella che conservano senza mai tradire, quella che alimentano ogni giorno facendo levare nell’aria quelle note e quelle voci capaci di rasserenare e dare speranza anche dove diventa ormai difficile coltivarla. A loro va un importante ringraziamento, perché portano per il mondo la nostra terra in musica e parole, compiendo una vera e propria magia…”Ammajos” come il titolo del loro tour!

Nadia Pische

N.B. Le fotografie allegate sono state scattate nella tappa di Dorgali, il 14 agosto.

                           

Grande festa lunedì 5 agosto, al Parco Giardini Brigata Sassari di Villacidro, dove circa 10.000 persone si sono date appuntamento per il concerto del Nomadi “Tutta la vita tour”. In giro in lungo e in largo per tutta l’Italia, festeggiano 55 anni di attività tornando a Villacidro dopo 20 anni, in occasione della festa patronale di San Sisinnio Martire. Il gruppo emiliano ha al suo attivo ben 82 album tra dischi registrati in studio e dal vivo e sono una tra le band più longeve sia a livello nazionale che internazionale. Portatori di grande musica e di profondi messaggi, è stato semplice coinvolgere un numero così grande di persone che hanno cantato con loro i pezzi nuovi, esplodendo in un vero e proprio spettacolo, caratterizzato da numerosissimi lanci di coriandoli da parte del pubblico, quando hanno cantato pezzi come “Un pugno di sabbia”, “Io voglio vivere” e “Ho difeso il mio amore”, grandi successi particolarmente cari al pubblico. Tra i presenti giovani e meno giovani, ma anche tanti bambini come Davide di 10 anni, arrivato da Assemini insieme ai genitori che raccontano della prima partecipazione al concerto dei Nomadi da parte del bambino quando aveva solo due mesi… Fin dal loro esordio, i Nomadi cantano storie drammatiche, che alla fine però lasciano spazio alla speranza, il loro vuole essere un invito a riflettere sulle cose importanti della vita. La loro voglia di emergere è stata il loro motore, una passione trasformata in musica che li fa volare in alto, non per niente il loro grido di battaglia ai concerti è “Sempre Nomadi”. Un grande spirito emiliano dal carattere nomade, una band combattiva che ha tremato nel momento della perdita di due loro grandi componenti ma che non ha mollato anzi ha continuato, per tenere vivo nei ricordi di tutti i fan quei fantastici momenti costruiti quando cantavano tutti insieme, creando quella magia che ancora oggi sono capaci di portare sul palco. Nadia Pische

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Lunedì 29 luglio, a Tuili, in piazza Vittorio Veneto, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, si è tenuto il concerto “Vivere e Rinascere Tour” del cantautore e chitarrista italiano Michele Zarrillo, con ingresso libero. L’artista nasce come componente di alcuni gruppi per poi esordire, con successo, come solista, vincendo il Festival di Castrocaro nel 1979. Negli anni successivi continua la sua carriera e inizia anche collaborazioni importanti, sino al 1987, anno in cui partecipa e vince il Festival di Sanremo nella sezione “Nuove Proposte” con il brano “La notte dei pensieri”. Da quel momento il suo particolare timbro di voce e le sue doti interpretative lo rendono presto popolare e la sua notorietà lo porta per mano al Festival di Sanremo nel 1994, dove presenta  la canzone “Cinque giorni” che risulterà nel tempo un brano molto gettonato.

Ancora un Sanremo nel 1996, dove il cantante partecipa con il pezzo ”l’elefante e la farfalla”. Le sue partecipazioni al Festival di Sanremo continuano e si susseguono nel tempo con pezzi che diventano immediatamente noti. Sono, infatti, molte di più le canzoni di Michele Zarrillo che lasciano un segno nel cuore dei suoi fan. Non solo un cantautore ma anche un polistrumentista che passa con disinvoltura dal pianoforte alla chitarra elettrica, mostrando insieme alla sua voce un’energia travolgente e contagiosa. Per questi motivi sono accorsi in tanti, a Tuili, ad applaudirlo e a duettare con lui che, per l’intero concerto, non ha smesso di sorridere e ringraziare il pubblico che dimostrava per lui un affetto indescrivibile.

Una serata veramente intensa dal punto di vista emotivo, in quanto l’artista ha ripercorso nella scaletta proprio i suoi pezzi forti, riportando tutti indietro nel tempo sulla scia di quei ricordi che per sempre tutti conservano nel cuore.

Un’atmosfera magica che solo un artista di questo spessore poteva creare, mostrandosi umile e modesto e prestandosi ad un lungo “bis”, richiesto a gran voce dal pubblico che festoso acclamava il suo nome.

Nadia Pische

                                  

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Grande entusiasmo per la band dei Boomdabash il 18 luglio ad Arborea, in piazza Maria Ausiliatrice, in occasione della festa del S.S. Redentore. Il concerto organizzato da un giovane comitato, in collaborazione con l’agenzia di spettacolo Vadilonga, ha attirato tantissimi giovani che non si sono lasciati sfuggire quello che sapevano sarebbe stato uno spettacolo eccezionale, che li ha travolti in un continuo ed incessante “ballare e cantare” a suon di reggae, soul, drum and bass e hip hop. La band italiana di origine pugliese vanta numerose partecipazioni a vari festival reggae in Italia ed in Europa.

Con il loro tour estivo “Per un milione” che prende il nome dal brano presentato alla 69ª edizione del Festival di Sanremo, nella quale sono arrivati undicesimi, portano sul palco dei messaggi profondi, come ad esempio l’indispensabilità di vivere i piccoli gesti quotidiani invitando alla riflessione sull’importanza di riscoprire i valori e la bellezza dei momenti passati insieme agli affetti più cari. Ma anche il rispetto per le donne e per la gente del sud, l’orgoglio di essere meridionali...”terroni” o ancora l’importanza di “esserci” in realtà tristi come quella dei bimbi ricoverati in ospedale, a questo proposito con grande orgoglio colgono l’occasione per mostrare le foto della loro presenza nel reparto di pediatria dell’ospedale di Brindisi.

Un gruppo impegnato nel sociale che con “una gavetta di 15 anni” racconta in musica spaccati di vita, una band che ha collaborato con artisti molto conosciuti come Loredana Bertè, Jake La Furia, Fabri Fibra ed ultimamente Alessandra Amoroso… una band che ha ottenuto in poche settimane un triplo disco d’oro!

Sono riusciti sin dai primi brani ad infiammare la piazza che è letteralmente esplosa quando nell’aria si sono sentite le prime note di “Mambo Salentino”, “Ti aspetterò” e “Non ti dico no”.

Completi e stratosferici interpreti, maghi del divertimento che passa attraverso il sapore dei valori della vita cantati dalla voce di chi li vive quotidianamente.

Nadia Pische

                                 

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Il 22 giugno scorso, nel Parco dei Suoni di Riola Sardo, in provincia di Oristano, è stata inaugurata la stagione organizzata da Rete Sinis, composta da Sardegna Concerti, Dromos ed Associazione insieme per Riola, unite per la valorizzazione del territorio da un punto di vista turistico.

Oltre all’inaugurazione del Villaggio del gusto, con ben 5 aree di gastronomia con le eccellenze del territorio, la Galleria del Territorio con 12 spazi espositivi a rotazione e le mostre permanenti con installazioni che raccontano la storia del Parco dei Suoni e dei Giganti di Monte Prama, il numeroso pubblico è stato allietato dal concerto gratuito di Irene Grandi. La cantante toscana ha scelto, per festeggiare i suoi 25 anni di carriera, questa splendida location, dove ha iniziato il suo tour “Grandissimo” che prende il nome dal suo nuovo album.

La compilation proposta racconta i suoi primi 25 anni di carriera, che ha voluto dividere in tre parti: la prima che ha chiamato “inedita” per via del suo sentirsi “nuova”; la seconda dedicata ai duetti, con i quali ha voluto festeggiare questo traguardo con altri artisti che stima; la terza ed ultima, dedicata ai live, in una versione molto rock.

Un’artista dal calibro importante che “viaggia, crea e cresce” con una band di tre soli componenti di cui va orgogliosa, a cui è particolarmente affezionata e con cui collabora da 7 anni. Durante la serata, Irene ed il suo trio hanno emozionato i presenti intonando e suonando diversi pezzi inediti ed alcuni di repertorio, abilmente riarrangiati. La cantautrice fiorentina ha dichiarato, dopo mezz’ora di concerto, di amare sempre più la Sardegna e di sentirla come la sua casa ed è proprio per questo che ha voluto “battezzare il suo album” nella terra della Dea Madre, tra pietra arenaria, mare, sole lavanda ed elicriso.

In un attimo, il concerto si è animato e, in una notte magica, tutti i fans hanno cantato con lei, conquistati da quella naturalezza e dalla simpatia proprie di una persona “Grande”, di nome e di fatto.

Nadia Pische

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Grande nervosismo stamane e conseguente disagio presso la hall dell’ospedale Sirai di Carbonia, agli sportelli del CUP. Nonostante le altissime temperature, non è ancora entrato in funzione l’impianto di refrigerazione che darebbe sicuramente maggiore serenità agli operatori in servizio e alle persone che si recano al ticket per prenotare o pagare una visita.
Il caldo afoso, che si è tentato di eludere spalancano le porte di sicurezza, unito alle lunghe file ha letteralmente fatto sbottare le tante persone ancora in attesa alle 11.30.
Qualcosa di veramente improponibile se ci si sofferma sulle categorie deboli, costrette a questo “torrido calvario”, in giornate in cui, peraltro, la Protezione Civile ha diramato un avviso di condizioni meteo avverse per le altissime temperature che nelle prossime ore potrebbero raggiungere e superare i  40°C.
Ciliegina sulla torta, il servizio bancomat inattivo per un guasto che si protrae da circa una settimana, disservizio che costringe, chi lo usa abitualmente per questioni di sicurezza, a recarsi in città per prelevare quanto necessario per il pagamento dovuto. Se poi uno fa la fila e la prima data utile per una visita è a fine 2019, quando va bene.. allora che dire? Se non si sta bene diventa veramente difficile sostenere questo tipo di situazione, pertanto, si spera che al più presto almeno il “fresco” ed i pagamenti “online”, possano “risorgere” per il bene di tutti…qualunque sia la parte di sportello che si occupa!
Nadia Pische

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Il 18 ed il 19 maggio scorsi un grande evento ha infiammato il padiglione della fiera di Cagliari, dove si sono dati appuntamento i fans di Elisa, accorsi da tutta l’isola per seguire una delle due tappe sarde del tour della 41enne cantante triestina.

L’artista ha aperto il concerto suonando il piano e creando un’atmosfera magica, seguita da innumerevoli e scroscianti applausi. Ammiratori giovani e meno giovani hanno duettato e ballato per la durata di tutto il concerto, come la piccola Giulia di soli 6 anni che è arrivata con la sua mamma da Decimoputzu per vedere da vicino la sua cantante preferita e cantare con lei uno dei suoi ultimi pezzi “Se piovesse il tuo nome”.

Considerata una delle cantautrici di maggior talento in Italia negli anni duemila, Elisa sale alla ribalta nel 2001 quando vince Sanremo con il brano “Luce”, con numerosi brani in inglese conquista notorietà in tutta Europa, diventando una delle artiste più apprezzate nel mondo. La sua è una carriera musicale ricca di riconoscimenti. Nell’ottobre 2018 esce il suo ultimo album “Diari aperti” da cui è tratto il brano “Se piovesse il tuo nome” che ha avuto un successo straordinario, restando in vetta alla classifiche delle canzoni più trasmesse in radio per diverse settimane.

Elisa è un’artista polistrumentista che si muove tra pianoforte, chitarra, basso percussioni, organo e flauto, con una straordinaria versatilità, che aggiunta alla sua particolare voce melodica, raggiunge livelli di alta qualità musicale.

Le serate, entrambe sold out, sono state un vero e proprio successo. Alla sua bravura si aggiunge una dose di simpatia ed umiltà che la fanno amare dal pubblico in maniera indiscussa. A Cagliari, travolgente e con una forte carica di energia, ha saputo intrattenere i suoi fans, alternando brani movimentati ad altri più soft, arrivando così a soddisfare tutti i gusti.

Nadia Pische

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E’ stata inaugurata lo scorso 26 aprile la rotatoria all’ingresso di Villamassargia, nata al posto della rete semaforica che regolamentava il traffico tra Iglesiente, Basso Sulcis e territorio cagliaritano. Il progetto, ideato nel 2013, quando la Giunta comunale era guidata da Franco Porcu, finanziato dalla Provincia con una somma di 450mila euro, ha visto la luce ben sei anni dopo, con l’impegno della Giunta guidata dal sindaco Debora Porrà.

Il primo cittadino ha dichiarato la sua soddisfazione perché l’opera non solo ha migliorato l’estetica dell’ingresso del centro abitato, ma soprattutto ha reso sicuro un tratto di strada molto trafficato dagli automobilisti e dai pedoni che si recano giornalmente nelle varie attività commerciali che operano nei pressi della rotonda.

La sicurezza è alta anche nelle ore notturne, durante le quali risulta essere ben evidente  sia la segnaletica orizzontale che quella verticale, determinata anche da pannelli lampeggianti nelle vicinanze delle strisce pedonali. I lavori, iniziati nel mese di settembre 2018, hanno creato disagi ma ora, a distanza di oltre sette mesi, la strada è finalmente aperta al traffico, la rotonda si attraversa con estrema serenità e sicuramente non sarà più teatro di brutti incidenti come accadeva in passato, anche se la raccomandazione per gli automobilisti resta sempre la stessa…prudenza, prudenza ed ancora prudenza!!!

Nadia Pische

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La mostra “Reality Show”, espone a Cagliari, negli spazi dell’EXMA, dall’11 aprile al 16 giugno 2019, una vasta collezione di opere realizzate da vari artisti che lavorano in ambito nazionale ed internazionale. Le opere esposte appartengono alla collezione della Fondazione per l’arte Bartoli-Felter che promuove la creatività contemporanea con particolare riferimento alle nuove generazioni. Si tratta di opere molto diverse fra loro per materiali e tecniche ma tutte parlano lo stesso linguaggio: quello della “pop art” conosciuta nella seconda parte del secolo scorso come “arte popolare”.

Ogni opera racconta qualcosa e cattura l’attenzione del visitatore per combinazione di colori o accostamento di oggetti particolari o ancora per l’impiego di tecniche molto diverse fra loro, una sorta di riqualificazione delle cose ordinarie della vita quotidiana per trasformarle in soggetti estetici.

Il nome “Reality Show” nasce dall’intenzione di mettere in scena la realtà nei suoi aspetti problematici e contraddittori con riferimento al consumismo e all’ossessione per il cibo, in particolar modo nella società occidentale.

La progettazione e l’allestimento sono stati realizzati da Salvatore Campus, curatrice Simona Campus.

L’atmosfera che si respira fa venire in mente la famosa “Silver Factory”, ossia la fabbrica dell’arte che Andy Warhol installò a New York, uno spazio collettivo dove i giovani potevano creare tra i fondatori del movimento della “Pop Art” negli anni ’60, troviamo il grande Warhol, secondo a Pablo Picasso come artista più comprato e venduto al mondo.

Egli riprodusse in grande scala beni di consumo, considerava arte il linguaggio della pubblicità, traeva spunto dalla cultura di massa americana, dal cinema e dai fumetti. La pop art era considerata da Warhol un modo di amare le cose.

Nella mostra sono presenti anche alcune sue frasi famose ed un piccolo angolo argentato con esposte alcune sue foto, al centro dello “stanzino” uno sgabello, proprio come nella sua Silver Factory, dove amava fa accomodare i suoi ospiti per poi fotografarli, convinto del fatto che «nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti».

Quindi che aspettate…lo sgabello attende solo voi!!!

Nadia Pische

   

 

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Nell’ambito della rassegna Carbonia scrive, venerdì 5 aprile, presso il Salone della Società Umanitaria, Ex Dì Fabbrica del Cinema, nell’area della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, è stato presentato il libro di Carlo Panio “Dall’Enel alla Carbosulcis”.

L’appuntamento culturale è stato patrocinato dal comune di Carbonia, dall’associazione Amici della Miniera, dall’associazione Storia e Radici della città di Carbonia, dalla Società Umanitaria e dello S.B.I.S..

I lavori sono stati coordinati dal giornalista di Videolina e La 7 Luca Gentile che ha aperto la serata anticipando il tema e gli interventi della serata, a cura di un vasto partner di relatori. Subito dopo, i saluti da parte della sindaca Paola Massidda che ha parlato dell’importanza di valorizzare il territorio puntando ad una diversificazione del lavoro ma ricordando anche quanto comunque la storia sia maestra di vita.

Alle spalle dei relatori, particolarmente suggestiva la carrellata delle immagini legate alla Grande miniera e alla Carbosulcis, cinquant’anni di lotte operaie, sindacali e politiche, per un progetto minerario su cui si è puntato tanto, tralasciando forse l’eventualità che il panorama potesse cambiare e che la risposta potesse non essere più adeguata alla richiesta di mercato.

Anche l’intervento dell’editore Carlo Delfino ha avvalorato la tesi, ormai più volte presentata, sul fatto che la riconversione dovesse essere fatta anni fa, piuttosto che continuare ad impegnare risorse economiche dettate da scelte politiche che nel tempo si sono poi rivelate non idonee. Basti pensare a quanto la nostra isola potrebbe vivere “alla grande” di bellezza del territorio, di cultura archeologica, di artigianato, di silenzi in luoghi immersi nella natura e di storia fatta di eventi molto lontani nel tempo.

Un libro, quello di Carlo Panio, che denuncia, che racconta, attraverso tanti articoli di giornale, la nascita delle attività estrattive ad opera di minatori che giungevano nel Sulcis da varie parti d’Italia, con la speranza di un lavoro e di una vita migliore per le loro famiglie.

La nascita della città di Carbonia ad opera di Benito Mussoliniche ha dato una casa proprio ai lavoratori impegnati nell’estrazione del carbone che poi si sarebbe rivelato di limitato potere calorifico e qualitativamente inferiore, perché ricco di impurità altamente inquinanti, uscito perdente dalla concorrenza con altri combustibili fossili europei.

La lignite però, di lì a poco, sarebbe stata destinata a diventare il combustibile che avrebbe alimentato il mega impianto da costruire a Porto Vesme. Fame e miseria sembravano arginate da questo grande progetto ed arrivarono gli anni del boom economico, sino al momento in cui scelte politiche intervennero ad interrompere lo sfruttamento delle ultime miniere ancora in attività.

Uno scenario che la cronaca ha raccontato per tutta la sua durata, cinquant’anni di vita di un territorio teatro di speranze puntualmente deluse, di alti e bassi economici che si sono ripercossi nelle vite di tante famiglie.

Ora la necessità di cambiar pelle, di puntare a progetti legati all’innovazione tecnologica ed alla ricerca, nonché al turismo.

Su questo tema hanno puntato il dito i relatori che si sono susseguiti durante la serata: Mario Zara, presidente dell’associazione “Amici della Miniera”; Enea Casti, presidente dell’associazione “Storia e Radici della città di Carbonia”; Paolo Serra, direttore della Società Umanitaria; Alberto Scanu, presidente della Confindustria Sardegna; Antonio Martini, amministratore unico della Carbosulcis; Raffaele Cotza, professore di arte mineraria presso l’università di Cagliari; Salvatore Cherchi, coordinatore regionale del Piano Sulcis; Salvatore Benizzi, vicario episcopale per la pastorale del lavoro della diocesi di Iglesias; Enrico Manca, ex presidente ed amministratore delegato della Carbosulcis; Sabrina Sabiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia e, infine, Roberto Puddu, ex segretario della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente.

Una serata storico-culturale che ha visto una buona partecipazione di pubblico che ha seguito i vari interventi, tutti interessanti e meritevoli di attenzione, che hanno ancora una volta delineato l’importanza di rilanciare quanto prima il territorio, ormai da anni sofferente per una crisi economica grave, dai toni sempre più preoccupanti, che necessita quanto prima di una risoluzione che possa risollevare le sorti di un territorio martoriato per la mancanza di lavoro, a cui si aggiunge un calo demografico non indifferente che va a complicare il quadro generale.

La speranza è che finalmente la situazione migliori e che le nuove generazioni possano continuare a vivere nel luogo dove sono nati e dove le loro famiglie hanno posto le radici, in quel lontano dicembre 1938.

Nadia Pische