18 July, 2024
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La settimana scorsa, presso alcune classi della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta, si è svolto un interessante laboratorio di educazione alimentare. Il progetto, promosso dalla coop 3 di Arborea, nasce da un accordo con l’ufficio scolastico regionale ed ha come obiettivo portare, nelle scuole, le linee guida del ministero dell’Istruzione per l’educazione alimentare.

I bambini si sono divertiti a “rispolverare” alcune nozioni già acquisite e a “scoprirne” di nuove.

Come stai? Ecco la prima domanda a cui si sono ritrovati a rispondere. Tutti hanno pensato al benessere fisico ma ovviamente star bene racchiude anche una componente psicologica, bastano due parole per star bene davvero: alimentazione e movimento cioè mangiar sano e fare attività fisica.

Di seguito potrete ritrovare alcune “chicche” per verificare se, sia che siate grandi, sia che siate bambini, se avete bene in mente alcune regole importanti per stare bene nel vero senso della parola.

E’ importante allevare i sensi, perché prima di mangiarlo il cibo lo guardiamo, lo annusiamo, proviamo se è caldo o freddo, morbido o duro… ed è proprio grazie ai sensi che capiamo se un alimento è in buone condizioni o meno.

Ma anche l’acqua svolge la sua funzione, infatti, si può vivere una settimana senza mangiare, ma solo un paio di giorni senza bere, una buona regola è bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno.

L’attività fisica all’aperto vai poi a completare il quadro, perché le calorie che introduciamo con il cibo, devono essere le stesse che spendiamo muovendoci, sennò ingrassiamo.

E’ importante variare la propria alimentazione e mangiare di tutto in quanto ogni alimento ha determinati principi nutritivi.

Così come sarebbe meglio consumare frutta a verdura rigorosamente di stagione, essendo in questo modo più saporita e nutriente.

Seguire la regola del “five a day”: mangiare frutta e verdura per cinque volte al giorno ci aiuta a stare meglio, se poi la mangiamo di colori diversi aumentiamo l’apporto di vitamine, perché ad ogni colore corrisponde una diversa proprietà.

«Un’abbondante prima colazione verso le 7.00, uno spuntino intorno alle 10.00, pranzo verso le 13.00, merenda alle 17.00 e cena più o meno alle 20.00.»

Con una simile tabella di marcia il benessere è assicurato.

Chi non fa colazione la mattina, infatti, fatica a concentrarsi, si stanca facilmente ed è privo di energia, oppure se consuma in modo sbagliato si appesantisce senza incamerare il necessario per la prima parte della giornata.

Anche non farsi fuorviare dalla pubblicità è un modo per scegliere gli alimenti sani oltre che buoni ed il più possibile privi di conservanti e coloranti. Così come gli ingredienti devono essere sempre controllati: meno ingredienti compaiono sull’etichetta più naturale è il prodotto.

Tutto questo i bambini lo hanno “rispolverato o scoperto” attraverso il gioco, il miglior metodo per imparare. A voi, cari lettori, restano solo queste righe che, in modo semplice e lineare, vi potranno venire incontro qualora voleste imparare a “mangia sano”.

Nadia Pische

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215927043876901/

Si è conclusa giovedì primo marzo, al Teatro Centrale di Carbonia, la sesta edizione di “Identità in transito – Il cinema a teatro”, con la proiezione del film drammatico “Libere, disobbedienti, innamorate”.

La rassegna, vista la scelta varia delle pellicole proposte, ha portato in sala numerosi spettatori che, con la loro presenza, hanno confermato il gradimento della manifestazione, dando così al bilancio un giudizio più che positivo.

“Identità in transito – Il cinema a teatro” aveva preso il via il 15 febbraio con un’originale commedia “Easy. Un viaggio facile facile”, la seconda proiezione il 18 febbraio con una commedia sul senso della vita e sugli incontri che cambiano l’esistenza “Mr. Ove”, a seguire il 22 febbraio con, per la prima volta, un film horror “The witch”, quindi la commedia.musical “Ammore e malavita” il 25 febbraio per poi concludersi con l’ultima proiezione, quella del primo marzo.

Non ci resta che attendere il prossimo appuntamento con le grandi pellicole del cinema da gustare comodamente in teatro.

Di seguito un’intervista a Raffaela Saba, operatrice dei Servizi culturali della Società Umanitaria.

Nadia Pische

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Martedì 27 febbraio grande spettacolo al Teatro Centrale di Carbonia, dove, per la Stagione di Danza 2017-2018 del CEDAC, “l’Odyssey Ballet” di Mvula Sungani, con l’etoile Emanuela Bianchini e i solisti della Compagnia Mvula Sungani Physical Dance, in tournée nell’isola nell’ambito del circuito dello Spettacolo in Sardegna, ha messo in scena il celebre poema omerico. La trama narra le gesta di Ulisse e del suo interminabile viaggio tra il volere degli dei e l’imprevedibilità del fato, metafora di chi parte in cerca di fortuna e lascia a casa i propri cari che, con ansia e trepidazione, attendono il loro ritorno, un tema vecchio ma sempre attuale. Il tutto raccontato attraverso la danza, da quella classica a quella moderna, alla folkloristica, ma anche arti marziali e tecniche circensi. Sulla colonna sonora, curata ed eseguita da Alessandro e Riccardo Medile, i ballerini, cinque donne ed un uomo, hanno danzato con una leggerezza tale da farli sembrare fluttuanti ora nell’aria, ora come fossero immersi nell’acqua. I loro corpi, illuminati da un particolare gioco di luci, hanno creato figure magiche, i loro movimenti flessuosi e morbidi hanno, a momenti, reso difficile distinguere un corpo da un altro. Capacità e professionalità che il pubblico ha più volte voluto sottolineare con ripetuti scroscianti applausi, a quello che è stato un vero e proprio ventaglio di coreografie dell’artista italo-africano dove, con arte, si sono fuse varie tecniche di danza e linguaggio del corpo, che hanno regalato un impatto visivo dinamico, a volte deciso ed imponente, a volte sensuale e travolgente, trascinante e sempre capace di catturare l’attenzione dello spettatore.

Nadia Pische

     

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Nella serata di giovedì 15 febbraio, ha visto la luce, presso il Teatro Centrale di Carbonia, la sesta edizione di “Identità in transito, il Cinema a Teatro”, una rassegna vincente, nella quale trovano spazio film d’autore, spesso vincitori di premi prestigiosi.
Organizzato e promosso dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, in collaborazione con la cooperativa Meela, Ucca – Unione Circoli Cinematografici dell’ARCI, il Circolo ARCI La Gabbianella Fortunata ed il Circolo FICC La Miniera di Carbonia, l’evento darà spazio ad altre quattro proiezioni, oltre alla commedia andata in onda giovedì sera: ancora una commedia, un horror, una commedia-musical e, per finire, un tocco di drammaticità. Un ventaglio variegato di identità molto diverse fra loro, che intrecciano rapporti interpersonali in quello che poi altro non è, se non il nostro mondo reale… storie di tutti giorni che si muovono e prendono vita innescando delle riflessioni forti negli spettatori.
La proiezione di giovedì sera “Easy – Un viaggio facile facile” di Andrea Magnani, ha visto il pubblico coinvolto dalla storia del protagonista che sembrava aver ormai fallito in tutto, ma che forse improvvisamente ha avuto l’occasione per riscattarsi e far emergere il proprio valore. Una vicenda che, pur facendo sorridere, invita ad una serie di riflessioni importanti: la morte bianca, tema purtroppo ai giorni nostri molto attuale e lo sfruttamento dei migranti, per certi versi non graditi ma occupati in lavori duri e sottopagati, ma anche la scelta di nascondersi in un mondo virtuale per rifuggere così da problemi di emarginazione da parte della società, stretta tra stereotipi di perfezione spesso inesistenti nella realtà. Di seguito, una breve intervista realizzata con Moreno Pilloni, operatore del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria, che ha presentato l’evento.
Nadia Pische

 

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E’ stata allestita, a partire dallo scorso mese di dicembre, presso “La Grande Miniera di Serbariu”, una particolare mostra dal titolo “Tesori del sottosuolo, minerali e loro utilizzo”.

Nelle teche si possono ammirare ancora sino alla fine del mese di febbraio, una cinquantina di reperti mineralogici della collezione del Gruppo Ricerche Speleologiche E.A. Martel di Carbonia, costituita da fondi e donazioni delle raccolte Vittorio Pispisa e Domenico Russello, integrati con reperti di una collezione privata.

La caratteristica dell’esposizione è data dall’abbinamento del minerale con il suo prodotto finale… raschietti, lame e punte di freccia in bella mostra vicino all’ossidiana, cavi ed avvolgimenti elettrici e monete vicino al rame, lattine e parti di macchinari a fianco all’alluminio, ma anche oro con vicino monete e gioielli, argento con monili e batterie, antimonio con diodi e sensori infrarossi, stagno con vernici antivegetative e saldature, stronzio con tubi catodici di televisori e telecamere, talco con cosmesi e non solo. Sono tanti altri ancora, infatti, i minerali che si possono ammirare.

Data la particolarità, il suggerimento è quello di andare a visitarla ed aggiungere così un’altra pagina alle già presenti conoscenze.

Nadia Pische

   

 

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Nel magico borgo di Tratalias, dove il tempo sembra essersi fermato, ci si reca per fare un tuffo nel passato, nei giorni lontani dei nostri nonni bambini.

Proprio lì ha voluto dar vita ad un particolare laboratorio, una giovane ragazza, il cui nome “Arianna”, sembra riportarci ad una storia che racconta di un filo e che tutti, almeno una volta, abbiamo sentito raccontare.

Ed anche l’Arianna di cui vi narrerò oggi, ha a che fare con un filo, un prezioso filo di seta: il bisso, un filamento simile alla seta, che viene secreto da vari molluschi, tra i quali troviamo “Atrina pectinata”, parente della nota “Pinna nobilis”, volgarmente conosciuta col nome di “nacchera”. Essa vive nei fondali sabbiosi del mar Mediterraneo ed è oggetto di tutela, perché dichiarata specie in estinzione dal 1992.

Un mollusco, quello da cui ricava il filo Arianna Pintus, pescato e venduto in tutto il mondo per le sue carni, mentre i suoi filamenti sono considerati uno scarto.

Il filo di seta marina, che è molto corto, viene lavorato dalle delicate e pazienti mani di Arianna, secondo un processo lungo e difficoltoso, soprattutto per quanto riguarda la filatura, con l’uso di attrezzature tradizionali, che ha ricostruito seguendo la tradizione dei suoi avi.

Le sue creazioni nascono da intrecci di fili che danzano all’interno di un telaio depositario di antichi saperi.

La passione di Arianna, col tempo, diventa una vera e propria occupazione, con amore e dedizione segue personalmente la semina e la cura, sino al raccolto, anche del lino che poi tesse.

Il filo dorato del mare ed il filo del lino, dono della terra, sono la dimostrazione di quanto Arianna sia legata alla natura e alla tradizione.

In “Sa domu de su linu” si possono apprezzare le sue opere, frutto di ore di intenso e laborioso lavoro. Il filo di un passato che si muove tra miti e leggende, tra fantasia e realtà e si collega con un presente che viene tenuto in vita da una ragazza di nuova generazione, che fa della sua arte pura linfa per il futuro.

Nadia Pische

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Una magica atmosfera ieri sera al Teatro Centrale di Carbonia ha catturato il pubblico, facendolo evadere per quasi due ore dai problemi quotidiani, per assaporare il fantastico mondo delle fiabe, nel secondo appuntamento di “Carbonia 80”, rassegna curata dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia. Una rivisitazione, a cura del coreografo Massimiliano Volpini, della celebre fiaba “Lo schiaccianoci” del grandissimo Pëtr Il’ič Čajkovskij, realizzata per la Compagnia “Il Balletto di Roma”, ambientata in un’immaginaria periferia metropolitana piuttosto che in una ricca casa borghese. Protagonisti senzatetto e ribelli: una comunità di invisibili, che da Babbo Natale, altro non desidera se non un pupazzo, quale simbolo dell’evasione da una vita disagiata, vissuta tra stenti, un pupazzo che riuscirà a superare le barriere che dividono la società in due parti, in virtù della speranza che possano farcela tutti.

Un atto, il primo andato in scena, che con la forza delle musiche e della danza ha evidenziato la voglia di riscatto da parte di chi lotta quotidianamente per non soccombere.

Un secondo atto decisamente più classico nei passi e nelle figure, ha fatto viaggiare tutti i presenti tra le danze del mondo in compagnia di personaggi bizzarri e musiche che hanno spazzato via come per incanto la tristezza di una vita vissuta nell’ombra.

Quasi uno spaccato della vita reale che invita, in modo elegante e sottile, alla riflessione su un mondo da sempre spaccato a metà, su una parte di persone “invisibili” che non possiedono nulla, ma che trovano ancora la forza di sperare in un futuro migliore a cui tutti dovrebbero “lavorare” per puntare ad una vita dignitosa per tutti.

Nadia Pische

 

 

 

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Domenica 29 ottobre, vento e sole hanno giocato tra loro, dando per vincente, ancora una volta, la combinazione di sapori e profumi, l’isola del gusto e della tradizione, alla terza edizione di InvitaS, rassegna fieristica che punta anche sulla valorizzazione di storia, cultura ed eccellenze artigianali della Sardegna.

In tantissimi si sono recati a Cagliari, lungo il porto, per deliziare il palato delle notevoli leccornie esposte agli occhi, desiderosi ancor prima delle papille gustative di “saziarsi”. Prodotti di eccellenza della cucina sarda, i cui profumi aleggiavano nell’aria come se volessero improvvisare una danza in cui il ritmo cambia continuamente… Dai profumi delle spezie tra le più ricercate a quelli dei dolci tipici sardi, dal maialetto arrosto al croccante della sposa, dallo zucchero filato e le mega meringhe ai giganteschi fritti e ancora dalle sebadas, ai ravioli fritti e alle mele caramellate fino agli gnocchetti, passando per formaggi e salumi… profumi che rievocano momenti lontani nel tempo e sapori per la gioia di tutti i palati.

E mentre il coro maschile S’Arrodia di Sinnai intona “Non potho reposare”, tutto intorno si ferma, la gente si accalca e la magia della tradizione, ancora una volta compie il miracolo e cattura l’attenzione dei tanti turisti e non solo.

E poi i colori dei preziosi ricami che raccontano la storia del nostro costume, gli scialli neri e lucenti dalle lunghe frange della stilista Paola Salis di Guasila fan risaltare i fili intrecciati da mani sapienti.

Un’isola del gusto che narra le nostre tradizioni, che racconta la storia della terra sarda, che rammenta le radici da cui abbiamo origine, che non fa dimenticare gli usi ed i costumi propri della Sardegna.

InvitaS continua fino a mercoledì, 1° novembre, ogni giorno con nuovi eventi che intrattengono le migliaia di visitatori che affollano i 150 stand allestiti al porto dall’associazione Primavera Sulcitana di Alessia Littarru e Ivan Scarpa.

Nadia Pische

   

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Grande spettacolo, ieri sera, all’Anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia, con la tappa della 31ª edizione di “Sciampitta in Tour 2017”, festival internazionale del folklore, organizzato dall’associazione “CittàdiQuarto1928”, nata con l’obiettivo di favorire la conoscenza delle tradizioni popolari di tutto il mondo, attraverso il coinvolgimento di gruppi folkloristici sia stranieri che della nostra isola.

Sciampitta, nome di un tipico ballo quartese, è uno degli avvenimenti estivi più amati dai turisti che si recano in Sardegna.

Lo spettacolo di ieri, prima tappa della nuova edizione, è stato organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia e dalla Pro Loco. Sul palco dell’Anfiteatro, si sono alternati gruppi provenienti da Cile, Mexico, Moldova e Turchia. In rappresentanza della città di Carbonia, si è esibito il gruppo folk Santa Giuliana di Serbariu.

La serata è stata presentata da Luca Gentile, Francesca Orrù e Nadia Pische.

La rassegna oggi farà tappa a Quartu Sant’Elena, con “Sciampitta sotto le stelle”, protagonisti i gruppi Tamburini di Oristano, Cile, Messico, Moldova e Turchia; domani, domenica 16 luglio, ancora all’Operà Alma Beach Arena di Quartu Sant’Elena, con i gruppi di Moldova, Su Idanu, Messico, Coro Serpeddì Sinnai, Turchia, Froris de Beranu e Cile. Lunedì mattina, alle 11.00, incontro tra i rappresentanti dei gruppi e le autorità cittadine di Quartu Sant’Elena; alle 21.30, triplo appuntamento: a Serrenti, in piazza di Santa Vitalia, con i gruppi della Moldova, Turchia, il Gruppo Folk della Pro Loco Santa Vitalia; a Sant’Anna Arresi, sul palco di piazza del Nuraghe, con lo spettacolo del gruppo del Cile, presentato da Luca Gentile e Nadia Pische; e a Sant’Elmo Beach Hotel, con lo spettacolo del gruppo del Messico.

Martedì “Sciampitta in Tour 2017” si sposterà a Muravera, in Piazza Europa, con i gruppi folk di Muravera, Cile, Moldova, Messico e Turchia; mercoledì 19 luglio, spettacolo di chiusura all’Operà Alma Beach Arena a Quartu Sant’Elena, con diretta televisiva su Videolina e streaming mondiale.

Alleghiamo un album fotografico della serata di ieri a Carbonia.

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Si è concluso sabato primo luglio con uno spettacolare e travolgente concerto, a Sant’Antioco, il seminario di musica, canto e danze popolari per 120 allievi di “Mare e miniere” .

Il corso ha offerto a tutti un’imperdibile occasione per una vacanza studio in un territorio ricco di storia e bellezze naturali.

La location dove si sono esibiti, il giardino della musica, ha sicuramente esaltato il tutto facendo, con le sue rocce, una cornice naturale a canti popolari e a musiche e danze proprie di una tradizione forte ed importante nel tempo.

L’emozione dei coristi e dei solisti che si sono esibiti ora in dolci melodie, ora in canti allegri, era la stessa che veniva recepita dal pubblico che non ha risparmiato applausi durante tutta la serata.

Anche la musica, seppur a volte priva di parole, ha magicamente coinvolto tutti creando un’atmosfera particolare che solo arte e natura sanno creare.

Al termine della serata, maestri ed allievi hanno condiviso musica e parole dell’ultimo brano, cantando e suonando insieme, dando un’immagine ampia di quel che è capace di fare la musica…travolgere e coinvolgere in un unico vortice emozionale.

Quest’anno la manifestazione “Mare e miniere” compie dieci anni, un decennio di laboratori e concerti, di incontri e confronti, di scoperte e conferme…di ricerca delle vere espressioni dell’animo profondo dei popoli.

Radici linguistiche, storiche e culturali che, attraverso la musica, viaggiano per comprendere il mondo attuale.

Conoscere il passato per capire il presente, che lo si faccia leggendo o cantando, rappresenta sempre la chiave di volta.

Nadia Pische