25 December, 2024
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Nel magico borgo di Tratalias, dove il tempo sembra essersi fermato, ci si reca per fare un tuffo nel passato, nei giorni lontani dei nostri nonni bambini.

Proprio lì ha voluto dar vita ad un particolare laboratorio, una giovane ragazza, il cui nome “Arianna”, sembra riportarci ad una storia che racconta di un filo e che tutti, almeno una volta, abbiamo sentito raccontare.

Ed anche l’Arianna di cui vi narrerò oggi, ha a che fare con un filo, un prezioso filo di seta: il bisso, un filamento simile alla seta, che viene secreto da vari molluschi, tra i quali troviamo “Atrina pectinata”, parente della nota “Pinna nobilis”, volgarmente conosciuta col nome di “nacchera”. Essa vive nei fondali sabbiosi del mar Mediterraneo ed è oggetto di tutela, perché dichiarata specie in estinzione dal 1992.

Un mollusco, quello da cui ricava il filo Arianna Pintus, pescato e venduto in tutto il mondo per le sue carni, mentre i suoi filamenti sono considerati uno scarto.

Il filo di seta marina, che è molto corto, viene lavorato dalle delicate e pazienti mani di Arianna, secondo un processo lungo e difficoltoso, soprattutto per quanto riguarda la filatura, con l’uso di attrezzature tradizionali, che ha ricostruito seguendo la tradizione dei suoi avi.

Le sue creazioni nascono da intrecci di fili che danzano all’interno di un telaio depositario di antichi saperi.

La passione di Arianna, col tempo, diventa una vera e propria occupazione, con amore e dedizione segue personalmente la semina e la cura, sino al raccolto, anche del lino che poi tesse.

Il filo dorato del mare ed il filo del lino, dono della terra, sono la dimostrazione di quanto Arianna sia legata alla natura e alla tradizione.

In “Sa domu de su linu” si possono apprezzare le sue opere, frutto di ore di intenso e laborioso lavoro. Il filo di un passato che si muove tra miti e leggende, tra fantasia e realtà e si collega con un presente che viene tenuto in vita da una ragazza di nuova generazione, che fa della sua arte pura linfa per il futuro.

Nadia Pische

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Una magica atmosfera ieri sera al Teatro Centrale di Carbonia ha catturato il pubblico, facendolo evadere per quasi due ore dai problemi quotidiani, per assaporare il fantastico mondo delle fiabe, nel secondo appuntamento di “Carbonia 80”, rassegna curata dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia. Una rivisitazione, a cura del coreografo Massimiliano Volpini, della celebre fiaba “Lo schiaccianoci” del grandissimo Pëtr Il’ič Čajkovskij, realizzata per la Compagnia “Il Balletto di Roma”, ambientata in un’immaginaria periferia metropolitana piuttosto che in una ricca casa borghese. Protagonisti senzatetto e ribelli: una comunità di invisibili, che da Babbo Natale, altro non desidera se non un pupazzo, quale simbolo dell’evasione da una vita disagiata, vissuta tra stenti, un pupazzo che riuscirà a superare le barriere che dividono la società in due parti, in virtù della speranza che possano farcela tutti.

Un atto, il primo andato in scena, che con la forza delle musiche e della danza ha evidenziato la voglia di riscatto da parte di chi lotta quotidianamente per non soccombere.

Un secondo atto decisamente più classico nei passi e nelle figure, ha fatto viaggiare tutti i presenti tra le danze del mondo in compagnia di personaggi bizzarri e musiche che hanno spazzato via come per incanto la tristezza di una vita vissuta nell’ombra.

Quasi uno spaccato della vita reale che invita, in modo elegante e sottile, alla riflessione su un mondo da sempre spaccato a metà, su una parte di persone “invisibili” che non possiedono nulla, ma che trovano ancora la forza di sperare in un futuro migliore a cui tutti dovrebbero “lavorare” per puntare ad una vita dignitosa per tutti.

Nadia Pische

 

 

 

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Domenica 29 ottobre, vento e sole hanno giocato tra loro, dando per vincente, ancora una volta, la combinazione di sapori e profumi, l’isola del gusto e della tradizione, alla terza edizione di InvitaS, rassegna fieristica che punta anche sulla valorizzazione di storia, cultura ed eccellenze artigianali della Sardegna.

In tantissimi si sono recati a Cagliari, lungo il porto, per deliziare il palato delle notevoli leccornie esposte agli occhi, desiderosi ancor prima delle papille gustative di “saziarsi”. Prodotti di eccellenza della cucina sarda, i cui profumi aleggiavano nell’aria come se volessero improvvisare una danza in cui il ritmo cambia continuamente… Dai profumi delle spezie tra le più ricercate a quelli dei dolci tipici sardi, dal maialetto arrosto al croccante della sposa, dallo zucchero filato e le mega meringhe ai giganteschi fritti e ancora dalle sebadas, ai ravioli fritti e alle mele caramellate fino agli gnocchetti, passando per formaggi e salumi… profumi che rievocano momenti lontani nel tempo e sapori per la gioia di tutti i palati.

E mentre il coro maschile S’Arrodia di Sinnai intona “Non potho reposare”, tutto intorno si ferma, la gente si accalca e la magia della tradizione, ancora una volta compie il miracolo e cattura l’attenzione dei tanti turisti e non solo.

E poi i colori dei preziosi ricami che raccontano la storia del nostro costume, gli scialli neri e lucenti dalle lunghe frange della stilista Paola Salis di Guasila fan risaltare i fili intrecciati da mani sapienti.

Un’isola del gusto che narra le nostre tradizioni, che racconta la storia della terra sarda, che rammenta le radici da cui abbiamo origine, che non fa dimenticare gli usi ed i costumi propri della Sardegna.

InvitaS continua fino a mercoledì, 1° novembre, ogni giorno con nuovi eventi che intrattengono le migliaia di visitatori che affollano i 150 stand allestiti al porto dall’associazione Primavera Sulcitana di Alessia Littarru e Ivan Scarpa.

Nadia Pische

   

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Grande spettacolo, ieri sera, all’Anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia, con la tappa della 31ª edizione di “Sciampitta in Tour 2017”, festival internazionale del folklore, organizzato dall’associazione “CittàdiQuarto1928”, nata con l’obiettivo di favorire la conoscenza delle tradizioni popolari di tutto il mondo, attraverso il coinvolgimento di gruppi folkloristici sia stranieri che della nostra isola.

Sciampitta, nome di un tipico ballo quartese, è uno degli avvenimenti estivi più amati dai turisti che si recano in Sardegna.

Lo spettacolo di ieri, prima tappa della nuova edizione, è stato organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia e dalla Pro Loco. Sul palco dell’Anfiteatro, si sono alternati gruppi provenienti da Cile, Mexico, Moldova e Turchia. In rappresentanza della città di Carbonia, si è esibito il gruppo folk Santa Giuliana di Serbariu.

La serata è stata presentata da Luca Gentile, Francesca Orrù e Nadia Pische.

La rassegna oggi farà tappa a Quartu Sant’Elena, con “Sciampitta sotto le stelle”, protagonisti i gruppi Tamburini di Oristano, Cile, Messico, Moldova e Turchia; domani, domenica 16 luglio, ancora all’Operà Alma Beach Arena di Quartu Sant’Elena, con i gruppi di Moldova, Su Idanu, Messico, Coro Serpeddì Sinnai, Turchia, Froris de Beranu e Cile. Lunedì mattina, alle 11.00, incontro tra i rappresentanti dei gruppi e le autorità cittadine di Quartu Sant’Elena; alle 21.30, triplo appuntamento: a Serrenti, in piazza di Santa Vitalia, con i gruppi della Moldova, Turchia, il Gruppo Folk della Pro Loco Santa Vitalia; a Sant’Anna Arresi, sul palco di piazza del Nuraghe, con lo spettacolo del gruppo del Cile, presentato da Luca Gentile e Nadia Pische; e a Sant’Elmo Beach Hotel, con lo spettacolo del gruppo del Messico.

Martedì “Sciampitta in Tour 2017” si sposterà a Muravera, in Piazza Europa, con i gruppi folk di Muravera, Cile, Moldova, Messico e Turchia; mercoledì 19 luglio, spettacolo di chiusura all’Operà Alma Beach Arena a Quartu Sant’Elena, con diretta televisiva su Videolina e streaming mondiale.

Alleghiamo un album fotografico della serata di ieri a Carbonia.

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Si è concluso sabato primo luglio con uno spettacolare e travolgente concerto, a Sant’Antioco, il seminario di musica, canto e danze popolari per 120 allievi di “Mare e miniere” .

Il corso ha offerto a tutti un’imperdibile occasione per una vacanza studio in un territorio ricco di storia e bellezze naturali.

La location dove si sono esibiti, il giardino della musica, ha sicuramente esaltato il tutto facendo, con le sue rocce, una cornice naturale a canti popolari e a musiche e danze proprie di una tradizione forte ed importante nel tempo.

L’emozione dei coristi e dei solisti che si sono esibiti ora in dolci melodie, ora in canti allegri, era la stessa che veniva recepita dal pubblico che non ha risparmiato applausi durante tutta la serata.

Anche la musica, seppur a volte priva di parole, ha magicamente coinvolto tutti creando un’atmosfera particolare che solo arte e natura sanno creare.

Al termine della serata, maestri ed allievi hanno condiviso musica e parole dell’ultimo brano, cantando e suonando insieme, dando un’immagine ampia di quel che è capace di fare la musica…travolgere e coinvolgere in un unico vortice emozionale.

Quest’anno la manifestazione “Mare e miniere” compie dieci anni, un decennio di laboratori e concerti, di incontri e confronti, di scoperte e conferme…di ricerca delle vere espressioni dell’animo profondo dei popoli.

Radici linguistiche, storiche e culturali che, attraverso la musica, viaggiano per comprendere il mondo attuale.

Conoscere il passato per capire il presente, che lo si faccia leggendo o cantando, rappresenta sempre la chiave di volta.

Nadia Pische

        

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Momenti magici catturati dallo scatto di sei artisti della fotografia, hanno dato anima alla Torre Sabauda di Calasetta dal 12 al 28 maggio, alla mostra “Sguardi e parole”.

Antonio Biggio, vive la passione con un occhio fotografico che rivolge soprattutto alle meraviglie del creato e del mondo degli animali. Ama immergersi nella natura ed emozionarsi, cogliere l’attimo per poi regalarlo ad un pubblico attento e curioso.

Gianni Canè, amante dei temi legati al territorio, all’ambiente e all’archeologia, ama portare a casa quel che coglie in un paesaggio che sia un fiore o un insetto, entrambi frutto di vita e colore e quindi emozione.

Tony Cirronis Mercenaro, sprezzante del pericolo pur di scattare momenti importanti ed unici, sin da giovanissimo ha coltivato la passione per la fotografia che è praticamente cresciuta con lui. Solo ultimamente decide di condividere i suoi scatti che prima teneva gelosamente per se. Diventato nonno non si occupa più solo di natura e notturni, ma cerca di catturare emozioni pure e forti, come solo i bambini comunicano. Questo però non gli ha impedito di realizzare una serie di 16 cartoline che raccontano Calasetta.

Fabrizio Schirru si avvicina alla passione per la fotografia quando era ancora uno studente alle scuole superiori, per vent’anni continua a scattar foto come autodidatta per poi cominciare a “studiare” e a “leggere” in preda ad una smania di saperne sempre più forte ed insaziabile.

Stelio Usai, sin da giovanissimo inizia a fotografare i suoi zii che dipingevano cogliendo gli attimi più salienti per creare una sorta di cronistoria. Nel tempo affina le sue tecniche cogliendo le emozioni che soprattutto le notti stellate e i panorami con un azzurro mare che si confonde con quello del cielo.

Roberto Romans Zucca, cattura con passione scorci del paesaggio calasettano cogliendo l’attimo che l’emozione gli suggerisce, donando alle sue foto un’anima dinamica e mai statica.

Tutti gli artisti hanno dedicato almeno uno scatto alla famosa barca Carolina, che giace su un fianco in un tratto di mare che l’accoglie da diversi mesi.

Al termine della mostra, ogni artista donerà due fotografie alla casa di riposo affinché le pareti nude possano essere abbellite e donare emozioni e calore presso la casa di riposo di Calasetta.

Un plauso a tutti loro per aver scelto una donazione carica di emozioni e ricca di parole, con un’attenzione volta ad un pubblico molto particolare ed importante… i nonni!

Nadia Pische

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Atmosfera da festa, ieri sera a Carloforte, per la serata inaugurale della quindicesima edizione del Girotonno, presentata da Eliana Chiavetta, showgirl siciliana. Quattro giorni all’insegna del gusto, con piatti sfiziosi a base di tonno rosso del Mediterraneo da assaporare con vini scelti ad arte. Una gara internazionale dove ai fornelli arrivano grandi chef da sei Paesi: Francia, Giappone, Inghilterra, Italia, Mauritius e Perù. Per giudicare i piatti prelibati, due giurie: una tecnica di giornalisti ed esperti presieduta da Maurizio Mannoni, giornalista del TG 3 Rai, ed una popolare composta da visitatori che, una volta assaggiato il piatto, potranno votare con palette numerate. Vincitore della prima serata, lo chef Vinod Sookar delle isole Mauritius, che si è confrontato con lo chef della Francia Maurizio Cosso.

Ad inaugurare la rassegna è stato il neo sindaco Salvatore Puggioni. «E’ un’emozione grandissima. Faccio un ringraziamento all’amministrazione precedente ed al sindaco Marco Simeone per aver curato negli anni la manifestazione. Un ringraziamento speciale va allo chef Luigi Pomata, padre di questo evento, con cui ci auguriamo di poter proseguire. Ma  ha aggiunto Salvatore Puggioni un grazie è d’obbligo anche a tutti i carlofortini che si sono impegnati per rendere più accogliente il paese. Questo evento è un loro patrimonio. Abbiamo in conto di costituire una Commissione permanente per il Girotonno, per mantenere quanto di buono fatto e migliorarlo».  

Oggi sono previste le sfide Inghilterra – Italia e Giappone – Perù, e tra le vie del centro arrivano i Girobuskers International, gli artisti di strada.

C’è grande attesa, infine, per il concerto di Nek che questa sera apre il Girotonno Live Show con il suo “Unici in tour”, al Palapaise, che domani sera vedrà salire sul palco Fiorella Mannoia.

Nadia Pische

                   

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Sarà in distribuzione con Fandango nella prossima primavera il film “Fiore gemello” che, se inizialmente sembrerebbe affrontare il tema dell’immigrazione, in verità racconta l’incontro tra due giovani adolescenti segnati da un passato profondo da cui sognano di riscattarsi.

Le loro vite si intrecciano in Sardegna, Anna e Basim, lei sarda e lui ivoriano, iniziano a tessere il filo di un’amicizia speciale, col tentativo di recuperare un’innocenza ormai perduta.

Il film è girato tra il Sulcis ed il Cagliaritano, tra polvere, vecchi ponti, ruderi e stabilimenti industriali ormai abbandonati, in un paesaggio ora brullo ora mediterraneo.

La sua realizzazione è stata resa possibile da investimento di 180.000 euro della regione Sardegna che ha affidato a “Fiore gemello” il compito di far conoscere il nostro territorio.

Come si evince dalle interviste allegate, il produttore Giuseppe Gallo, la regista Laura Luchetti ed uno degli attori coprotagonisti Fausto Verginelli, sono stati catturati dalle bellezze naturali del luogo apparso sin dall’inizio come la cornice perfetta per questa storia, una sorta di favola moderna dove tutto si tinge dei colori della nostra amata isola, capace di offrirsi aspra ed ospitale allo stesso tempo.

Nadia Pische

 

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E’ visitabile dal 5 maggio scorso, a Cagliari, in una location all’insegna dell’eleganza, all’interno del palazzo del Consiglio regionale, la mostra “Sironi 1933 – I figurini per Lucrezia Borgia”, alcuni bozzetti e 10 dei 172 costumi che il Teatro Massimo di Palermo fece realizzare agli inizi degli anni ’90, in occasione dello spettacolo di Donizetti.

I bozzetti sono di Mario Sironi, pittore, scrittore e scenografo che nasce a Sassari nel 1885 e muore a Milano nel 1961.

Ispirato da Giacomo Balla e Carlo Carrà, coglie in loro la forza e lo stile per dar vita a figure semplici e sintetiche, essenziali e decise.

Pennellate su stoffe pregiate come il velluto che, con ago e filo abilmente usati diventano costumi per la Lucrezia Borgia del maggio 1933. Abiti di una morbidezza e di una sontuosità regali, dipinti a mano secondo le puntuali direttive dell’artista.

L’esposizione è come una sorta di viaggio dal bozzetto al capolavoro per ricostruire uno spaccato del grande lavoro artistico della prima grande stagione del maggio fiorentino.

Nadia Pische

      

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La sua decisione di candidarsi a sindaco della sua città da vicepresidente del Consiglio regionale aveva stupito i più, considerato che un’eventuale elezione a sindaco, avrebbe comportato le dimissioni dall’Assemblea di via Roma e la sua surroga con il primo dei non eletti nella lista provinciale di Forza Italia, l’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Sant’Anna Arresi Paolo Luigi Dessì. Ignazio Locci, 43 anni, avvocato, non si è fatto condizionare dalle voci contrarie, alcune anche vicine, si è candidato con la lista civica “Nautica, Edilizia e Turismo” ed ha vinto le elezioni, con 2.583 voti, il 37,96%, davanti ad Alberto Mariano Fois (lista “Genti Noa”), che ha ottenuto 2.334 voti, il 34,30%. Al terzo posto si è classificato Massimo Melis (lista “Sant’Antioco Attiva”) con 1.090 voti (16.02%), quarto ed ultimo Marco Massa (lista “Insieme per Sant’Antioco”), vicesindaco uscente, con 796 voti, l’11,70%.

Vediamo la prima intervista realizzata da Nadia Pische con il neo sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci.