18 July, 2024
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L’associazione “Sardinian Events” in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del comune di Portoscuso il 6 gennaio, a partire dal primo pomeriggio, ha riproposto anche quest’anno l’incontro della befana con i bambini e la carovana dei magi.

In una splendida giornata di sole, un folto gruppo di bambini e genitori ha accolto calorosamente la befana che, dopo un lungo e faticoso viaggio, è arrivata alla Caletta corredata di scopa e sacco pieno di caramelle.

Chiamata a gran voce ha raggiunto la folla, domande, risate e simpatiche battute si sono sparse nell’aria…

Dopo il tradizionale rito della distribuzione delle caramelle la befana si è divertita a farsi fotografare con grandi e piccini arrivando persino a dire sì a qualche selfie!

La festa è poi proseguita nella sala della Tonnara Su Pranu dove la compagnia teatrale “Il cocomero” ha intrattenuto il pubblico con un divertente spettacolo.

Non poteva certo mancare il “Nutella party” e, a seguire, diversi giri di tombola…

Intorno alle diciotto è poi partita la carovana dei re magi che percorrendo le vie del centro del paese ha rievocato un momento importante della tradizione cristiana.

Giunto alla Caletta, il corteo si è riunito intorno alla Sacra Famiglia ed ha assistito all’omaggio dei doni a Gesù Bambino.

La rappresentazione si è conclusa con i ringraziamenti da parte del presidente dell’associazione Sardinian Events, Leo Pusceddu, al comune, alla pro loco, agli sponsor, ai figuranti e al pubblico intervenuto numeroso.

Si è poi proseguito a giocare a tombola in una sala gremita di gente con tanta voglia di divertirsi e ridere ancora.

Non mi resta che aggiungere… Appuntamento all’anno prossimo…

Nadia Pische

         

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Quando i sogni diventano realtà

Salvatore era solo un bambino quando sognava di poter avere un presepe tutto suo, proprio come quello dei suoi amichetti!

Certo c’è voluto qualche anno ma… come nelle migliori favole il suo sogno è diventato realtà.

Salvatore Carrus oggi è un marito ed un papà che ha finalmente esaudito il suo desiderio… avere un presepe tutto suo!

Certo noi lo abbiamo scoperto solo quest’anno ma è ormai da dieci anni che “zitto zitto” allestisce il suo presepe. I primi anni  in casa, ma la voce cominciava a spargersi e il “via vai” ad aumentare e allora ha deciso di spostarlo fuori, nel suo giardino, in modo che tutti potessero andare a visitarlo. Ed è proprio lì che abbiamo potuto ammirare il suo capolavoro…

Tutto è studiato nei minimi particolari: il giorno, la notte, la neve, i tuoni, le saette, la luna, il buio della notte, l’alba e le statuette che si muovono al sorgere del sole…

C’e chi lava la roba, chi tosa la pecora, chi taglia un tronco, le galline che mangiano, le pale del mulino che girano, l’acqua che scorre…

Che altro dire se non… bravo Salvatore continua così… e voi che aspettate correte a vederlo…

Si trova a Carbonia in via Marche, fronte Masala.

Nadia Pische

    

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L’ultima notte del 2016 nel comune de La Maddalena, in piazza Comando, si è esibito in concerto il cantautore lombardo Rosalino Cellamare noto ai suoi fans come Ron, nome scelto dal suo grande amico Lucio Dalla.

In una piazza dove alle 23.00 sono finalmente cominciati ad arrivare i primi curiosi, reduci dall’ultima cena dell’anno, si è esibita con alcuni pezzi la band locale “CrazyFoxInc”, un gruppo di sei ragazzi tra i 24 e i 34 anni. Tutti maddalenini, lavoratori, musicisti e cantanti per passione, scrivono i testi e le musiche dei loro pezzi. Curano in proprio anche gli album e i videoclip grazie alla competenza di due di loro come tecnici del suono. Intraprendenti e dinamici, padroni del palco che occupano con molta disinvoltura, sono riusciti a trascinare il pubblico che li ha seguiti con interesse e partecipazione. Una nota di merito in riferimento al nome del gruppo è data dalla scelta di chiamarlo come il fratello di uno di loro venuto a mancare anni fa.

La serata, presentata da Franco One, è poi proseguita con lo splendido spettacolo dei fuochi d’artificio sul mare, regalati a tutti i presenti dal Comitato Santa Maria Maddalena 1966, lo stesso che, davanti al palco, ha offerto il brindisi della notte di San Silvestro a chi aveva deciso di salutare l’anno vecchio ed accogliere il nuovo sull’isola.

Poco prima dell’inizio dello spettacolo pirotecnico, la piazza era ormai un tripudio di persone in attesa del grande protagonista della serata.

Il concerto è iniziato con gli auguri di Ron per un anno migliore ricco di pace e serenità. Una dopo l’altra le sue splendide canzoni sono rieccheggiate nell’aria, riportando tutti indietro nel tempo…

Ron nasce il 13 agosto del 1953 ed inizia il suo viaggio nel magico mondo della musica negli anni ’70. Nel 1972 è già al Festival di Sanremo come autore della canzone “Piazza grande”, scritta per il suo indimenticabile amico Lucio Dalla; dieci anni dopo, nel 1982 vince Festivalbar con “Anima”; arriva poi al primo posto al 46° Festival di Sanremo cantando in duetto con Tosca “Vorrei incontrarti fra cent’anni”.

Numerose raccolte e 28 album pubblicati, fanno di Ron un tassello importante della musica leggera italiana.

Dal palco, il cantautore è riuscito a coinvolgere tutto il pubblico che non ha tardato ad unirsi in coro alla sua voce, le sue conosciutissime canzoni hanno trascinato tutti i presenti nel nuovo anno all’insegna della buona musica.

Nel corso della la serata, Ron ha tenuto a presentare il suo ultimo album intitolato “La forza di dire sì”, un doppio cd contenente 24 duetti con artisti di grande calibro e 2 canzoni inedite, i cui proventi sono destinati alla ricerca contro la SLA, la terribile Sclerosi multipla amiotrofica.

Per concludere si potrebbe dire “Non abbiam bisogno di parole” che, oltre ad essere il titolo di un pezzo famosissimo di Ron, potrebbe stare a significare che non abbiam bisogno di aggiungere parole per descrivere la grande professionalità e sensibilità del cantautore.

Al termine, il presentatore ha salutato e ringraziato Ron, augurandogli buona fortuna per la partecipazione al prossimo Festival di Sanremo, il 67°, nella categoria big con il pezzo intitolato “L’ottava meraviglia” di cui ovviamente non ha potuto rivelare niente.

La sinergia tra comune e comitato organizzatore, ha sicuramente dimostrato ancora una volta l’importanza della collaborazione per la riuscita di un evento così come è avvenuto a La Maddalena nell’accomiatarsi dal 2016 ed abbracciando con fede e speranza il neonato 2017.

Nadia Pische

                                                                                                                                             

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Passare il pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno nel centro storico di Arzachena è sicuramente un’esperienza che, chi non conosce il luogo dovrebbe assolutamente fare.

Arzachena con 13.544 abitanti è il terzo comune più popolato della Gallura, situato tra Olbia (58.723 abitanti) e Tempio Pausania (14.342), i due comuni capoluogo dell’ex provincia di Olbia Tempio.

Il centro storico si snoda tra viuzze lastricate su cui si affacciano le case e le attività della cittadina, sollevando lo sguardo lungo la via principale si scorge una salita e in fondo la chiesa di Santa Lucia, dedicata alla santa protettrice della vista. Edificata grazie ad un ex voto pronunciato nel 1904 da un cittadino di Arzachena e benedetta nel 1937.

Ben 76 scalini per raggiungere il sagrato, conducono anche ad un belvedere mozzafiato da cui si gode il panorama del centro abitato, dei vigneti e degli orti, il tutto circondato da piante ed arbusti della macchia mediterranea.

La chiesa consta di tre navate e un abside con un altare centrale su cui si trova la statua di Santa Lucia risalente ai primi del ‘900.

Al suo interno, in questi giorni di feste natalizie, si può ammirare una mostra di presepi realizzati da associazioni e scuole primarie del territorio.

Intorno alla piazza principale del centro storico che si preparava ad accogliere il concerto della cantante Dolcenera, una serie di stand artigianali ed agroalimentari attendevano i visitatori per ammirare ed assaggiare i loro prodotti.

Tra loro Franca e Alberto di Birori che con “La natura in barattolo” ti accompagnano in un mondo di profumi e sapori all’insegna della genuinità… dalla crema di cipolla, di aglio, di carciofi, di peperoncino, arrivando al pesto e al patè di olive, dai corposi funghi porcini sott’olio a quelli essiccati da mani sapienti. Prodotti della madre terra che la simpatica coppia raccoglie e con grande passione trasforma in bontà per palati raffinati… dalle creme per crostini, alle marmellate sino ai liquori dal gusto sopraffino.

E che dire poi dei prodotti de “Su Carrettoneri” di Stefano di Orotelli… crema di formaggio, formaggio arrosto, pistoccu bagnato nel brodo di vitello o pistoccu in “pani frattau”, il tutto accompagnato dal tipico rosso cannonau. Sapori di un tempo, propri di un’entroterra ricco di tradizioni che rischierebbero di perdersi se non fosse per chi come loro si impegna a tramandarle.

E di tradizioni si parla anche quando si scopre l’arte del maestro Giuseppe Amato, un giovane di Sarule dalle mani d’oro… abile nella realizzazione di basso rilievi in granito ed oggetti come lampade e tavolini. Il marmo freddo e duro assume, dopo essere stato lavorato dall’artista, sembianze di morbidezza, le sue opere acquisiscono un’anima e catturano lo sguardo di chi si ferma ad ammirarle.

Poco più in là la macelleria Orecchioni-Filigheddu mette in mostra le sue carni provenienti da allevamenti liberi dove gli animali pascolano e si nutrono senza l’utilizzo di mangimi.

Massimo accoglie i suoi clienti spiegando come sono trattate le carni e quanto siano sani i prodotti in vendita, preparati con cura ed attenzione.

Un pomeriggio tra cultura e tradizione, condiviso con voi cari lettori, rinforza sempre più l’importante concetto della necessità di far conoscere i paesi del centro della Sardegna ai tanti turisti che vengono nella nostra isola per la bellezza delle spiagge e non sanno quanto di magico ci sia tra le campagne e i monti della nostra amata terra sarda.

Nadia Pische

                         

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Giovedì mattina, ancora una volta, come avviene da anni, lo spirito del Natale ha coinvolto oltre 100 persone che si sono recate alle grotte Is Zuddas di Santadi per seguire la Santa Messa concelebrata da don Giampiero Marongiu, don Silvano Cani, don Pietro Piras e don Giuseppe Casti.

Ad arricchire la celebrazione, il coro della parrocchia di Santadi che, con canti e melodie rivolti al Signore, ha contribuito al messaggio dei sacerdoti: «Accogliamo il Signore, apriamo le braccia e il nostro cuore e uscendo portiamo la parola di Dio con noi e per tutti…»

Un’omelia, quella di don Silvano Cani, che invoca la pace, la fratellanza, il rispetto e l’amore. Un messaggio di speranza affinché il 2017 possa portare serenità e sollievo a chi tanto soffre.

La cornice naturale delle grotte offre grande spunto alla riflessione proprio sull’importanza delle bellezze naturali che il Signore ci ha donato, che noi dobbiamo rispettare ed amare.

Un ringraziamento corale alla cooperativa Monte Meana che da anni “tiene in piedi” un servizio turistico degno di lode, soprattutto per il periodo di crisi economica che da tempo imperversa sul territorio.

Alla fine della messa, ha preso la parola il sindaco di Santadi Elio Sundas che, dopo i ringraziamenti di rito, ha voluto ricordare due persone scomparse che in qualche modo fanno parte della storia delle grotte Is Zuddas: l’artista Gianni Salidu che ha scolpito il presepe esposto e poi donato, dopo la sua dipartita, dalla moglie alla cooperativa Monte Meana e Antonello Sulas, storico presidente della stessa cooperativa, venuto a mancare prematuramente, persona che si è adoperata tanto e che ha creduto sino in fondo nei progetti legati alla valorizzazione di un tale tesoro naturale.

L’applauso dei presenti ha omaggiato il loro ricordo ed il canto finale del coro, in lingua sarda, ha concluso la prima parte della mattinata.

Una volta ritornati all’ingresso, proprio sul piazzale antistante la biglietteria, è stato scoperto dai sindaci di Santadi e Carbonia, Elio Sundas e Paola Massidda, il cippo del Cammino di Santa Barbara (il terzo, dopo quelli di Iglesias e Carbonia), benedetto da don Giampiero Marongiu, parroco di Santadi.

Subito dopo, Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella e della Fondazione Cammino di Santa Barbara, insieme ai sindaci di Santadi e Carbonia ha donato un medaglione ricordo con lo stemma del Cammino di Santa Barbara, ai fedeli collaboratori volontari che hanno seguito passo dopo passo il cammino di Santa Barbara, sostenendo tutte le iniziative e prendendo parte ai percorsi.

Una bella cerimonia che ha emozionato e commosso chi ha ricevuto il dono e non solo, un’iniziativa dal grande significato, un “Cammino” che ha messo d’accordo 23 comuni, consci che solo insieme si possano risollevare le sorti del nostro territorio, che chiede aiuto a gran voce e che attende il giusto riscatto per un momento di rinascita che possa unire tutti in un unico abbraccio di salvezza.

Il buffet ha definitivamente chiuso una giornata importante, anche dal punto di vista delle presenze: gli onorevoli Emanuele Cani e Francesco Sanna e il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, con la loro partecipazione, fanno sperare in una sempre più grande collaborazione tra Governo, Regione e Comuni, una collaborazione volta ad una crescita culturale e socio-economica che, attesa ormai da tanto tempo, si spera possa diventare una colonna portante nel nostro più immediato futuro.

Con un vasto album fotografico, pubblichiamo un’intervista realizzata da Giampaolo Cirronis con il sindaco di Santadi, Elio Sundas.

Nadia Pische

                                                                                                                                                                                          

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Avvio col botto, a Carbonia, per il programma organizzato per il Natale 2016 dall’associazione Primavera Sulcitana guidata da Alessia Littarru e Ivan Scarpa e dal comune di Carbonia, con la collaborazione di numerose associazioni, tra le quali la Pro Loco e i commercianti. La via Gramsci e il centro della città si sono animati come da moltissimi anni non si vedeva nel periodo natalizio, con migliaia di persone, bambini e bambine accompagnati dai loro genitori, che hanno fatto festa dal primo pomeriggio fino a sera. Ua ventata di colore e di entusiasmo è stata portata dalle majorettes di Samassi e dai bambini della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta, coordinati dalla maestra Nadia Pische.

I festeggiamenti continueranno fino alla vigilia del Natale. Per una settimana, il centro cittadino verrà avvolto dall’atmosfera natalizia: un’area molto ampia di giochi gonfiabili in piazza Roma e una marea di stand addobbati a tema. Con un ampio e doveroso spazio legato al buon gusto: tanti i punti di street food, nei quali è possibile perdersi tra gusti locali e non solo.

E’ previsto anche il concorso Mestolo di legno 2016: il web writer e CEO Daniele Puddu, insieme a Michele Baldussi e Luca Boschetto ha il compito di valutare e premiare le pietanze e i dolci migliori messi alla portata di tutti a Carbonia. Tra via Gramsci e piazza Roma il programma vede serrande alzate tutti i giorni.

    

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Un grande evento ha coinvolto ieri grandi e piccini… in diverse centinaia (a fine giornata sono state oltre 500 le persone che hanno confermato la loro presenza con una firma ma tanti altri non lo hanno fatto) si sono recati presso il villaggio di Babbo Natale, a Cannas di Sotto a Carbonia.

Sperate ma inattese nei numeri in cui si sono verificate, le visite hanno superato le aspettative dell’associazione Sturmtruppen che da alcuni mesi ha iniziato a lavorare a questo progetto che ha visto coinvolti nell’intera organizzazione tutti i membri delle famiglie dei soci, facilmente distinguibili all’interno del villaggio, perché tutti meravigliosamente vestiti da elfi.

Colori, luci, musica, hanno avvolto tutti nella magica atmosfera natalizia, i grandi sono ritornati bambini e, insieme a figli e nipoti, si sono potuti divertire dimenticando per un attimo problemi e preoccupazioni quotidiane.

Nello spazio antistante la casa di Babbo Natale era parcheggiata la slitta trainata da renne d’argento luccicante tenute da briglie speciali, tutti i bambini hanno avuto l’onore di sedersi per poi mettersi in fila, nella speranza di poter incontrare Babbo Natale.

Una lunghissima fila si snodava dal cortile sino alla porta che conduceva all’ufficio dove, ad un elfo, potevano essere consegnate le letterine e, nella stanza accanto la camera da letto attirava lo sguardo meravigliato dei bambini che non credevano ai loro occhi… il letto di Babbo Natale! E poi lui, proprio lui in carne e ossa… barba, baffi ed occhialini, sguardo attento e curioso, voce dolce e profonda, che è arrivata dritta al cuore di tutti quei bimbi che ancora credono al miracolo del Natale.

Impossibile non tornare indietro con i ricordi dell’infanzia, con “tutto quel poco” che ci rendeva felici… che ci faceva sognare…

E di sogni se ne intendono di sicuro gli organizzatori che, con tanta fatica, sono riusciti a realizzare un villaggio a misura di bambino… con alberi di Natale, sala giochi e sala rinfresco…

Ancora una volta il volontariato dimostra il suo “essere prezioso ed insostituibile” in tempi di crisi forte ed incessante che travolge il territorio in maniera brutale.

Il villaggio riaprirà le sue porte domenica 11, sabato 17 e domenica 18 dicembre, ma non sono da escludere nuovi appuntamenti, visto “il fiume” di persone che si è riversato sino a tarda sera.

Preparate le letterine e ricordate che Babbo Natale vi aspetta già domenica 11 dicembre a Cannas di Sotto…

Nadia Pische

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La campagna solitamente silenziosa, che si estende intorno alla chiesetta millenaria dedicata a Santa Maria, a Palmas vecchio, la notte del 31 agosto, è diventata lo scenario che ha accolto i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu”, quali preziosi ospiti per l’anteprima del festival del jazz, che si terrà a Sant’Anna Arresi da oggi al 10 settembre.

A pianificare l’evento è stata l’associazione “Palmas Vecchio”, che si è impegnata tantissimo affinché la serata fosse un successo e la numerosa presenza di pubblico, oltre le più rosee previsioni, ha certamente premiato le loro “fatiche organizzative”.

Prima del concerto, ci sono stati una serie di interventi… il padrone di casa Marco Madeddu ha ringraziato coloro che hanno reso possibile il tutto; quindi sono seguiti i saluti del sindaco Elvira Usai; due rappresentanti dell’associazione culturale Punta Giara, Paolo Sodde ed Enrica Lotta, hanno esposto a grandi linee, in italiano e in inglese, il programma del XXXI festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”; Ponziana Ledda ha invece esposto “Venti Paralleli”, ossia il programma di iniziative di natura archeologica, enogastronomica e legate alle erbe presenti nel territorio, che si svolgeranno nei giorni del Festival.

La dottoressa Sabrina Sabiu ed il professor Jeff Grosh, infine, hanno presentato in italiano e in inglese una sintesi della storia della chiesetta dedicata a Santa Maria.

Una volta delineata la cornice della serata, sono entrati in scena loro… i tanto attesi Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” e, in un attimo, si è creata la giusta atmosfera per accogliere sino al profondo dell’anima quella musicalità e quell’armonia tanto legate alla nostra tradizione più lontana.

I primi canti eseguiti erano legati al profano: un solista cantava i versi ed il coro rispondeva con delle sillabe cadenzate e ritmate tanto da risultare di una omogeneità sorprendente. Ogni esecuzione era intercalata da brevi ed accattivanti parole da parte del leader del gruppo, Daniele Cossellu, oche e mesu oche, che con passione e sorrisi ha reso il pubblico partecipe di particolari interessanti legati al coro.

Daniele Cossellu e gli altri membri Dino Ruiu, oche e mesu oche, Mario Pira, bassu e Pierluigi Giorno, contra, hanno, in un secondo momento, deliziato l’udito dei presenti facendo sentire le singole voci per poi fondersi di nuovo insieme regalando un’emozione unica che ben si sposava con la location scelta.

Un breve intervallo dedicato al palato con un assaggio di prodotti tipicamente sardi ed un calice di vino, entrambi offerti dagli sponsor, la Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e il Conad di Giuseppe Carrus di Sant’Antioco, con i dolci preparati dalle donne dell’associazione Palmas Vecchio, hanno quindi reso la scena alla seconda parte del concerto.

Il canto sacro ha preso il posto del profano e sin dalla prima esecuzione si è notata una differenza…il solista cantava i versi che poi venivano ripresi dal gruppo, quindi non più sillabe come avveniva con i canti profani.

Il pubblico, data la spettacolare performance non ha esitato a chiedere il bis, mostrando così di gradire questo tuffo nel passato, questo riecheggiare di melodie antiche gustate ancor più sotto un cielo stellato di una magica notte estiva.

Al termine del concerto i tenores hanno amabilmente risposto alle domande delle persone che una dopo l’altra si sono avvicinate a complimentarsi con loro.

Il gruppo ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta e per l’inaspettato dono di un murale realizzato dall’artista Salvatore Filia di Carbonia, noto per le sue tante esposizioni anche nella penisola e non solo. Il soggetto raffigura un gruppo di tenores impegnati in un’esecuzione canora.

Eventi come questi sarebbero da proporre più spesso, perché hanno la facoltà di riportare in vita vecchi ricordi, o di scoprire cose sconosciute del passato, quando le tradizioni non permettevano che nulla venisse scordato…

Questo è importante, insegnare alle nuove generazioni… ricordare per non dimenticare mai… e Daniele Cossellu con le sue parole e quel particolare brillio negli occhi, ha fatto in modo che arrivasse come messaggio dritto al cuore di tutti presenti.

Nadia Pische

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Da un po’ di tempo a questa parte “La saletta del Portico”, a Carbonia, è diventata il palcoscenico di varie mostre d’arte, dove artisti provenienti da vari luoghi, non solo sardi, espongono i loro lavori, impreziosendo così, per i visitatori, le opportunità di contatto con varie forme d’arte. Dal 19 al 29 agosto, i protagonisti sono artisti locali e regionali che, con il patrocinio del comune di Carbonia, hanno allestito una collettiva dal titolo “Incontro di artisti sardi”. Alcuni di loro già noti in città: Shikanu’, Ielmo Cara, Stefano Masili, Luigi Angius, ed altri che hanno esposto per la prima volta a Carbonia: Gisella Mura, Mauro Moledda s Giorgio Corso.

Visitare una collettiva è come intraprendere un viaggio accompagnati da vari Ciceroni che ti ospitano nel loro mondo…

Con Shikanu’ si aprono le porte su uno spazio mitologico greco con personaggi dalle bocche cucite… le Cassandre inascoltate. Poi le contraddizioni di un uomo, dove un volto umano appare diviso e allo stesso tempo legato da un sottile ma altrettanto filo rosso. Ielmo Cara con i suoi dipinti “Muri feriti”, ci porta a Udine, in una chiesa sconsacrata, dove i muri sono disintonaccati… una metafora, la sua, sul bello del ritorno alle origini che nascondono sempre il loro fascino. Dalle tele di Gisella Mura due visi di donne molto belli, ci osservano con un sorriso malinconico che contrasta, e per questo attrae, con il dorato che li attornia. Una tiene tra le mani un teschio e per questo appare più tormentata, forse da un passato che non può o non vuole mandar via. Il viaggio continua con Mauro Moledda che ci conduce in un mondo molto bello e affascinante “Cudillero in Asturias” in Spagna, uno spaccato dove tante casette si affacciano sul mare, creando un’immagine quasi da favola. Poi in un bosco dove le foglie d’autunno si accumulano sul suolo a formare un croccante tappeto dai caldi colori. Con Giorgio Corso sembra di tornare a casa nostra… stralci di luoghi di miniera si confondono con forme di cubismo dove predomina l’azzurro nelle varie sfumature creando un effetto di morbido intreccio tra astrazione e realtà.

Stefano Masili ci invita ad entrare in un mondo di trame dove le sue agavi scompaiono per lasciar spazio al colore e alla luce in tutta la loro forza, offrendo un equilibrio che ben si sposa con una danza di sfumature che solo dalla natura possono essere colte. Tra tanti dipinti, due sculture di Luigi Angius: un viso maschile ed uno femminile, ritratti che allungano la vita a persone scomparse. Attraverso le sue mani e le sue emozioni, la materia prende forma delineandosi in un armonico capolavoro in cui riesce a racchiudere l’arte del plasmare, magistralmente rappresentata. Un ampio palcoscenico dove un carosello di opere danza tra gli sguardi dei visitatori che si lasciano condurre in un viaggio tra le emozioni… materia vitale per nuove riflessioni.

Nadia Pische

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Un’esplosione di energia ieri sera al Palapaise, nella nuova tappa del Carloforte Summer Festival, ha travolto il pubblico che ha voluto festeggiare la vigilia di Ferragosto cantando non solo gli intramontabili successi di Paolo Belli e la sua Big Band, ma anche quelli di alcuni suoi maestri. come Renato Carosone e Paolo Conte e ancora Cochi e Renato. Solare, coinvolgente, accattivante, il popolare cantante, ha subito fatto breccia nel cuore degli spettatori che, sin dall’inizio hanno omaggiato l’intera band con applausi scroscianti.
Non solo musica, ma intrattenimento con gag e battute, ha fatto si che il tempo scorresse veloce, in compagnia di professionisti dello spettacolo, complici fra loro di perfetta sinfonia sonora.
I vari ritmi suonati hanno ulteriormente catturato il pubblico che, instancabile, ha richiesto a gran voce, a fine concerto, il bis, continuando a cantare e a ballare sotto le stelle, proprio come il tema dell’ultimo pezzo con cui Paolo Belli ha salutato i fans, prima di concedersi a loro per autografare il suo ultimo cd con i suoi nuovi pezzi, alcuni dei quali presentati durante la serata.
Nadia Pische
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