26 December, 2024
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Focus sul tema complesso e attuale della terza età in “Classe di ferro” – originale e “profetica” commedia di Aldo Nicolaj in tournée nell’Isola per la stagione 2016-17 de La Grande Prosa firmata CerDAC – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – nella mise en scène di Laros per la regia di Giovanni Anfuso. Sotto i riflettori tre interpreti straordinari – Paolo Bonacelli, noto attore di teatro e cinema, raffinato interprete pinteriano, con una lunga carriera costellata di successi, dal debutto con Vittorio Gassman ai recenti “Il malato immaginario” e “La brocca rotta” di Kleist e Giuseppe Pambieri, volto noto del piccolo schermo, dal fortunato “Sorelle Materassi” a “Incantesimo” e “Affari di famiglia”, ma soprattutto attore teatrale, dagli inizi al Piccolo Teatro di Milano alle tournées con la compagnia Pambieri-Tanzi fino al recentissimo “Re Lear”, e Valeria Ciangottini – versatile interprete fra teatro, cinema e tv, dal felice esordio ne  “La dolce vita” di Federico Fellini, alle fiction come “Giornalisti”, “E poi c’è Filippo” e “Un passo dal cielo”. Le scenografie sobrie ed essenziali sono di Alessandro Chiti, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Massimiliano Pace e il disegno luci di Giovanni Caccia.

La pièce ironica e dolceamara che getta uno sguardo sulla condizione degli anziani, dopo il debutto odierno, alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia, sarà in cartellone domenica 29 gennaio, alle 21.00, al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, lunedì 30 gennaio, alle 21.00, nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer e, infine, martedì 31 gennaio, alle 21.00, al Teatro Comunale di Sassari.

Un intrigante e spietato affresco di varia umanità affiora dalla celebre commedia di Aldo Nicolai, (ri)scoperta in Italia dopo il fortunato debutto ad Budapest nel 1974, e rappresentata più volte con successo (memorabile la versione del 1987 con Gianni Santuccio e Ciccio Ingrassia), per una riflessione sul destino delle donne e degli uomini ormai avanti con l’età, tra l’evoluzione della famiglia e l’idea della vecchiaia in seno alla civiltà dei consumi. Esclusi ormai dal mercato del lavoro, beneficiari – nei casi migliori – di una pensione il cui valore tende progressivamente a ridursi, con molto, a volte troppo tempo libero a disposizione, gli anziani si ritrovano a fare i conti con la solitudine e con una forma sottile di emarginazione, ma anche e soprattutto con la propria immagine di sé, con il timore di trasformarsi in un peso per figli e nipoti, o peggio ancora l’incubo di finire i propri giorni in una casa di riposo.

“Classe di ferro” racconta la vita di tre personaggi – Libero Bocca, Luigi Lapaglia e l’allegra e dolce Ambra – diversissimi per temperamento, educazione e condizione sociale, ma accomunati dalla data di nascita, che s’incontrano casualmente in un parco cittadino e frequentandosi iniziano a conoscersi, a confidarsi reciprocamente inquietudini e incertezze sul futuro. Tra i due uomini nasce se non proprio un’amicizia una sorta di intesa, tanto che di fronte alla prospettiva del ricovero in un ospizio scelgono l’ipotesi surreale di una fuga dalla realtà e dalle angosce del presente, verso la dimensione poetica dell’infanzia – o almeno una ritrovata giovinezza – lontano dalla crudeltà del mondo.

La cifra umoristica privilegiata dall’autore mette in risalto i tratti più significativi e grotteschi della personalità dei protagonisti, ma soprattutto rivela tutte le incongruenze e mancanze della società contemporanea, con il disgregarsi della famiglia che rende più fragile la sfera degli affetti, il venir meno delle occasioni d’incontro nel ritmo frenetico delle giornate e  per la lontananza geografica, cosicché i genitori di figli ormai adulti, e quindi i nonni diventano figure simboliche ma remote. Il dialogo tra le generazioni si spezza, nonni e nipoti si conoscono a malapena e soprattutto il ruolo antico e fondamentale dei vecchi, portatori di saggezza ed esperienza finisce con il venir meno, mentre l’uscita dalla fase lavorativa per sopraggiunti limiti di età finisce con il sancirne la presunta “inutilità” relegandoli ad una funzione sempre più marginale.

In effetti – rispetto alla realtà fotografata da Aldo Nicolaj nella sua “Classe di ferro” sono intervenuti ulteriori mutamenti: nell’Italia di oggi spesso i giovani che non trovano o perdono il lavoro sono di nuovo costretti a rifugiarsi nell’alveo della famiglia d’origine, gli stipendi inadeguati hanno finito con il trasformare le piccole pensioni in una risorsa fondamentale e basilare per l’economia. Una nuova tragedia – che offrirebbe interessanti spunti alla penna arguta e alla fantasia del commediografo – tra i più noti e apprezzati del Novecento, autore di folgoranti monologhi e atti unici, oltre che di brillanti commedie, sembra aleggiare nell’aria.

Il ruolo storico degli anziani – detentori di un sapere antico, forgiato con gli anni, e tramandato nei secoli – sembra ormai superato – eppure nella frenesia della vita moderna, laddove si riesca a preservarlo, il contatto e il confronto tra le diverse generazioni costituisce una risorsa preziosa: testimoni di un’altra epoca e di quella attuale, i vecchi possono svelare ai più giovani il senso profondo dell’esistenza, offrendo il supporto del loro vissuto, dei valori e dei principi, facendosi memoria viva del passato e della storia. L’evoluzione della tecnica e in particolare delle forme di comunicazione – di cui molti anziani si sono impadroniti agevolmente – ha reso possibile superare le barriere geografiche, così come i progressi della medicina hanno migliorato la qualità della vita anche dopo la maturità. Il mondo è cambiato – ma la realtà descritta di Nicolaj risulta ancora sorprendentemente attuale.

“Classe di ferro” regala i tre ritratti indimenticabili di due uomini e una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo, tre personaggi che rivendicano la propria dignità, l’importanza dei  ricordi, l’unicità delle loro storie a fronte dell’inesorabile scorrere dei giorni, e suggerisce interessanti spunti di riflessione sull’oggi e il domani, le derive della civiltà e il valore delle radici e dell’identità da cui prende forma e forza la personalità individuale – senza dimenticare i legami primari e gli affetti.

Domenica pubblicheremo una lunga intervista realizzata questa sera da Nadia Pische con Giuseppe Pambieri.

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Novità in arrivo sul fronte eventi…

La Primavera Sulcitana, a partire dal mese di aprile al mese di giugno sarà di nuovo l’appuntamento che solleticherà i palati dei buongustai dell’isola e non solo… E’ prevista per martedì 24 gennaio la riunione tra gli organizzatori e gli amministratori dei comuni del Sulcis che vorranno prender parte alla nuova kermesse fieristica.

Ma se nel Sulcis si lavora per il serpentone enogastronomico ed artigianale che si sposterà da un comune all’altro, a Cagliari si pensa già alla 2ª edizione della Fiera del Gusto che non si terrà come lo scorso anno al Molo Ichnusa, ma in una superficie raddoppiata… una location al centro della città dal nome ancora “segreto”. L’appuntamento è stato già fissato, dal 2 al 4 giugno, un fine settimana: venerdì, sabato e domenica, dove si potrà scoprire una vera fiera dello street food, cibo da strada, alternativo al ristorante, non solo isolano, ma nazionale ed internazionale. Stand alimentari ed artigianali, ricette sarde ma anche d’oltre mare da assaporare presso i Food Truck, delle vere e proprie botteghe enogastronomiche su quattro ruote. Non mancheranno le sagre, gli Sho Cooking e anche tanta musica e balli legati a culture e popoli che a Cagliari porteranno i colori, i profumi e i sapori del loro Paese.

E poi Invitas, sempre a Cagliari, dal 28 ottobre al 1° novembre, che vedrà anche l’arrivo di tre navi da crociera nella prima mattina del 31 ottobre.

Ma queste sono solo le prime notizie che trapelano, nei prossimi giorni arriveranno sicuramente nuove informazioni che spiegheranno con più precisione gli eventi nel dettaglio.

Giusto un po’ di suspense… ma memori del successo delle passate edizioni non ci resta che darvi appuntamento nel Sulcis a partire dal mese di aprile 2017.

Nadia Pische

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Vento, pioggia e grandine non hanno risparmiato la città di Carbonia, riproponendo il gravissimo problema delle strade allagate con la conseguenza di cittadini inferociti per la mancanza di pulizia dei tombini ricolmi di foglie, per i quali devono provvedere da soli.

Come ogni volta che il maltempo imperversa senza sosta, la città è stata messa in ginocchio, alcuni punti sono risultati impraticabili anche in auto e sono stati raggiunti dalla Protezione Civile che ha provveduto a liberare i tombini intasati, rendendo così di nuovo possibile la defluenza dell’acqua piovana nelle fogne.

Rio San Milano ingrossato ed impetuoso come da tanto non si vedeva, dimostra che l’imprevedibilità del tempo deve essere monitorata, controllata, operando in modo che, anche grandi rovesci come quelli di oggi, possano essere ridimensionati dal funzionamento di tutti i tombini e magari dalla sostituzione di alcune condutture dal diametro forse inadeguato alla portata del getto dell’acqua che si verifica in queste occasioni.

La speranza di tutti i cittadini è che questa possa essere l’ultima volta che accade un’emergenza simile.

Nadia Pische

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Il 6 gennaio, presso il campo di addestramento di Iglesias, si è tenuta una gara cinofila amatoriale, organizzata dal Centro Cinofilo Sergio Grassi & Daniela Floris.

L’evento, ampiamente riuscito, ha radunato dai più piccoli ai più anziani, una buona rappresentanza del mondo cinofilo sardo: 119 cani, dai meticci a quelli di razza.

Un grande successo che ha regalato tante emozioni, molte le persone presenti alla manifestazione: curiosi, appassionati e fans della pagina “Eja S&D“.

Particolarmente soddisfatti gli organizzatori hanno ringraziato tutti, in particolar modo gli amanti dei Bulldog Inglesi, riuniti per la prima volta nel Raduno Amatoriale del Sulcis dedicato a loro.

Nadia Pische

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Ieri sera, al palazzetto dello sport di Calasetta, nell’intervallo della partita di basket tra Automek Calasetta e Sef Torres (vinta dalla squadra di Simone Frisolone per 85 a 65), il sindaco Antonio Vigo e l’assessore dello sport Kicco Mercenaro, hanno premiato con una targa ed il gagliardetto del comune di Calasetta, l’atleta Alice Casula.

Alice Casula è una giovane cittadina di Calasetta che, per il secondo anno consecutivo, si è laureata campionessa italiana di windsurf nella categoria slalom. Ha solo 21 anni ma il suo sacrificio quotidiano l’ha condotta a raggiungere traguardi eccezionali che hanno portato il paese, e non solo, ad essere fiero di lei.

L’11 dicembre 2016, a Marsala, ha bissato il titolo conquistato nel 2015 e, nonostante i prestigiosi traguardi raggiunti, mostra grande umiltà e voglia di crescere sempre più.

E’ auspicabile che l’Amministrazione comunale di Calasetta possa riconoscerle anche un sostegno economico che le permetta di concretizzare progetti futuri, non solo personali, ma in grado di avere ricadute sulla stessa comunità.

Forza Alice… non c’è due senza tre!!!

Nadia Pische

        

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L’associazione “Sardinian Events” in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del comune di Portoscuso il 6 gennaio, a partire dal primo pomeriggio, ha riproposto anche quest’anno l’incontro della befana con i bambini e la carovana dei magi.

In una splendida giornata di sole, un folto gruppo di bambini e genitori ha accolto calorosamente la befana che, dopo un lungo e faticoso viaggio, è arrivata alla Caletta corredata di scopa e sacco pieno di caramelle.

Chiamata a gran voce ha raggiunto la folla, domande, risate e simpatiche battute si sono sparse nell’aria…

Dopo il tradizionale rito della distribuzione delle caramelle la befana si è divertita a farsi fotografare con grandi e piccini arrivando persino a dire sì a qualche selfie!

La festa è poi proseguita nella sala della Tonnara Su Pranu dove la compagnia teatrale “Il cocomero” ha intrattenuto il pubblico con un divertente spettacolo.

Non poteva certo mancare il “Nutella party” e, a seguire, diversi giri di tombola…

Intorno alle diciotto è poi partita la carovana dei re magi che percorrendo le vie del centro del paese ha rievocato un momento importante della tradizione cristiana.

Giunto alla Caletta, il corteo si è riunito intorno alla Sacra Famiglia ed ha assistito all’omaggio dei doni a Gesù Bambino.

La rappresentazione si è conclusa con i ringraziamenti da parte del presidente dell’associazione Sardinian Events, Leo Pusceddu, al comune, alla pro loco, agli sponsor, ai figuranti e al pubblico intervenuto numeroso.

Si è poi proseguito a giocare a tombola in una sala gremita di gente con tanta voglia di divertirsi e ridere ancora.

Non mi resta che aggiungere… Appuntamento all’anno prossimo…

Nadia Pische

         

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Quando i sogni diventano realtà

Salvatore era solo un bambino quando sognava di poter avere un presepe tutto suo, proprio come quello dei suoi amichetti!

Certo c’è voluto qualche anno ma… come nelle migliori favole il suo sogno è diventato realtà.

Salvatore Carrus oggi è un marito ed un papà che ha finalmente esaudito il suo desiderio… avere un presepe tutto suo!

Certo noi lo abbiamo scoperto solo quest’anno ma è ormai da dieci anni che “zitto zitto” allestisce il suo presepe. I primi anni  in casa, ma la voce cominciava a spargersi e il “via vai” ad aumentare e allora ha deciso di spostarlo fuori, nel suo giardino, in modo che tutti potessero andare a visitarlo. Ed è proprio lì che abbiamo potuto ammirare il suo capolavoro…

Tutto è studiato nei minimi particolari: il giorno, la notte, la neve, i tuoni, le saette, la luna, il buio della notte, l’alba e le statuette che si muovono al sorgere del sole…

C’e chi lava la roba, chi tosa la pecora, chi taglia un tronco, le galline che mangiano, le pale del mulino che girano, l’acqua che scorre…

Che altro dire se non… bravo Salvatore continua così… e voi che aspettate correte a vederlo…

Si trova a Carbonia in via Marche, fronte Masala.

Nadia Pische

    

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L’ultima notte del 2016 nel comune de La Maddalena, in piazza Comando, si è esibito in concerto il cantautore lombardo Rosalino Cellamare noto ai suoi fans come Ron, nome scelto dal suo grande amico Lucio Dalla.

In una piazza dove alle 23.00 sono finalmente cominciati ad arrivare i primi curiosi, reduci dall’ultima cena dell’anno, si è esibita con alcuni pezzi la band locale “CrazyFoxInc”, un gruppo di sei ragazzi tra i 24 e i 34 anni. Tutti maddalenini, lavoratori, musicisti e cantanti per passione, scrivono i testi e le musiche dei loro pezzi. Curano in proprio anche gli album e i videoclip grazie alla competenza di due di loro come tecnici del suono. Intraprendenti e dinamici, padroni del palco che occupano con molta disinvoltura, sono riusciti a trascinare il pubblico che li ha seguiti con interesse e partecipazione. Una nota di merito in riferimento al nome del gruppo è data dalla scelta di chiamarlo come il fratello di uno di loro venuto a mancare anni fa.

La serata, presentata da Franco One, è poi proseguita con lo splendido spettacolo dei fuochi d’artificio sul mare, regalati a tutti i presenti dal Comitato Santa Maria Maddalena 1966, lo stesso che, davanti al palco, ha offerto il brindisi della notte di San Silvestro a chi aveva deciso di salutare l’anno vecchio ed accogliere il nuovo sull’isola.

Poco prima dell’inizio dello spettacolo pirotecnico, la piazza era ormai un tripudio di persone in attesa del grande protagonista della serata.

Il concerto è iniziato con gli auguri di Ron per un anno migliore ricco di pace e serenità. Una dopo l’altra le sue splendide canzoni sono rieccheggiate nell’aria, riportando tutti indietro nel tempo…

Ron nasce il 13 agosto del 1953 ed inizia il suo viaggio nel magico mondo della musica negli anni ’70. Nel 1972 è già al Festival di Sanremo come autore della canzone “Piazza grande”, scritta per il suo indimenticabile amico Lucio Dalla; dieci anni dopo, nel 1982 vince Festivalbar con “Anima”; arriva poi al primo posto al 46° Festival di Sanremo cantando in duetto con Tosca “Vorrei incontrarti fra cent’anni”.

Numerose raccolte e 28 album pubblicati, fanno di Ron un tassello importante della musica leggera italiana.

Dal palco, il cantautore è riuscito a coinvolgere tutto il pubblico che non ha tardato ad unirsi in coro alla sua voce, le sue conosciutissime canzoni hanno trascinato tutti i presenti nel nuovo anno all’insegna della buona musica.

Nel corso della la serata, Ron ha tenuto a presentare il suo ultimo album intitolato “La forza di dire sì”, un doppio cd contenente 24 duetti con artisti di grande calibro e 2 canzoni inedite, i cui proventi sono destinati alla ricerca contro la SLA, la terribile Sclerosi multipla amiotrofica.

Per concludere si potrebbe dire “Non abbiam bisogno di parole” che, oltre ad essere il titolo di un pezzo famosissimo di Ron, potrebbe stare a significare che non abbiam bisogno di aggiungere parole per descrivere la grande professionalità e sensibilità del cantautore.

Al termine, il presentatore ha salutato e ringraziato Ron, augurandogli buona fortuna per la partecipazione al prossimo Festival di Sanremo, il 67°, nella categoria big con il pezzo intitolato “L’ottava meraviglia” di cui ovviamente non ha potuto rivelare niente.

La sinergia tra comune e comitato organizzatore, ha sicuramente dimostrato ancora una volta l’importanza della collaborazione per la riuscita di un evento così come è avvenuto a La Maddalena nell’accomiatarsi dal 2016 ed abbracciando con fede e speranza il neonato 2017.

Nadia Pische

                                                                                                                                             

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Passare il pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno nel centro storico di Arzachena è sicuramente un’esperienza che, chi non conosce il luogo dovrebbe assolutamente fare.

Arzachena con 13.544 abitanti è il terzo comune più popolato della Gallura, situato tra Olbia (58.723 abitanti) e Tempio Pausania (14.342), i due comuni capoluogo dell’ex provincia di Olbia Tempio.

Il centro storico si snoda tra viuzze lastricate su cui si affacciano le case e le attività della cittadina, sollevando lo sguardo lungo la via principale si scorge una salita e in fondo la chiesa di Santa Lucia, dedicata alla santa protettrice della vista. Edificata grazie ad un ex voto pronunciato nel 1904 da un cittadino di Arzachena e benedetta nel 1937.

Ben 76 scalini per raggiungere il sagrato, conducono anche ad un belvedere mozzafiato da cui si gode il panorama del centro abitato, dei vigneti e degli orti, il tutto circondato da piante ed arbusti della macchia mediterranea.

La chiesa consta di tre navate e un abside con un altare centrale su cui si trova la statua di Santa Lucia risalente ai primi del ‘900.

Al suo interno, in questi giorni di feste natalizie, si può ammirare una mostra di presepi realizzati da associazioni e scuole primarie del territorio.

Intorno alla piazza principale del centro storico che si preparava ad accogliere il concerto della cantante Dolcenera, una serie di stand artigianali ed agroalimentari attendevano i visitatori per ammirare ed assaggiare i loro prodotti.

Tra loro Franca e Alberto di Birori che con “La natura in barattolo” ti accompagnano in un mondo di profumi e sapori all’insegna della genuinità… dalla crema di cipolla, di aglio, di carciofi, di peperoncino, arrivando al pesto e al patè di olive, dai corposi funghi porcini sott’olio a quelli essiccati da mani sapienti. Prodotti della madre terra che la simpatica coppia raccoglie e con grande passione trasforma in bontà per palati raffinati… dalle creme per crostini, alle marmellate sino ai liquori dal gusto sopraffino.

E che dire poi dei prodotti de “Su Carrettoneri” di Stefano di Orotelli… crema di formaggio, formaggio arrosto, pistoccu bagnato nel brodo di vitello o pistoccu in “pani frattau”, il tutto accompagnato dal tipico rosso cannonau. Sapori di un tempo, propri di un’entroterra ricco di tradizioni che rischierebbero di perdersi se non fosse per chi come loro si impegna a tramandarle.

E di tradizioni si parla anche quando si scopre l’arte del maestro Giuseppe Amato, un giovane di Sarule dalle mani d’oro… abile nella realizzazione di basso rilievi in granito ed oggetti come lampade e tavolini. Il marmo freddo e duro assume, dopo essere stato lavorato dall’artista, sembianze di morbidezza, le sue opere acquisiscono un’anima e catturano lo sguardo di chi si ferma ad ammirarle.

Poco più in là la macelleria Orecchioni-Filigheddu mette in mostra le sue carni provenienti da allevamenti liberi dove gli animali pascolano e si nutrono senza l’utilizzo di mangimi.

Massimo accoglie i suoi clienti spiegando come sono trattate le carni e quanto siano sani i prodotti in vendita, preparati con cura ed attenzione.

Un pomeriggio tra cultura e tradizione, condiviso con voi cari lettori, rinforza sempre più l’importante concetto della necessità di far conoscere i paesi del centro della Sardegna ai tanti turisti che vengono nella nostra isola per la bellezza delle spiagge e non sanno quanto di magico ci sia tra le campagne e i monti della nostra amata terra sarda.

Nadia Pische

                         

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Giovedì mattina, ancora una volta, come avviene da anni, lo spirito del Natale ha coinvolto oltre 100 persone che si sono recate alle grotte Is Zuddas di Santadi per seguire la Santa Messa concelebrata da don Giampiero Marongiu, don Silvano Cani, don Pietro Piras e don Giuseppe Casti.

Ad arricchire la celebrazione, il coro della parrocchia di Santadi che, con canti e melodie rivolti al Signore, ha contribuito al messaggio dei sacerdoti: «Accogliamo il Signore, apriamo le braccia e il nostro cuore e uscendo portiamo la parola di Dio con noi e per tutti…»

Un’omelia, quella di don Silvano Cani, che invoca la pace, la fratellanza, il rispetto e l’amore. Un messaggio di speranza affinché il 2017 possa portare serenità e sollievo a chi tanto soffre.

La cornice naturale delle grotte offre grande spunto alla riflessione proprio sull’importanza delle bellezze naturali che il Signore ci ha donato, che noi dobbiamo rispettare ed amare.

Un ringraziamento corale alla cooperativa Monte Meana che da anni “tiene in piedi” un servizio turistico degno di lode, soprattutto per il periodo di crisi economica che da tempo imperversa sul territorio.

Alla fine della messa, ha preso la parola il sindaco di Santadi Elio Sundas che, dopo i ringraziamenti di rito, ha voluto ricordare due persone scomparse che in qualche modo fanno parte della storia delle grotte Is Zuddas: l’artista Gianni Salidu che ha scolpito il presepe esposto e poi donato, dopo la sua dipartita, dalla moglie alla cooperativa Monte Meana e Antonello Sulas, storico presidente della stessa cooperativa, venuto a mancare prematuramente, persona che si è adoperata tanto e che ha creduto sino in fondo nei progetti legati alla valorizzazione di un tale tesoro naturale.

L’applauso dei presenti ha omaggiato il loro ricordo ed il canto finale del coro, in lingua sarda, ha concluso la prima parte della mattinata.

Una volta ritornati all’ingresso, proprio sul piazzale antistante la biglietteria, è stato scoperto dai sindaci di Santadi e Carbonia, Elio Sundas e Paola Massidda, il cippo del Cammino di Santa Barbara (il terzo, dopo quelli di Iglesias e Carbonia), benedetto da don Giampiero Marongiu, parroco di Santadi.

Subito dopo, Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella e della Fondazione Cammino di Santa Barbara, insieme ai sindaci di Santadi e Carbonia ha donato un medaglione ricordo con lo stemma del Cammino di Santa Barbara, ai fedeli collaboratori volontari che hanno seguito passo dopo passo il cammino di Santa Barbara, sostenendo tutte le iniziative e prendendo parte ai percorsi.

Una bella cerimonia che ha emozionato e commosso chi ha ricevuto il dono e non solo, un’iniziativa dal grande significato, un “Cammino” che ha messo d’accordo 23 comuni, consci che solo insieme si possano risollevare le sorti del nostro territorio, che chiede aiuto a gran voce e che attende il giusto riscatto per un momento di rinascita che possa unire tutti in un unico abbraccio di salvezza.

Il buffet ha definitivamente chiuso una giornata importante, anche dal punto di vista delle presenze: gli onorevoli Emanuele Cani e Francesco Sanna e il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, con la loro partecipazione, fanno sperare in una sempre più grande collaborazione tra Governo, Regione e Comuni, una collaborazione volta ad una crescita culturale e socio-economica che, attesa ormai da tanto tempo, si spera possa diventare una colonna portante nel nostro più immediato futuro.

Con un vasto album fotografico, pubblichiamo un’intervista realizzata da Giampaolo Cirronis con il sindaco di Santadi, Elio Sundas.

Nadia Pische