3 March, 2025
HomePosts Tagged "Nadia Pische" (Page 35)

[bing_translator]

Lettera Aperta al commissario straordinario della ASL 7 di Carbonia.

Egregio Dottor Onnis, mi chiamo Nadia Pische e le scrivo per invitarla pubblicamente a recarsi, in mia compagnia, in visita al “Sirai”, l’ospedale in cui io vado, ahimè purtroppo da molti anni, per una serie di vicissitudini di salute, mie personali e di alcuni familiari.

La invito a questa “passeggiata”, perché non voglio assolutamente credere che lei sia al corrente di alcune questioni organizzative che noi pazienti, già provati per problemi di salute, ci ritroviamo a subire…

La invito, prima di tutto, come cittadina di Carbonia, profondamente addolorata per la piega economico-sociale catastrofica che sta prendendo il territorio; in secondo luogo come docente, attualmente in servizio presso una scuola primaria della città, educatrice di “uomini” e “donne” del domani, ora bambini e bambine in via di formazione; in ultima analisi le scrivo come giornalista, regolarmente iscritta all’albo e collaboratrice di un mensile e di un sito, che operano e si muovono gratuitamente nel territorio.

Credo fermamente che i mass media abbiano ancora un ruolo non da poco, perché sono convinta che tanti cittadini vorrebbero scrivere questa lettera, ma poi per mancanza di tempo, pazienza, voglia di lottare, non l’abbiano ancora scritta, perché credo che in questo particolare momento che la nostra città, la nostra provincia, la nostra regione, la nostra Italia stanno vivendo, ci si debba un attimino fermare a parlare e magari, parlando ed osservando, sono convinta che si possano risolvere, se non tutte, gran parte delle situazioni incresciose che puntualmente si verificano e di cui magari lei non è a conoscenza.

Se mi permette, vorrei farle qualche esempio, qualche segnalazione…

In quest’ultima settimana mi sono recata praticamente in ospedale tutti i giorni… pertanto le sto per dare uno spaccato abbastanza preciso ed attento… correlato di fotografie.

Gli ascensori, diciamo i nuovi, giusto per capirci, non funzionano da almeno una settimana… questo ha creato una fila interminabile nel “vecchio” ascensore, quello che si trova al centro delle scale, mentre quello che invece si trova poco dopo la farmacia, nel sotterraneo sulla parete destra, non può essere utilizzato perché ha un’altra funzione; infine, gli ascensori posti in fondo al corridoio sotterraneo non sarebbero una soluzione perché portano ad una sola parte dei reparti.

Ieri mattina poi, strabiliata, noto pure, nei pressi degli ascensori, una sorta di legenda colorata, appena sistemata, nella quale vengono spiegate in modo dettagliato “le funzioni” degli ascensori… la cosa pazzesca è che l’ascensore… l’unico in cui ci riversavamo tutti in questi giorni… noi utenti non lo possiamo più utilizzare…

Premetto che questo ascensore viene attualmente usato per trasportare malati, defunti, personale, utenti malati ed utenti in visita… tutti insieme appassionatamente…

Quindi procedo raccontando giusto qualche episodio esemplificativo…

Salendo a piedi al quinto piano, emodinamica, dove dovevo recarmi in visita, incontro lo stimato dottor Paolo Casula, il medico della pediatria, se non ricordo male, di circa 40 anni fa, che, in compagnia della sua signora e di un figlio accompagnatore, entrambi i coniugi con un bastone a tre piedi, si accingevano a raggiungere il pianterreno a piedi… non le dico il mio sgomento, claudicanti e costretti a scendere a piedi ben cinque piani…

Il giorno dopo, mi reco in radiologia, bellissima dopo la ristrutturazione ma sconvolgente nella lunghezza dei tempi, trovo un tecnico dal modo di fare veramente improponibile, tanto di rispetto per la sua persona, ma veramente da non poter lasciare con un incarico come quello attuale a stretto contatto con i pazienti… per non parlare poi dell’esito… faccio la radiografia alle 17.00 del 14 gennaio e devo recarmi a ritirare il referto il giorno dopo… ma se siamo in tre pazienti in tutto ed io ho una visita ortopedica di lì a poco, perché devo aspettare? Potrei capire se ci fossero tanti pazienti ma così… non se ne parla nemmeno…

Mesi fa, porto mia madre, in dimissioni protette, nel reparto di cardiologia e una dottoressa mi dice che dobbiamo passare dal pronto soccorso… meravigliata seguo le sue indicazioni anche se non ne condivido la politica… riscendo con mia madre con la pressione alle stelle al pronto soccorso, dove la lasciano buttata su una sedia dal pomeriggio all’alba… ma, a quel punto, penso fra me e me… a cosa serve essere in dimissioni protette???

Potrei continuare ma credo che questi esempi siano più che sufficienti per avere delle spiegazioni in merito.

Il mio desiderio e credo che dai toni della lettera sia di facile comprensione, è solo quello di “aiutarla” a vedere alcune cose dal punto di vista di noi utenti…

Le posso assicurare che diventa faticoso districarsi in una situazione di questo tipo…

Al Sirai lavorano, a mio avviso, e non solo, in maggioranza delle eccellenze mediche, personale squisito che da anni cerca di dare il meglio di sé, infermieri che svolgono il loro lavoro con attenzione e professionalità, inservienti che si impegnano anche di più…

Pertanto, vorrei che loro come lavoratori… e noi come utenti… avessimo l’opportunità di “vivere meglio” il nostro quotidiano.

Mi sono rivolta a lei, dottor Onnis, non perché ritenga che lei debba fare tutto da solo o perché le responsabilità siano solo sue, ma semplicemente perché da qualcuno dovevo iniziare…

La prego, faccia sentire la nostra voce in Regione, combatta per un ampliamento dell’organico… ricordi a chi di dovere che stiamo già morendo di fame… e non possiamo anche morire di stenti…

La ringrazio infinitamente per il tempo che mi ha dedicato… e aspetto impaziente che lei mi contatti…

Fremo all’idea di poter scrivere quanto prima che qualcosa è migliorato… e poi se vorrà, mentre passeggeremo per il Sirai, le potrò far notare anche qualche altra piccola cosa che si potrebbe sistemare…

Ci tengo a precisare… che chi scrive è portavoce di un malcontento generale.

Ancora grazie infinite e buona giornata… ora corro a prepararmi… i miei alunni aspettano la maestra e son già le sette e venti.

Carbonia, 20 gennaio 2016

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

Ospedale Sirai 1 copia  IMG-20160120-WA0002 IMG-20160120-WA0001IMG-20160120-WA0003 IMG-20160120-WA0004 IMG-20160120-WA0005 IMG-20160120-WA0006

 

[bing_translator]

Il 26 dicembre, l’associazione culturale Sardinian Events, ha regalato, ancora una volta, la magica rievocazione della nascita di Gesù bambino.

L’evento, patrocinato dal comune di Portoscuso, rappresentato sul luogo dall’assessore allo spettacolo… Attilio Sanna, ha entusiasmato grandi e piccini che in tanti sono accorsi. Il pubblico, attento e silenzioso, ha seguito con interesse sia le performance parlate, sia quelle cantate dalle splendide voci della corale… di Sant’Antioco magistralmente diretta da…

Il tutto reso particolare dalla splendida presenza di Davide, un bimbo di un mese e 20 giorni, “prestato” dai genitori per interpretare l’importante ruolo di Gesù bambino. Uno spaccato di realtà invece è stato donato dalla presenza di un asinello, di due pecore e di due agnellini…tutti perfettamente calati nel loro ruolo.

Un impegno serio e costante quello portato avanti dall’associazione con a capo Leo Basilio Pusceddu, che circondato da un capace ed abile staff, ha modo di far rivivere il passato della tradizione e della cultura cristiana, puntando su un presente che chiede radici ferme per un futuro fatto di valori.

Ma non finisce qui…il presepe vivente ha di nuovo lasciato il posto a quello monumentale che si potrà visitare sino alla fine del mese di gennaio, così come quello meccanico. Il 5 gennaio, alle 21.00, sempre nei locali della vecchia tonnara, ci sarà invece una serata di karaoke… beneficienza; il 6 gennaio, alle 15.00, nelle acque della caletta, l’arrivo della befana in barca farà divertire tutti, dai zero ai cent’anni; alle 17.30, infine, si snoderà lungo le vie del paese la carovana dei magi…

Tra gli interpreti Gaddo, un simpatico e curioso asinello, comparsa determinante anche nel presepe vivente, che lo scorso anno aveva calcato le scene per la prima volta e Svelto un coniglietto sassarese, da poco trasferitosi nel Sulcis Iglesiente.

Impossibile mancare a questi appuntamenti…il rischio che si corre è che la befana passi a portarsi via le feste senza che ci si sia divertiti abbastanza.

IMG_2471

IMG_3912  IMG_3909 IMG_3907 IMG_3902 IMG_3901 IMG_3899 IMG_3894 IMG_3892 IMG_2560 IMG_2559 IMG_2558 IMG_2557 IMG_2556 IMG_2555 IMG_2553 IMG_2552 IMG_2551 IMG_2550 IMG_2528 IMG_2527 IMG_2526 IMG_2525 IMG_2524 IMG_2523 IMG_2522 IMG_2521 IMG_2520 IMG_2519 IMG_2518 IMG_2517 IMG_2516 IMG_2515 IMG_2514 IMG_2511 IMG_2510 IMG_2509 IMG_2508 IMG_2507 IMG_2506 IMG_2505 IMG_2504 IMG_2503 IMG_2502 IMG_2501 IMG_2500 IMG_2499 IMG_2498 IMG_2496 IMG_2495 IMG_2493 IMG_2492 IMG_2489 IMG_2488 IMG_2487 IMG_2485 IMG_2482 IMG_2481 IMG_2480 IMG_2479 IMG_2478 IMG_2476 IMG_2475 IMG_2474 IMG_2473 IMG_2472 IMG_2471 IMG_2470 IMG_2469 IMG_2468 IMG_2463 IMG_2460 IMG_2459 IMG_2453 IMG_2452 IMG_2451 IMG_2450 IMG_2449 IMG_2448 IMG_2447 IMG_2446 IMG_2445 IMG_2444 IMG_2443 IMG_2442 IMG_2441 IMG_2440 IMG_2437 IMG_2436 IMG_2435 IMG_2433 IMG_2432 IMG_2429 IMG_2428 IMG_2427 IMG_2426 IMG_2425 IMG_2423 IMG_2422 IMG_2421 IMG_2416 IMG_2414 IMG_2413 IMG_2412 _MG_3886 _MG_3879 _MG_3878 _MG_3873 _MG_3871 _MG_3868 _MG_3866 _MG_3860 _MG_3859 _MG_3856 _MG_3855 _MG_3854 _MG_3853 _MG_3852 _MG_3842 _MG_3837 _MG_3833 _MG_3832 _MG_3831 _MG_3830

E’ stata inaugurata domenica 14 giugno, nella Sala Docce del Museo del Carbone (Grande Miniera di Serbariu) sarà inaugurata la Mostra “I volti della memoria. Smalti e carboncini” del pittore Ielmo Cara.

Ielmo Cara è nato nel 1934 a Gavorrano, dove ha trascorso la sua infanzia prima di giungere a Carbonia, ancora bambino. Suo padre e suo nonno, di Narcao, sono stati minatori. Le sue memorie minerarie biografiche e storiche, unite a quelle dei suoi parenti, coprono più di un secolo. I particolari mondi umani minerari sono riuniti dall’artista in un’esposizione che comprende venti ritratti in bianco e nero: dieci quadri a smalto su compensato e dieci disegni a carboncino su carta, realizzati negli anni Ottanta.

La mostra sarà visitabile fino al 30 luglio 2015, tutti i giorni della settimana: fino al 20 giugno, dalle 10.00 alle 17.00; dal 21 giugno al 30 luglio, dalle 10.00 alle 18.00.

Fotografie di Nadia Pische.

 IMG_2862 copiaIelmo Cara copiaIMG_2876 copiaIMG_2868 copiaIMG_2867 copiaIMG_2865 copiaIMG_2863 copia

Si conclude questa sera, nella saletta del Portico, in piazza Roma, a Carbonia, la mostra di Larisa Seregina “Mondi e meraviglie”, allestita nell’ambito della Rassegna “12×12”.

La mostra presenta una serie di lavori che nascono dal senso di meraviglia che la stessa autrice prova di fronte alla bellezza del mondo. Emozioni che l’artista desidera condividere con gli altri. I suoi dipinti diventano così un tramite per veicolare il suo universo poetico verso l’osservatore permeabile a tale bellezza reinterpretata.  Non solo paesaggi quindi, ma sentimenti lirici  nati dal desiderio di fermarne l’impatto visivo.

Fotografie di Nadia Pische.

IMG_2535 IMG_2534 IMG_2533 IMG_2532 IMG_2531 IMG_2530 IMG_2529 IMG_2528 IMG_2527 IMG_2526 IMG_2525 IMG_2524 IMG_2523 IMG_2522 IMG_2519

Il 23 aprile è stata inaugurata all’Exmà di Cagliari, Centro comunale d’Arte e Cultura, la personale dell’artista Antonio La Rosa che con “Equilibri instabili” porge, un invito ad osare… a non star fermi per paura di rompere l’equilibrio che si è raggiunto. E’ come se la staticità facesse morire l’uomo poco per volta, lo ingabbiasse, nel timore di perdere una certezza, dimenticando così l’emozione del protendersi verso un qualcosa di nuovo, tralasciando di ricordare che ogni equilibrio è momentaneo… e come tale deve essere visto, col conseguente desiderio di un’incessante voglia di ricrearlo sempre nuovo.

L’arte è la metafora attraverso la quale Antonio ci porta in una dimensione magica, dove le sue sculture pullulano di equilibri instabili, dove viene quasi spontaneo allungare una mano per “sistemarle”, apparentemente dure e fredde esprimono un movimento che alimenta la fantasia del fruitore che in alcune di esse coglie morbidezza, sentimento e poesia e in altre intravede rotture, inizio e fine di equilibri vitali in una sinergia che tiene il tutto unito. Sculture energiche in grado di comunicare serenità e sicurezza, forgiate da un artista che tanto ha da dire e che sceglie di farlo anche con la pittura… Una pittura, la sua, dove i colori dalle tinte calde e forti regalano calore ed un’emozione intensa capace di mettere le ali ai pensieri… ed è in quel momento che i palazzi delle metropoli, protagonisti delle sue tele, si avvicinano, si abbracciano, a testimomiare la presenza delle persone che ci vivono dentro, delle loro anime capaci di trovare il giusto equilibrio nella sinergia, nell’incontro, nel trovarsi vicini…

Fuori dallo spazio artistico di Antonio La Rosa, nella città che lo accoglie, tutto continua, nulla si ferma, il frastuono esterno non disturba la danza di colori e forme in cui ci si può perdere arrivando persino ad entrare in un laboratorio, al centro dello spazio espositivo, cuore del suo estro, dove tutto ha inizio e… dipingere con i suoi colori, tratti e linee di metropoli in cerca di vita, per diventare poi “la metropoli di tutti”.

Sparsi lungo le pareti sono adagiati i pensieri dell’artista…in attesa di essere letti, di essere colti, il tramite che minerà l’equilibrio del lettore, che lo proietterà verso nuove mete, verso nuovi porti, che farà nascere in lui la voglia irrefrenabile di viaggiare verso nuove ipotesi, verso nuove idee… in un cammino di scoperta dove la ricerca dell’equilibrio lo farà correre su un filo… come un funambolo… personaggio importante in alcuni dipinti dell’artista… e allora Antonio portaci con te… tienici per mano e continua ad emozionarci…

Nadia Pische

IMG_0940IMG_0908  IMG_0910 IMG_0911 IMG_0914 IMG_0915 IMG_0916 IMG_0917 IMG_0918 IMG_0920 IMG_0909IMG_0921 IMG_0922 IMG_0923 IMG_0924 IMG_0925 IMG_0927 IMG_0928 IMG_0929 IMG_0930 IMG_0931 IMG_0932 IMG_0933 IMG_0934 IMG_0935 IMG_0936 IMG_0937 IMG_0938 IMG_0939  IMG_0941 IMG_0942

IMG_7059-2Antonio La Rosa 2 copia Antonio La Rosa dipinge

We’ll also put the spotlight on the brilliant and eclectic artist, Antonio La Rosa. We’ll make an elegant portrait of him, soft but coloured, characterized by the warm and traditional Sardinian colours and tastes… and the title will be: “Antonio, a gentleman from another time”.

Our friend Antonio, opened the shutter of his workshop for us and, at that moment, the chaos of the real world disappeared, and we entered a dimension formed of “unstable equilibrium”.

The artist, born in Calasetta, with humble words, tells us about his life… his eyes shining, remembering himself as a young boy and as a teenager. He’s touched when he remembers that day when, after telling his mum Rita, he told his dad Pasquale his important decision, the one which would change his life forever: “Dad, I’m leaving!”

The silence in the room at that precise moment is still tangible, his dad didn’t talk, didn’t say a word… His son renounced working in his small family business to follow a dream, to become an actor, like the ones you see on TV, like the ones you can’t see in Sardinia. Antonio’s desire to leave was strong, but it teetered when he met his dad’s glare, though he decided to leave anyway.

At the age of 24 Antonio arrived in the capital city and studied drama in a private school for about three years. In a short time he took his first steps on stage and in 2001 he performed his first major role; but he didn’t stop studying: courses and master classes filled his days; he also travelled around until he arrived in Los Angeles. When he came back from the USA, he formed the theatre company “I gitani dell’Anima” (the gypsy of the soul), for which he worked as a director and took the lead roles. They put on a comedy: “Stasera a casa di amici” (this evening at some friends’), by the De Filippo brothers. Since then he’s toured around Italy with different productions, amongst the last ones “Natale in Cantina” (Christmas in the basement) and “Il tempo di una lavatrice” (The Timing of a Washing Machine)….

But, how was the actor born? To tell us about it, Antonio goes back in time. He tells us about when he was in the first year of high school and played the role of Jesus in “Jesus Christ Superstar”, a real success that he remembers, smiling. He has the same smile when he thinks about his drawings at the preparatory school…he always drew a lion…maybe at that time the painter had already been born.

At the beginning of his artistic career, Antonio needed a job, and he worked as a bank consultant, which he bluffed his way through.

What does Antonio want to do when he’s older? – “I don’t want to become old,” he replies.

Today he’s 38 years old and he wants to be a man of no age, but the time passes, life goes by and the artist inside knows it, so he seizes the hour. That which goes around in his head understands that in life everything is unstable and it’s almost a necessity to lose equilibrium, to instantly find a new one, and he finds it, loses it, and finds it again. This makes his art a synergy of unstable equilibrium.

But, to better understand Antonio’s thousand facets, we need to let ourselves be guided around his workshop, where our eyes  feast upon beautiful things: paintings with warm colours resting on tripods, canvases which grip your attention and animate the walls; a line of four chairs from the oratory where as a small boy he went to watch films; tins of paint; an old trunk with canvases and pieces of glass; costumes resting on a tiger-striped sofa, and then paint brushes, palette knives and rags which give life to a painting of him and his dad at sunset, or to a picture of a modern family… distant but united.

Antonio considers himself a man of the world… he left Sardinia to find something more, but in his dreams he had already climbed into a balloon he had painted… probably after having raised his top hat, just as represented in another of his pictures.

For several years, Antonio has experimented with sculptures in iron representing the unstable equilibrium of life, and that push in our lives, sweet but decisive, like the one his mother Rita gave him on the swing under an incredibly high fig tree.

And so, via swings and balloons, Antonio, we wish that you go on flying high with your dreams, and through sculptures and paintings trace your brilliant author’s lines, maybe like the ones you’ll take into the theatre with the new show “Lemuri”; or, the ones at EXMA, the Contemporary Art Museum, starting from 23rd April till 24th May, in Cagliari, where you’ll guide us via your workshops. We’ll be catapulted into the magic world of art where everything is possible and nothing is out of reach… just like that dream which had astonished your dad Pasquale so much, and who is now so proud of his Antonio.

Nadia Pische

traduzione in inglese di Elisabetta Basciu

 IMG_6820-2IMG_7115-2 IMG_7107-2   IMG_6960-2IMG_6854-2

IMG_7059-2Antonio La Rosa 2 copia Antonio La Rosa dipinge

Oggi puntiamo le luci del palcoscenico sul brillante artista poliedrico Antonio La Rosa. Faremo di lui un dipinto gentile ed elegante, morbido e colorato al punto giusto, dalle tinte calde e dai sapori nostrani… ed il titolo sarà: “Antonio, un signore d’altri tempi”. Eh sì proprio così, il nostro amico Antonio ci ha aperto la serranda del suo “laboratorio” e, da quel momento, il caos del mondo reale è scomparso e siamo entrati in una dimensione fatta di “equilibri instabili”

L’artista, a cui Calasetta ha dato i natali, con parole umili ci racconta di se… gli occhi gli brillano mentre ricorda “Antonio bambino” e poi adolescente, si commuove nel ricordare quel giorno quando, dopo averlo detto alla madre Rita… comunica al suo papà Pasquale una decisione importante, quella che cambierà per sempre la sua vita: «Papà io parto! Vado a Roma per studiare recitazione…»

Il silenzio della stanza, di quel preciso momento, è ancora tangibile, il padre non parla, non proferisce parola… Un figlio rinuncia ad entrare a far parte della piccola azienda familiare per inseguire un sogno… Diventare attore, come quelli che si vedono in tv, come quelli che non ci sono in Sardegna, la voglia di partire è forte, ma vacilla quando incontra lo sguardo del padre… e, comunque, decide di partire… A 24 anni, Antonio arriva nella capitale e per circa tre anni e mezzo studia recitazione in una scuola privata. Nel giro di poco tempo muove i primi passi sul palcoscenico e nel 2001 fa la sua prima entrata in scena… non smette di studiare, corsi e master class riempiono le sue giornate, si sposta in lungo e in largo sino ad arrivare a Los Angeles. Al suo rientro dagli USA mette su “I gitani dell’anima”, una compagnia che lo vede regista protagonista in uno spettacolo dei fratelli De Filippo “Stasera a casa di amici”, gira l’Italia con varie produzioni, tra le ultime “Natale in cantina” e “Il tempo di una lavatrice”. Ma come nasce l’attore? Per raccontarcelo Antonio torna indietro nel tempo… e co-me per magia rieccolo in 1ª media quando sfonda le scene interpretando Gesù in “Jesus Chryst superstar”... un vero successo che ricorda col sorriso… lo stesso che fa quando ripensa ai suoi disegni della scuola materna… disegnava un leone… sempre un leone… forse già allora nasceva il pittore. Attore, pittore… ma serviva un lavoro e Antonio diventa consulente per una banca… in fondo si trattava solo di recitare una parte…

Ma da grande cosa vorrà fare Antonio? Diventare grande? Antonio non vuole diventare grande… oggi ha 38 anni e vuole essere “l’uomo senza età”... ma il tempo se ne va, la vita scorre, l’artista che c’è in lui lo sa… e coglie l’attimo… quel che è, girovagando dentro se stesso comprende che nella vita tutto è precario ed è quasi necessario perdere l’equilibrio per trovarne subito uno nuovo… e lui l’equilibrio lo trova, lo perde e lo ritrova ancora… e fa delle sue arti una sinergia di equilibri instabili… Ma per comprendere meglio le sue mille sfaccettature occorre lasciarsi guidare all’interno del suo laboratorio, gli occhi ed il gusto per il bello traggono subito piacere: quadri dalle tinte calde adagiati sui cavalletti; tele dai soggetti graffianti che animano le pareti; una fila di 4 sedie dell’oratorio, le stesse su cui si sedeva quando da bambino si recava a vedere un film; barattoli di colore; un vecchio baule con tele e vetri; abiti di scena poggiati su un divano tigrato e poi pennelli, spatole e stracci per dar vita ad un tramonto col padre… ad un ritratto di famiglia moderna, separata ma unita… Antonio si sente cittadino del mondo… a suo tempo lasciò la Sardegna per andare incontro a qualcosa di più… nei suoi sogni l’aveva già fatto salendo su una di quelle mongolfiere che ha dipinto su tela… magari dopo aver sollevato il cilindro in segno di saluto, proprio come rappresenta un altro suo quadro… Un artista sul palcoscenico, tra i suoi scritti, tra le tele, ma da qualche anno anche tra “morbide” sculture di ferro in equilibrio precario e instabile… quasi una metafora della vita… noi in continua ricerca di equilibrio… di una spinta… dolce ma decisa… proprio come quella che mamma Rita gli dava su quell’altalena posta sotto quell’incredibile fico alto 5 metri… E allora altalene… mongolfiere… continua a volare in alto con i tuoi sogni e tra uno “sfrido” ed un “pennello” traccia grandi linee d’autore… magari quelle che porterai a teatro col nuovo spettacolo intitolato “Lemuri”, oppure quelle che a partire dal 23 aprile al 24 maggio all’Exma, Museo d’Arte contemporanea, a Cagliari ammireremo in tua compagnia, quando attraverso i tuoi laboratori ci catapulterai nel magico mondo dell’arte dove tutto è possibile… e dove niente è irraggiungibile… proprio come quel sogno che aveva tanto stupito papà Pasquale, che adesso è fiero del suo Antonio.

Nadia Pische

traduzione in inglese di Elisabetta Basciu

We’ll also put the spotlight on the brilliant and eclectic artist, Antonio La Rosa. We’ll make an elegant portrait of him, soft but coloured, characterized by the warm and traditional Sardinian colours and tastes… and the title will be: “Antonio, a gentleman from another time”.

Our friend Antonio, opened the shutter of his workshop for us and, at that moment, the chaos of the real world disappeared, and we entered a dimension formed of “unstable equilibrium”.

The artist, born in Calasetta, with humble words, tells us about his life… his eyes shining, remembering himself as a young boy and as a teenager. He’s touched when he remembers that day when, after telling his mum Rita, he told his dad Pasquale his important decision, the one which would change his life forever: “Dad, I’m leaving!”

The silence in the room at that precise moment is still tangible, his dad didn’t talk, didn’t say a word… His son renounced working in his small family business to follow a dream, to become an actor, like the ones you see on TV, like the ones you can’t see in Sardinia. Antonio’s desire to leave was strong, but it teetered when he met his dad’s glare, though he decided to leave anyway.

At the age of 24 Antonio arrived in the capital city and studied drama in a private school for about three years. In a short time he took his first steps on stage and in 2001 he performed his first major role; but he didn’t stop studying: courses and master classes filled his days; he also travelled around until he arrived in Los Angeles. When he came back from the USA, he formed the theatre company “I gitani dell’Anima” (the gypsy of the soul), for which he worked as a director and took the lead roles. They put on a comedy: “Stasera a casa di amici” (this evening at some friends’), by the De Filippo brothers. Since then he’s toured around Italy with different productions, amongst the last ones “Natale in Cantina” (Christmas in the basement) and “Il tempo di una lavatrice” (The Timing of a Washing Machine)….

But, how was the actor born? To tell us about it, Antonio goes back in time. He tells us about when he was in the first year of high school and played the role of Jesus in “Jesus Christ Superstar”, a real success that he remembers, smiling. He has the same smile when he thinks about his drawings at the preparatory school…he always drew a lion…maybe at that time the painter had already been born.

At the beginning of his artistic career, Antonio needed a job, and he worked as a bank consultant, which he bluffed his way through.

What does Antonio want to do when he’s older? – “I don’t want to become old,” he replies.

Today he’s 38 years old and he wants to be a man of no age, but the time passes, life goes by and the artist inside knows it, so he seizes the hour. That which goes around in his head understands that in life everything is unstable and it’s almost a necessity to lose equilibrium, to instantly find a new one, and he finds it, loses it, and finds it again. This makes his art a synergy of unstable equilibrium.

But, to better understand Antonio’s thousand facets, we need to let ourselves be guided around his workshop, where our eyes  feast upon beautiful things: paintings with warm colours resting on tripods, canvases which grip your attention and animate the walls; a line of four chairs from the oratory where as a small boy he went to watch films; tins of paint; an old trunk with canvases and pieces of glass; costumes resting on a tiger-striped sofa, and then paint brushes, palette knives and rags which give life to a painting of him and his dad at sunset, or to a picture of a modern family… distant but united.

Antonio considers himself a man of the world… he left Sardinia to find something more, but in his dreams he had already climbed into a balloon he had painted… probably after having raised his top hat, just as represented in another of his pictures.

For several years, Antonio has experimented with sculptures in iron representing the unstable equilibrium of life, and that push in our lives, sweet but decisive, like the one his mother Rita gave him on the swing under an incredibly high fig tree.

And so, via swings and balloons, Antonio, we wish that you go on flying high with your dreams, and through sculptures and paintings trace your brilliant author’s lines, maybe like the ones you’ll take into the theatre with the new show “Lemuri”; or, the ones at EXMA, the Contemporary Art Museum, starting from 23rd April till 24th May, in Cagliari, where you’ll guide us via your workshops. We’ll be catapulted into the magic world of art where everything is possible and nothing is out of reach… just like that dream which had astonished your dad Pasquale so much, and who is now so proud of his Antonio.

 IMG_6820-2IMG_7115-2 IMG_7107-2   IMG_6960-2 IMG_6854-2

Happy Birthday Carbonia, City of Mines, Art and Culture!

To know the origins of my beloved city, you need to go back a good 76 years.

It was in 1936 that Benito Mussolini consented to the setting up of a city within the mineral basin of Sulcis, and he had the brilliant idea of building the city with the goal of obtaining the maximum possible from the coal reserves. In just two years, a workers’ village in the ‘mouth of a mine’ attracted labourers from various parts of Sardinia plus mainland Italy. During the first phase, temporary workers constructed the city, but subsequently, many workers decided to settle in Carbonia and work in the mines. The realization of the city was initially taken care of by the engineer Gustavo Pulitzer, but then given to the engineer Cesare Valle, plus the architect Ignazio Guidi, who was assisted by, then replaced by, Eugenio Montuori. A city was born with ordered architecture, simple houses and few decorative elements, iron and trachyte featuring in the main.

To co-ordinate everything, “the regime” decided to create the Italian Coal Office – L’Azienda Carboni Italiani.

For sure, at the beginning, there were more than a few problems… a predominantly male presence, many different dialects, and a sense of isolation.

The work in the mines, however, bonded the workers, making many feel less lonely. Together they ‘gave life’ to the mines which were utilized during the entire Second World War, and the post-war period; but then declined in importance until their closure in 1964.

Unfortunately, at that time, the mines were abandoned. Buildings, machinery and tools with which people had ‘given their all’ remained forgotten, until, under the auspices of the council administration run by Antonangelo Casula, a restoration plan was formulated, finances for it arriving from the European Community. The site became an object of intense interventions, of reconstruction and of re-working. It became a reality with the birth of the ‘Italian Centre for Coal-related Culture’, inaugurated on 3rd November 2006 in the presence of The Speaker of the House of Deputies, Fausto Bertinotti, the President of the Region of Sardinia, Renato Soru, the President of the Carbonia-Iglesias Province, Pierfranco Gaviano, and the Mayor of Carbonia, Salvatore Cherchi. The mine today is ‘a treasure’ utilized under the umbrella of culture, tourism, instruction and science.

The mineshafts, lamp rooms, and equipment rooms bear witness to the history of all those who in the tunnels worked, suffered, and often, lost their lives. The museum has collected a vast array of objects and documents which, “from coal-covered” and “sweaty, injured hands”, come to us, not to be forgotten, but to be remembered by ‘the elders,’ and to be made known to ‘the youngsters’, along with the origins of Carbonia…

… a city that ‘today’ is trying to rise again… a city where the young cannot find work… where the workplaces suffer and often slam shut their gates…where unemployment assumes a character truly alarming… where family poverty is steadily increasing… where the natural beauty of the surrounding land should save us from ‘a slow, certain death”…

A gift for your 76th birthday?

I know you would like to receive certain things: a warm embrace from your citizens, who, together, for you, could do so much, dedicating a little of their time to re-evaluating every corner of the city, just like they did in the past, when friendly hands lovingly looked after you, without asking anything in return, just for the pleasure of seeing you smile. Let’s appreciate you again.

Nadia Pische (traduzione di Elisabetta Basciu)

  Carbonia di notteCarbonia di notte 517 copiaCarbonia di notte 2 copia

Il Duce inaugura CarboniaIl Duce inaugura Carbonia 2Inaugurazione di Carbonia Arrivo Fausto Bertinotti 1 Bertinotti 0 Bertinotti 675  Bertinotti in miniera 3 Cocco-Bertinotti 1 Fausto Bertinotti 2 Fausto Bertinotti 3 Murgia-Bertinotti 1 Murgia-Bertinotti-Cherchi Bertinotti in miniera 2IMG_5582

Buon compleanno Carbonia, città mineraria, d’arte e cultura!

Per conoscere le origini della mia amata città bisogna tornare indietro di ben 78 anni…

Era il 1936 quando Benito Mussolini constatò l’esistenza di un bacino minerario nel Sulcis ed ebbe così la brillante idea di edificare la città, al fine di ottenere il massimo rendimento dai giacimenti carboniferi. In soli due anni nasce un villaggio operaio “a bocca di miniera” che attira a sé masse di lavoratori provenienti da altre parti della Sardegna e da diverse regioni italiane. Nei primi periodi la manodopera viene utilizzata per costruire la città ma successivamente molti degli operai decidono di stabilirsi a Carbonia e lavorare in miniera. L’ideazione della nuova città, inizialmente curata dall’ingegner Gustavo Pulitzer, viene poi affidata all’ingegner Cesare Valle e all’architetto Ignazio Guidi, coadiuvati e poi sostituiti dall’architetto Eugenio Montuori. Nasce una città dall’architettura ordinata, con abitazioni semplici e pochi elementi decorativi, ferro e trachite rossa la fanno da padroni.

Per coordinare il tutto, “il regime” decide di costituire l’A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani).

Certo i disagi iniziali non sono pochi… una presenza maschile molto forte… una varietà linguistica che propone un ventaglio di dialetti diversi… dilaga così un sottile filo di solitudine…

Il lavoro in miniera però unisce gli operai, in alcuni casi dà loro conforto facendoli sentire meno soli. Insieme “danno vita” ad una miniera che verrà poi sfruttata durante tutto il periodo del secondo conflitto mondiale e nel periodo post-bellico, per poi pian piano vedere decrescere il suo prestigio sino ad arrivare alla chiusura, nel 1964. Purtroppo, da quel momento la miniera viene abbandonata… edifici… impianti e macchinari che tanto avevano “dato”, rimangono lì dimenticati da tutti… fino a quando per volere dell’Amministrazione comunale guidata da Antonangelo Casula, viene ideato il progetto di recupero, dall’Unione Europea arrivano ingenti finanziamenti ed il sito diventa oggetto di poderosi interventi di ristrutturazione e rifunzionalizzazione, e diventa definitivamente realtà con la nascita del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC), inaugurato il 3 novembre 2006, alla presenza del presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, del presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, del presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Pierfranco Gaviano, e del sindaco di Carbonia, Salvatore Cherchi. La miniera è oggi un “tesoro” fruibile sotto il profilo culturale, turistico, didattico e scientifico.

Pozzi, Sale Argani e Lampisteria raccontano la storia di tutte quelle persone che, in quelle gallerie, hanno lavorato, sofferto e troppe volte perso la vita. Il Museo accoglie una vasta collezione di oggetti e documenti che… “da mani nere di carbone”, “da mani sudate e ferite”, sono arrivati a noi, per non far dimenticare, per ricordare ai “più grandi” e per far conoscere ai “più piccoli” l’origine di Carbonia…

… una città che “oggi” cerca di risorgere… una città dove i giovani non riescono a trovare un lavoro… dove le attività soffrono e troppo spesso ormai chiudono i battenti… dove la disoccupazione assume caratteri allarmanti… dove la povertà delle famiglie aumenta sempre più… dove le naturalezze del territorio circostante potrebbero salvarci da “morte lenta e sicura”

Un regalo per il tuo settantaseiesimo compleanno?

So per certo cosa ti piacerebbe ricevere… un forte e caloroso abbraccio dai tuoi cittadini, che insieme, per te potrebbero fare tanto… dedicando un poco del loro tempo a rivalorizzare tanti angoli della città… proprio come avveniva in passato, quando amabili mani ti curavano con amore… senza chiedere niente in cambio… solo per il piacere di vederti ridente… ridiamo lustro alla città…

Buon compleanno Carbonia!

Nadia Pische

  Carbonia di notteCarbonia di notte 517 copiaCarbonia di notte 2 copia

Il Duce inaugura CarboniaIl Duce inaugura Carbonia 2Inaugurazione di Carbonia Arrivo Fausto Bertinotti 1 Bertinotti 0 Bertinotti 675  Bertinotti in miniera 3 Cocco-Bertinotti 1 Fausto Bertinotti 2 Fausto Bertinotti 3 Murgia-Bertinotti 1 Murgia-Bertinotti-Cherchi Bertinotti in miniera 2IMG_5582

20141030_185042

Si è svolta questa sera, nella sala Remo Branca del Municipio di Iglesias, la presentazione del libro “L’alba e il tramonto”, di Petula Farina.
Il libro, il primo della scrittrice di Carbonia, racconta i turbolenti anni del Risorgimento italiano nella vita di un giovane, Andrea, che ha conosciuto, maturato e abbracciato, durante un importante soggiorno a Parigi, i principi dell’Illuminismo francese.

Dopo un breve intervento di saluto del vicesindaco ed assessore della Cultura del comune di Iglesias, Simone Franceschi, la moderatrice Nadia Pische ha iniziato la serata con la presentazione di un ospite, la poetessa Susanna Montis, ed ha poi iniziato il dialogo sul libro con l’autrice, Petula Farina.