14 November, 2024
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I Riformatori invitano tutti i partiti e movimenti civici che si riconoscono nella coalizione del centrodestra sardo per definire i punti programmatici chiave dell’azione di governo dei prossimi 10 anni della città di Cagliari.

«Basta perdere tempo, dobbiamo svegliare Cagliari da questi 8 anni di torpore.»

È questo il punto di partenza della proposta di confronto che Giacomo Fantola, referente dei Riformatori sardi per le Comunali di Cagliari, lancia agli alleati.

«È indispensabile anche definire il criterio di scelta del candidato sindaco unitario. Scelta che deve necessariamente avvenire in Sardegna senza alcuna imposizione d’oltremare. Non abbiamo la pretesa di imporre alcun nome. Per noi il metodo più adatto è quello delle primarie, ma se non fosse ampiamente condiviso siamo pronti a confrontarci per identificare il nome che rappresenti al meglio Cagliari.»

«Stiamo già lavorando ad una bozza di programma snello e di facile applicazione che parta dalla necessità di far ripartire l’economia cittadina, creando le condizioni perché ci sia lavoro e quindi creando opportunità per le imprese», sottolinea Pietrino Fois, coordinatore Regionale dei Riformatori sardi.

«Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso l’uso corretto di tutte le risorse che la Città possiede, partendo dalla valorizzazione del costruito e recuperando la proprietà delle aree demaniali, importante patrimonio da un punto di vista della gestione del territorio», aggiunge Noemi Migliavacca del Coordinamento Cittadino.

Sarà quindi necessario dotarsi finalmente di uno Strumento Urbanistico in grado di comprendere le reali esigenze del mercato adeguando l’attuale alle norme del Piano Paesaggistico Regionale. Opportunità che verranno date anche a chi deciderà di investire in settori trascurati negli ultimi anni come la Cultura, il Commercio, il Sociale, l’ Imprenditoria Femminile e lo Sport.

Aspetto fondamentale sarà la messa a punto della Città Metropolitana, è evidente, proseguono i Riformatori sardi, che senza un’accurata gestione metropolitana continueremo ad assistere al collasso della città di Cagliari in termini demografici e economici a discapito di una disordinata espansione dei centri limitrofi. Cagliari deve essere una Città Accessibile a tutti, in grado di migliorare il suo potenziale attrattivo anche dal punto di vista turistico, interpretando realmente il ruolo di Destinazione Turistica «Giorgio Angius continua ad essere per noi la personalità migliore per guidare la nostra città – conclude Matteo Rocca, portavoce per Cagliari – ma è necessario che la scelta venga fatta in un tavolo nel quale ci si possa confrontare sui temi essenziali per il rilancio di Cagliari e solo dopo convergere sul nome, ovvero l’esatto contrario di quello che invece è accaduto in queste settimane».

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Questa mattina il Comitato contro la società di progettazione regionale, autore di un appello pubblico che ha raccolto in pochi giorni oltre duecento adesioni tra ingegneri, architetti, geologi, geometri e tanti altri professionisti che operano nel settore dei lavori pubblici in tutta la Sardegna, è stato convocato ad un tavolo di confronto con il vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci, gli assessori dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini ed dell’Agricoltura Pier Luigi Caria ed il loro staff.

Erano presenti per il Comitato il coordinatore Giorgio Angius, accompagnato da Noemi Migliavacca ed Alessia Vargiu, per un incontro che è durato due ore, dando la possibilità alle parti di approfondire le modifiche alla delibera di costituzione di Infrastrutture di Sardegna, che oggi pomeriggio approda in Giunta per la quarta volta.

Questo iter così incerto, insieme alla novità di oggi rappresentata dal ritiro del Piano Industriale dagli allegati alla delibera, dimostra chiaramente la scarso convincimento della stessa Giunta su un percorso che il nostro Comitato ha sempre definito sciagurato.

Pur ringraziando la Giunta per l’attenzione dimostrata, il Comitato ribadisce la propria contrarietà ad una società che neanche nelle intenzioni della Giunta potrà essere operativa in tempi brevi, mancando infatti di un Piano Industriale che indichi su quali opere pubbliche andrebbe ad agire e con quali risorse si dovrebbe reggere dopo un primo contributo pubblico.

«Una società pubblica che ricopre sia il ruolo del committente controllore, che quello del progettista da controllare, viola qualsiasi principio di buona amministrazione», ha ricordato Noemi Migliavacca, ingegnere ed architetto. «Il comitato ribadisce il proprio NO a questa società: la regione pensi a potenziare gli uffici tecnici pubblici per gli indifferibili compiti di natura procedurale e di controllo a loro assegnati, lasciando al mondo delle libere professioni le progettazioni e le attività connesse», ha detto Alessia Vargiu, ingegnere idraulico. «Infrastrutture di Sardegna, che ha nel suo statuto tutte le attività di engineering, dalle progettazioni ai collaudi, di ogni tipo di opera pubblica – ha riferito nel corso della riunione il coordinatore ed ingegnere Giorgio Angius – è un cannone puntato contro le libere professioni, perché le basterebbe in futuro una singola delibera di Giunta per acquisire tutte le progettazioni di interi ambiti, dalle sistemazioni idrauliche alle strade, lasciando di fatto senza lavoro decine di studi professionali in Sardegna, che oggi lavorano in un mercato libero, offrendo ottimi servizi a costi molto minori rispetto agli uffici tecnici pubblici».

La Giunta regionale ha espresso oggi la volontà a limitare il campo d’azione a singole importanti opere, ma lo statuto di Infrastrutture di Sardegna non riporta questa limitazione. Il Comitato ha invitato la Giunta a ritirare la delibera ed eventualmente a riproporla con radicali modifiche: limitando la sua attività ai soli aspetti procedurali e di controllo, limitandola ad una singola opera di importo superiore a 50.000.000 di euro e prevedendo la sua liquidazione alla fine di quel singolo lavoro.

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La neonata AIDIA CAGLIARI si presenta alla città promuovendo la prima tappa italiana di ART HOTEL, due giorni di incontri per esplorare gli spazi d’intersezioni tra arte ed architettura con particolare attenzione negli spazi effimeri e di transito.
Il progetto prende la forma di mostra itinerante e, partito dalla Spagna in occasione della Fiera Home Textiles Premium il 12 settembre 2018 a Madrid, ha come sua prima tappa in Italia il THotel di Cagliari, dove ricrea in forma animata uno sguardo attento verso l’arte per progettare gli spazi delle strutture ricettive.

La mostra, curata dalla socia di AIDIA CAGLIARI arch. Ines Abramian, dopo il successo ottenuto alla Fiera di Madrid, sarà a Cagliari nelle uniche date del 27 e 28 settembre al THotel, secondo il seguente programma:

27 settembre

18.00 VERNISSAGE

19.00 LIVE ART

28 settembre

16.00 ARTISTI

18.00 TAVOLA ROTONDA

19.00 FINISSAGE

Alla tavola rotonda, moderata dalla presidente di AIDIA CAGLIARI, arch. ing. Noemi Migliavacca, parteciperanno le artiste, la curatrice della mostra arch. Ines Abramian, l’arch. Ferdinando Bifulco, Maria Cristina Boy (T Hotel), Giuliano Guidabardi (hotel Miramare) e interverrà la presidente di AIDIA nazionale arch. Lucia Krasovec-Lucas.

aDSC_0911aDSC_0924Hotel Cervo 1 Porto Cervo copia Porto Cervo 2 copia

Franco Mulas, area manager Starwood Costa Smeralda, ha illustrato questa mattina, a Porto Cervo, il bilancio turistico del 2014 e anticipato le previsioni per il 2015 nei 4 alberghi di proprietà del Qatar e gestiti dalla Starwood.

Il bilancio 2014 per i quattro alberghi di proprietà del Qatar gestiti dalla Starwood hotels è positivo. Il Cala di Volpe, il Pitrizza, il Romazzino e il Cervo lo scorso anno hanno confermato il trend positivo del 2013 e incrementato i dati relativi all’occupazione delle camere. Nel 2014 sono state circa 50mila le presenze complessivamente registrate nei quattro hotel di proprietà del Qatar in Costa Smeralda durante la stagione iniziata a maggio e conclusasi a ottobre. Le camere occupate sono state 27 mila 300. Il Cervo è rimasto aperto tutto l’anno; il Romazzino ha lavorato a pieno regime fino al 24 ottobre; il Pitrizza e il Cala di Volpe hanno terminato la stagione il 27 settembre. Per il 2015 è prevista un’ulteriore crescita in termini di occupazione delle camere e dunque una stagione decisamente positiva.

In un mercato sempre più internazionale quello italiano continua a mantenere il primato in termini di presenze con il 13%, seguito da quello russo (11%) e Stati Uniti (11%) con quello a stelle e strisce in netta crescita con un miglioramento del 21% rispetto all’anno precedente.

Nel 2014, grazie all’andamento positivo della stagione, l’attività dei quattro alberghi Starwood ha generato un indotto rilevante nell’economia del territorio sardo. La spesa in Sardegna, per l’acquisto di cibo e bevande (carne, pesce, frutta, verdura, vino, formaggi, per cui alimenti di consumo immediato), è stata di 2,5 milioni di euro. Starwood ha poi speso altri 4,7 milioni di euro per altri servizi sempre offerti da aziende sarde.

Un altro dato importante è quello relativo al numero dei coperti preparati nei quattro hotel e nei cinque ristoranti e locali della Starwood in Costa Smeralda: nella stagione turistica 2014 sono stati offerti 260mila pasti per un numero equivalente di persone.

Starwood ha pagato stipendi per un ammontare complessivo di circa 14 milioni di euro con un aumento di 750mila euro rispetto al 2013. I dipendenti assunti nel picco stagionale sono stati 842 il 91% dei quali residenti in Sardegna.

L’indotto totale generato nel 2014 in Sardegna dal settore ricettivo Starwood ha sfiorato i 20 milioni di euro.

A Porto Cervo per il ponte pasquale saranno aperti, oltre all’hotel Cervo, i due locali Portico e Sole e diverse boutique. Nel contesto dei flussi turistici rilevati dalla Starwood in Costa Smeralda, l’hotel Cervo rappresenta un paradigma fondamentale per valutare l’andamento della stagione turistica. Per quanto riguarda i flussi di Pasqua, il trend del Cervo è estremamente positivo: le stanze occupate saranno oltre 50 su 80, quindi l’indice di riempimento si attesta intorno al 70 per cento per una media di tre notti per ciascuna prenotazione. «Per il sesto anno di fila manteniamo l’hotel Cervo aperto per dodici mesi – sottolinea Franco Mulas, area manager Starwood – riteniamo sia un nostro dovere per dare un contributo all’economia del territorio».

La previsione per il 2015 è di 6.500 camere occupate in più rispetto al 2014. Questo trend di crescita porterà un incremento nell’occupazione dei dipendenti con una trentina di assunzioni in più nel picco stagionale. La Starwood erogherà un milione di euro in più ai dipendenti rispetto all’anno precedente.

Gli alberghi della Costa Smeralda puntano anche su nuovi mercati, oltre al consolidamento di quelli tradizionali.  Si investirà sulla crescita delle presenze dei mercati indiano, brasiliano e turco oltre che sui flussi turistici di altri Paesi del sud America. Resta sempre forte l’interesse per la Cina attraverso l’elaborazione di una politica a medio e lungo termine. Si inserisce in questo contesto la strategia di promozione dell’immagine della Sardegna nelle riviste di bordo in business class già sperimentata sugli aerei di Qatar Airways e British Airways e che verrà sviluppata su Air China e Air India.

«Ritengo sia più utile e realistico parlare di differenti target turistici in rapporto ai mercati di riferimento – spiega Franco Mulas – piuttosto che dividere l’anno di attività in alta e bassa stagione. Esistono diversi tipi di turisti da intercettare, alcuni sono interessati esclusivamente all’offerta balneare, altri sono attratti anche da un’offerta più completa: dall’ippica al trekking, dal benessere al biking passando per la valorizzazione del turismo culturale con le straordinarie ricchezze archeologiche del territorio.»

Nella previsione di budget per il 2015 gli alberghi Starwood valutano con grande attenzione il mercato Medio Orientale. In questo senso è stato tenuto in considerazione i fatto che il Ramadan sarà osservato dal 17 giugno al 17 luglio prossimi. Presumibilmente i clienti di fede mussulmana, cominceranno a viaggiare dal 20 luglio e questo potrebbe avere un impatto positivo sugli alberghi della Costa Smeralda.  Riveste un ruolo importante anche la variabile relativa al conflitto russo-ucraino dal momento che una fetta importante dei flussi turistici proviene dai due Paesi.

Per quanto riguarda invece la vetrina mondiale dell’Expò di Milano 2015, sarà «un appuntamento importante per far conoscere la Sardegna – spiega Franco Mulas – e una occasione favorevole per migliorare la promozione di una meta turistica che, al di fuori dei confini europei, in alcuni casi non è abbastanza conosciuta». La Starwood Costa Smeralda punta anche sulla promozione della Sardegna come meta turistica internazionale attraverso il messaggio de “L’isola della longevità” legato agli studi scientifici che dimostrano come in Sardegna ci sia una aspettativa della vita fuori dal comune.

Infine, nell’ambito del progetto Taste of Sardinia che punta a portare i prodotti sardi in giro per il mondo, dal 12 dicembre al 29 marzo il ristorante Cala di Volpe con 10 cuochi e 10 camerieri si è trasferito a Courchevel, rinomata località turistica sulle Alpi francesi. Inoltre, la Starwood sta pianificando un’iniziativa simile (ma con durata annuale) a Londra. Anche nella capitale londinese ci saranno i prodotti e le maestranze griffate Cala di Volpe.

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A Cagliari si riparla del progetto Betile, lanciato qualche anno fa dalla Giunta Soru e poi accantonato, e i Riformatori sardi intervengono per esprimere la loro posizione.

«Fa piacere che il centrosinistra comunale esca dal torpore della normale amministrazione dei marciapiedi per pensare finalmente allo sviluppo – scrivono in una nota Giorgio Angius consigliere comunale, Noemi Migliavacca, coordinatrice cittadina e Franco Meloni, presidente del Centro Studi Riformatori Sardi -. Certo queste iniziative ad un anno dalle elezioni fanno pensare più ad una boutade da campagna elettorale, piuttosto che ad una effettiva volontà di cambiamento, ma facciamo finta di niente.

I Riformatori sardi sono più che d’accordo sull’opportunità di realizzare a Cagliari un grande museo che possa ospitare manufatti d’arte sarda di ogni periodo, ma anche d’arte moderna di qualsiasi parte del mondo. Se ne gioverebbe la città e la Sardegna come punto di riferimento culturale di formazione per i sardi, ma anche e soprattutto come volano per allungare la stagione e completare l’offerta turistica.

La conduzione di un grande museo non è banale e ha senso affidarsi a grandi gruppi, così come potrebbe essere sufficiente selezionare un direttore artistico di valore internazionale. Naturalmente se si pensa alle sceneggiate che hanno caratterizzato la scelta dei sovrintendenti dell’Ente lirico di Cagliari, non possiamo che augurarci che questo centrosinistra si tenga lontano da questo campo.»

Due punti essenziali sembrano però non sfiorare i nuovi fautori del Betile – fanno notare i Riformatori sardi: 

«1. l’aspetto economico. Parlano di 90 milioni di euro come se fosse niente. Ne basterebbero un paio per sistemare alla grande uno dei cento grandi edifici abbandonati della città, anche attraverso un recupero di fabbricati che possa consentire soluzioni architettoniche di prestigio. Il mondo è pieno di architetture avvenieristiche di archistar di moda, ormai esse stesse diventate “non luoghi”. Un recupero di qualità consentirebbe di coniugare l’identità di edifici unici della nostra città con la creatività di nuove soluzioni funzionali ed estetiche.

2. la realizzazione di nuovi metri cubi di cemento in riva al mare. Se non è necessario, perchè continuare a costruire in aree che ovunque in Sardegna si sta cercando di tutelare? Non erano a sinistra i difensori più intransigenti delle coste.

Possiamo dare dei suggerimenti? Il capannone Nervi è un esempio di architettura del Novecento e si presterebbe perfettamente per la posizione e per gli elementi al contorno ad un recupero che lo metta in relazione sia con la città, che con il mare, magari attraverso elementi aggiuntivi che ne possano accrescere la capacità. La caserma Ederle rivissuta come città della cultura, sull’esempio dell’Arsenale di Venezia, diventerebbe un esempio di riconversione per le centinaia di aree militari in via di dismissione in Italia.»

Riformatori al mercato di San Benedetto 2 Riformatori al mercato di San Benedetto 1

Più attenzione ai mercati civici, anzi un vero e proprio master plan per dei luoghi che rappresentano la storia gastronomica di Cagliari. È quanto chiedono la coordinatrice cittadina dei Riformatori sardi di Cagliari, Noemi Migliavacca, è il consigliere comunale dei Riformatori, Giorgio Angius, che ieri mattina hanno promosso la manifestazione “Facciamo la spesa” che ha visto coinvolti un centinaio di militanti del partito, che si sono riversati all’interno del mercato di San Benedetto per dare solidarietà agli operatori del mercato e facendo la spesa. Sul tema Giorgio Angius ha anche presentato un’interrogazione al sindaco.

« La manifestazione “Facciamo la spesa al mercato” – spiega Noemi Migliavacca – pone l’attenzione sul problema dei mercati civici (la seconda azienda cittadina dopo l’ente lirico) e quindi del settore alimentare, anche se questi fanno parte del più ampio e complesso mondo del commercio al dettaglio, per il quale, assieme al Centro Studi, abbiamo già proposto un piano di incentivazione nel dicembre 2014. L’Amministrazione comunale si è distinta per aver chiuso per lavori alcune strade del centro commerciale cittadino (via Garibaldi, via Sassari, parte di largo Carlo Felice), riuscendo là dove neanche Equitalia e le tasse statali erano riuscite, come si legge nel cartello esposto nei giorni scorsi in via Sassari da un’ortolana; cosa pensano di fare? dobbiamo ancora aspettare sino a che il bubbone scoppierà?»

La manifestazione “Facciamo la spesa al mercato” si concentra sul problema dei mercati civici e quindi del settore alimentare, anche se questi fanno parte del più ampio e complesso mondo del commercio al dettaglio, per il quale, assieme al Centro Studi, i Riformatori sardi hanno già proposto un piano di incentivazione nel novembre 2014.

Cagliari ha 5 mercati cittadini:

San Benedetto: il principale per numero di addetti e di clienti

Sant’Elia : mezzo vuoto, con molti box inutilizzati

Via Santa Chiara: piccolo e disagevole; 6 box attivi su 15, in via di chiusura

Via Quirra: circa 80 box; alcuni già chiusi, molti in ritardo nel pagamento del canone di mesi nei confronti del Comune

Is Bingias Pirri: nella stessa situazione di via Quirra

I Riformatori sardi propongono di favorire l’occupazione dei box rimasti ormai vuoti all’interno dei mercati, e quindi anche la “regolarizzazione” degli abusivi; agevolare l’occupazione dei box abbassando i canoni di concessione: ognuno pagherebbe meno ma il numero di operatori crescerebbe e, quindi, il ricavo totale aumenterebbe; oppure rilasciando delle licenze per commercio itinerante, in osservanza alle norme di settore (registratore di cassa, formazione degli ambulanti, ecc.).

«Un altro piccolo passo da fare è far rispettare la legge negli immediati dintorni dei mercati: il Sindaco, in quanto capo dei Vigili Urbani, faccia intensificare i controlli almeno nel raggio di 500 metri. Non dimentichiamo, infatti, che, dal canto loro, quelli che stazionano a distanza dai mercati civici rendono in qualche modo un servizio alla popolazione soprattutto quella anziana o comunque “a mobilità ridotta” anche temporanea (donne incinte o con passeggini, per esempio); difatti questo genere di commercio urbano è sempre stato tollerato.» 

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“Cagliari e la risorsa Mare” è il titolo del convegno che si terrà domani, sabato 4 ottobre, a Cagliari (ore 9.30, Hotel Panorama, sala panoramica) promosso dai Riformatori sardi.

Al convegno parteciperanno ospiti illustri del panorama marittimo e velico nazionale: il presidente di Azimut (e deputato) Paolo Vitelli, il presidente dell’Associazione Scuola Italia in Vela, Franco Ricci, il presidente dello Yachting Club Cagliari, Alberto Floris. Il convegno sarà moderato dal presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, e dal coordinatore cittadino dei Riformatori di Cagliari, Noemi Migliavacca.

Introdurrà i lavori Paolo Ritossa, professore della Facoltà di Ingegneria Trasporti marittimi.