24 November, 2024
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Eva Robin’s è Madame ne “Le Serve” di Jean Genet, in tournée nell’Isola sotto le insegne de La Grande Prosa del CeDAC Sardegna: la fortunata pièce, testo cult del drammaturgo francese, nella versione di Veronica Cruciani (una produzione di Nidodiragno / CMC con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e il Teatro Stabile di Bolzano), in cartellone mercoledì 6 marzo, alle 21.00, all’AMA / Auditorium Multidisciplinare di Arzachena, giovedì 7 marzo, alle 21.00, al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, venerdì 8 marzo, alle 21.00, al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri e, infine sabato 9 marzo, alle 21.00, al Teatro Centrale di Carbonia, è incentrata sul rapporto di odio-amore di due cameriere per la loro padrona, ammirata e invidiata ma anche detestata e temuta al punto di desiderarne e perfino rappresentarne la morte.

Ispirandosi a un fatto di cronaca, Jean Genet ha costruito un’affascinante e inquietante allegoria del potere, in un moderno dramma in cui due sorelle, Claire e Solange, interpretate rispettivamente da Beatrice Vecchione e Matilde Vigna, due giovani e talentuose attrici, al servizio di Madame – un’icastica e irraggiungibile Eva Robin’s – in una sorta di “gioco” si alternano nei ruoli della serva e della signora, indossandone gli abiti e mimandone l’assassinio, una sorta di catartica “esecuzione”: «La rivolta delle serve contro la padrona» – spiega la regista Veronica Cruciani, che cura anche l’adattamento, nella traduzione italiana di Monica Capuani – «non è un gesto sociale, un’azione rivoluzionaria, è un rituale».

Ne “Le Serve” si affrontano – in chiave simbolica – temi cruciali e attuali come il potere, il capitalismo e la disparità sociale: «la discrepanza è cosi introiettata dentro di noi che non siamo più in grado di ribellarci e persino di immaginarci diversi da come gli altri ci pensano»sottolinea Veronica Cruciani -. «La realtà è disegnata dal potere, dal denaro, dall’altra parte ci sta chi non ne ha. E ci resta».

 

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Tredici concerti in quattro giorni con nomi di rilievo della musica e del jazz mondiale nell’incantevole scenario della rocca medievale di Castelsardo, insieme a laboratori e reading che arricchiranno un cartellone proposto dall’associazione Jana Project e con la direzione artistica del musicista Enzo Favata. Dal 22 al 25 agosto appuntamento con la diciannovesima edizione del Musica sulle Bocche International Jazz Festival, in programma nella splendida cornice di Castelsardo, uno dei luoghi più caratteristici e ricchi di storia della Sardegna. I concerti saranno collocati all’interno del borgo storico dei Doria, nelle terrazze e nei giardini che si affacciano sul mare e che si aprono verso l’Asinara da una parte e la Corsica dall’altra, mentre anche per questa edizione i concerti all’alba e al tramonto costituiranno dei momenti di particolare intensità e richiamo.

Dopo la lunga esperienza a Santa Teresa Gallura, il Festival riparte così da un altro incantevole scenario del nord Sardegna dove la rassegna jazz si caratterizzerà anche quest’anno per l’apertura ad altri generi musicali e artistici, come la musica elettronica, le espressioni più alte della tradizione popolare della Sardegna.

Protagonisti a Castelsardo saranno il quartetto di Antonio Faraò insieme al grande sassofonista statunitense Dave Liebman, la pianista islandese Sunna Gunnlaugs, il jazz flamenco dello spagnolo Antonio Lizana, i brasiliani del 3G Trio, il pianista finlandese Sid Hille, il virtuoso del clarinetto basso Sauro Berti, la contrabbassista Rosa Brunello y Los Fermentos, Piero Bittolo Bon Quintet, il bluesman Francesco Piu, il clarinettista Marco Colonna, il Crossing Quartet guidato da Enzo Favata, il vibrafonista Pasquale Mirra, la musica elettronica con Saffronkeira ed il Coro a cuncordu di Castelsardo.

Il Festival ospita inoltre il progetto “JAIN – Jazz and Interculturalism”, co-finanziato dal programma comunitario Creative Europe, che prevede la permanenza per dieci giorni, dal 20 al 30 agosto, di trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna, insieme ai rappresentanti delle tre organizzazioni partner, Nisville Foundation, Syri Blu e Jana Project. Per tutta la durata del soggiorno i giovani saranno impegnati in prove collettive, performance, concerti e jam session.

Musica sulle Bocche è uno degli eventi culturali di maggior rilievo in Sardegna, sia per la caratura degli artisti ospiti, sia per quella particolare formula di simbiosi tra musica e paesaggio che ne ha decretato il successo fin dalle primissime edizioni, con i celebri concerti all’alba e al tramonto nell’ambiente naturale. Anche per questo da diversi anni Musica sulle Bocche si colloca tra i festival jazz più amati dal pubblico nei sondaggi nazionali.

Biglietti e abbonamenti sono disponibili nei luoghi dei concerti e presso libreria Mondadori a Castelsardo, oltre che nell’InfoPoint allestito in Piazza Nuova (ore 18.00-23.00). È possibile inoltre prenotare i biglietti al numero dell’infoline 344 0699882. Per eventuali variazioni e tutti gli aggiornamenti si consiglia si consultare il sito internet e la pagina Facebook del Festival. Oltre a formule di ingresso ed abbonamento a costi molto contenuti (tutte le informazioni sul sito del Festival), quest’anno Musica sulle Bocche propone anche la formula abbonamento-sostenitore a 60 euro per tutti gli spettacoli, posti riservati nelle prime file e la carta MsBCard. La carta sconti può essere utilizzata per acquisti negli esercizi commerciali convenzionati durante il periodo dal 20 al 30 agosto a Castelsardo.

Il Festival Musica sulle Bocche è supportato da Unione Europea, Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Sport e Spettacolo e Assessorato al Turismo), Comune di Castelsardo e Fondazione di Sardegna. Il festival (il cui marchio “Musica sulle Bocche” è depositato dall’associazione Jana Project), inoltre fa parte dell’European Jazz Network, della rete italiana I-Jazz, del Sardinia Jazz Network, e da quest’anno è membro dell’ATS “Isola del Jazz” con i festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, “Calagonone Jazz Festival” e “Time in Jazz”.

Il programma

Il via alla diciannovesima edizione del Festival Musica sulle Bocche sarà dato giovedì 22 agosto. A partire dalle 11.00, presso l’InfoPoint di Piazza Nuova (che sarà il quartier generale del Festival) saranno presentate tutte le attività in cartellone.

Ad inaugurare il programma delle attività e dei laboratori sarà il vibrafonista e percussionista Pasquale Mirra, che alle 12.00 coinvolgerà i bambini dai cinque anni e i loro genitori nel libero laboratorio musicale “Tutto è suono” (l’iscrizione è gratuita). Il primo appuntamento sarà presso la Sala XI per una avventura che proseguirà per tutti i giorni del Festival e che porterà alla scoperta di tutti i suoni che ci circondano per farne scaturire ritmi e melodie e divertirsi tutti insieme.

Ad aprire la serie dei concerti sarà invece alle 19 il Francesco Piu Trio, con una esibizione al tramonto al Parco Lu Grannaddu (ingresso libero). Accompagnato da Gianfranco Marongiu alle percussioni e Paolo Succu alla batteria, il cantante e chitarrista isolano proporrà una miscela esplosiva di blues, funky, rock e soul. Accompagnando la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, partendo da Osilo questo giovane bluesman negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama italiano ed internazionale e ha avuto ha avuto l’onore di aprire concerti per grandi artisti quali John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan e di calcare il palco con artisti del calibro di Tommy Emmanuel, Eric Bibb, Roy Rogers, Eugenio Finardi, Fabio Treves e molti altri. Il suo ultimo album “Peace & Groove”, nato dalla collaborazione con lo scrittore Salvatore Niffoi, è stato subito inserito dalle riviste specializzate tra i migliori dischi dell’anno e rappresenta un ulteriore svolta di Piu verso sonorità più soul e rhythm’n’blues.

La serata di giovedì 22 proseguirà con il concerto del Piero Bittolo Bon Quintet. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, l’estroso e visionario polistrumentista presenterà il suo progetto originale “Bread & Fox”, in cui le idee dell’artista veneziano si sintetizzano in un combo in bilico tra groove ed atmosfere contemporanee. Alternando composizioni originali di Bittolo Bon a riletture di pagine di alcuni grandi compositori quali Arthur Blythe, Ornette Coleman ed Henry Threadgill, il quintetto, forte di un approccio all’interplay rigoroso quanto personale, alterna scrittura ed improvvisazione, in un concerto realizzato in collaborazione in collaborazione con I-Jazz – progetto Nuova Generazione Jazz 2019.

Insieme a Bittolo Bon (al sax alto e clarinetto basso) ci saranno Filippo Vignato al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba, Andrea Grillini alla batteria e Alfonso Santimone al pianoforte. Quest’ultimo è, insieme al leader, impegnato da anni all’interno del collettivo El Gallo Rojo. Santimone e Bittolo Bon hanno inoltre partecipato come docenti e coadiutori di Tim Berne al Progetto Didattico Massimo Mutti e presenteranno per l’occasione anche il lavoro svolto con gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.

La lunga notte musicale di Castelsardo proseguirà poi dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night. Jam e dj set animeranno l’appuntamento che si ripeterà per le serate del festival, in cui non mancheranno le sorprese per il pubblico (l’ingresso è libero).

Il programma di venerdì 23 agosto si aprirà alle 11.30, presso la Sala XI con la musica di Sauro Berti. Clarinetto basso del Teatro dell’Opera di Roma, il musicista vanta collaborazioni con le più importanti orchestre italiane, è apprezzato all’estero e ha suonato con artisti di fama internazionale come George Prêtre, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Lorin Maazel, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Vero virtuoso dello strumento, Berti ha inoltre partecipato come solista al ClarinetFest 2008 di Tokyo e agli ultimi sei ClarinetFest svoltisi a Porto, Austin, Los Angeles, Lincoln ed Assisi. Nutrita anche la produzione in studio, tra cui spiccano i cd “Suggestions” (Edipan) e “Solo Non Solo” (Parma Records).

Alle 19 protagonista in Piazza della Misericordia l’Antonio Lizana Trio. Cantante flamenco e sassofonista allo stesso tempo, capace di interpretare entrambi i ruoli con una grazia e una coerenza che lo rendono inimitabile, Lizana sarà accompagnato da José Manuel León alla chitarra flamenca ed Adrián Trujillo alle percussioni. Nella sua performance l’artista ripercorrerà il viaggio dei suoi tre album “De Viento”, “Quimeras del Mar” ed “Oriente”. La sua musica attraversa il mondo intero, mescolandosi in maniera omogenea a flamenco e jazz, ricca della sua caratteristica sonorità, in una formazione che arricchisce la potenza espressiva dei singoli musicisti.

Non solo concerti ma anche momenti di riflessione sulla musica e su come opere e artisti hanno influenzato la società della loro epoca. “1969: Guarda che Luna! Le musiche di un anno incredibile dall’allunaggio a Woodstock” è il tema dell’incontro con Franco Bergoglio, autore del libro “I giorni della musica e delle rose” (Stampa Alternativa 2018). Sarà una conversazione che si arricchirà di ascolti guidati in cui Bergoglio parlerà delle musiche degli anni ’68 e ’69 e racconterà un pezzo della nostra storia attraverso quel potentissimo cocktail di rock, blues, prog, avanguardia, jazz, soul e funk che ha cambiato per sempre il nostro universo sonoro e non solo. Appuntamento alle 20.00, presso Piazza della Misericordia. dopo il concerto di Antonio Lizana.

Due stelle del firmamento jazz internazionale per una serata imperdibile. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI il festival Musica sulle Bocche ha l’onore di accogliere lo straordinario pianista italiano Antonio Faraò che ospita nel suo quartetto il sassofonista statunitense Dave Liebman, uno dei grandi protagonisti della generazione che traghettò le invenzioni di Coltrane e Miles Davis verso il jazz-rock. Sarà una serata dove Faraò e Liebman (affiancati da Ameen Saleem al contrabbasso e Bruce Ditmas alla batteria), si avventureranno in una esplorazione senza limiti tra di nuovi brani originali e alcuni standard.

Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Non a caso nel 2015 e nel 2018 è stato invitato a Parigi e a San Pietroburgo all’International Jazz Day, evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, assieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau, Branford Marsalis, Kurt Elling e molti altri artisti della scena jazz mondiale.

La carriera di David Liebman ha attraversato quasi cinquant’anni, all’inizio degli anni settanta come sassofonista / flautista dei gruppi di Elvin Jones e Miles Davis, continuando da allora come band leader. Ha suonato in oltre cinquecento registrazioni con quasi duecento sotto la sua guida e co-leadership. Le sue band nel corso degli anni hanno incluso musicisti famosi come John Scofield, Richie Beirach, Bob Moses, Billy Hart ed altri. Attualmente insegna alla Manhattan School of Music ed è un docente ospite al Berklee College of Music. Nell’insegnamento jazz è un rinomato docente e autore di numerosi libri di riferimento, mentre l’autobiografia “What Is Is – La vita di un artista jazz” è uno sguardo affascinante sulla sua carriera.

La grande notte della musica a Castelsardo proseguirà dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night (ingresso libero). Un appuntamento che sarà animato dalle jam dei giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania, Sardegna, a Castelsardo per la residenza artistica inserita nel progetto Jain.

I concerti all’alba sono da sempre uno dei tratti distintivi del festival Musica sulle Bocche. Anche a Castelsardo l’appuntamento verrà rispettato con una esibizione che renderà omaggio alle grande ricchezza delle tradizioni locali. Sabato 24 agosto, alle 6.00 del mattino, con partenza dal sagrato della Cattedrale, il Coro a cuncordu di Castelsardo percorrerà alcuni dei luoghi più suggestivi del borgo storico dei Doria, tra canti sacri e profani.

La tradizione del canto a cuncordu, polifonia di quattro voci maschili con repertorio quasi esclusivamente religioso, è rappresentato in diversi paesi della Sardegna, soprattutto, durante i riti della Settimana Santa. Il Cuncordu di Castelsardo è uno dei cori che mantiene viva questa tradizione tramandata attraverso i secoli. Il direttore e curatore del Cuncordu è Giovanni Pinna, con una lunga carriera costellata di concerti in giro per il mondo e dedicata alla conservazione di questo prezioso patrimonio immateriale della Sardegna. Il gruppo ha avuto negli anni vari avvicendamenti ed oggi, oltre a quella di Giovanni Pinna (contra), si avvale delle voci di Pietro Sanna (basso), Nicola Sini (voce), Gianni Pinna (voce), Mariano Sini (falsetto) e Piergiuseppe Pinna (falsetto).

Al termine del concerto il festival riserva uno speciale omaggio a Pietro Sassu, etnomusicologo e compositore sassarese, scomparso nel 2001 che quest’anno avrebbe compiuto ottant’anni. Grazie alla partecipazione del figlio Simone Sassu, anch’egli musicista e curatore dell’archivio, verrà ripercorsa l’intensa attività dello studioso, insegnante e ideatore di eventi legati alla musica nelle più svariate forme, dalla musica colta a quella popolare. Alla fine degli anni Cinquanta, mentre già suonava nelle orchestre più importanti (in particolare in quella della Rai di Roma), Pietro Sassu inaugurò, infatti, a Sassari la sua pionieristica attività di etnomusicologo. Il database (consultabile on line all’indirizzo https://hymnos-fondosassu.com/) contiene oggi materiali riguardanti le ricerche che lo studioso ha svolto in Sardegna a partire dall’inizio degli anni sessanta del Novecento, un tesoro di inestimabile valore che PietroSassu ha lasciato alle generazioni future. L’appuntamento si terrà nella Sala XI, al termine del percorso dei cantori.

La ricerca del suono avviene in solitudine, pensando, creando e liberandosi delle maschere con cui ci si avvicina agli altri. Erodendo i limiti tecnici e fisici sui propri strumenti di comunicazione si ottiene il silenzio, condizione privilegiata in cui agire nel suono. È da questo assunto che parte la ricerca di Marco Colonna, protagonista alle 11.30 nella Sala XI del castello dei Doria del concerto “Metamorphosis of the moment”. Sax alto, clarinetto basso e clarinetto piccolo sono gli strumenti che il musicista utilizzerà in una performance che spazierà dalla musica etnica a quella contemporanea, passando per il jazzcore e l’improvvisazione.

Il ricchissimo programma serale della terza giornata del festival si aprirà alle 19.00, in Piazza della Misericordia, con il concerto al tramonto del Trio 3G. Tre musicisti, tre strumenti, tre carriere indipendenti, la stessa famiglia. Figli dei più grandi nomi della scena musicale brasiliana, Adriana Godoy (voce), Tico d’Godoy (sassofono) e Frederico Godoy (pianoforte) sono tre cugini che combinano la passione per la musica in un lavoro originale, con una formazione insolita al servizio della musica brasiliana e nella quale si distinguono per gli arrangiamenti moderni, gli “swingados” e le interpretazioni uniche. Se Adriana Godoy  mostra tutta la sua versatilità e la forza vocale della sua carriera ventennale da cantante, Tico da ormai due decenni porta il suo eclettismo musicale, che lo ha plasmato come sassofonista, in svariate collaborazioni con band di rilievo come Trincheira MPBJazz e GroofBoogaloo, mentre Frederico dal 1995 scrive la sua storia di pianista dove, oltre al suo lavoro come compositore ed arrangiatore, accompagna l’Orchestra Sinfonica di Arte Viva.

Cosa accadde alla fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta? Qualcosa che sconvolse il modo di ascoltare e raccontare la musica. Nacquero infatti le radio “libere”, piccole emittenti che portarono una ventata di novità nel panorama musicale nazionale. E con le radio nacque la voglia di narrare una storia diversa, esattamente quella che racconterà Giampaolo Cassitta nel reading “La musica che girava intorno”. Appuntamento alle 2.00, presso Piazza della Misericordia. Un viaggio lungo un’ora, per ricordare quello che siamo stati, quello che potevamo diventare e quello che siamo rimasti. Da “Lugano addio” di Ivan Graziani, passando per De Gregori, Fossati, De André, Dalla, gli Area, la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, Guccini e le parole di Umberto Eco, Roland Barthes, Oriana Fallaci, Stephen King, Amado, ed i colori di Matisse, Picasso e Gaudì. Tutto questo ben miscelato da un dj d’eccezione. Autore di numerosi saggi, racconti e romanzi, Giampaolo Cassitta ha pubblicato nel 2017 il romanzo “Dolci, sante e marescialli”, ironico e brillante affresco della provincia italiana degli anni cinquanta.

Donna e leader, musicista e frontwoman. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, riflettori puntati su Rosa Brunello y Los Fermentos per un concerto dal sapore ipnotico. Così, infatti, descrivono la propria musica gli stessi protagonisti: «Particelle della materia che sotto l’azione del fermento si muovono violentemente, lottando per ricomporsi con un nuovo ordine, in un ciclo senza fine. Una metafora chimica per una musica alchemica, organica e in continuo divenire». Affiancata da Michele Polga al sax tenore, Frank Martino alla chitarra elettrica e live electronics e Luca Colussi alla batteria, Rosa Brunello, giovane realtà della scena jazz nazionale, si inserisce con grande ricchezza di idee nel prezioso filone dei contrabbassisti-leader che sanno mettersi al servizio della musica, dando un supporto ritmico e nel contempo offrendo una cornice contrappuntistica. Los Fermentos permettono alla musica di dipanarsi con agilità e libertà, mettendo in luce una salda interazione tra i componenti, stimolata e favorita dal lavoro della stessa leader.

La terza giornata del Festival si chiuderà all’insegna della musica elettronica. Dalle 23.00, nella Terrazza del castello dei Doria, Saffronkeira presenta il suo ultimo album “Automatism”. È il quinto lavoro dell’artista sardo (all’anagrafe Eugenio Caria), pubblicato dalla prestigiosa etichetta Donovali Records e che giunge a distanza di quattro anni dalla pubblicazione di “Synecdoche” e di sette anni dal monumentale “A New Life”. Nel suo lavoro Saffronkeira affronta ancora una volta il tema della mente e delle relazioni che la legano ai comportamenti inconsci. Automatism diviene così il terreno di indagine musicale di quei meccanismi della mente in cui una piccola deviazione dall’ordinario origina un momento creativo.

Il concerto all’alba è uno dei momenti più attesi del festival Musica sulle Bocche. Quest’anno ad ospitare il tradizionale appuntamento sarà il prato sotto la Cattedrale di Castelsardo (Piazza Spalti Manganella), che si affaccia verso il mare da cui sorgerà il sole. A partire dalle 6 di domenica 25 agosto protagonista dell’evento sarà la pianista islandese Sunna Gunnlaugs (ingresso libero). La sua musica si adatta perfettamente al contesto, esattamente come durante le composizioni. L’artista travolge infatti l’ascoltatore con il suo senso melodico, indugiando invece nei momenti di tranquillità: tensione e liberazione fanno parte della sua essenza. Il suono durante le sue esibizioni in solo tende talvolta ad immergersi negli standard del jazz americano e occasionalmente sul melodico pop ma, in qualsiasi forma si manifesti, sa intrecciarsi perfettamente nel tessuto musicale di Sunna, perché la musicista islandese ha appreso che la connessione diretta tra l’artista, lo strumento e il pubblico durante un assolo è diversa da ogni altra esperienza un musicista possa avere sul palco.

La mattinata proseguirà con la presentazione del progetto Jain – Jazz and Interculturalism che coinvolge trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna. Dopo la prima tappa in Serbia, nella citta di Nis, in occasione del Nisville Festival dal 3 al 13 agosto, i giovani saranno a Castelsardo dal 20 agosto in occasione del Festival e ci resteranno fino al 30 per delle giornate di prova e performance collettiva. Nella mattinata di sabato i ragazzi presenteranno il loro lavoro al pubblico a partire dalle 11.30, nella Sala XI presso il castello dei Doria.

L’ultima serata di Musica sulle Bocche sarà all’insegna delle sorprese e delle contaminazioni musicali. Al tramonto a partire dalle 19 in Piazza della Misericordia spazio al pianista finlandese Sid Hille con il suo F# Trio, completato da Jori Huhtala al contrabbasso e Markus Ketola alla batteria. Il progetto ha inizio nel 2016, dove fa il suo esordio al leggendario Pori Jazz Festival. F# è essenzialmente un trio di pianoforte, ma con alcuni colpi di scena: Hille suona il Fender Rhodes invece del tradizionale pianoforte acustico, utilizzando una vasta gamma di effetti, suoni, espressioni e loop. Anche Huhtala modifica con l’elettronica il suono del suo basso acustico e Ketola manipola loop e campioni dei suoi live, creando così paesaggi sonori completi e spontanei. L’approccio un po’ anarchico nelle loro esibizioni ha suscitato molto interesse tra il pubblico e la critica. Durante il tour di successo F# hanno inciso lo scorso anno il loro primo album, “The wannsee punk”, completamente improvvisato.

A chiudere il programma dei concerti della diciannovesima edizione del festival Musica sulle Bocche sarà Enzo Favata con il suo Crossing Quartet. Il musicista algherese (al sax soprano e clarinetto basso) salirà sul palco della Terrazza Sala XI, alle 21.30, accompagnato da Pasquale Mirra al vibrafono, Rosa Brunello al basso elettrico e UT Gandhi alla batteria. La band ha avuto un grande successo nella sua recente tournée in Giappone, dove è stata definita dalla stampa come capace di “una musica visionaria in cui il sapore selvatico del Mediterraneo si lega ai ritmi ipnotici dell’Etiopia e le atmosfere balinesi, dando vita ad una poesia dalla potenza sonora unica”. Entrare in contatto con l’Enzo Favata Crossing Quartet significa immergersi in un caleidoscopio di suoni e stili musicali dalle molteplici forme. Un vortice, tra minimalismo, space rock, jazz contemporaneo, musica elettronica e world jazz, combinati dal suono originale del sax soprano, la forza stilistica di uno dei più grandi vibrafonisti europei come Pasquale Mirra ed il sapore rock del basso e batteria.

Un grande concerto che precederà l’ultimo appuntamento dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario, e con ingresso libero con il Jazz Club Night, jam e dj set per chiudere in musica la diciannovesima edizione del festival.

Chiuso il cartellone musicale, Musica sulle Bocche proporrà altri tre appuntamenti, a completamento di un programma ricco di eventi collaterali nel segno della multidisciplinarietà artistica. Lunedì 26 agosto, alle 18, andrà in scena l’esito finale del laboratorio teatrale “Orizzonte Unico Confine”, tenuto nei giorni del festival da Vittoria Nicoli – Regia Peregrina, frutto del terzo anno di collaborazione tra Musica sulle Bocche e la compagnia Teatri Peregrini e il suo Noborders Performance Art Festival di Santa Teresa Gallura. Orizzonte Unico Confine è un gruppo aperto, creato da officine peregrine teatro e composto da attori professionisti e improvvisati, da migranti, indigeni e turisti che si pone in viaggio verso un orizzonte di storie. Il laboratorio è un evento dedicato per Musica sulle Bocche con lo scopo di creare intersezioni narrative tra musicisti, abitanti, turisti e luoghi pulsanti di Castelsardo nelle giornate imperdibili del festival. La performance sarà il primo step del viaggio che il gruppo porta avanti da metà luglio e che vedrà la sua conclusione con lo spettacolo finale di dicembre su migrazione e radici.

Due incontri chiuderanno invece il progetto europeo Jain – Jazz and Interculturalism. Il primo, in programma martedì 27 agosto alle 11, sarà incentrato sul tema “Audience Development – I festival jazz e il loro pubblico”, e a cui parteciperanno le associazioni Jana Project, la serba Nisville Foundation e l’albanese Syri Blu. Nel corso dell’iniziativa si cercherà di capire come la musica jazz possa diventare uno strumento socialmente inclusivo tra i giovani e nelle comunità multietniche, e come le organizzazioni culturali possono lavorare per aumentare la consapevolezza e supportare i cittadini nell’uso della musica quale strumento per costruire comunità culturalmente diverse e socialmente inclusive.

Il secondo incontro, in programma giovedì 29 agosto e dal tema “Jazz e comunità multiculturali” sarà un dibattito aperto a cui saranno chiamati ad intervenire amministratori locali, rappresentanti delle istituzioni, operatori culturali, dell’informazione e della scuole, con l’obiettivo di confrontarsi sull’uso della cultura per diffondere tolleranza, diversità culturale e dialogo interculturale tra giovani di diverse comunità etniche. (Luogo e orario saranno resi noti nei prossimi giorni).

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Dopo la grande manifestazione di Cagliari, dove oltre cinquemila tra studenti, volontari, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini hanno celebrato in piazza del Carmine l’arrivo della primavera con la 24a Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, non si ferma l’impegno di Libera Sardegna per ricordare chi ha sacrificato la propria vita per un ideale di giustizia e legalità. Sabato 23 marzo ad Ozieri verrà dedicata una piazza ad Emanuela Loi, la giovane agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio a Palermo insieme al giudice Paolo Borsellino e agli altri uomini della scorta. 

L’appuntamento è fissato per le ore 10.00, presso l’Anfiteatro dei giardini del Cantaro (in caso di maltempo la commemorazione si terrà presso il Teatro civico “Oriana Fallaci”). All’iniziativa, che rientra nel cartellone “Verso il 21 marzo”, organizzato da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale, sarà presente anche la sorella di Emanuela e rappresentante di Libera Memoria, Claudia Loi. Insieme a lei, interverranno il sindaco Marco Murgia, il vescovo mons. Corrado Melis, il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru, il referente del presidio Libera “Don Pino Puglisi” di Ozieri Tonino Becciu, il referente del Sa. Sol. Point 18 di Ozieri Giovanna Pani ed il consigliere comunale Davide Giordano.

 

 

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Con una iniziativa dedicata in modo particolare ai giovani il Consiglio regionale della Sardegna ricorderà il 73° anniversario della Liberazione lunedì prossimo 23 aprile (inizio alle 9.30) con una manifestazione che si terrà al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri.

Dopo il saluto del sindaco Ozieri Marco Murgia, prenderanno la parola il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau e, in qualità di ospite d’onore, la senatrice Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi.

La senatrice Soliani, dopo una lunga esperienza nel mondo della scuola, è stata eletta al Senato per tre legislature ricoprendo fra l’altro il ruolo di Sottosegretario alla Pubblica istruzione nel I Governo Prodi ed altri importanti incarichi nelle commissioni parlamentari Pubblica istruzione e Beni culturali.

L’Istituto Cervi, fondato a Reggio Emilia nel 1972 dall’Alleanza nazionale dei contadini (oggi Cia-Confederazione italiana agricoltori) e dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) opera nel campo culturale per diffondere la conoscenza dei valori costituzionali, promuovendo la ricerca storica e rinnovando la memoria dei fatti più significativi che hanno accompagnato la nascita della Repubblica.

Porta il nome di Alcide Cervi, Medaglia d’argento al valor militare, i cui sette figli furono fucilati per rappresaglia dai fascisti il 28 dicembre del 1943.

Dopo gli interventi sarà eseguita “Nostra patria è il mondo intero”,  selezione di canzoni celebri del Risorgimento presentata da Bruno Gambarotta e diretta da Mauro Palmas.

Alla manifestazione parteciperanno gli studenti dell’Istituto di istruzione superiore “Antonio Segni” di Ozieri, accompagnati dai loro docenti e dal dirigente scolastico Stefano Manca.

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Una “storia d’amore mediterranea” per la Stagione di Danza 2017-18 del CeDAC con “Odyssey Ballet” di Mvula Sungani – in tournée nell’Isola nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna: dopo il debutto in prima regionale venerdì 23 febbraio, alle 21.00, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, l’affascinante spettacolo ispirato al celebre poema omerico sarà in cartellone sabato 24 febbraio, alle 21.00, nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer, domenica 25 febbraio, alle 21.00, al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri (con una matinée per le scuole lunedì 26 febbraio) e infine martedì 27 febbraio alle 20.45 approderà al Teatro Centrale di Carbonia.

Odyssey Ballet” s’ispira ad uno dei poemi fondanti della letteratura occidentale, tradizionalmente attribuito al cieco aedo, cantore delle gesta di re e guerrieri alla conquista di Troia e del periglioso viaggio di Ulisse verso la sua “petrosa” Itaca tra i capricci degli dei e l’imperscrutabilità del fato, per raccontare il dramma di coloro che abbandonano la patria e i propri cari in cerca di fortuna e di chi – madri e spose, sorelle e fratelli, genitori e figli – ne attende a casa il ritorno tra angoscia e speranza. Un moderno balletto, costruito come un racconto per quadri, con una rigorosa partitura per corpi in movimento in cui l’eleganza della danza classica e l’espressività e la libertà della danza contemporanea si fondono ai caratteri dei diversi balli tradizionali, ma anche alle tecniche circensi e alle arti marziali secondo la cifra energica e sensuale della Mvula Sungani Physical Dance.

Sulle tracce del poeta vittoriano Samuel Butler, per il quale le sottili analisi psicologiche e la conoscenza dell’universo femminile presenti nei versi suggerivano l’esistenza di una poetessa, forse siciliana, all’origine dell’Odissea (un’intuizione ripresa da Robert Graves e da Lewis Greville Pocock) Mvula Sungani crea il suo “Odyssey Ballet” privilegiando il punto di vista dell’autrice, donna innamorata e fedele, irresistibile seduttrice, tenera e ardente, custode del focolare e degli affetti.

Sull’evocativa colonna sonora curata ed eseguita da Alessandro Mancuso e Riccardo Medile, tra musiche popolari e brani originali, le (dis)avventure del sovrano d’Itaca e gli incontri con il Ciclope e altre figure mitologiche, che diventano le «maschere delle incertezze del futuro», fanno da contrappunto alle malìe di Circe e all’amore di Calipso, alla giovinezza di Nausicaa e alla pazienza di Penelope: tutte le figure femminili rappresentano altrettante sfaccettature dell’ipotetica autrice, proiezioni della sua complessa personalità e dei suoi cangianti stati d’animo.

Un’opera visionaria e coinvolgente, ricca di simbolismi, quella del coreografo italo-africano con esordi da enfant prodige e all’attivo un’intensa carriera in Italia e all’estero, che affronta con taglio quasi cinematografico un tema cruciale come l’integrazione e l’incontro con l’altro in un’epoca caratterizzata da intensi e inarrestabili flussi migratori: nel mondo greco antico l’ospite era sacro, come dimostra l’accoglienza riservata ad Ulisse nella terra dei Feaci, di contro alla ferocia del Ciclope, ma soprattutto a fronte della xenofobia verso gli stranieri che giungono sulle nostre coste al termine di moderne, spesso terribili, “odissee”.

Odyssey Ballet” di Mvula Sungani racchiude l’idea del tempo sospeso, della solitudine e dell’ansia della sposa e della consapevolezza dei rischi cui va incontro chi sceglie o è costretto a varcare il mare o il deserto: alle insidie per chi parte, oltre alle tentazioni e alle distrazioni lungo il cammino e alla necessità di confrontarsi e sconfiggere “mostri” che son metafora dei tanti pericoli e ancor più dei giustificati timori, corrisponde allo stillicidio dei minuti e delle ore per rimane e vive nel tempo indefinito dell’attesa, fra speranza e disperazione. Il desiderio di una donna – la poetessa immaginata da Butler e Graves e la sua moderna erede – prende la forma delle eroine del mito, incantatrici e sapienti: se Calipso può rappresentare il matrimonio, Nausicaa l’innamoramento, Circe la trasgressione, mentre Penelope la fedeltà, in ciascuna di loro è un riflesso dell’autrice, una variazione sul tema della dolcezza e della passione nella trama di “una storia d’amore mediterranea”.

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Domenica 9 aprile il Teatro Electra di Iglesias ospiterà la presentazione del libro di Magdi Cristiano Allam “Io e Oriana”, dedicato al particolare rapporto tra Allam e la compianta giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Al termine della presentazione, Magdi Cristiano Allam risponderà alle domande del pubblico e dei giornalisti presenti.

La presentazione è organizzata dal Circolo Bene Comune Acliglesias, con il patrocinio gratuito dell’assessorato della Cultura del comune di Iglesias.

Il patrocinio gratuito all’iniziativa concesso dall’Amministrazione comunale di Iglesias ha scatenato la reazione del Partito della Rifondazione Comunista che ha diffuso un duro comunicato del segretario cittadino Enrico Lai e del consigliere comunale de “Il Tuo segno per Gariazzo” Pietrina Chessa, presidente della 2ª commissione consiliare della Cultura, Spettacolo, Turismo, Sport, Grandi eventi, Pubblica istruzione, Comunicazione istituzionale e Informatizzazione.

«Apprendiamo dalla stampa con grande sconcerto e rammarico che l’amministrazione comunale di Iglesias ha concesso il patrocinio gratuito per la presentazione del libro “Io e Oriana” il giorno 9 c.m. presso il Teatro Electra di Iglesias dove sarà presente l’autore Magdi Cristiano Allam – si legge nel comunicato dei due rappresentanti del Partito della Rifondazione Comunista -. Riteniamo che la cittadinanza iglesiente, da sempre nella storia, si sia contraddistinta per il suo spirito progressista e di solidarietà politica e sociale verso gli ultimi e i subalterni. Spirito che affonda le sue radici nel movimento operaio, avanguardia tutt’oggi di recriminazione sociale nel Paese.

Riteniamo che Iglesias e gli iglesienti non meritino uno spettacolo di un sionista fomentatore di odio razziale che ha fatto della menzogna e della manipolazione giornalistica la sua ragion d’essere, tant’è che gli valse l’appellativo di: “il pinocchio d’Egitto” affibiatogli da Valerio Evangelisti, nonché diversi procedimenti giudiziari che lo hanno visto condannato per l’infondatezza delle sue affermazioni.

La sua distanza culturale e la sua avversione rispetto al papato è imbarazzante proprio quando la chiesa tramite le parole di Papa Francesco apre all’integrazione dei popoli, all’accoglienza, al rispetto delle culture diverse, ponendo inoltre l’accento come monito ai governanti di adottare strumenti giuridici per punire la tratta di carne umana, e, ripristinare uno stato di diritto sul principio di: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.

Siamo consapevoli che la libertà d’espressione sia un diritto da garantire, ma altresì non riteniamo possibile e accettabile che Iglesias sia concussa nella fiera della falsità e della macchinazione storica.

Di conseguenza – conclude il comunicato di Enrico Lai e Pietrina Chessa – chiediamo che venga celermente rimosso il patrocinio gratuito da parte dell’amministrazione comunale, in particolar modo per il rispetto della nostra storia che verrebbe in caso contrario totalmente mortificata.»

L’assessore della Cultura Simone Franceschi non ha risposto all’invito arrivatogli dai due rappresentanti del Partito della Rifondazione Comunista a rimuovere il patrocinio gratuito dell’Amministrazione comunale. Il patrocinio all’iniziativa è stato concesso nel rispetto del diritto alla libertà d’espressione e, di conseguenza, pur nel rispetto di tutte le opinioni, resta confermato.

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Sarah Jane Morris (mic) (m)Tony Allen (m) Simona Molinari (2m) LISA_SIMONE_myworld1©AlexLacombe_-1 Jah9

Dal 1° al 15 agosto ritorna il festival Dromos, organizzato dall’omonima associazione culturale nell’Oristanese, uno degli appuntamenti di primo piano dell’estate musicale in Sardegna. Il titolo “Il segno di Eva” suggerisce che questa edizione 2016, la 18ª, getterà uno sguardo sull’universo femminile e il suo contributo al mondo dell’arte e della creatività, in particolare a quello musicale, ma anche, com’è tradizione del festival, alle arti visive e ad altri linguaggi. Sarà dunque «un festival contrappuntato da quel ‘segno disubbidiente’ che anche nell’arte ha saputo imporsi e distinguersi nonostante un generale ostracismo che nei secoli, e talvolta ancor oggi, hanno subito le donne/artiste, oggettivamente meno presenti sul mercato, nei musei, nelle collezioni, nelle biennali d’arte e nei festival musicali», come sottolinea nelle sue note di presentazione Ivo Serafino Fenu, curatore della sezione di Dromos dedicata alle arti visive, citando un aforisma di Oriana Fallaci: «Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza».

Radicato nel suo territorio ma aperto al mondo, Dromos andrà in scena, come di consueto, in suggestivi spazi urbani o naturali di vari centri dell’Oristanese: Cabras, Mogoro, Villa Verde, San Vero Milis, Baratili San Pietro, Riola Sardo, Morgongiori, Neoneli, Bauladu, oltre al capoluogo, Oristano, e a Nureci, sede delle tre giornate di Mamma Blues, quasi un “festival nel festival” (dal 13 al 15 agosto). Al di là della sua impronta internazionale, Dromos è infatti riuscito a mantenere sempre un forte legame con i centri che fanno parte del suo “circuito” e le rispettive comunità: decentrando le sue diverse iniziative nei piccoli e medi paesi dell’interno, con l’obiettivo di arricchirne l’offerta culturale nei mesi estivi e di invertire il consueto flusso turistico, il festival contribuisce a rivitalizzarli e a farne riscoprire la realtà più autentica e meno cartolinesca.

In cartellone, anche quest’anno, un variegato e qualificato cast di artisti internazionali, nazionali e regionali, per una pluralità di generi musicali e una calibrata sintesi tra dimensione globale e locale. In un’edizione nel “segno di Eva”, tante le presenze femminili: le cantanti inglesi Sarah Jane Morris e Ala.Ni., la statunitense Lisa Simone, la giamaicana Jah9, la francese Audrey Gbaguidi, la norvegese  l’aquilana (di origine napoletana) Simona Molinari, l’australiana Sarah McKenzie, voce e pianoforte, la violinista e cantante Yilian Canizares, cubana trapiantata in Svizzera, terra d’adozione anche per l’albanese Elina Duni, e poi le sarde Elena Ledda, Simonetta Soro, Monica Demuru, Valentina Casula, Marta Loddo, Rossella Faa, la scrittrice Michela Murgia.

Accanto alle protagoniste in rosa, altri ospiti, come il gruppo maliano Songhoy Blues, gli ottoni dell’americana No BS! Brass Band, il cantante ghanese Pat Thomas e il batterista nigeriano Tony Allen.

 

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Ultimi impegni a Cagliari per la sesta edizione di Nues, il festival dei fumetti e dei cartoni nel Mediterraneo, che tra mercoledì e giovedì vive a Cagliari gli atti conclusivi della sua sesta edizione con due diversi appuntamenti in programma all’Auditorium Comunale in piazzetta Dettori (entrambi con ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili).

Mercoledì 2 dicembre, alle 19.00, va in scena “Soglie“, una coproduzione di Sardegna Teatro e Is Mascareddas, con Tonino Murru impegnato nella narrazione e nell’animazione dei burattini creati da Donatella Pau, e con la musica dal vivo di Mauro Palmas al liuto cantabile. La regia è di Marco Sanna. Lo spettacolo, che ha debuttato a Cagliari lo scorso maggio, narra la storia di un migrante, uno dei i tanti invisibili che sbarcano sulle coste Italiane e attraversano la penisola da sud a nord per raggiungere il confine; ne ricostruisce la parabola umana, dalla partenza piena di sogni al naufragio di cui è l’unico sopravvissuto, fino al rimpatrio forzato. Liberamente tratto dalla fiaba di Massimo Carlotto “La via del pepe”,Soglie chiude la sezione di Nues intitolata “Storie migranti, le ragioni degli altri”, che ha riflettuto sul fenomeno delle migrazioni attraverso una serie di appuntamenti di questa sesta edizione della rassegna organizzata dal Centro internazionale del Fumetto con la direzione artistica di Bepi Vigna.

Suggella invece il capitolo sul tema della guerra, e l’intero festival (che riserva però ancora un’appendice sul cinema d’animazione), “Un viaggio straordinario. Omaggio a Tiziano Terzani, la serata-evento in programma l’indomani, giovedì 3 dicembre, alle 18.30, dedicata all’opera del giornalista e scrittore fiorentino, scomparso nel 2004, e al suo pensiero di uomo di pace. In una scaletta coordinata dal giornalista Vito Biolchini saranno proposte proiezioni di brevi filmati di Mario Zanot, regista e amico di Terzani, e letture degli attori Fausto Siddi e Maria Loi tratte dal libro “Lettere contro la guerra”, con interventi musicali del Coro di voci bianche del Conservatorio di Cagliari, diretto da Enrico Di Maira e Francesco Marceddu. Tra i contributi della serata, la lettura della risposta di Terzani all’articolo da New York di Oriana Fallaci “La rabbia e l’orgoglio”, sul Corriere della Sera del 29 settembre 2001, di cui saranno proposti i passaggi salienti.

Tiziano Terzani (m) foto Priamo Tolu - spettacolo Soglie-coproduzione Is Mascareddas - Sardegna Teatrofoto Priamo Tolu - spettacolo Soglie-coproduzione Is Mascareddas - Sardegna Teatro13 (m) foto Priamo Tolu - spettacolo Soglie-coproduzione Is Mascareddas - Sardegna Teatro21 (m)

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Copertina Rita Carla Francesca Monticelli 1

Il thriller “The Mentor”, edizione inglese de “Il mentore” dell’autrice cagliaritana Rita Carla Francesca Monticelli, è il secondo ebook più venduto negli Stati Uniti.

Disponibile per l’acquisto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia dal 1° ottobre, “The Mentor” di Rita Carla Francesca Monticelli, autrice di Cagliari, ha rapidamente scalato la classifica dei rispettivi Kindle Store, raggiungendo la prima posizione in ognuno di essi. Ha raggiunto il secondo posto in America e oscilla tra diverse posizioni all’interno della top 20 negli altri due paesi (le classifiche sono aggiornate ogni ora).

Il romanzo, edito da AmazonCrossing e tradotto da Aaron Maines, già traduttore di Umberto Eco, Oriana Fallaci, Geronimo Stilton, Tullio Kezich e Andrea De Carlo, uscirà nel resto del mondo il 1° novembre e verrà pubblicato anche in edizione cartacea e come audiolibro.

L’edizione originale, “Il mentore”, era uscita in Italia nel maggio 2014 e, in seguito al successo di vendite ottenuto, pochi mesi dopo l’autrice era stata contattata dal gruppo Amazon Publishing, cui aveva poi venduto i diritti di traduzione in inglese.

Ambientato nella Londra odierna, “The Mentor” ha come protagonista il quasi cinquantenne detective Eric Shaw, caposquadra della sezione scientifica di Scotland Yard, che si trova ad affrontare un periodo cruciale della propria vita. L’eccessiva dedizione al lavoro ha già causato il fallimento del suo matrimonio e l’ha trasformato in un poliziotto pronto a infrangere più di una regola pur di soddisfare la sua ossessione di assicurare i criminali alla giustizia. Il suo già precario equilibrio viene minato da una criminologa della sua squadra, molto più giovane di lui, Adele Pennington, per cui prova dei sentimenti che lui stesso considera inappropriati vista la differenza d’età, e da una serie di delitti sui quali indaga insieme alla figlioccia Miriam Leroux, detective della omicidi. Essi mostrano delle somiglianze con un caso irrisolto del 1994, nell’ambito del quale lo stesso Eric aveva tratto in salvo da una scena del crimine una bambina di sette anni, unica testimone del massacro della propria famiglia.

“The Mentor” non è però un romanzo poliziesco con lo scopo primario di individuare l’identità dell’assassino, bensì si concentra sull’osservare come il protagonista decide di reagire di fronte a tale scoperta. In un gioco d’inganni in cui le informazioni in possesso del protagonista e del lettore non corrispondono, quest’ultimo verrà catapultato nella Londra dei nostri giorni e finirà per chiedersi quale sia veramente il confine tra il bene e il male.

Nata a Carbonia nel 1974, Rita Carla Francesca Monticelli vive a Cagliari dal 1993, dove lavora come scrittrice, traduttrice letteraria e scientifica. Laureata in Scienze Biologiche nel 1998, in passato ha ricoperto il ruolo di ricercatrice, tutor e assistente della docente di Ecologia presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari.

Dal 2009 si occupa di narrativa.

Tra il 2012 e il 2013 ha pubblicato la serie di fantascienza “Deserto rosso” ambientata su Marte e composta da quattro volumi disponibili sia separatamente che sotto forma di raccolta. Quest’ultima ha raggiunto la prima posizione assoluta nel Kindle Store in Italia nel novembre 2014.

Grazie alla pubblicazione di questa serie è stata indicata da Wired Magazine come una dei dieci migliori autori indipendenti italiani e ciò le è valso la partecipazione come relatrice al XXVIII Salone Internazionale del Libro di Torino e alla Frankfurter Buchmesse 2014.

Nel 2014 ha inoltre pubblicato il thriller “Il mentore” e il romanzo di fantascienza “L’isola di Gaia”.

Il suo ultimo romanzo è il thriller “Affinità d’intenti” (21 maggio 2015), mentre il suo prossimo, “Per caso” (fantascienza), uscirà il 30 novembre 2015.

Finora tutti i suoi libri sono stati bestseller Amazon e Kobo in Italia.

I libri della serie di “Deserto rosso” sono disponibili anche in inglese col titolo “Red Desert”, mentre l’edizione inglese de “Il mentore”, col titolo “The Mentor”, è pubblicata da AmazonCrossing (imprint di Amazon Publishing).