24 November, 2024
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Il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda, confermato nelle elezioni dell’11 giugno 2017, ha convocato la riunione di insediamento del nuovo Consiglio comunale per giovedì 29 giugno 2017, alle ore 18.00, nella sala Alcoa della Biblioteca comunale. 7 i punti inseriti all’ordine del giorno: la convalida degli eletti; il giuramento del sindaco; la comunicazione della nomina dei componenti della nuova Giunta comunale (già resa nota la scorsa settimana); la nomina della commissione elettorale comunale; la nomina dei componenti della commissione comunale per la formazione degli elenchi comunali dei giudici popolari; la costituzione dei gruppi consiliari e la designazione dei rispettivi capigruppo; e, infine, il rinnovo della convenzione tra i comuni di Dolianova e Portoscuso per lo svolgimento in forma associata del servizio di segreteria comunale.

Questa è la composizione del nuovo Consiglio comunale scaturita dalle elezioni dell’11 giugno 2017.

Maggioranza.

Lista “Portoscuso insieme”, 11 consiglieri: Orietta Mura 346 preferenze, Sara Marrocu 335, Attilio Sanna 319, Ignazio Atzori 249, Enrico Atzei 233, Elena Marras 166, Ilaria Dessì 163, Alessio Santus 158, Attilio Valdes 155, Roberto Maccioni 137, Simona Cappai 135.

Minoranza.

Lista “Portoscuso nel cuore”, 5 consiglieri: Rossano Loddo, candidato a sindaco non eletto; Marinella Grosso 479 preferenze; Stefano Ariu 345; Erminio Melis 258; Marzia Loddo 251.

Questa, infine, è la composizione della nuova Giunta: vicesindaco ed assessore dell’Urbanistica e Territorio, Tutela ambiente e Bonifiche, Ignazio Atzori, 67 anni, già sindaco del paese prima della 1ª consiliatura della Giunta Alimonda; Orietta Mura, 49 anni, consigliere e delegato della Cultura e della Pubblica istruzione nella consiliatura 2012/2017, la consigliera più votata nella lista con 346 preferenze, è il nuovo assessore dei Servizi Socio assistenziali per la famiglia e della Pubblica istruzione; Sara Marrocu, 37 anni, l’unica esordiente in assoluto, si occuperà di Cultura e beni culturali, Turismo e Spettacolo; Attilio Sanna, 55 anni, sarà assessore per la quarta consiliatura consecutiva, questa volta con deleghe dei Lavori pubblici, Patrimonio e Politiche della casa; altro esordiente in Giunta, infine, Enrico Atzei, 51 anni, consigliere e delegato delle Politiche attive del lavoro, Industria, Pesca, Agricoltura e Caccia negli ultimi cinque anni, nuovo assessore dei Servizi tecnologici e manutentivi, Igiene urbana, Lavoro e Industria.

I cinque assessori scelti da Giorgio Alimonda per la composizione della sua nuova Giunta, sono i cinque neo consiglieri più votati domenica 11 giugno 2017.

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La rielezione di Giorgio Alimonda alla carica di sindaco di Portoscuso, con la lista “Portoscuso Insieme”, è maturata con un margine probabilmente superiore alle previsioni della vigilia (1.852 voti contro 1.591) che facevano pensare ad un testa a testa fino all’ultimo voto con Rossano Loddo, candidato della lista “Portoscuso nel cuore”, nella quale, rispetto a cinque anni fa, è confluita Marinella Grosso, ex assessore della provincia di Carbonia Iglesias e candidata a sindaco nel 2012 in contrapposizione ai due candidati in campo quest’anno. E Marinella Grosso, alla fine, è risultata la candidata più votata tra tutti i 32 aspiranti alla carica di consigliere comunale, con ben 479 preferenze, quasi quante ne aveva raccolto cinque anni fa l’intera lista + Portoscuso da lei capeggiata (erano state 621).

La lista che ha vinto le elezioni con Giorgio Alimonda sarà rappresentata in Consiglio comunale nei prossimi cinque anni da 11 consiglieri: Orietta Mura 346 preferenze, Sara Marrocu 335, Attilio Sanna 319, Ignazio Atzori 249, Enrico Atzei 233, Elena Marras 166, Ilaria Dessì 163, Alessio Santus 158, Attilio Valdes 155, Roberto Maccioni 137, Simona Cappai 135. Non eletti: Stefano Ansaldi 120, Maria Beatrice Fadda 119, Ernesto Valdes 114, Salvatore Fois 109, Marinella Valdes 62.

La lista “Portoscuso nel cuore” ha eletto 5 consiglieri: Rossano Loddo, candidato a sindaco non eletto, Marinella Grosso 479 preferenze, Stefano Ariu 345, Erminio Melis 258, Marzia Loddo 251. Non eletti: Davide Fois 230, Maurizio Nuscis 205, Daniela Vinci 176, Ilaria Infantino 109, Federico Cau 98, Luca Biggio 87, Sabrina Tuveri 85, Luca Deidda 80, Oriano Melis 76, Laura Serci 66, Susanna Cuccu 57, Simone Cherenti 37.

Il sistema della doppia preferenza, che prevede la possibilità di indicare sulla scheda un candidato uomo e una candidata donna nei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, ha consentito di stringere alleanze ed ha quindi favorito l’elezione di un maggior numero di donne rispetto al passato: 5 su 11 nella lista che ha vinto le elezioni, 2 su 5 in quella che le ha perse, con una percentuale complessiva del 43,75%, nel pieno rispetto della parità di genere prevista per le candidature (minimo 40%).

 

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I cittadini di Portoscuso domenica andranno a votare per eleggere il nuovo sindaco e il Consiglio comunale.

Cinque anni fa le liste presentate furono ben cinque, quest’anno sono state presentate solo due liste, con relativi candidati alla carica di sindaco e alla carica di consigliere comunale (complessivamente 32) per le elezioni amministrative in programma il prossimo 11 giugno.

Il sindaco uscente Giorgio Alimonda anche questa volta è il candidato della lista “Portoscuso insieme” ed avrà come concorrente uno dei quattro di cinque anni fa, Rossano Loddo, candidato della lista “Portoscuso nel cuore”.

Di seguito, tutti i candidati delle due liste.

Lista “Portoscuso insieme”. Candidato a sindaco: Giorgio Alimonda. Candidati alla carica di consigliere comunale: Ignazio Atzori, Stefano Ansaldi, Enrico Atzei, Simona Cappai, Ilaria Dessì, Maria Beatrice Fadda, Salvatore Fois, Roberto Maccioni, Elena Marras, Sara Marrocu, Orietta Mura, Attilio Sanna, Alessio Santus, Attilio Valdes, Ernesto Valdes, Marinella Valdes.

Lista “Portoscuso nel cuore”. Candidato a sindaco: Rossano Loddo. Candidati alla carica di consigliere comunale: Stefano Ariu, Luca Biggio, Federico Cau, Simone Cherenti, Susanna Cuccu, Luca Deidda, Davide Fois, Marinella Rita Grosso, Ilaria Infantino, Marzia Loddo, Erminio Melis, Oriano Melis, Maurizio Nuscis, Laura Serci, Sabrina Tuveri, Daniela Vinci.

Nadia Pische ha intervistato i due candidati alla carica di sindaco, Giorgio Alimonda e Rossano Loddo.

 

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Cinque anni fa le liste presentate furono ben cinque, ieri alle 12.00, termine ultimo per la presentazione delle liste, al comune di Portoscuso sono state registrate solo due liste, con relativi candidati alla carica di sindaco e alla carica di consigliere comunale (complessivamente 32) per le elezioni amministrative in programma il prossimo 11 giugno.

Il sindaco uscente Giorgio Alimonda anche questa volta è il candidato della lista “Portoscuso insieme” ed avrà come concorrente uno dei quattro di cinque anni fa, Rossano Loddo, candidato della lista “Portoscuso nel cuore”.

Di seguito, tutti i candidati delle due liste.

Lista “Portoscuso insieme”. Candidato a sindaco: Giorgio Alimonda. Candidati alla carica di consigliere comunale: Ignazio Atzori, Stefano Ansaldi, Enrico Atzei, Simona Cappai, Ilaria Dessì, Maria Beatrice Fadda, Salvatore Fois, Roberto Maccioni, Elena Marras, Sara Marrocu, Orietta Mura, Attilio Sanna, Alessio Santus, Attilio Valdes, Ernesto Valdes e Marinella Valdes.

Lista “Portoscuso nel cuore”. Candidato a sindaco: Rossano Loddo. Candidati alla carica di consigliere comunale: Stefano Ariu, Luca Biggio, Federico Cau, Simone Cherenti, Susanna Cuccu, Luca Deidda, Davide Fois, Marinella Rita Grosso, Ilaria Infantino, Marzia Loddo, Erminio Melis, Oriano Melis, Maurizio Nuscis, Laura Serci, Sabrina Tuveri, Daniela Vinci.

 

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Il sindaco uscente Giorgio Alimonda guiderà ancora la lista “Portoscuso Insieme” nella corsa per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale di Portoscuso. La lista dei 16 candidati alla carica di consigliere comunale conferma l’ossatura di quella che vinse le elezioni nel 2012 con 1.459 voti, il 39,05%, precedendo Rossano Loddo, candidato della lista “Portoscuso nel cuore”, che raggiunse quota 1.289 voti, il 34,50%, ed è stata integrata con alcuni candidati in rappresentanza, in particolare, del mondo dell’associazionismo.

Questi i 16 candidati alla carica di consigliere comunale: Ignazio Atzori, Stefano Ansaldi, Enrico Atzei, Simona Cappai, Ilaria Dessì, Maria Beatrice Fadda, Salvatore Fois, Roberto Maccioni, Elena Marras, Sara Marrocu, Orietta Mura, Attilio Sanna, Alessio Santus, Attilio Valdes, Ernesto Valdes e Marinella Valdes.

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Il comune di Portoscuso partecipa per la quinta volta alla manifestazione Monumenti Aperti. L’impegno dell’Amministrazione comunale e dei volontari consentirà di aprire al pubblico 7 beni culturali. La manifestazione, presentata questa mattina, verrà inaugurata sabato, alle ore 15.45, nel complesso di Su Pranu, grazie al Circolo Musicale Ennio Porrino di Portoscuso.

«Questa quinta partecipazione a Monumenti Aperti – ha detto il sindaco, Giorgio Alimonda – è un importante risultato per la continuità di un evento voluto per conservare e tramandare le nostre tradizioni e la nostra storia ma che, al contempo, arricchisce l’offerta turistico culturale della città e contribuisce alla promozione del territorio.» 

La consigliera delegata Orietta Mura ha messo in risalto «il lavoro in rete instaurato tra istituzioni, scuola, associazioni e volontari», ed entrambi hanno ringraziato studenti, insegnanti ed associazioni che collaborano fattivamente alla buona riuscita della manifestazione.

Questi i monumenti visitabili oltre il Palazzotto della Tonnara di Su Pranu con la grande Sala Corpus, che deve il suo nome a “Su Corpus”, la rete in canapa lunga 186 metri che veniva calata in mare il primo giorno della mattanza. In località Paringianu la laguna di Boi Cerbus. La Chiesa Vergine d’Itria e la Chiesetta di San’Antonio, la Torre utilizzata oggi come Museo Etnografico e come sito per manifestazioni culturali e congressi e infine la villa Su Marchesu, fatta edificare nel 1912 dal marchese Salvatore Pes di Villamarina, Conte di Vallermosa e Marchese di Villamar, nonché Barone dell’Isola Piana per trascorrervi momenti di riposo durante i frequenti viaggi.

Portoscuso aderisce a Gusta la città con trenta attività ricettive e di ristorazione che aprono nelle giornate di Monumenti Aperti affinché la partecipazione alla Manifestazione sia più piacevole e godibile.

Sono numerose le iniziative collaterali realizzate grazie alle associazioni presenti per rendere ancora più gradevole la due giorni di Monumenti Aperti tra cui esibizioni musicali, mostre, letture e laboratori di ceramica, nodi e giochi tradizionali.

Nella villa Su Marchesu sabato, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, si potrà assistere all’esecuzione di brani musicali a cura degli alunni del Corso Musicale della Scuola Secondaria di I Grado di Portoscuso. Nella Sala Corpus sempre sabato ma alle ore 20.30 si terrà un concerto profano a cura del Coro Polifonico Femminile di Portoscuso e del Coro il Baluardo di Lucca.

In tutti i siti sarà presente il Gruppo Folk Sa Turri Portoscuso con una rappresentanza vestita con il costume tipico.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente il pomeriggio di sabato dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

I mezzi dell’Avis Portoscuso e dell’Auser Portoscuso saranno a disposizione gratuitamente per effettuare il trasporto-navetta dalla Piazza Giovanni XXIII al sito di Bau Cerbus e viceversa.

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Il Teatro Centrale di Carbonia, nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna, ha ospitato questa sera la seconda edizione dello spettacolo “Non solo 8 marzo” (la prima edizione si svolse due anni fa, al Teatro Electra di Iglesias), organizzato da Nadia Pische, con il patrocinio del comune di Carbonia e dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia. Nadia Pische lo ha presentato insieme a Luca Gentile, Alice Fiori e Aurora Musu. Le musiche sono state curate da Antonello Siddi.

La serata è stata suddivisa in due parti: la prima ha visto protagoniste le alunne e gli alunni di alcune classi dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia che hanno presentato le schede biografiche di alcune donne sarde che si sono distinte in vari settori dell’arte e della cultura dal secolo scorso ai nostri giorni; la seconda parte ha visto la partecipazione di sindaci e amministratori di alcuni comuni del Sulcis Iglesiente che hanno presentato donne rappresentative del mondo della cultura, dell’arte e dello sport.

La prima ad intervenire è stata Clorinda Forte, assessore delle Politiche Sociali, Giovanili e dell’Integrazione del comune di Iglesias, che ha ricordato Federica Madau, la giovane mamma di tre bambine uccisa il 2 marzo scorso dal marito, dal quale si stava separando. Quello della violenza sulle donne è stato uno dei temi ricorrenti della serata.

Per il comune di Carbonia sono intervenute il sindaco Paola Massidda e l’assessore della Pubblica Istruzione, Politiche Giovanili e Sport Carla Mario, e con loro il vicesindaco Gian Luca Lai, che hanno presentato Susanna Montis che ha letto alcune sue poesie.

E’ stata poi la volta del sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda e della delegata della Cultura dello stesso Comune Orietta Mura, che hanno presentato la cantante lirica Nadia Fois, applauditissima dal numeroso pubblico in sala.

Per il comune di San Giovanni Suergiu sono intervenuti il sindaco Elvira Usai e il vicesindaco Marco Zusa che, in rappresentanza del loro Comune, hanno proposto il gruppo in costume de “Is Massaius Suerxinus”, con l’intervento di Anna Simbula Marras.

Luca Gentile, giornalista di Videolina, uno dei presentatori della serata, ha raccontato una storia in tempo reale, relativa alla mancata partecipazione alla serata di una donna di un Comune del territorio che ha subito ripetute minacce dall’ex compagno. Mancata partecipazione che è stata consigliata da una nuova gravissima minaccia subita dalla donna proprio alla vigilia dallo stesso ex compagno.

La pittrice Derita ha presentato una sua opera dedicata ad una donna, esposta sul palco del Teatro e si è intrattenuta sulla sua attività artistica con Luca Gentile.

La scrittrice Petula Farina ha parlato dei suoi tre libri già pubblicati e del quarto che ha in lavorazione, dedicato alla sua città, Carbonia, con interviste ai protagonisti della vita quotidiana.

Il comune di Gonnesa è stato rappresentato dal sindaco Hansel Christian Cabiddu e dall’assessore dei Servizi sociali, Pubblica istruzione e Politiche giovanili Federica Olla.

Il comune di Calasetta, infine, con il consigliere Roberto Lusci, ha presentato la pluricampionessa italiana di windsurf Alice Casula, orgoglio della comunità per gli straordinari successi ottenuti in una disciplina affascinante legata al mare, la grande ricchezza di Calasetta, alla quale si è avvicinata su un pressante invito del padre Salvatore e dalla quale è stata poi letteralmente conquistata, con risultati sportivi straordinari.

La serata si è conclusa intorno alle 22.00, con il pensiero già rivolto alla prossima edizione.

               

                                                                                                              

Dal 21 al 24 luglio gli spazi suggestivi della Tonnara Su Pranu di Portoscuso ospiteranno la decima edizione della rassegna “Parole sotto la torre“, organizzata dall’associazione culturale “Note a pie’ di pagina”, con la collaborazione del comune di Portoscuso, dell’associazione Prohairesis e Città del Libro del Mibact, della Regione Sardegna e il sostegno della Fondazione di Sardegna.

Tra gli ospiti di questa edizione ci sarà Edoardo Albinati, fresco vincitore del prestigioso Premio Strega, di ritorno in Sardegna dopo l’esperienza del Festival L’isola delle storie di Gavoi. E il ritorno è il  tema scelto dal direttore artistico Gianni Biondillo con la collaborazione di Saverio Gaeta.

Il 20 luglio ci sarà un’anteprima con la proiezione del cortometraggio “L’amore… tutta un’altra cosa” di e con Ignazio Vacca e Petula Farina, condotta da Andrea Contu.

Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda e il delegato della Cultura, Orietta Mura.

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Monumenti aperti Portoscuso 2013 1 copia

Il comune di Portoscuso aderisce per la quarta volta a Monumenti aperti egrazie alla volontà dell’Amministrazione comunale guidata da Giorgio Alimonda ed all’impegno dei volontari, apre al pubblico 6 beni culturali.

L’apertura della manifestazione si terrà a Su Pranu, a cura degli alunni  della Scuola Primaria di Portoscuso che eseguiranno il canto in sardo dedicato a Portoscuso scritto da Delfo Loddo.

Nei saluti, il sindaco Giorgio Alimonda sottolinea come l’Amministrazione comunale, valorizzando tutte le potenzialità presenti nel comune di Portoscuso e per troppo tempo trascurate, si è posta l’obiettivo di convertire l’immagine di Portoscuso affinché non venga concepita solo come zona industriale, ma come località turistica ricca di peculiarità, sia storico-culturali, che naturalistiche – paesaggistiche. Inoltre Orietta Mura, consigliere delegato, precisa che l’organizzazione della manifestazione Monumenti Aperti è diventato un punto fermo degli appuntamenti turistico-culturali-sociali di Portoscuso ed è considerata motivo di orgoglio per l’intera comunità.

Sono 6 i monumenti che Portoscuso propone alle visite con la novità della Sala Corpus, una grande sala, ristrutturata recentemente, che deve il suo nome a “Su Corpus”, la rete in canapa lunga 186 mt che veniva calata in mare il primo giorno della mattanza, formata da tre pezzi: morte, grado e sofina. La Sala Corpus fa parte del complesso di Su Pranu, il Palazzotto della Tonnara.

Sono inoltre visitabili due chiese: la Chiesa Vergine D’itria risalente al 1655 circa ed edificata per volontà di Gerolamo Vivaldi, proprietario della tonnara di Portoscuso e la Chiesetta di San’Antonio che, inserita nel complesso della Tonnara, fu il primo edificio ecclesiastico dell’abitato di Portoscuso.

Gli altri siti sono  la villa Su Marchesu, fatta edificare nel 1912 dal marchese Salvatore Pes di Villamarina, Conte di Vallermosa e marchese di Villamar, nonché barone dell’Isola Piana per trascorrervi momenti di riposo durante i frequenti viaggi, la fontana de Is Piccas che era utilizzata per gli usi domestici e per abbeverare il bestiame, ed era affiancata originariamente da un lavatoio e da un abbeveratoio e la Torre che domina tutto il golfo circostante. Infine in località Paringianu, si trova la laguna di Boi Cerbus con flora e fauna di rilevante interesse.

Portoscuso aderisce a “Gusta la città”, un progetto grazie al quale molte attività ricettive e di ristorazione aprono nelle giornate di Monumenti Aperti per rendere più piacevole e apprezzabile la manifestazione.

Sono numerose le iniziative collaterali realizzate grazie alle associazioni presenti renderanno ancora più godibile per i visitatori di tutte le età la due giorni di Monumenti Aperti tra cui esibizioni musicali, mostre, letture.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato dalle 16.00 alle 20.00 e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30, mentre la domenica dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

Per la visita ai siti, sono consigliati abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti.

In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.

Il programma completo e tutte le informazioni sui monumenti e sulle attività sono consultabili nei pieghevoli in distribuzione e sul nuovo sito della manifestazione www.monumentiaperti.com .

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Sentir parlare di bullismo ha sempre il potere di scatenare dentro di noi una vera e propria tempesta… emozioni forti e contrastanti si impossessano della ragione e lasciano poco spazio alla serenità… alla voglia di capire… di comprendersi e di raccontarsi.

A questo però ci ha pensato, e lasciatemelo dire, ci è anche riuscito, il regista Cristian Castangia, che ha disegnato una storia, una delle tante che danza indisturbata tra le vite dei giovani, spesso baluardi vulnerabili di situazioni destabilizzanti.

Il video “Io bullo”, porta delle immagini molto forti, apre delle pagine ancora da scrivere ed invita alla riflessione. La sua visione non passa certo indifferente, così come non sono rimasti indifferenti le persone che in qualche modo si sono ritrovate spettatori durante le riprese.

Cristian racconta l’esperienza della visione del video e conseguente conferenza, intitolata “Anime ferite e parole non dette. Confrontarsi dentro e fuori della scuola“, presso la sala Alcoa di Portoscuso, sabato 12 marzo, davanti ad un pubblico attento, numeroso proprio a testimonianza dell’importanza del problema del bullismo.

Due situazioni verificatesi lo hanno colpito: l’intervento da parte dei passanti in difesa di un ragazzo preso di mira con atti di bullismo e l’incitamento delle famiglie residenti nei palazzoni dove è stata girata la scena dello stupro… “Solleva la gonna! Fai vedere di più!”

Parole forti che riecheggiano nell’immaginario di chi non ha vissuto, ma facilmente può comprendere i traumi che una vittima di bullismo porterà sempre con sé!

La dottoressa Marta Cappai, psicologa e psicoterapeuta, prende la parola e dal suo intervento colgo una frase «Se una palla è scivolata in un buio passaggio, un bambino può essere spaventato nell’andare a recuperarla, ma se io dico – Guarda, sto venendo con te! – Egli sarà più sicuro!»

A questo punto prende la parola la professoressa Valentina Zini per raccontare quanto sia difficile per i genitori del bullo, trovare il modo giusto per intervenire. Spesso il bullo viene allontanato da scuola per qualche giorno, ma farlo non rappresenta una soluzione, infatti al suo rientro farà peggio di prima, perché è più arrabbiato di prima.

Tra l’altro spesso il contesto da cui viene il bullo non è disagiato, ma magari solo saturo di una situazione familiare pesante.

Certo noi docenti possiamo “lavorarci”, continua la docente, magari riducendo la distanza fra noi e gli alunni, dovremmo essere autorevoli, lasciandoli liberi di esprimersi nella loro individualità, promuovendo magari qualche ora in più per loro, anche a discapito di una lezione di storia.

E dopo la professoressa Zini è la volta della “docente-attrice” Enrica Ena che non ha certo bisogno di presentazioni… un’insegnante camaleontica, dalle mille sfaccettature e dalle riflessioni sorprendenti.

«Il volto della scuola deve essere in posizione di ascolto, nel corto c’è molta scuola». Ci siamo interrogati, abbiamo riflettuto, mi piace l’insegnante che si chiede cosa può fare… Le storie differenti sono tante, occorre dare delle priorità, un docente non può pensare solo al programma, deve anche vedere chi ha di fronte. Dentro ogni ragazzo c’è un terremoto… pensiamo all’adolescente che spesso viene calpestato, le scadenze del programma impongono un ritmo, ma i ragazzi spesso necessitano di tempi più lenti. La scuola è l’unico luogo che li trova insieme in presenza e per questo deve essere capace di creare collaborazione e cooperazione. La scuola è “l’altro posto” dove il ragazzo può trovare un adulto di riferimento. Ma il problema si presenta, oltre che a scuola, anche nelle associazioni sportive e culturali, negli oratori ed in tutti quegli altri luoghi dove si possono creare situazioni di conflitto.

Ad una domanda del pubblico interviene Cristian per rispondere che il bullismo non è solo maschile, ma al contrario è portato avanti da molte ragazzine che non si pongono il minimo problema a “calcare la mano”.

Enrica riprende la parola con un frase che solo a sentirla «la dice tutta!» E prosegue… «A scuola come dappertutto serve tempo, siamo sempre sui social, non ci ascoltiamo più, è necessario rallentare per cercare e trovare nuove forme di comunicazione da accompagnare ad altre. Recuperiamo la voglia di stare insieme».

Alla domanda provocatoria della docente relatrice Orietta Mura ” Ma come si combatte il bullismo?” risponde il dottor Alessio Santus… A scuola il bullo deve sedersi al primo banco, magari un attimino lontano dal suo gregario. Il bullismo va bloccato sul nascere perchè più si diventa grandi, più il bullo è aggressivo.

La docente Enrica Ena ribatte dicendo che «organizzare lo spazio in quel modo mortifica l’autonomia, occorre invece dare spazio alle emozioni,  capire le priorità delle cose e gestire meglio il tempo. Occorre fare un lavoro di prevenzione».

L’assistente sociale Lucia Sireus fa un breve intervento e con rammarico dichiara che il ruolo dei servizi sociali non esiste e prende vita solo nel momento in cui il reato è già stato commesso. A volte nelle scuole esiste uno sportello d’ascolto per prevenire il problema bullismo, occorrerebbe monitorare determinate situazioni.

Sono intervenute anche due operatrici sociali del comune di Portoscuso, Alessandra Masala e Maria Cristina Pisu.

Il giornalista editore Giampaolo Cirronis, prende la parola dietro invito della relatrice che gli domanda come si pone l’informazione nei confronti di questo fenomeno…

«Ciò che ci deve far preoccupare è quello che si tiene nascosto, l’isolamento dei ragazzi più timidi, purtroppo la famiglia è sempre più in crisi ed erroneamente pensa di poter delegare i docenti di prerogative che non dovrebbero essere scaricate, ma più intelligentemente seguite. C’è chi non viene coinvolto, chi non viene considerato sino ad avvertirlo come un peso tale da arrivare ad incancrenire la situazione. Se un ragazzo non riesce a trovare il proprio equilibrio a casa o a scuola, forse potrebbe trovarlo nello sport. Questa sera sono state sviscerate le problematiche del fenomeno sempre più crescente del bullismo, ma di certo le soluzioni non sono facili da trovare.»

Dichiararle e non sottovalutarle è già un passo avanti e la conferenza-convegno di questa sera aveva proprio il compito, l’obiettivo di invitare alla riflessione e a questo proposito mi sento di abbinare a questo articolo un pezzo di storia pubblicata sul sito www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com e sul numero 291 del giornale cartaceo “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 15 marzo 2016 e, in ultima analisi, anche una lettera aperta di un giovane di Carbonia che, dopo aver letto il mio articolo, ha voluto dare la sua testimonianza.

Il coraggio di raccontare, di far sapere, di condividere, di incontrarsi per parlare di persona può aiutare a superare un trauma, in vista di un equilibrio della persona più sereno e più armonico.

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

Come tutte le sere, anche oggi dopo cena, ho aperto la mia casella e mail e scorrendo la posta ho deciso di aprirne qualcuna… una in particolare mi ha provocato un tuffo al cuore…

Cara Nadia… e la leggo tutta d’un fiato… è Roberto che mi scrive… ha letto il mio articolo sull’ultimo numero de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”… lì parlo di bullismo… lo stesso argomento di cui narra lui…

Mi racconta la sua esperienza e mi autorizza a pubblicare…

Non aggiungo altro se non un grande grazie a Roberto per avermi scelto come amica a cui raccontare la sua triste esperienza.

Di seguito il mio articolo e subito dopo la sua lettera…

A voi vittime di bullismo e/o mobbing, leggete e fate tesoro del mio racconto…

Certo che la vita è strana… e a volte quando meno te l’aspetti ti ritrovi ad aver una voglia improvvisa di scrivere per raccontare qualcosa che in passato ti ha fatto tanto male e che forse oggi può aiutare qualche ragazza a stare un pochino meglio… Stamane, all’alba, mentre chattavo di bullismo con una cara amica, perché una tosse tremenda non mi faceva dormire, mi sono improvvisamente resa conto che dovevo dar voce alle mie sofferenze… Mi rivolgo a tutte le persone che, in qualche modo, vengono vessate, umiliate, prese in giro per un qualcosa e, anziché riuscire a reagire, magari dando poca importanza alla cosa, subiscono e soccombono sotto angherie che le segneranno per sempre nell’intimo e che mai dimenticheranno… Ero bambina, avevo solo sette anni, e a quel periodo risale il mio primo ricordo di violenza psicologica. Papà lavorava come operaio, mamma faceva la casalinga ed io avevo un tenero e fantastico fratellino. Purtroppo, per continui problemi di salute dei miei genitori, parte dello stipendio se ne andava via… Mamma, abile sarta, confezionava gli abiti su misura apposta per me ma, purtroppo, non era una firma famosa e mi vestiva da bambina, con tanto di gonna lunga sino al ginocchio, calzettoni o pantaloni larghi… di contro le mie compagnette indossavano minigonne, calze velate e pantaloni stretti. Vittima di risatine e di indici puntati contro, ho cercato di andare avanti e sono arrivata alla prima media… Le mie compagne tutte truccate, fighette nella loro minigonna o nel vestitino firmato e io con abiti cuciti da mamma… A sedici anni due amiche gemelle fecero una festa e mi dissero, ridacchiando, che non potevano invitarmi perché per andare avrei dovuto indossare jeans Fiorucci, scarpe da tennis Superga in tela bianca e maglietta bianca Fruit of the loom… che io ovviamente non avevo… Quanto piansi, ragazze, non ne avete un’idea… Sono passati più di trent’anni, ma ricordo ancora quanto mi bruciavano gli occhi colpa delle lacrime… Volevo fare la maestra e mi iscrissi alle Magistrali… mamma continuava a cucire i miei vestiti con una perfezione disarmante, a volte indossavo anche abiti cuciti da una sua amica sarta… purtroppo però la linea non aveva niente a che fare con la moda del momento… ed io continuavo a ritagliare le foto per evitare che si vedessero i vestiti che indossavo… Ancora oggi le guardo e potrei descrivere gli abiti che indossavo, nonostante il pezzettino della foto manchi ormai da anni… In terza magistrale, poi, raggiunsi forse il massimo della disperazione, tanto da pregare mio padre di ritirarmi da scuola… una mia compagna di classe in particolare mi prendeva in giro quotidianamente chiedendomi perché mi vestissi così male… io non sapevo che dire e al rientro a casa piangevo, piangevo e mi disperavo, non avevo voglia di studiare, mangiavo poco ed ero magrissima… questo faceva di me una vittima di scherno ancora più appettibile… perché sei così magra? Perché non hai la brioss del Mulino Bianco? Come mai non ti compri il panino da Ardau? E giù a ridere… io stavo zitta e poi a casa piangevo… Un giorno mamma, per “farmi stare meglio”, mi comprò un paio di tronchetti da Tronci calzature… io, al colmo della felicità, le indossai per andare a scuola ignara di quel che da lì a poco mi sarebbe successo… non feci in tempo a salire sul pullman che mi avrebbe portato a scuola che fui aggredita dalla famosa compagna di classe… vi starete chiedendo… come mai? Semplice… mamma mi aveva comprato, senza saperlo, le scarpe uguali alle sue… persino dello stesso colore: rosa antico con la pelliccetta che fuoriusciva color beige… Apriti cielo! Tra le tante cose che mi gridò ricordo ancora una frase in particolare… Come ti sei permessa? Al rientro a casa ero disperata e non volevo più andare a scuola… Mio padre e mia madre, genitori con la g maiuscola… provarono a farmi ragionare ma… io persi l’anno… ebbene sì, mi bocciarono… non avevo voglia di studiare… Di questi esempi ve ne potrei fare tantissimi ma voglio farli facendo un salto nel tempo. Tra una lacrima e l’altra, mi sono poi diplomata e sono diventata un’insegnante soddisfatta, appagata, svolgo dal 1991 un mestiere che amo, adoro i miei bambini a cui dico sempre che sono brutti, monelli, ma anche bravi e belli… chiedo ai miei alunni che indossino sempre il grembiule e vigilo anche in ricreazione che nessuno prenda in giro un compagnetto o una compagnetta… Appena passata in ruolo, ebbi la sfortuna di dover usufruire della legge 104 per mio figlio e, da vittima di bullismo, diventai vittima di mobbing… Un dirigente arrivò a dirmi che non potevo chiedergli niente, visto che mio figlio era iscritto alla scuola materna in un istituto diverso da quello dove insegnavo, poco accorto a ricordarsi che lo dovetti iscrivere in un’altra scuola perché loro non facevano l’accoglienza ed io dovevo essere puntuale a scuola! Una responsabile di plesso mi chiamava tutti i giorni mentre mio figlio era ricoverato in ospedale ad un passo dalla rianimazione per ricordarmi che i miei problemi creavano problemi alla scuola… Una dirigente qualche anno più tardi non nominava, preciso che parlo di anni in cui poteva farlo, non come oggi, e quando io mi assentavo in 104 si portava parte dei bambini in ufficio e divideva gli altri… L’elenco sarebbe lungo… credo basti così… per far riflettere chi si riconosce nelle persone nominate… ma, soprattutto, per aiutare tante vittime come me ad essere forti e a non subire le angherie in silenzio, a non lasciare che diventino traumi, a reagire difendendosi, a superare le paure, le paure di parlare, di raccontare, di confidarsi con qualcuno… Voglio lasciarvi con un’ultima piccola riflessione che vi sarà utile per guardarvi intorno e tirar le somme… Mamma e papà non mi hanno fatto mai mancare nulla… non mangiavo le brioss del Mulino Bianco ma la ciambella di mamma, il paninetto me lo preparava lei, non avevo abiti firmati ma andavo sempre al mare o in campagna, avevo cose diverse da quelle che avevano loro… avevo le cose migliori, le più belle… ma non lo sapevo… Ora sono grande… sono diventata una donna forte che difende i deboli dai soprusi… un’insegnante attenta ed una giornalista che crede fermamente nella potenza dei mass media quale veicolo portante di informazioni e formazioni utili e necessarie a vivere meglio. Mio papà da cinque anni non c’è più, leggere questa lettera forse gli avrebbe fatto male, mamma non so se la leggerà, nel caso, forse, «la farà stare un pochino male», ma io oggi ho sentito l’esigenza di scriverla nella speranza che possa aiutare qualche adolescente in difficoltà. La vita è un dono prezioso… pertanto è un nostro dovere viverla appieno come preferiamo, senza indici puntati contro, non abbiate timore… Buon tutto a tutti, cari lettori! Ops scusate… Vi starete chiedendo che fine abbia fatto quell’adorabile compagna… la vedo spesso e mi saluta guardandomi con fare sprezzante… sarà perché non vesto ancora griffato? Ah, ah, ah…

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

 

Carissima Nadia, il mio nome è Roberto, ho 23 anni e abito a Carbonia. Vorrei farti i complimenti per l’articolo che ho letto su “La Provincia” devo dirti che non è facile che qualcuno possa comprendere e capire cosa si prova in quelle tristi occasioni ma, credo che, solo chi ha vissuto giorno per giorno quei momenti, potrà dire o dare una parola di conforto e di aiuto a chi si trova oggi in quelle circostanze.

Avrei tanto da dirti ma vorrei soffermarmi su momenti poco piacevoli che possono essermi capitati durante questi anni di studio. Ho frequentato le scuole medie in privato, una scuola dove i poveri non possono andare o meglio dove i poveri per dare qualcosa in più si privano del pane, perché i propri figli possano vivere in un ambiente che credono sano. Nella mia scuola a soli 12 anni qualche bambina veniva con le calze a rete e scarpe all’ultimo grido senza parlare dei telefonini e orecchini d’oro più grandi delle orecchie. Io andavo con un cappottino stretto con la pellicceria sul collo anni ’60 (ti parlo del 2003) con scarpette da tennis e jeans sempre rattoppati sulle ginocchia. Tutti cara Nadia, avevano uno o più computer a casa mentre io e mio fratello una vecchia macchina da scrivere. Non ti nascondo che ci lamentavamo con il mio povero babbo che guadagnava 1.100.000 lire al mese e Lui ci rispondeva che tutte quelle cose erano superflue e senza nessun senso, che potevamo vederle, toccarle, ma che per ciò che serviva per il nostro futuro non servivano.

Posso essere sincero con Te cara Nadia, oggi capisco che mio padre aveva ragione, a soli quindici anni con la vecchia macchina da scrivere scrissi assieme a mio fratellino il mio primo libro e lo dedicai a il mio Grande BABBO, ne pubblicai 5.000 copie, e a soli sedici anni andavo a parlare nei carceri minorili con i ragazzi meno fortunati, a 17 anni ero in grado di aiutare e rendere felici dei ragazzi disabili regalando loro attrezzature sportive senza le quali non avrebbero mai potuto montare su un cavallo. A un’età in cui potevo avere io bisogno di quei soldi che ricavavo dalla vendita di quei libri, avevo scoperto che dare era mille volte più gratificante che ricevere, il privarsi per dare a chi ha veramente bisogno è una sensazione d’amore che ti gratifica e ti insegna a capire ciò che nessuna scuola e nessuna ricchezza potrà mai farti felice.

Oggi sono laureato al secondo anno della specialistica, ringrazierò sempre mio padre per ciò che mi ha potuto dare ma, ricorderò sempre lo sguardo indifferente nei nostri confronti, di quei compagni che in quel tempo avevano tanto e, a distanza di pochi anni, oggi non hanno più nulla.

Con Osservanza, e un caloroso abbraccio per chi la pensa come Te.

Roberto D.

Se Vuoi posso anche darti il consenso di pubblicarla, ciao.

Carbonia, lì 16.03,2016

 

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