22 November, 2024
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40 anni fa la strage di Ustica, che sconvolse l’Italia e cambiò per sempre il destino dell’aviazione civile nazionale. Quel 27 giugno del 1987, il volo IH870, della compagnia Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna “Borgo Panigale” e diretto a Palermo “Punta Raisi”, interruppe improvvisamente il contatto radio con la torre di controllo di Roma “Ciampino” mentre sorvolava il Tirreno tra Ponza e Ustica. Diverse furono le ipotesi accampate sulle cause della sciagura, tra cui quella del posizionamento di una bomba a bordo, nella toilette dell’aereo, e di un possibile attacco terroristico. Ipotesi non convalidate dai ritrovamenti dei pezzi della fusoliera, che non confermarono la possibilità di un’esplosione in volo. In sede penale, e a scopo risarcitorio, fu accolta l’ipotesi che vedeva il DC-9 coinvolto in un terribile gioco di guerra, colpito in volo da un missile lanciato da un aereo NATO contro un MIG libico. Ancora oggi, tuttavia, non è stata chiarita la dinamica di quella che è considerata una delle più terribili tragedie aeree italiane, seconda solo a quella di Montagnalonga, e che costò la vita a 81 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Mancano ancora troppe risposte a quella che fu una delle giornate più nere dell’ultimo quarantennio.
Oscar Piano, di Carbonia, era allora un dipendente Itavia e di quella giornata conserva un ricordo molto lucido.«Fu un giorno terribile. Anche perché 24 ore dopo l’incidente noi dipendenti sapevamo con certezza, tramite un consigliere del presidente dell’Itavia, che era stato un missile ad abbattere l’aereo.» Anche per il signor Oscar Piano ci sono alcuni punti che non tornano.
«Il comandante Domenico Gatti era uno dei migliori piloti, conosciuto come uno dei più pignoli. Inoltre, l’aereo veniva fuori dalle revisioni fatte in Alitalia, il che era indice di garanzia massima, secondo le politiche di allora. 81 vittime per giochi di guerra, sembrerebbe, anche se ancora oggi non si è accertato nulla. Pare che il missile fosse partito da un aereo decollato dalla nave francese “Clemenceau”, nel Golfo di Napoli.»
Francesco Cossiga, all’epoca Presidente della Repubblica, confermò di aver avuto informazioni riguardo questa ipotesi, in un’intervista rilasciata nel 2008.
Per quanto le aggravanti fossero state attribuite ad un fattore esterno alla compagnia aerea civile, chi ne fece maggiormente le spese furono i dipendenti Itavia.
«Purtroppo, il gioco politico e mediatico di allora ha infangato la memoria dei piloti, la dignità della compagnia e dei lavoratori che, in quella compagnia, lavoravano ricorda Oscar Piano -. Eravamo 1.200 dipendenti, la maggior parte dei quali concentrati tra gli uffici di Via Sicilia e Ciampino, a Roma, ed il resto sparsi per gli altri aeroporti italiani. Ci fu tolta completamente la dignità. Non ci fu dato alcun riconoscimento. Tranne a chi si adeguò alle leggi delle compagnie che li assorbirono. Nelle grandi città, come Roma e Milano, i colleghi ebbero la fortuna di poter andare a lavorare in altre aziende. Chi, invece, come me, lavorava in periferia, avendo famiglia da mantenere, dovette accettare quello che gli venne dato. Noi oggi chiediamo solo che ci venga riconosciuta la dignità che allora ci è stata tolta. Quello lo pretendiamo, perché abbiamo fatto grande l’Itavia.»
Oscar Piano ha un grande desiderio: «Vorrei tanto che il presidente Sergio Mattarella riconoscesse pubblicamente che i dipendenti dell’Itavia erano dei grandi lavoratori, dal primo comandante all’ultimo operaio. Hanno fatto grande la compagnia senza mezzi, con poche persone ma con grande fiducia nell’azienda. Per noi era una famiglia».
Federica Selis

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Si è svolta questa mattina, presso il chiostro della Chiesa di San Ponziano, a Carbonia, sede del Banco del farmaco, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Carbonia Memorie”, calendario con foto storiche della città, un iniziativa dell’associazione sportiva Yama arashi Dojo Club nata con l’intento di unire lo sport con la storia creando un progetto che potesse aiutare i più bisognosi.
Il progetto realizzato gratuitamente da Grafiche Sarde ha avuto il fondamentale apporto del giornalista Sebastian Solinas che ha fornito le immagini. Tutto il ricavato verrà devoluto all’associazione Banco del farmaco, no profit che si occupa di donare i farmaci prescritti alle persone in difficoltà economiche.
Il presidente della Yama Arashi Dojo Club, maestro Amos Muscheri, ha sottolineato l’importanza di attivare una sinergica collaborazione tra mondo sportivo culturale e del volontariato: «Non si può pensare di educare i ragazzi senza metterli a conoscenza della storia della città in cui si trovano e senza sensibilizzarli alle problematiche sociali come quella della povertà, la nostra associazione vuole essere un punto di partenza per avere in futuro uomini e donne educati, sensibili e colti».
Il fondatore del banco del farmaco Oscar Piano ha espresso grande gratitudine all’associazione ideatrice ed è convinto che il progetto aiuterà in maniera importante la realizzazione degli obiettivi del banco del farmaco.
«Quando mi è stato proposto di partecipare alla realizzazione del progetto con il contributo fotografico – ha detto Sebastian Solinas – sono stato onorato, penso sia un progetto importante che piacerà molto.»
Il calendario è in vendita presso 13 punti che hanno aderito, al costo di 8 €.

Sabato 27 ottobre, dalle ore 18.00, al Teatro Centrale di Carbonia, si terrà il concerto degli Istentales, il noto gruppo musicale sardo etno-pop agropastorale. L’evento è stato organizzato dal “Banco del Farmaco Maria Piano” con il patrocinio del comune di Carbonia. “Si tratta di un’iniziativa meritoria poiché il ricavato della vendita dei biglietti per il concerto sarà devoluto al Banco del Farmaco Maria Piano, un progetto costituito a Carbonia nel mese di Gennaio 2018 al fine di raccogliere fondi a favore delle persone indigenti che necessitano di risorse per poter acquistare i farmaci di cui hanno bisogno per preservare la propria salute”, ha affermato il Sindaco Paola Massidda. In particolare, i proventi della vendita dei biglietti del concerto verranno utilizzati per la realizzazione del poliambulatorio gratuito per i meno abbienti. Il costo del biglietto è di 10 euro per gli adulti, 8 euro per gli studenti sino ai 25 anni e di 5 euro per i bambini.Il progetto “Banco del Farmaco” è stato promosso dal sodalizio N.A.B.A. e annovera come referenti Andrea Deiana, Oscar Piano e Loredana Matta

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Ottimo inizio di attività per il progetto “Banco del Farmaco Maria Piano”, costituito a Carbonia nello scorso mese di gennaio con la finalità di raccogliere fondi a favore delle persone indigenti che necessitano di risorse per poter acquistare i farmaci di cui hanno bisogno per preservare la propria salute.

Alla data del 13 agosto sono stati erogati buoni sufficienti per l’acquisto di 161 farmaci, per un importo totale pari a 1.793,50 euro.

«Si tratta di un’iniziativa lodevole che consente di aiutare centinaia di nostri concittadini che non possono permettersi terapie, le quali sovente risultano molto costose – ha detto il sindaco, Paola Massidda -. Il progetto è partito con il piede giusto, come certificano i risultati dei primi mesi di attività.»

Il progetto “Banco del Farmaco” è stato promosso dal sodalizio N.A.B.A. ed annovera come referenti Andrea Deiana ed Oscar Piano. L’associazione N.A.B.A. fa parte della Consulta handicap, istituita con deliberazione n. 26 del Consiglio comunale del 27 aprile 2017. Un organo consultivo ed autonomo, di cui fanno parte associazioni e cittadini, con l’obiettivo di tutelare le persone con disabilità.