22 November, 2024
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Un documento del dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, ingegner Palmiro Putzulu, sul trattamento delle acque reflue prodotte all’interno delle strutture sanitarie, con particolare riferimento al Presidio Ospedaliero CTO, interessato all’apertura di nuovi reparti di degenza e trasferimento di reparti da altri ospedali, rischia di creare un caso politico.

«Le acque reflue prodotte nelle strutture sanitarie, secondo quanto disposto dalla disciplina regionale degli scarichi – scrive il dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias – sono da classificare come acque reflue domestiche o assimilate soltanto se prodotte negli ospedali con un numero di posti letto inferiore a 24, purché sprovvisti di laboratori di analisi e ricerca. La qualità delle acque reflue prodotte all’interno di strutture sanitarie sono sicuramente diverse da quelle prodotte negli ambienti domestici e perciò hanno bisogno di opportuni trattamenti di depurazione prima di essere scaricate in ambiente o in una pubblica fognatura.» 

«Nella cttà di Iglesias – aggiunge Putzulu – per varie vicissitudini, a tutt’oggi non risulta completato il sistema fognario depurativo che permetterà di trattare tutti i reflui prodotti nel centro urbano nell’impianto di depurazione consortile, sito in località Sa Stoia. Solo una parte della città, il “versante est”, risulta collegato all’impianto di depurazione, mentre il “versante ovest” scarica i propri reflui in un compluvio naturale per poi finire nel rio San Giorgio che fa parte del compendio naturale del sistema di Sa Masa, nel comune di Gonnesa. Nel versante ovest della città è inserito anche il Presidio Ospedaliero CTO che, a quanto di nostra conoscenza, non possiede un proprio impianto di pretrattamento dei reflui, ma come gli altri reflui del versante ovest vengono scaricati nella rete fognaria per poi finire nel rio San Giorgio.»

«Per poter collettare i reflui del versante ovest all’impianto di depurazione consortile, occorre completare il sistema fognario depurativo consistente nei lavori di realizzazione di un tronco di collettore fognario e dell’impianto di sollevamento in località Cabitza. Tali lavori, in capo alla società Abbanoa Spa, sono in fase di appalto e, dopo le opportune autorizzazioni, si procederà con la realizzazione dei lavori – scrive ancora Palmiro Putzulu -. Il piano di riorganizzazione degli ospedali che interessa anche il Presidio Ospedaliero CTO, con l’apertura di nuovi reparti di degenza e trasferimento di reparti da altri ospedali, determinerebbe un incremento dei flussi di acque reflue provenienti dalle stanze di degenza, sale operatorie, laboratorio di analisi, ecc. Tutto ciò comporterebbe un aggravarsi della situazione igienico sanitaria e ambientale dei recettore finale dello scarico.»

«Tale scenario risulta inaccettabile ed in contrasto con il Codice dell’Ambiente sino a quando il sistema fognario depurativo della città di Iglesias non verrà completato con la messa in esercizio dei suddetti interventi. Per quanto suddetto – conclude il dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias – questo ufficio competente, ha il dovere di rammentare, che prima di procedere con la riorganizzazione della rete ospedaliera, si attenda il completamento del sistema fognario depurativo, in modo da non aggravare la già precaria situazione del recettore finale dello scarico, individuato nel rio San Giorgio che sfocia nello stagno di Sa Masa.»

Il documento del dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias ha provocato una dura presa di posizione del segretario cittadino del PD di Iglesias, guidata da Ubaldo Scanu.

«L’atto emanato dal dirigente provinciale del settore Area dei Servizi Ambientali della ex provincia Carbonia Iglesias – attacca Ubaldo Scanu – appare quanto meno strumentale, in quanto non ne ricordiamo altri di questo tipo; eppure nel CTO il numero dei posti letto è stato da sempre e di molto superiore ai 25. Invece solo oggi si interviene, oggi che è in atto la discussione sulle scelte in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera locale.»

«Ad ogni buon conto – aggiunge Scanu – il dirigente della provincia può stare sereno e tranquillo, perché per quanto è a nostra conoscenza il CTO di Iglesias dispone di un depuratore appena ultimato che può soddisfare e reggere lo smaltimento delle acque reflue dei reparti fino a 250 posti letto. La ditta che si è occupata della realizzazione dell’opera deve solo attivare l’impianto elettrico, quindi il CTO è in regola in quanto possiede un impianto di pretrattamento dei reflui e non scaricherà nulla di pericoloso nel momento in cui saranno attivati i nuovi reparti. Questo basta e avanza. Ma se non bastasse, per quanto riguarda il compluvio fognario del versante ovest all’impianto di depurazione consortile, a seguito di specifica delibera del Consiglio comunale, Abbanoa ha esperito la gara d’appalto e aggiudicato i lavori e ad oggi sta valutando la proposta progettuale. Insomma siamo sulla strada giusta, al più si tratterebbe di chiedere ad Abbanoa di accelerare con le operazioni. Ci auspichiamo – conclude il segretario cittadino del PD di Iglesias – che la stessa zelanteria da parte dei dirigenti della ex provincia Carbonia Iglesias non sia applicata solo al presidio ospedaliero CTO.»

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Incontro x Eurallumina in Provincia a Iglesias 2 Incontro x Eurallumina in Provincia a Iglesias 1

Eurallumina protesta 2 settembre 2015 2 Eurallumina protesta 2 settembre 2015 1

Nuova manifestazione della RSU e di una rappresentanza di lavoratori Eurallumina questa mattina nella sede di Iglesias dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, in via Argentaria, settore Amkbiente, per sollecitare un’accelerazione delle procedure del percorso autorizzativo previsto per il rilancio produttivo.

Il settore Ambiente dell’ex provincia di Carbonia Iglesias è uno dei due organi autorizzativi, l’altro è il Savi regionale, del procedimento di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale). Ieri gli stessi lavoratori hanno manifestato davanti all’assessorato regionale dell’Ambiente, dove a fine mattinata sono stati ricevuti dal capo di Gabinetto Franco Coroso, che ha loro assicurato che «i tempi decorreranno dal momento in cui agli uffici arriverà un’istanza corredata con tutti gli elementi necessari per procedere a una valutazione accurata del progetto complessivo».

La RSU ha incontrato l’amministratore straordinario, Giorgio Sanna, e i dirigenti del settore Ambiente, Palmiro Putzulu, Francesca Tolu e Vittorio Uras, che hanno confermato l’impegno dell’Ente nel rispetto delle procedure ed elle norme, al fine di non accumulare ritardi nell’espletamento dell’iter autorizzativo di competenza.

Il Piano industriale e gli accordi istituzionali sottoscritti a tutti i livelli prevedono, per la ripresa produttiva del primo anello della filiera dell’alluminio, investimenti per 185 milioni di euro, l’impiego di oltre 200 addetti degli appalti per la realizzazione degli impianti e 357 lavoratori diretti (molti dei quali saranno nuovi assunti), oltre agli addetti ai servizi (mensa, trasporti), ai fornitori, all’indotto in generale , per una valenza complessiva di circa 1.000 posti di lavoro.

«Tutto questo – sottolinea la Rsu Eurallumina – nel pieno rispetto degli organi autorizzativi quali il “Savi” regionale e il settore Ambiente dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, della loro competenza e imparzialità di giudizio, come abbiamo sempre fatto in questi difficili anni di lotta per la rivendicazione del diritto fondamentale qual è il “lavoro”, certi che si possano coniugare, nel rispetto delle leggi e delle regole in vigore , essendo i primi a pretenderlo, “Ambiente – Salute – Lavoro”, al fine di scongiurare che i ritardi possano pregiudicare un così importante progetto industriale, per l’enorme valenza socio-economica, oltre che migliorativa rispetto alla fase pre-fermata, dal punto di vista tecnico e ambientale.»

«I lavoratori e le lavoratrici Eurallumina – conclude la nota della Rsu aziendale -, senza voler esercitare nessuna pressione, saranno presenti in tutta la fase autorizzativa, per monitorare che l’iter specifico, seguendo il suo corso normativo, non subisca ulteriori ritardi e che gli impegni riguardo la tempistica indicati dall’assessore dell’Ambiente, siano rispettati.»