22 November, 2024
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Storie straordinarie di migrazioni, salvataggi,accoglienza e testimonianze dal vivo della vita a bordo di una rescue boat. I volti, gli sguardi, i corpi, di coloro che bruciano e sognano le frontiere per raggiungere l’Europa come unica possibilità di sopravvivenza, dopo aver attraversato il deserto e il mare della speranza. Una grande ferita del mondo contemporaneo di cui oggi si parla tanto, ma mai abbastanza. Questi e tanti altri saranno i nodi centrali dell’open lesson del 14 gennaio di IED Cagliari, alle ore 18.00, inserita all’interno del ciclo di incontri “Respect! Persone. Futuri. Luoghi dedicati ai temi di interesse sociale. Protagonista di questo terzo talk a Villa Satta sarà Isabella Trombetta, Communication Officer per SOS Mediterranée Italia, l’organizzazione marittima e umanitaria sostenuta dalla società civile europea per il soccorso nel Mediterraneo.

Con lospite dialogherà Paola Masala, esperta di comunicazione impegnata nel sociale dal suo punto di vista privilegiato, la cultura. È responsabile Marketing per Sardegna Teatro e Delegata regionale per la comunicazione del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Di fronte all’aumento dei morti e alle tragedie sulle rotte del Mediterraneo centrale tanti giovani europei hanno deciso di collaborare con organizzazioni umanitarie, diventando “angeli del mare”. Così come Isabella Trombetta, originaria di Reggio Calabria, laurea all’Università LUISS di Roma in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, che dal 2017 al 2018 ha svolto l’incarico di Communication Officer a bordo della nave di salvataggio “Aquarius”, nella quale si è occupata delle comunicazioni fra la nave e gli uffici a terra, e soprattutto è stata il canale di comunicazione fra la nave e la stampa a bordo. Un compito importante che l’ha vista impegnata soprattutto nel raccogliere le testimonianze dirette delle persone che venivano salvate (la Aquarius ha salvato la vita a decine di migliaia di persone), restituendo così storie, voci e volti a quella dimensione umana che in genere viene ignorata dal racconto, spesso superficiale e fatto di soli numeri e statistiche, delle migrazioni. «Chiunque abbia vissuto questo fenomeno da vicino, visto le immagini, sentito le storie, non può non capire che qui si parla di persone, i naufraghi, e non di numeri, e che l’accoglienza non è la stessa cosa del soccorso in mare. Il soccorso in mare non è solo legale, il soccorso non è un’opzione, è un obbligo», spiega Isabella Trombetta.

Attualmente, da quando la Aquarius, la “grande nave arancione”, non opera più nel Mediterraneo (la fine della missione di ricerca e soccorso risale al 9 giugno 2018) Isabella svolge il ruolo di Communication Manager occupandosi del rapporto con la stampa italiana e dei profili sui social media per la filiale italiana di SOS Mediterranée.

Nei suoi studi universitari ha sempre concentrato l’attenzione sui temi delle migrazioni e sulle peculiarità del patrimonio culturale internazionale nelle comunità di migranti. «In mare ho imparato quanto sia importante il lavoro di squadra perché lavorando in sintonia si possono salvare molte vite. E poi ho imparato cosa vuol dire ”dignità”, restituire dignità alle persone. Perché vedere quelle stesse persone in mare, sofferenti, ammassate sui gommoni, sui barconi, e poi a bordo dell’Aquarius, dopo aver ricevuto le cure mediche, il cibo, l’acqua e i vestiti puliti, si impara a capire il reale valore della dignità umana e quanto troppo spesso lo diamo per scontato», racconta Isabella Trombetta.

SOS Mediterranée è una organizzazione della società civile, non governativa, costituita da un network europeo (Italia, Germania, Francia e Svizzera) che supporta le operazioni di salvataggio dei profughi nel Mediterraneo e le attività di testimonianza e di sensibilizzazione. Cittadini, persone comuni che hanno deciso di mettersi in gioco e di fare qualcosa per soccorrere i migranti in pericolo nel nostro mare. Lo scopo di SOS Mediterranée è tripartito: salvare le persone che rischiano di morire ogni giorno; assisterle una volta che sono a bordo, grazie anche alla collaborazione di partner come Medici senza Frontiere, e testimoniare, invitando i giornalisti a bordo e informando l’opinione pubblica dei Paesi europei sulla situazione dei migranti nel Mediterraneo, attraverso la raccolta e la diffusione di testimonianze dirette sulle condizioni e sui differenti aspetti delle migrazioni in atto.

«Design e sostenibilità sono due aspetti importanti che raccontano l’identità dello IED. Design inteso nelle sue diverse e più aggiornate declinazioni, che comprende anche l’educazione per i nostri giovani studenti, cittadini del futuro, allo sviluppo sostenibile. Il nostro compito non è solo quello di formare designer nel campo delle professioni della creatività, ma anche di sostenere un’istruzione orientata verso un pieno sviluppo della personalità umana attraverso la promozione della comprensione, della tolleranza, del dialogo. E quello di Isabella Trombetta riteniamo che sia un esempio buono e positivo che promuove una cultura pacifica, un progetto e uno stile di vita sostenibili, volti alla valorizzazione delle diversità culturali e al rafforzamento del rispetto e dei diritti umani e delle libertà fondamentali», spiega Monica Scanu, direttrice IED Cagliari.

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Appuntamento a Cagliari con il Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti ideato ed organizzato nel capoluogo sardo dalla cooperativa Vox Day, quest’anno alla sua edizione numero tredici: dopo la bella anteprima dell’altro sabato 9 novembre – al Fabrik con Perry Frank e con Stuart Braithwaite, leader e chitarrista dei Mogwai, la manifestazione vive il suo clou in tre lunghe serate, da questo giovedì (21 novembre) a sabato 23, all’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove fa base per la prima volta.

Tiene banco la musica, come sempre, spaziando tra i generi e gli stili con tredici diverse proposte della scena nazionale e internazionale: in arrivo dalla Penisola The Winstons, i Julie’s Haircut, La Luna e i C’mon Tigre, dall’Austria gli Alpine Dweller, da Malta The Ranch, dal Regno Unito la scozzese Emme Woods, l’inglese Joey Collins e il gallese Matthew Frederick, mentre a rappresentare il panorama sardo saranno La Città di Notte, il duo Nunc, La Pioggia ed il Luigi Frassetto Quartet.

Tanta musica, dunque, ma non solo, perché il Karel Music Expo è una vetrina multidisciplinare che promuove tutte le forme espressive estranee ai meccanismi della grande distribuzione; ecco, dunque, in cartellone, anche le installazioni dell’artista giapponese Makoto e del romano Daniele Spanò, le performance e le opere di Rugiada Cadoni, un incontro-dibattito di astronomia culturale con Agostino Piano, uno spettacolo formativo sulle dipendenze dalle nuove tecnologie, e una selezione di cortometraggi proposta in collaborazione con lo Skepto International Film Festival e la Fondazione Sardegna Film Commission; il tutto sotto un titolo caratterizzante, “Generazioni”, suggerito dall’imminente epilogo di questo decennio, come spiega il direttore artistico Davide Catinari: «Ogni decade giunge alla sua conclusione attraverso una rappresentazione che ne traccia la memoria, così che ogni epoca possa essere ricordata in accordo con tutto quello che ha prodotto e ogni generazione per ciò che ha espresso. (…) Ma la percezione dell’alternarsi di diverse generazioni, soprattutto durante il secolo appena trascorso, ha reso memorabili diversi passaggi di consegne, come quello tra le due guerre mondiali o la rivoluzione culturale, e giovanile, che dalla fine degli anni ’60 in poi ha contribuito a creare un immaginario immenso, denso di simboli, volti, oggetti, suoni, mode e modalità che hanno segnato gli ultimi cinquant’anni della storia di questo pianeta, trasformando per sempre l’idea stessa della nostra vita».

Si comincia, dunque, questo giovedì (21 novembre), con una scaletta fitta di appuntamenti, presentati – in questa come nelle successive serate – da Paola Masala. L’apertura, alle 19.00, è nel segno delle cinema con la visione di tre cortometraggi in linea col tema proposto dal Karel Music Expo, selezionati dalla commissione artistica dello Skepto International Film Festival, la rassegna cagliaritana giunta lo scorso aprile alla sua decima edizione: “Parru pi tia” (15′), diretto dal palermitano Giuseppe Carleo, “How I Didn’t Become A Piano Player” (18′), produzione inglese per la regia di Tommaso Pitta, e “Bitchboy” (15′), dello svedese Mans Berthas.

La musica sale alla ribalta alle 21.00, con il primo dei quattro set in programma nella serata inaugurale che si avvicenderanno sui palchi allestiti in due diversi spazi dell’EXMA: quello montato nella sala conferenze del centro culturale di via San Lucifero, e quello della Sala Showcase all’interno di una tensostruttura appositamente allestita nel cortile.

In apertura, riflettori puntati sul cantautore e producer inglese (di Nottingham) Joey Collins: la sua musica è introspettiva e emotiva, con influenze di artisti come Jeff Buckley, John Frusciante, Elliot Smith, Richard Ashcroft e Eddie Vedder.

Blues e cool jazz incontrano la canzone italiana nella proposta di La Città di Notte, band cagliaritana nata dall’incontro di quattro musicisti – Diego Pani (voce), Andrea Schirru (tastiere), Edoardo Meledina (contrabbasso) e Frank Stara (batteria) – provenienti da diverse band del panorama musicale sardo (King Howl, Dancefloor, Stompers, Stone Seeds), accomunati dalla passione per la musica afroamericana e lo swing italiano degli anni Cinquanta.

Gioca in casa anche La Pioggia, altra formazione isolana, germogliata nel 2016 da un’idea di Andrea Cannucci in collaborazione con Giuseppe Aledda. Dopo un periodo di scrittura orientata al cantautorato classico, il progetto ha dato forma a una produzione più libera ed eterogenea, consegnata alle tracce dell’album “Anime in piena”. L’anno scorso la formazione è diventata stabilmente un quartetto composto da Andrea Cannucci alla chitarra e alla voce, Mauro Bin Frau alla batteria, Francesco Perra alla chitarra e Giuseppe Aledda al basso.

Finale di serata in crescendo con i Julie’s Haircut, band emiliana in attività già dal 1994 e devota a suoni spaziosi e ipnotici. La sua musica si è evoluta nel tempo dal garage-rock degli esordi fino a territori più sperimentali, concentrandosi su improvvisazione e ricerca sonora, senza perdere contatto con il groove e la melodia che l’ha sempre caratterizzata. È del mese scorso il nuovo album, “In The Silence Electric”, per la prestigiosa etichetta inglese Rocket Recordings. Sul palco del Karel Music Expo, a partire dalle 23.00 circa, Nicola Caleffi (chitarre, tastiere, basso, voci), Luca Giovanardi (chitarre, tastiere, basso, voci), Andrea Rovacchi (tastiere, percussioni), Andrea Scarfone (chitarre, basso) e Ulisse Tramalloni (batteria, percussioni).

A precedere il set dei Julie’s Haircut, la prima della serie di perfomance che verranno proposte ogni sera da Rugiada Cadoni, presente al festival anche con un’installazione di sue opere. Visual artist, performer, fotografa, designer, Rugiada Cadoni è interessata al tema dell’identità, al modo in cui immagini di ogni tipo (TV, stampa, internet) condizionano la percezione. Per questo si appropria, devia, decostruisce queste immagini che, come erede della Pop Art, rielabora facendole uscire fuori dal contesto e giustapponendo elementi diversi: arte come provocazione di ambiguità e attenzione alle forme minimali e non spettacolari con atti spontanei derivanti da una costante riflessione concettuale.

Con la prima giornata del festival, si inaugurano anche le altre due proposte di ambito artistico che si potranno apprezzare ogni sera all’EXMA. La parete accanto alla tensostruttura sarà lo sfondo di “Fino a qui”, opera dell’artista, scenografo e regista Daniele Spanò, che trasforma la facciata dell’edificio in una superficie luminosa, dinamica e funzionale al racconto, attraverso l’uso della videoproiezione e del suono, in cui l’architettura acquisisce nuove funzionalità attraverso deformazioni e distorsioni visive e sonore dal sapore surreale.

All’interno di una delle torrette dell’EXMA trova invece spazio l’installazione “Codice G.N.R.” di Makoto, artista giapponese profondamente influenzato dalle rappresentazioni corporee del rinascimento italiano, che qui si fonde con il minimalismo del Sol Levante: per il Karel Music Expo, Makoto espone una delle sue “Nukegara” (“spoglie”) ottenute con tessuti induriti col gesso, proiettando un cortometraggio da lui realizzato sul tema di “Generazioni”.

E’ mesta l’aria che si respira durante la conferenza stampa di presentazione della stagione di prosa 2014/2015 presso lo Stabile Sardo. Mesta ma ostinatamente dignitosa, come la professionalità di chi vi lavora e di chi ha imbastito un cartellone curato, che non si nutre di scambi e che non si gonfia dietro nomi televisivi, facilmente utilizzabili come specchietti per le allodole, cosa che spesso accade anche nei circuiti più blasonati della penisola.

Attenzione e rara propensione alla qualità, soprattutto durante l’ennesimo periodo di tagli, che vanno a minacciare equilibri già precari (si attendono ancora i contributi del 2013, e su quelli del 2015 si presume una riduzione ulteriore del 30%, ancora non ufficiale) del settore. Maria Grazia Sughi, presidentessa, si appella al pubblico ed alla stampa, perché non li si lascino soli, in balia di coloro che della parola cultura si riempiono ogni giorno la bocca, fra una stoccata e l’altra.

Con dignità, appunto, si continua sulla via delle produzioni e di un “teatro abitato” come ama definirlo, da sempre, il direttore artistico Guido De Monticelli, assente per motivi di salute ma che precedentemente ha dichiarato: «Tra spettacoli prodotti dal Teatro Stabile della Sardegna e ospitalità, la stagione di quest’anno ha una forte impronta di contemporaneità. È, d’altra parte, la prosecuzione e il consolidamento di una linea che ha attraversato questi intensi anni di attività della Compagnia al Teatro Massimo. Sia che si affrontasse la drammaturgia degli scrittori d’oggi, sia che si rinterrogassero i classici là dove ancora ci fanno imbattere nei grandi temi dell’esistenza».»

Quest’anno – sesto di permanenza presso il Teatro Massimo, autorizzata nei primi anni da contratti trimestrali che rendevano difficilissima qualsiasi forma di programmazione, fino ad arrivare a contratti annuali ed oggi in attesa, dopo aver vinto la prima fase di un bando per l’ assegnazione pluriennale della struttura, dell’esito della seconda fase -.

Come sarà strutturata la stagione? Martedì 23 settembre, oltre alla presidente Sughi, sono saliti sul palco della sala Minimax Mimma Gallina, consulente generale e Corrado Giannetti, vice presidente della cooperativa: la prima illustra le produzioni dello Stabile e anticipa le tematiche trattate dal Festival di filosofia 2015, mentre il secondo concentra l’attenzione sugli spettacoli delle compagnie ospiti. Interviene anche l’assessore della Cultura Enrica Puggioni che, in risposta all’appello della presidentessa Sughi spiega – ed è tangibile il suo senso di impotenza – di come siano cambiati i modelli di produzione di vita e del sistema, che teme non saranno restaurati. Emerge l’urgenza, per il mondo della cultura, di elaborare nuove strategie; l’assessore annovera fra queste il percorso fatto per la candidatura di #Cagliari-Capitale europea della cultura 2019. Speriamo solo che, di questo passo, non ci si arrivi con i teatri chiusi.

Illustro il programma, come da comunicato stampa, a cura di Paola Masala. è, dunque, nel segno della contemporaneità il cartellone proposto dal #Teatro Stabile della Sardegna per la nuova Stagione teatrale 2014-15. Lo Stabile propone al pubblico tre nuove produzioni, più una dedicata alle scuole, otto ospitalità, due spettacoli fuori abbonamento e i festival.

Le produzioni debuttano con la drammaturgia contemporanea di un autore italiano Edoardo Erba con Maratona di New York uno dei testi più rappresentati al mondo che nella produzione dello Stabile vede la regia di Francesco Brandi, regista di Due donne che ballano nella precedente stagione. Si fa un salto indietro con Le sedie di Eugene Ionesco testo che ha fatto parte della grande stagione drammaturgica del dopoguerra. La regia è affidata alla giovane regista cagliaritana Laura Pazzola che ha già diverse collaborazioni con lo Stabile.  Contemporaneo nella scrittura e nei temi trattati lo spettacolo che ispirerà il Festival di filosofia 2015, Incendi di Wajdi Mouawad, testo d’attualità sulla guerra in Medioriente per la regia di Guido De Monticelli, direttore artistico del Teatro Stabile della Sardegna. Le ospitalità inserite in cartellone debuttano con “Sogno di una notte di mezza sbornia” di Luca De Filippo, un testo che il padre Eduardo scrisse nel ’36 traendolo da una vecchia farsa napoletana. Moni Ovadia che riprende il suo spettacolo di maggior successo Cabaret Yiddish. Marco Paolini col suo Itis Galileo e il ritorno di Mario Perrotta col suo ultimo e intenso lavoro “Un bès” dedicato al pittore Antonio Ligabue. Giuseppe Battiston con L’invenzione della solitudine di Paul Auster che con questo testo ci parla dell’infinita ricerca di un padre mai conosciuto. Il #Teatro Filodrammatici di Milano, con una nuova gestione giovane attenta al teatro contemporaneo ci porterà verso l’inquieta drammaturgia tedesca, con uno dei suoi autori più di spicco, Marius von Mayenburg e il suo testo sull’immagine e sull’apparenza dal titolo Brutto. Ma c’è anche una produzione sarda, più mediterranea, il divertente “Son tutte belle le mamme del mondo?”, excursus sulla figura della mamma prodotto dall’Effimero Meraviglioso. Infine, Cinema! la particolarissima operazione internazionale di Beppe Navello che porta in scena il cinema muto, in una co-produzione con il #Teatr Śląski di Katowice ed un formidabile gruppo di attori polacchi. L’ormai collaudato Festival di filosofia a cura di Roberta De Monticelli e Pierluigi Lecis avrà il titolo L’infinito fratricidio. Capire il male. Storia, memoria, catarsi, anticipato come ogni anno da “La bottega delle arti e del pensiero”, un percorso di letture e seminari che condurrà al festival e allo spettacolo, in cui avranno parte attiva gli studenti dell’Università di Cagliari.

Quest’anno alla sua terza edizione, “Øscena Festival”, la rassegna curata in collaborazione con Cada die teatro, che porta a Cagliari, una rappresentanza delle migliori compagnie giovani di ciascuna regione italiana. Dopo la Lombardia e la Toscana, quest’anno sarà la volta della Sicilia. Fuori abbonamento la produzione “Sotto le stelle del Cabaret”, viaggio nel cabaret del 900 da Brecht a Jannacci che dopo il successo delle repliche estive verrà riproposto in occasione delle festività natalizie. E durante le festività ritorna anche il Festival del cioccolato, quest’anno arricchito dallo spettacolo fuori abbonamento delle Sorelle Marinetti, ospiti per la prima volta in Sardegna con “Non ce ne importa niente”. Attraverso l’esperienza formativa del teatro, Il Teatro Stabile della Sardegna affianca la scuo-la nell’attività educativa.  Con il progetto Cosa arcana e stupenda tratto dalle operette morali di Leopardi, lo Stabile si rivolge agli studenti con un programma di formazione composto da laboratorio e spettacolo.

Riprenderà anche il Laboratorio di Avvicinamento al Teatro per non professionisti condotto dagli attori della compagnia stabile che fornisce ai partecipanti alcuni strumenti di base del lavoro dell’attore. Come di consueto al cartellone verranno affiancate attività collaterali, incontri e eventi speciali. In particolare la rassegna cinematografica Tra Cinema e Teatro, organizzata grazie al partenariato con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria, grandi film ispirati ai temi affrontati negli spettacoli della Stagione. Si rinnova la collaborazione con il #Media Sponsor Tiscali che attraverso un progetto concordato di comunicazione web e live streaming si unisce al teatro per abbattere i confini fisici della platea creando in questo modo partecipazione, condivisione e coinvolgimento del pubblico in una comunità attiva e dinamica. Una novità in questo senso è la collaborazione con l’Istituto comprensivo Sacro Cuore per il progetto Taccuini a Teatro, un corso di giornalismo dedicato ai più piccoli che darà la possibilità a un gruppo di studenti (elementari e medie) di cimentarsi nella critica degli spettacoli. Le critiche dei piccoli saranno pubblicate sulla pagina dedicata al #Teatro Massimo nel portale #Tiscali. Unicaradio, partner radiofonico e punto di riferimento per gli studenti dell’Ateneo cagliaritano filtrerà con uno sguardo giovane e tramite dirette gli spettacoli e gli eventi della Stagione. Si riconferma anche la collaborazione con CagliariAPP, l’applicazione gratuita ideata da due giovani cagliaritani che permetterà di avere sul proprio smart-phone dettagli, info ed agevolazioni su tutti gli appuntamenti e gli spettacoli in Stagione.

Con Mediabike si continua sulla linea di una promozione sostenibile, tramite la pubblicità interattiva e outdoor su due ruote. La mobilità sostenibile e il trasporto pubblico verso il Teatro Massimo sarà agevolato dalla collaborazione con l’Azienda cittadina CTM. Il #Teatro Stabile della Sardegna apre il nuovo anno teatrale con uno slogan “Uno Stabile tutto per voi” che sottolinea la volontà di “aprire” gli spazi del Massimo al pubblico e alla città in coerenza con la strada intrapresa in questi ultimi anni. Il futuro prevede, per lo Stabile, un grande impegno artistico ed organizzativo, con l’obbligo, e assieme l’opportunità, di elaborare progetti pluriennali che ci si augura possano essere adeguatamente sostenuti dal MIBACT e dalla RAS oltre che dal comune di Cagliari. Da un lato si mettono a punto i programmi e si  prepara con fiducia la documentazione per l’affidamento in gestione del #Teatro Massimo per i prossimi 3+3 anni  (seconda fase della procedura di “finanza di progetto” che nella prima fase ha visto vincitore il progetto dello Stabile rilanciato poi come base di gara).

La programmazione del #Teatro Stabile della Sardegna fa parte del progetto #CagliariSardegna2019. Gli spettacoli teatrali del Teatro Stabile della Sardegna sono sostenuti da Comune di Cagliari – Regione Autonoma della Sardegna – Fondazione Banco di Sardegna – Sardinia Ferries.

Per date e info www.teatrostabile dellasardegna.it.

Cinzia Crobu

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