22 December, 2024
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E’ stato eseguito venerdì 11 ottobre, nell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari, il primo prelievo multiorgano in Sardegna da donatore a cuore fermo controllato. La procedura, che ha comportato il prelievo di fegato e reni destinati a pazienti in attesa a Roma e a Padova è stata portata a termine con successo sulla base del programma nazionale di donazione a cuore fermo del CNT – Istituto Superiore di Sanità – già adottato in diverse Regioni del nostro Paese ed avviato quest’anno anche nella nostra Regione dal Centro regionale trapianti con il supporto dell’assessorato della Sanità della Regione. «Si aprono nuove promettenti prospettive per la nostra isola nel settore dei trapianti: questa procedura consente di ampliare il numero di potenziali donatori contribuendo a soddisfare la domanda dei pazienti sardi in attesa di trapianto nella nostra isola, e rafforzando contestualmente la rete di interscambio nazionale»

Così l’assessore della sanità, Armando Bartolazzi, promotore della delibera che ha dato recentemente il via libera all’istituzione del protocollo operativo sul Programma di donazione organi a cuore fermo (DCD).

«La donazione a cuore fermo è una tecnica innovativa, già presente nelle realtà più avanzate del nostro paese e che ora porta la nostra regione fra i punti di riferimento nazionali nel settore. La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell’ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell’ARNAS Brotzu e nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l’introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall’ok dell’esecutivo regionale è già una realtà». E’ stata la delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto ad introdurre per la prima volta in Sardegna il Programma di donazione e prelievo di organi a cuore fermo, con l’istituzione di un apposito tavolo tecnico di appoggio presso la direzione generale della Sanità.

La donazione a cuore fermo è un programma di donazione di organi da donatore cadavere che viene effettuata da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (Donor after Circulatory Death – DCD), diversamente dai donatori in morte encefalica, programma già da anni regolarmente svolto nella nostra Regione, nei quali l’accertamento di morte viene effettuata con criteri neurologici (Donor after Brain Death – DBD). Aspetto peculiare della donazione a cuore fermo è dato dalla certificazione di morte con criteri cardiologici che in Italia può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco registrati con elettrocardiogramma, per cui, per evitare che gli organi possano risentire della c.d. ischemia calda sistolica (ovvero quella fase in cui il circolo è fermo e gli organi sono in sede, ma non perfusi dalla circolazione ematica, né fisiologica, né artificiale, né sostenuta da manovre di rianimazione cardiopolmonare), occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi, che presuppone una elevata professionalità ed una perfetta sinergia tra i diversi operatori.

Il lavoro che è stato svolto nel corso della donazione presso l’AOU di Sassari è stato particolarmente impegnativo, in quanto si è trattato di un processo clinico-chirurgico di alta complessità, che ha richiesto un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse presidiate dal coordinamento Locale e tramite la Centrale operativa regionale, dal Centro regionale trapianti.

«Il programma regionale a cuore fermospiega il dott. Lorenzo D’Antonio, coordinatore regionale trapianti – consentirà un sensibile aumento in Sardegna della disponibilità di organi, in particolare fegato e reni, che permetterà di eseguire un numero maggiore di trapianti con conseguente riduzione dei tempi di attesa per i pazienti iscritti in lista affetti da gravissima insufficienza d’organo. Siamo impegnati a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di rendere il nostro sistema regionale di donazione e trapianto sempre più efficiente ed efficace, consapevoli che per ottenere risultati concreti ed importanti sia necessario dotare le nostre strutture dedicate di risorse adeguate indispensabili per poter svolgere un lavoro così complesso ed articolato. La donazione a cuore fermo che ha avuto luogo a Sassari ha concluso Lorenzo D’Antonioè stato il risultato di un bellissimo lavoro di equipe, un esempio di grande impegno e di condivisione, per il quale mi sento di ringraziare in particolare il dott. Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti, la dott.ssa Paola Murgia ed il dott. Leonardo Bianciardi rispettivamente coordinatrice locale e direttore della Terapia intensiva dell’AOU di Sassari, ma anche tutti i singoli professionisti che hanno partecipato attivamente al processo.»

«Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra aziendaafferma il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano -. Un ringraziamento particolare va al donatore e alla sua famiglia che hanno permesso la realizzazione di questa donazione che salverà la vita ad altri pazienti in lista d’attesa. Sono stati prelevati reni, fegato e cornee da un paziente di 65 anni che aveva espresso la volontà di donare nel rinnovo della carta d’identità”

Oltre al dott. Leonardo Bianciardi e alla dottoressa Paola Murgia, la direzione generale dell’AOU di Sassari ha esteso i suoi ringraziamenti agli specialisti Ecmo con la dottoressa Stefania Milia medico intensivista, ai cardiochirurghi e perfusionisti guidati da Michele Portoghese, ai cardioanestesisti guidati dal dottore Andrea Balata, agli infermieri di sala operatoria, al team della Clinica urologica diretta dal professor Massimo Madonia, agli specialisti del laboratorio analisi diretto da Angela Bitti, alla Microbiologia e virologia del professor Salvatore Rubino, al Centro trasfusionale diretto dal dottor Pietro Manca, alla Radiologia diretta dal professor Salvatore Masala, agli oculisti della Clinica diretta dal professor Antonio Pinna e all’Anatomia patologica diretta dal professor Antonio Cossu.

 

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Sabato 25 gennaio è in programma la prima iniziativa del 2020 del Coordinamento della Prometeo AITF ODV per la provincia di Sassari: un’assemblea pubblica organizzata in collaborazione con il comune di Castelsardo per sensibilizzare la comunità sulla donazione di organi e per informarla sui trapianti e le malattie che possono renderli necessari.

L’incontro, con inizio alle ore 18.00, si terrà presso la sala 11 della terrazza del Castello e sarà finalizzato, in particolare, a promuovere il servizio attivo presso l’Ufficio anagrafe che consente di registrare, al momento del rilascio o del rinnovo della carta di identità, la propria volontà riguardo alla donazione degli organi in caso di morte. Le dichiarazioni positive registrate in poco più di un anno di attività in questo Comune sono ben l’86,3% del totale, ma ci sono tante persone che ancora non sono informate sull’argomento e che, per questo, potrebbero scegliere di non esprimersi nel momento in cui l’Ufficiale dell’Anagrafe dovesse porre loro il delicato quesito: è soprattutto per consentire a queste persone di maturare una scelta consapevole prima di quel momento che l’associazione di trapiantati ha proposto questa iniziativa al Comune. Sabato saranno proprio rappresentanti dell’Amministrazione comunale a parlare di tale opportunità, mentre la dott.ssa Paola Murgia, Coordinatrice locale dei prelievi e dei trapianti dell’ospedale “SS. Annunziata” di Sassari, e la dott.ssa Maria Cossu, Direttrice della Nefrologia, dialisi e trapianto dello stesso ospedale, spiegheranno come avviene il processo donazione-trapianto chiarendo, anche su richiesta del pubblico, gli aspetti che più generano dubbi e diffidenze, come l’accertamento di morte. Alcuni trapiantati della Prometeo, inoltre, racconteranno la loro esperienza di rinascita.

L’assemblea di Castelsardo è inclusa nel progetto dell’associazione “Sardegna – Un dono per la vita 2020”, cofinanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro (L.R. n. 13/1991, art. 72).

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Un totale di 34 accertamenti di morte e soltanto 3 opposizioni, con un elevato numero di organi prelevati, in crescita rispetto al 2018. Sono alcuni dei dati che sono emersi ieri durante l’incontro “Natale in corsia” e che pongono Sassari ai primi posti per le donazioni. L’incontro, organizzato dal Coordinamento provinciale Prometeo Aitf Odv con il patrocinio dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari al settimo piano dell’ospedale civile, aveva proprio l’obiettivo di rimarcare l’importanza di un gesto prezioso, in grado di donare la vita.

«Un’occasione importante per i componenti dell’associazione che così – è stato sottolineato dal coordinatore dell’incontro Marco Di Battista – hanno fatto presente come la donazione e il trapianto abbiano segnato per loro una seconda nascita. Ma è stato anche un momento di riflessione, per ricordare i donatori e il loro atto d’amore.»

E se da una parte è emerso che le donazioni a Sassari sono in crescita, dall’altra è stato messo l’accento su quanto sia fondamentale supportarle. «È importante avere risorse dedicate – ha sottolineato il direttore sanitario dell’Aou Bruno Contu – saranno così necessari sempre più specialisti che dovranno far funzionare l’intera macchina dei prelievi e dei trapianti».

«Le donazioni e i trapianti sono un gioco di squadra – ha detto la dottoressa Paola Murgia, coordinatrice locale delle donazioni del Santissima Annunziata – e a Sassari sta funzionando bene, grazie all’impegno di tutti gli operatori sanitari.»

«Sassari ha una vera e propria tradizione e non soltanto per le donazioni – ha aggiunto Maria Cossu, direttore della Nefrologia dialisi trapianti dell’Aou – è sempre stata tra i più alti centri e ha rappresentato anche un punto di riferimento per i trapianti di rene, che venivano effettuati per la prima volta proprio trent’anni fa.»

Toccanti alcune delle testimonianze portate dai trapiantati e familiari presenti all’incontro. Tante le difficoltà e le sofferenze vissute lungo un percorso che ha portato i pazienti a incontrare il loro angelo, il loro “buon samaritano”, che ha donato loro una nuova vita. Come quella che da oltre 27 anni vive un paziente trapiantato di cuore o una giovane donna trapiantata di rene.

«Ognuno di noi – ha aggiunto il cappellano del Santissima Annunziata don Pietro Bussu – deve imparare a essere un chicco che cade nella terra e porta frutto. Ma perché il bene possa continuare a fare il bene bisogna crederci.»

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È stato effettuato ieri mattina, a Sassari, il primo prelievo di cornea da un donatore deceduto nell’ospedale di via De Nicola. Riprende così all’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, un’importante attività che per alcuni anni era stata interrotta.

Il prelievo è stato fatto nella mattinata di martedì da un donatore deceduto nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari. Sull’uomo, i medici del reparto al quinto piano dell’ospedale di via De Nicola, lunedì mattina hanno avviato l’accertamento di morte e, una volta concluso, grazie alla generosità dei familiari dello stesso, hanno avviato le operazioni per il prelievo di organi, in particolare reni e cornee.

«È un giorno importante questo – afferma la dottoressa Paola Murgia, coordinatrice locale dei trapianti – perché finalmente a Sassari riprende una parte importante dei prelievi, quella delle cornee. La stretta collaborazione con la struttura complessa di Oculistica, diretta dal professor Francesco Boscia, ha così permesso il raggiungimento di un obiettivo importante per la nostra azienda.»

A realizzare il prelievo sono stati due oculisti formati nella struttura della stecca bianca di viale San Pietro. Adesso, l’attività di prelievo di questi tessuti potrà consentire un incremento dei trapianti di cornee che, già dal 2013, vengono realizzati nella struttura diretta da professor Boscia.

«Adesso – commenta il direttore di Oculistica dell’Aou – grazie alla generosità dei donatori e delle loro famiglie, la nostra struttura diventa parte attiva di un processo positivo, che ci vede contribuire ad aumentare la disponibilità di questi tessuti.»

«In precedenza Sassari doveva far ricorso alla Banca delle cornee in maniera contingentata per realizzare i trapianti – spiega ancora Francesco Boscia -, questo perché non potevamo contribuire in maniera diretta alla donazione di questi tessuti. Il prelievo di cornee infatti era ormai fermo da circa 15 anni. Con la formazione dei medici, la collaborazione con la Rianimazione quindi l’avvio di questa attività, la situazione cambia a favore dei nostri pazienti in lista d’attesa. Le cornee potranno essere prelevate in presenza di donatori e, dopo gli esami di validazione, inviate alla Banca delle Cornee di Mestre, centro di riferimento nazionale, per essere conservate. Quando si renderà necessario, potremo farne richiesta per i nostri pazienti.»

A Sassari sono oltre trenta i pazienti in lista d’attesa per un trapianto di cornea. Si tratta di soggetti con patologie corneali che, spesso, sfociano in ipovisione.

«Da quando ho assunto la direzione della struttura, nel 2013 – conclude Francesco Boscia – per i limiti della disponibilità di tessuti, abbiamo realizzato circa 20 trapianti all’anno. Con l’avvio dell’attività di prelievi, pensiamo di poter arrivare a 50 trapianti annui. Così, grazie alle donazioni potremo dare una nuova prospettiva di vita ai tanti sardi che seguiamo nella nostra struttura.»

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La Aou di Sassari ha diffuso una nota nella quale spiega che «uno spiacevole equivoco nella comunicazione tra medico e familiari sulle condizioni cliniche della paziente ricoverata al Santissima Annunziata di Sassari, è questo quanto avvenuto in questi giorni in uno dei reparti di degenza dell’ospedale di via De Nicola prima del trasferimento della stessa nel reparto di terapia intensiva».

«E per questo ci scusiamo con la famiglia della signora che ora si trova ricoverata in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione». Così interviene il direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù che precisa: «Per questo motivo nessuna richiesta di donazione è mai stata fatta alla famiglia. Mentre, considerate le gravissime condizioni della signora, l’ipotesi prospettata dal medico del reparto che ha comunicato con la famiglia è stata presa come un dato di fatto che, nell’interesse della paziente e dei familiari, ci auguriamo non avvenga». Come prevede la procedura, infatti, la richiesta di disponibilità alla donazione può essere fatta soltanto in presenza di una diagnosi di morte cerebrale. Che non si è mai verificata».

«Questa – spiega Paola Murgia, rianimatore dell’Aou e referente per i trapianti a Sassari – avviene attraverso un percorso di accertamento che vede impegnata una commissione apposita, formata da un anestesista, un neurologo e un medico di direzione medica o medico legale. Nel caso specifico al momento non sussistono i criteri clinici e strumentali per una diagnosi di questo tipo.»

Una procedura codificata quindi che non lascia spazio a nessun dubbio.

«La disponibilità della popolazione alla donazione è assolutamente importante – aggiunge il direttore del dipartimento Emergenza e Urgenza dell’Aou Pier Paolo Terragni -. C’è una tutela del malato e, la tutela viene dal fatto che l’osservazione di morte cerebrale viene fatta in una Rianimazione.»

«Siamo il primo ospedale in Sardegna per donazioni – rimarca Nicolò Orrù – proprio perché questa procedura ha sempre caratterizzato l’operato dei nostri sanitari della Rianimazione, deputati ad avviare l’osservazione di morte cerebrale e a richiedere la disponibilità alla donazione.»

«Possiamo soltanto pensare che possa essere nato uno spiacevole fraintendimento tra le parti – afferma ancora – cioè il medico del reparto di degenza e la famiglia. Abbiamo comunque un audit interno per chiarire la vicenda. A questo, aggiungeremo una intensificazione dei corsi destinati ai nostri operatori sanitari, per altro già avviati in azienda e alcuni anche già conclusi, sulle modalità di donazione e sulla comunicazione degli eventi avversi.» 

Ad oggi, a Sassari, sono state fatte 21 segnalazioni di morte cerebrale, 15 sono stati i donatori effettivi (donatori dei quali è stato prelevato almeno un organo) e solo due opposizioni. Numeri che evidenziano la grande generosità della popolazione sarda. 

 

«Al Santissima Annunziata di Sassari due prelievi multiorgano, polmoni-cuore-reni e fegato-reni, hanno donato nuova speranza di vita a pazienti in lista d’attesa per un trapianto in Sardegna e nella penisola.» I prelievi sono stati realizzati nei giorni scorsi da pazienti poco più che cinquantenni, dopo un’attenta attività di segnalazione e osservazione effettuata da un team multidisciplinare di professionisti, un anestesista, un neurologo e un medico della direzione sanitaria del presidio ospedaliero sassarese. A dare la notizia delle donazioni è stato il direttore del dipartimento dell’Emergenza urgenza dell’Aou di Sassari, Pier Paolo Terragni che ieri, in apertura dell’evento formativo dal titolo Percorso che conduce dalla donazione al trapianto” che si è svolto nell’Istituto di Igiene, ha sottolineato come «Sassari sia ai primi posti in Sardegna per le donazioni». Concetto ribadito anche dal direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio D’Urso, che nel ringraziare gli operatori per l’importante attività di sensibilizzazione, ha ricordato che una efficiente rete delle donazioni è in grado di migliorare la qualità dell’assistenza. Il corso, aperto a medici, biologi, psicologi, direzione sanitaria, infermieri, tecnici di laboratorio e tecnici neurofisiopatologi, è stato organizzato dal dipartimento dell’Emergenza urgenza in collaborazione con la struttura di Formazione. L’incontro aveva come obiettivo quello di consentire ai partecipanti di familiarizzare con il processo di donazione e prelievo di organi, così da acquisire le competenze e le abilità necessarie a svolgere le attività nel campo della donazione, del prelievo e dei trapianti di organi. A ricordare uno dei pionieri dei trapianti all’ospedale di Sassari scomparso di recente, Nicola D’Ovidio, è stato Bruno Contu, responsabile della direzione medica del presidio ospedaliero. «Sassari ha fatto passi da gigante nelle donazioni – ha detto. Oggi grazie al coordinamento locale, al supporto della struttura di Psicologia ospedaliera, dei nostri rianimatori e all’impegno di tutti i reparti è possibile fare un ulteriore posso in avanti, verso una donazione diffusa». Sono stati quindi i rappresentanti del Centro regionale trapianti, Francesca Zorcolo e il nuovo coordinatore Lorenzo D’Antonio, a spiegare l’organizzazione e le funzioni del centri regionale trapianti e del Centro nazionale quindi il reperimento e l’identificazione del potenziale donatore di organi. In evidenza il ruolo del coordinatore locale dei trapianti, a Sassari svolto dalla dottoressa Paola Murgia, quindi il concetto che il centro trapianti deve avere caratteristiche che vanno al di là della realtà locale, in un’ottica di rete nazionale. Il corso quindi ha messo l’accento sui requisiti e i procedimenti nella diagnosi di morte encefalica, sulla valutazione del potenziale donatore, sul ruolo dell’infermiere nel processo della donazione, sull’allocazione degli organi, sulle linee guida nazionali per l’accertamento dell’espressione di volontà da parte del donatore. All’evento formativo hanno partecipato, inoltre, esperti dell’Aou di Sassari, con un focus su linguaggio ed emozioni tra operatori e familiari del donatore, quindi esperti del Brotzu e delle Molinette di Torino che hanno portato le loro esperienze in tema di coordinamento dei prelievi e degli aspetti organizzativi in sala operatoria durante prelievi multiorgani.

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I sardi sono generosi e capaci di grandissimi gesti di solidarietà e altruismo. È quanto emerge dalla relazione sintetica del Centro regionale trapianti che, per il 2017, mette in rilievo l’attività di prelievo e trapianti di organi e tessuti in Sardegna. L’Aou di Sassari, con il Santissima Annunziata, è l’azienda che fa registrare nell’isola il numero maggiore di donatori segnalati: ben 30 quelli registrati nella Terapia intensiva dell’ospedale di via De Nicola.

Tra reni, fegato, pancreas, cuore, polmoni e cornee, il Centro regionale registra nei presidi ospedalieri della regione un’attività di prelievo di 121 organi, dei quali 100 effettivamente trapiantati. E ancora, sono 67 i donatori segnalati e 39 i donatori effettivi.

A Sassari, invece, i donatori effettivi sono 13. Di questi ben 7 sono donatori multiorgano. E sempre al Santissima Annunziata, sono 33 gli organi prelevati, tra reni, fegato, cuore e polmoni. Sono 30, invece, quelli effettivamente trapiantati. Si tratta di un numero importante, in particolare per i polmoni, 4 quelli trapiantati. Un risultato raggiunto anche grazie a nuove metodiche di protezione polmonare, utilizzate durante il periodo di osservazione e assistenza al donatore.

La relazione sintetica del Centro regionale trapianti, inoltre, mette in risalto l’intensa e delicata attività fatta dalle tredici Rianimazioni degli ospedali isolani. Tra queste, oltre a quella dell’ospedale dell’Aou di Sassari anche quelle dell’Azienda ospedaliera Brotzu e del San Francesco di Nuoro (Ats-Assl Nuoro), nosocomi dove sono presenti anche le tre Neurochirurgie della Sardegna.

«L’attività di segnalazione e osservazione dei donatori è una delle più complesse che esistano – afferma Luigi Solinas, responsabile della Rianimazione del Santissima Annunziata dell’Aou di Sassari – e vede operare un team multidisciplinare composto da un anestesista, un neurologo e un medico della direzione sanitaria.» Un lavoro delicato, svolto nel rispetto del paziente e dei familiari.

«Quello raggiunto nel 2017 è un ottimo risultato – commenta Paola Murgia, coordinatrice locale delle donazioni e trapianti – ed è sicuramente incoraggiante. Dimostra l’impegno messo in campo e quanto crediamo nell’importanza delle donazioni e dei trapianti.»

Si tratta quindi di numeri in crescita per Sassari che nel 2016 aveva registrato 23 donatori segnalati quindi 19 effettivi. «Dobbiamo diffondere maggiormente la cultura delle donazioni – aggiunge Paola Murgia – anche per ridurre il numero delle opposizioni. Ecco perché sono importanti le campagne di sensibilizzazione.»

«Il cittadino, al momento del rinnovo della carta d’identità, può indicare la sua scelta alla donazione. È necessario che il cittadino debba essere informato in modo tale che, al momento della richiesta da parte dell’ufficio anagrafe, sia consapevole della decisione. Il trapianto è vita – conclude Paola Murgia – e ancora oggi troppi muoiono in attesa di un organo.»

Dall’inizio del 2018, intanto, sono già tre i donatori segnalati dalla Rianimazione di Sassari e che, con il loro gesto d’amore, hanno dato una nuova speranza di vita ad altri pazienti in attesa di un trapianto.