22 November, 2024
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Il Comitato No basi ha organizzato tre iniziative su “repressione e resistenze“, da martedì 28 a giovedì 30 marzo, a Sassari, Nuoro e Cagliari.

Il programma prevede la prima iniziativa a Sassari marted’ 28 marzo, alle ore 18.30, al Culletivu S’idea Libera, in via Casaggia 12; 
la seconda mercoledì 29 marzo, alle ore 18.30, a Nuoro, presso la biblioteca S. Satta, in via Asproni 8; 
la terza, infine, a 
Cagliari, giovedì 30 marzo, alle ore 18.30, nella biblioteca BAZ, in via San Giacomo 117. 
Interverranno
Paola Staccioli (centro documentazione lotta rosso 17 ) e Italo Di Sabato (osservatorio sulla repressione).
A Nuoro e Cagliari prima del dibattito ci sarà un monologo dell’attore Carlo Valle sulla situazione carceraria del 41 bis.

«Negli ultimi anni le manifestazioni di conflittualità sociale e politica sono oggetto di attacchi sempre più duri, in Italia come nel resto d’Europa – si legge in una nota degli organizzatori -. Ogni espressione radicale di conflitto viene colpita in modo sempre più duro. Lottare contro la repressione per noi è un dovere. Come è importante, nello specifico, denunciare le torture, le condizioni di carcere duro, condurre campagne contro l’art. 41 bis, ecc.»
«Negli ultimi anni la devastazione di interi territori in nome del profitto, la mancanza di case e di lavoro, la decadenza della scuola e del sistema sanitario, ovvero un generale peggioramento delle condizioni di vita provocato dall’acuirsi della crisi, ha spinto di nuovo sul terreno della lotta settori popolari più vasti – si legge ancora nella nota del Comitato No basi -. Lavoratori, in particolare della logistica, cittadini che si oppongono a discariche, basi militari, grandi opere, migranti, disoccupati, studenti, occupanti di case… si sono trovati a fare i conti con pestaggi, denunce, fogli di via, schedature di massa e misure restrittive varie, o con nuove forme di repressione subdole quali le multe pecuniarie, volte a indebolire il sostegno popolare ai movimenti. Vari sono, infatti, gli strumenti utilizzati, da quelli più apertamente militari e polizieschi (carcerazioni, arresti, denunce, fogli di via, Daspo, ecc.), a quelli amministrativi (in particolare le sanzioni pecuniarie) fino a forme più soft, mediatiche e culturali. La denuncia e la corretta informazione sull’apparato di prevenzione/repressione statale sono necessarie. Così come le campagne di solidarietà nei confronti dei prigionieri politici, “vecchi” e “nuovi”, e di tutti i compagni e le compagne colpiti dalle differenti forme di repressione (licenziamenti, multe, denunce, carcerazione).
Occupazioni abitative, iniziative antifasciste, blocchi stradali, sabotaggi, scontri di piazza… Mai cadere nella trappola di distinguere “buoni” e “cattivi” di fronte al nemico di classe. Si parte e si torna insieme… ci insegna il movimento No Tav – conclude la nota del Comitato No basi -, quando rivendica collettivamente anche le azioni maggiormente criminalizzate.»