21 November, 2024
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È uno dei concerti più attesi della rassegna che accompagna la trentesima edizione dei Seminari Nuoro Jazz, in pieno svolgimento (fino a venerdì 31) nel capoluogo barbaricino. Protagonista Peter Bernstein che, dopo aver tenuto nei giorni scorsi la sua masterclass internazionale nell’ambito dell’iniziativa didattica organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro, questa sera è atteso sul palco nei cortili del Museo del Costume, a partire dalle 21.00. Il programma prevede una parte di esibizione da solo ma anche brani in compagnia di alcuni dei musicisti che compongono il corpo docente dei Seminari jazz nuoresi. E sarà una bella occasione per apprezzare dal vivo il chitarrista newyorkese, classe 1967, che nel suo bagaglio di esperienze conta la partecipazione a un centinaio di dischi, compresi una quindicina da leader, collaborazioni con jazzisti come Lou Donaldson, Jimmy Cobb, Larry Goldings, Joshua Redman, Diana Krall, Dr. Lonnie Smith e apparizioni nei gruppi di Nicholas Payton, Sonny Rollins, Lee Konitz e Tom Harrell, tra gli altri.

A precedere il concerto di Peter Bernstein, un altro appuntamento è in agenda oggi a Nuoro Jazz: la presentazione, alle 19.00, al Caffè Tettamanzi, di “Sardegna, jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda, Rossella Faa e Sebastiano Dessanay.

Mentre proseguono le attività didattiche alla Scuola Civica di Musica, domani martedì 28 agosto è atteso a Nuoro per due diversi impegni un grande protagonista del jazz italiano, nonché cofondatore dei Seminari (nel 1989, con la compianta Antonietta Chironi) che ha diretto per venticinque anni: Paolo Fresu. Il trombettista sardo di Berchidda ritorna nel capoluogo barbaricino alla testa del Devil Quartet, la formazione di cui condivide le sorti fin dalle origini, una quindicina d’anni fa, con tre musicisti che sono anche docenti dei corsi nuoresi: il chitarrista Bebo Ferra, il contrabbassista Paolino Dalla Porta e il batterista Stefano Bagnoli. Il Devil Quartet, di cui lo scorso febbraio è uscito il terzo album, “Carpe diem”, si esibirà in mattinata nel carcere di Badu ‘e Carros, un appuntamento immancabile della programmazione di Nuoro Jazz (si rinnova infatti per la quindicesima volta), e poi, in serata, alle 21.00, nell’area archeologica di Tanca Manna.

 

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Appuntamento “extra moenia” questa sera, per Nuoro Jazz. La rassegna di concerti che affianca il trentesimo Seminario jazz si sposta per una sera dal capoluogo barbaricino a Posada, sulla costa orientale, tappa ormai abituale nel circuito della manifestazione organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro.

Alle 21.00, in piazzetta Zirottu, è di scena il We Kids Quartet, formazione guidata da Stefano Bagnoli, tra i batteristi di primo piano della scena jazzistica nazionale (nonché docente del Seminari jazz di Nuoro): accanto ai suoi piatti e tamburi, Francesco Patti al sax tenore, Giuseppe Vitale al pianoforte e Stefano Zambon al contrabbasso.

In attività da quand’era appena quindicenne, nel 1978, Stefano Bagnoli può vantare un curriculum artistico di rilievo sia in termini discografici che per le collaborazioni con artisti del calibro di Clark Terry, Harry Sweet Edison, Buddy De Franco, Johnny Griffin, Tom Harrell, Miroslav Vitous, Joe Lovano, Bob Mintzer, Randy Brecker, Uri Caine, Gil Goldstein. Membro stabile dei gruppi di Paolo Fresu, Paolo Jannacci, Dado Moroni, Franco Cerri, Franco Ambrosetti, oltre a suonare nel progetto “Malia” di Massimo Ranieri con Enrico Rava e Rita Marcotulli, nel 2011 ha formato il suo primo trio con due giovanissimi talenti siciliani, Francesco Patti e Giuseppe Cucchiara: tre album e una fitta attività concertistica hanno spianato la strada ai due, che di recente si sono avventurati con successo oltreoceano sperimentando le proprie idee.

Portando avanti la sua vocazione di talent scout, e con l’intento di mantenere in vita il nome “We Kids” (nome volutamente ironico per un progetto all’insegna del dialogo tra musicisti veterani e nuove leve) come marchio portafortuna per nuove generazioni di musicisti, Stefano Bagnoli ha rinnovato nel 2016 l’organico chiamando a sé altri due giovanissimi fuoriclasse: Giuseppe Vitale e Stefano Zambon. Per questa occasione di Nuoro Jazz, il batterista riunisce in un quartetto i “kids” delle due formazioni e presenta un omaggio all’essenza innovativa e multiforme del jazz, che contamina il passato con il linguaggio moderno delle nuove generazioni: una proposta stilistica ancorata alla tradizione ma con la voglia di rinnovarsi senza barriere, semplicemente suonando, ognuno con il proprio stile, l’intramontabile repertorio storico di Louis Armstrong, Fats Waller, Benny Goodman e Duke Ellington oltre ad alcuni brani originali composti dallo stesso Bagnoli e i suoi ragazzi.

Lunedì sera (27 agosto) la rassegna ritorna a Nuoro per uno dei suoi concerti più attesi: protagonista Peter Bernstein che, ultimata la sua masterclass di tre giorni nell’ambito del Seminario Jazz, sarà sul palco nei cortili del Museo del Costume a partire dalle 21.00. Una bella occasione per apprezzare dal vivo il chitarrista newyorkese, classe 1967, che nel suo bagaglio di esperienze conta la partecipazione a un centinaio di dischi, compresi una quindicina da leader, collaborazioni con jazzisti come Lou Donaldson, Jimmy Cobb, Larry Goldings, Joshua Redman, Diana Krall, Dr. Lonnie Smith ed apparizioni nei gruppi di Nicholas Payton, Sonny Rollins, Lee Konitz e Tom Harrell, tra gli altri.

Altro appuntamento in agenda per lunedì, alle 19 al Caffè Tettamanzi, la presentazione di “Sardegna, Jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda, Rossella Faa e Sebastiano Dessanay.

 

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Paolo Angeli è il protagonista della giornata di domani (venerdì 24) a Nuoro Jazz. Il chitarrista sardo, infatti, tiene in mattinata, alle 11.00, all’Auditorium del Museo del Costume, la sua masterclass sulla musica tradizionale. Poi, in serata, sarà in concerto con la sua chitarra sarda preparata nei ranghi della Piccola Orchestra Gagarin insieme al violoncellista di origini russo-israeliane Sasha Agranov (Selva de Mar, collaborazioni con Patti Smith) e al batterista catalano Oriol Roca (punta di diamante dell’avanguardia spagnola, Vrack’ trio, con derive nel pop di Refree, Kiko Veneno, La Mala Rodriguez): alle 21.00, sempre all’Auditorium del Museo del Costume (anziché nei cortili esterni, come inizialmente programmato, date le previsioni di avverse condizioni meteo). Tre musicisti onnivori, che – come suggerisce il nome del loro sodalizio, intitolato al cosmonauta russo Jurij Gagarin – scelgono la metafora del viaggio nello spazio, dell’esplorazione del non conosciuto, con accostamenti all’arte culinaria, per fondere sapori differenti: episodi indie rock, pop d’avanguardia, free jazz e musica tradizionale della Sardegna.

La chitarra caratterizza anche altri due appuntamenti in agenda domani (venerdì 24): alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, prosegue infatti la masterclass di Peter Bernstein nell’ambito dei Seminari jazz, che vedranno il chitarrista americano ancora in cattedra sabato (e poi esibirsi sul palco del Museo del Costume lunedì sera). Lo strumento a sei corde di Bebo Ferra insieme alla voce di Francesca Corrias, entrambi docenti dei Seminari, sono invece i protagonisti del concerto in programma al Museo MAN alle 19.00, con ingresso gratuito. Altro appuntamento in programma nel pomeriggio al Caffè Tettamanzi, in corso Garibaldi: alle 16.45 il musicista e musicologo Enrico Merlin tiene il suo secondo incontro sul jazz come musica senza confini.

Classe 1970, Paolo Angeli si è formato a Bologna, dove ha iniziato un percorso verso la musica innovativa e sperimentale con l’ensemble Musica & Immagine nel 1990. Importanti nel suo cammino artistico gli incontri con Giovanni Scanu, anziano custode delle forme musicali galluresi e logudoresi, e con un maestro dell’avanguardia come Fred Frith. Al suo attivo otto album da solista e collaborazioni con Antonello Salis, Fred Frith, Hamid Drake, Evan Parker, Pat Metheny e Jon Rose, tra quelle più rilevanti. Musicista curioso, dotato di grande tecnica e inventiva, alla costante ricerca di nuove ispirazioni, Paolo Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come una materia viva. Dall’incontro-scontro fra tradizione popolare e avanguardia nasce la sua chitarra sarda preparata, un ibrido a diciotto corde tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile, con cui il musicista di Palau rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale, senza perdere il legame con le tradizioni popolari della sua Sardegna. Uno strumento dal suono così unico che Pat Metheny se n’è fatto costruire uno uguale dal suo stesso inventore, dopo aver assistito ad una sua performance.

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Al via domani, a Nuoro, per i Seminari Jazz, quest’anno al significativo traguardo della trentesima edizione. La scuola civica di musica intitolata ad Antonietta Chironi, ideatrice e cofondatrice, insieme a Paolo Fresu, nel 1989, dell’iniziativa organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro, apre i battenti domani (martedì 21 agosto) ad allievi e docenti, dopo che diversi appuntamenti hanno già fatto da preludio all’avvio delle lezioni nei giorni precedenti. I corsi hanno raggiunto con più di un mese di anticipo il numero massimo di iscritti: ben 152, provenienti anche dall’estero (in tutto sono dodici i paesi idealmente rappresentati). Ad attenderli nelle aule in via Mughina ci saranno gli insegnanti in cattedra da quattro edizioni a questa parte, cioè da quando Paolo Fresu, dopo cinque lustri, ha passato il timone della direzione artistica a Roberto Cipelli, in cattedra fin dalla nascita dei seminari: con lo stesso pianista cremonese (teoria e armonia jazz le sue materie), ne fanno parte Emanuele Cisi (sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere) e Enrico Merlin (storia del jazz), più Angelo Lazzeri, “in prestito” dal corpo docente dei corsi invernali per la classe di chitarra (una delle più affollate insieme a quella di canto). Tutti musicisti di vaglia così come Peter Bernstein e Paolo Angeli, titolari delle due masterclass che, come sempre, impreziosiscono il bouquet dell’offerta didattica: il chitarrista americano condurrà quella internazionale da giovedì 23 a sabato 25, mentre il sardo terrà la sua masterclass dedicata alla musica tradizionale venerdì 24 (alle 11.00 all’Auditorium del Museo del Costume).

Completa il programma dei seminari, per il quarto anno consecutivo, il corso per fonici con l’ingegnere del suono Marti Jane Robertson: da martedì 21 al successivo 28 agosto.

Come d’abitudine, varie borse di studio verranno assegnate al termine delle undici giornate di teoria e pratica del jazz: al migliore allievo di ogni classe di strumento per l’iscrizione gratuita alla prossima edizione di Nuoro Jazz; la borsa “Billy Sechi” (intitolata al batterista sardo scomparso tredici anni fa) per partecipare ai seminari di Siena Jazz; quella dedicata alla formazione del gruppo dei migliori allievi che avrà modo di esibirsi l’anno venturo in apertura di Nuoro Jazz e i altre occasioni, come il festival Time in Jazz di Berchidda; e, ancora, la borsa di studio all’allievo scelto dai docenti per partecipare all’annuale premio “Massimo Urbani” di Camerino riservato ai solisti jazz under 30.

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Ha un valore speciale, quest’anno, l’immancabile appuntamento dell’estate con i Seminari Jazz di Nuoro: dal 21 al 31 agosto, l’iniziativa promossa dall’Ente Musicale di Nuoro taglierà infatti il traguardo della sua trentesima edizione. Un traguardo ragguardevole per quella che, nata quasi in sordina nel 1989 su invito della compianta Antonietta Chironi con il gruppo docente formato dal quintetto di Paolo Fresu (che avrebbe poi diretto i seminari per ben cinque lustri) e la partecipazione di trentasette allievi, anno dopo anno si è consolidata tra le realtà più rappresentative nel campo della didattica jazz in Italia. Lo dimostra anche il numero (e la composizione) degli allievi già confermati: più di centoventi (10 sardi, 115 in arrivo dalla penisola, 6 da Norvegia, Austria, Belgio, Germania, Inghilterra e Spagna), un numero ormai prossimo a un nuovo record di iscritti, dopo quello della scorsa edizione.

Anche stavolta, la formula dei seminari prevede undici giornate dense di impegni, tra lezioni teoriche e pratiche, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto l’insegnamento di un corpo docente formato da musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale (alcuni dei quali, in passato, sono stati essi stessi allievi dei corsi nuoresi), coordinati dal direttore artistico Roberto Cipelli: oltre allo stesso pianista cremonese (teoria e armonia jazz le sue materie), ne fanno parte Emanuele Cisi (in cattedra per la classe di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere) e Enrico Merlin (storia del jazz), più la novità del chitarrista Angelo Lazzeri, già tra i docenti dei corsi invernali, qui “a rinforzo” di una delle classi che conta il maggior numero di iscritti (ben venticinque, come quella di canto).

L’offerta formativa è impreziosita anche quest’anno da due masterclass: come già annunciato, spetterà a Paolo Angeli il compito di condurre, il 24 agosto, quella dedicata alla musica tradizionale, mentre sarà un altro chitarrista, l’americano Peter Bernstein, a tenere la masterclass internazionale dal 23 al 27. Ritorna, infine, ed è la quarta volta consecutiva, il corso per fonici condotto dall’ingegnere del suono Marti Jane Robertson: dal 21 al 28 agosto.

Varie borse di studio verranno assegnate, come ogni anno, al termine dei Seminari: c’è quella riservata al migliore allievo di ogni classe di strumento per l’iscrizione gratuita alla prossima edizione di Nuoro Jazz; c’è poi la borsa “Billy Sechi” (in memoria del batterista sardo scomparso nel novembre 2005) che offre invece la possibilità di partecipare ai seminari di Siena Jazz; ai docenti spetta poi anche il compito di scegliere un allievo da proporre come finalista all’annuale premio “Massimo Urbani” di Camerino riservato ai solisti jazz under 30, mentre un’altra borsa di studio immancabile è quella dedicata alla formazione del gruppo dei migliori allievi che avrà modo di esibirsi l’anno venturo in apertura di Nuoro Jazz.

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Nuova collaborazione in Spagna per Forma e Poesia nel Jazz, la cooperativa organizzatrice dell’omonimo festival, che lo scorso settembre ha festeggiato a Cagliari le sue prime venti edizioni: il sodalizio culturale diretto da Nicola Spiga è, infatti, tra i principali partner della terza edizione di Jazz & Cookin’, il festival spagnolo in programma questo fine settimana – sabato 12 e domenica 13 maggio – a Valencia, in Spagna, sulla terrazza del centro Veles e Vents, l’innovativo edificio firmato nel 2007 dagli architetti David Chipperfield e Fermín Vázquez per la trentaduesima America’s Cup.

Dedicata al connubio di musica e gastronomia, come dichiara esplicitamente il titolo, la rassegna organizzata da Vector Sounds, gruppo La Sucursal e Le Gráfico, quest’anno ha come paese ospite l’Italia e, in particolare, proprio la Sardegna. Ecco dunque tra i protagonisti di questa edizione numero tre di Jazz & Cookin’, che si avvale della collaborazione e co-organizzazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, lo chef sardo Roberto Petza, che firmerà un menù speciale per le serate di venerdì 11 e sabato 12, e, per la sezione musicale, quattro diverse proposte legate all’isola: la violinista, cuoca, improvvisatrice e performer Adele Madau, Paolo Angeli con la sua “chitarra sarda preparata”, e, coprodotti da Forma e Poesia nel Jazz con il festival spagnolo, la clarinettista, compositrice e ricercatrice Zoe Pia (che aprirà la serie di concerti sabato alle 13.00) e il Blast Quartet del sassofonista Gavino Murgia (di scena invece in serata, alle 21.30).

Il cartellone comprende poi alcune interessanti proposte locali, come il gruppo Matic, il duo femminile Café de Fel  (jazz e poesia per voce e pianoforte), il musicista elettronico Jorge Marredo e il compositore, musicista e teorico Llorenç Barber, che chiuderà il festival domenica pomeriggio. 

zoe pia shardana | photocredits: Andrea Verzola | www.andreaverzola.com

Gavino Murgia ( foto © Roberto Cifarelli )

 

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Grazia Deledda come non è stata mai vista, in una veste inedita. Rossana Dedola, studiosa di letteratura e scrittrice, ha ricostruito in “Grazia Deledda. I luoghi, gli amori, le opere”, il percorso intellettuale e la vita sentimentale di Grazia Deledda, unica sarda e unica italiana a vincere il premio Nobel per la letteratura. Sabato 2 settembre, alle 10.00 a Sa Prentza de Murone, aprirà la terza giornata del Cabudanne de sos poetas dialogando dell’opera insieme alla poetessa Vivian Lamarque del suo libro che racconta in maniera avvincente la vita di una grande scrittrice e la sua forte vocazione artistica. Il movimento rivoluzionario del ’77 e il clima sociale e culturale di quegli anni attraverso il linguaggio della musica raccontato dal giornalista e saggista musicale John Vignola nell’incontro dal titolo molto esaustivo: “You say you want a revolution: il Rock e il ’68”. John Vignola presenta Bob Dylan e i Beatles, alle 11.30 a Sa Prentza de Murone.

Si riprende nel pomeriggio alle 16.00 nella Biblioteca comunale con la presentazione degli esiti dei laboratori di poesia realizzati nella Scuola media di Seneghe e presso le case famiglia della Cooperativa sociale CTR che ha visto anche stavolta la partecipazione degli ospiti di quattro case famiglia dell’oristanese, e l’inserimento nella stessa classe anche degli studenti di una prima del Liceo Classico di Oristano nell’ambito delle iniziative di scuola-lavoro.

Alle 17.00 l’universo profondo di Nadia Agustoni, altra voce tra le più originali e autentiche della poesia italiana. Scrive poesie e saggi, collabora a riviste e a blog letterari (Nazione Indiana, Donne in Viaggio). Il suo primo libro in versi “Grammatica Tempo” lo ha pubblicato nel 1994, mentre i più recenti sono: “Lettere della fine” (Vydia editore) del 2015 e “Racconto” (Aragno) del 2016. Con Francesca Matteoni ha curato il volume “Un ponte gettato sul mare”. L’autrice bergamasca parlerà delle sue opere nella chiacchierata con la poetessa Azzurra D’Agostino. Alle 18.30 nella Piazza dei Balli si parlerà di “Etnografia e itinerari gramsciani: dal sud dell’Asia al mondo arabo-mediterraneo” con Cosimo Zene e Alessandra Marchi. Il compito di introdurre il dialogo e la riflessione dei due studiosi sardi sul pensiero di Gramsci e sulla sua attività politica è affidato a Tore Cubeddu. Cosimo Zene è Professor in the Study of Religions and World Philosophies alla School of Oriental and African Studies, University of London, dove ha conseguito un PhD in Social Antropology. Ha pubblicato diversi saggi tra cui quello sul pensiero di Gramsci in India. Alessandra Marchi è dottore di ricerca in Antropologia Sociale presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Ha ideato insieme ai professori Patrizia Manduchi e Mauro Pala il GramsciLab, Laboratorio di studi internazionali gramsciani dell’Università di Cagliari.

Dal pensiero gramsciano a “La riforma protestante nella storia della spiritualità europea”. Alle 21.00 sempre nella Partza de sos ballos se ne parlerà con Daniele Garrone, professore alla Facoltà valdese di Teologia e la Pastora della Chiesa Evangelica Battista di Cagliari, Assunta Corona e Cristina Arcidiacono. A condurre l’incontro sarà Gabriella Caramore, autrice della celebre trasmissione di Radio 3 “Uomini e profeti” che si occupa di tematiche religiose, insieme ad Assunta Corona e Cristina Arcidiacono. Grandi nomi anche per la musica al Cabudanne. Alle 22.30 nella Partza de sos ballos, sarà protagonista Paolo Angeli, grande chitarrista, compositore e ricercatore. Specialista nella chitarra sarda preparata si muove con spirito innovativo su territori che spaziano dall’avanguardia extra-colta alla tradizione popolare. Recente è il suo ultimo album “Talea”, che porterà sul palco del Cabudanne: un viaggio tra le sponde dei continenti per chitarra sarda preparata e voce che raccoglie diversi momenti dei suoi ultimi anni di tournèe in giro per il mondo. E poi la musica classica e il rapporto stretto con la poesia. Si chiude la terza serata con il consueto appuntamento del “Racconto della Buonanotte” alle 24.00 nella incantevole Piazzetta Su Lare. Sul piccolo palco delle “buonanotti” Tiziano Sgarbi, in arte Bob Corn, padre spirituale di buona parte della scena indipendente dell’area emiliana. Fondatore di Fooltribe, organizzatore di Musica nelle Valli (festival indipendente) e cantautore folk che ricorda voci e suoni d’altri tempi, mai inclinato verso le mode. La sua vita, come la sua musica. Only a hobo che ha viaggiato per tutta l’Europa e gli USA con la sua piccola chitarra e le sue grandi storie.

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Grande anteprima del XXXII Festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, questa sera a Palmas, con il progetto “Percussion Evolution” di Boni Gnahorè, Aly Keita e Hamid Drake. Per il secondo anno il sagrato della millenaria chiesetta di Palmas Vecchio ospita un concerto organizzato in coproduzione dall’associazione Palmas Vecchio e dall’Associazione Punta Giara.
Aly Keita, suonatore di balafon della Costa d’Avorio nato a Abidjan nel 1969. Fin da piccolo, è stato iniziato allo studio di questo strumento che è l’antenato musicale dello xilofono e del marimba, dal padre, anch’egli a sua volta suonatore di balafon. In altre parole, nella famiglia Keïta il balafon è una cosa seria. Il balafon di Aly è prima di tutto un opera d’arte. In un certo senso, Aly può essere definito il “re” dell’accordatura: egli ha personalizzato le corde ed il corpo in legno del suo strumento aggiungendo zucche di risonanza di diverse dimensioni, il che rende il suono diverso da qualsiasi altro balafon sulla terra. Nelle sue composizioni, Aly parla della vita di tutti i giorni, di orfani e di madri, e della vergogna degli uomini. Il risultato musicale è quello di un virtuoso delle bacchette. Aly diventa parte del suo strumento, accarezzandolo con tenerezza, o colpendolo con forza a grande velocità. Lui è un mago, uno stregone che esprime gioia di vivere attraverso la sua arte. Aly Keita si costruisce da solo i suoi balafon e li suona ininterrottamente al fine di prolungare al massimo il meglio del suono che possano produrre.
Hamid Drake: brillante, sensibile, infinitamente ritmico, intelligente, spirituale e potente batterista di Chicago. Nato a Monroe in Louisiana nel ‘55, la sua famiglia si trasferisce ad Evanston-Chicago qualche anno dopo, proprio mentre un altro musicista, faceva lo stesso tragitto, con la propria di famiglia: Fred Anderson. Hamid si è immerso fin da adolescente nell’ascolto R&B e funk, di tutto il Motown, Stax e Atco. Ha iniziato a suonare in rock and R&B bands, ancor giovanissimo, attirando l’attenzione di Fred Anderson col quale dal 1974 in poi si instaura una collaborazione professionale che diviene sempre più stabile. È lo stesso Fred Anderson che lo introduce presso Douglas Ewart, Gerge Lewis e gli altri componenti dell’AACM ( Chicago’s Association for the Advancement of Creative Musicians). Le sue influenze musicali più significative per quanto riguarda le percussioni risalgono a quel periodo, ovvero ad Ed Blackwell, Adam Rudolph, Philly Joe Jones, Max Roach, Jo Jones. Altro incontro fortunato è quello con Don Cherry da cui scaturirà un’altra avventura musicale duratura. Dopo aver conosciuto Don Cherry, Hamid ha viaggiato molto al suo seguito in Europa, occasione per dedicare più tempo all’esplorazione dell’infinito universo percussivo, condividendo profondamentecon Don Cherry il significato della spiritualità applicata alla musica e delle sue infinite possibilità di trasformazione ed evoluzione. Negli anni è stato inventivo supporto ritmico di lungimiranti artisti tra cui Borah Bergman e Peter Brotzmann, con il quale ha suonato in quartetto con William Parker e Toshinori Kondo, MArylin Crispell, Pierre Dørge, il pianista compositore norvegese Georg Gräwe, Herbie Hancock, Misha Mengelberg, Pharoah Sanders, Wayne Shorter, Malachi Thompson, David Murray, Archie Shepp, Bill Laswell, Gigi, Herbie Hancock, Nicole Mitchell, Michel Portal, M. Zerang con cui celebra dal 1991 il Solstizio d’Inverno, Kent Kessler e Ken Vandermark nel DKV trio. Negli ultimi anni nonostante i molteplici impegni di lavoro, dedica sempre più, parte della sua attività a progetti perso¬nali quali Bindu, Indigo trio (con Nicole Mitchell ed Harrison Bankhead) e collabora con alcuni tra i più interessanti musicisti del panorama italiano (Pasquale Mirra, Antonello Salis, Paolo Angeli).
Boni Gnahorè: Cantante e percussionista della Costa d’Avorio è tra le figure musicali più importanti dell’Africa: interpreta le proprie composizioni in differenti lingue africane – Betè, Fon, Baoulè, Lingala, Wolof, Malinkè, Mina e Bambara, oltre che in francese e in inglese, in una miscela di elementi sonori e ritmici, dalle melodie mandingue alla rumba congolese, dal ziglibiti ivoriano al bikoutsi camerunense, dall’hig-life ghanese ai cori zulu, dai canti betè ai canti pigmei centrafricani. Dispone di una voce calda e possente e di una grande presenza scenica. Le sue performance catturano l’attenzione fin dal primo istante unendo alla forza espressiva della voce e le sonorità delle percussioni.

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Dal 30 agosto al 3 settembre l’appuntamento è con la poesia del mondo a Seneghe, per la tredicesima edizione del Cabudanne de sos poetas. Tema portante di questa edizione: le Rivoluzioni. Tra i tanti ospiti in arrivo: Nada, Vivian Lamarque, Tugrul Tanyol, Nadia Agustoni, Fabio Franzin, Roberto Magnani e Simone Marzocchi, Raimondo Usai Ponti, Francesca Matteoni, Azzurra D’Agostino, John Vignola, Paolo Angeli, il Quartetto Antonelliano dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Alessio Lega, Bob Corn, Alessandro Fiori, e tantissimi altri.

Ritorna il Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: viva, gioiosa, fatta di parole e silenzi, immagini, suoni, colori, sapori. Una festa della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani e della popolazione di Seneghe. Si riaccende il respiro dei versi dei poeti, dal 30 agosto al 3 settembre nel piccolo ed affascinante borgo storico del Montiferru, con le sue casette di basalto, la Partza de sos Ballos, il vecchio frantoio Prentza de Murone, i bar Su Recreu e Manunza, Piazzetta Su Lare, la Piazza Santa Maria e Putzu Arru. Angoli incantevoli del paese dove ogni anno si ripete il miracolo dello stupore e della scoperta.

Tredicesima edizione, come già anticipato per le anteprime estive, sarà dedicata al tema centrale della Rivoluzioni e all’anniversario che cade quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. «Le date ricorrenti provano a connettere e a dare un senso alla vicenda complessa e tormentata della storia europea. Cabudanne de sos poetas ha affrontato negli anni precedenti temi importanti evocati dagli anniversari: da Dante e alla sua opera, agli echi poetici e culturali della Grande Guerra. Oggi il tema sono le Rivoluzioni politiche, sociali, spirituali. Può sembrare strano che la Storia riceva tanta attenzione in luoghi che sembrano esclusi dalle grandi vicende del passato. Ma ogni luogo del mondo sente la ripercussione, l’onda d’urto, più o meno forte, di ciò che accade in luoghi apparentemente lontanissimi. Questa edizione include tutti questi fili nella trama delle Rivoluzioni e cerca di leggere, ispirandosi alle opere del grande politico, filosofo, giornalista e critico letterario Antonio Gramsci, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anno dalla sua morte, la storia del Novecento a partire dalla rivoluzione russa», spiega Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e quest’anno anche direttore artistico del festival.

Un programma molto nutrito che vedrà in arrivo a Seneghe una sessantina di ospiti tra poeti, scrittori, musicisti, cantautori, registi, attori, studiosi, ricercatori, filologi, esperti della lingua e della cultura sarda.

 

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E’ iniziato il conto alla rovescia per l’inizio del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” al via martedì 1 settembre a Sant’Anna Arresi.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” raggiunge, con l’edizione di quest’anno, ai trent’anni di attività ininterrotta, un traguardo non da poco nell’ambito dei festival estivi. Numerosi sono stati i traguardi raggiunti dall’associazione culturale “Punta Giara”, promotrice del festival: l’abbattimento proprio dei confini geografici del movimento Jazz è sicuramente uno dei meriti dell’associazione Arresina che è riuscita attraverso programmi mai banali e attenti alle nuove correnti provenienti dagli Stati Uniti a fondere, con risultati eccelsi, tratti caratteristici della cultura sarda con la musica e la cultura afro-americana. Numerosi infatti sono stati i musicisti che in questi ventisei anni si sono confrontati con la tradizione sarda: Pat Metheny più volte a condiviso il palco con artisti come Antonello Salis, Paolo Angeli e Enzo Favata, Hamid Drake con gli stessi Angeli e Salis ha inaugurato proprio all’ombra del nuraghe Arresi un sodalizio che tutt’ora continua e Butch Morris, innovatore della scena free-jazz mondiale con la sua Conduction, è stato per tre anni consecutivi protagonista a Sant’Anna Arresi con il suo progetto che ha coinvolto non solo musicisti professionisti, ma anche musicisti provenienti da scuole civiche e conservatori.  E proprio a Butch Morris a cui quest’anno abbiamo rivolto il nostro pensiero nel concepire questa trentesima edizione del festival, proprio a sigillo di questo straordinario risultato, l’Associazione Culturale Punta Giara con il supporto di Poste Italiane hanno realizzato un annullo filatelico di cui daremo ampio ragguaglio con un apposito comunicato stampa.

Ogni sera, novità del programma, prima dell’inizio dei concerti, una breve sessione d’ascolto “EXTRA SPEED TO YOUR GOALS: RADIO BUTCH WARM UP”, a cura di Letizia Renzini e Giuseppe Vigna, avvicinerà il pubblico alla musica e allo spirito di Butch Morris, gettando un ponte sonoro tra il suo pensiero musicale vasto e originale e gli artisti invitati quest’anno a Sant’Anna Arresi.

Butch Morris ha coinvolto il festival e la sua gente in un rapporto umano e di produzione artistica che si è arricchito negli anni; tenteremo ogni sera di colmare il vuoto che ha lasciato parlando di musica, ricordando l’uomo e il musicista, le sue tante e articolate esperienze, ripercorrendo storie, amicizie e sodalizi artistici. 

Extra Speed To Your Goals (possano i tuoi obiettivi essere raggiunti velocemente) è l’esortazione che Morris apponeva in calce ad ogni sua e-mail.

Questo semplice augurio collettivo, che testimonia una visione energica del fare e del volere, è la lezione del maestro alla quale teniamo di più. Evocare lo spirito ed espolorare l’orizzonte musicale di Butch Morris ogni sera attraverso un brano suo o di altri, sarà il modo per sentirci ancora tutti in comunicazione con la straordinaria energia di questo grande musicista, amico e conduttore visionario.

Altra novità: Evan Parker venuto a conoscenza del cartellone Ai Confini tra Sardegna e Jazz 2015, della presenza di uno dei più grandi contrabbassisti viventi William Parker, chiese ai responsabili di Punta Giara se fosse possibile esaudire un suo grande desiderio quello di inserirlo come ospite improvvisatore nell’organico allestito per la realizzazione del Progetto Large Ensamble direct by Evan Parker “Homage to Butch Morris”. L’amore dei due per la figura di Butch Morris, il grande rispetto tra il sassofonista e il contrabbassista di New York, l’amicizia che lega i due all’Associazione Culturale Punta Giara ha fatto quello che trova concretezza il giorno 3 settembre. Operazioni di questa rilevanza che  a noi colgono in maniera profondissima l’essenza del Jazz trovano a Sant’Anna Arresi da sempre condizioni ambientali, tale che ormai passano per essere normalità da queste parti, se come ebbe a dire un grande chitarrista di casa da queste parti il festival di Sant’Anna Arresi meriterebbe di essere insignito di patrimonio dell’umanità e luogo unico al mondo dove è possibile a seconda delle frequentazioni mattutine cambiare la scaletta della stessa sera.

Al Festival di Sant’Anna Arresi ritorna anche quest’anno la Bandakadra. Difficoltà di carattere finanziario avevano fatto assumere ai soci di Punta Giara la dolorosa decisione di non far rientrare nel cartellone 2015 la Marching Band Piemontese che oramai da qualche anno era di casa nel nostro paese. I legami di carattere culturale ed i legami sorprendenti con la comunità che vi ospita ha fatto in modo che proprio all’ultimo momento grazie anche ad una raccolta di fondi effettuata dai soci la disponibilità della band pur di esserci anche se pur con un cache ridottissimo ha fatto il resto, e pertanto la band potrà realizzare la seconda tappa del suo Mississippi Viaggio musicale nelle vie del Jazz, progetto che prende avvio con l’edizione 2014-2015.

Con Mississippi la Bandakadabra ripercorrerà in tre giorni la storia dell’evoluzione del jazz, esplorando ogni giorno una corrente musicale differente, dalle radici a New Orleans sino alle avanguardie di New York, accompagnando il pubblico a riscoprire i grandi musicisti e gli stili musicali che si svilupparono in sette delle maggiori città Americane.

Durante il viaggio lungo il Mississippi, la Bandakadabra si vedrà impegnata nell’esplorazione dei brani classici della tradizione americana, partendo dalle correnti Second Line e Dixieland tipiche di New Orleans, alla foce del grande fiume, o quelli classici di Chicago, città che vide l’esplorazione artistica di Louis Amstrong, per passare al Jazz di Washington, egregiamente interpretato dalle composizioni di Duke Ellington, quello di Kansas City con Count Basie, il bepop di Charlie Parker e Dizzie Gillespie, e infine le avanguardie di New York con le musiche di Coltrane, Davis e Mingus. La Bandakadabra saranno guidati dall’istrionico front-man e percussionista Gipo Di Napoli, e caratterizzati da una forte componente comica e teatrale.

Definita da Carlo Petrini “una fanfara urbana”, la Bandakadabra nasce a Torino nel gennaio 2005. Il progetto era quello di creare una big band capace di raccogliere, intorno alla medesima idea di musica, strumentisti di ogni età e con diverse sensibilità artistiche.

L’obiettivo iniziale è stato raggiunto: nel giro di pochi mesi, la Banda ha saputo coinvolgere jazzisti, musicisti con esperienze nel campo della musica balcanica, della musica di strada, del combat folk o con una formazione bandistica di stampo più tradizionale, fino a raggiungere il ragguardevole numero di 21 elementi.

L’esigenza di non disperdere quel patrimonio di suoni e di atmosfere che caratterizzano la tradizione bandistica rimane un tratto specifico del progetto Bandakadabra, il cui intento è appunto quello di riproporre, attualizzandole, le sonorità delle bande tradizionali e di avvicinare alle atmosfere della musica popolare un pubblico sempre più numeroso.

Il repertorio della banda comprende suggestioni musicali diverse, dagli sfrenati ritmi balcanici, alle marcette popolari, senza disdegnare melodie latine e jazz.

Assolutamente originale è l’approccio ai singoli brani, che vengono eseguiti con una forte carica teatrale, 

dando luogo a performance in cui il pubblico viene letteralmente trascinato a partecipare.

La possibilità di esibirsi liberamente ed ovunque senza vincoli di amplificazione rendono il progetto adatto a qualsiasi tipo di situazione.

In soli cinque anni di attività, la BandaKadabra ha già avuto modo di esibirsi e di farsi apprezzare in diverse rassegne di world music italiane, suscitando una crescente attenzione e curiosità da parte di festival, istituzioni e club.

Oltre ad aver prodotto nel 2007 l’album “Sputnik”, la banda ha saputo dialogare con diverse realtà musicali: dal cantautorato (Banda Elastica Pellizza, Luca Morino) al jazz (Carlo Actis Dato) fino alla musica elettronica (Feelgoodproduction autori delle fortunate raccolte “Balkanica!”) e alla clownerie musicale (Gianluigi Carlone della Banda Osiris).

Attualmente la Bandakadabra ha registrato il suo secondo cd, ospitando tra le sue file il virtuoso del sax contralto, Piero Ponzo, storico strumentista di Gian Maria Testa.

Ai confini tra Sardegna e Jazz costituisce una delle poche realtà della cultura sarda capace di proiettarsi anche al di fuori dell’isola garantendo al nostro territorio un eccezionale ritorno sia sul mercato locale che su quello nazionale e internazionale.                                             

Proiettare all’esterno l’immagine di una terra dove si produce e di un’isola vitale e culturalmente produttiva questo è il principale obiettivo dell’associazione Punta Giara.                                              

 Il festival costituisce da tempo uno dei principali eventi culturali isolani seguito costantemente da dai mass-media locali e internazionali, questo consente di offrire al nostro territorio oltre che al tradizionale rilievo sulla pubblicità del festival un ancor più importante e significativo rilievo sulla pubblicità in tutti i momenti di presentazione e di commento giornalistico e radiotelevisivo.

A testimonianza di quanto sopra, l’Associazione comunica che alla data odierna sono stati accreditati 29 richieste da parte delle più rilevanti e importanti riviste nazionali ed internazionali a cui si aggiungono 10 fotografi nazionali ed internazionali.

La Rai ha acquisito i diritti di messa in onda di tutti i concerti compreso una diretta che sarà mandata in onda il giorno 3 settembre alle ore 21.00 dal canale Rai della trasmissione condotta da Pino Saulo “Battiti”.

Butch Morris - Luciano Rossetti © Phocus Agency

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