22 December, 2024
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Sono stati completati, a Iglesias, i lavori per la realizzazione degli impianti di illuminazione pubblica nel secondo lotto della via Paolo Borsellino. “Abbiamo provveduto a fornire l’illuminazione pubblica alle abitazioni e alle attività prospicienti l’arteria stradale, una Via che sta diventando sempre più trafficata, percorsa da autoveicoli e pedoni – ha spiegato l’assessore dei Lavori pubblici Vito Didaci -. Siamo soddisfatti di aver raggiunto un ulteriore obiettivo del programma delle opere pubbliche, rispondendo alle richieste rivolte da tanti cittadini.”

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A seguito dell’esecuzione dei lavori per la realizzazione di alcune griglie per la raccolta delle acque piovane in via Villa di Chiesa, dalle ore 8.00 di lunedì 5 agosto 2019 sino al termine dei lavori, il traffico verrà regolamentato mediante l’istituzione:

• del senso unico in uscita dalla città, nel tratto della via Villa di Chiesa compreso tra la “rotonda per il market Conad” e la “rotonda per il market Iper Pan”.

• del senso obbligatorio a destra per l’ingresso alla città verso il “centro” nella rotonda in ingresso alla via Giuseppe Impastato, proseguendo per la via Paolo Borsellino.

I mezzi ed i pedoni in uscita dalla città potranno quindi percorrere normalmente la via Villa di Chiesa, mentre i mezzi ed i pedoni in entrata verso la città dovranno deviare alla rotonda in ingresso alla via Giuseppe Impastato e proseguire lungo via Paolo Borsellino fino al quartiere Col di Lana.

Nella zona dei lavori, prima dell’inizio degli stessi, verrà collocata la prevista segnaletica verticale e verrà predisposta un’adeguata protezione dell’area occupata dall’intervento tramite transenne o altri mezzi idonei previsti dalla vigente normativa.

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Anche i giovani di Libera, arrivati da tutta Italia all’Asinara per partecipare in questi giorni ad un campo di formazione sui temi della legalità e della lotta alla criminalità organizzata, hanno voluto condannare l’atto intimidatorio ai danni dell’imprenditore a cui ignoti hanno distrutto nei giorni scorsi il trenino turistico, attivo nell’isola. «Non basta commuoversi, bisogna muoversi. Noi giovani di Libera non restiamo indifferenti davanti a questi atti deplorevoli. L’unico incendio che deve ardere è quello delle idee che ispirano il nostro impegno. Non spegnerete mai la nostra voglia di reagire». Sono queste le parole che si leggono in un cartellone che ieri i giovani hanno lasciato nei pressi del mezzo distrutto, «un gesto simbolico di ribellione ad un atto che colpisce l’Asinara e che ci ricorda che in Sardegna se non esiste la mafia, esiste di sicuro una mentalità mafiosa che danneggia la nostra società e contro cui tutti dobbiamo mobilitarci», spiega Giampiero Farru, referente regionale di Libera Sardegna.

Come ogni anno, l’associazione Libera contro la mafie, fondata da don Luigi Ciotti nel 1995, organizza centinaia di campi estivi in tutta Italia, aperti a giovani che vogliono approfondire i temi della legalità e della giustizia. Il campo che si tiene all’Asinara è particolarmente significativo perché nell’Isola nel 1985 i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si “autoreclusero” per preparare il maxi processo a Cosa Nostra, ed è nel supercarcere che fu anche condotto dopo la sua cattura nel 1993 il “capo dei capi” Totò Riina. È quindi un luogo simbolo della lotta alla criminalità nel nostro paese, che viene rievocata anche nella mostra allestita da Libera negli spazi dell’ex bunker e che ricorda le tante vittime innocenti della mafia.

A condurre i visitatori nella struttura penitenziaria dismessa sono proprio i giovani partecipanti al campo, in un percorso che propone pannelli, fotografie, manifesti esplicativi delle realizzazioni dell’associazione, insieme alle sagome che ricordano coloro che hanno pagato con la vita il loro impegno a favore della democrazia, della giustizia e della legalità.

La mostra, organizzata nell’ambito dei campi “Solitudini, memorie, narrazioni” e guidata dai volontari di Libera, sarà visitabile dalle 10.00 alle 17.00 tutti i giorni fino al 12 agosto e poi ancora tra il 19 ed il 25 agosto.

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Questa sera, in piazza Giovanni Paolo II (lato via Lombardia nei pressi della Scuola Elementare Ciusa), a Carbonia, è stata inaugurata la scalinata ristrutturata e riqualificata dai volontari dell’associazione “Senso Comune”, per commemorare Paolo Borsellino e la scorta vittime della strage di via D’Amelio nella ricorrenza del 27° anniversario dell’attentato di matrice mafiosa. Ricordiamo che Carbonia ha già dedicato, qualche anno fa, ad Emanuela Loi, l’Istituto Ipia di via Dalmazia.

Un’iniziativa all’insegna del decoro urbano concretizzatasi anche attraverso interventi di pulizia e sfalcio dell’erba nelle aiuole, messa a dimora di piante, potatura di arbusti, manutenzione di panchine, cestini, fioriere, tinteggiatura dei muretti delle aiuole situate nella piazza Giovanni Paolo II.

Gli interventi dell’associazione “Senso Comune” sono stati realizzati con il patrocinio del comune di Carbonia.

Dopo il saluto di Monica Pinna, rappresentante dell’associazione di volontariato “Senso Comune”, che ha ricostruito l’attività portata avanti nei primi mesi seguiti alla sua costituzione, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha portato i saluti dell’associazione. Sono seguiti gli interventi di Claudia Loi, sorella di Emanuela, e del deputato Pino Cabras.
A quel punto, è stata inaugurata la scalinata con la rimozione del drappo azzurro e la benedizione del parroco, don Marco Olianas.
Infine, sono stati letti i nomi delle vittime della strage di via D’Amelio, riportati sui gradini della scalinata.

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Il Consiglio regionale nella seduta di martedì 23 luglio osserverà un minuto di silenzio per commemorare le vittime della strage di via D’Amelio e, in particolare, Emanuela Loi.

«Sono passati 27 anni ma il dolore per la strage di via D’Amelio, dove morirono il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, tra cui l’agente Emanuela Loi, non si attenua.»

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, a nome dell’intera Assemblea, esprime cordoglio per l’attentato di stampo mafioso messo a segno a Palermo il 19 luglio 1992.

«La Sardegna ha pagato con la vita di Emanuela Loi, prima donna della Polizia a morire in servizio, un tributo pesantissimo alla lotta alla mafia. Il sacrificio di Emanuela, come di tutte le altre vittime, deve essere costantemente ricordato – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – e deve servire da monito per le generazioni presenti e future.»

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Domani, venerdì 19 luglio, alle ore 18.30, in piazza Giovanni Paolo II (lato via Lombardia nei pressi della Scuola Elementare Ciusa), a Carbonia, verrà inaugurata la scalinata che nello scorso weekend è stata ristrutturata e riqualificata per opera del meritorio lavoro eseguito dai volontari dell’associazione “Senso Comune”, per commemorare Paolo Borsellino e la scorta vittime della strage di via D’Amelio nella ricorrenza del 27° anniversario dell’attentato di matrice mafiosa.

Un’iniziativa all’insegna del decoro urbano concretizzatasi anche attraverso interventi di pulizia e sfalcio dell’erba nelle aiuole, messa a dimora di piante, potatura di arbusti, manutenzione di panchine, cestini, fioriere, tinteggiatura dei muretti delle aiuole situate nella piazza Giovanni Paolo II.

Gli interventi del sodalizio “Senso Comune” sono stati realizzati con il patrocinio del comune di Carbonia che, attraverso il sindaco Paola Massidda, «ringrazia i volontari per avere dato, ancora una volta, un esempio pratico di senso civico e di amore per la nostra città. Il loro contributo è stato decisivo e ha consentito di attuare un importante restyling della scalinata che collega la parte alta con la parte bassa della piazza Giovanni Paolo II. Il modo migliore per celebrare il 27° anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo, attentato in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e i cinque uomini della sua scorta, tra cui la nostra conterranea Emanuela Loi».

La tensione morale, il senso dello Stato e il rispetto della legalità che animarono Paolo Borsellino e i suoi agenti verranno commemorati domani sera, alle ore 18.30, in una cerimonia che si svolgerà secondo il seguente programma:

• Saluto di benvenuto da parte dell’associazione di volontariato “Senso Comune”;
• Saluti istituzionali e intervento del sindaco di Carbonia, Paola Massidda;
• Intervento del deputato della Repubblica Italiana, on. Pino Cabras.
• Inaugurazione della scalinata con rimozione del drappo e benedizione del parroco, don Marco Olianas;
• Lettura dei nomi delle vittime della Strage di via D’Amelio e intervento di Maria Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi;
• Intervento del presidente di “Senso Comune” Monica Pinna e ringraziamenti finali.

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«In Ricordo di Paolo Borsellino. Quale eredità è stata tramandata, dopo il suo sacrificio, alle generazioni successive? L’Italia oggi è un Paese migliore?»
È il titolo della conferenza organizzata dal “Caffè Im…Pero” di Carbonia, in collaborazione con “Canale40”, per il 27° anniversario della scomparsa del giudice Paolo Borsellino e dei 5 componenti della sua scorta, tra i quali c’era la sarda Emanuela Loi, nell’attentato mafioso del 19 luglio 1992, a Palermo.

Venerdì 19 luglio, nella Piazza Roma, a Carbonia, di fronte al “Caffè Im…Pero”, a partire dalle ore 21.30, si articolerà la conferenza, con relatori l’ex questore di Trapani e prefetto di Nuoro, Antonio Pitea; il referente di “Libera” per la Sardegna, Giampiero Farru; il comandante della Compagnia dei carabinieri Carbonia, Lucia Dilio, il vicepresidente regionale dell’UCSI e direttore del periodico “Sulcis Iglesiente Oggi”, Giampaolo Atzei; l’ex responsabile della redazione del Sulcis Iglesiente dell’Unione Sarda e scrittore, Sandro Mantega; il deputato del M5S, l’On. Pino Cabras ed il sindaco della città di Carbonia, Paola Massidda.
I lavori saranno coordinati dal giornalista, Manolo Mureddu.

 

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C’è anche una delegazione di studenti sardi a Palermo per partecipare alle celebrazioni “Insieme contro le mafie per il XXVII anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio”. Gli studenti di Carbonia, Sassari e Sant’Antioco si sono imbarcati ieri a Civitavecchia a bordo della “Nave della Legalità” e sono arrivati oggi nel capoluogo siciliano per partecipare alle manifestazioni.

«Sono grato agli studenti e agli insegnanti sardi – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais – per la grande sensibilità che dimostrano. La lotta alla criminalità organizzata, ma anche ad ogni forma di violenza fisica o psicologica o a ogni  discriminazione, deve partire proprio dalla scuola.»

La delegazione sarda è formata da quattro studenti dell’Istituto comprensivo Deledda-Pascoli di Carbonia da quattro del Liceo Scientifico Lussu di Sant’Antioco e da quattro dell’Istituto comprensivo Salvatore Farina di Sassari.

Il presidente Michele Pais ha telefonato agli insegnanti che accompagnano i ragazzi in questo viaggio della legalità: «Vi ringrazio a nome dell’intero Consiglio regionale, nel giorno del 27° anniversario della strage di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta, della vostra partecipazione. Rinnoviamo il nostro impegno civico e istituzionale che deve essere sempre una costante, una stella polare, che ci deve accompagnare tutto il giorno e tutti i giorni dell’anno».

Il presidente Michele Pais ha ricordato l’estremo sacrificio ed il coraggio di chi ha lottato contro la mafia e il grande tributo di sangue dato dalla Sardegna in un’altra grande strage avvenuta sempre 27 anni fa: quella di Via D’Amelio a Palermo dove perse la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta tra cui Emanuela Loi.

Il presidente Michele Pais ha invitato i tre Istituti nella sede dell’Assemblea nell’ambito dell’iniziativa “Scuole in Consiglio”.  «Oggi più che mai – ha sottolineato Michele Pais – le istituzioni devono ricreare quel senso civico di rispetto e, al tempo stesso, di interazione con la nostra intera Comunità. Le istituzioni siamo noi tutti ed il “palazzo” regionale deve tornare ad essere la casa di tutti i sardi. Solo così, con un rinnovato patto sociale con le nuove generazioni, potremo assicurare un futuro di serenità e di libertà per i nostri figli, affinché ogni forma di criminalità venga definitivamente sconfitta».

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Dopo la grande manifestazione di Cagliari, dove oltre cinquemila tra studenti, volontari, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini hanno celebrato in piazza del Carmine l’arrivo della primavera con la 24a Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, non si ferma l’impegno di Libera Sardegna per ricordare chi ha sacrificato la propria vita per un ideale di giustizia e legalità. Sabato 23 marzo ad Ozieri verrà dedicata una piazza ad Emanuela Loi, la giovane agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio a Palermo insieme al giudice Paolo Borsellino e agli altri uomini della scorta. 

L’appuntamento è fissato per le ore 10.00, presso l’Anfiteatro dei giardini del Cantaro (in caso di maltempo la commemorazione si terrà presso il Teatro civico “Oriana Fallaci”). All’iniziativa, che rientra nel cartellone “Verso il 21 marzo”, organizzato da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale, sarà presente anche la sorella di Emanuela e rappresentante di Libera Memoria, Claudia Loi. Insieme a lei, interverranno il sindaco Marco Murgia, il vescovo mons. Corrado Melis, il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru, il referente del presidio Libera “Don Pino Puglisi” di Ozieri Tonino Becciu, il referente del Sa. Sol. Point 18 di Ozieri Giovanna Pani ed il consigliere comunale Davide Giordano.

 

 

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«Abbiamo il dovere di non farci sopraffare dalla rassegnazione e credere che il bene può prevalere. Perché questa è l’eredità che ci ha lasciato Emanuela: la storia può cambiare solo se gli uomini sono disposti a cambiare. La strage di via D’Amelio ha segnato nei familiari delle vittime solchi profondi di sofferenza. Ma noi non vogliamo vendetta, perché siamo animati solo da un desiderio di giustizia, legalità e memoria.»

Le parole di Claudia Loi, la sorella dell’agente di scorta del giudice Paolo Borsellino, morta a Palermo, sono risuonate forti oggi in piazza del Carmine a Cagliari in occasione della manifestazione regionale della 24a Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata dall’associazione Libera in collaborazione con Sardegna Solidale. 

Oltre quattromila tra studenti provenienti da tutta l’isola, volontari e rappresentanti delle istituzioni si sono incontrati nel capoluogo per leggere e ascoltare i nomi delle 1012 vittime innocenti delle mafie, un elenco nel quale sono presenti anche quattro sardi. Insieme alla giovane agente di Sestu, nelle piazza di Cagliari e in quelle di tutt’Italia sono risuonati anche i nomi di Bonifacio Tilocca (padre del sindaco di Burgos e ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004), del sacerdote don Graziano Muntoni, ucciso ad Orgosolo nel 1998, e del carabiniere di Nuxis Antonio Pubusa, caduto nella strage di Bellolampo nel 1949 per mano del bandito Salvatore Guliano.

«Nel nostro paese diminuiscono i morti ma non diminuisce l’illegalità, e anzi aumenta la commistione tra economia legale e illegale – ha affermato Pino Tilocca, esponente di Libera Memoria e figlio di Bonifacio Tilocca, ucciso da una bomba piazzata nella sua abitazione nel 2004 a Burgos -. Proprio per denunciare questa commistione che dilaga nelle aree più ricche del nostro paese, come quel nord-est in cui avanzano idee di società escludenti ed egoiste, non di rado razziste e fasciste, Libera ha voluto organizzare la manifestazione nazionale di quest’anno a Padova. Ma noi di Libera non ci occupiamo solo di mafia, perché abbiamo una idea di società solidale, dove i porti sono sempre aperti.»

La giornata si era aperta in piazza dei Centomila dove i giovani dell’Istituto Nautico hanno scoperto un pannello in ricordo di Emanuela Loi e dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La breve cerimonia ha preceduto l’inizio del corteo, conclusosi in piazza del Carmine dove i giovani cagliaritani si sono uniti agli studenti provenienti dal resto dell’isola.

Sul palco, prima della lettura dei nomi, si sono susseguiti gli interventi di saluto da parte degli organizzatori e delle autorità. «C’è un’Italia che si ribella all’indifferenza, all’illegalità, alle mafie e alla corruzione e si riunisce oggi, il primo giorno di primavera, giorno nel quale la vita ricomincia e in cui vogliamo ricordare tutte le vittime innocenti perché tutte hanno pari dignità», ha affermato Giampiero Farru, referente regionale di Libera. 

Per Paola Dessì, delegata del prefetto di Cagliari, «come ci insegna don Luigi Ciotti, la memoria deve diventare impegno e non riempire solo vuote parole di circostanza. E voi ragazzi, dovete tramandare questa memoria». Parole riprese dalla rappresentante del Comune di Cagliari, l’assessora Claudia Medda, secondo cui «gli orizzonti di giustizia sono orizzonti di libertà. Come amministratori testimoniamo ogni giorno che una alternativa è possibile». 

Lungo e appassionato è stato l’intervento del questore di Cagliari Pierluigi D’Angelo, che ha ricordato gli anni bui delle stragi di mafia. «Questa giornata nasce perché la madre di uno degli agenti morti a Capaci fece notare che non sentiva mai il nome di suo figlio nel corso delle cerimonie di commemorazione. Invece è giusto ricordare tutti i nomi. Le immagini delle stragi di Capaci e di via D’Amelio sono per noi indelebili e se non avete percezione di ciò che accadeva in quegli anni non potete capire il senso di questa giornata – ha detto rivolgendosi ai ragazzi -. Questa giornata serve per creare in voi giovani il ricordo di quanto è accaduto. Perché voi siete il futuro e vi dovete battere perché la piaga della criminalità organizzata venga definitivamente sconfitta».

In piazza del Carmine, in rappresentanza della procura di Cagliari, è intervenuto anche il magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia Guido Pani. «Contro le mafie lo stato negli anni ha creato una struttura straordinaria, unica al mondo per professionalità. Questo ci dà la speranza di ottenere dei risultati positivi. Ma solo con l’appoggio dei cittadini noi possiamo combattere veramente la criminalità organizzata».

La mattinata è poi proseguita con gli interventi di don Roberto Piredda, delegato dell’arcivescovo di Cagliari (“Lo spettacolo di questa piazza dà ragione a Borsellino, che fino alla fine ha sempre avuto fiducia nei giovani”), dei Comandanti provinciali della Guardia di Finanza Patrizio Verzoli (“Il silenzio è complice e va spezzato”) e dei Carabinieri Luca Minniti (“L’impegno di tutti noi prosegua per tutto l’anno, nel segno della legalità”).  

A Cagliari non ha voluto mancare l’amministrazione algherese, che lo scorso anno ospitò la Giornata della Memoria e dell’Impegno. «In Italia non c’è territorio immune da infiltrazioni criminali – ha affermato l’assessore dei servizi sociali Angela Cavazzuti -. Per questo l’impegno di Libera va affiancato e sostenuto. La partecipazione dei giovani è un segnale incoraggiante. Con loro e per loro, quella della memoria e della legalità è una battaglia che non può essere perduta».

Parole riprese da Bruno Loviselli, presidente del Co Ge Sardegna. «Come disse don Ciotti nel 2002 a Nuoro, in Sardegna la mafia non ha né storia né radicamento. Ma il fenomeno che dobbiamo combattere è quello degli attentati agli amministratori. Le nostre 1.700 associazioni di volontariato sono in campo anche per contrastare la non-cultura che genera questo fenomeno». 

Dopo gli interventi del dirigente scolastico dell’Istituto Buccari-Marconi di Cagliari Giancarlo Della Corte (“Ciò che ci unisce è la voglia di lottare contro le mafie, gli abusi e le prevaricazioni”) e della rappresentante della Città Metropolitana di Cagliari Michela Mura (“La mafia muore ogni volta che uno di noi sceglie la legalità, muore con la cultura. Ognuno faccia la propria parte”), sono stati gli alunni dell’Istituto comprensivo di Suelli a concludere in poesia la lunga parte della mattinata che ha preceduto la lettura dei 1012 nomi delle vittime. 

Una lettura che ha coinvolto decine di giovani, rappresentanti delle istituzioni, studenti e volontari e semplici cittadini. Insieme, uniti dalla voglia di non dimenticare. «È stato quasi un momento sacro», ha commentato al termine don Angelo Pittau, presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale, che ha sollecitato i giovani a prendere esempio dalle vite di chi ha sempre creduto nei valori della giustizia e della legalità.

Al termine della lettura dei nomi piazza del Carmine si è collegata con Padova (città dove si è tenuta la manifestazione nazionale della Giornata) per seguire l’intervento di don Luigi Ciotti e ha chiuso in musica, con gli interventi della Carovana Folk e di Mor e la sua band, una mattinata di impegno, entusiasmo e commozione.