22 November, 2024
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Quarto appuntamento, venerdì 2 agosto, a partire dalle 11.30, con l’edizione 2019 di Cinema delle terre del mare, il festival realizzato dalla Società Umanitaria di Alghero in collaborazione con l’assessorato regionale della Cultura, il comune di Alghero e la Fondazione Alghero, e con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission. Cornice di proiezioni e dibattiti, come sempre il centro storico e le spiagge più belle di Alghero.

Protagonisti di questa quarta giornata sono lo stato dell’arte del cinema indipendente sardo per il ciclo Lavori in corso; la Cagliari dei millennials ritratta per la sezione Indie; una pellicola fantasy Sardinia B-movie; il cinema spagnolo per Night on earth.

I lavori in corso iniziano la mattina, alle 11.30 a Lo Quarter, dove insieme ai registi Stefania Muresu, Daniele Atzeni, Stefano Deffenu, Antonio Maciocco e Marco Antonio Pani si discuterà del cinema sardo fuori dai circuiti commerciali nel forum Intorno al nuovo cinema indipendente sardo. L’incontro, moderato dal giornalista de La Nuova Sardegna Fabio Canessa, costituirà anche un’importante occasione per vedere in anteprima alcune immagini dei loro film prossimi all’uscita: L’autre côté du paradis, di Stefania Muresu; Ananda, di Stefano Deffenu; Inferru, di Daniele Atzeni; L’ultimo barbiere di carrera longa, di Antonio Maciocco; Nèmos andando per mare (odissea di un marinaio pastore di capre inabile al nuoto), di Marco Antonio Pani.

Il festival prosegue nel pomeriggio, alle 18.00 al Teatro Civico, dove è in programma Piove deserto ambientato a Cagliari: il film indipendente scritto e diretto da Maria Grazia Perrìa e Daniele Maggioni fotografa la generazione dei nati dopo gli anni ’80 in condizione di continua precarietà nel lavoro, negli affetti e nell’amore e, per questo, spesso costretta a emigrare.

Sempre alle 18.00, ma a Lo Quarter, verrà proiettato Conquest, di Lucio Fulci, per la sezione Sardinia B-movie. Dopo tanti horror, il regista punta sul fantasy immaginando il viaggio di un giovane, agli albori dell’umanità, verso l’esplorazione di terre selvagge e sconosciute che corrispondono, nella realtà, ai bei paesaggi di Capo Testa, Santa Teresa di Gallura.

Per il ciclo Night on earth, appuntamento alla spiaggia Maria Pia, stabilimento Rosanna, alle 22.00, con la proiezione di Formentera Lady, il film catalano che fotografa l’ideologia hippie e l’isolamento «in un’isola all’interno di un’isola», come afferma il regista e sceneggiatore Pau Durà, attraverso la storia di Samuel, costretto a fare i conti con gli affetti non appena sua figlia si presenta con il figlio.

In questo quarto appuntamento, Cinema delle terre del mare ospita la regista e sociologa visuale sassarese Stefania Muresu, autrice di film documentari tra cui “Sulla stessa barca”, presentato al festival Visioni dal Mondo nel 2017; Daniele Atzeni, film-maker classe 1973 attento osservatore della sua Iglesias, operatore di ripresa, montatore, insegnante di cinema e titolare della casa di produzione Araj Film; Stefano Deffenu, di Sassari, montatore, sceneggiatore e attore, al suo esordio alla regia con “Ananda”; l’algherese Antonio Maciocco, autore di numerosi cortometraggi e documentari tra cui Pregàries – Viatge entre la memoria e Permesso, pluripremiato col suo corto Achentannos; Marco Antonio Pani, sassarese del ’66, regista di corti e documentari (suo il film di protesta Capo e Croce, le ragioni dei pastori, in collaborazione con Paolo Carboni) sceneggiatore, montatore e docente di regia; il produttore cinematografico David Ciurana, scrittore, regista e produttore catalano di opere come Son of cain, The Headset e Normal.

Cinema delle terre del mare, il grande cinema nei luoghi più suggestivi della Riviera del Corallo, è in programma tutti i giorni sino a venerdì 9 agosto, con pellicole indipendenti, grandi classici, b-movies e proiezioni per ragazzi per un totale di 26 film da tutto il mondo, con anteprime regionali e nazionali, circa 40 ospiti italiani e internazionali in 12 giorni di festival su spiagge mozzafiato e altri luoghi incantevoli.

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Che sia stata una grande XII edizione non ci sono dubbi. Ma il “terre di confine”, oltre a essere un intrigante festival cinematografico, è stato anche un’importante occasione di confronto e riflessione sul cinema e la società, uno spunto di riflessione collettiva nella quale sono entrati in contatto il pubblico e gli autori.

Al di là delle visioni di opere difficilmente reperibili altrove, e degli incontri con registi come Orlando Lübbert, José Maria Gonzales, Pancho Hervé e tanti altri, la manifestazione è stata capace di creare emozioni e di traghettare il pubblico all’interno di una vicenda politica e storica tanto drammatica, quella della dittatura in Cile. Tracciando al contempo un ponte immateriale verso questo Paese sudamericano, incuriosendo ed aprendo alla voglia di conoscerne il territorio e i suoi abitanti, e visitare le sterminate lande che vanno dalla Patagonia alla città di Santiago.

Ed è proprio questo l’intento della manifestazione organizzata dall’associazione Su Disterru: incontrarsi, dialogare e discutere attraverso il cinema, ma soprattutto, abbattere i confini e avvicinare le culture. Culture che spesso si rivelano di una insospettabile ricchezza.

In questa seconda volta di Marco Antonio Pani alla direzione artistica, affiancato nella conduzione da Enrico Pitzianti, molto apprezzati sono stati anche i corti e i lungometraggi degli autori sardi, tra i quali quelli di Francesca Lixi, Bonifacio Angius, Paolo Carboni e Sergio Naitza. Una carta vincente è stata senz’altro l’apertura alla declinazione del tema di quest’anno, La libertà, nelle sue infinite sfaccettature tra poesia, pittura, videoart, musica e incontri con gli studenti.

Di forte impatto è stata la performance di Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia dedicata a Violetta Parra, il concerto di musica andina del “Grupo Nazca”, la presenza del poeta Antonio Arévalo con il suo libro “Le terre di nessuno” ed Aldo Brigaglia in “Intillimanìa”. Quindi le installazioni artistiche a cura di Bianca Laura Petretto e le esposizioni di Alejandro Robles e Lea Gramsdorff e le letture di Isabella Orchis.

Significativo è stato inoltre il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, suggellato dalla presenza del direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo.

Altro importante tassello è stato l’incontro e la collaborazione con l’associazione Cilenos de Sardigna, che ha permesso di conoscere un’importante pagina poco conosciuta della nostra storia, quella di ben cinquecento sardi che, cileni di nascita, furono adottati da famiglie sarde in tenera età, soprattutto durante i vent’anni della dittatura di Pinochet, e oggi fanno parte integrante del tessuto sociale dell’isola.

Notevole supporto è stato dato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Cineteca Sarda, dalla Filmcommission, dalle diverse amministrazioni comunali e dal consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia delle Belle arti Mario Sironi, il Cityplex Moderno di Sassari e il MEA di Asuni. E un’altra carta vincente forse è stata proprio la scelta itinerante della manifestazione, in un tour che ha abbracciato le comunità di Cagliari, Alghero, Sassari, Solarussa ed Asuni.

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Dopo aver toccato i centri di Cagliari, Solarussa, Alghero e Sassari, la XII edizione del “terre di confine filmfestival” si prepara per la sua tappa conclusiva ad Asuni, dove dal 15 al 17 marzo amplierà lo sguardo sulla cinematografia latina e in particolare sul documentario cileno. Sarà una vera festa del cinema che coinvolgerà, oltre agli spazi del MEA-Museo dell’Emigrazione e del Centro di documentazione (Casa Porcu Cau), anche diverse attività del paese per accogliere mostre, spettacoli e concerti.

Arriveranno personalità del mondo del cinema come i registi Francisco Hervé e José María González, quindi Alejandro Alzate Giraldo, direttore artistico del “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia” per un vero gemellaggio tra il “terre di confine” e la rassegna colombiana.

Tra le opere cilene da non perdere saranno proposte quelle di Sebastian Lelio, Pablo Larraín e Maite Alverdi. Protagonisti della finestra sul cinema Sardo saranno invece Paolo Carboni, Carmina Conte, Mario Piredda, Nicola Contini, Luca Melis e Sergio Naitza. Per il cinema italiano, un omaggio al compianto maestro Ermanno Olmi con la proiezione di “Il villaggio di cartone” e poi “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, che presenta il suo libro “Terre di nessuno”.

Venerdì saranno inaugurate ben due mostre d’arte dell’architetto cileno Alejandro Robles e dell’artista italo-tedesca Lea Gramsdorff con la collaborazione di Simone Dulcis, mentre la cantante Claudia Crabuzza con Francesca Ventriglia proporrà un recital-concerto su Violeta Parra. Importantissimo il coinvolgimento dell’associazione “Chilenos de Sardigna”, per una festa-concerto che sabato accoglierà il complesso di musica andina “Grupo Nazka” con buffet degustazione.

Il programma dettagliato.

Venerdì 15 marzo si parte alle 10.00, all’Istituto comprensivo con il Laboratorio “Liberi tutti!” a cura di OSVIC. Alle 11.30 alla Casa Porcu Cau sarà inaugurata la mostra dell’artista cileno Alejandro Robles dal titolo “Sentieri da Minotauri”, a cura di Bianca Petretto, per concludere la mattinata con la presentazione della rivista internazionale di arte e cultura “Aínas”.

Alle 16.00, al MEA, la serata prende il via con il cortometraggio “La Libertà”, spot del tdcf, per proseguire con la presentazione del programma da parte del direttore artistico Marco Antonio Pani, affiancato da Enrico Pitzianti e dai collaboratori del festival e degli ospiti José María González e Francisco Hervé.

Alle 16.20 si terrà la cerimonia di gemellaggio con il “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia”, alla presenza di Alejandro Alzate Giraldo.

Alle 16.40 per gli “Incontri col cinema sardo” Paolo Carboni e Carmina Conte presentano il loro documentario “Le spose del Grand Hornu”, mentre alle 17.40 sarà proposto Los Niños di Maite Alverdi.

Alle 19.10 lo spettacolo-concerto “Difesa di Violeta Parra” vedrà protagoniste Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia, mentre alle 20.30, sarà inaugurata la mostra di pittura “EXODUS.4” dell’attrice e pittrice Lea Gramsdorff, per proseguire con degustazione di prodotti locali. La serata si conclude alle 21.30 con la proiezione del film premio oscar “Una mujer fantàstica” di Sebastian Lelio.

Sabato 16 marzo, appuntamento alle 11.30 per la proiezione di “No – I giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larraín al MEA dove alle 16 si terrà l’incontro incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”.

Alle 16.30 l’incontro sarà con Nicola Contini ed il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica”, e alle 17.00 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Alle 18.50 la presentazione e proiezione del film documentario “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, curatore d’arte contemporanea, poeta, già addetto culturale del Cile in Italia. Alle 20.30 Antonio Arévalo presenta il suo libro “Terre di nessuno” assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu. Alle 21.30 gran finale al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Domenica 17 marzo, alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00 il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30 altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30 nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento e Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20 con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni 40 e 50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.

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L’orrore della dittatura di Pinochet vista attraverso gli occhi di chi è stato costretto all’esilio per anni durante il regime: lunedì 11 marzo arriva a Sassari il circuito itinerante del “terre di confine filmfestival” per l’unica tappa del nord Sardegna, e porta al Cityplex Moderno una presenza straordinaria, quella del regista cileno Orlando Lübbert. Alle 20.30, in un aperto faccia a faccia con il pubblico sassarese, l’artista sudamericano presenterà al Multisala il suo bellissimo film “Cirqo”, vincitore nel 2013 della Miglior direzione artistica al Festival dell’Havana 2013. È la storia di due fuggitivi braccati dalla polizia segreta cilena che trovano riparo sotto il tendone di un circo itinerante, confortevole e amaro, nel quale si trasformano per caso in clown di successo.

Il “Terre di confine” – diretto per la seconda volta consecutiva da Marco Antonio Pani – quest’anno accoglie non a caso il Cile come paese ospite, avendo dedicato la XII edizione alla Libertà in tutte le sue forme. Orlando Lübbert è nato a Santiago nel 1945 e, a causa della dittatura, dal 1973 ha vissuto un lungo esilio prima in Messico e poi in Germania, dove ha insegnato alla Freie Universität Berlin e ha girato numerosi documentari. Nel 1995 è ritornato nella sua terra dove ora, oltre all’attività di regista, ha l’incarico di docente di cinema all’Istituto di Comunicazione e Immagine (ICEI) dell’Università del Cile. Al Cityplex il suo film sarà proiettato in spagnolo con sottotitoli in italiano. L’ingresso è libero e gratuito ed i presenti potranno dialogare con l’autore.

L’appuntamento sassarese del tdcf gode anche della collaborazione dell’Accademia delle Belle Arti Mario Sironi, dove Lübbert farà la sua comparsa alle 16.30, per presentare agli studenti un’altra sua opera drammatica, “Taxi para tres”, Premio Concha de Oro al Festival di San Sebastian e vincitore di altri riconoscimenti internazionali (un MTV Movie Award e Premio della giuria al Miami Film Festival).

La giornata del festival prenderà il via fin dalle 10.00, a Lo Teatrì di Alghero, dove il regista cileno incontrerà i ragazzi delle scuole assieme all’attore sardo Ignazio Chessa per parlare di cinema e di libertà nel “teatro più piccolo del mondo”. Durante l’incontro, realizzato in collaborazione con la Società Umanitaria di Alghero, sarà proiettato il documentario “Cien niños esperando un tren” del pluripremiato cineasta Ignacio Aguero. Tutti gli appuntamenti saranno preceduti dalla proiezione del cortometraggio “La Libertà”, spot della XII edizione del festival, realizzato da Marco Antonio Pani con Paolo Carboni e gli allievi del laboratorio cinematografico di Asuni e Solarussa. Il festival proseguirà dal 15 al 17 marzo, ad Asuni, con un ricco calendario.

Chilean director Orlando Lubbert shows the Concha de Oro “Golden Shell”, for his film “Taxi para tres” (“Taxi for Three”) during the closing ceremony of the 49th San Sebastian Film Festival celebrated at Kuursal Palace in San Sebastian late 29 September 2001. AFP PHOTO/RAFA RIVAS

 

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Il “terre di confine filmfestival” spalanca le porte al Cile per un incontro cinematografico con la Sardegna che abbraccerà una XII edizione consacrata alla “Libertà” in tutte le sue forme. Sono cinque le località coinvolte, trentacinque i film in programma tra corti e lungometraggi, oltre trenta gli ospiti nazionali e internazionali e, per gli eventi collaterali, si terranno mostre, dibattiti, laboratori e concerti. Anche quest’anno è ricchissimo il calendario messo in campo dagli organizzatori della manifestazione, che gode per la seconda volta consecutiva della direzione artistica di Marco Antonio Pani, forte del successo della scorsa edizione che aveva accolto la Colombia.

Dopo l’Anteprima del 2 marzo alla Cineteca sarda di Cagliari, a partire dall’8 marzo la kermesse farà tappa per tutto il weekend a Solarussa (Casa Sanna), per poi proseguire l’11 marzo ad Alghero (Lo Teatrì) e Sassari (Accademia Belle Arti e Cinema Cityplex Moderno) e quindi concludersi nel fine settimana dal 15 al 17 marzo ad Asuni (Museo dell’emigrazione e Casa Porcu Cau), dove tutto è iniziato nel 2007. A dare man forte a Pani nella conduzione del festival ci sarà Enrico Pitzianti, che ne è stato anche il primo direttore artistico.

Sono attesi appuntamenti a tu per tu con gli autori cileni José María González, Francisco Hervé e Orlando Lübbert, e focus dedicati ad altri artisti emergenti o affermati. «Dall’incontro tra cinematografie nasce l’incontro tra persone e idee – ha spiegato Marco Antonio Pani – maturano confronto e discussione, e si rendono disponibili capolavori difficilmente reperibili nei consueti canali di diffusione. La cultura cilena nello specifico è stata segnata da un solco indelebile e doloroso tracciato dalla dittatura di Pinochet – ha aggiunto il regista – un segno che si è concretizzato nell’inclinazione verso un cinema di denuncia e di analisi, sociale e politica. Per questo il tema della Libertà appare più che mai opportuno».

E “La Libertà” è anche il titolo dello spot del tdcf 2019 girato con il coinvolgimento degli allievi del laboratorio di cinematografia del festival. Uno spot che quest’anno ha l’aspetto di un cortometraggio di oltre cinque minuti, ideato e realizzato da Marco Antonio Pani con Paolo Carboni alle riprese, rendendo protagonisti gli stessi abitanti di Asuni e Solarussa.

Il coinvolgimento della popolazione è favorito dal format conviviale, nella convinzione che il cinema sia uno strumento prezioso per creare occasioni di crescita e di confronto sociale. A fare da corollario all’iniziativa sarà un particolare omaggio a Ermanno Olmi, straordinario personaggio scomparso lo scorso anno, e una proiezione speciale del film di Nanni Moretti “Santiago-Italia”. Senza trascurare una selezione di alcuni dei più validi e recenti film d’autore sardo, tra i quali “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, “L’uomo con a lanterna” di Francesca Lixi, e “Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone” di Sergio Naitza.

In collaborazione con OSVIC, oltre ai consueti laboratori per i bambini delle scuole del territorio è prevista una sezione domenicale dedicata specificamente ai più giovani.

Non mancheranno eventi letterari, quali la presentazione di “Aìnas”,  rivista internazionale d’arte e cultura diretta da Roberto Cossu, e del libro “Terre di nessuno” di Antonio Arévalo.

Di forte interesse sarà l’incontro con l’associazione “Chilenos de Sardigna” per una festa-concerto con la partecipazione del complesso di musica andina “Grupo Nazka”. Non tutti sanno che nell’isola vivono circa cinquecento sardi di origine cilena arrivati in tenera età e ormai integrati a tutti gli effetti. Altri ospiti musicali saranno la cantante Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia. Un secondo incontro di rilievo è quello sui “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo”, che coinvolgerà numerosi addetti ai lavori.

Ulteriore momento focale sarà il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, e l’incontro ad Asuni con il suo direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo. Sono previste inoltre mostre e installazioni artistiche, come Exodus.4 di Lea Gramsdorff.

Il calendario della manifestazione è stato presentato stamani alla Cineteca sarda da Marco Antonio Pani, affiancato da Antonello Zanda in rappresentanza della Società umanitaria, partner dell’iniziativa assieme alla Sardegna Film Commission. Durante l’incontro sono intervenuti i sindaci di Solarussa ed Asuni, Mario Tendas e Gionata Petza, e quindi Sandro Sarai, presidente dell’associazione Su Disterru, organizzatrice dell’evento assieme alla RAS, alle diverse amministrazioni comunali e al consorzio di “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia Belle arti ed il Cinema Cityplex Moderno di Sassari ed il MEA di Asuni.

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Questa sera, alle 21.00, al Teatro Centrale, nell’ambito delle celebrazioni del settantanovesimo compleanno della città di Carbonia, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, ha organizzato la proiezione della prima assoluta del film documentario “Le spose del Grand Hornu”, di Carmina Conte e Paolo Carboni. 

«Si tratta di un evento che va ad implementare e sostenere l’offerta culturale delle iniziative che abbiamo previsto per il settantanovesimo anniversario dell’inaugurazione di Carbonia – ha detto il sindaco Paola Massidda -. Il documentario Le spose del Grand Hornu impreziosisce la nostra ampia programmazione natalizia per il suo elevato valore culturale.»

Le spose del Grand Hornu” è ambientato tra il bacino carbonifero del Sulcis Iglesiente e quello del Borinage e della Vallonia in Belgio, nell’area del Grand Hornu.

Il film ha ricevuto una menzione speciale al Concorso nazionale “Storie di emigrati sardi”, indetto dalla FASI, in collaborazione con la Regione Sardegna e la Società Umanitaria-Cineteca Sarda.

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In occasione del 79° compleanno della città di Carbonia, lunedì 18 dicembre 2017, alle 21.00, presso il Teatro Centrale di Carbonia è in programma la prima assoluta del film documentario “Le spose del Grand Hornu” di Carmina Conte e Paolo Carboni.

“Le spose del Grand Hornu” è ambientato tra il bacino carbonifero del Sulcis Iglesiente e quello del Borinage e della Vallonia in Belgio, nell’area del Grand-Hornu. 

Menzione Speciale al Concorso Nazionale “Storie di emigrati sardi”, indetto dalla FASI, in collaborazione con la Regione Sarda e la Società Umanitaria-Cineteca Sarda, il film è stato realizzato grazie al contributo del Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, con la consulenza della prof.ssa Giovanna Corda (vicesindaco di Boussu-Hornu, originaria di Carbonia e già europarlamentare), dello studioso Luciano Ottelli.

Saranno presenti gli autori: la giornalista Carmìna Conte e il regista Paolo Carboni.

Interverranno: la Prof.ssa Giovanna Corda, la presidente nazionale FASI Serafina Mascia, il Commissario del Parco Geominerario Tarcisio Agus, il sindaco di Carbonia Paola Massidda, l’assessore della Cultura del comune di Carbonia Sabrina Sabiu, Gianluigi Pillola già commissario del Parco Geominerario, l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, lo studioso Luciano Ottelli, il direttore del C.S.C di Cagliari della Società Umanitaria Antonello Zanda, il Ppresidente dell’Associazione Culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente Gianfranco Fantinel.

La serata è organizzata da Parco Geominerario, Comune di Carbonia e Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema.

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La mattina del 19 ottobre 1937 il Capo del Governo, Benito Mussolini, firmava il decreto che sanciva la nascita del comune di Carbonia, 14 mesi prima dell’inaugurazione della città; il pomeriggio di quello stesso giorno, dieci minuti prima della conclusione del turno di lavoro, 14 minatori perdevano la vita in una tragica esplosione (8 si salvarono, tra loro un ragazzino di soli 15 anni, Antonio Canè), nel pozzo di Schisorgiu, nell’area dove ora sorge il parcheggio del supermercato Lidl, all’incrocio tra la via Logudoro e la via Dalmazia. Quella tragedia è rimasta a lungo nascosta, nessun organo di informazione se ne occupò, per l’evidente interesse del Governo di non influenzare l’opinione pubblica, per la quale con la nascita di Carbonia, città destinata ad una rapida crescita nel bacino carbonifero per lo sfruttamento dell’unica risorsa energetica disponibile per il soddisfacimento del fabbisogno dell’intera Nazione, si aprivano concrete prospettive di lavoro.

A distanza di 80 anni, quella tragedia viene ricostruita e diventa il tema di un progetto di ricostruzione della memoria storica, “Schisorgiu 1937”, presentato ieri pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nei locali dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia.

Alla conferenza, presentata da Paolo Serra, Direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema, sono intervenuti Mario Zara, presidente dell’associazione Amici della Miniera; Sabrina Sabiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia e studiosa della storia delle miniere del Sulcis; Sandro Mantega, giornalista e curatore storico del progetto; il regista Paolo Carboni; Monica Porcedda, direttore artistico del gruppo teatrale La Cernita e Riccardo Podda, operatore della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A. per i Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis.

Il progetto si propone di rendere omaggio a quei minatori attraverso la realizzazione di una docu-fiction, della durata di 40/50 minuti, che ricostruisca le vicende legate all’incidente di Schisorgiu sia attraverso la documentazione esistente, ma, soprattutto, fissando con filmati ed interviste, le ultime testimonianze che è ancora possibile raccogliere tra i familiari dei minatori coinvolti in quella tragedia. Un progetto che si inquadra in un percorso, avviato da tempo, di recupero della memoria storica e della cultura mineraria della Sardegna e del Sulcis Iglesiente, territorio, quest’ultimo, dove proprio la cultura mineraria si è radicata più profondamente.

Il progetto è promosso dal Centro di Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria-Fabbrica del Cinema, con il patrocinio dell’assessorato ai Beni culturali della Regione Autonoma della Sardegna, l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia, in stretta collaborazione con l’Associazione Amici della Miniera di Carbonia ed il supporto dei Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis, della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A., della Sezione di Storia Locale, e dell’Associazione Sonebentu.

Vediamo ora le interviste realizzate ieri, al termine della conferenza stampa, con Mario Zara e Sandro Mantega.

   

 

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Verrà presentato questo pomeriggio, alle ore 17.00, nel corso di una conferenza stampa che si terrà nei locali dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, il progetto SCHISORGIU 1937.

Alla conferenza interverranno Paolo Serra, Direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema, Sabrina Sabiu Assessore alla Cultura del Comune di Carbonia, Mario Zara, presidente dell’Associazione Amici della Miniera, Sandro Mantega, giornalista e curatore storico del progetto, il regista Paolo Carboni, Monica Porcedda, direttore artistico del gruppo teatrale La Cernita e Riccardo Podda, operatore della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A. per i Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis.

Proprio il 19 ottobre di quest’anno ricorre il ottantesimo anniversario della tragedia di Schisorgiu. Il 19 ottobre del 1937 una violenta esplosione devastò il cantiere minerario di Schisorgiu, aperto ai piedi della collina di Monte Sirai. In quella piana, un anno dopo, sarebbe sorta Carbonia. Fu un incidente terribile nel quale persero la vita 14 minatori, alcuni immediatamente, altri nei mesi successivi e dopo atroci sofferenze.

Fu quello il più grave infortunio nella storia delle miniere della Sardegna anche se, purtroppo, il sacrificio di quei minatori è stato quasi completamente dimenticato.

Il progetto si propone di rendere omaggio a quei minatori attraverso la realizzazione di una docu-fiction, della durata di 40 o 50 minuti, che ricostruisca le vicende legate all’incidente di Schisorgiu sia attraverso la documentazione esistente, ma, soprattutto, fissando con filmati e interviste le ultime testimonianze che è ancora possibile raccogliere tra i familiari dei minatori coinvolti in quella tragedia.

Un progetto che si inquadra in un percorso, avviato da tempo, di recupero della memoria storica e della cultura mineraria della Sardegna e del Sulcis-Iglesiente, territorio, quest’ultimo, dove proprio la cultura mineraria si è radicata più profondamente.

Il progetto è promosso dal Centro di Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria-Fabbrica del Cinema, con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Carbonia, in stretta collaborazione con l’Associazione Amici della Miniera di Carbonia e il supporto dei Servizi Audiovisivi del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis, della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A., della Sezione di Storia Locale, e dell’Associazione Sonebentu.

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Verrà presentato al pubblico in anteprima assoluta lunedì 7 agosto, alle ore 21.00 c/o la piazza dei Minatori (fronte Circoscrizione), a Bacu Abis, frazione di Carbonia, il film “Le Spose di Hornu” di Paolo Carboni e Carmina Conte.

Saranno presenti gli autori: la giornalista Carmina Conte, il regista Paolo Carboni e la professoressa Giovanna Corda, vicesindaco di Boussu-Hornu, originaria di Carbonia e già europarlamentare.

L’ingresso sarà libero e gratuito.

In occasione della due giorni dal titolo “Bacu Abis – Un Tuffo nel passato” (4 e 7 agosto) il CSC Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria collabora all’organizzazione e propone la proiezione del film “Le Spose del Grand Hornu”.

Il film documentario, con la consulenza della professoressa Giovanna Corda, vicesindaco di Boussu-Hornu, originaria di Carbonia e già europarlamentare, è ambientato tra il bacino carbonifero del Sulcis Iglesiente, la Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, e quello del Borinage e della Vallonia in Belgio, nell’area del Grand-Hornu, comune di Boussu-Hornu, già centro direzionale delle miniere di carbone, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Racconta il dramma dei minatori sardi emigrati in massa nelle miniere di carbone del Belgio negli anni ’50, attirati dal miraggio di una vita migliore, in seguito agli accordi sottoscritti dal governo italiano con quello belga. La specialità del progetto sta nel racconto che si sviluppa sotto un’ottica originale e mai indagata prima, quella offerta dalle testimonianze, delle donne, fidanzate, giovani spose, prematuramente vedove, figlie.

Ha ricevuto la menzione Speciale al Concorso Nazionale “STORIE DI EMIGRATI SARDI”, indetto dalla FASI, in collaborazione con la Regione Sarda e la Società Umanitaria-Cineteca Sarda, nel 2009.