21 November, 2024
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A vincere la terza edizione del Premio Isio Saba 2023 è Lorenzo Simoni Quartet per la forte coesione e maturità artistica dimostrata, unita a un suono decisamente originale e contemporaneo. Queste in sintesi le motivazioni che hanno spinto la giuria del Premio, organizzato da Jazz in Sardegna assieme all’associazione Il Jazzino di Cagliari, a premiare come vincitore assoluto il quartetto guidato dal sassofonista e compositore Lorenzo Simoni al sax alto, Guglielmo Santimone al pianoforte, Giulio Scianatico al contrabbasso e Simone Brilli alla batteria. 
Dopo un lungo iter partito lo scorso aprile che ha visto i giovani musicisti esibirsi dal vivo davanti a una platea di tecnici e addetti ai lavori, giovedì 16 novembre, nella sala M2 del Teatro Massimo di Cagliari, il pubblico ha partecipato con intensità alle esibizioni di tutti e tre i finalisti applaudendo le singole apparizioni e attendendo fino a tardi la nomina dei vincitori. Ecco le motivazioni della giuria presieduta da Paolo Carrus, con la direzione di Gianrico Manca, e degli altri membri tra cui Michele Palmas, Giacomo Serreli, Marti Jane Robertson, Francesca Corrias e Sara Deidda. 
Le motivazioni della giuria
La decisione unanime della giuria è il risultato di una valutazione di alto livello che si è manifestata già dall’esame dei brani inviati in fase preselettiva. Il gruppo, caratterizzato dalla forte coesione, ha dimostrato un’evidente maturità artistica contestualmente a capacità tecniche individuali non comuni considerata la giovane età dei componenti. Lo stile è caratterizzato da una sintesi di linguaggi fra i quali prevalgono il jazz contemporaneo di stampo newyorkese, e la musica classica europea. La cura dei temi mette in luce l’intento innovativo e un suono originale. Gli sviluppi sono consequenziali, con andamenti dinamici che, attraverso la costruzione degli eventi sonori, realizzano un crescendo non schematico ma intenso. Il gruppo segue gli intenti solistici con un elevato livello di interplay e sostiene con particolare cura le improvvisazioni proposte in modalità istantanea. Si nota spesso una capacità inusuale di alternare situazioni ritmiche e di variabile densità sonora. La conoscenza reciproca consente l’andamento coeso delle idee.
La menzione speciale ex aequo va alle altre due proposte finaliste: il gruppo Four Winds, composto da Xuzhi Chen al sax, Giuseppe Sacchi al pianoforte, Emanuele Macculi al basso elettrico, Daniel Besthorn alla batteria, per l’energia e l’originalità delle composizioni e a Camilla Battaglia, cantante e pianista che ha presentato una proposta innovativa fondata sulla sperimentazione di nuove forme musicali che con ampio ricorso al live electronics, ha esplorato armonie atonali evocando mondi sonori evoluti.
I vincitori
Soddisfatto Lorenzo Simoni: «Il nostro obiettivo principale è quello di suonare nella contemporaneità, quindi di sfruttare tutti i contesti dove si può fare della buona musica – ha detto il musicista lucchese subito dopo aver ricevuto il premio dalle mani di Giacomo Serreli, instancabile conduttore e anima del Premio -. Il livello individuale dei musicisti oggi è decisamente alto e, dunque, quello che cerchiamo è la coesione del gruppo. Lavoriamo molto sulla coralità, suonando tanto dal vivo e non lasciando mai nulla al caso. A mio parere quello che fa la differenza non è più il singolo individuo ma il gruppo in quanto tale».
Premio Massimo Urbani lo scorso luglio, Lorenzo Simoni si è detto entusiasta del livello qualitativo della musica jazz incontrata in Sardegna: «Non conoscevo l’Isola e sono rimasto stupito dalla quantità e qualità di appuntamenti, scuole, festival presenti sul territorio. Anche il premio in denaro per noi è un incentivo importante, ma l’elemento di forte attrazione rimane senza dubbio la chance di poter suonare in una vetrina prestigiosa come il Festival Jazz in Sardegna-European Jazz Expo con un cartellone di artisti di fama internazionali».
Formatosi sotto la guida del sassofonista e compositore Lorenzo Simoni, il quartetto è un ensemble composto da alcuni dei migliori giovani musicisti di jazz presenti in Italia. Accomunati da una profonda passione per la ricca tradizione afroamericana, ciascun membro si contraddistingue per le molteplici influenze rendendo il gruppo estremamente originale ed eterogeneo. Lorenzo Simoni, sassofonista eclettico e compositore, da sempre diviso fra recital cameristici e musica improvvisata, dopo aver suonato per diversi anni con i singoli componenti del gruppo, decide di unire le qualità ed esperienze di ognuno di loro per creare un quartetto formato da Guglielmo Santimone al pianoforte, Giulio Scianatico al contrabbasso e Simone Brilli alla batteria. Il repertorio, caratterizzato da composizioni originali del leader, sviluppa elementi come la melodia, la danza e l’improvvisazione al fine di condurre l’ascoltatore in un’esperienza musicale coinvolgente e sempre nuova. Il gruppo vanta la partecipazione in alcuni dei festival e club di maggior rilievo in Italia tra cui il Jazz Club di Ferrara, Piacenza Jazz, Pisa Jazz, JazzPrime 2022, il SaxArts Festival a Faenza, Veneto Jazz e Iseo Jazz testimoniando il riconoscimento della qualità del quartetto e la loro presenza nella scena italiana. In virtù dei loro meriti musicali, il Lorenzo Simoni Quartet ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali tra cui il rinomato Premio Marco Tamburini e il Premio Tomorrow’s Jazz 2022 tenutosi al Teatro La Fenice di Venezia. 

Giovedì 13 aprile a Sanluri prende il via la XVI edizione del Culturefestival, la manifestazione organizzata dall’associazione Sardinia Pro Arte, dietro la direzione artistica del violinista e compositore Simone Pittau.

Sino alla fine di novembre la grande musica internazionale approderà in otto diversi luoghi della Sardegna (Sanluri, Stintino, Mogoro, Gergei, La Maddalena, Cagliari, Gavoi, Golfo Aranci), con un’incursione anche in Toscana, per un totale di una ventina di appuntamenti che vedranno sull’isola alcuni tra i grandi nomi del firmamento jazz ma anche diversi talenti sardi.

Sono in arrivo Tom Kennedy insieme a Dave Weckl, Eric Marienthal, Mike Stern, Mario Biondi, Daniele di Bonaventura, Pilar Patissini, Louise Marshall, la Spyro Gyra Band sino ai sardi Paolo Carrus, Francesca Corrias, il Mauro Mulas Trio e il duo jazz composto da Massimo Ferra e Mick Taras.

Proprio a questi ultimi è affidato il taglio del nastro dell’edizione 2023 del Culturefestival: giovedì 14 aprile, alle 21,30, si esibiranno nel suggestivo beer lab Restaurant Nanumoru di Sanluri (via Carlo Felice 144) dove proporranno un concerto intitolato “12 strings jam”. Come riuscire a racchiudere tutti i più svariati generi musicali, dal jazz al bluegrass, dalla musica classica al rhythm ’n’ blues, dalla musica latina alla musica tradizionale sarda?  Il duo chitarristico di Massimo Ferra e Mick Taras riesce con successo a creare un’amalgama perfetta di tutte le sonorità internazionali, con un repertorio che comprende Beatles, Alicia Keys, Weather Report, Earth Wind and Fire per nominarne solo alcuni.  Sarà proposta perfino una versione bluegrass di Non Potho Reposare.  Il tutto arrangiato per due chitarre con l’intenzione di regalare agli ascoltatori una serata dedicata alle sei corde che bilancia alla perfezione improvvisazione con il rigoroso rispetto di tutti i temi classici.

Dopo quello di giovedì, il prossimo appuntamento con il Culturefestival è il 20 aprile, sempre al Nanumoru di Sanluri, per un concerto che vedrà sul palco ancora una formazione tutta sarda: il Mauro Mulas Trio, formato da Mauro Mulas alle tastiere, Pierpaolo Frailis alla batteria, Alessandro Atzori al contrabbasso.

 

Terza e ultima giornata di grandi appuntamenti al Teatro Massimo di Cagliari per la 42ª edizione dell’European Jazz Expo. Un pubblico straordinario ha seguito i primi due giorni del festival applaudendo calorosamente gli artisti protagonisti dei tanti concerti che si susseguono sui vari palcoscenici. Domenica 2 ottobre, si inizia già di prima mattina, alle 10.30, nel foyer del teatro, con la presentazione del libro “Pepito, il principe del jazz” (Ed. Minimum Fax), una carrellata delle vicende del jazz romano nella seconda metà del Novecento raccontata dall’autore Marco Molendini assieme al musicista Furio Di Castri ed il direttore artistico di Jazz in Sardegna Massimo Palmas.

Alle 12, sul palcoscenico principale (M1), primo strepitoso concerto con Jeremy Pelt, trombettista e compositore considerato tra i migliori artisti della scena jazz contemporanea. Acclamatissimo dal grande pubblico statunitense, Pelt è stato votato “Rising Star” della tromba dalla prestigiosa testata Downbeat Magazine. Nella sua carriera si è esibito accanto a mostri sacri del calibro di Jimmy Heath, Frank Foster e Ravi Coltrane, fino ad arrivare a incidere con il grande Wayne Shorter. In qualità di leader, Pelt ha registrato dieci album ed è stato in tournée in tutto il mondo con i suoi vari ensemble. Le registrazioni e le esibizioni gli sono valse il plauso della critica, sia a livello nazionale che internazionale. Oggi, il Jeremy Pelt Quintet è fra i gruppi più seguiti e apprezzati del pubblico jazz newyorkese. (Jeremy Pelt, tromba; Chien Chien Lu, vibrafono; Victor Gould, piano; Jasen Weaver, contrabbasso; Allan Mednard, batteria)

Qualche ora di break e, alle 18, si torna in teatro con Furio di Castri in quintetto protagonista di “Furious Mingus Revisited”. Tra i principali bassisti e compositori della scena jazz contemporanea in Italia, Di Castri omaggia nella ricorrenza del centenario della nascita uno degli artisti jazz più originali e influenti del XX secolo. Il patrimonio artistico di Mingus infatti torreggia ancora sulla musica contemporanea come un faro potente, un ispiratore in grado di sparigliare le carte grazie alla sua energia fisica e alla forza libertaria della musica. In questo secondo omaggio a Mingus – il primo fu per il trentennale dalla scomparsa -, Furio Di Castri trova l’assist per rispolverarlo in una versione “rivisitata” affiancato da un brillante cast di musicisti. (Furio Di Castri, contrabbasso; Giovanni Falzone, tromba; Achille Succi, sax alto/clarinetto basso; Fabio Giachino, tastiere; Mattia Barbieri, batteria) 

Alle 19,30, in sala M2, spazio agli interpreti italiani con Antonio Floris Quintet, finalista al Premio Isio Saba 2021. Chitarrista, compositore, educatore originario di Mogoro, Floris inizia molto presto ad appassionarsi alla chitarra. Studia al Conservatorio di Rovigo con i maestri Marco Tamburini, Stefano Onorati, Roberto Cecchetto, si trasferisce a Roma per intensificare i suoi progetti al Conservatorio di Santa Cecilia e nel 2018 vince il Premio Marco Tamburini come miglior musicista jazz solista. Nello stesso anno forma il suo quartetto. Sul palcoscenico del Teatro Massimo, Floris presenta alcune composizioni originali, un mix di sonorità ricorrenti del jazz contemporaneo nazionale e americano senza tralasciare quelle influenze che sono le radici del jazz, dal periodo bebop/hardbop sino a raggiungere sonorità avant-garde tipiche di Coltrane e del secondo Great Quintet di Miles Davis. (Antonio Floris, chitarra elettrica; Vittorio Solimene, piano; Gabriele Pagliano, contrabbasso; Luca Gallo, batteria)

Grande attesa per l’esibizione del giovanissimo Antón Cortés Marín, quindicenne musicista gitano maiorchino che si esibisce in trio, in sala M1, ore 20.45.  Cortés esordisce giovanissimo, all’età di 8 anni, quando inizia per gioco a sperimentare una tastiera prendendo come riferimento i grandi maestri del flamenco. Due anni dopo, vince il “Mallorca Talent” sviluppando e perfezionando la propria personalità all’interno del pianoforte flamenco. A 12 anni conquista il premio come artista rivelazione dell’International Film Infest Festival e nel 2020 viene nominato “Pass d’oro” e semifinalista di “Got Talent Spain”. Nonostante la sua giovanissima età, ha condiviso il palco con artisti della statura di Pitingo, Duquende e Jorge Pardo. Oggi, Antón Cortés sta indubbiamente rivoluzionando il flamenco in terra spagnola con il suo stile originario e da autodidatta di tecnica del pianoforte, un metodo esclusivo, innovativo e spontaneo con cui riesce a trasferire tutta l’espressività e la sensibilità di quest’arte. (Antón Cortés, piano; Toni Cuenca, basso elettrico; Benji Habichuela, percussion)

Ultimo appuntamento è dedicato a Jean Toussaint, il sassofonista e tenore/soprano originario di St. Thomas, Isole Vergini, in scena sul palco dell’M1, alle ore 22.00. In questa prima data del suo tour europeo, Toussaint, sul palco insieme a una band a cinque stelle, presenta in anteprima le musiche del suo nuovo album in uscita intitolato “Jean Toussaint: Songs for Sisters Brothers and others”. Studi al Berklee College of Music di Boston, Toussaint entra a far parte dei “Jazz Messengers” di Art Blakey: le esperienze maturate in quel vivaio di livello mondiale gli hanno permesso di abbracciare innumerevoli collaborazioni musicali di alto profilo cavalcando diversi stili jazz. Nel corso della sua carriera, Toussaint ha collaborato con leggende e indimenticabili maestri, da Max Roach a Cedar Walton, Elvin Jones, Horace Silver, Gil Evans, Dizzy Gillespie, Wynton Marsalis, Kenny Garrett, e molti altri. (Jean Toussaint, sax tenore/soprano; Jason Rebello, piano; Freddie Gavita, tromba; Orlando Le Fleming, contrabbasso; Ben Brown, batteria)

L’aperitivo in musica, nell’ultima serata del festival, è tutto da godere nella magnifica Terrazza del Massimo, ore 19.30, con la Paolo Carrus Big Band Terrazza. Si tratta di una Big Band nata nell’ambito del corso di musica d’insieme tenuto da Paolo Carrus, alla Scuola civica di Cagliari che ha lo scopo di far rivivere l’esperienza dell’ensemble come luogo ideale per la diffusione del jazz orchestrale e di crescita attraverso la compresenza di musicisti di diversa estrazione. L’orchestra si arricchisce di nuove sonorità e si avvale dell’apporto delle percussioni per evocare le caratteristiche ritmiche provenienti dall’America Latina. Il repertorio è costituito da standards, da classici della musica brasiliana, da composizioni del cuban latin jazz, alternati a brani originali.  L’ensemble ha svolto una lunga attività: dal primo concerto a Cagliari nel 2002, la band si è esibita nel quadro di prestigiose rassegne internazionali, tra cui Jazz in Sardegna, Cala Gonone Jazz, Nuoro Jazz. Nel 2005, nel corso del Festival di Sant’Anna Arresi, la big band ha avuto come ospite il grande musicista Pat Metheny. Nel 2011 ha partecipato al Festival EJE con ospite il chitarrista Franco Cerri. (Paolo Carrus, direzione/piano; Paolo Assiero Brà, basso; Nicola Monari, batteria; Giorgio Deidda, chitarra; Dario Pirodda, sax/flauto; Mauro Perrotta, sax alto; Alessandro Medici, sax alto; Valter Alberton, sax tenore; Gianfranco Faret, sax tenore; Daniel Thiessen, sax baritono; Mauro Medda, tromba; Giorgio Granella, tromba; Manuel Mulas, tromba; Maurizio Piasotti, tromba; Massimo Demontis, trombone; Sergio Farci, percussioni)

E sempre domenica 2 ottobre, dalle 10 alle 21, sarà possibile partecipare al workshop fotografico con Pino Ninfa, a cura di Francesca Mancini intitolato “In viaggio con la musica, nel segno del racconto – Una storia da raccontare”. Il workshop si propone di affrontare il tema della documentazione fotografica in ambito musicale, proponendo un percorso dove la parte documentativa si affianca all’indagine fotografica, per cercare di superare il limite della rappresentazione di un evento. Troppo spesso concerti e performance si situano all’interno di canoni convenzionali, sviluppando dinamiche consuete, con poca attenzione al rapporto fra musica e immagine e impedendo, di fatto, una crescita generale sia per le modalità comunicative dell’evento, sia per la ricerca di ogni fotografo. Il workshop svilupperà l’esigenza di raccontare una storia, grazie a un uso sapiente delle immagini fotografiche. Presidente dell’associazione P.I.M. (Poesia-Immagine-Musica), Pino Ninfa sviluppa progetti sul territorio nazionale ed estero legati al reportage e allo spettacolo. In ambito musicale e, in particolare nel jazz, ha intrapreso da anni una ricerca rivolta a considerare come elementi significativi i luoghi dei concerti e il loro rapporto col pubblico e con gli artisti.

Infine, anche il cinema sarà protagonista dell’ultima giornata festivaliera grazie a “Cinematica, suoni da e per il cinema”, le selezioni musicali curate da Gianmarco Diana. Le più belle colonne sonore del cinema italiano e internazionale degli anni ‘60 e ‘70 saranno proposte negli spazi del Fuaiè, a partire dalle 19.30. Cagliaritano, classe 1973, musicista e compositore, Gianmarco Diana è anche music selector poliedrico, autore delle colonne sonore del film “Jimmy della collina” di Enrico Pau e del documentario “Casteddu Sicsti” di Paolo Carboni.

 

Torna anche quest’anno Calasetta Accessibile e Sostenibile, l’evento che unisce e iniziative concrete con gli approfondimenti culturali, con l’obiettivo di promuovere buone pratiche per l’utilizzo dei litorali, in un’ottica di rispetto dell’ambiente e di maggiore facilità di utilizzo per tutti.
Il progetto, promosso dal comune di Calasetta, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato dei Beni culturali della Regione Sardegna con il coordinamento organizzativo dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, si concentra in tre giorni, dal 2 al 4 settembre, ricchi di iniziative, ma è anche all’origine dell’apertura del centro di informazione turistica di piazza Belly, attivo già dall’inizio di agosto e sino alla fine di settembre.
L’Info Point, ubicato accanto al Palazzo comunale ed adeguatamente strutturato per catturare l’attenzione dei passanti, si pone l’obiettivo di rendere il soggiorno più facile ai turisti già presenti sul territorio, ma anche di intercettare nuovi flussi, rendendo più semplici e smart le loro prenotazioni future, i loro soggiorni e i loro tour in città.
La tre giorni di settembre si aprirà venerdì 2 nella spiaggia Sottotorre con le iniziative a cura dell’Ecoistituto Mediterraneo. In serata, dalle 18.00 alle 20.00, spazio al laboratorio per bambini ‘Prendere un granchio’.
Sempre dalle 18.00 alle 20.00, ma tutti i giorni, è inoltre previsto il laboratorio ‘Alghe e Argento’, curato dall’artista Luisa Siddi ed adatto a tutte le età.
Alle 22.00 poi, presso la Torre Sabauda, lo show più atteso della manifestazione: Mario Tozzi ed Enzo Favata in ‘Mediterraneo, le radici di un mito’.
Stessa ora e stessa location per lo spettacolo di sabato, un concerto di musica Jazz con il Francesca Corrias e Paolo Carrus Jazz Quintet.
Domenica mattina alle ore 8.30, per proseguire poi sino alle 13.00, scatta la decima edizione di Calasetta in Bike, a cura della Sulcis Bike Cross Country di Carbonia.
Dalle 9.00 alle 15.00, nella spiaggia Grande, altro appuntamento clou della manifestazione con ‘A pesca di rifiuti’, promosso da Isula Fishing Club Sardinia.
Il lungo weekend di eventi si concluderà con il concerto della Banda Musicale Giacomo Puccini di Calasetta, sempre alla Torre Sabauda e sempre alle 22.00.
Antonio Caria

Mercoledì 23 febbraio, sul palcoscenico del Teatro Massimo di Cagliari, grande spettacolo per la finale della prima edizione, presentata da Giacomo Serreli, del premio “Isio Saba, per la creatività e l’innovazione nella musica jazz” annualità 2021, che per restrizioni legati al Covid-19 è slittata al 2022.

Il Premio è stato organizzato dal Festival Internazionale Jazz in Sardegna e dall’Associazione Culturale Jazzino, fortemente voluto dalla moglie e dal figlio del compianto artista, venuto a mancare il 29 marzo 2013, all’età di 71 anni.

Socio fondatore del Festival jazz in Sardegna, Isio Saba ha contribuito a scrivere la storia del jazz isolana. Profondo conoscitore del jazz americano, è stato animatore di numerose rassegne in tutta Italia. Grande fotografo, lascia un patrimonio documentale ricchissimo.

Il Premio nasce come un doveroso tributo ad un grandissimo operatore culturale che ha saputo promuovere, sperimentare ed innovare la musica jazz in Sardegna. Un’importante opportunità per tanti musicisti jazz dalla spiccata creatività che in questa prima edizione ha assunto un carattere nazionale, ma che già dalla prossima, per la quale a breve inizieranno i lavori, diventerà internazionale.

La giuria, eterogenea, era composta da musicisti, giornalisti, fotografi ed esperti del settore con la presidenza affidata al musicista Paolo Carrus.

Sul palco, per la serata finale, tre artisti che si sono distinti nella difficile selezione operata dalla giuria: Anais Drago, piemontese proveniente da Biella; Antonio Floris, sardo proveniente da Mogoro; Fabio Giachino, piemontese proveniente da Alba.

La sfida si è rivelata da subito ricca di professionalità, esperienza, innovazione, creatività che hanno portato in scena diversi tipi di esecuzione musicale e vari strumenti, regalando al pubblico, piacevolissime performance particolarmente applaudite.

Dal difficile raggiungimento del verdetto, data la qualità delle proposte, è risultata vincitrice la violinista Anais Drago, che ha ricevuto il premio dalla moglie e dal figlio di Isio Saba e che, rivolta alla platea di appassionati, ha dichiarato di non aspettarsi tale premio ma di essere felicissima di “portarselo a casa”. Un assegno da tremila euro da investire nella produzione artistica del progetto e, in parte, nella pubblicazione del disco.

Applauditissimi anche il chitarrista Antonio Floris ed il pianista Fabio Giachino; tutti e tre hanno ricevuto una pergamena in ricordo della serata.

L’originalità degli artisti ha coinvolto il pubblico che, in attesa della proclamazione del vincitore, è stato intrattenuto da una jam session emozionante e professionale nella quale, niente di preordinato, ma al contrario maestralmente improvvisato, ha regalato, con uno scambio musicale ad alti livelli, una performance tra virtuosi del jazz.

La serata si è svolta secondo il rispetto delle norme anticovid.

Nadia Pische

 

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Ultime giornate del festival domenica 3 e lunedì 4 novembre a Cagliari con grande festa di chiusura e doppio appuntamento dedicato a Faber. Ai Giardini dell’Exma, la domenica mattina è animata dai suoni di “Que viva Latin Jazz” con Paolo Carrus e la Latin Jazz Orchestra, in un concerto dedicato a Laura Raia, figura storica dell’entertainment cagliaritano. Alla sera spazio a La Maschera, Premio Parodi 2018, band indipendente tra le più interessanti della scena musicale napoletana e, subito dopo, nella sala grande del teatro, l’omaggio di Cristiano De André al padre Fabrizio, il più grande cantautore italiano di tutti i tempi.

Ma ecco nel dettaglio il programma.

La Maschera

3 novembre

Sala M2, Teatro Massimo, ore 20.00

Roberto Colella: voce, chitarra e tastiera

Vincenzo Capasso: tromba

Antonio Gomez: basso

Marco Salvatore: batteria

Alessandro Morlando: chitarra elettrica

La Maschera, premio Parodi 2018, è una delle band indipendenti più interessanti della scena musicale napoletana, subito notata dalla critica per l’alto tasso di sperimentazione contenuto nei testi e negli arrangiamenti. Dall’uscita del primo album “‘O vicolo’ e l’alleria”, nel novembre 2014, è entrata a pieno titolo in un solco stilistico dal sound marcatamente world. Nell’estate del 2015, a conferma dell’attitudine alla contaminazione tra i vari generi musicali, avviene l’incontro con Laye Ba, musicista senegalese, una collaborazione che si manifesta come un’occasione di reciproco arricchimento umano ed artistico, e da cui nascono alcuni brani composti ed eseguiti insieme. Dopo il tour senegalese, nel novembre 2017, è stato pubblicato il loro secondo album, intitolato “ParcoSofia”, finalista al Premio Tenco, che porterà La Maschera a far conoscere la sua musica anche all’estero, in particolare in Portogallo, Spagna, Canada, Corea. Nel novembre 2018 La Maschera si aggiudica il Premio Andrea Parodi, il più prestigioso riconoscimento italiano per la World Music.

De André canta De André

“Storia di un impiegato”

3-4 novembre

Sala Grande, ore 21.00

A cinquanta anni dalle grandi rivolte sociali del 1968 e a venti anni dalla scomparsa del grande, indimenticabile Faber, Cristiano De André torna in Sardegna con il tour “Storia di un impiegato”, ispirato al celebre concept album del padre e riarrangiato come una vera e propria opera rock.  Sold out in numerosi teatri d’Italia e dopo una straordinaria esibizione all’Arena di Verona, Cristiano torna ospite del nostro festival accompagnato sul palco da Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Riccardo Di Paola. “Un evento destinato a regalare emozioni”, “Un album che a distanza di cinquant’anni è ancora tremendamente attuale”, “Le poesie di Fabrizio fanno bene all’anima e Cristiano ha saputo rinnovarle e renderle attuali, confermandone la potenza e la passione”. Queste le principali recensioni e critiche apparse sulle più importanti testate nazionali. Cristiano De André ha attinto all’immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore, che torna così a smuovere le coscienze. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. Quella con De André sarà una grande festa in musica, una doppia data, il 3 e il 4 novembre, fuori abbonamento: un grande omaggio al più grande cantautore italiano di tutti i tempi.  Lo spettacolo è diviso in due parti: la prima affronta lo storico disco, arrangiato come una vera e propria opera rock, la seconda comprende altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e alcune perle, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco, un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida condizionato dai giorni del Maggio francese sino al fallito attentato e al carcere. La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, contribuisce a una serata ricca di sorprese, visual e luci.

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Il festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” propone lunedì 2 settembre uno degli appuntamenti più attesi della XXXIV edizione. Sono previsti i consueti due set; la serata sarà aperta dall’atteso concerto di Giovanni Allevi e prenderà il via alle ore 21.30. Sarà poi il turno della Sardina Instabile Orchestra, un altro grande progetto originale che si realizza all’interno e per “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”. Una sfida, dedicata al compianto Carlo Mariani, cultore delle launeddas e maestro di questo strumento, che è stata raccolta da tre grandi artisti davvero significativi per la Sardegna Alberto Balia, Sandro Satta e Paolo Carrus che hanno messo a servizio di questo nuovo progetto le loro composizioni orchestrali. E proprio di ardite tessiture orchestrali può parlarsi se si considera che l’intero progetto è stato studiato per includere all’interno di una grande orchestra tre suonatori di launeddas che a loro volta sono stati allievi del grande maestro Carlo Mariani. Un chitarrista, un sassofonista ed un pianista che hanno messo a punto un lavoro originale e quanto mai audace, di connessione ed intreccio tra il patrimonio musicale sardo e il metodo d’improvvisazione di matrice jazzistica, il tutto amalgamato col suono delle launeddas che daranno vita ad un racconto musicale costituito dal flusso sonoro del passato e dalla musica jazz contemporanea sino a toccare il Porgy and Bess, tema centrale della rassegna di quest’anno, da cui tutti i progetti hanno preso spunto ed ispirazione.

 

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E’ stata presentata questa mattina, nella sala conferenze della Mem Mediateca del Mediterraneo, a Cagliari, la XXXIV edizione della rassegna “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”. Con il presidente dell’associazione culturale Punta Giara Paolo Francesco Sodde e la responsabile della comunicazione Enrica Lotta (il direttore artistico Basilio Sulis non ha potuto partecipare per una leggera indisposizione), erano presenti Marco Zusa, vice-sindaco di San Giovanni Suergiu (uno dei tre Comuni in cui si svolgeranno i concerti e le attività collaterali; il comune di Masainas, i cui rappresentanti non hanno potuto presenziare per impegni di lavoro, ha mandato un messaggio di saluto; il comune di Sant’Anna Arresi, sede storica ed ancora principale del Festival, i cui nuovi amministratori sono stati eletti domenica 16 giugno, non era presente), Graziano Milia in rappresentanza della Fondazione di Sardegna, ed alcuni membri delle associazioni che compongono il Sardinia Jazz Network.

La Rassegna anche quest’anno si svolge sotto l’alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, con l’apporto fondamentale dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo, dell’assessorato del Turismo, Commercio e Artigianato  della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.
Paolo Sodde Francesco, presidente e componente del direttivo dell’Associazione, dopo il saluto iniziale a nome dell’Associazione Culturale Punta Giara, ha portato i saluti del direttore artistico nonché fondatore del Festival Basilio Sulis, ed ha sottolineato come nonostante i quasi sette lustri di Festival e tantissime difficoltà di carattere finanziario, lo spirito degli organizzatori sia rimasto immutato e sempre fertile, e continua ad animare la vita e le scelte artistiche dell’Associazione culturale Punta Giara lungo il percorso intrapreso, con passione, curiosità e seguendo la contemporaneità sia sotto l’aspetto dell’evoluzione musicale sia dei mutamenti sociali.
Ha poi preso la parola Graziano Milia, rappresentante della Fondazione di Sardegna, che ha sottolineato quanto un evento culturale della portata del Festival di Sant’Anna Arresi costituisca un momento importante di valorizzazione della cultura dei nostri territori. Graziano Milia ha posto poi l’accento sul significato del finanziamento concesso a manifestazioni importanti come questa che hanno raggiunto, negli anni, rilevanza internazionale e si sono fatte bandiera della Sardegna nel mondo. Lo sforzo della Fondazione, ha aggiunto, è quello di ripartire risorse, con l’intento di finanziare la cultura sul territorio e per il territorio e, nel contempo, tutelare ed agevolare manifestazioni come questa, che rendono ai territori ed ai sardi tutti, un riconoscimento di respiro internazionale, con l’obiettivo di mantenere intatto un patrimonio di così grande rilevanza per la Sardegna.
Il vice sindaco di San Giovanni Suergiu, Marco Zusa, ha portato i saluti della sua Amministrazione ed ha sottolineato come la collaborazione con il Festival di Sant’Anna Arresi abbia sin dagli anni passati consentito di organizzare concerti nella sede dell’antica chiesa romanica di Palmas Vecchio e come questo evento stia crescendo in numeri ed interesse, di anno in anno.
Enrica Lotta, responsabile della comunicazione dell’Associazione Punta Giara, entrando nel “cuore” del Festival di quest’anno, “The New Sound of the Porgy and Bess”, ha spiegato in dettaglio come, partendo da questa celebre e controversa opera americana, si sia approdati ad affrontare temi assai moderni e spinosi quali l’integrazione, la solidarietà ed i diritti umani. Enrica Lotta ha spiegato inoltre come gli artisti del Festival siano stati chiamati a sviluppare questo tema in modo assolutamente libero e come la scommessa del Festival numero trentaquattro, sia proprio quella di puntare sulla libertà artistica e creativa degli artisti e scoprire poi con curiosità quello che sarà il colorato risultato finale.
Durante la presentazione del tema e del programma dettagliato del Festival, sono stati trasmessi i messaggi di Rob Mazurek, jazzista di riconosciuta fama mondiale (protagonista già un anno fa di alcuni concerti indimenticabili, come quello tenuto sulla spiaggia di Is Solinas con Gabriele Mitelli), e di Greg Tate, il direttore della Burnt Sugar Archestra Chamber, che direttamente dagli Stati Uniti hanno descritto brevemente il senso della loro partecipazione al Festival ed il significato dei loro progetti.
Il musicista Paolo Carrus, infine, ha offerto un suo pensiero sul Festival di Sant’Anna Arresi e sul progetto che quest’anno porterà con Alberto Balia e Sandro Satta, la Sardinia Instabile Orchestra, che vedrà anche la presenza di tre suonatori di launeddas.
   

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Terza giornata, sabato 30 settembre, a Cagliari, per Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, che ieri ha aperto i battenti della sua edizione numero venti, in programma fino a domenica (primo ottobre) negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi.

Si comincia alle 15.30 con “Suoni dalla Natura”, un laboratorio d’arte, scienza e filosofia per bambini dai cinque ai dieci anni (posti esauriti) a cura dell’associazione culturale Spazio per Tempo. I piccoli ascoltano e riproducono suoni provenienti dalla natura, osservano immagini, sperimentano fenomeni e, con acqua e materiali di uso quotidiano, costruiscono uno strumento sonoro da portare a casa.

Alle 17.00 è invece in programma il primo dei due appuntamenti con il musicista e collezionista Attilio Berni: “Saxophobia” è il titolo della sua masterclass-conferenza in cui tratterà, con performance dal vivo, il tema delle trasformazioni storico-organologiche del sassofono, passato nell’arco di centocinquanta anni da parente lontano del clarinetto a strumento principale del jazz. Nell’occasione, il pubblico potrà ascoltare e ammirare alcuni tra gli esemplari di sax più rari e inusuali: dal piccolissimo sax soprillo di appena 32 centimetri al Grafton Plastic di Charlie Parker, dal Goofus Sax di Adrian Rollini ai saxofoni a coulisse.

Alle 19.00, dopo il terzo dei quattro incontri con cui il musicista e musicologo Enrico Merlin accompagna ogni pomeriggio (alle 18) il suo uditorio nei meandri della storia del jazz, prende il via il trittico di concerti della serata (biglietto di ingresso a diciotto euro). Salgono per primi sul palco i quindici membri della Civica Big Band diretta dal pianista Paolo Carrus, nome di primo piano sulla scena del jazz in Sardegna degli ultimi trent’anni: Dario Pirodda, Mauro Perrotta, Alessandro Medici, Alessandro Angiolini, Gianfranco Faret e Daniel Theissen ai sassofoni, Mauro Medda, Giorgio Granella, Manuel Mulas e Maurizio Piasotti alle trombe, Antonello Gallo, Giuseppe Faraone e Mauro Piras ai tromboni, Paolo Assiero Bra al basso e Alessandro Garau alla batteria. La Scuola Civica di Musica di San Sperate, su idea del suo direttore Francesco Pilia, ha consentito la riunione della formazione nata nell’ambito del corso di musica d’insieme tenuto dallo stesso Paolo Carrus presso la Scuola Civica di Cagliari, e che dal suo primo concerto, il 25 aprile 2002, si è esibita in diverse, prestigiose rassegne, con un repertorio che spazia dai grandi classici delle big band americane ai brani originali.

Dal vasto organico della Civica Big Band alla dimensione più ristretta del trio al centro dei riflettori nel set delle 20.00: il sassofonista Max Ionata, il bassista Dario Deidda e il batterista Lorenzo Tucci sono i suoi componenti; tre musicisti di lunga esperienza e grande affiatamento per un progetto che fa dell’interplay il suo punto di forza, come suggerisce anche il nome della formazione: Three One

Ed è ancora un trio a tenere banco nel terzo e ultimo set della serata, in programma dalle 21.30: ne fanno parte, in questo caso, il sassofonista e clarinettista Francesco Bearzatti, il batterista Roberto Gatto ed il pianista francese Benjamin Moussay impegnati in Dear John (open letter to Coltrane)”: un originale omaggio al grandissimo sassofonista afroamericano John Coltrane, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della scomparsa.

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E’ stato presentato presso il MEM (Mediateca del Mediterraneo) di Cagliari l’evento “Mama Sardigna, Artistas pro sa Terra“, un progetto che vede impegnati artisti, sponsor, tecnici, partner che supportano la realizzazione della manifestazione.

Paolo Frau, assessore della cultura del comune di Cagliari, si ritiene molto soddisfatto per l’iniziativa proposta con il fine di salvaguardare l’ambiente attraverso la raccolta di fondi per la realizzazione di una nuova area verde che andrà ad accentuare la bellezza e la qualità della vita nella zona che si sceglierà di intervenire.

Giuseppe Pulina, Amministratore Unico Agenzia Forestas ha detto che in Sardegna ci sia un forte squilibrio nelle zone urbane rispetto alle zone extraurbane nel rapporto uomo/alberi ed ha aggiunto: «Occorre quindi intervenire affinché ci siano più alberi nelle città, non solamente perché creano bellezza ma perché offrono i servizi ecosistemici necessari».

Scopo della manifestazione è la raccolta di fondi destinati al rimboschimento in alcune aree simboliche della Sardegna.

Alberto Filippini, Presidente Assocazione Sardos ha evidenziato con fermezza che uno degli obiettivi dell’associazione Sardos è proprio quello di sensibilizzare i sardi sui problemi ambientali. «L’idea è stata quella di dare un piccolo segnale per poter intervenire nelle zone danneggiate dagli incendi» ed ha aggiunto con grande soddisfazione: «Tutti hanno aderito al progetto, dimostrando che unendosi si è più forti e si può fare qualcosa di utile e vero per la Sardegna».

L’idea dell’associazione SARDOS, che coordina l’organizzazione, è stata accolta e fatta propria da ISDE – Medici per l’Ambiente Sardegna, WWF, Italia Nostra, Gruppo d’Intervento Giuridico, Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna, Consulta ATE (Ambiente, Territorio, Energia), Associazione “Aria noa”, Comitato per la Riconversione della RWM di Domusnovas, Non Solo Ippocrate, FederParchi, MedSea, Sardarch. Patrocinio del comune di Cagliari e della Agenzia Forestas.

Il comune di Cagliari ha concesso l’Arena Grandi Eventi Sant’Elia per questa manifestazione che si terrà venerdì 15 settembre e che vede coinvolti artisti e organizzazioni. Spiccano nomi importanti come il grande artista sempre in prima linea per quanto riguarda temi sociali e politici della nostra terra “Piero Marras” e i “Tazenda” amatissimi dal popolo sardo.

Partecipano le Scuole in coro-Studium Canticum, Paolo Carrus ensemble, Arrogalla e Giacomo Casti, Non solo Ippocrate, Andrea Andrillo, Elio Arthemalle e Mohamed Kambaliba, Claudia Crabuzza, Tenores di Neoneli, Armeria dei Briganti, Cinquetto, Maria Giovanna Cherchi, Rossella Faa, Nicola di Banari, Chiara Effe, Joe Perrino e Veronica Mereu, Fàulas, Dr. Drer & CRC Posse, Bujumannu, Sista Namely, Brinca.

Gli sponsor che sostengono l’evento sono: E.JA energia SpA, Ucnet, Birdi, Abclex, Primavera Sulcitana, Sardinia is my life. Mediapartner Ejatv, Inoke, Emmeffe comunicazione, Unica Radio, Radio Sintony. Sponsor tecnico: Rockhouse, Compagnia Cantante.

Alessio Satta, Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna, ha aggiunto: «Mama Sardigna vuole lanciare un forte messaggio attraverso la musica, sensibilizzare le persone sui problemi relativi agli incendi ma anche affrontare tematiche diverse affinché si possa riflettere su problemi attuali come lo spopolamento nei paesi della Sardegna».

Davide Corriga, sindaco di Bauladu, ha ricordato che la cultura è fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei nostri Comuni ed eventi come questi che richiamano tematiche importanti hanno lo scopo proprio di veicolare la cultura.

Piero Marras, artista, è intervenuto inizialmente con un tocco poetico «c’è la voglia di scoprire un po’ di musica nell’ambiente e questa sensibilità va scoperta a largo raggio. Partecipare a qualcosa che cerca di stimolare le coscienze per qualcosa di diverso, ma soprattutto per cercare verità» ed ha proseguito con toni decisi «stiamo vivendo una situazione drammatica che vede una forte crisi del territorio. E’ il momento di agire e la mia adesione significa lanciare un grido di dolore vero, perché mi sento davvero coinvolto.»

Piero Marras ha denunciato inoltre la mancanza di trasparenza ed ha aggiunto: «Viviamo un bel momento nello sport, attendiamo trasparenza nelle vicende che coinvolgono la società del Presidente del Cagliari Calcio, la giustizia farà il suo corso e io vorrei trasparenza su questo e in tutte le cose.»

Tore Cubeddu, direttore artistico, ha conclusp ringraziando tutti gli artisti, le associazioni e gli sponsor in particolare ha sottolineato «la presenza di aziende quali Ucnet srl di Elmas ed E.JA energia Spa di Cagliari, sponsor ufficiali di questo evento, confermano che esistono aziende sarde che stanno progettando piani d’azione per la sostenibilità ambientale».

A breve partirà l’evento Eneroad che vede come protagonista il mondo della mobilità sostenibile. Un progetto con la finalità di rispondere a tutte le curiosità sul mondo della mobilità elettrica. E.JA energia installerà in tutta la Sardegna 15 torrette di ricarica per le autovetture a trazione elettrica.

Hanno concluso la presentazione dell’evento i presentatori della serata: Matteo Bruni e le Lucido Sottile, con battute scherzose e tanta energia.