5 November, 2024
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Ci sarà anche l’Aou di Sassari, con la struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere, all’evento formativo “Farmacovigilanza con e per il cittadino” che domani, 4 dicembre, si svolgerà all’auditorium dell’istituto d’istruzione superiore Devilla, in via Monte Grappa numero 2, a Sassari. 

Si tratta della seconda edizione dell’evento organizzato dal Centro Regionale di Farmacovigilanza della Sardegna, che coinvolgerà circa 400 studenti della provincia di Sassari.

L’evento, rivolto agli studenti dell’ultimo anno degli istituti superiori, si inserisce tra i compiti istituzionali del Centro regionale di Farmacovigilanza (CRFV) della Sardegna che svolge attività di formazione e informazione indipendente sulla sicurezza di

farmaci e vaccini, rivolte ad operatori sanitari e cittadini, con l’obiettivo di un coinvolgimento del cittadino nel percorso della Farmacovigilanza.

L’incontro, con inizio alle 8,30, vedrà la partecipazione, tra gli altri relatori, dei docenti Paolo Castiglia, direttore della struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou di Sassari, e Giovanni Sotgiu della stessa struttura. I due docenti spiegheranno ai ragazzi come i vaccini sono in grado di debellare le malattie. Per l’Università di Cagliari, invece, sarà presente Marco Pistis, ordinario di Farmacologia clinica, che interverrà sugli antibiotici.

L’Aou di Sassari, inoltre, installerà nel cortile anche un gazebo informativo per dare ai giovani un’ampia informazione sull’importanza dei vaccini.

L’evento, diviso in due sessioni, dedicherà una parte alle relazioni degli esperti (ore 9.00) quindi dei ragazzi (ore 11,45) che esporranno i loro elaborati e, infine, dei docenti (ore 12,30) che premieranno gli studenti.

Interverranno anche Maria Giovanna Cossu referente di Educazione alla Salute per l’Ufficio scolastico regionale, ambito territoriale provincia di Sassari, Arianna Deidda farmacologa clinica del Crfv Sardegna, Donatella Garau responsabile regionale di Farmacovigilanza per l’assessorato regionale dell’Igiene e Sanità, Maria Vittoria Sanna della Comunicazione e formazione del Crfv Sardegna quindi Maria Erminia Stochino responsabile scientifica del Crfv Sardegna.

 

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Sono andati completamente a ruba i materiali informativi sulla lotta alla antimicrobico resistenza, oltre 600 tra depliant e locandine, distribuiti nei giorni scorsi agli ingressi dei presidi ospedalieri dell’Aou di Sassari. L’occasione l’ha offerta la Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici che, sul fronte della sensibilizzazione dei cittadini, ha visto impegnati gli operatori sanitari della struttura complessa di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou di Sassari, in collaborazione con gli specializzandi della scuola in Igiene e Medicina preventiva.

Gli operatori sanitari, a disposizione dell’utenza all’esterno del presidio ospedaliero, oltre a distribuire brochure e depliant informativi, hanno fornito chiarimenti sul fenomeno che – a detta degli esperti – è uno dei problemi più importanti di salute pubblica nell’ambito sanitario, e riguarda sia la salute umana sia veterinaria.

Il fenomeno deriva dalla capacità da parte di un microrganismo di sviluppare uno o più geni di resistenza all’attività di un farmaco antimicrobico, sia esso antibatterico, antifungino, antivirale o antiparassitario, che in origine era efficace per il trattamento delle infezioni determinate dal patogeno. Questo fenomeno è favorito da un uso scorretto di questi farmaci, in particolare degli antibiotici.

«Per diversi decenni – spiega Paolo Castiglia, direttore della struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere – la resistenza antimicrobica ha rappresentato una crescente minaccia per il trattamento di una gamma sempre crescente di infezioni provocate da batteri, parassiti, virus e funghi. Questi microrganismi, nel tempo, hanno infatti dimostrato la capacità di adattarsi ai farmaci, sviluppando delle resistenze, fino a rappresentare nella realtà attuale una delle principali sfide assistenziali che la sanità pubblica dovrà affrontare nei prossimi decenni.»

Da qui l’appello: «Tutti siamo chiamati a contrastare il fenomeno dell’antimicrobico resistenza – prosegue -: i medici nel prescrivere gli antibiotici soltanto quando necessario; il farmacista nel distribuire gli antibiotici soltanto quando prescritti dal medico e il cittadino nell’assumerli soltanto dietro prescrizione medica e osservando scrupolosamente posologia e durata della terapia».

Fra le attività di prevenzione si inserisce la vaccinoprofilassi, grazie alla quale oggi è possibile prevenire le principali infezioni batteriche e virali. La diminuzione della malattie a opera dei vaccini riduce il ricorso agli antibiotici, preservandone la validità per quando se ne renda necessario l’utilizzo. «I vaccini, inoltre, – aggiunge Andrea Piana della struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere – sono efficaci anche contro alcuni microrganismi multiresistenti e riducono lo sviluppo di infezioni anche nei soggetti che non possono sottoporsi alla vaccinazione attraverso i noti meccanismi legati all’immunità di gregge».

Per una maggiore informazione, la struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere consiglia la consultazione del sito Vaccinarsinsardegna.org  dove sono reperibili notizie e approfondimenti sulle iniziative di contrasto all’antimicrobico resistenza e sulle vaccinazioni.

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Un corso obbligatorio sulle corrette modalità da seguire nel lavaggio delle mani e nella antisepsi con gel alcolici e, ancora, un altro sul controllo dell’uso degli antibiotici da effettuare nei reparti, da realizzare in collaborazione con la Farmacia ospedaliera e le Malattie Infettive secondo le linee guida previste dal piano nazionale di contrasto dell’antibiotico-resistenza (Pncar). Sono alcune delle attività che a breve saranno messe in campo dalla struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou di Sassari diretta dal professore Paolo Castiglia. Azioni volte a potenziare la prevenzione e l’informazione, indipendentemente dal caso dei nove pazienti in isolamento nella Lungodegenza del Santissima Annunziata di Sassari, perché colonizzati, cioè portatori sani e non infetti, da microrganismi multi resistenti.

La struttura di via Padre Manzella, a stretto contatto con la direzione sanitaria e quella medica di presidio ospedaliero, si occupa di sorveglianza epidemiologica per la prevenzione delle infezioni con particolare riferimento a quelle correlate all’assistenza. Un gruppo di esperti, medici, biologi, infermieri e tecnici, da anni impegnati in una delicata attività di controllo e monitoraggio.

E proprio il lavaggio mani e il controllo sull’uso degli antibiotici in attività perioperatoria ha visto impegnati gli esperti nel 2017 con una serie di progetti sperimentali che, prima ristretti a pochi reparti, sono stati poi applicati a un numero più ampio di strutture. Questo per aumentare la sicurezza del paziente, con l’utilizzo di strategie e comportamenti utili a garantire cura e assistenza migliori. Tra le varie azioni, l’incremento del numero (oltre 300 in più) di erogatori di gel battericida antisettico per le mani a disposizione non solo del personale sanitario ma anche di familiari e visitatori.

A breve, agli ingressi degli ospedali saranno installati anche 10 nuovi totem distributori di gel per l’antisepsi delle mani.

«Sono tante la attività che mettiamo in campo ogni giorno – afferma il professor Paolo Castiglia – per garantire la salute del paziente e la sicurezza dei nostri operatori.»

Gli esperti guidati da Paolo Castiglia, nell’ambito delle attività di prevenzione delle infezioni effettuano determinazioni microbiologiche su campioni nei pazienti all’ingresso in reparti critici e in seguito a contatto con soggetti infetti o colonizzati da microrganismi multi resistenti, non solo le Klebsielle. «È chiaro che questi controlli non vengono effettuati in tutti i reparti – spiega Paolo Castiglia – perché non avrebbe senso, mentre vengono fatti in quelli considerati a rischio e previsti nelle circolari ministeriali. Per una scelta ponderata su base scientifica e condivisa con un pool multidisciplinare di colleghi che partecipano al comitato di Controllo delle infezioni ospedaliere (Cio) – aggiunge poi – abbiamo allargato la sorveglianza anche ad altre unità operative o a specifici pazienti a rischio». Così tra i reparti che vengono monitorati sistematicamente o specificamente in funzione dei rischi epidemiologicamente calcolati ci sono oltre alla Lungodegenza, le Rianimazioni, l’Ematologia, le Terapie intensive, la Neonatologia, la Pneumologia. A questi si aggiungono altri pazienti della Stroke unit, Malattie infettive, Clinica medica, Medicina d’urgenza, Centro ustioni, Patologia chirurgica, Clinica ortopedica, Ginecologia e ostetricia e Oculistica.

«A novembre – fa sapere il direttore della struttura – avvieremo anche lo studio di prevalenza sulle infezioni correlate all’assistenza e sull’uso di antibiotici nei reparti del nostro presidio ospedaliero.»

Uno studio che arricchirà il già lungo elenco di attività svolte, e tra le quali anche quella di biologia molecolare per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza e la sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico (Isc), per valutare le modalità di effettuazione della profilassi antibiotica, con riferimento alle linee guida locali, nazionali e internazionali.

Con il progetto Choosing wisely si è avviato poi il monitoraggio delle positività a microrganismi alert nella lettera di dimissione o trasferimento del paziente, la sorveglianza della profilassi antibiotica perioperatoria e l’apertura delle porte in sala operatoria.

La struttura effettua, poi, controlli microbiologici ambientali dell’aria (di routine e con cadenza semestrale nei reparti di degenza a rischio), delle superfici per valutare l’idoneità delle pratiche di sanificazione, dell’acqua (di routine e semestrali nei reparti a rischio). A questi controlli si aggiungono quelli microbiologici ambientali nei laboratori a contaminazione controllata dove avvengono le lavorazioni degli emocomponenti, la manipolazione delle cellule staminali e procreazione medicalmente assistita. Quindi ancora i controlli microbiologici degli scambiatori termici utilizzati dal Servizio dei perfusionisti durante gli interventi di cardiochirurgia, poi i saggi di sterilità sulle sacche degli emocomponenti, i controlli della corretta esecuzione delle procedure di antisepsi della cute dei donatori che si rivolgono al Servizio trasfusionale. La struttura, inoltre, si occupa anche di convalidare le apparecchiature per la termo-disinfezione e sterilizzazione a vapore saturo e gas plasma nei blocchi operatori.

Gli esperti di Igiene sono impegnati anche nella rilevazione dei parametri microclimatici e valutazione del comfort termico nei reparti di degenza a rischio, nelle sale operatorie, nei laboratori e nei reparti che ne fanno richiesta. Si occupa anche di identificare e caratterizzare, con tecniche molecolari, le Legionelle isolate da campioni clinici e ambientali e di avviare la sorveglianza delle infezioni sostenute da Enterobatteri patogeni.

Inoltre gli esperti, nell’ambito delle attività del Comitato infezioni ospedaliere, partecipano alla stesura di protocolli ed alla verifica della loro applicazione.

Una lunga serie di azioni che si affiancano a quelle messe in campo dalla direzione medica di presidio che, oltre alle normali attività igienico sanitarie, esercita funzioni di controllo e di prevenzione delle infezioni ospedaliere.

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Una rete regionale per l’insufficienza respiratoria severa che consente di automatizzare il percorso di cure in precedenza affidato a realtà intensive della penisola. Una rete in grado di dare le soluzioni migliori per superare la fase più acuta della malattia, oltre che mettere a disposizione un’equipe specializzata per il posizionamento dell’Ecmo “on site” e avviare la centralizzazione dei casi più gravi. Nata formalmente ieri, con le Rianimazioni dell’Aou di Sassari centro regionale di riferimento, la rete regionale punta alla creazione di un registro delle attività, alla creazione di protocolli condivisi e alla possibile estensione delle attività di assistenza extracorporea ad altre condizioni cliniche.

Ieri mattina, nella sede del Rettorato dell’Università di Sassari, si sono ritrovati gli operatori delle strutture di Anestesia e Rianimazione della Sardegna, da quelle dell’Aou di Sassari a quella di Olbia, quindi Nuoro, Oristano, Carbonia, San Gavino, Ozieri e Alghero e ancora Cagliari, con quelle della Santissima Trinità, del Brotzu, dell’Oncologico e del Marino. Con loro le strutture di Cardiochirurgia dell’Aou di Sassari e della Cardioanestesia del Brotzu di Cagliari.

«Abbiamo avviato un percorso necessario di cambiamento – ha detto l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – perché l’insularità ci obbliga ad avere un servizio sanitario sardo più efficiente. Con l’Ecmo avete creato una rete che consente di condividere le professionalità e raggiungere risultati importanti. Siete la testimonianza concreta di rete in questo momento di cambiamento.»

Un esempio da estendere, anche ad altre specialità come quella Chirurgica, «un’esperienza interessante che dimostra una forte sinergia tra operatori e cooperazione. Dobbiamo abituarci ai lavori di squadra», ha sottolineato il direttore generale di Ats Fulvio Moirano, intervenuto all’incontro con il direttore sanitario Francesco Enrichens.

«Una bella dimostrazione di cooperazione – ha aggiunto il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso presente assieme al direttore sanitario Nicolò Orrù – in cui le professionalità lavorano assieme per garantire la migliore risposta che, per un territorio come la Sardegna, è importantissima. Consente di non trasferire i pazienti fuori dall’isola.»

Concetto ribadito anche dal rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli che ha sottolineato il fatto che la nascita di questa rete a Sassari nell’Aou, «rappresenta l’esempio di ciò che vorremmo: realtà che fanno servizio al territorio e diventano un punto di riferimento, anche nazionale».

E i numeri illustrati dal direttore del dipartimento di Emergenza e urgenza dell’Aou di Sassari, professor Pier Paolo Terragni, sono il chiaro esempio del lavoro messo in campo da tutti i professionisti delle Rianimazioni isolane.

Da ottobre 2017 a marzo 2018 sono stati 34 i pazienti trattati per insufficienza respiratoria severa nelle due Rianimazioni dell’Aou di Sassari: in media avevano 55 anni, 23 erano uomini mentre 11 erano donne.

Nel 59 per cento dei casi si è trattato di pazienti centralizzati, cioè trasportati a Sassari da altre strutture della regione mentre nel restante 41 per cento si è trattato di pazienti del Sassarese.

Sono stati 24 i pazienti ricoverati per complicanze da influenza e di questi 10 con virus A H1N1, 11 con H1N1 e altri virus, 2 con virus dell’influenza B e 1 solo con virus A e B.

Gli altri 10 pazienti, invece, presentavano altri patogeni che avevano provocato l’insufficienza respiratoria severa.

Nel 26 per cento dei casi presentavano anche una broncopneumopatia cronica ostruttiva, nel 23 obesità e nel 20 per cento dei casi soffrivano d’ipertensione arteriosa.

I pazienti hanno trascorso in media 23 giorni in terapia intensiva. La durata media della ventilazione artificiale è stata di 19 giorni; per 7 pazienti è stato necessario il trattamento Ecmo della durata media di 15 giorni. Per 6 pazienti, poi, a causa di un’insufficienza multiorgano è stata necessaria anche la dialisi renale. Infine, ha fatto notare il professor Terragni, abbiamo riscontrato nei pazienti ricoverati una valida risposta alle cure con un tasso di sopravvivenza superiore a quella prevista.

Un pensiero quindi è andato all’ultimo paziente ricoverato in Ecmo a Sassari poco prima di Pasqua. Il giovane era arrivato alla Rianimazione del Santissima Annunziata in Ecmo direttamente da Cagliari, dove una equipe dell’Aou di viale San Pietro era andata per prelevarlo.

Il paziente è uscito dal trattamento extracorporeo il 6 aprile e – secondo il bollettino medico – «superata la fase più critica, ha ripreso conoscenza e risulta in contatto con familiari e curanti. Nelle prossime 24 ore potrà essere scollegato dalla ventilazione meccanica e riprendere la nutrizione regolarmente. È in atto un ampio programma riabilitativo motorio. Resta comunque in trattamento in area critica fino a stabilizzazione consolidata».

Durante la riunione del tavolo di lavoro in Rettorato, il cardiochirurgo Michele Portoghese ha illustrato l’evoluzione negli anni del trattamento con Ecmo mentre l’epidemiologo e presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Paolo Castiglia ha illustrato i dati dell’influenza 2017-2018 e presentato il sito VaccinarsinSardegna.org che sta diventando punto di riferimento per un pubblico vasto di specialisti e cittadini.

Angela Fenu e Davide Piredda, invece, hanno presentato la scheda di contatto con il centro di riferimento regionale mentre Luigi Solinas e Giangiacomo Carta, infine, hanno illustrato le modalità di intervento Ecmo mobile.

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 Sanità laboratorio analisi ospedali provette

Non c’è alcuna epidemia di meningite, sono otto i casi registrati da dicembre ad oggi ed oltre mille le persone vaccinate dalla Assl di Cagliari nell’ultima settimana, familiari e persone che hanno avuto contatti stretti con i pazienti.
E’ quanto ribadito questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, insieme con il direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi, il responsabile del Servizio di promozione della Salute, Federico Argiolas, il direttore della Assl di Cagliari, Luigi Minerba, Paolo Castiglia, epidemiologo dell’Università di Sassari, Giorgio Steri e Silvana Tilocca, del Dipartimento di Igiene Pubblica della Assl 8.
«Sono state messe in atto tutte le azioni previste dal protocollo in situazioni come la nostra – ha spiegato Luigi Arru -, procedendo alla vaccinazione delle persone entrate a stretto contatto con i pazienti. Bisogna ribadire che non è così facile essere contagiati, non basta essere rimasti nella stessa stanza o essersi scambiati una stretta di mano. Sono già stati coinvolti i medici di famiglia e le guardie mediche, ai quali ci si può rivolgere di fronte a determinati sintomi e che possono, dove sia necessario, iniziare la terapia antibiotica. La corsa alla vaccinazione non è necessaria.» 
La rete tra Ats, aziende ospedaliere, Pronto soccorso, assessorato, è al lavoro da mesi, come ribadito stamane. La Assl di Cagliari ha rafforzato gli ambulatori e incrementato i controlli nei locali e ricorda alcune regole di prevenzione soprattutto per i ragazzi: è importante lavarsi frequentemente le mani, non scambiarsi bicchieri né posate. 

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L’obiettivo è quello di proteggere la salute di tutti dalla disinformazione di pochi: con questo spirito nasce il sito web www.vaccinarsi.org che, già attivo da tempo, vede all’interno del comitato scientifico Paolo Castiglia dell’unità operativa di Igiene e Medicina Preventiva dell’Aou di Sassari.

VaccinarSì” – è spiegato sul sito – è un’iniziativa che vede coinvolti riconosciuti esperti della materia e che si pone l’obiettivo di poter offrire, alla popolazione e agli operatori sanitari, gli elementi utili, validi e soprattutto corredati da riscontri scientifici, per poter scegliere (in scienza e coscienza) di tutelare la salute propria e dei propri figli con tutte le vaccinazioni raccomandate.

Tra i componenti del comitato scientifico di VaccinarSi anche esperti di numerose Asl della penisola, dell’Istituto superiore di Sanità ministero della Salute, della Società italiana di medicina di prevenzione e degli stili di vita e della Società italiana di igiene.

Sul portale è possibile trovare tutte le informazioni utili sui vaccini e, in particolare, sul vaccino anti-Hiv.

Sulla scorta di questa esperienza sono già pronti per essere messi on line anche i siti web di alcune regioni, tra queste anche la Sardegna. Si tratta di portali regionali di informazione medica e scientifica sulle vaccinazioni, finalizzato alla diffusione di una corretta e certificata informazione sulla prevenzione delle malattie infettive. Nel caso della Sardegna, le sinergie messe in campo saranno quelle dell’ateneo turritano, dell’Aou di Sassari e dell’Ats Sardegna.

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Venerdì 11 novembre, dalle 9.00 alle 18.30, l’aula magna “Alberto Boscolo – Cittadella universitaria”, a Monserrato, ospiterà l’evento Ecm sul tema “Vaccini e Vaccino-vigilanza”. Organizzato dal Centro regionale di farmacovigilanza della Sardegna, il corso è gratuito, garantisce 12 crediti, è rivolto a medici, farmacisti e infermieri (massimo 100), studenti e specializzandi delle Università di Cagliari e Sassari. Prevista l’iscrizione on line (http//providerecm.sardegnasalute.it/) e registrazioni dalle 8.15 alle 8.45. All’apertura dei lavori intervengono anche il rettore dell’ateneo di Cagliari, Maria Del Zompo, e il presidente dell’Ordine dei medici, Raimondo Ibba.

I lavori (curati da Maria Erminia Stochino, responsabile scientifico Centro regionale farmacovigilanza – Farmacologia Clinica, San Giovanni di Dio-Aou Cagliari) prevedono interventi degli specialisti Arianna Deidda (“La nuova piattaforma della segnalazione online delle reazioni avverse: vigi-farmaco”), Paolo Castiglia (“Vaccini: efficacia e sicurezza”), Giuseppe Masnata (“I falsi miti sui vaccini”), Maria Vittoria Sanna (“Comunicazione e formazione in farmacovigilanza”), Giorgio Steri (“Rifiuto vaccinale e reazioni avverse: il burden sulle coperture vaccinali”), Alessandra Pani (“La rivoluzione dei vaccini: come abbiamo sconfitto le grandi epidemie”) e Donatella Garau. La dottoressa Stochino dibatteràdi “Vaccinovigilanza in Sardegna: lo stato dell’arte”.

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«I pediatri parte attiva nel miglioramento dell’assistenza in Sardegna». Per la prima volta piena condivisione e obiettivi comuni per gli specialisti isolani riuniti ad Alghero

«I pediatri hanno il diritto e il dovere di partecipare al progetto di migliorare l’assistenza pediatrica nella nostra Regione, facendo sentire la loro voce in un momento delicato di ottimizzazione delle risorse. Tutti devono fare la propria parte». Giuseppe Masnata, presidente regionale e componente del direttivo nazionale della Sip (Società italiana di pediatria), rilancia il messaggio chiave del congresso. In corso da ieri – giovedì 19 maggio – i lavori proseguono oggi e si concludono domani all’Hotel Catalunya, Alghero.   

«I pediatri devono potersi confrontare in un ambiente dove tutti si sentano protagonisti e, se serve, essere disposti ad accettare sacrifici. In una società civile investimento e impegno nella cultura e nell’organizzazione della sanità devono essere incrementati e non tagliati nei momenti di crisi. Specie nelle attenzioni e nelle energie spese per le categorie più deboli. Ringrazio i colleghi per ideazione e realizzazione del congresso e auspico il raggiungimento di traguardi comuni». Una condivisione tra pediatri ospedalieri, universitari, di famiglia e consultoriali, neonatologi e chirurghi pediatri: «Abbiamo una responsabilità personale e sociale: il benessere dei bambini» conclude il dottor Masnata.

Al secondo congresso regionale di area pediatrica, hanno preso parte e contribuito quindici Società scientifiche e Associazioni ediatriche (Società Italiana di Pediatria, Federazione Italiana Medici Pediatri, Società Italiana di Neonatologia, Società Italiana di Medicina Emergenza Urgenza Pediatrica, Società Italiana di Pediatria Ospedaliera, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili, Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità, Società Italiana di Cardiologia Pediatrica, Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica, Società Italiana di Neurologia Pediatrica, Società Italiana di Medicina Perinatale, Sindacato Italiano Specialisti Pediatri): un evento mai verificatosi in precedenza. Dall’ecografia clinica in neonatologia a chirurgia, genetica medica, malattie rare, cardiologia, alimentazione e procedure di assistenza al bambino critico: una combinazione multidisciplinare che associa problematiche e istanze di vecchia e nuova data. L’accreditamento prevede 22,5 crediti Ecm.

Sette corsi precongressuali (Dalle procedure per l’assistenza al bambino critico all’alimentazione, dalle malattie rare alla chirurgia neonatale e pediatrica); 35 abstract; un libro degli atti con 180 pagine; 60 tra relatori e moderatori; oltre 200 iscritti provenienti da tutta la regione.

Per l’Università di Cagliari sono intervenuti Paolo Moi, Vassilios Fanos, Gavino Faa e Alessandro Zuddas. Ai lavori prendono parte, tra gli altri, gli specialisti di Sassari Roberto Antonucci, Carlo Burrai, Guglielmo Campus, Paolo Castiglia, Francesco Cucca, Antonio Dessanti, Valentina Pes, Anna Maria Marinaro, Michele Ubertazzi ed Emanuela Porqueddu. Il congresso è presieduto da Giuseppe Masnata, Silvio Ardau, Antonio Balata, Loredana Boccone, Alessandro Canetto, Maurizio Crisafulli, Giuseppe Lixia, Alessandra Meloni, Basilio Mostallino, Giovanni Ottonello, Umberto Pelosi, Sabrina Pilia, Carlo Ripoli, Giovanna Solinas, Georgios Loudianos, Monica Urru, Paolo Zandara. Nel Comitato scientifico anche Antonio Cualbu, Paolo Pusceddu, Gianfranco Temporin e Alberto Villani. Nello staff organizzatore, tra gli altri, Osama Al Jamal, Lino Argiolas, Marta A. Bernassola, Antonio Chiarolini, Cecilia Marcheselli, Mauro Giorgio Olzai, Paola Pani.