La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ribadisce il proprio “no” al trasferimento del Centro di controllo di Terna da Cagliari alla penisola.
La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ribadisce il proprio “no” all’ipotesi di un trasferimento del Centro di controllo di Terna da Cagliari alla penisola. Lo fa con una risoluzione che impegna la Giunta ad avviare un’azione forte nei confronti della società elettrica e del Governo nazionale per scongiurare il rischio chiusura del presidio di Cagliari ed evitare che la rete regionale di distribuzione dell’energia vada incontro a problemi di sicurezza.
Il documento, approvato all’unanimità dalla Commissione, arriva al termine di un ciclo di audizioni che hanno coinvolto i dirigenti nazionali di Terna, i sindacati e l’assessore regionale all’industria Maria Grazia Piras.
L’esponente della Giunta Pigliaru, sentita questa mattina in Commissione, ha espresso forte preoccupazione per la decisione di Terna di accentrare nella sede di Torino le sale di controllo di Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria e Sardegna. «E’ una decisione che allarma – ha detto Piras – soprattutto per il fatto che da Cagliari si gestiscono i black out e tutte le situazioni di emergenza. La rete della Sardegna ha mostrato i propri limiti, il centro di controllo svolge un ruolo fondamentale per la riaccensione delle centrali in caso di black out. Il trasferimento del servizio e l’allontanamento delle professionalità presenti nell’Isola potrebbero portare a decisioni errate in situazioni di emergenza». L’assessore ha quindi ringraziato la Commissione per il lavoro svolto nelle ultime settimane e auspicato un’azione sinergica Giunta-Consiglio per far recedere Terna dal suo piano di riorganizzazione. Nei prossimi giorni, Piras incontrerà i vertici dell’azienda e, subito dopo, chiederà un incontro urgente al Governo.
A margine dell’audizione su Terna, l’assessore all’industria ha riferito ai commissari gli ultimi sviluppi sulle vertenze dei lavoratori di Ottana Polimeri e della miniera di bauxite di Olmedo.
«Per Ottana – ha detto Maria Grazia Piras – attendiamo un pronunciamento dell’Eni e della Saras sul progetto presentato dall’imprenditore Paolo Clivati che prevede la produzione a Sarroch della materia prima da lavorare a Ottana. Un investimento che consentirebbe di mettere in piedi una filiera produttiva tutta sarda. In caso di responso negativo, si valuterà il progetto alternativo che prevede la riconversione degli impianti di Ottana verso la chimica verde. Nel frattempo, l’imprenditore ha presentato un progetto da 5 milioni di euro per il riciclo della plastica che permetterà a 30 cassaintegrati di rientrare al lavoro.»
Diversa la situazione di Olmedo: «Lunedì è stato firmato l’accordo per la concessione di un anno di cassa integrazione – ha spiegato Piras – la Regione è impegnata in un’intensa attività di scouting alla ricerca di un imprenditore disposto a rilevare l’attività. Ci sono alcune manifestazioni di interesse che stiamo valutando con attenzione».
Nessuna novità infine su FORGEA, società partecipata della Regione che si occupava di alta formazione. L’assessore ha confermato la decisione della Giunta di procedere alla sua liquidazione. «Purtroppo non siamo ancora riusciti a ricollocare i tre dipendenti della società – ha affermato l’assessore – c’è il nostro impegno a trovare una soluzione per consentire l’assorbimento dei lavoratori in altre società del settore».