21 November, 2024
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Inizierà il 23 giugno in Corte d’Assise, a Cagliari, il processo a carico di Giuseppe Lorenzo Demurtas, 63 anni, marito di Anna Maria Merola, l’infermiera 59enne morta per asfissia il 2 agosto 2017, a seguito dell’incendio sviluppatosi nell’abitazione di via Cristoforo Colombo, a Medadeddu, periferia di Carbonia. 

I giudici dovranno accertare se l’incendio sia stato provocato – come sostiene la difesa – da un cattivo funzionamento dell’impianto di climatizzazione – o dalla volontà di provocare la morte della donna, da parte del marito, per il quale il sostituto procuratore Paolo De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio, richiesta accolta dal GUP Lucia Perra.

Il figlio di Giuseppe Demurtas, Roberto, 30 anni, ha chiesto il rito abbreviato – che avrà inizio il 13 luglio – per l’accusa di maltrattamenti. 

Svolta nelle indagini sulla morte di Anna Maria Merola, l’infermiera 58enne che alle prime luci dell’alba del 2 agosto 2017 fu vittima di un’asfissia a causa del violento incendio che avvolse l’abitazione in cui viveva in via Cristoforo Colombo 31, nella frazione di Medadeddu, a Carbonia.

Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis, al termine delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Lorenzo Demurtas, 63 anni, marito della vittima, imputato di omicidio volontario ai danni di Anna Maria Merola, per averne cagionato la morte appiccando un incendio al piano terra della comune abitazione nel corso della notte e così, a causa delle fiamme e dei fumi incandescenti sviluppatisi dall’incendio, causava la morte della moglie che, trovandosi nella camera da letto al 2° piano dell’abitazione ed avendo gravi problemi di deambulazione, non riusciva a fuggire e rimaneva uccisa per l’azione combinata del fuoco e del fumo che avevano invaso la casa e le scale interne; e di tentato omicidio dei figli Roberto e Pietro nonché delle rispettive fidanzate, temporaneamente ospitate in casa, che dormivano nelle camere situate al 1° piano, costringendoli a buttarsi dalle finestre per scampare all’incendio, nonché facendo correre al figlio Pietro pericolo di asfissia, scampato solo per l’arrivo dei vigili del fuoco. Giuseppe Lorenzo Demurtas è difeso dagli avvocati Lorenzo Perra e Agostinangelo Marras.

La richiesta di rinvio a giudizio andrà al vaglio della giudice delle udienze preliminari, dott.ssa Lucia Perra, nell’udienza fissata per il 12 gennaio 2022.

Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio di Giuseppe Lorenzo Demurtas e del figlio Roberto, 29 anni, per maltrattamenti in famiglia ai danni di Anna Maria Merola, per avere in concorso tra loro maltrattato la vittima, con condotte abituali dirette a umiliarla, mortificarla, privarla di cure e attenzioni essenziali per la sua condizione di infermità che la rendevano pur temporaneamente inidonea alla deambulazione e alle quotidiane attività di cure verso la sua stessa persona, nonché  con condotte di ingiurie, prospettazione di perdita della capacità legale, sottrazione di risorse economiche e quindi sottoposizione ad un regime finanziario e patrimoniale di completa sottomissione al marito. Nella richiesta di rinvio a giudizio sono elencate dettagliatamente tutte le azioni messe in atto dal marito e dal figlio ai danni di Anna Maria Merola.

Stamane l’ex procuratore Capo presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, dott. Ettore Angioni, ha tenuto un’interessantissima conferenza presso l’Aula Magna della Scuola allievi carabinieri di Iglesias agli allievi del 1° Ciclo semestrale del 140° Corso formativo per carabinieri effettivi, intitolato quest’anno alla memoria del Car. M.O.V.M. Alberto La Rocca.
Alla conferenza, dal tema “Storie e caratteristiche della criminalità sarda dalle bardane ai sequestri di persona”, hanno partecipato, oltre ai 257 allievi carabinieri, numerose autorità civili, Politiche e Militari tra cui gli onorevoli Salvatore Deidda ed Andrea Frailis, membri della Commissione Difesa della Camera dei deputati che “provenivano appositamente da Roma per parteciparvi” nonché l’onorevole Ettore Pais presidente del Consiglio regionale della Sardegna, il dott. Salvatore Gullotta ex prefetto di Cagliari, il dott. Paolo De Angelis procuratore Capo presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Cagliari, Mauro Usai sindaco di Iglesias, il generale di divisione Francesco Olla comandante militare della Regione Sardegna, il colonnello Luca Rollo comandante del 1° Reggimento corazzato di Teulada, il generale di Brigata Giovanni Fiorilla ufficiale dei carabinieri in congedo, il colonnello Antonio Casu ispettore regionale dell’Associazione nazionale carabinieri, oltre a numerosi altri ospiti ed accompagnatori delle Autorità suddette.
La conferenza tenuta dal dottor Ettore Angioni, fortemente voluta dal Comandante della Scuola allievi carabinieri di Iglesias, colonnello Andrea Desideri, alla quale ha assistito anche il Comandante della Legione allievi di Roma, Generale di Brigata Michele Sirimarco con una rappresentanza del Coir Scuole, fa parte di un più ampio programma di incontri, dibattiti, conferenze tenute da magistrati, avvocati, professionisti del Diritto, personalità del mondo giuridico e istituzionale su diversi temi di rilevanza professionale dedicati agli allievi allo scopo di integrare la loro preparazione invitando ed ospitando presso la Scuola le personalità del mondo civile che hanno accettato con entusiasmo di aiutare a completare, così, una preparazione sempre più completa ed attagliata per i giovani carabinieri di domani.

In questo specifico incontro, gli allievi della Scuola carabinieri di Iglesias hanno potuto interloquire con un magistrato che è stato in prima linea nella lotta alla criminalità sarda, soprattutto in materia di sequestri di persona, proprio durante gli anni in cui il fenomeno criminale, con la cosiddetta “Anonima Sarda”, aveva raggiunto i suoi livelli più efferati.
Il dott. Ettore Angioni, infatti, nella sua cinquantennale carriera in magistratura, si è occupato dei più eclatanti episodi relativi ai sequestri in Sardegna, che soprattutto negli anni ‘70 e ‘80 hanno fatto registrare una recrudescenza di questo fenomeno criminale portandolo agli onori della cronaca nazionale (nel decennio sono stati effettuati circa 114 sequestri di persona tra tentati e consumati).
Il dott. Ettore Angioni, durante la sua disamina, ha analizzato la storia della criminalità sarda dalle prime “Bardane”, all’evoluzione sfociata nei furti di bestiame e negli assalti stradali alle corriere e alle autovetture sino all’apice dei sequestri di persona. L’alto magistrato, oltre ad essere stato il Pubblico ministero che ha assunto l’accusa nei processi della cosiddetta “Superanonima Sarda”, ha altresì pubblicato una collana di libri su questo pezzo di storia sarda particolarmente cruento, difficile e doloroso soprattutto perché numerose persone sequestrate non sono mai ritornate a casa.
Particolarmente apprezzata, inoltre, è stata la vicinanza dei due parlamentari Sardi l’on. Salvatore Deidda e l’on. Andrea Frailis che nonostante gli impegni istituzionali hanno partecipato con vivo interesse alla conferenza e si sono intrattenuti con il relatore, il comandante della Legione allievi, generale di Brigata Michele Sirimarco, il comandante della Scuola allievi, colonnello Andrea Desideri, e con tutto il personale della Scuola e con gli ospiti intervenuti.
Michele Sirimarco ed il comandante della Scuola allievi carabinieri di Iglesias, colonnello Andrea Desideri, hanno ringraziato il dott. Ettore Angioni per la disponibilità, l’alto valore dell’intervento e la vicinanza all’Arma, facendogli omaggio, quale storico, del Numero Unico del Bicentenario della Storia dell’Arma dei carabinieri.

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La Procura della Repubblica di Cagliari ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa dopo la messa in onda del servizio della trasmissione Report sull’apertura delle discoteche disposta la scorsa estate in Sardegna che avrebbe favorito la diffusione del Coronavirus. Finalità dell’indagine dei magistrati, è accertare se la Regione Sardegna abbia disposto l’apertura delle discoteche nonostante fosse a conoscenza dei rischi.

La procuratrice Maria Alessandra Pelagatti – riporta una nota dell’Ansa – ha affidato l’indagine all’aggiunto Paolo De Angelis, che guida il gruppo specializzato in colpe mediche composto dai sostituti Guido Pani, Daniele Caria e Diana Lecca. L’obiettivo verrà concentrato sul parere del Comitato tecnico scientifico che risulta allegato alla decisione del governatore Solinas ma che i consiglieri regionali intervistati dal programma di Rai 3, hanno dichiarato di non aver visto.

Anche la Procura di Tempio Pausania ha puntato l’obiettivo sulla vicenda e potrebbe aprire una seconda indagine.

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«Per abbattere il fenomeno della violenza domestica occorre fare prevenzione puntando su una maggiore specializzazione e un miglior coordinamento di tutti gli operatori. Se continuerà ad essere affrontato a macchia di leopardo ci si dovrà confrontare ancora con tantissime vittime.»

Ne è convinto l’ex comandate dei RIS di Parma Luciano Garofano, a Sassari per il convegno “Relazioni violente e vittime in ambito domestico” organizzato dall’associazione culturale Ammentu alla Caserma La Marmora, accogliendo relatori di altissimo profilo.

Dopo i saluti istituzionali del colonnello Giuseppe Levato in rappresentanza della Brigata Sassari e dell’avvocato Marco Palmieri in qualità di presidente della Camera penale “Enzo Tortora”, a introdurre i lavori è stato l’avvocato Roberto Vannini. Disarmanti i dati presentati dal generale Garofano di fronte a un pubblico numeroso e attonito.

Il numero dei femminicidi negli ultimi anni è rimasto pressoché invariato, ma le cifre presentano tutta la loro drammaticità in rapporto al costante decremento degli omicidi e dei reati in generale. Questo significa che non si riesce ad arginare il fenomeno, che colpisce trasversalmente tutti i ceti sociali. «Si sta abbassando inoltre l’età delle vittime», ha specificato Garofano, che ha menzionato i casi emblematici delle giovanissime Noemi e Desirée. La Sardegna si colloca al decimo posto tra le regioni italiane più colpite nel 2017.

Secondo l’ex generale dei Carabinieri, ora volto noto di Quarto Grado, la normativa sul femminicidio introdotta nel 2013 ha prodotto solo una leggera efficacia: sono aumentate le denunce e gli arresti e c’è stato un seppur minimo calo delle vittime. Ma la legge da sola non basta: sette donne assassinate su dieci avevano già presentato almeno una denuncia o chiamato il 118.

«Occorre fare prevenzione – ha specificato l’esperto -, da un lato attraverso l’educazione, in cui hanno un ruolo fondamentale la famiglia e la scuola; dall’altro puntando su una maggiore specializzazione, anche esclusiva, del personale destinato alle indagini sulle violenze, e costituendo una rete di coordinamento tra operatori, personale sanitario, investigatori e magistrati.»

Non si può scollegare da questi episodi il disagio giovanile, anch’esso in sensibile aumento, che talvolta si concretizza attraverso atti di cyberbullismo.

Tra i limiti della legislazione, ampiamente tracciati dal penalista sassarese Gabriele Satta, compare la mancanza di un disegno organico, dal momento che gli interventi normativi sono spesso mossi dalla forza del sentimento collettivo per situazioni emergenziali. Rilevanti in negativo sono le lungaggini processuali, che rischiano di vanificare gli strumenti di tutela delle vittime. Queste ultime, secondo il parere del legale, dovrebbero poter cristallizzare nell’immediato, davanti al giudice, la propria versione dei fatti, mediante l’incidente probatorio: «Più si accoglie in tempi stretti la versione della vittima, più la si tutela, e si tutela anche la genuinità dell’intero processo».

Ma in quali contesti nascono questi casi di violenza? Come ha spiegato la docente di psichiatria Alessandra Nìvoli, le cause sono molteplici, sono tanti i fattori che possono portare allo sfociare di comportamenti aggressivi: «Ciò che vediamo è solo la punta di un enorme iceberg, e la parte più sommersa rappresenta tutta la violenza psicologica a cui non sappiamo dare un nome, quella meno evidente ma più sottile e subdola, spesso non riconoscibile, che può arrivare sino all’istigazione all’autodistruzione, alla manipolazione perversa e all’annientamento psicologico del familiare». Nelle parole della docente, l’unico modo per riconoscerla è quello di parlarne, per questo gli incontri sul tema sono di fondamentale importanza.

Ma se c’è ancora tanto da fare, il cammino tracciato sembra essere quello giusto. Il procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Cagliari, Paolo De Angelis, ha ricordato come solo trent’anni fa la rete sociale arretrasse di fronte a questo tipo di problemi. Allora l’argomento non interessava a nessuno, non richiamava nessuna inchiesta, evento, convegno, mentre oggi è oggetto di studio, analisi, riflessione e formazione. La differenza sta nella percezione del fenomeno e nell’evoluzione culturale che, pur non essendo ancora completata, permette oggi di avere una sensibilità sociale fortissima contro la violenza domestica e contro la violenza di genere: «Quindi si deve intervenire con la repressione da un lato e con la prevenzione dall’altro, sviluppando maggiore consapevolezza e creando un sistema di rete che ben funziona quando tutti gli elementi collaborano».

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Specialisti di altissimo profilo a confronto a Sassari sul drammatico e attualissimo fenomeno delle “Relazioni violente e vittime in ambito domestico”. Giovedì 17 gennaio, alle 16.00, nella sala conferenze della Caserma La Marmora, in Piazza Castello 9, a confrontarsi sul tema saranno il generale dei carabinieri (in congedo) Luciano Garofano, volto noto di Quarto Grado ed ex comandante dei RIS di Parma, il procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Cagliari, Paolo De Angelis, il penalista Gabriele Satta del Foro turritano e Alessandra Nivoli, docente associata di Psichiatria dell’Università di Sassari.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale Ammentu che, come ha sottolineato la presidente Mariella Usai, prosegue nell’intento di approfondire tematiche di forte interesse sociale, in particolare seguendo il percorso tracciato nel 2017 con un partecipato convegno sulla violenza di genere.

L’incontro sarà introdotto e moderato dall’avvocato Roberto Vannini, segretario dell’associazione, mentre per i saluti istituzionali interverranno il presidente dell’Ordine forense di Sassari, Mariano Mameli, ed il presidente della Camera penale “Enzo Tortora”, Marco Palmieri. L’evento è ad accesso limitato ed è valevole per i crediti formativi dell’Ordine forense.

Molto attesa è la partecipazione di Luciano Garofano, ospite fisso nella nota trasmissione di Rete4, che presenterà un intervento sui “Labirinti del male” (titolo del suo ultimo libro), concentrandosi in particolare sul più recente caso di femminicidio avvenuto in Sardegna, paradigmatico dei limiti della prevenzione e di come sia possibile perdersi anche nei labirinti della burocrazia.

«Anche se esiste una legge sul femminicidio le cose non sono cambiate, il numero delle vittime è rimasto inalterato e la giustizia a tarda a essere esercitata – ha spiegato l’ex comandante dei RIS -. C’è necessità di prevenzione, che ritengo l’aspetto più importante per combattere il fenomeno. Fare prevenzione significa sensibilizzare e sostenere le vittime e convincerle a denunciare il prima possibile, ma non serve a nulla se poi l’azione repressiva non funziona.»

Durante la carriera ai vertici del reparto investigativo dell’Arma, Garofano si è occupato di casi eclatanti come la strage di Capaci, la strage di Erba, il caso di Cogne e del serial killer Donato Bilancia.

A concentrarsi sugli aspetti giuridici e sull’incidenza del fenomeno in Sardegna sarà in particolare il procuratore Paolo De Angelis, mentre l’avvocato Gabriele Satta inquadrerà la prospettiva della tutela giuridica delle vittime elaborando alcune riflessioni sull’adeguatezza dell’attuale normativa.

La violenza e l’aggressività tuttavia non nascono necessariamente da una malattia mentale, ma da una serie di concause come predisposizione biologica, educazione, fattori ambientali, abuso di alcol o di altre sostanze. Aspetti che saranno approfonditi dalla psichiatra Alessandra Nivoli.

 

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“La Trasparenza a presidio della legalità” è il titolo della Giornata organizzata dall’Ufficio del Responsabile della prevenzione della Corruzione e della Trasparenza della Regione, in collaborazione col Servizio della Comunicazione per la Giornata della Trasparenza, che si terrà il 18 dicembre, a Cagliari, a partire dalle ore 9.00, nella sala cineteatro ‘Nanni Loy’ di via Trentino.

La trasparenza degli atti ha un ruolo sempre più centrale nella vita delle pubbliche amministrazioni, perché assicura il diritto dei cittadini ad accedere alle informazioni ed esercitare un controllo costante che incentiva la responsabilità degli amministratori nell’esercizio delle loro funzioni. Tanto più il patrimonio informativo pubblico è aperto e accessibile, tanto più si concretizza la partecipazione attiva dei cittadini nelle scelte di interesse collettivo.
La giornata si aprirà con i saluti istituzionali del presidente della Regione Francesco Pigliaru e seguiranno una serie di interventi incentrati sul rapporto tra trasparenza, anticorruzione, libertà di informazione, partecipazione. Di “Anticorruzione e trasparenza – ruolo e responsabilità del RAC” parlerà proprio Ornella Cauli, responsabile dell’Ufficio Anticorruzione della RAS. A seguire, l’intervento della rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo. Paola Pau, direttore del Servizio comunicazione della Presidenza, tratterà invece il tema “La Comunicazione istituzionale funzionale alla Trasparenza”, mentre il componente della Commissione Privacy del Consiglio nazionale forense Giovanni Battista Gallus approfondirà l’aspetto della “Trasparenza e nuova disciplina della tutela dei dati personali. D.P.R.679/2016”. Sarà la volta di Marcello Spissu, avvocato, di Trasparency International che parlerà di “Freedom Of Internet Acts (FOIA)”. Interverranno poi il presidente dell’Ordine dei giornalisti Sardegna, Francesco Birocchi su “FOIA – trasparenza e della libertà di informazione”, Paolo De Angelis, della Procura della Repubblica di Cagliari, su “Trasparenza e Anticorruzione”, il Generale Gioacchino Angeloni del comando regionale della Guardia di Finanza su “Trasparenza a presidio dell’antiriciclaggio”, Daniele Congiu del Servizio comunicazione della presidenza su “ParteciPA” e infine, sul tema “UniCa per l’Etica”, Roberto Pireddu dell’ufficio del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università di Cagliari. 

 

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E’ stato effettuato questa mattina un nuovo sopralluogo, disposto dal sostituto procuratore Paolo De Angelis, nella villetta di via Cristoforo Colombo 31, in località Medadeddu, alla periferia di Carbonia, nella quale alle prime luci dell’alba dello scorso 2 agosto ha perso la vita una donna di 58 anni, Anna Maria Merola, vittima di un’asfissia a causa del violento incendio che ha avvolto l’abitazione. Da quel giorno la villetta si trova sottoposta a sequestro penale. Il sopralluogo odierno segue il primo effettuato il 16 agosto, due settimane dopo la tragedia.

Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e uomini del RIS. Al sopralluogo hanno partecipato anche i consulenti delle parti.

    

 

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La sala conferenze dell’Unione Sarda ha ospitato questo pomeriggio un corso di formazione professionale per giornalisti organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, in collaborazione con il gruppo regionale dell’Unione stampa sportiva italiana, nel corso del quale è stato proiettato il docu-film “Mennea segreto” di Emanuela Audisio, giornalista e scrittrice di Repubblica. Sono intervenuti: Francesco Birocchi (presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna), Mario Frongia (presidente dell’Ussi Sardegna), Paolo De Angelis (magistrato), Angelo Cherchi (ex atleta in forza all’Amsicora che, nel campionato nazionale Allievi del 1968, sconfisse Pietro Mennea all’Arena di Milano sugli 80 metri), Gianfranco Dotta (ex atleta ed allenatore, già responsabile del settore velocità e staffetta della nazionale di atletica leggera che vinse la medaglia di bronzo ai campionati del mondo nel 1995 con la 4×100, soprannominata “sardo per cento”).

Nell’occasione è stato consegnato il Premio Ussi Sardegna 2017 al velista Andrea Mura per la vittoria nella Ostar 2017, la regata transatlantica per imbarcazioni a vela con un equipaggio formato da una sola persona e che si svolge ogni quattro anni.

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Lo chiamavano la Freccia del Sud, Pietro Mennea, nato a Barletta nel 1952 e scomparso prematuramente a Roma nel 2013. Era una leggenda dello sport. La lezione di questo indimenticabile campione verrà riproposta lunedì prossimo 6 novembre 2017, a Cagliari, dalle 14.00 alle 17.00, nella sala conferenze dell’Unione sarda, in piazza Unione Sarda, in un corso di formazione professionale organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, in collaborazione con il gruppo regionale dell’Unione stampa sportiva italiana.
Campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980, è stato il primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19″72 che è ancora il record europeo. Detiene inoltre il record italiano dei 100 metri piani, con il tempo di 10″01 realizzato nel 1979, sempre a Città del Messico. E’ l’unico duecentista della storia che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive (dal 1972 al 1984). Si laureò quattro volte e, dopo la carriera sportiva, svolse attività politica (eurodeputato dal 1999 al 2004) ed esercitò le professioni di avvocato e commercialista.
All’incontro di Cagliari, dal titolo “Mennea, una grande storia di sport e valori”, interverranno Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna), Mario Frongia (presidente Ussi Sardegna), e Paolo De Angelis (magistrato). È prevista la proiezione del docufilm “Mennea segreto”, di Emanuela Audisio, giornalista e scrittrice di Repubblica. A margine dell’evento, è programmata la consegna del Premio Ussi Sardegna 2017 al velista Andrea Mura per la vittoria nella Ostar 2017, la regata transatlantica dedicata a imbarcazioni a vela con un equipaggio formato da una sola persona che si svolge ogni quattro anni.
Ai partecipanti verranno assegnati tre crediti formativi.