22 December, 2024
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La mancata attuazione, dopo 1.581 giorni, della legge regionale n. 12 del 13 giugno 2014 “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica” ha portato il responsabile scientifico dell’associazione “Amici della Vita Sulcis”, Giorgio Madeddu, a scrivere una nuova lettera aperta ai Sardi, alla Giunta e al Consiglio regionale della Sardegna, nella quale propone la bocciatura del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, dell’assessore della Sanità Luigi Arru e del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Di seguito il testo integrale della lettera.

13 giugno 2014, il Consiglio regionale dopo la presentazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru e gli entusiastici interventi di numerosi onorevoli regionali approva all’unanimità dei presenti (cinquanta) la legge. Arrivava finalmente al capolinea l’emozionante avventura cominciata nel 1989 al Centro Alcologico “Don Vito Sguotti” di Carbonia dove il tribunale dei minori inviò una mamma, alcolista, di tre bambini con grave ritardo mentale poi affidati a tre coraggiose famiglie. La storia umana ci investì, emozionò, in noi scatenò interesse e impegno, con don Diaz e dr. Gerini pionieri sulcitani dell’amore alla vita debole che, la prevenzione della fetopatia alcolica, sarebbe stato obiettivo prioritario, essenziale, da perseguire!

La proposta di legge elaborata da “Amici della Vita Sulcis” nella trincea del bisogno e della solitudine fu affiancata e preceduta da iniziative divulgative e di sensibilizzazione nelle scuole, parrocchie e associazioni, conquistò gradualmente adesioni e partecipazione delle Amministrazioni comunali, Curia, dei consiglieri regionali del Sulcis ed il sostegno della Giunta e Consiglio provinciale che nel 2012 finanziarono la prima brochure italiana sulla fetopatia alcolica.

I punti qualificanti della L.R. 12/2014:

a) Riconosce la possibilità di prevenire le conseguenze dell’abuso alcolico in gravidanza ma soprattutto propone una premura e un rispetto mai dimostrato prima dal legislatore per la malata di alcoldipendenza, nessun giudizio morale, la stessa dignità che il mondo sanitario e le istituzioni riconoscono alle altre patologie.

b) Adozione di Linee guida, questionari, percorsi di presa in carico attraverso consultori, Serd, associazioni.

c) Incoraggia e valorizza la collaborazione tra tutte le figure professionali sanitarie competenti in materia.

d) Riconosce la gratuità dei rilevatori (GammaGT e Transferrina Desialata) d’abuso alcolico per le donne in epoca pre concezionale o in stato di gravidanza ampliando di fatto in Sardegna) quanto garantito dal decreto ministeriale del 10 settembre 1998.

La legge prevede inoltre:

1) Delibera della Giunta Regionale “entro 60 giorni di linee guida”.

2) Istituzione entro 60 giorni del “tavolo permanente per la prevenzione della fetopatia alcolica e i problemi alcol correlati”.

2 dicembre 2016: delibera di Giunta regionale 64/5, il presidente Pigliaru da mandato all’assessore Arru di istituire un tavolo tecnico che elabori linee guida e tavolo permanente (dai 60 giorni previsti dagli art.2 e 4 della L.R.12/2014 ai 910 giorni della delibera). Evitando le facili polemiche riteniamo che P.A.G. abbiano sottovalutato l’importanza sociale, scientifica e morale della legge.

Sintetizziamo le drammatiche conseguenze che l’abuso alcolico in gravidanza determina in Sardegna ogni anno ( rilievi dalla nostra associazione aggiornati al 2010, condivisi peraltro nella prima proposta di legge regionale sulla fetopatia alcolica n. 546 del 31 luglio 2013 sostenuta da Giorgio Locci, Pietro Cocco, Paolo Dessì, Lorenzo Cozzolino, Onorio Petrini, Lai, Gallus, Campus, Mariani, Corda, Daniele Secondo Cocco, Espa.

Alcolisti in Sardegna 40.000 (20.000 donne, 15.000 in età fertile)

650 aborti da abuso alcolico non diagnosticati, definiti “spontanei” nelle cartelle cliniche ospedaliere.

65 fetopatie alcoliche (F.A.) caratterizzate da sindromi fenotipiche variabili e ritardo mentale grave.

I bambini affetti da F.A. hanno identica aspettativa di vita dei loro coetanei, 75 anni, rappresenta non solo strazio, angoscia e sofferenze per la famiglia e la comunità ma un impegno economico non indifferente.

In 75 anni tra invalidità e accompagnamento, Legge 20, Legge 162, Insegnante di sostegno per, mediamente 13 anni, Legge 104/92 per un genitore e spese sanitarie varie, la F.A. disabilità grave, supera il milione e mezzo di euro, ipoteca che non graverà soltanto su noi tutti ma la trasmetteremo in eredità ai nostri figli, sì, amici sardi, i nostri figli e nipoti affiancheranno e si prenderanno cura di questa grave ma prevenibile disabilità che la superficialità e indolenza di P.A.G. non ha considerato prioritaria rispetto alle, concedeteci, frequenti banalità e spesso marchette clientelari di cui è lastricata la Sardegna.

Riflettiamo insieme: quante iniziative e contributi sono stati destinati nelle ultime due legislature: sagre del pisello, fagiolo, castagne e torrone, ai numerosi eventi animati spesso da semplice familismo e clientelismo? I 150.000 euro annui che la legge 12 prevedeva per il 2014/15/16 meritavano per noi, scandalosamente, esageratamente fuori dal coro, altrettanto interesse!

Amici sardi, la P.A.G. ha snobbato la legge, prima in Europa, in grado di incidere concretamente sulla prevenzione della più frequente forma di ritardo mentale pediatrico da etiologia nota, hanno privilegiato la cronaca e la visibilità delle inaugurazioni dove il clientelismo è tangibile (sanità, turismo, industria, cultura, lavori pubblici e…) trascurando i potenziali vantaggi economici e sociali ma soprattutto morali della Legge 12/2014. Sintonizzati, oggi sulle prossime elezioni, esattamente come Cappellacci, De Francisci, Lombardo (C.D.L.) che anestetizzarono la proposta 546 perché incombeva la campagna elettorale, per i politico-dipendenti da potere, niente è prioritario al craving/bramosia elettorale.

Il Centro, la Destra e la Sinistra Sarda si dimostrano geneticamente simili, campagne elettorali scoppiettanti di buone intenzioni, patetici incoraggiamenti al volontariato, per tutti: «Risorsa insostituibile da valorizzare e sostenere”, balle! I politici, quasi tutti i politici, corteggiano il volontariato quando lo ritengono funzionale al proprio interesse, potere, visibilità; quando il volontariato non chiede assistenza o contributi al potente di turno ma lavora, studia, propone in autonomia e senza servilismi quanto la “strada e la vita” insegna, l’entusiasmo si trasforma in distanza, sospetto, indifferenza e, come in questa vicenda, meschino boicottaggio.

Amici sardi tenetevi stretti, l’assessore Arru, in altre occasioni probabilmente più rapido, impiega oltre un anno (384 giorni per l’esattezza) a firmare una paginetta, il decreto assessoriale n. 37 del 21 dicembre che all’art. 1 costituisce il tavolo tecnico, prendetene visione e senza lasciarvi condizionare dalle nostre perplessità segnalateci se 384 giorni vi sembrano “fisiologica gestazione”? Sarebbe interessante conoscere quanto la task force tecnica ha prodotto in questi 10 mesi, aiutateci a comprendere.

L’’art. 5 della legge 12 recita: «La Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una dettagliata relazione che illustra i dati concernenti l’attuazione della presente legge, con particolare riferimento alla verifica dell’efficacia degli interventi», il presidente del Consiglio regionale Ganau protagonista il 13 giugno del 2014 ma successivamente contumace come gran parte dei 50 consiglieri votanti, avrebbe dovuto sollecitare, rimproverare e sculacciare la Giunta regionale che ha ampiamente disatteso quanto la legge n. 12/ 2014 del Popolo Sardo stabiliva.

1.581 giorni, nessuna indicazione è pervenuta alle Assl, ai medici della nostra regione, alle scuole (art. 4) giudicate con le associazioni di volontariato indispensabili partner nella sensibilizzazione e prevenzione. Sgomenta quanto abbiamo scoperto: macchina regionale (politici e dirigenti) indolente, fiacca, incapace di strategie veloci anche quando il compitino come in questo caso è facile facile, la Sardegna meriterebbe ben altri ritmi, passione, sensibilità e amministratori.

Pigliaru, Arru e Ganau vi bocciamo perché siete inadeguati, per 1.581 giorni, statici, ingessati privi di dinamismo e sollecitudine. Il giorno successivo alla pubblicazione della legge nel BURAS potevate con una delibera di Giunta invitare le, allora 8, ASL regionali e a cascata ospedali, consultori, medici di famiglia e pediatri, a garantire gratuitamente i due esami GammaGT e Transferrina Desialata poiché come annunciato dall’art. 3 « …essenziali per la conferma del sospetto diagnostico di abuso di alcol nelle donne in età fertile o in stato di gravidanza». La stessa delibera poteva invitare l’Ufficio Scolastico Regionale e le associazioni di volontariato ad una capillare sensibilizzazione studentesca regionale e divulgare la documentazione scientifica tra i giovani. Siete in ritardo, senza attenuanti, di almeno 1.550 giorni, senza idee, impantanati, vittime, almeno in questa storia, della vostra supponenza o forse c’è dell’altro?

Riabilitatevi, chiedete scusa ai Sardi, siate coerenti, trasformate la legge 12/2014 nel più affascinante ed innovativo dispositivo europeo a favore della vita debolissima accolta nella vita fragile delle alcoliste e tossicodipendenti.

Oggi dopo 29 anni siamo sempre più determinati a sostenere la prevenzione della fetopatia alcolica avremo, forse, perso le speranze se non avessimo ricevuto il sostegno delle Amministrazioni Comunali del Sulcis, del Volontariato, della Curia e dei Sindacati.

Tra i 50 consiglieri regionali che votarono la Legge alcuni ci sono stati sempre vicini, intendiamo ringraziarli per il costante incoraggiamento a non arrenderci. Insieme a Paolo Dessì, Raimondo Perra, Valter Piscedda, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, ricordiamo con affetto il costante sostegno e l’amicizia dell’ex consigliere regionale Giorgio Locci e degli ex Parlamentari Emanuele Cani e Tore Cherchi.

GUTTA CAVAT LAPIDEM, NON VI, SED SAEPE CADENDO.

Iglesias, 13 ottobre 2018

Giorgio Madeddu

Responsabile Scientifico di AMICI della VITA Sulcis

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Nanni Lancioni.

«L’ultima tempesta, con un fenomeno simile ad un ciclone che ha imperversato nella zona tra Ussana e Monastir, si è verificata lo scorso 13 settembre, con la distruzione di una grande fetta della produzione enologica del territorio e la devastazione di interi vigneti, la compromissione degli oliveti e danni ingenti alle ortive sparse nella zona.»

E’ la drammatica istantanea del consigliere regionale Nanni Lancioni (Psd’Az), che ha perlustrato le campagne del Basso Campidano per stilare un elenco dei danni prodotti dalle anomalie climatiche dell’ultima stagione estiva. L’esponente sardista ha sollecitato un intervento urgente della Regione, con la dichiarazione dello stato di calamità naturale per il compendio.

«Nei poderi tra Ussana, Donori e Monastir la situazione è a dir poco critica. Le piogge degli ultimi mesi sono state il colpo di grazia per molte colture – aggiunge Nanni Lancioni, che ha firmato il documento con il capogruppo dei quattro mori Gaetano Ledda e con gli altri componenti del gruppo Giovanni Satta e Paolo Dessì -. Siamo di fronte a uno scenario mai visto durante la stagione estiva: terreni allagati, frutti devastati dalla troppa acqua, dalla forza delle precipitazioni e dalle grandinate. Stiamo parlando di milioni di euro di perdite.»

Una richiesta arrivata anche dal consigliere comunale di Ussana Giancarlo Zonnedda. «In seguito alla burrasca già segnalata, contrassegnata da un forte acquazzone e folate di vento, si sono registrati dei danni anche nei centri abitati. A Ussana è scattato l’allarme nel centro sportivo di Is Osterias, con la chiusura della piscina e delle altre strutture immerse nell’oasi verde. Diversi anche gli allagamenti delle strade. A Monastir i maggiori danni sono stati accertati nella zona industriale, con diversi stabilimenti artigianali e commerciali sommersi dall’acqua cha hanno perso gran parte della produzione».

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I consiglieri regionali del gruppo Psd’Az, Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta, hanno presentato in Consiglio regionale, un’interpellanza urgente rivolta all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sulla mancata approvazione della ridefinizione della rete ospedaliera della regione, approvata dall’Assemblea sarda nella seduta del 25 ottobre 2017.

Gli esponenti dei Quattro Mori invitano l’assessore ad annullare immediatamente tutti gli atti posti in essere dalla Regione e dall’Ats, in attuazione della non efficace riforma della rete ospedaliera, ad incominciare dall’atto aziendale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), approvato dalla Giunta il 10 ottobre 2017. Il gruppo Psd’Az chiede inoltre la cancellazione della selezione dei direttori di distretto («presenta una serie di anomalie gravi che attribuiscono al direttore generale dell’Ats massima discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi») ed accusa l’assessore Luigi Arru «di aver tentato di celare» la lettera del ministero della Salute con la quale, lo scorso 7 settembre il dicastero ha rispedito all’assessorato della Sanità «lo stralcio del verbale della seduta del 31 maggio 2017 (era in carica il governo guidato da Paolo Gentiloni) nel quale è stato definito l’esito dell’istruttoria del parere formulato dal cosiddetto tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 sulla ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna».

Da qui la richiesta di spiegazioni sul perché l’assessore «abbia ammesso la ricezione della nota ministeriale solo il 12 settembre 2018, dopo che il senatore Christian Solinas ne aveva divulgato copia» e per quali ragioni «pur presente in Aula nella riunione del Consiglio regionale dell’11 settembre 2018 non abbia informato l’assemblea sarda dell’avvenuta ricezione della nota ministeriale del 7 settembre 2018».

Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta concludono l’interpellanza domandando polemicamente all’assessore «per quali ragioni sia ancora in carica e alla guida dell’assessorato della Sanità, nonostante l’inadeguatezza mostrata e nonostante la scarsa sensibilità istituzionale e politica dimostrata in questa e in altre importanti occasioni».

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«Una legge inadeguata che non tiene conto della realtà sarda e non riavvicina le zone interne alle coste.» Così, la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha bollato il testo unificato (approvato con i soli voti del centrosinistra nella Quarta commissione consiliare) in materia di urbanistica ed ha preannunciato la battaglia in Aula del centrodestra per migliorare «un provvedimento che ripropone solo un’altra serie di vincoli e divieti». «È una legge bandierina da sventolare in campagna elettorale – ha affermato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – che non tiene conto delle esigenze dei sardi né di quelle dei Comuni». Le ulteriori criticità – a giudizio dei rappresentanti dell’opposizione – riguardano l’assenza di norme per combattere lo spopolamento e la mancanza di una visione in favore dello sviluppo.

«La Sardegna ha bisogno della legge urbanistica – ha insistito il capogruppo FdI, Paolo Truzzu – ma il testo esitato dalla commissione introduce nuovi vincoli e ulteriori appesantimenti burocratici mentre svuota gli Enti locali delle competenze in materia di programmazione e pianificazione del territorio». «Non ci piace una legge fatta di “no” – ha fatto eco il consigliere del gruppo Misto, Paolo Dessì – con il pregiudizio che tutti siano speculatori e deturpatori del paesaggio».

Giovanni Satta (Psd’Az) ha insistito sul tema dello sviluppo e sulla definitiva cancellazione del piano casa: «Negli ultimi dieci anni abbiamo perduto circa 30.000 posti di lavoro nel comparto dell’edilizia e 15.000 da quando l’attuale maggioranza ha abrogato il piano casa». «La legge approvata in commissione non è tutta da buttare – ha però affermato il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru – e la legge urbanistica manca ormai da tre legislature, la preoccupazione è rappresentata dalla possibilità che le norme inserite nel testo unificato restino senza concreta attuazione e dalla constatazione che sono in vigore alcune norme restrittive del vigente Ppr che devono essere invece modificate». «Ho partecipato al dibattito per il varo del Ppr nella legislatura guidata da Renato Soru – ha concluso Mariano Contu (Forza Italia) – ed oggi c’è la riprova che le denunce fatte allora, circa il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro in edilizia, erano fondate, così come sarà facilmente dimostrabile che, con la legge urbanistica voluta dal centrosinistra, in Sardegna, la crisi economica e occupazionale continuerà ancora».

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato, col voto contrario dell’opposizione, la delibera della Giunta regionale sulla continuità territoriale aerea che recepisce lo schema predisposto dalla conferenza di servizi svoltasi il 12 luglio scorso a Roma, sottoscritta da Regione, ministero delle Infrastrutture ed Enac.

Nella seduta della commissione il prof. Italo Meloni, coordinatore del gruppo di lavoro del Cirem (un gruppo di esperti e ricercatori delle Università di Cagliari e Sassari), ha illustrato il contenuto del dossier che rappresenta la base scientifica del negoziato condotto con la direzione Concorrenza della Commissione europea. Un lavoro dettagliato e minuzioso, “inattaccabile” secondo Meloni, teso a dimostrare non solo che la continuità territoriale non altera le l’andamento del libero mercato ma soprattutto che l’imposizione degli “oneri di servizio pubblico” è indispensabile per la Sardegna, sia per superare gli svantaggi derivanti dall’insularità, che per assicurare ai sardi “parità di condizioni” (nel rispetto dei diritti alla mobilità ed all’accessibilità che la Ue garantisce ai cittadini degli Stati membri) rispetto ai cittadini italiani ed europei.

L’assessore dei Trasporti Carlo Careddu, nel suo intervento, ha sottolineato che la conclusione del negoziato è arrivata «al termine di un percorso non semplice, con i bandi bloccati ed una situazione di stallo che rischiava di avere conseguenze molto negative per la Sardegna». Rispetto ai modelli della Corsica e delle Baleari che spesso vengono citati come riferimento, ha aggiunto precisando di essere personalmente a favore della tariffa unica, «è bene ricordare che riguardano soltanto i residenti». «Il nostro modello che sarà sottoposto a procedure ad evidenza pubblica secondo la normativa europea – ha concluso Carlo Careddu – non è un punto di arrivo anche se non partiamo da zero: abbiamo il 57% dei posti in più ed il 15% delle frequenze in più, senza dimenticare che abbiamo tenuto duro su alcuni punti, come il tetto massimo tariffario per i non residenti e la riserva di posti per gli spostamenti per motivi sanitari».

Nel dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali, che, a prescindere dalle differenti opinioni, hanno manifestato apprezzamento per il valore strategico dello studio del Cirem. Sono intervenuti Valerio Meloni, Alessandro Collu e Giuseppe Meloni del Pd, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Eugenio Lai di Art.1-Mdp e Paolo Dessì del Misto.

Gli esponenti della maggioranza, con diverse sottolineature, hanno espresso una valutazione positiva sulla delibera, pur precisando che resta molta strada da percorrere per arrivare a quella vera parità di condizioni che per i sardi (residenti e non) è un diritto irrinunciabile.

L’opposizione, nel motivare il suo voto contrario, ha lamentato i risultati insoddisfacenti ottenuti, senza miglioramenti significativi rispetto alla situazione precedente e nettamente al di sotto delle giuste rivendicazioni della Sardegna.

Il presidente della commissione Solinas, nelle conclusioni, ha parlato di «un risultato positivo con il confronto Regione-Ue che ha fatto passi avanti; forse si poteva fare di più ma è importante che la Sardegna non sia più un osservato speciale della Commissione europea, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato nei primi due anni e mezzo di questa legislatura».

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La commissione Urbanistica presieduta da Antonio Solinas ha approvato, con l’astensione della minoranza, la direttiva sui “servizi connessi alla residenza” in attuazione dell’art. 43 della legge regionale 11/2017.

Illustrando il provvedimento, l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha sottolineato che attraverso la direttiva «vengono disciplinati con dati dimensionali precisi e procedure semplificate i cambi di destinazione d’uso di minore entità, mentre per gli altri resta in vigore la normativa vigente che prevede varianti urbanistiche sottoposte al voto del Consiglio comunale».

In particolare, saranno considerati servizi connessi alla residenza ammessi a procedure semplificate (una comunicazione al Suape), i cambi di destinazioni d’uso riguardanti: a) studi professionali di superficie non superiore a 400 mq; b) attività commerciali di superficie non superiore a 300 mq nei Comuni fino a 10.000 abitanti e fino a 500 nei Comuni con popolazione superiore a 10.000 o ricompresi nella Città metropolitana; c) attività artigianali o socio-sanitarie fino a 500 mq; d) attività di ristorazione fino a 400 mq; e) attività turistico-ricettive “alberghiere” fino a 500 mq.

Restano esclusi della classificazione dei servizi connessi alla residenza «i servizi pubblici o gli spazi pubblici riservati ad attività collettive, a verde pubblico ed a parcheggio la cui dotazione deve essere garantita in sede di pianificazione».

«Con questo intervento di dettaglio – ha concluso l’assessore Cristiano Erriu – riteniamo di aver raggiunto un equilibrio soddisfacente fra le esigenze della società reale, spesso in rapido cambiamento, e quelle della pianificazione.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Alessandro Collu, Giuseppe Meloni, Luigi Ruggeri e Valerio Meloni del Pd, Antonello Peru di Forza Italia e Paolo Dessì del Misto.

Il provvedimento passa ora all’esame del Consiglio.

 

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato all’unanimità una risoluzione sulla vicenda di Air Italy (ex Meridiana), che ha deciso recentemente in modo unilaterale di trasferire a Malpensa una quota di addetti amministrativi in servizio in Sardegna.

Nel documento, che sarà illustrato questo pomeriggio al Consiglio regionale dal presidente Antonio Solinas, si impegna fra l’altro la Giunta a convocare con urgenza il tavolo “di crisi” costituito presso i ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture per verificare il mantenimento degli impegni assunti dall’azienda a chiusura della vertenza.

La seduta è stata aperta da una relazione dei Trasporti Carlo Careddu (che venerdì 6 luglio prossimo a Cagliari incontrerà con il presidente Francesco Pigliaru i vertici della compagnia) che ha ripercorso le principali tappe della vicenda, dall’accordo del 2016 all’acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte della Qatar Airways. «Nel piano industriale del nuovo azionista – ha ricordato fra l’altro Carlo Careddu – sono contenuti precisi impegni sullo sviluppo della società, il potenziamento della flotta ed il radicamento della compagnia in Sardegna, per questo contestiamo una sorta di delocalizzazione che va in senso opposto e non è motivata nemmeno da ragioni industriali perché il personale in procinto di essere trasferito potrebbe tranquillamente continuare a svolgere le sue mansioni restando in Sardegna».

«E’evidente che il management di Air Italy non ha onorato questi impegni e non è attendibile», ha concluso Carlo Careddu annunciando per mercoledì a Milano un incontro (già in calendario per il problema della continuità territoriale) con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «Noi riteniamo – ha detto, infine, l’assessore dei Trasporti – che Air Italy non possa pensare di fare ciò che crede e, come abbiamo detto fin dall’inizio, siamo convinti che la compagna debba continuare a mantenere testa e cuore in Sardegna, per cui faremo la nostra parte fino in fondo, esercitando ogni pressione sul Governo perché svolga per intero il suo ruolo».

Nel dibattito, hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonello Peru (Forza Italia), Paolo Dessì (Misto), Pierfranco Zanchetta (Cps) Giuseppe e Valerio Meloni (Pd), Giovanni Satta (Psd’Az-La Base).

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A mezzanotte si conclude la campagna elettorale per le Amministrative che in Sardegna interessa 38 Comuni (inizialmente erano 43 ma in cinque Comuni non sono state presentate liste e qualche giorno fa sono stati la Giunta regionale ha nominato i commissari straordinari. Nel Sulcis Iglesiente i Comuni chiamati alle urne sono tre: Iglesias, Fluminimaggiore e Teulada.

A Teulada i candidati alla carica di sindaco sono due. Il sorteggio ha definito la posizione nella scheda elettorale.

Al primo posto c’è Paolo Dessì, 57 anni consigliere regionale del gruppo Misto, ex sindaco di Sant’Anna Arresi, che guida la lista “Teulada Adesso”. Di seguito i 12 candidati alla carica di consigliere comunale: Silvia Albai, Gian Franco Boi, Ruggero Cossu, Valeria Garau, Marina Lai, Alessia Madeddu, Grazia Manca,Veronica Mangiamele, Beniamino Melis, Nicola Meloni, Francesca Monni, Gian Luca Urru.

Al secondo posto nella scheda elettorale c’è il sindaco uscente Daniele Serra, 42 anni, che guida la lista “Teulada in Testa”. Di seguito i 12 candidati alla carica di consigliere comunale: Alessandro Serafini, Francesco Zedda, Giacomo Piras, Gloria Addis, Stefano Urru, Massimiliano Arrus, Silvia Selis, Antonio Frongia, Giovanni Loi, Massimo Ignazio Etzi, Emanuela Melis, Andrea Cinus.

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La commissione Trasporti, presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha ascoltato l’amministratore unico dell’Arst Chicco Porcu sulle problematiche del “Trenino Verde”.

Nella sua relazione, Chicco Porcu ha messo l’accento sul fatto che per l’Arst la gestione delle linee turistiche (437 km divise in 4 tratte principali, le più estese d’Italia e fra le più grandi d’Europa) è una sorta di sistema parallelo che l’azienda assicura per scelta coprendo con risorse proprie costi di circa 400.000 euro l’anno di cui appena il 25% proviene dalla vendita dei biglietti. «Si tratta comunque – ha sottolineato – di linee che hanno un potenziale mercato turistico enorme che la Sardegna ha sfruttato solo in minima parte: basti pensare che in Europa questo mercato attrae circa 20 milioni di viaggiatori e in termini di ricavi vale 500 milioni di euro».

«Per valorizzazione queste potenzialità – ha aggiunto Chicco Porcu – occorre quindi un piano strategico pluriennale guidato da una cabina di regia regionale che coinvolga tutto il sistema pubblico anche perché la recente legge quadro nazionale, la n.128 del 2017, ha introdotto nuovi standard di sicurezza che rendono obbligatori, per esempio, l’illuminazione delle 44 gallerie del tracciato, il presidio con casellanti o impianti tecnologici di 240 passaggi a livello, e un equipaggio di 9 unità (5 a bordo e 4 a terra) per ciascuna linea.»

«A breve – ha poi annunciato – presenteremo a Mandas il nuovo calendario della stagione 2018 e cercheremo il sostegno concreto, che potrà essere anche minino, di tutti i soggetti interessati, iniziando a costruire un progetto di rilancio nel quale abbiamo sempre creduto, così come hanno mostrato di crederci sia il Consiglio regionale che il presidente della Giunta; bisogna però superare la fase degli interventi settoriali e mettere in piedi una programmazione solida che dia certezze a chi investe e rappresenti un elemento forte dell’offerta turistica regionale.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Paolo Dessì (Misto), Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), Valerio Meloni ed Alessandro Collu, del Pd.

Nelle conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas ha ribadito l’impegno, in collaborazione con la quinta commissione competente in materia di turismo, ad individuare altre risorse per il Trenino Verde, aggiuntive rispetto allo stanziamento di 5 milioni nel triennio che il Consiglio ha inserito nella legge di stabilità 2017.

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La commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha espresso il parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 11/6 del 2 marzo 2018, avente per oggetto il programma integrato plurifondo per il lavoro “LavoRas” ed in particolare le politiche attive del lavoro.

Il via libera del parlamentino è arrivato dopo le audizioni dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura e del segretario regionale della Cisl, Gavino Carta.

L’assessore Virginia Mura, nel corso del suo intervento in commissione, ha illustrato il piano da 268 milioni di euro nel triennio 2018-2020  che destina, per l’annualità in corso, 127,7 milioni di euro complessivi, dei quali, per cantieri di nuova attivazione (45.2 milioni), cantieri già operativi (21,260 milioni), politiche attive (47,480 milioni) e altri interventi specifici (13,480).

«Con la LavoRas procediamo presto e bene – ha dichiarato l’assessore – su un tema centrale quale è il lavoro per la Sardegna». Virginia Mura, anche stimolata dagli interventi dei consiglieri Angelo Carta (Psd’Az), Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) e Paolo Dessì (Misto) ha spiegato nel dettaglio alcune misure e specifiche procedure ma soprattutto ha confermato disponibilità alla rimodulazione degli stanziamenti relativi ai 4.800.000 euro da destinare agli assegni formativi che rappresentano uno dei due strumenti (l’altro è l’incentivo occupazione, stanziamento 34 milioni e 8.000 potenziali destinatari) attraverso i quali dare attuazione alle politiche attive del lavoro. Per l’assegno formativo, che conta 2.500 potenziali destinatari, sono già disponibili 9.1 milioni di euro e quando sarà a regime consentirà di fornire nuove competenze ai lavoratori con scarsa professionalità e ridurrà le distanze tra domanda e offerta di lavoro.

Nel merito della delibera, il capogruppo del Psd’Az – La Base, Angelo Carta, ha contestato l’assegnazione di 2 milioni all’Insar per la copertura dei costi di gestione e assistenza tecnica del programma LavoRas: «È una cifra esagerata e invito l’assessore a riflettere sull’entità di tale stanziamento».

I contenuti della delibera n.11/6 sono stati criticati anche dal segretario regionale della Cisl, Gavino Carta, che ha lamentato una “unilaterale” revisione del piano discusso in sede di partenariato e nelle sedi istituzionali.

La Cisl ha evidenziato una riduzione degli stanziamenti sulla misura politiche attive pari al 14.4%; la riduzione della sottomisura relativa agli assegni formativi del 55.6%; l’eliminazione dei cosiddetti mini assegni individuali per partecipare a corsi di qualificazione e riqualificazione; istituzione di un fondo di rimodulazione pari a 4.8 milioni di euro e il sostanziale non accoglimento delle osservazioni della Cisl sul sistema dei servizi per il lavoro. Da qui la richiesta di ripristinare l’originaria struttura del programma («è stato squilibrato a favore di azioni congiunturali piuttosto che di azioni strutturali») e la riconvocazione del tavolo partenariale per valutare la rimodulazione delle somme tra le differenti voci del programma e all’interno di queste, tra i singoli strumenti operativi.

Nel suo intervento di conclusione dei lavori il presidente della commissione, Gavino Manca, ha affermato che «LavoRas, aldilà di alcune osservazioni, resta un buon piano con dotazioni importanti e misure efficaci per fronteggiare l’emergenza lavoro nell’Isola» ed ha evidenziato “la flessibilità del piano per il lavoro” insieme con la disponibilità al dialogo ed al confronto con sindacati ed imprese da parte di Giunta e Consiglio, per migliorare azioni e risultati in tempi certi e compatibilmente brevi.