4 November, 2024
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Il 14 aprile del 1992, all’età di 91 anni, moriva a Roma l’ingegner Valerio Tonini, era nato a Velletri nei Castelli Romani il 15 dicembre del 1901.

Il suo nome è noto a Carbonia come autore del romanzo “Terra del Carbone”, pubblicato dall’editore Guanda nel 1943 e come socio della ditta Fadda Tonini, una delle tante imprese edili che furono impegnate nella costruzione della città.

Si laurea in Ingegneria all’Università di Pisa nel 1924 all’età di 23 anni.

Dopo una breve parentesi al Distretto Militare di Cagliari come Sottufficiale di Complemento, si trasferisce in Sardegna alle dipendenze dell’Impresa Ansoldi, impegnata nella bonifica di Su Siccu e nel 1930 si unisce in matrimonio con Elena Salazar, di famiglia nobile, dalla quale ebbe due figli, Maria Bonaria e Ferdinando.

A Cagliari, la ditta Fadda&Tonini, costruirà diversi fabbricati civili in via Pola, proprio su progetto di Tonini e partecipa a diversi appalti da parte del Genio Aeronautico. Nel 1937 contribuisce alla realizzazione di Carbonia, costruendo molti fabbricati nel versante est della nuova città.

Fu richiamato alle armi nel 1940 e assegnato, con il grado di Capitano Comandante, al reparto Fotoelettricisti della Divisione Cremona che ebbe un ruolo nell’occupazione della Corsica, dove scriverà due brevi saggi “Note di storia corsa” e “Russia e Mediterraneo” pubblicati nella rassegna di Cultura militare del ministero della Guerra.

Dopo l’armistizio del 8 settembre del 1943 ritorna in Sardegna ed insieme all’ingegner Luigi Fadda, suo cognato e gli ingegneri Enrico Pani, Angelo Binaghi e Flavio Scano costituisce la SpA Imprese Riunite -, che ebbe un ruolo importante nella ricostruzione post bellica della Città di Cagliari.

Tra il 1946 ed il 1948 scrive diversi articoli per l’Unione Sarda e l’Informatore del Lunedì, dai quali si può rilevare una particolare attenzione ai temi sociali e al mondo della cultura isolano.

Contemporaneamente, si dedica a quella che si rivelerà la “missione principale” della sua futura attività di studioso della Scienza. Sono sempre del 1946 i primi scritti scientifici concernenti la teoria della relatività pubblicati nei “Rendiconti della Facoltà di Scienze” dell’Università di Cagliari.

Negli stessi anni, matura un rapporto intenso con Ludovico Geymonat uno dei filosofi italiani più importanti della seconda metà del ‘900.

Nel tempo Valerio Tonini matura la passione per la ricerca scientifica, che potrebbe apparire in un primo momento poco affine a quella di un costruttore edile e lo stesso romanzo sulla nascita della città potrebbe essere considerato una parentesi letteraria.

La passione per la Scienza lo porterà negli anni Cinquanta a fondare con Francesco Severi la Società Italiana di Logica e Filosofia e la rivista di Scienze dell’uomo e di Filosofia delle Scienze che chiamerà: “La Nuova Critica” e della quale assumerà la Direzione editoriale.

Alcuni tratti della sua personalità e degli interessi che lo assorbiranno nella vita, si rivelano a partire dal carteggio con l’editore Guanda, custodito presso la Sezione di Storia locale del comune di Carbonia, relativo alla pubblicazione di “Terra del Carbone” che in origine voleva titolare “Nascita”.

Nel carteggio, chiede all’editore la pubblicazione di un’opera, “Vocazione”, definita di carattere intimo e religioso ed oltre una analoga la richiesta di pubblicazione di un articolo a commento delle prediche volgari di San Bernardino da Siena.

L’attività di conduzione della rivista la Nuova Critica fondata nel 1955 lo ha accompagnato lungo tutto l’arco della sua esistenza e lo ha proposto come un’inesauribile animatore del dibattito scientifico che ha attraversato la seconda metà del Novecento.

Arturo Carsetti segnala «il collegamento strettissimo, anche se non sempre palese, della Rivista con le attività della Académie Internationale de Philosophie des Sciences di cui Egli fu membro titolare».

Valerio Tonini ha dedicato una parte della sua vita e delle sue energie alla ricerca epistemologica ed allo studio della filosofia della scienza e la rivista da lui fondata è stata una fucina importante del dibattito su questi temi, ne sono una solida testimonianza il livello assoluto dei collaboratori e degli interlocutori, oltre al già citato Arturo Carsetti (condirettore della Nuova Critica) Rita Levi Montalcini, Antonio Ruberti, Dario Antiseri, noti al grande pubblico.

Ho avuto modo di interloquire con l’ingegner Tonini attraverso l’intermediazione di Ignazio Delogu, nella fase che ha preceduto la ristampa del suo romanzo “Terra del Carbone”.

Eravamo rimasti d’intesa che ci saremmo incontrati a Roma per definirne i dettagli, purtroppo, la sua improvvisa scomparsa non lo ha consentito, sento tuttavia il dovere, ancora una volta, di sottolineare la gratitudine che come cittadini di Carbonia gli dobbiamo e credo che la coincidenza con il trentennale della sua morte sia un’occasione solenne per ribadirla.

Il Romanzo, rappresenta un contributo significativo alla cultura nazionale del lavoro minerario.

Lo stesso titolo dell’opera “Terra del carbone” riassume in maniera eloquente, quanto il nome della città, l’epopea della storia mineraria carbonifera del nostro paese.

Valerio Tonini è stato con questo romanzo un testimone autentico della nascita della città di Carbonia, ed ha offerto una testimonianza di verità sulla condizione della gente sarda di allora, i personaggi principali sono contadini e pastori che si misurano per la prima volta con la dimensione urbana della nuova città.

Il romanzo contiene suggestioni particolari, parla di quella generazione di pionieri che sono arrivati a Carbonia da tutte le Regioni d’Italia in cerca di fortuna, di riscatto, di una speranza di vita e di futuro.

La nascita delle nuove città è stata accompagnata nel Ventennio, da parole d’ordine molto forti: ruralismo, bonifica, autarchia, da una retorica celebrativa del regime e delle sue realizzazioni, da un dibattito culturale grossolano e farsesco che contribuiva ad allontanare da ogni regola del buon gusto un’impresa – quella della costruzione delle nuove città – che ha comunque lasciato obiettivamente un segno significativo nel tempo.

“Terra del Carbone” celebra la nascita di una città, ma lo fa con stile elegante, asciutto, non declama i fasti di un regime che si è appena impegnato in una ridicola impresa coloniale ed in un’ingloriosa impresa bellica nell’Africa orientale, (che è in fondo la vera ragione della nascita di Carbonia che viene accelerata dall’embargo deciso della Società delle Nazioni in seguito all’occupazione dell’Abissinia).

Non racconta le gesta del Duce, come per certi versi il testo quasi coevo di Vitale Piga o i racconti di Stanis Ruinas, Tonini fa una scelta diversa, pone al centro della narrazione la vita di persone comuni, di coloro i quali sono stati gli anonimi protagonisti della nascita della città, con le loro aspirazioni, le loro speranze, le loro ambizioni e perché no i loro vizi, i loro difetti.

Il testo offre spunti di particolare interesse e si distingue da opere e contributi rievocativi del tempo per l’assenza di qualsiasi intento celebrativo e retorico dell’avventura imperialistica ed autarchica, ma racconta in con uno stile “verista” le vicende quotidiane, i sacrifici, le lotte dei minatori, della città e del nostro Paese.

Per usare un’espressione del compianto, Ignazio Delogu: «[…]si tratta di un’opera da suggerire all’attenzione di critici e studiosi della letteratura realista e neorealista, della quale il romanzo di Tonini è una vera e propria anticipazione».

Nel corso degli anni Novanta ’90 come Amministrazione oltre alla ristampa anastatica del romanzo, promuovemmo, su iniziativa dell’assessore Romano Morittu, negli Istituti scolastici della città, borse di studio dedicate alla memoria di Tonini, iniziativa che, purtroppo, non ebbe seguito.

Per questo non credo sia superfluo l’auspicio, rivolto innanzitutto a me stesso, ai nostri concittadini ed aggiungo all’Amministrazione della città, di assumere l’impegno di ricordare la figura di Valerio Tonini e valorizzarne l’opera e il pensiero in maniera duratura.

Antonangelo Casula

Foto del commendatore Paolo Fadda

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Il dott. Enrico Pasqui è stato uno dei fondatori della nostra associazione, dimostrando il suo profondo attaccamento alla comunità e alla sua storia, avendo trascorso per anni la sua esistenza con noi, diventando un figlio di Bacu Abis. Il padre, dopo l’esperienza importante nella bonifica nella zona di Villamassargia, fu chiamato a Bacu Abis per dirigere l’Azienda agraria e le colonie, in un periodo complesso del movimento operaio. Dott. Enrico Pasqui, pur provenendo da una famiglia agiata, visse con umiltà e amore quella storia di lotte di riscatto e di orgoglio fatta di minatori, di giovani, di donne e di cittadini con provenienze diverse, come quella del suo papà toscano. I ricordi dei nostri anziani sono tanti, tra cui quello di sportivo, uno straordinario e potente centravanti che con una pallonata sfondò la rete!
Era molto promettente ma scelse la strada della medicina per dare il meglio di sé alla cura delle persone. Un grande contributo diede all’ospedale Sirai, dove fu pioniere nella costruzione della sanità pubblica del Sulcis Iglesiente, facendo crescere sul piano professionale e personale i suoi collaboratori. Anche quella è una bella pagina della sua vita! Nell’ultima assemblea dell’Associazione, a Bacu Abis, con il commendatore Paolo Fadda, era felice di essere presente e trasmetteva questo sentimento a tutti, non facendo mancare il suo intervento anche in quella occasione. I suoi interventi erano di un vissuto in questo paese, di conoscenza della sua storia, dei minatori e delle loro famiglie.
Grazie dott. Pasqui, sarà ricordato assieme ai protagonisti della storia di Bacu Abis. Così avrebbe voluto.

Il presidente dell’associazione culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente

Gianfranco Fantinel

 

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L’associazione culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente ha organizzato, con il patrocinio del comune di Carbonia, una manifestazione in ricordo dell’ingegner Alberto Castoldi, nel corso della quale verrà presentato il libro “Montevecchio – L’ingegnere che la fece più grande”, scritto dall’autore Paolo Fadda.

L’appuntamento è in programma sabato 22 febbraio, alle ore 16.00, presso l’ex Circoscrizione di Bacu Abis.
All’iniziativa parteciperà, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

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Si terrà sabato 22 febbraio, alle ore 16.00, a Bacu Abis, nel salone della ex Circoscrizione, un’iniziativa in ricordo dell’ingegner Alberto Castoldi. Alla presenza dell’autore, Paolo Fadda, verrà presentato il libro “Montevecchio – L’ingegnere che la fece più grande”, dedicato alla figura di Alberto Castoldi.

Per la cronaca Bacu Abis è stato l’unico sito in cui sia stato intitolato un Pozzo minerario alla figura di Alberto Castoldi e ciò è avvenuto durante la gestione della Montevecchio che ha esercitato le miniere di carbone dal 1928 al 1933.

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Giovanni Antonio Sanna, nasceva a Sassari il 29 agosto del 1819 e, dopo duecento anni, la figura dell’unico e grande imprenditore sardo dell’800, nonché fra i maggiori imprenditori dell’Ottocento risorgimentale, desta nuovo interesse. Definito dal suo biografo Paolo Fadda, nella sua opera “L’uomo di Montevecchio”, un grande sardo, autentico “Capitano d’industria”, che cercò, durante la sua intensa e tormentata esistenza, di dare un volto nuovo alla sua isola, avviando, oltre la grande industria, le bonifiche ed una agricoltura moderna e razionale.

Dopo l’atto di nascita, a Genova, il 26 giugno del 1847, della “Società in accomandita per la coltivazione della miniera di piombo argentifero detta di Montevecchio” e la successiva concessione, a titolo perpetuo, il 28 aprile 1848, data dal Re Carlo Alberto, accampato sotto Peschiera, nella 1° guerra di indipendenza, Giovanni Antonio Sanna, per seguire la nascita del suo grande impero, si trasferì con tutta la famiglia a Guspini, ove nacque la sua terza figlia Enedina, divenendo consigliere comunale, prima della sua carriera politica da deputato, alla camera subalpina dal 1857 al 1865.

Con tre legislature alle spalle VI,VII e VIII fu un attento giornalista e strinse forti ed intensi rapporti con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi nella stagione risorgimentale.

Da parlamentare si schiera apertamente a difesa della sua Sardegna, attaccando da subito le gravi inadempienze della ”Rubattino” che deteneva il monopolio dei collegamenti marittimi con l’isola. Nel 1860 acquistò il giornale torinese “Il Diritto”, testata molto influente negli ambienti politici del tempo. Così come difese la sua Università, la più antica dell’isola, dalla volontà soppressiva del Ministero.

Da sardo cerca anche di spronare la propria isola a diventare un’autorevole interlocutore di Torino, conquistandosi una propria autonomia. Valori che condivideva con gli altri parlamentari sardi Asproni, Ferraccu, e Sulis. In quest’ottica pensava all’Italia unita che liberasse l’isola dall’influenza sabauda. Infatti il sostegno all’opera garibaldina dell’unità d’Italia, fu concreta, finanziando con i proventi della Montevecchio lo sbarco dei mille a Marsala.

Così pure, per le stesse ragioni sostenne, anche economicamente, l’opera di Giuseppe Mazzini, “Giovane Italia”. Il suo grande lavoro parlamentare non lo distrasse dalla sua intrapresa a Montevecchio, e dopo le tormentate vicissitudini giudiziarie, con il prete Pischedda che accampava diritti sulla concessione, vi rientrava nel novembre del 1863.

L’atteso ritorno del Sanna, fu salutato dai circa 700 addetti e numerose famiglie, che già si erano trasferite nella amena località, con grandi festeggiamenti. Fu il preludio per il rilancio della miniera e l’attuale assetto dell’antico borgo minerario, con una strada carrabile per Guspini, la costruzione dell’ospedale in miniera e l’edificazione di un grande santuario dedicato a Santa Barbara, di cui restano le tracce nelle fondamenta del palazzo Sanna-Castoldi e successivamente direzione della miniera. Amante dell’arte e dell’archeologia, impegnò ingenti capitali nel loro acquisto, donando poi la sua vasta collezione alla sua città natale, oggi museo “Sanna”.

Per sostenere il comparto agricolo dell’isola fondò nel 1871 la Banca Agricola Industriale Sarda, nella speranza di incoraggiare i sardi ad uscire da su connottu e perseguire nuovi obiettivi di sviluppo.

Montevecchio era per lui l’esempio e non poteva starne lontano per molto tempo, così ogni volta che vi rientrava, ampliava la rete delle gallerie e il piccolo centro abitato conulteriori apporti innovativi, sia tecnologici che costruttivi. Affiancò al nascente ospedale altre strutture, come la foresteria e l’ufficio postale, progettò e tracciò la ferrovia Montevecchio-San Gavino, per l’interconnessione con le ferrovie reali, per il trasporto dei minerali ed istituì la “Cassa soccorso”, destinata ad assistere gli operai, curargli gratuitamente e riconoscergli gli infortuni. Aprì altri pozzi e realizzò l’altra laveria “Sanna” a ponente, portando Montevecchio e la sua intrapresa fra le più importanti d’Europa, al cospetto delle altre imprese minerarie sarde, oggi diremmo, gestite da multinazionali estere.

Il grande mecenate sardo purtroppo non poté assistere direttamente la grande crescita della sua miniera, che già nel 1873 raggiungeva i 1500 addetti. La sua cagionevole salute e l’intricata vita familiare lo porterà nel suo ultimo rifugio, nella città di Napoli, dove ormai, fiaccato dalla malattia mise in atto l’ultimo suo volere, pensando all’amata Montevecchio.

Affidò le sorti della miniera ad Alberto Castoldi, valente ingegnere minerario, da lui stesso incoraggiato e sostenuto finanziariamente negli studi a Freyberg che sposò l’ultima sua figlia, Zely.

Giovanni Antonio Sanna morì, all’età di 55 anni, a Roma il 9 febbraio 1875.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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Manlio Brigaglia, storico, saggista, docente prima al Liceo e poi all’Università, preziosissimo curatore dell’editing e promotore di decine di volumi di scrittori e ricercatori sardi. E giornalista. Scomparso il 10 maggio dell’anno scorso è stato ricordato in numerose iniziative culturali che hanno messo in risalto il valore della sua attività di ricercatore storico, di accademico e di “facitore” di libri, come amava definirsi. Ora, per iniziativa dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, verrà ricordata anche la sua attività giornalistica. A Cagliari (venerdì 1° marzo, dalle 14.00 alle 17.00, presso la sala “Giorgio Pisano” in piazza Unione Sarda) e a Sassari (sabato 2 marzo, dalle 10.00 alle 13.00, nell’Aula Magna del Dipartimento di Storia Università, in via Zanfarino 62). “Manlio Brigaglia giornalista e l’informazione in Sardegna ai tempi di Rovelli” è il titolo dell’iniziativa e sarà anche l’occasione per presentare l’ultimo libro di Sandro Ruju “La Nuova Sardegna ai tempi di Rovelli. Piombo, petrolio e Monopolio. Vicende, protagonisti e retroscena dall’Unione Sarda a TuttoQuotidiano”
All’incontro di Cagliari, dopo l’introduzione di Marco Milanese, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, Francesco Birocchi, presidente Ordine dei giornalisti della Sardegna, e Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, interverranno: Guido Melis, (storico dell’Università “La Sapienza” di Roma), Sandro Ruju (storico e saggista), Gianni Filippini (giornalista già direttore de L’Unione Sarda), Paolo Fadda (storico e giornalista), Romano Cannas (giornalista, già direttore della Sede regionale Rai per la Sardegna) ed Alberto Pinna (giornalista, già inviato del Corriere della Sera).
A Sassari, il giorno successivo, dopo l’introduzione di Marco Milanese, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, Francesco Birocchi, presidente Ordine dei giornalisti della Sardegna, e Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, interverranno: Guido Melis, (storico dell’Università “La Sapienza” di Roma), Sandro Ruju (storico e saggista), Antonio Di Rosa (direttore de La Nuova Sardegna), Romano Cannas (giornalista, già direttore della Sede regionale Rai per la Sardegna), Gabriele Satta (economista) ed Alberto Pinna (giornalista, già inviato del Corriere della Sera).
Manlio Brigaglia nei confronti del giornalismo ha nutrito, fin da giovanissimo, un’autentica passione. Dopo un’esperienza a “Il Corriere dell’Isola” e alla “Gazzetta Sarda” è stato per molti anni autorevole collaboratore de L’Unione Sarda e poi, dal 1994 de La Nuova Sardegna. E’ stato direttore de  “Il Lunedì della Sardegna” e collaboratore di alcuni quotidiani nazionali. Ha collaborato per moltissimi anni ai programmi della Sede regionale Rai per la Sardegna ed ha curato la redazione di numerose riviste di prestigio come “Ichnusa”, “Autonomia cronache”, “Il Democratico”, i “Quaderni sardi di storia”. Giornalista pubblicista, è intervenuto spesso nelle problematiche dei giornalisti, curando il volume “L’informazione in Sardegna” ed ha fatto parte degli organismi di categoria come il Consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa sarda ed il Consiglio nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Ai giornalisti partecipanti al corso verranno assegnati tre crediti formativi.   

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GNL, prospettive per il trasporto marittimo: è il tema di un seminario internazionale promosso dall’Assessorato dell’Industria che si svolgerà a Cagliari, venerdì 14 dicembre, con inizio alle ore 9.00, al Lazzaretto di Sant’Elia. L’iniziativa, inserita nell’ambito delle attività Interreg, è supportata dalla Corsica, dalle Regioni Liguria e Toscana e dalla Regione Provence-Alpes-Côte d’Azur. Per essere in anticipo sulle direttive del Parlamento europeo in materia di combustibili alternativi meno inquinanti, le Regioni coinvolte nell’iniziativa, insieme alla Camera di Commercio del Var, all’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale e alle Università di Cagliari, Genova e Pisa, hanno elaborato un progetto globale di preparazione all’utilizzo del Gas Naturale Liquefatto (GNL) nelle attività legate al trasporto marittimo. L’Assessorato dell’Industria è capofila del progetto SIGNAL che deve definire un sistema integrato di distribuzione del GNL nei territori coinvolti. Attualmente, infatti, i porti interessati sono inadeguati sia per la disponibilità di risorse di GNL che per i siti di stoccaggio destinati al rifornimento delle navi. L’obiettivo è rispondere a queste difficoltà con lo sviluppo di piani e strategie a supporto dell’attuazione della direttiva comunitaria e assistere quei territori dove il metano è assente o limitato. Con l’uso del GNL, infatti, si creerebbe valore aggiunto e si ridurrebbero in maniera consistente le emissioni inquinanti.

All’evento di venerdì parteciperanno il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, José Bassu, dell’Office des Transports de la Corse, Paolo Fadda, dell’Università di Cagliari, Claudio Evangelisti, Amministratore Delegato di Gas & Heat, Jacopo Riccardi, della Regione Liguria, Elio Ruggeri, della SNAM, Dario Soria, Direttore Generale Assocostieri, Florance Perouas, referente per il Grande Porto Marittimo di Marsiglia per il GNL, Pietro Manunza, presidente della Compagnia italiana di navigazione Tirrenia, Valeria Mangiarotti, dell’Autorità Portuale della Sardegna, Ivano Toni, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e Silvia Migliorini, di Assogasliquidi Confindustria.

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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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A distanza di 127 giorni dal disastroso risultato delle elezioni Politiche, il Partito democratico riunirà la sua assemblea regionale il 9 luglio, alle 16.30, all’Hotel Su Baione, sulla strada statale 131, nei pressi del Nuraghe Losa, per gli adempimenti conseguenti alle dimissioni del segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca.

Secondo quanto riporta oggi un lancio dell’Agenzia Ansa, gli scenari possibili sono tre:

  1. l’assemblea vota un nuovo segretario;
  2. l’assemblea fissa un’altra data per l’elezione;
  3. l’assemblea decide di sciogliersi ed avvia la fase congressuale.

Nell’eventualità l’assemblea dovesse decidere di eleggere subito il successore di Giuseppe Luigi Cucca – riporta l’Ansa – «in pole per succedere a Cucca, seppur non ufficialmente, c’è l’ex deputato Emanuele Cani. A proporlo è stata la corrente dei popolari riformisti e sul suo nome ci sarebbe il via libera dei renziani. Restano da convincere i soriani, ancora orientati verso il congresso straordinario prima delle elezioni regionali del 2019». Qualche settimana fa tra i papabili era emerso il nome di Pietro Morittu, capogruppo in Consiglio comunale a Carbonia e Capo di Gabinetto dell’assessorato dell’Industria, esponente della stessa corrente dei Popolari Riformisti di Antonello Cabras e Paolo Fadda.

 

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L’Amministrazione comunale di Carbonia ha definito un nutrito programmi di eventi per l0’ultima decade del mese di novembre e per il prossimo mese di dicembre.

Concerto di Piero Marras, Fiera del libro edito in Sardegna, spettacoli in lingua sarda, concerti gospel, mostre artistiche, appuntamenti letterari, celebrazioni per la ricorrenza della nascita di Carbonia e il Villaggio di Babbo Natale. 

Sono solo alcuni dei pezzi forti previsti all’interno del ricco cartellone di iniziative culturali programmate dall’Amministrazione comunale di Carbonia per gli ultimi due mesi dell’anno. 

«Si tratta di un’articolata programmazione, contraddistinta da un’ampia offerta di spettacoli di qualità e di elevata valenza culturale. In questa settimana è in corso di svolgimento il Festival della Scienza, con una serie di conferenze, incontri e seminari di alto livello dal punto di vista del rigore scientifico – spiega l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu -. In seguito, presenteremo ai cittadini iniziative che spazieranno dalla musica al teatro, dalla cultura alla storia, dalla letteratura all’arte. Iniziative calibrate in base a tutti i gusti dei nostri concittadini.»

Di seguito alcune anticipazioni: 

• 22 novembre: nella Biblioteca comunale di Carbonia, appuntamento letterario con Cristina Caboni, autrice del libro “La rilegatrice di storie perdute“; 

• 23 novembre: serata dedicata alla Campagna di sensibilizzazione contro la violenza nei confronti delle donne;

• 24, 25 e 26 novembre: presso l’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu si svolgerà la “Fiera del Libro edito in Sardegna”

• 25 novembre: al Teatro Centrale è previsto il concerto della Banda musicale cittadina “Vincenzo Bellini” per la ricorrenza di Santa Cecilia; 

• 30 novembre: appuntamento letterario con “Carbonia Scrive”. La scrittrice Livy Former presenterà i suoi nuovi libri “Il serpente e la farfalla” e “Nemici, porci e principesse”;

• 1° dicembre: nella Sezione di Storia Locale della Grande Miniera di Serbariu si terrà la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Fadda, dal titolo “Montevecchio. L’ingegnere che la fece più grande”;

• 4 dicembre: nell’ambito della festa in onore di Santa Barbara, a Bacu Abis verrà inaugurata la lapide commemorativa dei minatori deceduti nelle miniere del luogo;

• 4 dicembre: al Teatro di Bacu Abis si svolgerà un concerto gospel;

• 4 dicembre: presso la Carbosulcis sarà visitabile una mostra di vignette satiriche curata dai minatori del sito;

• Dal 7 al 17 dicembre: mostra artistica di Maria Rosalba Cadoni presso la saletta del Portico;

• 8 dicembre: al Teatro di Carbonia si terrà uno spettacolo di beneficenza, in lingua sarda, organizzato dal Lions Club di Carbonia; 

• 8-10-17-18 dicembre: Villaggio di Babbo Natale nel Parco archeologico di Cannas di Sotto;

• 16 dicembre: nella location del Teatro Centrale si esibirà in concerto Piero Marras;

• 16-17 dicembre: “Nel segno del Natale”, spettacolo di animazione per bambini;

• 16-17 dicembre: “Hd Day for Christmas 2017“, esibizione motoristica dei “Babbi Natale” a scopo benefico;

• 18 dicembre: celebrazioni per festeggiare il settantanovesimo compleanno di Carbonia;

• Dal 18 al 24 dicembre: mostra “Radici della città” presso la saletta del Portico;

• 25 dicembre: Concerto gospel al Teatro Centrale.