22 November, 2024
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È morto Basilio Sulis, fondatore dell’associazione culturale Punta Giara e del prestigioso festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”. Aveva 72 anni. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo, perché nel mondo musicale Basilio Sulis si è fatto conoscere ed apprezzare per la straordinaria vitalità organizzativa che lo ha portato a creare uno dei festival jazz più apprezzati, per originalità e qualità artistica, ormai da 35 anni. Originario di Carbonia, conclusa in età ancora giovane una promettente carriera calcistica da portiere (nel 1964 fu tra i protagonisti, con la maglia dell’Olimpia, della conquista della seconda edizione della Coppa Santa Barbara) Basilio Sulis si è fatto presto conoscere come ristoratore, creatore e gestore con la moglie Novella, de La Peschiera, molto apprezzato fino ad arrivare a ricevere, qualche anno, fa un prestigioso riconoscimento della Guida del Gambero Rosso, ma è stata la musica jazz, con il festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, a dargli la notorietà e straordinarie soddisfazioni che, nonostante cercasse sempre di mantenere un profilo basso, lo riempivano di orgoglio. Sul palco di Sant’Anna Arresi sono passati i più grandi interpreti della musica jazz mondiale, citandone alcuni farei sicuramente torto a tantissimi altri, molti dei quali sono diventati amici di Basilio e del Festival, tornando più volte, a distanza di anni. Quando venivano invitati da Basilio, gli artisti sapevano che accettando, sarebbero andati incontro ad un’esperienza diversa dalla routine quotidiana, che non si sarebbero esibiti in un classico concerto, ma avrebbero dovuto accettare le idee del grande direttore artistico, per produzioni originali, quasi sempre in anteprima mondiale, dalle quali poi sono nate diverse incisioni che resteranno pietre miliari nello sviluppo della musica jazz. Creare e far crescere il festival a Sant’Anna Arresi non è stato facile e spesso Basilio e l’associazione culturale Punta Giara hanno dovuto combattere vere e proprie battaglie, per ottenere il giusto riconoscimento dalle Istituzioni, non sono mancati i problemi con la comunità e l’istituzione locali, sfociati due volte con l’esilio dalla storica piazza del Nuraghe, evitata solo in extremis la scorsa estate, quando la 35ª edizione, “salvata” dagli effetti del Coronavirus, ha regalato ancora emozioni forti con serate indimenticabili. Da diversi anni Basilio Sulis aveva lasciato la presidenza dell’associazione culturale Punta Giara al più stretto collaboratore, Paolo Francesco Sodde, ed aveva mantenuto la direzione artistica del Festival. La scoperta della malattia con la quale ha combattuto con tutte le sue forze, fisiche e soprattutto interiori, risale all’inizio dell’anno, durante un viaggio di lavoro (musicale) a Parigi. La sua reazione è stata incredibile, personalmente mi ha detto «mi faccio operare subito, così mi tolgo il problema e poi ci vediamo per organizzare delle cose»… In quei giorni, a Cagliari, è esplosa l’emergenza sanitaria per il Coronavirus, l’intervento è stato rinviato ed eseguito dopo alcune settimane. La sua reazione è stata straordinaria, s’è rimesso al lavoro, con il presidente e gli altri soci dell’associazione Punta Giara s’è messo al lavoro e in poche settimane ha deciso di organizzare il Festival e ha allestito un programma straordinario, superando i limiti degli spostamenti intercontinentali, con artisti di vari continenti già presenti in Europa (programma solo in parte modificato forzatamente per alcuni forfait legati alla pandemia). Al termine del Festival, la domenica dell’ultima serata, ha voluto incontrare i giornalisti per parlare dei problemi del presente e del futuro, che ha annunciato di essere pronto ad affrontare da semplice socio dell’associazione, dopo aver deciso di lasciare anche la direzione artistica, per favorire un ricambio generazionale. Fino all’ultimo Basilio ha conservato intatto lo spirito, una grande voglia di vivere e di fare progetti per il futuro, ma la notte scorsa s’è arreso. L’ho sentito telefonicamente la settimana scorsa, mi ha detto di essere debole ma in ripresa e ci siamo dati appuntamento a breve per parlare di progetti futuri. Basilio Sulis lascia un grande vuoto. Era un personaggio atipico, caratteristica delle persone fuori dal comune, spesso dei grandi. Basilio Sulis era un grande e la sua grandezza, come purtroppo spesso accade, verrà probabilmente valutata fino in fondo nel tempo, quando arriveranno i momenti dei bilanci di un pezzo di storia, musicale e non solo, degli ultimi decenni di vita del territorio in cui ha vissuto, che ha sempre difeso e valorizzato, creando una gemma del panorama musicale mondiale, in un piccolo centro della periferia, Sant’Anna Arresi, di un’Isola periferica chiamata Sardegna. Basilio lascia la moglie Novella e le figlie Graziella e Giulia.

Ciao Basilio Giampaolo Cirronis

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Anche quest’anno l’associazione culturale Punta Giara ha presentato alla stampa il programma del festival  “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, giunto alla XXXIII edizione, nella “Sala Lilliu” della Biblioteca Regionale, a Cagliari, alla presenza dell’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Sport e Spettacolo, Giuseppe Dessena.

Sono diversi gli elementi, alcuni assolute novità, che caratterizzeranno il festival dal 1° al 9 settembre. Innanzitutto le sedi, tre, una in più rispetto alla passata edizione: Sant’Anna Arresi, Masainas e San Giovanni Suergiu.

Il festival, inoltre, concentrerà le sue attenzioni ed i suoi approfondimenti sull’integrazione e lo sviluppo sui 7/8, nel rapporto con gli stili ed i generi musicali contemporanei ed i quello tra gli esseri umani.

Il programma, presentato dal presidente e direttore artistico dell’associazione Punta Giara Basilio Sulis (che ha annunciato che a fine rassegna lascerà la presidenza), il segretario Paolo Francesco Sodde e la responsabile delle traduzioni e delle comunicazioni con l’estero Enrica Lotta, è ricchissimo: nove giorni di concerti sul tema del pianoforte che si svolgeranno non solo ai piedi del nuraghe ma anche in altre locations altrettanto spettacolari: la splendida spiaggia di “Is Solinas” nel comune di Masainas (alla presentazione è intervenuta la vicesindaco Ilaria Portas), dove si esibiranno Rob Mazurek & Gabriele Mitelli, un duo di cornetta e tromba alle ore 19.00 del 5 settembre, incorniciati da un tramonto mozzafiato ed il 7 settembre, con il Piano Solo di Alexander Hawkins.

Per il terzo anno consecutivo, il festival approda dinanzi all’antica chiesa romanica di San Giovanni di Palmas Vecchio, a San Giovanni Suergiu, dove il 9 settembre, giorno di chiusura, prenderà vita il concerto omaggio al grande musicista Carlo Mariani con “The Man of the Long Canes” (evento presentato dal sindaco Elvira Usai); inoltre, nella fantastica cornice di Porto Pino, ai piedi delle dune di sabbia, il 4 settembre, alle 19.00, si terrà un Piano Solo di Joe Chambers, in un altro spettacolare tramonto in musica.

Il centro del tema musicale di questa edizione sarà il pianoforte, strumento musicale raffinato dalle immense possibilità, amore e croce di musicisti di tutti i tempi.

Pianoforte come metafora dell’esistenza umana, dove i tasti bianchi rappresentano felicità e quelli neri tristezza ed entrambi servono a comporre  melodia.

Pianoforte che, attraverso legno evibrazioni, è capace di comunicare con la danza delle dita umane le più sottili verità universali.

Il bianco ed il nero come simbolo delle etnie umane che mai come in questo periodo storico sembrano essere in lotta tra loro per un lembo di terra su cui invece che scorrere pace, spesso scorre l’orrore degli egoismi e delle incomprensioni di questi umani che, avvolte, sono capaci di grandi opere, siano esse musicali o di altra natura, ma altre sembrano saper solo seminare discordia e disperazione.

Un anno fa il festival accese il dibattito sui diritti civili, quest’anno il tema scelto è quello delle migrazioni globali che sembra oggi più che mai acuirsi ed allontanarsi da possibili soluzioni. Lo stesso manifesto ufficiale richiama questi temi. Oltre al piano, infatti, fà bella mostra di sé il mare, elemento naturale che caratterizza il territorio del festival, che sta conoscendo da vicino, inconsapevole protagonista, il fenomeno delle migrazioni.

Uno dei protagonisti sarà il multistrumentista Tyshawn Sorey, che suona batteria, percussioni, trombone e piano, raffinato musicista alla scoperta di molti e differenti linguaggi. Considerato da molti l’erede naturale di Butch Morris, darà vita alla Conduction che Morris aveva in progetto di portare al festival e che la sua prematura dipartita non gli ha consentito di completare. Sarà Sorey che guiderà un’intera orchestra proveniente dal Conservatorio di Cagliari nella difficile ma altrettanto affascinante impresa di realizzare il progetto incompiuto di Butch. Il progetto sarà possibile  grazie alla collaborazione con l’Associazione Ticonzero. L’Ensemble sarà formata da diciotto elementi tutti provenienti dal Conservatorio di Cagliari, diretta da Daniele Ledda, professore di musica elettronica (presente alla conferenza stampa), che sotto la sapiente direzione del maestro Soreysi cimenterà in questa opera dall’esecuzione assolutamente eccezionale.

Il programma completo del festival.

1 settembre

• Roots Magic

• The White Desert Orchestra direct

by Eve Risser

2 settembre

• The Young Mothers

• David Murray quartet

3 settembre

• Radian

• Talibam & Joe McPhee

4 settembre

• Chad Taylor & James B. Lewis

• Chicago London Underground

5 settembre

• Sant’Anna Arresi Black Quartet

• A Pride of Lions

6 settembre

• ONG “crash”

• Alexander Hawkins Quartet

7 settembre

• A-SEPTiC

• Conduction n. 200

8 settembre

• The Blackstones

• Dr. Lonnie Smith

9 settembre

• Snake Platform

4 settembre a Porto Pino

• Joe Chambers solo

5 settembre a Is Solinas

• Rob Mazurek & Gabriele Mitelli

7 settembre a Is Solinas

• Alexander Hawkins solo

9 settembre a Palmas Vecchio

Vediamo una breve intervista con l’associazione culturale Punta Giara, Basilio Sulis, sugli artisti presenti alla XXXIII dizione del festival, e l’intervento dell’assessore regionale Giuseppe Dessena che si è soffermato sul ruolo che i grandi festival hanno per la diffusione della culturale musicale in Sardegna e sull’impegno della Regione per il sostegno agli stessi sulla base di una programmazione triennale, presupposto indispensabile per garantire stabilità e qualità ai progetti delle associazioni che li organizzano.

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