18 July, 2024
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Oggi la seconda (e conclusiva) giornata di Jazz Island for UNESCO: musica, natura e cultura a Tavolara, Alghero, San Teodoro e Su Nuraxi di Barumini per l’International Jazz Day promosso dall’UNESCO. Una scaletta fitta di impegni completa oggi l’edizione 2018 di Jazz Island for UNESCO, la due giorni di musica, natura e cultura con cui si celebra, in sei diverse località della Sardegna, l’International Jazz Day, l’appuntamento annuale del 30 aprile promosso dall’UNESCO: un cartellone di eventi allestito dalla rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, l’Ente Musicale di Nuoro (responsabile dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino), l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda (titolare dell’omonimo festival fondato nel 1988 e diretto da Paolo Fresu), e la rassegna JazzAlguer (in corso ad Alghero, da dicembre fino al prossimo luglio).

Ernst Reijseger © Roberto Cifarelli

 

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Novità e aggiornamenti nel programma di Jazz Island for UNESCO, la due giorni di musica, natura e cultura con cui si celebra, il 29 e il 30 di questo mese in varie località della Sardegna, l’appuntamento annuale dell’International Jazz Day promosso dall’UNESCO: un cartellone di eventi organizzato dalla rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, l’Ente Musicale di Nuoro (responsabile dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino), l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda (titolare dell’omonimo festival fondato nel 1988 e diretto da Paolo Fresu), e la rassegna JazzAlguer (in corso ad Alghero, dallo scorso dicembre fino al prossimo luglio).

La prima notizia riguarda l’evento inaugurale di domenica 29 aprile, in programma all’Asinara, l’isola parco di Porto Torres: sono andati esauriti i posti disponibili per Asinara Trekkin’ Jazz, curato da Time in Jazz in collaborazione con Escursi.com, portale online sul mondo escursionistico della Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Porto Torres e la collaborazione del Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina Protetta. Sopraggiunti problemi logistici hanno costretto a limitare il numero di partecipanti sotto la prima soglia stabilita di 450 posti. Tutto confermato, comunque, per quanti hanno effettuato per tempo la prenotazione per la giornata sull’isola: dopo il ritrovo dei partecipanti alle 7.45, partenza alle 8.30 da Porto Torres a bordo del traghetto Delcomar alla volta dell’Asinara per un suggestivo percorso di trekking di circa sette chilometri con guide esclusive del Parco Nazionale, coordinato dal team di Escursi.com: un viaggio in un luogo da sogno, popolato da piante e animali unici, in compagnia della musica della Funky Jazz Orchestra, street band di casa a Berchidda diretta dal trombettista Antonio Meloni, con la sua trascinante miscela di brani tra funky, jazz, pop, rock e arrangiamenti originali.

Novità anche per l’appuntamento nell’altra isola che offre il suo scenario alla due giorni dell’International Jazz Day in terra sarda: da domenica 22 a mezzogiorno sarà infatti possibile prenotarsi per il trekking musicale in programma lunedì 30 a Tavolara, tramite l’apposito form pubblicato sul sito www.timeinjazz.it e nella pagina facebook di Jazz Island for UNESCO. L’eccezionalità dell’evento – a cura di Time in Jazz e della rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO in collaborazione con l’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo e i comuni di Loiri Porto San Paolo, di San Teodoro e di Olbia con il contributo della Fondazione di Sardegna – prevede la partecipazione di un massimo di 150 persone, per cui è necessario accreditarsi.

Il programma di Tavolara Trekkin’ Jazz (questo il titolo) propone una passeggiata/laboratorio lungo il Sentiero del Prolago (circa 2 km) alla scoperta delle sue specificità naturalistiche, e gli interventi musicali del violoncellista olandese Ernst Reijseger, uno dei più originali e rappresentativi esponenti della musica di improvvisazione europea, con il Cuncordu e Tenore de Orosei, tra i complessi di primissimo piano nel campo delle musiche vocali della Sardegna, con il suo repertorio che abbraccia entrambe le forme della tradizione vocale del suo paese: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore, iscritto nel 2008 dall’UNESCO nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.

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Il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia ha aderito alla richiesta di patrocinio e di collaborazione formulata dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Pavia per il simposio “Ri-trascrizioni: la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze”, organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia e dall’Università degli Studi di Pavia.

Il saluto del Circolo ai convegnisti è stato portato dalla presidente Paola Pisano.

Nell’ottica di promozione dei prodotti sardi il Circolo  ha offerto ai convegnisti, alla fine dei lavori, nel  salone del Rettorato, un apprezzato buffet “alla sarda” (grazie ai soci Angela Congiu, Gesuino Dente e Luca Lazzati).

L’importante incontro di studi  ha avuto notevole eco presso la stampa nazionale (giornali, radio e tv).

“La Repubblica” gli ha dedicato prima un articolo e poi un’intera pagina (entrambi a firma di Giuliano Aluffi). Ecco cosa ha scritto il 4 aprile il quotidiano. «Salvate la scrittura manuale per proteggere la memoria e la creatività». È lo spirito del simposio “Ri-Trascrizioni, la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze” che si terrà il 10 aprile all’Università di Pavia, e che inaugurerà un’opera di ricopiatura a mano, aperta a tutti, degli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau. «Il progetto Ri-Trascrizioni nasce da un’idea di Antonello Fresu, psichiatra e artista visivo di successo – spiega Gabriella Bottini, docente di Neuropsicologia all’Università di Pavia -. L’idea è di esporre in luoghi pubblici una postazione con un libro, perché chi vuole possa copiarne brani a mano su un libro bianco». Lo scopo è sottolineare il valore cognitivo della scrittura. «Oggi c’è un impoverimento espressivo degli studenti – spiega Eraldo Paulesu, docente di psicologia all’Università di Milano-Bicocca. «Legato alla predominanza, sui mezzi digitali, dell’audio, delle abbreviazioni e dei testi supercontratti. Il recupero della scrittura manuale può ridarci padronanza nell’esprimerci».

Ha scritto, fra l’altro, il settimanale “Famiglia  Cristiana”: «Pochi giorni fa anche gli studiosi di neuroscienze dell’Università di Pavia, in un simposio sul tema “Ri-Trascrizioni, la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze”  hanno fatto eco agli appelli lanciati dai loro colleghi americani ribadendo l’utilità e la bellezza della scrittura manuale ai fini della cognizione vera e propria. Prendere appunti con la penna durante una lezione – per esempio – aiuta a farne propri i contenuti. In altre parole è il primo passo dell’apprendimento, molto più utile della trascrizione meccanica delle parole dell’insegnante, anche se più veloce, attraverso la tastiera del computer».

Si è verificata una curiosa predominanza delle caratteristiche connotative della “sardità” e della “sarditudine” tra i relatori. Antonello Fresu, fratello del musicista Paolo Fresu. Di padre originario dell’oristanese Eraldo Paulesu (Università di Milano-Bicocca: “Cervello, lettura e scrittura nell’era dei robot: scenari dal XXII secolo”). Di madre sarda Clelia Martignoni (Università di Pavia: “Scritture e ri-scritture dal Centro manoscritti e altro”). Silvana Borutti (Università di Pavia), nella sua relazione “Tracce e identità. Bambini, antenati, artisti”, ha citato l’opera dello scultore sardo (Olbia, 1929) Giovanni Campus: «Anche Campus, in un’opera in cui una corda è applicata al complesso nuragico Genna Maria, fa un’operazione biomorfica che collega la vita alla cosa inanimata: Campus persegue, attraverso il segno-corda, che delimita un luogo e lo risimboleggia, una comparazione con le misure primarie del sito nuragico».

Dopo il rinfresco, tutti nello Shop-Up (negozio di vendita e promozione prodotti a marchio Università degli Studi di Pavia) del Cortile dei tassi a ricopiare a mano pagine degli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau (di cui Michele Spinicci aveva letto alcuni brani nel corso del convegno).

Paolo Pulina

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Due giorni di musica (e non solo) in cinque angoli diversi della Sardegna: Alghero, Nuoro, Barumini, le isole dell’Asinara e di Tavolara. Così la terra dei nuraghi celebra l’International Jazz Day, l’appuntamento annuale del 30 aprile promosso dall’UNESCO, l’Agenzia dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura: una giornata istituita nel 2011 per sottolineare il ruolo che la musica jazz può giocare nell’unire le persone di ogni angolo del globo, per promuovere la pace, il dialogo tra le culture, la diversità e il rispetto dei diritti umani e della dignità umana, la libertà di espressione, l’uguaglianza di genere e il ruolo dei giovani nell’attuazione del cambiamento sociale.

 Jazz Island for UNESCO 2018: questo il titolo dell’iniziativa in programma in Sardegna che, cambiando percorsi e raddoppiando in durata, rilancia la formula della riuscita edizione del 2016. Artefici delle due giornate del 29 e 30 aprile sono la rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, promotrice della rassegna Jazz Island for Unesco 2016, e tre diverse realtà attive nella promozione e diffusione del jazz nell’isola: l’Ente Musicale di Nuoro, responsabile dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino; l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda, titolare dell’omonimo festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu; e JazzAlguer, la rassegna in corso ad Alghero, con appuntamenti mensili, dallo scorso dicembre al prossimo luglio. 

Fitto e variegato il cartellone che, mescolando musica, ambiente, siti storici, natura e cultura, si snoderà in un ideale percorso a tappe dal nord al sud dell’isola, dall’Asinara a Tavolara, da Alghero ai nuraghi di Nuoro e di Barumini, sito riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Ernst Reijseger © Roberto Cifarelli

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Un progetto crossover tra jazz e musica da camera, classica e contemporanea, tra momenti improvvisati e parti scritte: si presenta così la formula musicale del sodalizio artistico BAM, acronimo formato dalle iniziali dei suoi tre elementi costitutivi: il contrabbassista Marco Bardoscia, il quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello) e la pianista Rita Marcotulli. Sabato 14 aprile saranno i protagonisti del quinto appuntamento nel ricco cartellone di JazzAlguer, la rassegna in corso ad Alghero dallo scorso dicembre e fino al prossimo luglio, per l’organizzazione dell’associazione culturale Bayou Club-Events e la direzione artistica di Paolo Fresu.  

Dopo la cattedrale Santa Maria, il Teatro Civico e la chiesa di San Michele, un altro spazio di grande suggestione, la chiesa di San Francesco, farà da cornice al concerto in programma a partire dalle 21.00 sotto il titolo “Trigono”, lo stesso del fortunato cd di BAM pubblicato due anni fa dall’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu.

Consueta modalità per assistere all’evento: gli interessati dovranno munirsi dei biglietti gratuiti che saranno messi a disposizione ad Alghero questo sabato, 7 aprile, presso gli uffici InfoAlghero di Lo Quarter in Largo San Francesco, dalle ore 18.00 alle 19.00. Data la capienza limitata della chiesa di San Francesco, si potranno ritirare solo due biglietti a persona; venti in tutto sono invece i tagliandi che possono essere prenotati da chi non risiede in provincia di Sassari: come sempre, gli interessati dovranno inviare una mail, negli stessi orari e allegando copia di un documento di identità, all’indirizzo jazzalguer@gmail.com.

Nato da un’idea di Marco Bardoscia e della violinista Sonia Peana, il progetto BAM si muove, originariamente, su brani originali dello stesso contrabbassista e alcuni adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada. Le diverse fonti musicali, jazz, musica da camera, echi di sonorità mediterranee, emergono e si fondono senza forzature per dare forma a qualcosa di nuovo, fresco e originale, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel tardo pomeriggio prima del concerto, sabato 14.00 alle 18.00, Marco Bardoscia, Sonia Peana e Rita Marcotulli incontreranno il pubblico della rassegna a Lo Quarter in compagnia del regista Gianfranco Cabiddu.

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Due giorni di musica (e non solo) in cinque angoli diversi della Sardegna: dall’Asinara ad Alghero, dall’area marina di Tavolara ai nuraghi di Nuoro e di Barumini. Così la terra dei nuraghi partecipa all’International Jazz Day, l’appuntamento annuale del 30 aprile promosso dall’Unesco, l’Agenzia dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura: una giornata istituita nel 2011 per sottolineare il ruolo che la musica jazz può giocare per unire le persone di ogni angolo del globo, per promuovere la pace, il dialogo tra le culture, la diversità e il rispetto dei diritti umani e della dignità umana, la libertà di espressione, l’uguaglianza di genere e il ruolo dei giovani nell’attuazione del cambiamento sociale.

Jazz Island for Unesco: questo il titolo dell’iniziativa in programma in Sardegna che, cambiando percorsi e raddoppiando in durata, rilancia la formula del riuscito precedente datato 2016. Artefici delle due giornate del 29 e 30 aprile, anche stavolta in collaborazione e d’intesa con la rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, sono tre diverse realtà attive nella promozione e diffusione del jazz nell’isola: l’Ente Musicale di Nuoro, artefice dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino; l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda, titolare dell’omonimo festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu; e JazzAlguer la rassegna in corso ad Alghero, con appuntamenti mensili, dallo scorso dicembre al prossimo luglio.

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E’ stato presentato questa mattina, a Milano, il cartellone del 31° Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dall’8 al 16 agosto tra il suo paese natale, Berchidda, e vari altri centri del nord Sardegna. Tra i partecipanti alla conferenza stampa, che si è tenuta al Palazzo della Triennale, il giornalista Stefano Salis ha sottolineato come Paolo Fresu abbia contribuito con il suo festival allo sviluppo e a rendere centrale Berchidda. Un concetto ripreso nel suo intervento anche da Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol Gruppo, tra i principali partner del festival. Nel rivendicare la diversità di Time in Jazz, nato come una scommessa nel 1988, il suo direttore artistico ha posto l’accento sull’importanza della cultura come straordinario strumento di investimento: citando un recente studio del CISET, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, sulle ricadute degli eventi culturali e di spettacolo, Paolo Fresu ha proposto i dati essenziali del festival dove, a fronte di un budget di circa 5oo mila euro spesi nell’organizzazione di ciascuna edizione, ogni euro investito ne produce 15 di spesa dei visitatori, per 6 euro di valore aggiunto.

Al tavolo dei relatori anche Nick The Nightfly, cantante, deejay e inconfondibile voce di Radio Monte Carlo (new entry fra i partner di Time in Jazz), che ha parlato di questa nuova collaborazione, che desiderava fare da tempo, e di come per lui Berchidda sia stato un luogo della fantasia, fino a quando non ci è andato per la prima volta, undici estati fa.

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È un appuntamento che si rinnova dal 1988, uno degli eventi più attesi dell’estate jazzistica: dall’8 al 16 agosto ritorna Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu tra il suo paese natale, Berchidda, e vari altri centri del Nord Sardegna.

Un cartellone come sempre fitto di nomi e proposte differenti caratterizza anche l’edizione numero trentuno della manifestazione che verrà presentata alla stampa martedì 27 marzo a Milano, presso il Palazzo della Triennale, in viale Alemagna, 6. All’incontro con i giornalisti, aperto al pubblico e con inizio alle 11.00, interverranno il direttore artistico Paolo Fresu e Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol Gruppo tra i principali sponsor del festival. Al termine della conferenza stampa, è previsto un momento musicale con aperitivo.

 

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Enrico Pieranunzi è il protagonista assoluto del quarto appuntamento nel cartellone di JazzAlguer, la rassegna organizzata ad Alghero dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu. Il pianista romano è atteso in concerto questo sabato, 24 marzo, nella Chiesa di San Michele , con inizio, come sempre, alle 21.00 (apertura porte alle 20.15; chiusura porte alle 20.45). A precedere il suo piano solo, dal titolo “Unlimited”, consueto incontro pomeridiano con il pubblico a Lo Quarter: a partire dalle 18.00 Pieranunzi si racconta a colloquio con Giovanni Agostino Frassetto, pianista, flautista, direttore dell’Orchestra Jazz della Sardegna, e il contrabbassista Salvatore Maltana, coordinatore artistico di JazzAlguer. 

Il blues, Scarlatti, una canzone di Gershwin, una sarabanda di Haendel: il piano solo di Enrico Pieranunzi sfida luoghi comuni e leggi della geometria facendo di jazz e classica due rette parallele che si incontrano. È accaduto già prestissimo nella sua vita musicale, quando i suoni di Charlie Parker, Django Reinhardt, Lee Konitz e Chet Baker vivevano accanto a quelli di Bach e Chopin. Accade ancora oggi, sempre di più, nel suo pianismo libero, personalissimo, senza confini: “Unlimited”, appunto, come recita il titolo del concerto di sabato ad Alghero.

 

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Saranno messi a disposizione del pubblico domani pomeriggio, mercoledì 14 marzo, i biglietti per “Unlimited”, il piano solo di Enrico Pieranunzi in programma sabato 24 ad Alghero (Ss), nella Chiesa di San Michele, quarto appuntamento nel cartellone di JazzAlguer, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu.

Come sempre, il concerto è a ingresso libero, ma data la capienza limitata dello spazio (circa 300 posti) gli spettatori dovranno munirsi degli appositi biglietti gratuiti che saranno in distribuzione (tre al massimo per persona) ad Alghero presso gli uffici InfoAlghero di Lo Quarter in Largo San Francesco, dalle ore 18.00 alle 19.00. Trenta biglietti saranno disponibili su prenotazione anche per chi non risiede in provincia di Sassari: gli interessati dovranno inviare una mail, negli stessi orari e allegando copia di un documento di identità, all’indirizzo jazzalguer@gmail.com .  

Classe 1949, Enrico Pieranunzi è da molti anni tra i protagonisti più noti e apprezzati della scena jazzistica internazionale. Il pianista, compositore e arrangiatore romano ha registrato più di settanta dischi a suo nome (oltre a una ventina da co-leader e altrettanti come sideman) spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto, e collaborando, in concerto o in studio d’incisione, con musicisti come Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron. Eletto tre volte miglior musicista italiano nel referendum “Top Jazz” della rivista Musica Jazz, tra i suoi riconoscimenti conta il “Django d’or” come miglior musicista europeo nel 1997, l’“Echo Award” in Germania come “Best International Piano Player” nel 2014, e il premio “Una vita per il jazz” assegnatogli (sempre nel 2014) da Musica Jazz. Unico italiano ad aver suonato più volte e registrato a suo nome nello storico “Village Vanguard” di New York, ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo esibendosi nei maggiori festival internazionali.  

Il blues, Scarlatti, una canzone di Gershwin, una sarabanda di Haendel: il piano solo di Enrico Pieranunzi sfida luoghi comuni e leggi della geometria facendo di jazz e classica due rette parallele che si incontrano. È accaduto già prestissimo nella sua vita musicale, quando i suoni di Charlie Parker, Django Reinhardt, Lee Konitz e Chet Baker vivevano accanto a quelli di Bach e Chopin. Accade ancora oggi, sempre di più, nel suo pianismo libero, personalissimo, senza confini: “Unlimited”, come recita il titolo del concerto che proporrà sabato 24 ad Alghero.

Prima della sua esibizione nella Chiesa di San Michele, che avrà inizio alle 21.00 (apertura porte alle 20.15; chiusura porte alle 20.45), Pieranunzi avrà modo di raccontarsi nel consueto incontro pomeridiano con il pubblico di JazzAlguer: a colloquiare con lui, a partire dalle 18.00 a Lo Quarter, saranno Giovanni Agostino Frassetto, pianista, flautista, direttore dell’Orchestra Jazz della Sardegna, e il contrabbassista Salvatore Maltana, coordinatore artistico della rassegna.