22 November, 2024
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In prossimità del solstizio d’inverno torna ogni anno, puntualmente d’attualità il tema dell’orientamento astronomico dei nuraghi e degli antichi monumenti sardi.

La magnifica alba solstiziale presso il tempio a megaron Arcu is Forros A di Villagrande Strisaili, ad esempio, attira decine di persone e risplende letteralmente sui social media, ma pochi o nessuno ricordano lo Studioso che mise in luce per primo l’orientamento astronomico di questa classe di monumenti, ovvero Michael Hoskin, già professore di Storia dell’astronomia e direttore del Dipartimento di Storia e filosofia della scienza al Churchill College di Cambridge da lui fondato.

Hoskin è deceduto all’età di 91 anni il 5 dicembre 2021, quindi quasi esattamente un anno fa e pare assolutamente doveroso ricordarlo anche per il suo interesse e amore per la Sardegna, purtroppo, come vedremo, scarsamente ricambiato.

Lo Studioso inglese si era, infatti, interessato alle antichità sarde per la prima volta nel 1982, a Roma, dove venne su invito del papa Giovanni Paolo II come organizzatore del convegno per i 400 anni della riforma Gregoriana del calendario.

Nel 1993 Hoskin aveva già pubblicato sul Journal for the History of the Astronomy l’orientamento dei cinque templi a megaron allora scavati, rilevando come l’orientamento di questi monumenti guardasse verso sud est, come i dolmen sardi, i corridoi dolmenici e la maggior parte delle tombe di giganti, dallo lui stesso rilevate.

Lo studio sistematico dei megaron sardi da parte dell’Accademico inglese proseguì per tutti gli anni ’90 del secolo scorso, in collaborazione con lo studioso isilese Mauro Peppino Zedda, interessando in totale una quindicina di monumenti. Le loro frequenze di orientamento si accumulano nell’arco di orizzonte dove sorge il sole nel periodo autunno-inverno, e in cui sorgeva e culminava la magnifica costellazione della Croce del Sud negli ultimi secoli del II millennio a.C.

Tali orientamenti sono in perfetta continuità con quelli degli ingressi dei nuraghi del Nord Sardegna, rilevati e pubblicati da Mauro Zedda e, come tutte le epifanie nuragiche, costituiscono motivo di forte suggestione in particolare nel caso del tempio di Arcui is Forros, il cui orientamento con l’alba del solstizio invernale è perfetto.

Gli studi di Michael Hoskin sui templi a megaron, unitamente ai rilievi sulle domus, le tombe di giganti e altri monumenti sardi, occupano l’intero capitolo dodicesimo del trattato in lingua inglese del suo, Tombs, Temples and their Orientations. A New Perspective on Mediterranean Prehistory. Bognor Regis: Ocarina Books, 2001 (Tombe, templi e loro orientamenti. Una nuova prospettiva nella preistoria mediterranea)

Alla luce di questo imponente corpus di studi internazionali*, suscitano perplessità i titoli altisonanti rilanciati in questi giorni da diverse testate sarde: «I templi nuragici erano costruiti considerando l’orientamento del Sole e degli astri» le nuove (corsivo dello Scrivente, n.d.r.) scoperte esposte all’11° Convegno di archeoastronomia “La Misura del Tempo”) ed il fatto che Il tempietto di Malchittu, in Gallura, sarebbe stato costruito lungo l’asse nordovest-sudest e con ingresso orientato esattamente all’alba del solstizio d’inverno. Sarebbero infatti queste alcune delle nuove scoperte esposte durante l’undicesimo Convegno di archeoastronomia “La misura del tempo”, finanziato con fondi regionali, tenutosi recentemente a Sassari, alla Fondazione di Sardegna, organizzato della Società Astronomica Turritana e dal Circolo Aristeo.

Tali titoli veicolano, infatti, l’idea che il convegno sassarese (anche nelle precedenti edizioni) proponga scoperte inedite o comunque originali, mentre gli studi dell’archeologa e dell’agronomo sassarese, puntualmente presentati a tali convegni da loro organizzati, paiono invece e purtroppo viziati dall’elusione di più di trenta anni di studi pregressi, e la dimenticanza nell’omettere vent’anni di ricerche pregresse in materia, proponendo i loro lavori come originali e i loro convegni come i primi in materia.

Neppure un cenno, infatti, alla copiosa bibliografia archeaoastronomica sulle più prestigiose riviste scientifiche mondiali, ai congressi già tenutisi dal 1992 ad oggi ed in particolare al congresso della SEAC (Société Européenne pour l’Astronomie dans la Culture) del 2005 a Isili, avente come chairmen Mauro P. Zedda e Juan Antonio Belmonte.

Oltre trent’anni di studi in questo campo degli accademici Michael Hoskin, Arnold Lebeuf, Clive Ruggles, Juan Antonio Belmonte, Franco Laner (solo per citarne alcuni) e dello studioso isilese Mauro P. Zedda, e sono, infatti, oggetto oramai di una consolidata, monumentale bibliografia sulle più importanti riviste scientifiche internazionali* e dimostrano che la Sardegna costituisce in questo campo un giacimento di meraviglie suscettibili di sfruttamento in chiave turistica; forse il più importante patrimonio al mondo dopo quello egiziano, mesopotamico e mesoamericano.

Gli studi di Michael Hoskin, buona parte dei quali svolti in Sardegna, valsero allo Studioso nel 2015 la medaglia d’oro al merito per le Belle arti per decreto del Re di Spagna!
Ma nell’Isola si continua a ignorarli ed a produrre studi e convegni su temi che oramai da trent’anni campeggiano su prestigiose riviste e monografie internazionali eludendo la copiosissima letteratura scientifica internazionale esistente.

Un’opportunità mancata che arreca, da decenni, un danno culturale alla Sardegna.

Paolo Littarru

(Ingegnere, studioso e cultore di archeoastronomia)

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La curiosità e il piacere di scoprire i sapori e le tradizioni del Meilogu sono state più forti delle sferzate di vento che nel weekend si sono abbattute sui territori del nord-Sardegna. Così anche l’edizione 2019 di “Rochitas in festa” a Thiesi si è rivelata un successo. La paura del maltempo non ha fermato i visitatori e già nella serata di sabato le vie del paese sono state letteralmente prese d’assalto, tanto che in numerose postazioni si è verificato un sold-out fin dalla domenica mattina.

“Rochitas” è il quartiere più antico di Thiesi, che prende il nome dallo strato di roccia calcarea sul quale, in tempi remoti, furono scavate le suggestive cantine. Luoghi dal grande fascino che per l’occasione si sono aperti al pubblico offrendo un variegato itinerario enogastronomico, affiancato da un calendario di iniziative tra laboratori, convegni e spettacoli.

Forte curiosità ha suscitato la rievocazione archeo-artistica “Fusioni sotto le stelle”, che ha visto l’artigiano Andrea Loddo cimentarsi nella realizzazione dal vivo di un bronzetto nuragico. Divertimento anche per i più piccoli con i laboratori “Colore ed emozione” per i giovani pittori, a cura della cooperativa Siendas, e quindi i laboratori di “Robotica” e di “Fiabe” organizzati da Synergo.

Non poteva mancare lo spazio riservato all’arte: nel corso delle due giornate si è potuto visitare il museo dedicato al celebre artista tiesino, Aligi Sassu, dove è stata allestita l’esposizione fotografica “Sinnos” di Toto Porcu, mentre in via Roma è stata aperta al pubblico la mostra artistica di Pina Monne. Particolare gradimento hanno riscontrato domenica le visite guidate nel territorio a cura di Siendas.

Oltre al tepore dei falò accesi, a dare un tocco di calore all’atmosfera sono state le voci antiche dei tenores di Thiesi “Nostra Segnora de Seunis”, “Cunsonu Thiesinu” e “Santu Giuanne”. Molto apprezzata anche l’esibizione della “Banda musicale ittirese” e degli “Over Duo” Marco Pizzardo ed Andrea Scanu.

Un meraviglioso mercatino di Natale ha illuminato i locali dell’ex Monte Granatico, in cui ha trovato spazio anche il laboratorio di “Cucina tradizionale di impanadas”. E sempre a tema gastronomia, la presentazione del volume “Durches” del giornalista Giovanni Fancello in Sala Sassu è stato occasione per aprire un interessante dibattito sui dolci tipici della tradizione natalizia.

Ma in un territorio così ricco di testimonianze storiche, in particolare di epoca nuragica, di forte interesse si è rivelata anche la conferenza su un tema di forte attualità come quello dell’archeoastronomia. L’occasione è arrivata con la presentazione del libro “Il contadino che indicava la luna” di Paolo Littarru, che assieme a Peppino Zedda ha parlato di un cambio di paradigma nel contesto dell’archeologia sarda per quanto riguarda l’origine e l’utilizzo dei nuraghes. Grazie alla presenza dell’ex soprintendente archeologico per le province di Sassari e Nuoro, Francesco De Gennaro, si è acceso un vivace e rispettoso confronto dialettico che ha tenuto alta l’attenzione del pubblico fino alla fine della presentazione.

L’iniziativa è organizzata dal comune di Thiesi in collaborazione con la Pro Loco, la Fondazione Aligi Sassu, le cooperative Siendas e Synergo, le associazioni e comitati locali, con il finanziamento dall’assessorato del Turismo della Regione Sardegna.

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Suggestioni antiche, ospitalità, gusto e tradizione per un evento gastronomico che ormai richiama visitatori da tutta la Sardegna: nel cuore di Thiesi ritorna “Rochitas in festa”. Dal pomeriggio di sabato (21 dicembre) fino a domenica notte si apriranno le porte delle tipiche cantine per offrire un itinerario gastronomico di tutto rispetto, arricchito da un calendario di iniziative che comprende visite guidate, mostre, convegni, musica, laboratori, spettacoli e tanto divertimento, tra il tepore dei falò accesi nei vicoli del centro storico.

Saranno presenti ben trenta postazioni per offrire succulente specialità come frègula, culurgiones cun patatu e menta, anzone arrustu, sucu, fae e lardu, pulenta, porcetto in umido, impanadas e tanto altro. Tutto annaffiato da buon vino e birre artigianali di laboratori locali.

L’iniziativa è organizzata dal comune di Thiesi in collaborazione con la Pro Loco, la Fondazione Aligi Sassu, le cooperative Siendas e Synergo, varie associazioni e comitati locali, con il finanziamento dall’assessorato al Turismo della Regione Sardegna.

Programma. Sabato, a partire dalle 16.00, si potrà visitare il Museo Aligi Sassu, nel quale sarà operativo il laboratorio “Colore ed Emozione” a cura della cooperativa Siendas. Alle 17.00, la Sala Sassu accoglierà il convegno “Druches de Pasca ‘e Nadale” (Dolci di Natale), occasione per presentare “Durches” (Arkadia), l’ultimo libro del giornalista e scrittore gastronomico Giovanni Fancello, che interverrà assieme a Vivi Pinna e Vittorio Puggioni.

Il momento tanto atteso dell’apertura delle cantine, delle esposizioni artigianali e del mercatino di Natale è in programma alle 18.00, mentre alle 18.30, nei locali dell’Antico Monte Granatico, si potrà accedere al “Laboratorio aperto di cucina tradizionale di impanadas”.

Alle 19.00, sul sagrato della chiesa di Santa Vittoria, l’artista Andrea Loddo si cimenterà nello spettacolo-performance “Fusioni sotto le stelle”. Le sonorità della tradizione impreziosiranno l’atmosfera con l’esibizione itinerante dei tenores di Thiesi “Nostra Segnora de Seunis” e “Cunsonu Thiesinu”, intervallate dalle note della “Banda musicale ittirese”.

Domenica mattina, alle 10 le guide di Siendas condurranno alla scoperta de “La storia nelle pietre”, una passeggiata tra i monumenti di Thiesi che si concluderà con la visita al Museo Sassu, mentre si potranno iniziare a visitare le esposizioni artigianali e il mercatino di Natale.

Alle 11.00, nel Palazzo comunale, prende il via il “Laboratorio di robotica”, a cura della cooperativa Synergo, che alle 15.30 organizzerà “A Natale te la raccontiamo noi”, un nuovo laboratorio di fiabe per bambini dai sei ai dieci anni. Ma la festa del gusto inizia alle 12 inizia con l’apertura delle postazioni gastronomiche, che si protrarrà per tutta la giornata.

Alle 16.30 Paolo Littarru presenta il suo libro “Il contadino che indicava la luna”, preludio al convegno dedicato al cambio di paradigma nell’archeologia sarda, che coinvolgerà Mauro Peppino Zedda ed Augusto Mulas. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Rizolos e Rios” ed il gruppo Sorre Selene. Alle 18.00, a dare spettacolo per le strade del centro, saranno gli “Over Duo” Marco Pizzardo ed Andrea Scanu e, alle 19.00, ancora musica con i tenores “Cunsonu ‘e Santu Juanne”. Nel corso delle due giornate si potrà visitare la mostra artistica di Pina Monne in via Roma 29 e l’esposizione fotografica “Sinnos” di Toto Porcu allestita nella Sala Aligi Sassu.

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Il nuraghe Is Paras di Isili.

Gli archeologi sardi hanno sbeffeggiato, senza averne approfondito il merito e le inferenze, i serissimi studi di archeoastronomia nuragica, firmati dall’autodidatta M.P. Zedda, e da Michael Hoskin, Clive Ruggles, Juan Antonio Belmonte, Arnold Lebeuf, Giulio Magli, ritenuti i massimi esperti mondiali di questa disciplina. Studi che ormai da quasi trent’anni campeggiano sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.

Contesto agli archeologi sardi di non aver ancora approfondito l’inequivocabile pensiero astronomico dei nuraghi, alcuni dei quali sono, con tutta evidenza, non solo astronomicamente orientati ma addirittura astronomicamente concepiti, come da pubblicazione sul monumentale trattato Handbook of Archaeoastronomy and Ethnoastronomy edito dalla Springer di New York (la più importante casa editrice scientifica del mondo), la bibbia dell’archeoastronomia internazionale.
Il prof. Alberto Moravetti ha prima deriso, poi eluso, con argomenti inconsistenti, l’evidente geometria lunare del pozzo di Santa Cristina, anch’essa oggetto di pubblicazione internazionale sull’Handbook.
Il dott. Mauro Perra ha sarcasticamente affermato, in suo libro, di preferire “la gastronomia all’astronomia”, facendo dello sfottò su studi internazionali serissimi.
La dottoressa Maria Ausilia Fadda ha posto un tappo sul foro apicale del nuraghe Is Paras di Isili, nell’intendimento di eluderne la geometria solare e ha posto un tappo  simbolico sui serissimi studi di archeoastronomia che riguardano tale magnifico monumento.

Ritengo che non si possano comprendere i nuraghi senza l’apporto decisivo dell’archeoastronomia, come non si comprende il medio evo europeo senza il cristianesimo e il mondo arabo senza l’Islam.
Chiedo agli archeologi sardi cosa aspettino ancora a prendere atto e a valutare la seguente letteratura scientifica internazionale e le sue inferenze, con un danno culturale a mio avviso immenso.
Ing. Paolo Littarru
Autore del libro “Il contadino che indicava la luna. Storia di un cambio di paradigma nell’archeologia sarda”

Bibliografia 

Belmonte Juan Antonio and Zedda Mauro Peppino 2007, “From Domus de Janas to Hawanat: on the orientations of rock carved tombs in the Western Mediterranean” in proceedings of the SEAC 2005 Lights and Shadows in Cultural Astronomy, Isili, editors Zedda M.P. and Belmonte J.A.
González García A. César Belmonte Juan Antonio and Zedda Mauro Peppino “On the Orientation of Prehistoric Sardinian Monuments: A Comparative Statistical Approach Journal for the History of Astronomy” November 2014 vol. 45 no. 4 467-481
González,César; Costa, Lourdes; Zedda Mauro Peppino; Belmonte, Juan A. The orientation of the Punic Tombs of Ibiza and Sardinia, Lights and shadows in cultural astronomy: proceedings of the SEAC 2005: Isili, Sardinia, 28 June to 3 July, edited by Mauro Peppino Zedda and Juan Antonio Belmonte. Published by Associazione Archeofila Sarda, Isili, Italy, 2007, p.47
Hoskin Michael and Zedda Mauro, 1997, “Orientations of Sardinian Dolmens“ in Archaeoastronomy, no. 22 suppl. to Journal for the history of astronomy, Cambridge.
Hoskin Michael, 2001, Tombs, Temples and Their Orientations, A New Perspective on Mediterranean Prehistory, Ocarina Books, Bognor Regis.
Magli Giulio, 2007, “I Segreti delle antiche città megalitiche”, Roma.
Magli. G., Realini E., Sampietro D., Zedda M.P, “The Megalithic complex of monte Baranta in Sardinia: a pilgrimage center of early Bronze Age?”, in Complutum, vol 22(1): 107-116, 2011, Madrid
Pásztor Emilia, 2009, “An archaeologist’s comments on the prehistoric European astronomy, in Complutum”, vol 20(2): 79-94, 2009, Madrid.
Pili P., Realini E., Sampietro D., Zedda M.P., Franzoni E., Magli G., 2007 “Topografical and Astronomical analysis on the Neolithic “altar” of Monte d’Accoddi in Sardinia”, in Mediterranean Archaeology and Archaeometry, (vol 9.2), Rhodos, Greece.
Ruggles Clive, 2005, Ancient Astronomy, Santa Barbara, California.
Ruggles Clive, Nature and Analysis of Material Evidence Relevant to Archaeoastronomy in C.L.N. Ruggles (ed.), Handbook of Archaeoastronomy and Ethnoastronomy, Springer Science+Business Media New York 2015.
Zedda Mauro, Hoskin Michael, Gralewski Renata and Manca Giacobbe, 1996, “Orientations of 230 Sardinian Tombe di Giganti”, in Archaeoastronomy, no. 21, suppl. to Journal for the History of Astronomy, Cambridge.
Zedda Mauro, 1997, “I trilobi orientati con le stazioni del Sole”, in Sardegna Antica n. 11, Nuoro.
Zedda Mauro and Pili Paolo 2000, “Archaeoastronomy study on the disposition of Sardinian nuraghes in the Brabaciera Valley”, in atti del Oxford VI and SEAC 99 Astronomy and Cultural diversity, Santa Cruz de Tenerife.
Zedda Mauro 2000, “L’orientamento del nuraghe Su Nuraxi di Barumini”, in Sardegna Antica n 18, Nuoro.
Zedda Mauro and Belmonte Juan Antonio, 2004, “On the Orientation of Sardinian Nuraghes: some Clues to their Interpretation” in the Journal for the History of Astronomy, Vol. 35 part 1, February 2004, Cambridge.
Zedda Mauro Peppino, 2004, “I Nuraghi tra Archeologia e Astronomia”, Cagliari.
Zedda Mauro Peppino and Belmonte Juan Antonio, 2007, Editors of proceedings of the SEAC 2005 Lights and Shadows in Cultural Astronomy, Isili.
Zedda Mauro Peppino 2007, “When astronomical meaning goes beyond orientation and becomes architectural design” in proceedings of the SEAC 2005 Lights and Shadows in Cultural Astronomy, Isili, Zedda M.P. and Belmonte J.A.
Zedda Mauro Peppino, 2009, “Archeologia del Paesaggio Nuragico”, Cagliari.
Zedda Mauro Peppino Sardinian Nuraghes in C.L.N. Ruggles (ed.), Handbook of Archaeoastronomy and Ethnoastronomy, Springer Science+Business Media New York 2015.

 

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A Villanovaforru, sabato 27 luglio e domenica 28 luglio 2019, seconda edizione di “Archeomeet. Incontri e scontri sull’archeologia sarda”. “Archeomeet” ha un solo obiettivo, far dialogare i professionisti dell’archeologia con i cultori di questa materia. I cosiddetti “esperti” con i semplici appassionati: un incontro non sempre facile, che in passato ha provocato scintille. Con la giusta moderazione e con un po’ di attenzione, invece, il dialogo è possibile.

Ecco il programma della manifestazione.

Sabato 27 luglio
ore 18.00 – Piazza Costituzione
Presentazione del volume Archeomeet. Archeologia e divulgazione in Sardegna
Fabio Pinna intervista gli autori.

Il volume riporta le trascrizioni dei dibattiti tenutisi per la prima edizione di “Archeomeet”, nel 2018. I dibattiti riguardano temi cruciali come il rapporto tra accademia e divulgazione, le connessioni tra archeologia e geologia, il ruolo degli Shardana nella protostoria sarda, i Giganti di Mont’e Prama.

Fabio Pinna è docente di Archeologia Medioevale all’Università di Cagliari e da anni è impegnato nel far dell’archeologia una disciplina partecipata e mezzo di costruzione dell’identità nelle comunità locali. Interverranno gli autori Ilaria Montis, Nicola Dessì, Matteo Tatti, Luigi Sanciu, Alfonso Stiglitz, Fiorenzo Caterini, Maurizio Onnis, Giacomo Paglietti.

ore 19.00 – Piazza Costituzione
I nuragici scrivevano? Discussione sulla scrittura al tempo dei nuraghi
Intervengono: Raimondo Zucca, Gigi Sanna
Modera: Giorgio Galleano.

L’esistenza di una scrittura nuragica è da molti anni al centro delle dispute sulla protostoria sarda. Per la prima volta ne discutono in pubblico Raimondo Zucca, archeologo e docente all’Università di Sassari e Gigi Sanna, insegnante e divulgatore. Modera Giorgio Galleano giornalista e inviato del Tg3, autore del recente servizio sui “Tesori troppo nascosti” della Sardegna nella rubrica FuoriTg.

Domenica 28 luglio
ore 18.30 – Piazza Costituzione
Archeoastronomia in Sardegna: gli antichi sardi e le stelle
Intervengono: Marina De Franceschini, Michele Forteleoni, Paolo Littarru
Modera: Giorgio Galleano.

L’archeoastronomia è una disciplina scientifica accreditata nelle università di tutto il mondo, ma è praticamente assente in Italia. Su questo tema e sulle recenti novità si confronteranno Marina De Franceschini archeologa e autrice delle scoperte archeoastronomiche di Villa Adriana-Tivoli e del Pantheon di Roma, Michele Forteleoni, curatore del “2° Convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna” e Paolo Littarru autore del recente libro Il contadino che indicava la luna. Storia di un cambio di paradigma nell’archeologia sarda. Modera ancora il tema Giorgio Galleano.

Ore: 21.30 – Anfiteatro Santa Marina
Recital Dalla Luna ai Menhir
Voce recitante: Rita Atzeri
Musiche e launeddas: Nicola Agus.