19 November, 2024
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Sant'Anna Arresi 1 copia

«La delibera (N° 5/10 del 6/2/2015) di rimodulazione degli interventi infrastrutturali sulla viabilità di competenza dell’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici – Piano straordinario Sulcis, con la quale si (ri)stabiliscono le modalità di intervento e si assegna un milione di euro al comune di Sant’Anna Arresi per la messa in sicurezza della SP 73, riporta all’attenzione ancora una volta la scarsa tempistica di attuazione degli interventi del Piano Sulcis.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Dalla decisione, seppur minima, di trasferire le risorse al comune di Sant’Anna Arresi prendo spunto per sollecitare l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, affinché si dia una mossa e favorisca l’apertura dei cantieri stradali, dando tempi certi ai cittadini del Sulcis Iglesiente, che ormai, vista la burocrazia incancrenita, stentano ad avere fiducia nel Piano Sulcis.

È inoltre opportuno velocizzare la consegna dei fondi al comune di San Giovanni Suergiu per l’adeguamento della SP 77 e, infine, attendiamo con ansia che si dia una scossa alle procedure affidate all’Anas per i cantieri di sua competenza, così come individuati dalla succitata delibera, per un totale di 41 milioni di euro. Ovvero la fetta più grossa degli stanziamenti in questione.»

«Non è con i piccoli interventi, che suonano tanto di contentino – conclude Ignazio Locci -, che si risolve la mole di problemi che grava sul Sulcis Iglesiente. Il trasferimento dei denari al comune di Sant’Anna Arresi dimostra, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che le procedure per la realizzazione dei provvedimenti inseriti nel Piano Sulcis debbono essere riviste e sburocratizzate.»

Paolo Maninchedda 22 copia

La sala conferenze della Sotacarbo ospiterà venerdì 13 febbraio, dalle 16.30, un incontro dibattito con l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, organizzato dal Partito dei Sardi per il Sulcis.

Il dibattito sarà introdotto da Marco Loi, consigliere comunale di Carbonia per il Partito dei Sardi. Interverranno Franciscu Sedda, segretario nazionale del Partito dei Sardi e Luca Sarriu Coordinatore provinciale del Partito dei Sardi, imprenditori, commercianti, artigiani ed amministratori locali. Il saluto delle autorità sarà tenuto da Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia.

Paolo Maninchedda 35 copia

La Giunta regionale ha sbloccato, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, 21 milioni di euro giacenti nelle casse di Area, l’agenzia per l’edilizia abitativa della Regione Sardegna. Verranno in questo modo finanziati una serie di interventi in 36 comuni della Sardegna: 4 nuovi interventi, 8 completamenti, 21 interventi di recupero e manutenzione, 3 interventi per l’abbattimento di barriere architettoniche.
Le risorse non gravano sul bilancio regionale perché provengono dalle vendite degli alloggi nei diversi distretti Area.
«La Giunta mantiene l’impegno di non lasciare un solo euro fermo nei cassetti della Regione e di usare tutte le risorse disponibili per produrre ricchezza, lavoro e migliori condizioni di vita – dice l’assessore Maninchedda -. La delibera risponde anche alla richiesta delle imprese e dei sindacati, ribadite non più tardi di ieri, di avviare molti cantieri manutentivi, giacché sono i più aggredibili per le aziende sarde e quelli più suscettibili di realizzare il migliore matching tra domanda e offerta di lavoro locale.»

Si è svolto ieri sera il confronto fra il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e degli Enti locali Cristiano Erriu con i sindacati confederali e i sindacati degli edili. L’obiettivo dell’incontro è riuscire a incrociare domanda e offerta di lavoro nel settore dell’edilizia per creare nuova occupazione e garantire il rientro nel mondo del lavoro a chi l’ha perso.
In sostanza è stato istituzionalizzato il tavolo fra Anas, sindacati, imprese, servizi territoriali del lavoro e Comuni per favorire un processo di matching fra imprese che si aggiudicano gli appalti di opere pubbliche in Sardegna, rendendole consapevoli di quale sia l’offerta di lavoro e la qualità dell’offerta di operai e tecnici specializzati che magari sono stati espulsi da un’altra impresa e possono essere riassunti da chi vince un altro appalto. Si è poi aperto un tavolo di verifica sulla normativa europea e italiana sugli appalti per verificare come sviluppare al massimo l’inserimento nei bandi di norme ambientali e sociali.

«Stiamo continuando il confronto con i sindacati, un confronto proficuo per ottimizzare il rapporto fra domanda e offerta di lavoro legata al sistema delle opere pubbliche in modo da massimizzare la creazione di nuovi posti di lavoro e allo stesso tempo il ricollocamento di lavoratori del settore edilizio espulsi dal mercato del lavoro – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – Si procederà ora a una verifica dell’impianto normativo in modo da eliminare tutte le rigidità che di fatto impediscono una ricaduta in termini di ricchezza e di lavoro dei grandi investimenti infrastrutturali che la Regione realizza nel proprio territorio.» I

Il presidente ha poi ricordato il mutuo infrastrutture da 700 milioni inserito nella manovra finanziaria che si articola su quattro direttive: il settore viario, la mitigazione del rischio idrogeologico, il multisettoriale – per esempio le dighe – e l’intervento idrico-fognario-depurativo.

«Nei primi otto mesi di governo abbiamo trasferito al sistema degli enti locali e dunque delle piccole imprese edili un ammontare complessivo di 60 milioni di euro – ha ricordato l’assessore Maninchedda -. Abbiamo bandito il famoso Bando multilinea, quello delle cantierabili che certamente ha dei limiti per ciò che riguarda la non selettività degli interventi ma che ha anche il grande merito di aprire 101 cantieri in Sardegna per un ammontare di 70 milioni, cantieri che partono immediatamente visto che le opere vanno tutte consegnate entro il 30 settembre di quest’anno. Stiamo favorendo gli interventi di Area, l’agenzia per l’edilizia abitativa della Sardegna, a breve la Regione varerà un piano da 20 milioni, e stiamo sostenendo un sistema delle manutenzioni che è un universo di appalti piccoli particolarmente appetibile per le imprese sarde che non hanno grande capitalizzazione. Questo è quello che stiamo facendo, ed è sotto gli occhi di tutti – ha concluso l’assessore dei Lavori pubblici -. Ora i Comuni devono programmare autonomamente i propri interventi per le piccole opere pubbliche in modo da non dipendere dallo stanziamento regionale ma da poter programmare sulla base delle proprie risorse, contando però su un fondo che la Regione mette a disposizione.»
Semplificazione e snellimento burocratico, meccanismi di premialità che consentano di immettere nuove risorse per il rilancio dell’edilizia insieme a quelle destinate alla valorizzazione dei centri storici e alla riqualificazione urbana delle periferie, valorizzazione delle competenze e delle professionalità, impegno a definire in tempi brevi una architettura di pianificazione che trovi il punto di incontro fra tutela ambientale e le esigenze di sviluppo economico e occupazionale. Queste sono, per l’assessore Cristiano Erriu, priorità è urgenze nel settore edilizio.

«Oggi c’è stata una sostanziale condivisione delle diverse strategie di attacco che abbiamo discusso con i sindacati – ha detto Erriu – Abbiamo parlato di grandi opere infrastrutturali e di opere pubbliche locali. Noi ci impegniamo a monitorare un settore in profonda crisi, 30mila occupati in meno, puntando a una crescita qualificata, organica, equilibrata nei territori. Continueremo a ragionare coi sindacati – ha concluso l’assessore degli Enti locali – sugli strumenti ottimali, il miglioramento di quelli esistenti e sulle condizioni finanziarie e gli strumenti per poter realizzare gli obiettivi concordati.»

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e gli assessori della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, hanno incontrato i presidenti dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, e del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna, Giuseppe Casti, per discutere della gestione e del costo di smaltimento dei rifiuti e del gestore del servizio idrico.
Piersandro Scano e Giuseppe Casti hanno manifestato il grave disagio sociale e la tensione istituzionale che la pressione fiscale e tariffaria prodotta dalle politiche di finanza pubblica sta generando nella società sarda. In particolare è stata sottolineata la connessione tra la crisi dei redditi e il clima di tensione e di ostilità verso le istituzioni che va diffondendosi nell’Isola. L’analisi dei problemi e delle relative possibili soluzioni si è concentrata nell’incidenza della Tari e dei conguagli regolatori di Abbanoa.
«Il confronto con ANCI e Cal sui rifiuti, importante e proficuo, si è concluso con l’istituzione di un tavolo congiunto che dovrà elaborare entro trenta giorni una proposta di intervento sulla tariffazione relativa al costo di smaltimento – spiega l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano -. Questo consentirà prima di tutto ai comuni più virtuosi nella raccolta differenziata di ottenere una riduzione dei costi a tutto beneficio dei cittadini.»
Per quanto riguarda i conguagli regolatori di Abbanoa, l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha comunicato che è in corso una importante interlocuzione con Cassa Conguagli e con l’Autorità per l’Energia per ottenere un’anticipazione e una rateizzazione più compatibili con l’attuale situazione economica della Sardegna. «I contatti sono quotidiani – ha assicurato Maninchedda – e comunque la Regione intende definire la questione prima del 30 marzo, data della scadenza delle prime bollette Abbanoa.»
Impianto di trattamento dei rifiuti di Sa Terredda 5 copia

Il Consiglio ha approvato il disegno di legge n. 34/A “Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno con l’esame degli articoli del Dl n°143/A – “Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna ai sensi dell’art. 2 comma 186/bis della legge 23 dicembre 2009 n° 191 e del Decreto legislativo 3 aprile 2006 n° 152”.

L’Assemblea ha approvato il titolo del disegno di legge. Prima di passare all’art. 1 il presidente ha comunicato il ritiro degli emendamenti da 1 a 15, presentati dal capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau, e dal 16 al 25 presentati dal consigliere Ignazio Tatti, dell’Udc.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha annunciato di voler fare propri gli emendamenti 1 e 3 all’art. 4 presentati dal consigliere Arbau e poi ritirati.

Successivamente, il Consiglio ha approvato gli articoli 1 e 2  e 3 del disegno di legge.

Prima dell’esame dell’art. 4 il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau ha rivolto un appello ai colleghi di Forza Italia «in considerazione del lavoro proficuo fatto in mattinata; gli emendamenti sono superati dalla presenza di uno studio preliminare sulla dimensione degli ambiti su cui sono personalmente scettico ma occorre dare continuità al lavoro portato avanti fin qui».

Per Forza Italia, il consigliere Alessandra Zedda ha accettato la proposta di ritiro, chiarendo però che «si è voluto utilizzare questo strumento per aprire un momento di riflessione, non siamo contrari ad una pluralità di ambiti anche in vista riforma degli Enti locali, ma l’ambito unico ha dimostrato di essere quello più economico ed efficace oltre che il meno costoso».

Il relatore di maggioranza Salvatore Demontis (Pd) ha osservato che la legge non dice che ci saranno uno o più ambiti, si parla invece di una soluzione per dare il miglior servizio ai cittadini; «il comitato tecnico scientifico serve proprio a dare senso a questo passaggio oggettivo e non politico».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «c’è un clima positivo che porterà forse ad una convergenza però occorre lasciare spazio anche ad osservazioni critiche; ha ragione il Cal a dire che alcune parti della legge sono lapalissiane, si potrà tornare sulla dimensione dell’ambito ma dire che la legge si può cambiare è inutile, così è un messaggio rivolto all’esterno».

Al termine di quest’ultimo intervento, l’Aula ha approvato l’art. con 30 voti favorevoli e 7 contrari.

Sull’art. 5 il vice capogruppo di Forza Italia ha dichiarato che, anche in questo caso, «la minoranza ha dato l’ennesima dimostrazione di voler dare un contributo utile, condividiamo l’emendamento del consigliere Arbau, espresso anche dal Cal, nel senso che riteniamo che il comitato istituzionale debba poter dare un parere anche sulle linee guida programmatiche del nuovo organismo di governo del settore».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha tenuto a precisare che il testo della legge fa riferimento alla pianificazione strategica della Regione che resta in capo alla stessa Regione e non è giusto e opportuno confondere i due livelli.

Dopo l’intervento del consigliere Demontis, il Consiglio ha approvato l’art. 5 del disegno di legge.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperta la discussione sull’articolo 6 (organi dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna) e sugli emendamenti ed ha invitato il relatore di maggioranza ad esprimersi sull’emendamento all’emendamento n. 29 (sostitutivo parziale) e n. 35 (aggiuntivo). Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha espresso parere favorevole ed ha sottolineato che l’emendamento 29 recepisce le osservazioni formulate in proposito dal Cal.

L’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha formulato parere conforme  quello del relatore ma ha evidenziato (in riferimento all’emendamento 35) come “nessun parere possa considerarsi vincolante”. La consigliere di Fi, Alessandra Zedda, ha dichiarato il voto a favore per entrambi gli emendamenti mentre il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha proposto, sulla base dell’indicazione dell’assessore Maninchedda, un emendamento orale all’emendamento 35 per sopprimere la parola “vincolante”.

Il presidente Ganau ha posto in votazione l’emendamento 29 (Solinas Antonio e più) che stabilisce in riferimento all’attività di direzione della gestione dell’ente che le funzioni di direttore siano attribuite ad un dirigente scelto tra soggetti estranei all’ente, con comprovata esperienza almeno quinquennale nel settore dei servizi idrici in organismi e enti o aziende pubblici o privati.  L’emendamento è stato approvato all’unanimità dai 41 consiglieri votanti. Di seguito con 39 voti favorevoli e 1 solo contrario è stato approvato l’articolo 6 e poi l’Aula ha dato il via libera all’emendamento orale del consigliere Antonio Solinas all’emendamento aggiuntivo n. 35 (Cocco Pietro e più) che è stato approvato con la seguente dicitura: “Nell’articolo 6, al comma 2, dopo le parole Giunta regionale sono aggiunte le seguenti parole: acquisito il parere della commissione competente per materia in Consiglio regionale”.

Si è proceduto con la discussione e l’esame dell’articolo 7 (Comitato istituzionale d’ambito). Il relatore della maggioranza, Salvatore Demontis (Pd) ha formulato il parere favorevole agli emendamenti 31 (Solinas A e più); 28 (Cocco Pietro e più); 36 (Cocco Pietro e più); 33 (Solinas Antonello e più) e all’aggiuntivo n. 30 (Solinas Antonio e più). L’assessore dei Lavori pubblici ha dichiarato il parere della Giunta conforme a quello espresso dal relatore della maggioranza. Il consigliere di Fi, Marco Tedde, ha preannunciato il voto a favore ma ha chiesto all’esecutivo un approfondimento in ordine alle incompatibilità e inconferibilità degli incarichi ai sensi del decreto legislativo 39/2013. Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha chiarito che gli incarichi oggetto del Dl 134 non riguardano l’attribuzione di funzioni di natura gestionale e quindi non rientrano tra quelli ricompresi nella legge Severino. Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha sottolineato il maggior ruolo attribuito nell’ex Ato agli Enti locali ed in particolare ai piccoli comuni montani. Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha quindi proposto un emendamento orale al comma 2 dell’articolo 7 proponendo di aggiungere che ciascun sindaco componente del comitato istituzionale può delegare a rappresentarlo non solo un assessore ma anche un consigliere comunale del Comune di cui è espressione.

La consigliera di Fi, Alessandra Zedda, ha preannunciato il voto a favore e ribadito le perplessità espresse dal suo collega di gruppo Tedde in ordine alle eventuali incompatibilità. L’Aula ha quindi approvato l’emendamento soppressivo parziale n.31 che così recita: “nella lettera e) del comma 7, le parole – anche ai fini di assicurare, quando ricorrono le condizioni di legge, il controllo analogo – sono soppresse”; l’emendamento sostitutivo parziale n. 28 che così recita: “Al comma 1, sono introdotte le seguenti modifiche: la lettera a) è così sostituita: a) dal presidente della Regione o da un suo delegato. Alla lettera e) la parola – due – è sostituita dalla seguente – quattro -“; l’emendamento sostitutivo parziale n. 36 che così recita: “Il comma 3 dell’articolo 7 è sostituito dal seguente: 3. lo svolgimento dell’incarico di cui al comma 1 è gratuito e l’ente di governo dell’ambito rimborsa ai componenti del comitato, secondo le procedure adottate per le trasferte, le spese da questi sostenute”; l’emendamento sostitutivo parziale n. 33 che così recita: “Il comma 4 dell’articolo 7 è così sostituito: il presidente del comitato è eletto tra i componenti sindaci dello stesso”.

L’Aula ha approvato l’emendamento orale proposto dal consigliere Antonio Solinas ed ha dato il via libera all’articolo 7 ed all’emendamento aggiuntivo n. 30 che così recita: “Al comma 6, alla fine, dopo le parole – Consiglio delle autonomie locali – sono aggiunte le seguenti -nel rispetto dei criteri dallo stesso individuati”.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 8 (Conferenze territoriali) e sull’emendamento 34. L’articolo definisce composizione e compiti delle Conferenze territoriali, mentre l’emendamento 34 (Cocco Pietro e più), sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza e opposizione, sostituisce il comma 1 con il seguente: “Nelle more dell’approvazione della legge per il riordino degli enti locali, il territorio della Sardegna è ripartito in conferenze territoriali coincidenti con le otto circoscrizioni elettorali”. Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, il quale ha sottolineato l’importanza dell’emendamento che garantisce a tutti i territori di essere rappresentati. Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento che è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli. Approvato poi anche il testo dell’articolo 8 con 38 voti favorevoli. Il presidente ha poi aperto la discussione sull’articolo 9 (Personale dell’ente di governo dell’ambito della Sardegna). E’ intervenuta il consigliere Alessandra Zedda (FI), la quale ha ricordato che il personale dell’ex Autorità d’ambito è stato assunto con le procedure di mobilità, quindi era già in ruolo nelle pubbliche amministrazioni. Con questa legge si sta sanando, secondo Zedda, una situazione di incertezza e trovando una soluzione ideale. Messo in votazione il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 9.

Il presidente ha poi aperto la discussione sull’articolo 9 bis (Collegio dei revisori dei conti) e sull’emendamento sostitutivo parziale n. 27, sottoscritto da maggioranza e opposizione. Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd), ha illustrato l’emendamento spiegando che, poiché si tratta di professionisti, è stato stabilito che il collegio dei revisori avrà un compenso pari a quello spettante ai revisori dei conti dei Comuni con più di 15mila abitanti. Il presidente ha prima messo in votazione l’emendamento che è stato approvato. L’Aula ha poi approvato il testo dell’articolo 9 bis all’unanimità con 40 voti favorevoli.

Via libera anche all’articolo 10 che disciplina le disposizioni transitorie al subentro dell’Ente di governo dell’ambito. La norma stabilisce che entro quarantacinque giorni dall’entrata in vigore della legge, il presidente della Regione convoca ed insedia il Comitato istituzionale d’ambito. Entro sette giorni, invece, il presidente della Regione, con proprio decreto, dovrà nominare un Commissario straordinario scelto, sulla base di una designazione del Consiglio delle autonomie locali, tra coloro che esercitino la carica di sindaco presso i comuni capoluoghi di provincia. Il Commissario, che avrà la legale rappresentanza dell’Ente di governo dell’ambito e curerà l’ordinaria amministrazione, decadrà automaticamente alla data di insediamento del Comitato istituzionale.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione l’articolo 11 che conferisce al Presidente della Regione il potere sostitutivo di nominare un commissario ad acta in caso di inerzia da parte dell’Ente di governo d’ambito. La norma è stata approvata dall’Aula che ha poi dato il via libera a un emendamento sostitutivo parziale, primo firmatario Antonio Solinas (Pd), che limita i poteri sostitutivi del presidente della Regione “ai casi di ritardi o di omissione da parte dell’Ente di governo d’ambito della Sardegna nell’adozione di atti obbligatori per legge”.

Parere positivo del Consiglio anche per l’articolo 12, sull’attività di gestione delle acque meteoriche e di drenaggio urbano, e l’articolo 13 sulla gestione sostenibile delle risorse idriche.  

Si è poi passati all’esame dell’articolo 14 che fissa un termine di cinque anni per la cessione delle azioni di Abbanoa da parte della Regione ai Comuni. L’articolo è stato approvato all’unanimità. Disco verde anche per l’articolo 14 bis, che integra la legge regionale n.19 del 2006 (disposizioni in materia di risorse idriche e bacini idrografici), l’articolo 15 che abroga precedenti disposizioni in materia di servizio idrico integrato (legge 29 del 1997; articoli1,2,3 della legge 15 del 1999; art 6 della legge 7 del 2003; articoli 1,2 della legge 11 del 2005; il comma 3 dell’art 13 della legge 2 del 2007 e il comma 7 dell’art.21 della legge n4 del 2006) e l’articolo 16 (entrata in vigore della legge).

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della legge. Il provvedimento è stato approvato con 41 voti favorevoli, uno contrario e tre astenuti.

Al termine delle operazioni di voto, il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Consiglio regionale 1 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del Dl 134/A – “Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna ai sensi dell’art. 2 comma 186bis della legge 23 dicembre 2009 n. 191 e del Decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152”.

La seduta statutaria del Consiglio, obbligatoria in base dell’art. 20 dello Statuto, si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito e in considerazione del ritardo con cui alcuni consiglieri stanno raggiungendo la città di Cagliari a causa del maltempo, il presidente ha sospeso la seduta, rinviandola alle 11,30.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha avviato la discussione del primo punto all’ordine del giorno, la riforma del servizio idrico regionale, contenuta nel Dl 134/A, dando la parola al relatore di maggioranza Salvatore Demontis, del Pd.

Demontis ha evidenziato in apertura che un passaggio importante dell’azione riformatrice del governo regionale. «Si tratta, infatti – ha detto – di una delle riforme fra le più urgenti, con cui si porta a compimento un processo che in realtà doveva essere completato già nel 2009; le conseguenze giuridiche e politiche di questo stallo hanno rallentato l’azione della Regione mentre la normativa statale ha fortemente innovato il settore e, sul piano regionale, pur non nascondendo le responsabilità del management di Abbanoa, vanno riconosciute quelle della classe politica per reiterazione gestione commissariale che ha avuto riflessi negativi nei rapporti fra Regione ed Enti locali». «La Sardegna – ha proseguito Demontis – deve avere una legge moderna in un settore strategico; l’impostazione di fondo tracciata dalla Giunta, è positiva perché traccia un equilibrio che tiene conto della particolare situazione del sistema regionale, attribuisce un giusto ruolo agli impianti attivi in aree sovra-comunale, e individuale linee principali di una gestione sostenibile che, se non ci fosse, aprirebbe la strada a conseguenze molto negative per i cittadini così come avviene nel settore dei rifiuti». «L’intervento della commissione – ha poi spiegato il consigliere Demontis – «si è articolato su alcuni rilievi relativi all’ambito unico e la sua eventuale modifica tendendo fermo il carattere solidaristico di questi organismi, la progressiva cessione di quote proprie a favore dei Comuni anche per assicurare un effetto-calmiere sulle tariffe». «Inoltre – ha concluso Demontis – vanno valutate positivamente le parti della legge riguardanti la disciplina transitoria per il superamento termine del 31 dicembre per riforma che secondo la legge nazionale doveva partire 1° gennaio, il raccordo fra territori, il centro unico responsabilità amministrative in attesa dell’entrata a regime del nuovo ente, la figura dell’amministratore unico: un testo, in definitiva, equilibrato e coerente».

Ignazio Tatti (Udc Sardegna), relatore di minoranza, ha messo l’accento all’inizio del suo intervento sul senso di responsabilità mostrato dall’opposizione in commissione, nella disciplina di un settore fra i più delicati della Sardegna. Il testo, comunque, presenta secondo Tatti alcune lacune significative. Sul metodo, ha affermato, «va criticata la Giunta che, dopo diversi mesi, non ha attivato la necessaria azione di confronto ed ha chiesto approvazione del proprio testo su una sorta di fiducia a ridosso della fine dell’anno». «Di conseguenza – ha spiegato – i tempi si sono ristretti anche per Cal del quale era necessario il parere». Per quanto attiene al contenuto del testo, a giudizio del consigliere Tatti non appare soddisfacente. «Intanto perché – ha dichiarato – non tiene nel giusto conto le osservazioni migliorative formulate sia pure tardivamente dal Cal, soprattutto in riferimento all’attività tecnico-amministrativa, la sovrapposizione di alcune figure di governo, il sistema dei controlli, la progressiva cessione delle quote di Abbanoa Spa ai Comuni, il blocco sostanziale delle conferenze territoriali fino all’entrata in vigore della nuova riforma degli Enti locali, il non giustificabile mantenimento del 49% delle quote in capo alla Regione». Tutto questo, ha sintetizzato il relatore di minoranza, «impedirà di fatto l’entrata in vigore immediata di una parte consistente della riforma ed assegna un ruolo generico agli Enti locali». Tatti, infine, ha assicurato un impegno del suo gruppo e dell’opposizione a sostegno delle proposte migliorative del Cal, attraverso emendamenti specifici

Il consigliere del Pd, Gianmario Tendas, ha auspicato l’approvazione del Dl 134 perché consente il superamento dell’attuale gestione commissariale ed ha sottolineato il ritardo con il quale si procede con l’approvazione della norma di riforma in Consiglio regionale. L’esponente della maggioranza ha inoltre saluto con favore le disposizioni riguardanti la costituzione dell’autorità di governo d’ambito ma ha dichiarato di “non essere sicuro” che le norme che ne regolano la composizione (3 assessori e 8 sindaci) siano le migliori tra quelle possibili.

Tendas ha espresso perplessità sui contenuti del punto j) comma 7) dell’articolo 7 (il controllo della gestione del servizio idrico integrato, anche al fine di verificare il rispetto, da parte del gestore, dei livelli qualitativi minimi dei servizi che devono essere garantiti nell’ambito e del rispetto degli standard economici e tariffari stabiliti nella convenzione di gestione) e manifestato critiche alla qualità del servizio reso da Abbanoa pur riconoscendone i recenti miglioramenti.

Il consigliere Marco Tedde (FI)  ha definito una “censura all’assessore” la relazione di maggioranza, illustrata dal consigliere Demontis (Pd), nella parte in cui si evidenziano i ritardi con il quale il Dl 134 arriva all’esame del Consiglio.

L’esponente della minoranza ha inoltre definito “singolare” il previsto parere espresso dal Cal che ha dichiarato “parere positivo al disegno di legge”, subordinandolo però all’approvazione di una serie di modifiche. A giudizio di Tedde il Dl 134 presenta evidenti problemi coerenza con il dettato del decreto n. 39/2013 per quanto attiene le incompatibilità.

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha rivolto un particolare ringraziamento al relatore, Salvatore Demontis, per la buona sintesi fatta dell’opinione della maggioranza a riguardo del Dl che istituisce “l’Ente di governo dell’ambito della Sardegna”, ed ha poi espresso due considerazioni a titolo “personale”.

La critica ha riguardato l’eccessiva presenza della Regione nella gestione integrata del servizio idrico. «La legge Galli – ha dichiarato Deriu – stabilisce attività di indirizzo in capo agli Enti locali, quelle di gestione, proprie del gestore che si aggiudica la gara, e di controllo che sono proprie della Regione». «La Regione – ha proseguito l’esponente della maggioranza – è presente invece in tutti e tre i momenti ed a questo proposito è inutile entrare nel merito di quanti debbano essere gli assessori presenti nel “comitato istituzionale d’ambito, perché il punto è se la Regione deve essere presente oppure no».

Deriu ha invece rivolto un plauso per il dettato dell’articolo 4 del Dl 134 perché «definisce tramite analisi scientifica l’ambito ottimale». La condizione («è una vera rivoluzione copernicana») significa – a giudizio del consigliere Pd – «tutelare i contribuenti in quanto l’ambito ottimale è la condizione per offrire beni e servizi con la tariffa al costo di produzione più bassa possibile.»

«Approviamo una legge coraggiosa e moderna – ha concluso Roberto Deriu – che sarà però osteggiata dalla burocrazia regionale.»

Mario Floris (Uds), dopo aver stigmatizzato il ritardo con il quale si è portato il provvedimento in Aula, ha evidenziato la necessità di procedere ad un esame attento di una legge così importante per la Sardegna.

«L’obiettivo della proposta è quello di costruire un’efficiente collaborazione tra regione e comuni per la gestione del servizio idrico integrato – ha detto Floris – il vero nodo della questione sono infatti le difficoltà causate finora ai territori e alle famiglie. In questi anni abbiamo assistito a una gestione “esosa” del servizio idrico che ha fatto rimpiangere le vecchie gestioni affidate ai comuni.»

Floris ha poi rimarcato i dubbi e le perplessità manifestate dai rappresentanti degli enti locali sulla proposta di legge in discussione. «La Giunta – ha affermato il leader dell’UDS – affida alla proposta una missione che è una speranza: costruire una collaborazione tra regione e comuni per evitare sovrapposizioni, rendere più semplici le procedure, migliorare i servizi. Ma tutto ciò va a cozzare con la presa di posizione degli enti locali che accusano la Regione di dirigismo e denunciano l’accentramento di potere». Secondo Floris, la legge dovrebbe porsi come obiettivo la realizzazione di un servizio idrico integrato che eviti imposizioni per i comuni e tariffe esose ai cittadini «come sta avvenendo in questi giorni con richieste di cauzioni e conguagli da parte di Abbanoa».

Il consigliere di minoranza ha quindi concluso il suo intervento invitando la Giunta ad ascoltare le istanze degli enti locali. «Si arrivi a una decisione condivisa – ha detto Floris – questo provvedimento nasce imperfetto perché a monte avrebbe dovuto avere la riforma degli enti locali».

Chiusa la discussione generale, il presidente del Consiglio ha dato la parola all’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, per la replica. L’esponente dell’esecutivo, dopo aver ringraziato la Commissione per il lavoro svolto, ha respinto le accuse di ritardi e rivendicato l’azione della Giunta finalizzata al superamento dell’attuale sistema di gestione del servizio idrico integrato.

«Accusare la Giunta di ritardi è strumentale – ha detto Maninchedda – la legge 191 del 2009 che aveva abrogato l’autorità d’ambito non aveva proceduto ad emendare il decreto 152 del 2006 che è stato modificato solo nel novembre 2014 dallo Sblocca Italia. La legge oggi in discussione rientra nell’insieme delle iniziative della Giunta per rendere sostenibile tutto il ciclo dell’acqua.»

L’assessore ha ricordato l’azione dell’esecutivo sui bacini, che ha consentito di sostenere un contenzioso con Enel davanti al Tribunale delle acque, e il risanamento di Abbanoa che ha portato il tribunale a recedere dalla richiesta di fallimento visto il miglioramento dei conti e dell’efficienza della società.

Maninchedda ha poi chiarito l’obiettivo della legge: costruire un sistema che porti a un miglioramento dei servizi. «Questa legge mette in luce una grande ipocrisia sulle gestioni passate – ha detto l’assessore – la verità è che molte amministrazioni hanno costruito impianti inadeguati, oggi diventati fatiscenti, sui quali la Regione deve intervenire». Maninchedda ha poi difeso la linea della Giunta di assegnare alla Regione il compito realizzare le connessioni e finanziare le infrastrutture senza scaricare i costi sulle tariffe idriche. «Noi vogliamo arrivare ad un miglioramento del sistema e uscire poi dalla partita – ha concluso Maninchedda – i conflitti istituzionali sono inutili e non fanno altro che generare debito».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato. Il presidente ha poi sospeso la seduta ed ha annunciato che gli emendamenti potranno essere presentati fino alle 15,30. Entro tale termine sono 36 gli emendamenti presentati. I lavori sono ripresi alle 16.00.

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La Giunta regionale ha approvato l’istituzione del Comitato regionale del Fondo per l’occupazione dei diversamente abili, organismo che indica le finalità dei fondi derivati dalle sanzioni degli ispettori ministeriali del lavoro, proposta dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura.
Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, è stato approvato il rinnovo dell’adesione alla sperimentazione del modello Programma di Interventi per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione (P.I.P.P.I.). Promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il programma, finalizzato a prevenire l’allontanamento dal nucleo familiare di bambini e ragazzi a rischio, è finanziato con 125mila euro, di cui 100 mila statali. Sempre dall’assessore Luigi Arru, la proroga di un mese del commissario della casa di cura di Ploaghe.
L’assessore Donatella Spano ha presentato la delibera che autorizza l’utilizzo del personale dell’Ente Foreste della Sardegna per il Progetto Orti sociali e centro di aggregazione naturale del comune di Macomer. Autorizzato inoltre l’esercizio provvisorio del bilancio dell’esercizio 2015 di ARPAS, Agenzia Conservatoria delle Coste ed Ente Foreste. E’ stata approvata, infine, l’intesa con la Capitaneria di Porto di Cagliari sul Piano di gestione dei rifiuti del porto turistico di Marina di Capitana (Quartu Sant’Elena).
E’ stata approvata la delibera portata all’attenzione dell’Esecutivo dall’assessore Claudia Firino che autorizza l’esercizio provvisorio dell’Isre di Nuoro.
Su proposta dall’assessore Cristiano Erriu, è stato ceduto al comune di Alghero a prezzo simbolico il terreno in cui ubicare un’area sosta temporanea per camper e roulotte, per far fronte all’emergenza rom.
Presentata dall’assessore Paolo Maninchedda è stata approvata, a seguito della legge di riordino dell’Ente in Consiglio regionale, la proroga dell’incarico al Commissario straordinario dell’Enas.

 

E’ stato istituito oggi un tavolo tecnico paritetico fra Regione, Anci e Cal che avrà come primo obiettivo quello di elaborare un disegno di legge urgente sul coordinamento della finanza regionale e di quella degli enti locali, passaggio indispensabile dopo l’entrata in vigore delle nuove norme sui bilanci armonizzati. È stato deciso oggi al termine dell’incontro all’ottavo piano della sede della Regione in viale Trento fra l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e i presidenti di Anci e Cal, Piersandro Scano e Giuseppe Casti.
È stato poi deciso di predisporre un confronto approfondito sui temi dell’aumento della pressione fiscale indiretta derivata dall’aumento delle tariffe dei servizi essenziali e di condividere l’emendamento all’articolo 5 della legge finanziaria per l’istituzione di un Fondo di rotazione per le opere pubbliche di interesse locale.

«Sono molto soddisfatto per la collaborazione che è stata concretamente avviata – dice l’assessore Maninchedda – una collaborazione che saprà dare risposte più adeguate ai cittadini sardi, restituendo loro al tempo stesso un rinnovato senso dello Stato.»

«È un momento molto complesso della società sarda e della vita dei comuni. In un quadro di questo genere uno spirito di collaborazione istituzionale deve portare tutti, Regione e Comuni, a privilegiare le ragioni di dialogo rispetto a quelle di differenziazione senza per questo rinunciare alle proprie posizioni ma ricercando le vie dell’intesa – dice il presidente dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano -. È quello che oggi stiamo cercando di fare, Regione ed Enti Locali, sui temi della tensione sociale, del costante aumento delle tasse comunali in applicazione delle norme dello Stato, e della legge finanziaria regionale con particolare riferimento all’articolo 5, quello che riguarda le disposizioni in materia di opere pubbliche, sul quale è in corso una importante interlocuzione con l’assessore Maninchedda.»

Secondo il presidente del Cal, il Consiglio delle Autonomie locali, Giuseppe Casti «il confronto deve riguardare non solo l’articolo 5 ma anche altre parti della Finanziaria che sono fondamentali nella vita dei Comuni. I tagli statali alle finanze comunali sono pesantissimi, in questo modo le tensioni rischiamo di acuirsi. Quindi – conclude Casti – proponiamo alla Regione di mettere a punto insieme a noi proposte che vadano incontro alle difficoltà dei Comuni e ne alleggeriscano la sofferenza sociale».

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In Sardegna aprono centinaia di cantieri per un totale di 70 milioni di euro in 101 Comuni grazie al bando a sportello che ha messo a disposizione fondi europei Fesr 2007-2013 per progetti in fase definitiva. Le opere dovranno essere tutte consegnate entro il 30 settembre di quest’anno: tempi brevi, dunque, che consentiranno di rimettere subito in moto l’economia dell’isola creando molte centinaia di nuovi posti di lavoro. Il bando, approvato in Giunta il 25 novembre scorso e pubblicato il 3 dicembre con scadenza al 31 gennaio, ha ricevuto finora 482 domande per un totale di 232 milioni di euro, presentate da 255 Comuni e 7 fra Consorzi, Unioni di Comuni e Commissari delle Province.

«Il successo del bando ci dimostra che avevamo ragione a sperimentare una strada nuova puntando su un bando a sportello per provare a salvare soldi europei che altrimenti sarebbero andati perduti e dare così subito una sferzata alla nostra economia – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci -. Siamo partiti con 20 milioni, dopo due giorni viste le tantissime richieste abbiamo raddoppiato a 40 e oggi stiamo erogando 70 milioni. E chi è rimasto fuori potrà rientrare nei bandi successivi su cui stiamo già lavorando: abbiamo dunque dimostrato di poter lavorare bene insieme ai Comuni, con più assessorati, su più linee di azione ma con un’unica regia con l’obiettivo di spendere presto e bene i fondi europei e dare risposte certe e rapide ai territori.»

Risparmio energetico, dissesto idrogeologico, itinerari culturali, salvaguardia del patrimonio architettonico e riqualificazione dei centri minori sono i cinque settori interessati dai cantieri. L’analisi delle richieste ammesse e finanziate in questa prima fase mostra che la provincia di Oristano conta il numero più alto di Comuni finanziati, 28 per un totale di 14 milioni e mezzo. Seguono Sassari (22 per 19,8 milioni), Nuoro (15 per 8 milioni), Cagliari (14 per 10,8 milioni), Ogliastra (9 per 14,5 milioni), Medio Campidano (6 per 4,9 milioni), Carbonia Iglesias (5 per 4,8 milioni) e Olbia Tempio (2 per 1,6 milioni). L’importo più corposo, 44 milioni di euro, finanzierà interventi di risparmio ed efficienza energetica; 10,2 milioni andranno alla riqualificazione e valorizzazione dei centri minori, 8,9 agli interventi contro il dissesto idrogeologico, 3,8 al recupero architettonico e 3,1 alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

«Questo è solo un primo ma importantissimo passo verso l’approccio che il presidente Pigliaru aveva detto di voler avere con i fondi europei, ovvero bandi multilinee e multifondo – sottolinea l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda -. Questo bando ha avuto successo ben oltre le aspettative, il che dimostra che i Comuni hanno imparato bene a fare progettazione definitiva, ad andare oltre il preliminare. Sicuramente, la carta vincente è stata riuscire a incrociare perfettamente le richieste degli Enti locali sardi con l’offerta della Regione, è la risposta più corposa è arrivata dai Comuni di piccole dimensioni.» 

Si tratta di interventi ammissibili a finanziamento nelle linee di attività del POR FESR 2007/2013, la cui previsione di spesa è inserita nel programma triennale delle opere pubbliche, dotate almeno di progettazione definitiva, che abbiano acquisito tutte le autorizzazioni amministrative necessarie e per le quali, entro trenta giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta selezione, l’amministrazione si impegni all’approvazione del relativo progetto esecutivo e all’indizione della gara di appalto entro i quindici giorni successivi.
Sono stati inoltre considerati ammissibili gli interventi per i quali a oggi sia già stato disposto l’affidamento mediante procedura di appalto di progettazione ed esecuzione sulla base di un progetto preliminare o definitivo. Infine, sono stati ammessi interventi di pronta cantierabilità, dotati di progettazione esecutiva, proposti dagli enti locali a valere sull’Avviso Opere pubbliche cantierabili, non ancora finanziate.

Per i comuni sardi è importantissimo il bando per l’immediata spendibilità di questi fondi europei, non vincolati dal patto di stabilità – dice l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu -. Per quanto concerne il tema del risparmio energetico abbiamo Comuni che hanno firmato patti tra sindaci e che mirano alla sostenibilità energetica, ora tutto questo può trovare sfogo progettuale. L’efficientamento energetico consente un risparmio notevole negli edifici pubblici molto significativo: scuole, piazze, pubblica illuminazione, parchi, centri urbani. L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio pubblico all’insegna del risparmio e del miglioramento delle performance.»

Il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu ha sottolineato che questo bando a sportello «non comporta assolutamente il rischio di perdere in qualità dei progetti, per esempio nell’idrogeologico sono tutti progetti già a un livello molto alto. Poi è chiaro che ognuno deve fare la sua parte, la Regione sta mettendo in atto importanti politiche keynesiane che vanno capitalizzate al meglio».