22 November, 2024
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Il ministero della Salute ha formulato parere positivo sul Punto nascita dell’ospedale Cto: semaforo verde alla deroga di un anno, con il monitoraggio sull’andamento dell’attività. Nonostante il calo dei parti tra il 2018 e il 2019, da 356 a 276, il punto nascita di Iglesias, l’unico del Sulcis, con un bacino di 130mila utenti, è stato riconosciuto come riferimento anche per diverse neo-mamme provenienti da Comuni che appartengono ad altre Assl.

Il ministero della Salute ha comunicato alla Regione la risposta alla richiesta di deroga anche per i punti nascita degli ospedali Paolo Dettori (Tempio Pausania), negativa, e Paolo Merlo (La Maddalena), interlocutoria, con decisione rinviata.

«Da Roma ancora un segnale di poca attenzione per i problemi del nostro territorio. In particolare, per ciò che riguarda il punto nascita di La Maddalena registriamo scarsa sensibilità per la condizione peculiare dovuta alla doppia insularità. Non possiamo accettare logiche rivolte al taglio dei servizi», ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas.

«I pareri espressi dal ministero della Salute alle nostre richieste di deroga per la riattivazione dei punti nascita di Tempio e La Maddalena ha aggiunto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddusono l’ennesimo schiaffo alle mamme della Sardegna. Nel primo caso la chiusura è netta. Nel secondo, dopo aver atteso una risposta per oltre un anno, tutto quello che ci viene proposto è un estenuante rimpallo con un’ulteriore richiesta di approfondimenti. L’unica nota positiva è rappresentata dal parere espresso sul punto nascita di Iglesias, a testimonianza che avevamo ragione a intraprendere questa strada. Ma non saremo mai soddisfatti finché a tutte le partorienti della Sardegna non saranno garantiti gli stessi diritti.»

L’istanza era stata formalizzata dall’assessorato della Sanità e trasmessa a Roma il 31 gennaio scorso al fine di superare i limiti stabiliti dalla normativa nazionale per i punti nascita considerati ‘sub-standard’, cioè quelli in cui si registrano meno di 500 parti l’anno. Obiettivo della richiesta: scongiurare la chiusura del punto nascita di Iglesias e riavviare le attività già sospese negli ospedali della Gallura.

Negativo, invece, il parere sul Paolo Dettori. Una risposta basata, tra le altre cose, sulla premessa per cui la richiesta di deroga non sarebbe stata giustificata in ragione del basso numero di utenti. Differente, infine, la posizione sul Paolo Merlo per cui il Ministero, pur dichiarando, al momento, di non potersi esprimere in modo favorevole, ha aperto a una fase interlocutoria.

«Le peculiarità del territorio di Tempio e La Maddalenaha precisato Mario Nieddue in particolare l’insularità di quest’ultima, non sembra siano state prese in grande considerazione nella formulazione del parere. Le risposte che abbiamo ricevuto evidenziano la necessità di rivedere i criteri definiti dal DM70 del 2015, che legano la sopravvivenza dei servizi sanitari a parametri troppo rigidi che non considerano le specificità geografiche e demografiche della Sardegna, con il risultato di creare ulteriore svantaggio e disparità fra i territori.»

«Sul punto nascita del Paolo Merlo il Ministero decide di non decidereha concluso l’assessore della Sanitàma i nostri obiettivi non sono cambiati. Proseguiremo l’interlocuzione con Roma dando immediatamente seguito all’approfondimento richiesto.»

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Il deputato del M5S Nardo Marino ha presentato un ordine del giorno che impegna la Camera ad adottare immediate misure necessarie per tutelare i cittadini che risiedono nelle Isole minori, nell’ambito delle misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

«Nella Regione Sardegna e nello specifico nord dell’Isola, dove il fenomeno della diffusione del virus Covid-19 ha avuto una diffusione allarmante, la rapidità d’intervento per scongiurare il peggioramento del quadro clinico dei pazienti è di fondamentale importanzaspiega Nardo Marino -; la crescente diffusione del virus Covid-19 nelle Regioni insulari e il rischio che lo stesso virus si diffonda nelle isole minori che a causa dei tagli alla sanità si trovano prive delle tutele sanitarie garantite invece sul restante territorio nazionale, rischia di aumentare i disagi di aree già in forte crisi socio-economica.»

«Alcune isole minori come quella di La Maddalena, oggetto della recente circolare dell’Ats che ha depotenziato l’ospedale Paolo Merlo da “Emergenza- urgenza” a “Punto di primo intervento” sono a tutt’oggi prive di un pronto soccorso, di ambulanze medicalizzate e di un servizio di elisoccorso stabile ed immediato che le colleghi con la struttura sanitaria avanzata più vicina in tempi non solo rapidi ma utiliaggiunge il deputato del M5S -. Il declassamento comporta l’impossibilità di trattare, laddove si verificasse, un caso Covid-19 con la rapidità d’intervento che in taluni casi si è dimostrata salvifica per la vita dei pazienti affetti da Covid-19. L’istituto superiore di Sanità ha chiarito come la riduzione della mobilità dei cittadini sia fondamentale per il contenimento della diffusione del virus, ma se dobbiamo limitare gli  spostamenti lo dobbiamo fare anche per quelli da e per le isole minori garantendo però la presenza di presidi territoriali organizzati idonei per la presa in carico del percorso di emergenza-urgenza, per l’erogazione di servizi delle cure primarie e per la gestione territoriale ambulatoriale-domiciliare delle patologie croniche nonché per la presa in carico dei pazienti oncologici e dializzati; garantendo la funzione di pronto soccorso con i relativi servizi di supporto.»

«Tenuto conto che la gestione della sanità è di competenza regionale, il dover garantire il diritto alla salute in maniera eguale in tutto il territorio, comprese le Isole minori, compete allo Stato – conclude Nardo Marino -, l’ordine del giorno impegna il Governo, nell’ambito dell’adozione delle misure urgenti indicate per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, a disporre l’applicazione immediata delle misure necessarie per tutelare i cittadini che risiedono nelle Isole minori.»

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La settimana di lavoro delle commissioni sarà aperta dalla riunione della commissione speciale sull’insolvenza dell’Aias, presieduta da Gianfranco Ganau (Pd), fissata per domani (martedì 8 ottobre) alle 10.30. Quella di domani sarà la seduta conclusiva.

Sempre domani, ma a partire dalle 11.30, la commissione Sanità presieduta da Domenico Gallus (Udc) sarà a La Maddalena per un sopralluogo all’ospedale “Paolo Merlo”.

Nella giornata successiva di mercoledì 9 ottobre la seconda commissione presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi) si riunirà alle 10.30 per ascoltare una relazione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza sui programmi per il 2020 ed i sindacati sulla vertenza dei dipendenti Aspal.

Nel pomeriggio, alle 16.00, audizioni dei rappresentanti delle Scuole civiche di musica sulle problematiche del settore e, alle 16.45, dell’assessore della Pubblica istruzione ed Informazione Andrea Biancareddu sul sostegno a periodici regionali, testate giornalistiche “on line” e reti televisive e radiofoniche che diffondono contenuti nelle lingue di minoranza parlate in Sardegna.

Ancora domani, alle 10.30, la commissione Attività produttive presieduta da Piero Maieli sarà impegnata in un ciclo di audizioni sulla riforma dei Consorzi industriali. In mattinata saranno sentiti i rappresentanti degli stessi Consorzi, di Confindustria e di Confapi; nel pomeriggio a partire dalle 16.00, l’Anci Sardegna ed i Commissari liquidatori dei Consorzi.

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“Nella seduta del 25 ottobre 2017 il Consiglio regionale ha approvato il documento “Ridefinizione della rete ospedaliera della Regione Autonoma della Sardegna”, contenente le disposizioni per la riorganizzazione della rete ospedaliera sarda, tenendo in considerazione aspetti fondamentali come le condizioni geomorfologiche della nostra Isola, le difficoltà dei trasporti, le criticità legate all’insularità. In particolare viene prescritto di porre particolare attenzione alla situazione delle isole minori, come quelle di San Pietro e La Maddalena. Indicazioni importantissime e purtroppo rimaste sulla carta, date le condizioni in cui versa oggi l’Ospedale Paolo Merlo, che, come come tanti altri presidi ospedalieri sardi meno fortunati, negli ultimi tempi ha continuato a perdere pezzi. Non si contano i reparti chiusi: Punto Nascita, Guardia Pediatrica, Chirurgia, consulenza Cardiologica. Mentre i servizi di Oncologia, Anestesia e Rianimazione sono stati depotenziati, quelli di Ostetricia e Ginecologia garantiti solo in alcune fasce orarie e la Dialisi, assicurata da un unico medico proveniente saltuariamente da Olbia. La Regione non deve dimenticare i presidi ospedalieri fondamentali per il territorio”. La consigliera regionale del M5S Carla Cuccu ha presentato un’interpellanza per chiedere che venga risolta la situazione di grave sofferenza in cui si trova l’Ospedale Paolo Merlo de La Maddalena. Carla Cuccu ricorda che quella de La Maddalena è un’area disagiata, con collegamenti marittimi cadenzati, per questo motivo “è impensabile – sottolinea – che il trasporto in elicottero sia attivo solo per quelle patologie in cui il fattore tempo è determinante”. “È evidente che l’offerta sanitaria de La Maddalena versa in uno stato di evidente e progressiva diminuzione, nonostante sull’isola vi siano più di 50.000 persone nel periodo estivo in aggiunta ai circa 12.000 abitanti stabili per tutto l’anno, costretti a fare riferimento all’ospedale di Olbia, sempre più congestionato e ormai al collasso”. “Chiedo al presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Nieddu in che modo intendano garantire nuova operatività all’Ospedale Paolo Merlo affinché possa diventare una struttura capace di garantire un efficiente servizio sanitario ai cittadini, residenti o turisti”. Carla Cuccu denuncia inoltre: “A tutt’oggi, in seno alla Commissione Sanità di cui faccio parte, non abbiamo ricevuto copia della bozza di riforma predisposta dall’assessore Nieddu e non è dato sapere quale sia l’idea di sanità che questa Giunta intende dare ai sardi per garantire loro cure efficienti ed adeguate”.


“La soddisfazione delle mamme a cui ho comunicato che nel processo decisionale sarebbero state coinvolte attraverso le associazioni ed i comitati del territorio, restituisce un quadro diverso da quello descritto dal consigliere Carola”. Così l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu risponde alle dichiarazioni del consigliere comunale di La Maddalena sul punto nascita dell’isola, comparse sui quotidiani locali in seguito alla visita all’Ospedale Paolo Merlo. “La valutazione – aggiunge l’assessore Mario Nieddu -è il primo passo per qualsiasi decisione ed è la ragione per cui ho voluto visitare di persona l’ospedale. Sono felice che il sopralluogo sia stata anche occasione per un confronto onesto con le mamme. Il messaggio è chiaro: sui punti nascita abbiamo delle norme nazionali da rispettare, ma questo non solo non ci impedisce di approfondire, portare avanti istanze ed elaborare soluzioni che tengano conto delle peculiarità del territorio, ma è anche la ragione per cui stiamo approntando gli Stati generali della Salute, in cui i territori avranno un ruolo attivo in questo senso”. Presente alla visita a La Maddalena anche il consigliere regionale Dario Giagoni. “L’attenzione e la volontà di stabilire un dialogo con il territorio – ha sottolineato Dario Giagoni – rappresenta già, di per sé, un segno di netta discontinuità con una politica che ha fatto l’esatto opposto per cinque anni, portando confusione e impoverimento del nostro sistema sanitario. Identificare l’assessore Nieddu con l’assessore Luigi Arru, anche solo nelle intenzioni, è quantomeno fuori luogo. Parlare di sicurezza quando c’è di mezzo la salute dei cittadini, è indice del fatto che i problemi si stanno affrontando con serietà e coscienza. Da questo punto di vista, da parte di chi sul territorio riveste un ruolo politico, anche se di minoranza, ci aspettiamo un atteggiamento costruttivo.”

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Nuovo incontro dell’assessore della Sanità Luigi Arru con i sindaci della Gallura per rispondere alle domande sui riscontri della riforma della rete ospedaliera nel territorio. Questa volta il titolare della Sanità si è confrontato con gli amministratori in occasione della Conferenza socio sanitaria, convocata ieri mattina a Olbia nella sede della provincia.

«Un incontro positivo che ci ha permesso di ribadire ancora una volta il senso delle riforme volute dalla Giunta e gli aspetti della rete ospedaliera approvati dal Consiglio regionale – commenta Luigi Arru -. Va detto che le deroghe al DM 70 mantengono un sistema iperframmentato che ci porta ad avere risorse umane insufficienti, e proprio in questa carenza di figure specializzate risiedono gran parte delle disfunzioni che stiamo comunque affrontando.»

L’assessore, nel rispondere agli interventi dei sindaci presenti, si è poi soffermato sulle questioni specifiche, in particolare su quelle relative all’ospedale de La Maddalena: «Per quanto riguarda la chemioterapia, ragioni di sicurezza legate ad alcuni casi di reazioni avverse hanno portato i medici a decidere che sia meglio effettuarla in ospedali in cui sia presente la rianimazione. In merito a questo, c’è la volontà di riportare al Paolo Merlo tutti i trattamenti che possono essere somministrati senza tali rischi. In merito al punto nascita – ha ribadito l’assessore – ricordo che finora ne abbiamo chiuso solo due, e si tratta di cliniche private di Cagliari che effettuavano circa 200 parti all’anno. Non c’è una volontà contraria a La Maddalena, ma il parere del Comitato nazionale punti nascita che dice che non ci sono le condizioni per continuare. Ricordo inoltre – ha specificato Luigi Arru – che in Sardegna c’è più di un punto nascita già in deroga rispetto ai 1.000 parti previsti; vengo spesso sollecitato a chiederne una ulteriore per La Maddalena, e ciò che posso fare è la richiesta politica al Ministero, che ci contesta di avere un eccesso di offerta, di verificare le deroghe».

Nel rispondere ai cronisti presenti, l’assessore Luigi Arru ha confermato che l’ospedale di Olbia avrà il reparto di neonatologia e ha fatto il punto sul Mater Olbia «un centro di altissima specializzazione che non si pone in competizione con gli altri ospedali sardi, ma andrà ad integrare l’offerta sanitaria regionale fornendo servizi per cui oggi tanti sardi sono costretti a spostarsi dall’isola, e che unirà le cure alla ricerca».

 

La protesta dei comitati per la “difesa della sanità pubblica” e degli ospedali di Ghilarza, La Maddalena, Ozieri, Tempio, Iglesias, Lanuesi, Isili, Muravera e Sorgono, dopo aver animato la manifestazione di piazza che ha attraversato via Roma a Cagliari, è sbarcata in tarda mattinata in Consiglio regionale, sul tavolo della conferenza dei capigruppo che, guidata dal presidente Gianfranco Ganau, ed alla presenza dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha ascoltato la rabbia e gli appelli dei piccoli centri della Sardegna che reclamano il diritto alle cure ed alla salute. «Basta tagli alla Sanità e stop ai disagi ed alla cancellazione dei servizi nei piccoli centri dell’Isola», è stato il motivo ricorrente dei diversi interventi che si sono succeduti e che hanno rappresentato, con toni a tratti crudi e ruvidi, le difficoltà e le penalizzazioni cui vanno incontro le comunità sarde per effetto delle novità introdotte con la istituzione della Asl unica e per effetto delle riforme che hanno riguardato la rete ospedaliera ed il servizio dell’emergenza- urgenza. Carenze negli organici («mancano medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo») e nelle forniture («non ci sono medicinali, garze, siringhe e persino le sacche per la diuresi sono di infima qualità») insieme con incongruenza gestionali («ad Iglesias per un semplice tamponamento si interviene con l’elisoccorso») e organizzative («chiudono i laboratori, tante sale operatorie non sono a norma mentre si continuano a trasferire reparti sena alcuna logica»): sono state queste le lamentazioni “spicciole” dei portavoce dei comitati che sul piano prettamente politico hanno affermato un giudizio tranciante sull’operato dell’assessore Arru («sta distruggendo la sanità sarda e insieme con il direttore dell’Ats continua a smantellare i presidi del sistema sanitario in tutti i territori dell’Isola»). Claudia Zuncheddu (Rete sarda a difesa della sanità pubblica) e Monia Piano (Comitato Cagliari) si sono concentrate sulle strutture del capoluogo ed in particolare “sul disastroso stato in cui versa l’ospedale Civile” e sulle incertezze che riguardano il futuro dell’ospedale Marino, del Santissima Trinità, dell’Oncologico e del Binaghi («sono stati mortificati persino i servizi per la sclerosi multipla»). «Dal Brotzu al Policlinico – ha dichiarato Piano – si è assistito al trasferimento dei primariati e non dei servizi, come è avvenuto per quelli rivolti alle grandi ustioni che possono essere trattate però solo a Sassari». «Alla Maddalena non ci si può ammalare e non si può nascere», ha incalzato Emanuela Cauli a nome del comitato che occupa il Paolo Merlo e che ha accusato senza mezzi termini l’assessore Arru di essere stato smentito, dal direttore generale dell’Ats nel corso della recente visita sull’isola dell’arcipelago, a proposito del mantenimento di strutture e reparti («nel frattempo ci è stato tolto anche il pediatra e non sono garantite neppure le visite agli anziani»). «I medici – ha incalzato Marco Fenudi (Ozieri) – non vogliono più venire a lavorare nei piccoli centri della Sardegna perché sanno che hanno il futuro segnato». «Così la gente non si sente più sicura nei nostri paesi – hanno incalzato i rappresentanti di Lanusei (Carla Lai), e Muravera (Lidia Todde) – e si alimentata di disastroso fenomeno dello spopolamento mentre gli hub sanitari di Cagliari e Sassari sono già al collasso». «Nell’arco di vent’anni – ha aggiunto Adriano Urru (Sorgono) – nel Mandrolisai si sono persi diecimila residenti e nel nostro ospedale non c’è neppure più un ortopedico mentre un pezzo delle sale operatorie è già stato spostato all’ospedale di Nuoro». «Rivisitare la rete chirurgica regionale è la necessità urgente – ha dichiarato Luigi Pisci (Isili) – perché contraddice il piano di riordino della rete ospedaliera e la paventata cessazione del servizio chirurgico nei piccoli ospedali preannuncia lo smantellamento, nei fatti, delle strutture sanitarie nei nostri territori». «Ad Iglesias avevamo tre ospedali – ha spiegato Rita Melis – ed oggi siamo ridotti ad avere dei semplici ambulatori che di altisonante hanno solo i nomi in “inglese”». L’otorino e il punto nascita sono invece la preoccupazione di Nicola Luciano che reclama “un futuro” per l’ospedale di Tempio e “più attenzione per la Gallura”. La presa di distanze del capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta («i consiglieri regionali fanno le leggi ed hanno approvato il piano di riordino della rete ospedaliera ma spetta ad altri applicarla e garantirne la piena e corretta attuazione») ha preceduto la replica, a tratti stizzita, dell’assessore Luigi Arru che, così come aveva fatto in occasione dell’incontro con il comitato per l’ospedale di Ghilarza, ha difeso le riforme sanitarie della legislatura ed ha escluso “la chiusura degli ospedali nei piccoli centri dell’Isola”. «Abbiamo attivato processi straordinari – ha affermato Arru – che hanno bisogno di tempo per dispiegare i loro effetti positivi ma pretendo lealtà e rispetto anche nelle critiche». «Non corrisponde al vero – ha proseguito l’assessore – che si vogliano ridurre i servizi, che le scelte siano di tipo ragionieristico ed all’insegna della riduzione dei costi, che si voglia fare una vera e propria macelleria sociale, la verità è che stiamo facendo quello che in dieci anni in questa Regione non si è avuto il coraggio di fare per migliorare la sanità sarda e garantire l’efficacia delle cure a tutti i sardi». «Basta allarmismo – ha tuonato Arru – e chi mi vuole criticare lo faccia con i fatti e non con i sentito dire perché noi procediamo con la stabilizzazione del personale, con gli investimenti, con i concorsi, lavoriamo cioè per creare centri di alta specialità che da decenni sono stati invece sacrificati in nome dell’iper-frammentarietà dei servizi e delle strutture sanitarie». L’animato scambio di vedute è stato riportato a sintesi con l’intervento del presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che ha escluso la chiusura degli ospedali nei piccoli centri ed ha ribadito la difesa del piano di riordino della rete ospedaliera, proprio nell’ottica della tutela di tutti i presidi sanitari e di tutti i territori della Sardegna. «Gli atti aziendali dell’Ats – ha puntualizzato Ganau – adottati in difformità dalle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera dovranno essere aggiornati alla luce di quanto stabilito nel documento approvato dall’assemblea sarda». Il presidente del Consiglio regionale ha quindi rassicurato i comitati sulla stabilizzazione e il reclutamento del personale sanitario («ma la carenza degli anestesisti è un problema nazionale legato all’accesso alla professione») ed anche sulle modifiche da apportare in sede di Giunta alla rete chirurgica («ho notizia che si sia già provveduto ad adeguarla»).

Stiamo costruendo un sistema sanitario più efficiente e integrato con un’organizzazione più razionale in grado di contenere gli sprechi senza pregiudicare i servizi. Sono venuto a La Maddalena per ascoltare i cittadini e fornire rassicurazioni sull’ospedale “Paolo Merlo” che resta in vita per continuare a svolgere il suo ruolo di presidio sanitario fondamentale nel territorio”. Lo ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru che oggi, insieme al direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano e alla responsabile dell’area socio-sanitaria dell’Assl di Olbia Antonella Virdis, ha incontrato i cittadini che hanno creato un presidio davanti alla struttura assistenziale. Erano presenti il consigliere regionale Pier Franco Zanchetta e il sindaco Luca Montella. “Non c’è alcuna volontà di ridimensionare l’ospedale né di danneggiare i pazienti eliminando parti essenziali”, ha precisato l’esponente della Giunta. Luigi Arru ha spiegato che molti importanti servizi saranno presto operativi a partire dalle terapie chemioterapiche per i pochi pazienti che per motivi di sicurezza sino a oggi si sono recati a Olbia. Rassicurazioni anche sul servizio di dialisi che continuerà ad essere assicurato e sulla pediatria per la quale sono allo studio le migliori soluzioni per la copertura delle ore notturne. Inoltre, a breve, sarà aperto il nuovo laboratorio di chirurgia per le prestazioni ambulatoriali. “La vera criticità – ha sottolineato l’assessore – è legata al punto nascita per il quale a livello nazionale sono previsti criteri molto rigidi. Noi presenteremo la richiesta di deroga per tutti i punti nascita in Sardegna sotto i 500 parti: La Maddalena, Tempio, Lanusei e Alghero. Discuteremo con il Ministero della Salute ma la scelta è tecnica ed è affidata al Comitato nazionale Percorso Nascita. Abbiamo comunque previsto un percorso di garanzia a favore delle neo mamme per le quali esistono particolari forme di aiuto e assistenza a La Maddalena”. L’assessore, al termine della mattinata, ha incontrato medici e personale infermieristico in servizio all’ospedale “Paolo Merlo” per un’ulteriore verifica della situazione.

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