24 November, 2024
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Partecipata riunione martedì sera, a Pattada, organizzata dalla Copagri Nord Sardegna, in collaborazione con il Centro Studi Agricoli, sui problemi del settore agricolo. A fare gli onori di casa, gli agronomi locali e referenti della Copagri, dott. Marco Satta e dott. Marco Arcadu, che hanno introdotto la riunione e illustrato le problematiche locali, sono seguiti gli interventi di Paolo Ninniri, presidente della Copagri Nord Sardegna e Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli e Vice Presidente di Copagri, a tenere alta l’attenzione gli argomenti riguardanti il prezzo del latte di pecora, la nuova PAC e l’Organismo Pagatore Regionale ARGEA OP che sostituirà AGEA Nazionale. Paolo Ninniri ha illustrato l’esigenza di diffondere le informazioni e la consulenza agronomica, fiscale e in materia di sicurezza sul lavoro direttamente nelle aziende agricole, i tecnici della Copagri – ha aggiunto -, si metteranno a disposizione dei propri associati e non, anche in virtù del prossimo bando PSR che quasi sicuramente verrà bandito entro l’anno. In merito all’Organismo pagatore regionale, evidenzia i ritardi nelle procedure di competenza regionale, ai ritardi della formazione degli operatori dei CAA (Centri Assistenza Agricola)  e alle nuove procedure  informatiche, cause queste, che potrebbero quasi certamente prorogare l’operatività di Argea-OP, prevista per il prossimo 16 ottobre. Tore Piana è intervenuto sulla situazione relativa al prezzo del latte di pecora per la nuova stagione, iniziata il 1 ottobre 2019, che vede le produzioni del Pecorino Romano per la prima volta negli ultimi 4  anni, senza essere regolamentata dal piano dell’offerta approvato dagli attori della filiera stessa, viste le bocciature da parte dei produttori del latte di pecora Sardo. La nuova stagione – secondo Tore Piana -dovrebbe essere di produzione regolare, rispetto agli ultimi anni, con una produzione prevista intorno ai 310 milioni di litri di latte ovino, in linea con le annate precedenti, salvo non si protragga l’attuale stagione di siccitosa. Se queste previsioni si dovessero confermare, l’unica soluzione oggi possibile per poter pagare il latte di pecora vicino a 1 euro a litro, secondoTore Piana e La Copagri Nord Sardegna, sarebbe quella di destinare tra i 30 o 35 milioni di litri di latte alla polverizzazione e in parte alla vendita diretta in Europa. Questa soluzione, fattibile da subito, permetterebbe di mantenere le produzioni di Pecorino Romano Dop in equilibrio con le richieste di mercato, mantenendo così anche le produzioni di Pecorino Sardo, del Fiore Sardo e del Pecorino non a marchio in perfetto equilibrio con le esigenze di mercato, «non creando eccedenze produttive rispetto alle richieste del mercato». Per attuare queste decisioni, la Regione e più precisamente l’assessorato dell’Agricoltura e Oilos, cioè l’Organismo interprofessionale appositamente creato, devono immediatamente attivarsi per riunire intorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera e trovare l’accordo, su chi e a quale prezzo vendere i 30/35 milioni di litri che altrimenti quasi sicuramente – ha sottolineato ancora Tore Piana – andranno a essere trasformati a Pecorino Romano Dop, creando surplus produttivo.  Questa soluzione, inoltre non impegnerebbe denari pubblici e sarebbe fattibile nell’immediato. Marco Satta ha illustrato le prospettive contenute nella nuova PAC 2021-2027. Secondo quanto chiarito da Marco Satta, sono state previste due simulazioni sia sulla equiripartizione delle risorse a livello nazionale, dalle quali la Sardegna otterrebbe maggiori benefici, sia sul peso regionale dell’attuale PAC dal quale invece risulterebbe penalizzata. E’ seguito un partecipato dibattito che ha visto molti interventi e scaturito molte domande fra i partecipanti. La prossima riunione della Copagri Nord Sardegna è prevista a Perfugas, la prossima settimana.

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Si è svolto, organizzata dalla Copagri Nord Sardegna in collaborazione con il Centro Studi Agricoli, a Villanova Monteleone, nei locali di “Su Palattu”, un incontro sulle problematiche agricole che attanagliano il territorio. A fare gli onori di casa e introdurre l’incontro l’agronomo locale Leonardo Spanu, referente di Copagri Nord Sardegna. Numerosi gli allevatori intervenuti, presenti tra cui  il presidente della Cooperativa allevatori di Villanova e numerosi conponenti il CDA, presente inoltre il sindaco Quirico Meloni, che ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale.

Numerosi gli argomenti discussi. Paolo Ninniri, presidente di Copagri Nord Sardegna, ha illustrato l’importanza di Copagri, il lavoro svolto nella gestione dei fascicoli aziendali e l’importanza delle consulenze aziendali che si andrà a svolgere nei prossimi mesi alle aziende agricole associate a valere sul prossimo bando PSR Sardegna. Tore Piana, vice presidente Copagri Nord Sardegna e presidente Centro Studi Agricoli, ha illustrato nei dettagli la situazione del comparto del latte ovi-caprino, le proiezioni future e le proposte messe in campo dall’organizzazione per risolvere il problema annoso del prezzo del latte. Inoltre, è stata trattate la situazione dei ritardi nel pagamento delle misura dei bandi del PSR, dei ritardi sul pagamento della siccità decretata nel 2017 e sul nuovo Organismo Pagatore Regionale.

Marco Satta, dirigente Copagri Nord Sardegna, ha illustrato nei dettagli la nuova PAC e le decisioni che dovranno essere prese dagli organismi politici. Ma a riscuotere la maggiore attenzione dei numerosi allevatori è stato l’argomento sulle problematiche del prezzo sul  latte di pecora e la nuova campagna di produzione che inizierà il 1 ottobre, nell’incertezza più assoluta, a causa della mancanza della ormai certa NON approvazione del piano dell’offerta sul Pecorino Romano e sulle incertezze sull’applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti. Tore Piana e Paolo Ninniri, in merito alla problematica, hanno illustrato la proposta della Copagri Nord Sardegna e del Centro studi Agricoli, sia sui punti di modifica della proposta del nuovo piano dell’offerta, sia i risultati sino a oggi non raggiunti nella filiera e ritengono «che, ad oggi l’unica soluzione, visti i tempi ristrettissimi, sia quella di organizzare ed attuare il ritiro dal mercato di circa 30 milioni di litri di latte di pecora, quantità ritenuta in surplus e che verrebbe ad essere trasformata quasi certamente in Pecorino Romano, causando una eccedenza di Pecorino Romano rispetto a quanto il mercato possa assorbire». La proposta si renderebbe necessaria, perché «secondo le proiezioni del Centro Studi Agricoli, la stagione che sta per iniziare, vedrà produzioni di latte di pecore a livelli record, attestandosi sui 330 milioni di litri l’anno».

Il ritiro – secondo Tore Piana e Paolo Ninniri, dovrebbe avvenire in parte destinandolo alla polverizzazione (circa 15 milioni di litri), in parte vendendo latte crudo sfuso in Europa (15 milioni). «Solo così e “senza intervento pubblico” si risolverebbe il problema della probabili e certe eccedenze di latte, per la trasformazione a Pecorino Romano nella nuova stagione», concludono Tore Piana e Paolo Ninniri.

Sono state iIllustrate anche le proposte di modifica della proposta del piano dell’offerta sul Pecorino Romano.

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Mercoledì 1 agosto, a Ittiri, alle ore 10,30, presso la sala del Teatro Comunale in Via XXV Luglio, si terrà un incontro organizzato dalla Copagri Nord Sardegna, per parlare del prezzo del latte di pecora e del futuro dell’intero comparto ovi-caprino in Sardegna. Il luogo scelto, Ittiri, sede di una delle più importanti cooperative lattiero casearie del Nord Sardegna, la LAIT ed il periodo che coincide con il termine della stagione delle produzioni del latte nell’anno 2018, rendono importante la tavola rotonda.

Molto attese, nel settore, sono le prime proiezioni delle produzioni dei formaggi pecorini ed in particolare del Pecorino romano dop, di questa stagione,  i prezzi di vendita del formaggio e le proiezioni sul mercato americano, elementi determinanti per la quantificazione finale del prezzo a litro da pagare all’allevatore Sardo, elementi che oggi tutti vogliono sapere e capire. Ad  oggi, nessuno ha organizzato un confronto pubblico e aperto fra più attori della filiera ovi-caprina.

Ci ha pensato La Copagri del Nord Sardegna, che per l’occasione ha invitato il presidente regionale Ignazio Cirronis ed il vice presidente nazionale Alessandro Ranaldi della Copagri Roma; inoltre, stati invitati come relatori Salvatore Palitta, presidente del Consorzio Pecorino Romano DOP; Pierluigi Pinna dell’Industria Casearia di Thiesi, F.lli Pinna SPA, Tore Piana presidente del Centro Studi Agricoli e vice presidente di Copagri Nord Sardegna ed amministratori di cooperative lattiero casearie. A fare gli onori di casa, il presidente della Copagri Nord Sardegna e ideatore della tavola rotonda, l’agronomo Paolo Ninniri, che terrà la relazione introduttiva.

Porterà i saluti dell’amministrazione comunale di Ittiri, l’assessore all’agricoltura Gianmario Cossu. L’incontro è aperto a tutti, si profila un importante giornata di confronto su un tema, quello del prezzo del latte di ovi-caprino, che in Sardegna vale circa 400 milioni di euro.

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E’ stato presentato stamane a Sassari, presso la sede della Copagri Nord Sardegna, il progetto “Conoscere prevenire e combattere il batterio della xylella fastidiosa sull’olivo”, promosso dalla Copagri Sassari Olbia Tempio e dal Centro Studi Agricoli . L’iniziativa, prevede lo svolgimento di 5 giornate formative informative, rivolte agli olivicoltori della provincia Sassari Olbia Tempio, da svolgersi nel mese di settembre 2018 nelle seguenti date:

il 7 settembre a Ittiri, il 12 settembre a Alghero, il 19 settembre a Sorso, il 25 settembre a Berchidda e per concludere il giorno 28 settembre a Sassari. Fra i relatori Paolo Ninniri e Marco Satta della struttura Copagri, Tore Piana responsabile del Centro Studi Agricoli e Vanda Prota del Dipartimento Agraria di Sassari, sezione Patologia e Entomologia. L’iniziativa vede il patrocinio della Camera di Commercio di Sassari e di altri Enti.

L’iscrizione alle giornate formative è gratuita, previa compilazione di una domanda di iscrizione, che nei prossimi giorni verrà distribuita presso tutti I frantoi del Nord Sardegna, gli assessorati dell’Agricoltura dei Comuni ove si svolgeranno le giornate informative, presso la sede della Copagri di Sassari via Principe di Piemonte 10/b, Camera di Commercio di Sassari.

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Le continue e abbondanti piogge delle ultime ore che si sono abbattute in particolar modo sulle colture a foraggio e in pieno campo nel Nord Sardegna, rischiano di portare al collasso numerose aziende agricole già fortemente colpite dalla crisi. «I danni non sono ancora quantificabili e si aggiungono alle già ben note situazioni di crisi che scoraggiano da tempo gli operatori del settore – dichiarano Paolo Ninniri e Tore Piana, presidente e vice presidente della Copagri Nord Sardegna -. La situazione nelle campagne è diventata ormai esplosiva: crollo dei prezzi, aumento dei costi dei mezzi di produzione, inaccessibilità al credito e indebitamento delle aziende si associano ora ai danni che le piogge di questi giorni stanno creando alle produzioni dei foraggi e alle colture in pieno campo, sembra un paradosso che solo lo scorso anno si sia decretato lo stato di calamità per danni da siccità e quest’anno per danni da piogge ma, purtroppo, la situazione dell’agricoltura è questa. In questi giorni tutti gli agricoltori stanno falciando il fieno per produrre foraggi, occorrenti per il bestiame nei prossimi mesi dell’anno. Questa operazione che si deve svolgere in poche settimane necessita di tempo soleggiato e costante. Con queste piogge insistenti i foraggi sono umidi e non asciutti con il conseguente dilavamento della maggior parte delle sostanze nutritive contenute e con la certezza che con la trasformazione in “presse o balloni” entro pochi mesi si creino muffe e batteri, altamente dannosi al bestiame. Danni molto gravi anche alla coltura della fragola in particolare e altre colture in pieno campo. Oltre al danno la beffa – aggiungono Paolo Ninniri e Tore Piana – perché quest’anno finalmente doveva essere una stagione molto ricca e invece si sta trasformando in tragedia. La Copagri di Sassari Olbia Tempio, dopo avere sentito i propri associati, invita gli agricoltori ad effettuare tempestivamente le segnalazioni ai comuni, affinché si possa procedere alla delimitazione delle aree danneggiate ed attivare l’iter per il riconoscimento dei danni che potranno dare, se riconosciuti dalla Regione Sardegna, conforto tramite indennizzi regionali e nazionali nonché benefici fiscali  e contributivi, previsti in caso di calamità naturali.»

Al riguardo, gli uffici della Copagri del Nord Sardegna, siti in Sassari Via Principe di Piemonte 10/b, metteranno a disposizione il modulo di richiesta riconoscimento danni ed eventuali utili consigli per quantificare gli eventuali danni da piogge.

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«In campagna tradizionalmente ci si lamenta sempre. Ma mai come questa volta, il grido di dolore è giustificato, la burocrazia sta strangolando una dei settori produttivi più importanti della Sardegna

Ad affermarlo sono Paolo Ninniri e Tore Piana rispettivamente presidente e vice presidente della Copagri territoriale Sassari Olbia Tempio.

Da un’indagine condotta dalla Copagri Territoriale Sassari Olbia Tempio, risulta che il 90% degli imprenditori agricoli della Sardegna, denuncia ostacoli e difficoltà per la propria attività a causa dell’opprimente burocrazia e chiedono, quindi, una semplificazione amministrativa e fiscale che è ritenuta come fattore indispensabile per lo sviluppo.

L’imprenditore agricolo, trascorre gran parte del suo tempo tra Caa, uffici di controllo, uffici fiscali, Ispettorati, Argea, studi Agronomi e Periti Agrari, Consorzi di Bonifica, Banche, Apa e Ara, Laore,  ecc., tempo che distoglie alla sua attività imprenditoriale.

Ogni pratica è un cumulo di carte e documentazioni, a volte richieste in triplice copia e, in alcuni casi, supportate da materiale informatico. Lo fanno le istituzioni pubbliche, ma anche i Caf (Centri di assistenza fiscale), i Caa (Centri di assistenza agricola).

Pesanti anche i “costi” dovuti al fisco e alla sicurezza sul lavoro.

Secondo Copagri territoriale Sassari Olbia Tempio, le aziende agricole sottolineano che la pressione fiscale e previdenziale-contributiva costituisce un pesante freno allo sviluppo e alla competitività.

Un settore, quello dell’agricoltura e dell’allevamento, che in Sardegna significa non solo fattore di produzione, ma anche salvaguardia dell’ambiente, salvaguardia dello spopolamento delle zone interne, salvaguardia della cultura e della identità, delle tradizioni, della Lingua sarda

«Dopo anni e anni di stasi – concludono Paolo Ninniri e Tore Piana – si spera che una nuova amministrazione regionale, possa dare alla burocrazia agricola un nuovo corso per favorire i nostri agricoltori, che per il semplice motivo di esistere e resistere vanno semplicemente assistiti , coccolati e premiati.»

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La Copagri Nord Sardegna accende i riflettori su quello che oggi risulta un’incompiuta di lusso, il mattatoio consortile di Truncu Reale, che dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per tutte le macellazioni del Nord ovest della Sardegna, con catene di macellazione per gli ovini-bovini-suini. Una struttura che sino a oggi, controllando la lunga storia, che parte dal 1997, ha visto impegnare ben 6,8 milioni di euro di finanziamenti pubblici. La struttura a regime darebbe lavoro a oltre 30 occupati diretti e a circa 50 dell’indotto (si pensi ai trasportatori di animali vivi e a quelli delle carni macellate) inoltre si calcola che la struttura movimenterebbe un volume di affari di circa 10 milioni di euro all’anno.

«Non Possiamo permetterci in un territorio gravemente in crisi e ad altissima vocazione agricolo-zootecnica – affermano Paolo Ninniri e Tore Piana rispettivamente presidente e vice presidente della Copagri Nord Sardegna – tenere chiuso il mattatoio consortile di Truncu Reale. Un’assurdità che non trova nessuna giustificazione, ne politica ne tecnica.  Dell’apertura e del funzionamento della struttura c’è fortemente bisogno i nostri allevatori potrebbero spuntare prezzi migliori per la vendita del bestiame da macello, avendo una struttura che si trova nella zona di produzione, che gli consentirebbe l’abbattimento dei costi di trasporto, inoltre molte macellerie locali si avvantaggerebbero nel disporre di carni locali. Benefici che avvantaggerebbero, infine, il consumatore locale, per la disponibilità di carni prodotte e macellate sul luogo di produzione.»

A regime il Mattatoio Consortile ha una capacità di lavorazione di 84.000  capi macellati all’anno, fra bovini, ovini e suini.

«Tenere una struttura incompiuta e chiusa se non abbandonata, necessaria, che darebbe lavoro a 30 occupati e un indotto di circa 10 milioni annui, dopo aver speso 6,8 milioni di euro di denaro pubblico ci sembra un palese possibile danno erariale, che meriterebbe l’attenzione della Corte dei Conti – concludono Paolo Ninniri e Tore Piana –, da qui un deciso appello agli Enti interessati, comune di Sassari e Consorzio Interprovinciale Industriale, affinché nel più breve tempo, completino il mattatoio consortile e ne decretino la sua apertura.»

 

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L’ufficio di Presidenza della Copagri del Nord Sardegna, nei giorni scorsi ha analizzato la situazione che si è verificata a livello nazionale sull’organismo di controllo IFCQ Certificazioni Srl, che esegue I controlli per le certificazioni dell’agnello sardo IGP, che ha ricevuto dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali un Decreto di semi commissariamento per l’attività di controllo e certificazione a partire dal 1 maggio 2018 per mesi sei. Organismo che in Sardegna esegue I controlli e le certificazioni anche per la DOP Pecorino Romano, Dop Fiore Sardo e Dop Pecorino Sardo, infatti, secondo il decreto ministeriale del 12 aprile 2018 le attività di certificazione e controllo dell’IFCQ, dovrà essere verificata e certificate di volta in volta dall’Ufficio centrale Ministeriale del controllo  Repressioni e Frodi Alimentari.

«La situazione è resa molto più preoccupante per quanto riguarda  le certificazioni dell’IGP agnello Sardo – affermano Paolo Ninniri e Tore Piana, presidente e vice presidente della Copagri Nord Sardegna – in quanto si è appreso da una conferenza stampa indetta da parte del Consorzio di tutela dell’agnello sardo IGP ( CONTAS) nei giorni subito dopo Pasqua del ritrovamento di capi provenienti dall’estero, (RUMENI) e macellati in Sardegna marchiati con simbolo dell’IGP “Agnello di Sardegna”. Copagri Nord Sardegna rileva come sia calato il silenzio più assordante su quanto accaduto e denunciato dallo stesso Consorzio di Tutela. Rileva che al contrario di quanto sta avvenendo, i produttori e i consumatori dovrebbero conoscere la reale situazione e come  sia potuto  avvenire una situazione di cosi grave portata. E’ di questi giorni l’aggravante del decreto di sospensione per sei mesi dell’organismo di controllo IFCQ  dal 1 maggio 2018,da parte del ministero delle Politiche agricole, organismo che ha il compito di controllare e certificare il prodotto IGP agnello sardo.»

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Un secco no, da parte della Copagri del Nord Sardegna, all’adeguamento del tariffario veterinario regionale, che riguarda le prestazioni veterinarie da parte dei servizi delle Asl, proposto nei giorni scorsi dalla Regione. In un momento di grave crisi economica e di fragilità del comparto agricolo, proporre ulteriori aumenti nei confronti di servizi resi al mondo agricolo o a quello delle tradizioni della cultura agropastorale, come l’esposizioni di bestiame o sfilate dei cavalli nelle sagre paesane, rappresentano è una decisione che non può essere accettata, affermano Paolo Ninniri e Tore Piana, rispettivamente presidente e vice presidente della Copagri Nord Sardegna.

Troviamo gravi le affermazioni dell’assessore della Sanità Luigi Arru, quando afferma che il ripensamento riguarderà solamente la riduzione delle tariffe sui cani e sui gatti, mentre tutto il resto del tariffario veterinario, che riguarda il comparto agricolo subirà gli aumenti. Non abbiamo nulla contro cani e gatti, che amiamo e difendiamo, ma non si aumentino tariffe a spese del comparto agricolo e dell’allevamento, affermano Paolo Ninniri e Tore Piana.

Ci risulta che servizi veterinari delle Asl, non stampino più i passaporti per i bovini e quindi della movimentazione. Raccogliamo inoltre le preoccupazioni dei nostri associati sulle vaccinazioni della blu tongue verso il sierotipo 3 per le nuove riproduzioni di ovini. Tra il 10 maggio ed il 20 giugno gli allevamenti sono in una fase delicata, dove sarebbe bene che si proceda con molta prudenza nel eseguire tali vaccinazioni.

Copagri Nord Sardegna, in conclusione, rivolge un forte appello alla Regione affinché blocchi l’adeguamento/aumento delle tariffe del prezziario veterinario regionale proposto dall’Assessore alla sanità Luigi Arru e nel contempo si attivi per trovare soluzioni immediate  atte alla semplificazione della asfissiante burocrazia regionale presente nel settore agricolo.

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Il direttivo provinciale della Copagri del Nord Sardegna, riunitosi nei giorni scorsi a Oschiri in occasione di un incontro con gli allevatori, ha lanciato un grido d’allarme sui possibili e certi ritardi nel pagamento degli aiuti sulla PAC del PSR e del contributo siccità del settore ovi-caprino recentemente approvato dalla Regione Sardegna con la L.R. 20, per tutte le aziende agricole che percepiranno aiuti superiori ai 5.000 euro. Le aziende interessate nel Nord Sardegna sono circa 14.000 per un importo di circa 140 milioni di euro.

Il 19 novembre 2017, è entrata in vigore la legge 17 ottobre 2017, n. 161, che contiene «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate».

All’articolo 28 «Acquisizione dell’informazione antimafia per i terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei» si legge: «All’articolo 91 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo il comma 1 è inserito il seguente: 1-bis. L’informazione antimafia è sempre richiesta nelle ipotesi di concessione di terreni agricoli demaniali che ricadono nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla Politica agricola comune, a prescindere dal loro valore complessivo, nonché su tutti i terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei».

La Copagri del Nord Sardegna chiede che venga trovata una soluzione che salvi l’agricoltura Sarda e del Nord Sardegna, qualunque essa sia, anche provvisoria ed in attesa dell’approvazione di una nuova norma che cancelli quello che ritiene un evidente errore giuridico.

La Coopagri del Nord Sardegna facendo proprie le difficoltà delle proprie aziende associate, invierà urgentemente una lettera al presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e all’assessore regionale dell’Agricoltura Pierluigi Caria, affinché intervengano sul Governo Nazionale e sul Prefetto, affinchè si blocchi l’applicazione della normativa legislativa o al massimo stabilendo inizialmente solamente chi è colpito dal blocco antimafia, liberando cosi  le aziende agricole in regola.

«Una norma che non aiuta il settore agricolo in Sardegna, ma anzi, penalizza fortemente aumentando cosi la burocrazia e ritardando tutti i pagamenti della PAC e del PSR, pagamenti previsti in questi giorni – afferma Paolo Ninniri, presidente della Coopagri del Nord Sardegna -. L’agricoltura sarda viene così colpita due volte, in un momento di particolare fragilità, prima dalle condizioni della siccità e ora dalla asfissiante burocrazia, cha anziché diminuire sta aumentando, tanto da asfissiare l’imprenditore agricolo in Sardegna.»